Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra Collezione didattica Rocce Intrusive, Vulcaniche e Metamorfiche Parte 1: Rocce Intrusive a cura di: T. Trua Collezione Rocce Intrusive, Vulcaniche e Metamorfiche Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra – Università di Parma PREMESSA La collezione didattica di rocce magmatiche (intrusive ed effusive, o vulcaniche) e metamorfiche del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra comprende campioni acquistati originariamente dall’Istituto di Petrografia e campioni raccolti negli anni da vari ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra. Negli anni ’80, la collezione didattica è stata curata dal Prof. L. Vernia (docente presso il Dipartimento ed attualmente in pensione) il quale descrisse e classificò i campioni allora esistenti, elaborando una dispensa dal titolo “Corso di Geologia: descrizione rocce”. La collezione didattica attuale è curata dai docenti T. Trua, A. Montanini ed E. Salvioli Mariani, e si avvale della collaborazione tecnica dei tecnici Sig. A. Comelli e A. Barchi (per il taglio rocce e la preparazione delle sezioni sottili). I docenti curatori hanno elaborato un catalogo diviso in tre parti (files in formato “.pdf” scaricabili dal sito web del Corso di Laurea in Scienze Geologiche (http://scienzegeologiche.unipr.it), alla voce “Didattica”): Parte 1: Rocce Intrusive, a cura di T. Trua; Parte 2: Rocce Vulcaniche, a cura di T. Trua; Parte 3: Rocce Metamorfiche, a cura di A. Montanini ed E. Salvioli Mariani. Per ogni campione è riportata una scheda contenente le seguenti informazioni: - Località di provenienza e note informative; - Descrizione macroscopica; - Descrizione microscopica (per i campioni di cui è disponibile la sezione sottile o riferimenti bibliografici utili a tale scopo); - Foto campioni; - App-… (riporta la mappa geologica schematica con localizzazione del campione). La classificazione dei campioni è basata su criteri internazionali dell’IUGS (International Union of Geological Sciences), sottocommissioni sulla sistematica delle rocce ignee (Le Maitre, 1989) e metamorfiche (Fettes et al., 2007), e richiede l’utilizzo di appositi diagrammi riportati nella sezione “Diagrammi classificativi”. Per le rocce magmatiche intrusive e le rocce metamorfiche, i criteri classificativi si basano su dati petrografici, ottenuti dallo studio in sezione sottile della roccia; per le rocce magmatiche effusive, i criteri classificativi richiedono l’analisi chimica degli elementi maggiori della roccia. I riferimenti bibliografici citati nelle schede dei campioni sono riportati nella sezione “Bibliografia”. Immagini in sezione sottile di rocce simili a quelle presentate in questo catalogo si possono reperire nei siti web: http://www.alexstrekeisen.it/index.php (curato da A. Da Mommio); http://www.atlantepetro.unito.it/page.asp (curato da Dipartimento Scienze della Terra-Università di Torino). La realizzazione del testo è stata un’operazione lunga e complessa. Per quanto concerne le rocce magmatiche, si è avvalsa della preziosa collaborazione del Prof. L. Vernia la cui “memoria storica” 2 è stata indispensabile per il riordino dei campioni. E’ prevedibile che il testo contenga errori, carenze e difetti la cui segnalazione da parte dei docenti e studenti è stata e sarà molto apprezzata. UTILIZZO DELLA COLLEZIONE I campioni della collezione sono collocati nell’Aula 38 del Dipartimento di Scienze della Terra. Da quasi tutti i campioni è stato ricavato un frammento per uso didattico (il lavoro di taglio dei campioni è stato svolto dai tecnici A. Comelli e L. Barchi). I frammenti “didattici” sono collocati in 3 armadietti (chiusi a chiave) dell’Aula 38 e sono a disposizione degli studenti interessati ad esercitarsi nel riconoscimento macroscopico i quali possono fare richiesta delle chiavi alla bibliotecaria (Sig.ra L. Gaboardi). Sempre nell’Aula 38, in altri 3 armadietti (chiusi a chiave), è stata collocata la porzione “madre” dei campioni. Trattandosi di rocce provenienti da varie parti d’Italia e di non facile reperimento in caso di smarrimento, la porzione “madre” dei campioni potrà essere prelevata solo dai docenti. Essendo più docenti interessati ad utilizzare i campioni per uso didattico, ciascun docente s’impegna a prelevare i campioni che intende utilizzare prima dell’inizio della lezione ed a riporli nella loro corretta collocazione al termine della stessa. Utilizzo dei campioni di rocce di questa collezione all’esterno del Dipartimento: tale utilizzo è consentito solo ai docenti. Il docente che avesse tale necessità, deve farne richiesta scritta ad uno dei responsabili (T. Trua, A. Montanini, A. Comelli), specificando la sigla dei campioni che intende prelevare e la data di restituzione prevista, che deve avvenire entro una settimana dalla data del prelievo. Parma, 15/10/2013 3 ROCCE