COMUNE DI RIPALTA ARPINA – DOCUMENTO DI PIANO – RELAZIONE ILLUSTRATIVA
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5.3
IL SETTORE SECONDARIO E TERZIARIO
L’analisi delle attività presenti a Ripalta Arpina si è basata sui dati dell’ultimo Censimento
come meglio evidenziato nelle Tabelle 5.05 – 5.06 – 5.07 – 5.08 A queste si è poi
integrato uno studio più approfondito sulle sottocategorie produttive reso possibile
dall’adozione di dati resi disponibili dalla Camera di Commercio di Cremona e riferiti al
periodo che va dal 2002 al 2007, come mostrato nella tabella A.9 ad inizio capitolo.
Entrando nello specifico si può notare come Ripalta Arpina al 2001 conti 58 imprese attive
sul suo territorio con un totale di 239 addetti. È evidente come la realtà produttiva /
commerciale ripaltese si fonda su imprese composte da un basso numero di addetti
(media di 4,1 addetti per impresa) ma diversificate nei vari settori.
I settori che raggruppano più attività sono a pari merito quelli delle costruzioni e quello del
commercio con una presenza di 13 unità a testa (circa il 22% del totale) ma con una
diversissima concentrazione di addetti: il settore commerciale richiama infatti 104 addetti
(8 addetti di media e il 43% degli occupati totali) mentre il settore delle costruzioni dispone
di 23 addetti (1,8 addetti di media e il 9% degli occupati totali). Anche il settore legato
all’attività manifatturiera svolge un ruolo importante impiegando, nelle 11 unità presenti 79
addetti (7,2 addetti di media e il 33% degli occupati totali).
Dal 2004 in poi la Camera di Commercio ha permesso di quantificare anche le imprese
attive nel settore dei servizi pubblici: a Ripalta Arpina il numero è rimasto fermo a 6 unità.
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5.4
LA POPOLAZIONE ATTIVA – QUADRO OCCUPAZIONALE
A completamento dell’analisi del sistema socio-economico locale si è ritenuto
indispensabile analizzare i mutamenti della popolazione intervenuti tra il 1991 e il 2007 al
fine di meglio comprendere le dinamiche della forza lavoro così profondamente cambiate
negli ultimi anni.
Il primo aspetto messo in evidenza è la ripartizione della popolazione in fasce d’età;
nell’arco di tempo considerato la popolazione è aumentata del 10,3% passando da 940
unità a 1037 alla fine del 2007. Analizzando la popolazione per fasce d’età si può
osservare come resti costante la quota degli abitanti in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni
raggruppando alcune soglie Istat): sia nel 1991 che nel 2007 rappresenta il 68%.
Andamento di segno opposto, invece, per le fasce più giovani della popolazione (da 0 a 14
anni) e per quelle più anziane (da 65 anni in poi): la prima, infatti, vede ridursi l’incidenza
percentuale dal 18% al 14,9% di fatto trasferendo questa differenza in toto alla fascia di
popolazione oltre i 65 anni che passa così dal 14% al 17,1%.
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Sempre considerando le fasce d’età della popolazione ci si è poi soffermati sulle classi di
attività economica per analizzare la ripartizione degli addetti nei tre gruppi fondamentali
(industria, agricoltura, altre attività), così come mostrata nella Tabella 5.10.
Innanzitutto la ripartizione degli occupati nelle fasce 15-19 anni rappresenta il l’8,7% del
totale degli occupati nel 1991 per poi scendere fino al il 1,9 % nel 2001, mentre la
successiva fascia che va dai 20 ai 29 anni rappresenta il 28,3% nel 1991 e il 31,4% nel
2001. La fascia successiva, quella tra i 30 e i 54 anni raccoglie il 57,9% degli occupati nel
1991 e il 58,3% nel 2001, mentre la fascia successiva che va dai 55 anni in su pesa per
l’5,1% nel 1991 e il 8,4% nel 2001.
