PERCEZIONE SOCIALE E
COMUNICAZIONE DELL’AIDS
MartaElisa Varnier
Mat. 405816
Relatore: Mario Dossoni
Correlatore: Giampaolo Azzoni
INTENTO DELLA TESI:
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Impatto socioculturale della malattia
nella società
Percezione della malattia
Evoluzione della comunicazione della
malattia
STIGMA SOCIALE: ORIGINI E MOTIVI
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In origine il virus sembrava colpire
solo determinate categorie «a
rischio»
Tossicodipendenti, omosessuali,
prostitute
Necessità di circoscrivere per
allontanare la paura del rischio
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Prima ondata informativa anni ‘80
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Allarmismo, paura
Attenzione e grado di allerta alti
Tendenza ad associare la possibilità di
ammalarsi a caratteristiche sociali
dell’individuo
La percezione del rischio, se stimolata in modo
indifferenziato, non conduce ad una conseguente
modifica del comportamento atta alla riduzione del
contagio
• coloro che si ritengono ad alti livelli di rischio
tendono a opporre resistenza a comportamenti di
riduzione del medesimo, sperimentando un
aumento di stress psicologico e sociale
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L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE
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Prevenzione = strumento di
contenimento di contagio
Creazione rete di solidarietà
Conoscenza canali e filtri per una
maggiore efficacia
ANALISI CAMPAGNE:
LE ASSOCIAZIONI ITALIANE
CONSIDERAZIONI:
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rendere ogni singola persona la principale
responsabile della propria educazione (Booler,
2003).
1999: l’associazione UNAIDS pubblicava un quadro
comunicativo basato sulla volontà di porre
l’individuo al centro del suo stesso processo di
cambiamento
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Prima fase: informazione sulla malattia
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Scuole
• Centri di aggregazione
• Piazze
• Target: intera popolazione
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Seconda fase: diversificazione dei destinatari
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Adolescenti
Giovani adulti
Anziani
Omosessuali
Target diversificati e specifici
TERZA FASE: IL SIEROPOSITIVO
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Popolazione mediamente informata ed educata
sulle nozioni base riguardanti malattia e
prevenzione
La ricerca ha sviluppato cure e terapie che
permettono una buona qualità di vita ai sieropositivi
= membri attivi della società
Chiarezza e integrazione: nuovi obiettivi
UNA RAPIDA INDAGINE
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Il questionario: 13 domande
• 137 risposte
• 3 domande – dati anagrafici
• 3 domande – informazioni sulla
malattia
• 4 domande – informazioni sulla
sieropositività
• 3 domande – fonti di informazione
RISULTATI:
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Buon livello di informazione base
Lievi imprecisioni sulla diffusione del virus
• Incertezze sull’uso del preservativo come strumento
di prevenzione
• Chiarezza sulla differenza HIV/AIDS
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Dubbi sulla figura dell’individuo sieropositivo
Stress derivato da pregiudizi
• Paura nell’affrontare le relazioni amorose e sociali
• Emarginazione, comportamenti prevenuti
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Idee irrealistiche della stima dei contagi
nazionali
CONCLUSIONI:
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Prima fase:
Identificazione pericolo
• Consapevolezza del rischio
• Informazione massiccia
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Conseguenze:
Allarmismo
• Paura
• Rifiuto del pericolo
• Forte impressione delle informazioni ricevute
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Seconda fase:
Contenimento contagio
• Studio effetti di HIV/AIDS nel medio e lungo periodo
• L’allarme si trasforma in educazione
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Conseguenze:
Ampliamento del target di riferimento
• Creazione rete di solidarietà
• Familiarizzazione con la figura del sieropositivo
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COSA È CAMBIATO?
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Ingresso delle associazioni nel percorso
informativo ed educativo
Maggiore coinvolgimento emotivo, maggiore
incisività
Messaggi realistici, ironici, positivi
Niente stigma, colpevolizzazione
Grande partecipazione dei soggetti sieropositivi a
queste iniziative
Agente di critica e miglioramento delle campagne
statali
NUOVA FASE SOCIALE E
COMUNICATIVA
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Umanizzazione della malattia
Proseguire il progetto di informazione ed
educazione per creare una società informata e
consapevole
Far conoscere e integrare l’individuo
sieropositivo
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Non un condannato a morte, ma un elemento
attivo della società
Fondamentale il coinvolgimenti attivo della
società intera
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MARTAELISA VARNIER