TELEFONO 0542 28780 FAX 0542 28972 EMAIL: [email protected] 13 E CIRCONDARIO SABATO 12 NOVEMBRE 2011 ECONOMIA E LAVORO Il gruppo modenese ha deciso di fermare definitivamente la produzione nello stabilimento di Mordano, lo ha comunicato all’improvviso La Ricchetti ha deciso di chiudere Sono 67 i lavoratori che perderanno il lavoro, dopo due anni di cassa integrazione MORDANO. Arriva inatteso l’annuncio di chiusura per lo stabilimento Ricchetti di Mordano. La dirigenza del gruppo ceramico modenese ha comunicato giovedì sera la volontà di cessare l’attività nella sede che oggi impiega 67 lavoratori. «Una scelta gravissima - hanno dichiarato i rappresentanti dei sindacati di categoria Katia Regelli (Filtem Cgil), Rossana Carra (Femca Cisl), Giorgio Giorgi (Uilcem Uil) - che rischia di impoverire ulteriormente il nostro territorio». Per questa ragione ieri hanno inviato una richiesta urgente al sindaco di Mordano, alla presidenza del Circondario e all’assessorato provinciale alle Attività produttive affinché venga aperto un tavolo istituzionale che segua l’evoluzione della vertenza. Lo stabilimento di Mordano della Ricchetti finisce schiacciato nelle operazioni di salvataggio del gruppo. Negli ultimi due anni gli investimenti hanno difatti premiato la riorganizzazione della casa madre sacrificando gli altri stabilimenti produttivi presenti in Italia. La crisi del settore e con esso dell’azienda non sono una novità. Da quando con 1200 dipendenti fu il primo gruppo ceramico quotato in borsa (1996), i tempi sono cambiati. Nello stabilimento di via Fluno c’è una potenzialità produttiva che raggiunge il milione 900mila metri di piastrelle per rivestimenti. La produzione reale venduta si ferma però a 300mila. Un tempo ai forni della Ricchetti di Mordano lavoravano 120 persone, oggi sono scese a 67. A Mordano il 30 gennaio prossimo terminerà il secondo anno di cassa integrazione speciale avviata per riorganizzazione. L’azienda e i macchinari sono vecchi e per il rilancio servirebbero investimenti ingenti che a quanto pare i vertici della Ricchetti non intendono o non possono affrontare. Di chiusura, però, non si era mai parlato. «Ci sono dei lavoratori che hanno sempre assecondato le richieste tiene a sottolineare Giorgi -, che con i turni e con macchinari legati col filo di ferro hanno prodotto dei margini che negli altri stabilimenti non si sognavano nemmeno. Questi lavoratori non si meritano che vada a finire così». Dopo l’annuncio partirà la trattativa. Al primo anno di cassa integrazione per chiusura potrebbe seguirne un secondo se nel frattempo ci fosse una riduzione del 30% dei dipendenti. Di certo i sindacati chiederanno di alzare l’asticella della mobilità verso una cifra superiore agli 11mila euro stabiliti. «Alle istituzioni - dicono - chiediamo che si attivino per capire se c’è uno spiraglio, ancorché piccolo, di ridiscutere la decisione che ci è stata comunicata e di dare il massimo valore a questi lavoratori, che se lo meritano». Stefano Salomoni Per Confartigianato A Imola si vive al top IMOLA. Il territorio del circondario imolese è uno dei luoghi migliori per vivere in Italia. Lo dice l’Osservatorio Assimprese, che ha commissionato un’apposita indagine al prestigioso Centro Studi Sintesi, di Mestre. E certo la notizia stride un po’ con l’annuncio dell’ennesima chiusura di un’azienda in crisi. L’indagine prende in esame anche i territori limitrofi. Eppure Imola sarebbe ancora nell’elite delle 260 città italiane in cui si vive meglio. Gli indicatori utilizzati per la valutazione della performance sono: condizioni di vita materiali (benessere economico), istruzione e cultura, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, sicurezza e insicurezza, ambiente, attività personali, salute. «L’indagine del nostro Centro studi non solo conferma i nostri comuni nella rosa delle eccellenze nazionali, ma ci fa anche vedere un’ottima performance rispetto alle realtà a noi più vicine, nelle province di Ravenna e Ferrara. Certo la crisi si fa sentire anche da noi e non tutti i nostri comuni sono nelle zone alte della classifica, ma ricordiamo che stiamo parlando comunque del “gruppo di testa” a livello nazionale, con valori assolutamente di rilievo», commenta Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato, che