Analizzando la fascia più giovane, quella cioè tra i 15 e i 19 anni, si può osservare come,
nel 1991, la quasi totalità degli occupati venga assorbita dal settore secondario (32 su 34);
nel 2001 il settore secondario continua ad richiamare la maggior parte dei giovani pur con
una drastica riduzione degli occupati che scendono a 5. Il settore agricolo in questa fascia
d’età non è rappresentato da nessun addetto sia nel 1991 che nel 2001.
Passando alla fascia che va dai 20 ai 29 anni è ancora il settore secondario ad essere il
più rappresentativo con 66 occupati su 392 nel 1991 e 79 su 429 nel 2001. Il settore
agricolo raccoglie in questa fascia rispettivamente 11 occupati nel 1991 e 4 nel 2001.
Passando alla fascia più numerosamente popolata, quella cioè tra i 30 e i 54 anni
l’industria vede mantiene la sua supremazia sia nel 1991, con 135 addetti su 392 totali che
nel 2001 con 135 addetti su 429. Il settore terziario e dei servizi acquista presenze in
questa fascia fino ad insidiare il secondario nel 1991 con 95 addetti. Il settore agricolo
rimane invece sempre defilato con 28 addetti nel 1991 e 20 nel 2001.
In ultimo viene considerata la fascia con occupati oltre i 55 anni: in questo caso è il settore
agricolo ad essere il più rappresentato con 9 addetti nel 1991 e 13 nel 2001.
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Sempre dal punto di vista occupazionale è importante analizzare il livello di istruzione della
popolazione dall’età scolastica in poi. Dalla Tabella 5.11 si evince come a Ripalta Arpina
gli abitanti dotati di titolo di studio siano nel 1991 l’89,2% del totale per attestarsi al 93,3%
alla data del successivo Censimento. Gli alfabeti privi di titolo sono di conseguenza
diminuiti fino al 6,4% della popolazione mentre gli analfabeti sono di fatto assenti a Ripalta
Arpina (0,1%).
Nello specifico degli abitanti dotati di titolo di studio tra il Censimento del 1991 e quello del
2001 si nota un importante aumento di alfabeti dotati di diploma di scuola superiore che
passano dal 8,8% fino al 22,4%. A fare da bilancia a questo deciso aumento sono gli
alfabeti dotati della sola licenza elementare che vedono ridursi il loro numero dal 46,6% al
36,6%. Anche i laureati a Ripalta Arpina si stanno diffondendo essendo passati in valori
assoluti da 9 (quota del 1%) a 16 (quota del 1,8%).
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5.5
DINAMICHE E CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
In questo paragrafo verrà approfondita la dinamica dell’evoluzione della popolazione in
ogni suo aspetto, non più solo in funzione dell’attività economica di Ripalta Arpina.
Verranno così esplicitati l’andamento degli abitanti e delle famiglie, l’incidenza della
popolazione straniera sul totale, l’ampiezza media delle famiglie e dei nuclei familiari oltre
ai dati riferiti ad alcuni indicatori sintetici caratteristici.
La Tabella 5.12 è stata costruita aggregando i dati provenienti dai Censimento Istat e dalla
Camera di Commercio di Cremona. Il periodo di analisi è molto vasto: i primi dati riferiti a
Ripalta Arpina risalgono già al 1901 aggiornati con cadenza prevalentemente decennale
fino al 2001: successivamente ci si è appoggiati ai dati offerti dalla Camera di Commercio
con dati a cadenza annuale dal 2002 fino al 2007.
Partendo dalla popolazione residente è significativo notare come all’inizio del secolo gli
abitanti di Ripalta Arpina erano più numerosi di quelli attuali (1166 rispetto agli attuali
1037): poi un progressivo e costante calo fino agli anni ’90 (940 abitanti nel 1991) con una
inversione di tendenza che ha riportato il totale dei residenti ai 1037 del 2007. Di diverso
andamento è invece quello relativo al numero delle famiglie che segna un progressivo e
costante aumento del numero totale che passa da 290 nel 1981 a 406 nel 2007. Da qui si
può facilmente intuire come il numero dei componenti di ogni nucleo familiare si sia
progressivamente ridotto dai 2,96 abitanti per famiglia del 1981 ai 2,55 attuali
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Per quanto riguarda la popolazione straniera descritta nella Tabella 5.13 e riferita al
periodo 2001 – 2007 evidenzia come a Ripalta Arpina la quota di stranieri residenti è in
costante aumento negli anni. Nel 2001, infatti, si contavano solo 9 stranieri (9,4 residenti
abitanti) passati poi a ben 44 nel 2007 (42,4 abitanti ogni 1000 abitanti).
