Anche noi come Mosè siamo chiamati a contemplare il mistero del Roveto che arde e non si consuma. La contemplazione si fa in atteggiamento di adorazione, secondo l’invito del Signore. “Togliti i calzari perché il luogo che calpesti è santo”(Esodo 3). Tuttavia, il Signore ci vuole partecipi della sua iniziativa, e ci affida un mandato come fece con Mosè: “Và! Ti mando dal Faraone. Io sarò con te”. Come Mosè, il popolo convocato davanti al Roveto Ardente diventa collaboratore del Dio che l’ha chiamato. Mentre adora il Signore, il popolo gli PARLA e presenta le difficoltà ed i bisogni di tutto il mondo; gli chiede di intervenire contro le forze del male e di liberare il popolo dalla sofferenza e dalla afflizione. Nel Roveto Ardente, Mosè è chiamato di fronte al suo Signore. I suoi occhi vedono l’amore di Dio che brucia senza esaurirsi, le sue orecchie ascoltano la voce di Dio che proclama: “Ho udito il grido del mio popolo”. Nella memoria di questo avvenimento il popolo si raduna davanti al Signore e gli presenta le grida di chi soffre. Ancora oggi Dio vuole ascoltare ed esaudire. Come si fa il Roveto Ardente. Svolgimento All’inizio dell’incontro la guida presenta il tema della intercessione che verrà fatta, possibilmente accompagnato da una Parola biblica. All’esposizione del Santissimo seguono quindici minuti di silenzio, quindi può iniziare la preghiera. L’adorazione è fatta: - Davanti al SS. Sacramento, vera fiamma che brucia d’amore per chi lo adora e lo invoca. - Contemplando il mistero del Dio eternamente fedele al suo popolo, che ne conosce i bisogni e le necessità. In questa contemplazione, più ci doniamo a Lui più Lui si dona a noi. Più bruciamo d’amore per lui, più il suo amore non si estingue ma ci invade, trabocca e va ad invadere altri cuori. - Facendo esperienza di una intimità nuova, quella di chi è giustificato, conosciuto, chiamato e glorificato e si offre non solo nell’adorazione ma anche nella lode e nella intercessione, supplicando con l’aiuto dello Spirito. L’intercessione è fatta: - Al Padre, nel nome di Gesù e per i meriti di Gesù. - Pregando come Gesù, secondo il suo Cuore. - Secondo l’unzione dello Spirito Santo, esercitando il ministero sacerdotale, regale e profetico ricevuto nel battesimo, invocando anche con il dono delle lingue perché “neppure sappiamo cosa sia giusto domandare”. (Rm 8, 26) Per chi si intercede. - Si può intercedere per la Chiesa. - Per la salvezza del mondo. - Per l’unità dei cristiani. - Per ogni intenzione suggerita dai bisogni del popolo di Dio. Si può intercedere per le sofferenze dei fratelli: - Per la consolazione di chi soffre di preoccupazioni come lutti, problemi economici, difficoltà di rapporti con le persone care, solitudine e altre afflizioni. - Per la guarigione fisica di chi è ammalato nel corpo e nello spirito. - Per la liberazione da vizi, tentazioni, cattive abitudini, legami occulti. - Per chiedere la forza di perdonare e per guarire discordie, cattivi giudizi, rancori, incomprensioni. - Per la riconciliazione e la ricostruzione di rapporti positivi nelle comunioni interrotte. - Per ogni altra necessità A cura del Cenacolo Cattolico di preghiera carismatica. Dalla omelia di Papa Giovanni Paolo II Vespro di Pentecoste, Piazza San Pietro, 29 maggio 2004 “Saluto in modo speciale i membri del Rinnovamento nello Spirito.. Auspico che la spiritualità della Pentecoste si diffonda nella Chiesa, quale rinnovato slancio di preghiera, di santità, di comunione e di annuncio. Incoraggio a questo proposito l’iniziativa denominata “Roveto Ardente”, promossa dal Rinnovamento nello Spirito. Si tratta di una adorazione incessante, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento. Auguro di cuore che questa iniziativa conduca molti a riscoprire i doni dello Spirito, che hanno nella Pentecoste la loro fonte sorgiva. Lo ripeto ancora con forza: Accogliete con gratitudine e obbedienza i carismi che lo Spirito non cessa di elargire!” Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me… (Efesini 6, 11-19)