ha sede a Imola. Da tempo finanziamenti ad hoc Energie alternative Molti al convegno Bcc Lo stabilimento della Ricchetti a Mordano IMOLA. Ha suscitato molto interesse il convegno “Fonti energetiche e sviluppo sostenibile” organizzato dalla Bcc ravennate e imolese, al quale si sono alternati docenti universitari ed esperti del settore. La Bcc ravennate e imolese da anni sostiene gli investimenti per l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. «E’ necessario valutare la validità e la concretezza di soluzioni di investimento socialmente responsabili, in una prospettiva di risparmio e vantaggio economico, spiegando cosa significa fare investimenti eticamente responsabili e comprendendo come operano gli interlocutori del settore nel nostro territorio - afferma l’istituto di credito -. La stessa banca ha effettuato sui propri immobili interventi diretti al risparmio energetico come il fotovoltaioco sulla filiale faentina». Scuola e lavoro più lontani Legacoop e Unindustria scoraggiate sull’orientamento IMOLA. «Se qualche anno fa un lavoro lo trovavano tutti, oggi c’è un’estrema difficoltà e per coloro che hanno fatto delle scelte che non sono funzionali a trovare un’occupazione è e sarà ancora più difficile». L’offerta di lavoro si è drasticamente ridotta, le imprese sono quindi più selettive nella scelta dei profili. Se la figura che serve non la trovano qui, si rivolgono ad altri territori. Secondo il presidente della Lega delle cooperative Sergio Prati e del presidente della delegazione imolese di Unindustria Bologna Marco Gasparri questi sono lo scenario e la logica che devono condurre il progetto “Diventare grandi, scegliere la scuola, pensare il lavoro”. In questi giorni il progetto sta portando nelle classi seconda e terza di tutte le scuole medie il dvd realizzato, in 3mila copie, per aiutare nella scelta della scuola superiore. Il 22 novembre si svolgerà il tradizionale open day allo Scarabelli, momento clou dell’orientamento scolastico. Il 25 partiranno le visite alle aziende. Le imprese (nell’imolese il 70% fanno riferimento al settore meccanico) continuano a dire che servono periti tecnici. La scuola continua a sfornare altro. E non solo. A quanto pare non fa nemmeno squadra col mondo del lavoro nella formazione delle scelte, nell’azione di informazione e orientamento delle famiglie e dei ragazzi che dovranno decidere il proprio percorso di studi. Al punto che il 72% dei ragazzi ha risposto di avere visto il Dvd dello scorso anno a casa e solo Da sinistra Vanna Verzelli, Marco Gasparri e Sergio Prati (Foto Monti) il 36,9% a scuola. Secondo i dati forniti dal Cisst del Circondario, nell’anno scolastico partito a settembre le iscrizioni hanno premiato il liceo classico Rambaldi (da 22 a 29 studenti iscritti al primo anno), lo Scarabelli (da 128 a 137), il professionale (dal 69 a 74) e il liceo scientifico-tecnologico (da 132 a 152) dell’Alberghetti, l’alberghiero Scappi (da 255 a 273). In calo invece il magistrale Alessandro da Imola (da 185 a 157), il chimico e biologico Ghini (da 43 a 33), il Cassiano (da 119 a 105), il tecnico industriale Alberghetti (da 104 a 100) e in forte calo il Paolini (da 213 a 164 studenti). Le scuole imolesi continuano ad attrarre più studenti di quelli che si spostano fuori dal territorio: 292 nuovi contro 159, con un saldo positivo di 133 ragazzi. «Vorrei vedere quanti ragazzi faranno i cuochi o i camerieri lavorando a Natale, Pasqua e Capodanno - ha commentato Prati -. Questa scelta dà risposte al nostro territorio?». E ancora: «Non è il massimo cercare di convertire in periti chi ha fatto un percorso liceale. Si perde tempo e denaro. Perché prendere una mulattiera quando si può imboccare la strada principale?». «Lo scorso hanno c’era delusione, quest’anno è peggio», ha riferito Gasparri in relazione al tema della effettiva collaborazione di “alcune” scuole al progetto. Tanto che, «sì, abbiamo preso in considerazione di abbandonare». «Abbiamo presentato al Cisst il video e si sono presentati 3 insegnanti - racconta il presidente di Legacoop -. Se fosse accaduto con le imprese mie associate le avrei convocate per chiederne conto». «Bisogna insistere» ha rilanciato la vicepresidente del Circondario con delega all’is t r u z io n e Vanna Verzelli. (s.s.)