Per le soglie di popolazione riferite agli anni 1991, 2001 e 2007 si sono resi disponibili
anche i dati che suddividono la popolazione per fasce d’età visibili nella Tabella 5.09. Da
qui si può notare come vi sia un progressivo aumento dell’età media della popolazione,
comunque in linea con i valori medi a livello provinciale. Interessante è vedere come la
fascia più rappresentativa dal punto di vista numerico si sposti continuamente nei tre
periodi di riferimento; nel 1991 la soglia più popolosa era quella nella fascia dai 35 ai 44
anni con un’incidenza del 16,9% sul totale della popolazione. Nel 2001 la predominanza
numerica si trasferiva alla fascia dai 45 ai 54 anni con una percentuale del 16,8%. Per
ultimo, nel 2007, sorprendentemente la soglia più numerosa si è spostata alla fascia dai
25 ai 34 anni con una incidenza del 16,8%.
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Un dato che merita attenzione è quello riferito alla fascia più debole, quella oltre i 65 anni
che passa dal 14% ad un consistente 17,1%.
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Analizzando dati riferiti ai nuclei familiari del Comune in funzione del tipo di nucleo si può
affermare che nel passaggio dal Censimento del 1991 al Censimento del 2001 vi sia, a
Ripalta Arpina, una situazione pressoché immutata, dove circa il 64% delle famiglie risulta
composta da coppie con figli. Importante anche il dato riferito alle coppie senza figli,
quantificabili in un 26% del totale e altrettanto non trascurabili i nuclei familiari composti
dalla sola madre coi figli con una incidenza di oltre il 9%.
Come riflesso dell’abbassarsi del numero medio di componenti per famiglia è la
progressiva marginalità dei nuclei di grandi dimensioni. Mentre nel 1991 le famiglie
composte da 5 o più persone rappresentavano ancora il 10,6% del totale ora si sono
ridotte al 3,3%. Al contrario le famiglie singole o di 2 componenti sono passate dal 40,7%
al 45,2% nello stesso periodo. Significativo che il campione più rappresentativo che nel
1991 era quello rappresentato dai nuclei familiari composti da 4 persone con una
incidenza del 25,8% sul totale lasci la predominanza ormai alle famiglie composte da 3
persone che, nel 2001, rappresentano il 28% delle famiglie di Ripalta.
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Da ultimo si sono analizzati alcuni indici sintetici riferiti alla popolazione comunale: nello
specifico l’indice di vecchiaia, l’indice di dipendenza totale (derivante dalla somma
dell’indice di dipendenza giovanile e senile), e il rapporto di mascolinità. Per meglio
chiarire il significato di questi indici si spendono due parole sul significato di questi
indicatori.
Per indice di vecchiaia si deve intendere il rapporto percentuale tra la popolazione
residente con più di 64 anni e la popolazione residente con meno di 15 anni.
Per indice di dipendenza totale si deve intendere il rapporto percentuale tra la somma
della popolazione da 0 a 14 anni con la popolazione con più di 64 anni e la popolazione tra
i 15 e 64 anni. Tale indice è poi disaggregabile in dipendenza giovanile e senile.
Per indice di ricambio si deve intendere il rapporto tra la popolazione della classe 60-64
anni e della classe tra 15-19 anni.
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Per rapporto di mascolinità si deve intendere il rapporto percentuale tra la popolazione
maschile e la popolazione femminile.
