Promuovere la salute del donatore relazioni e rapporti affettivi Florio Ghinelli U.O.Malattie Infettive AVIS provinciale di Ferrara Bologna, 27 novembre 2004 Notizie sulla stampa e in TV. un paziente contagiato con il virus dell’AIDS da una trasfusione di sangue Considerazioni la notizia può avere un fondamento scientifico o può essere la forzatura di un avvocato per ottenere un risarcimento Davanti ad una notizia di questa gravità, l’A.V.I.S. non deve arroccarsi su una posizione difensiva ad oltranza dei suoi iscritti, ma deve porsi alcune domande: 1. È possibile che sangue infetto sia trasfuso a pazienti ? 2. Se sì, cosa può fare l’associazione per evitare che ciò avvenga ? 3. cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? Proviamo a rispondere a questi quesiti 1. È possibile che sangue infetto sia trasfuso a pazienti ? Nonostante i progressi della tecnologia , nonostante l’applicazione di protocolli precisi e severi, bisogna ammettere che la possibilità di trasmissione di infezioni (principalmente da HBV, HIV e HCV) non è annullata completamente. La possibilità di trasmissione è molto bassa: 1 flacone infetto su 300.000500.000 flaconi distribuiti. Quali possono essere le cause? 1. Possibili errori di laboratorio 2. Sensibilità dei tests 3. Periodo finestra Cosa può fare l’associazione ? • Educazione sanitaria • Compilazione del modulo predonazione Cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? • Comitato per il buon uso del sangue: il Servizio trasfusionale deve eseguire gli esami sui flaconi di sangue utilizzando i tests e le tecnologie idonee ad evidenziare le possibilità anche minime di infezione • Occorre (il nuovo regolamento lo prevede) che i falsi negativi siano annullati dalla storia sanitaria del donatore Cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? • E’ indispensabile che sia garantita a tutti i livelli la privacy Cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? • Per le infezioni trasmissibili con i rapporti sessuali, in particolare per HIV, è importante precisare: • Tra la popolazione “normale” la positività è molto rara ( 150.000 HIV positivi in Italia) • 1 contagio ogni 100 rapporti non protetti • 1 contagio ogni 10.000/20.000 rapporti protetti Cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? • E’ vero che la prevenzione più sicura è data dalla castità e dalla fedeltà tra sieronegativi, ma queste due virtù pare non siano sempre praticate. • Torniamo quindi all’aspetto dei rapporti protetti o no Cosa può fare l’associazione per garantire e rassicurare i donatori? • E’ vero che esiste il problema del partner del partner, ma è anche vero che i nuovi casi di AIDS dovuti a contagio sessuale, nei paesi occidentali, sono nella grande maggioranza rappresentati da maschi frequentatori abituali di prostitute e transessuali Casi di AIDS in Italia per anno di diagnosi, corretti per ritardo di notifica e tasso annuale di incidenza 6000 10,0 Corretti 9,0 N. casi Tasso di incidenza 8,0 7,0 4000 N. casi 6,0 3000 5,0 4,0 2000 3,0 2,0 1000 1,0 0 0,0 1982 1983 1984 19851986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 19931994 1995 1996 1997 1998 1999 20002001 2002 2003 2004 Anno di diagnosi Tasso per 100.000 5000 Tempo tra 1° test HIV+ e diagnosi di AIDS 4500 =>6 mesi 4000 3500 <6 mesi 3000 2500 2000 1500 1000 500 20.6% 33.1 % 41. 4% 46.5 % 48.1% 48.6 % 51,3 51,8 53,1 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 0 Tassi di incidenza AIDS per 100.000 ab. per provincia di residenza. Confronto 2000-2003 2000 2003 Tasso regionale 2000 4,2 2003 3,7 in i R im E -C FO en na R av ra ra Fe r na og Bo l od en a M R eg gi o a m Pa r Pi a ce nz a 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Casi di AIDS per via di trasmissione e anno di diagnosi 16000 14000 n.casi 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 85-94 94-95 96-97 sessuale 98-99 '00-'01 parenterale '02-'03 '04 Età mediana alla diagnosi di AIDS per sesso e anno di diagnosi 45 40 età 35 30 25 20 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 '00 '01 '02 '03 maschi femmine Una parte dei pazienti che ritengono di essere stati contagiati dal sangue trasfuso erano sieropositivi prima della trasfusione Proposta: eseguire la ricerca per HIV, HBV, HCV per tutti i pazienti che devono essere sottoposti a trasfuzione di sangue ed emoderivati