Dalla Tabella 5.16, costruita tramite dati desunti dalla Provincia di Cremona, e riferiti agli
anni dal 2004 al 2007, si possono trarre alcune considerazioni finali: l’indice di vecchiaia
ha subito una notevole diminuzione passando tra il 2004 e il 2005 per poi risalire
progressivamente
negli
anni
successivi;
l’indice
di
dipendenza
totale
rimane
sostanzialmente invariato nell’arco temporale di riferimento a causa di un peggioramento
dell’indice giovanile che viene compensato dall’indice senile in ugual misura; l’indice di
ricambio, segnala invece un trend di significativo aumento indicante come ormai i residenti
nella fascia tra i 60 e 64 anni siano oltre il 70% più numerosi dei giovani in età tra i e i 19
anni; per ultimo il rapporto di mascolinità evidenzia come a Ripalta Arpina la popolazione
maschile sia, dal 2007, numericamente superiore a quella femminile seppur di pochissimi
individui.
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IL
“QUADRO
RICOGNITIVO
E
PROGRAMMATORIO
DI
RIFERIMENTO PER LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DEL
COMUNE”
6.1
LA REALTA’ COMUNALE NEL CONTESTO TERRITORIALE
Il territorio del comune di Ripalta Arpina è situato nel settore Nord-Est della provincia di
Cremona, dista circa Km 30 dal capoluogo e circa Km 15 da Crema, che è il centro abitato
più importante nelle sue vicinanze. La sua forma è estremamente articolata, essendo
sviluppato in direzione nord-sud con una propaggine che si incunea tra i territori di
Gombito e Montodine fino a lambire il corso dell’Adda, dove confina a sud con la provincia
di Lodi e il comune di Bertonico, con i comuni di Castelleone e Gombito ad est, Montodine,
Ripalta Cremasca e Ripalta Guerina verso ovest, mentre il limite nord-orientale con il
territorio di Madignano è per un breve tratto marcato dal corso del Serio Morto. Il territorio
è interamente sviluppato in sponda idrografica sinistra del Fiume Serio, mentre la zone
circostanti la frazione Bocca Serio si trovano estese lungo la sponda sinistra del Fiume
Adda, nel tratto immediatamente a valle del punto di confluenza in esso proprio del Serio,
da cui la frazione trae inequivocabilmente il nome.
La superficie del comune ha un'area complessiva di circa 690 Ha.
Il capoluogo occupa attualmente un'area di circa 30 ha, ed è l'unico nucleo abitato di una
certa entità, ospitando la quasi totalità della popolazione; solo una esigua parte risiede,
infatti, in cascine sparse e nella frazione Bocca Serio. Il numero complessivo di abitanti è
di circa un migliaio.
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Figura 6.1 – Il territorio comunale di Ripalta Arpina
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ASPETTI GEOMORFOLOGICI
Le caratteristiche morfologiche principali del territorio di Ripalta Arpina sono rappresentate
dalle forme evolutive erosive dei fiumi Adda e Serio, ben testimoniate dalla presenza di:
· orlo di terrazzo di origine fluviale: scarpate di altezza variabile, allineate all’asta del
corso d’acqua a delimitarne l’alveo oppure i terrazzi esterni, create dall’azione
erosiva delle acque nelle fasi di piena, distinte in altezza > o < di 5 m. Lungo le
scarpate è stato possibile effettuare osservazioni sulla natura litologica dei detriti o
alluvioni entro cui il fiume aveva operato la sedimentazione in una precedente fase
deposizionale;sponda in erosione: tratto della riva di un corso d’acqua, solitamente
verso l’esterno di un meandro, dove la capacità erosiva laterale e di trasporto solido
della corrente è tale da provocare instabilità della sponda con asportazione di
materiali detritici;
· sponda e tratto di alveo in sovralluvionamento: tratto dell’alveo di un corso d’acqua
dove la quantità dei materiali trasportati e sedimentati ad opera della corrente è
superiore a quella che la stessa corrente è in grado di rimuovere e rimobilitare,
finendo così per favorire la genesi di un alveo “pensile” sospeso a una quota
superiore di quella naturale o di equilibrio del fondovalle; fenomeno tipico di valli
fluviali giovani o recenti dove il corso d’acqua non è ancora giunto a scavare
definitivamente il proprio alveo all’interno della coltre sedimentaria, come nel caso
del Serio tra Ripalta Vecchia e Montodine;
· tracce di idrografia abbandonata: si tratta in genere di vecchie anse abbandonate a
seguito di fenomeni di “salto del meandro”, con creazione di laghi di forma
semicircolare.
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