INTRUSIVE (sigla “RI-…“) * campioni di cui NON E’ DISPONIBILE frammento per uso didattico CAMPIONE (VECCHIA CLASSIFICAZIONE e localizzazione NUMERAZIONE) RI-1 RI-2a RI-2b RI-2c RI-3a RI-3b* RI-4 RI-5a RI-5b RI-5c RI-6a* RI-6b RI-6c RI-7 RI-8 RI-9 RI-10a RI-10b* RI-11 RI-12 RI-13 RI-14 RI-15 RI-16 RI-17 RI-18 RI-19(a e b)* RI-20* RI-21* RI-22 RI-23 RI-24 P95E P7E P8E P25E P2E P423E P35E P87E P120 troctolite (T. Inzecca, Corsica) granito (Montorfano, Serie dei Laghi) granito (Baveno, Serie dei Laghi) quarzo-monzonite (Mergozzo, Serie dei Laghi) granito (Predazzo, Dolomiti) monzonite (M. Monzoni, Dolomiti) tonalite (Adamello) tonalite (M. Bassetta, Val Masino-Sondrio) granodiorite (Val Masino-Sondrio) granito (S. Fedelino, Como) tonalite (Cima d’Asta, Dolomiti) monzogranito (Cima d’Asta, Dolomiti) granodiorite (Bressanone, Dolomiti) quarzo-sienite (Balma, Biella) sienite a feldspato alcalino granodiorite (M. Capanne, Isola d’Elba) granito (Gallura, Sardegna) granito – filone basico (Ogliastra, Sardegna) granito-filone basico (Sardegna) granito (Tranas, Svezia) granito-filone basico P224E P421E P97E granito-pegmatite (M. Capanne, Isola d’Elba) gabbro (Mattarana, Liguria) gabbro (Mattarana, Liguria) P300E P223E P191E P193E P272E pegmatite (Olgiasca, Como) pegmatite (Olgiasca, Como) pegmatite (La Maddalena, Sardegna) peridotite (Locana, Torino) peridotite (M. Aiona, Genova) peridotite (Figline di Prato, Firenze) P18E (a e b) P426E P427E P425E P47E P302E P9E P242E P260E Bibliografia Diagrammi classificativi IUGS Pag. 5 7 9 10 11 13 14 16 18 19 20 22 23 24 26 27 29 31 32 33 34 35 36 37 39 40 41 41 43 44 46 48 pag. 49 pag. 51 4 CAMPIONE RI-1 (VECCHIA NUMERAZIONE) P95E CLASSIFICAZIONE troctolite Località di provenienza e note informative: Torrente Inzecca (Corsica orientale; AppRI 1). In questa località affiora una sequenza di rocce che rappresenta una porzione di crosta oceanica obdotta durante l’orogenesi alpina (Paleocene-Miocene) (Zarki-Jakni et al., 2003). La sequenza è composta da: peridotiti serpentinizzate, gabbri (da questa porzione provengono i due campioni RI-1), basalti e diaspri. Origine del nome “gabbro”: il nome “gabbro” fu dato dal geologo Christian Leopold von Buch alla roccia che affiora nella località omonima (Gabbro) in Val Cecina, Toscana. Descrizione macroscopica: campioni di roccia olocristallina, faneritica (= roccia con cristalli visibili ad occhio nudo) che mostrano un’associazione mineralogica simile, ma con diversa granulometria. Si tratta di rocce cumulitiche, costituite da olivina (di colore verde scuro) e plagioclasio (di colore bianco latteo), le cui dimensioni possono arrivare anche al centimetro. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): rocce a struttura granulare, allotriomorfa (= roccia in cui prevalgono cristalli con abito anedrale) con cristalli di plagioclasio (circa il 55%) di composizione labradoritica, ed olivina (il restante 45%) spesso alterata in serpentino. I minerali accessori sono rappresentati da sporadici cristalli di magnetite. Foto campioni: 5 App-RI 1 – Corsica (Zarki-Jakni et al., 2003) – Triangolo rosso: sito campione RI1. 6 CAMPIONE RI-2a (VECCHIA NUMERAZIONE) P7E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza e note informative: Montorfano (Novara; App-RI 2). Il plutone granitico di Montorfano fa parte del batolite composito che si estende da Biella alla sponda occidentale del Lago Maggiore, noto in letteratura come “Graniti dei Laghi” (età: 283-275 Ma; Boriani et al.,1988; Schaltegger e Brack, 2007). Le altre porzioni del batolite sono: il “granito rosa di Baveno” (vedi campione RI-2b), il “granito verde di Mergozzo (vedi campione RI-2c) ed i plutoni di Biella-Valsessera, Alzo-Roccapietra e Quarna. Il batolite si è formato durante il ciclo magmatico, legato ad una dinamica distensiva, che ha interessato il basamento delle Alpi Orientali (costituito dai paragneiss e micascisti della “Serie dei Laghi”) nel Permiano, successivamente al picco regionale legato all’orogenesi ercinica (340-305 Ma). Origine del nome “granito”: il nome “granito” deriva dal latino granum (a grani), con riferimento alla struttura olocristallina di questo tipo di roccia. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, a grana media, costituita da: quarzo (ialino = trasparente, con colore sul grigio a causa della riflessione della luce sui bordi dei minerali circostanti); plagioclasio e K-feldspato, entrambi di colore bianco latteo, e quindi non distinguibili; biotite, presente in quantità molto ridotta rispetto alle altre fasi mineralogiche, riconoscibile dall’abito laminare o pseudoesagonale e dal colore nero lucido. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa (= roccia in cui prevalgono cristalli con abito subedrale) costituita da cristalli di quarzo (30%), plagioclasio a composizione oligoclasio-andesina (32%), K-feldspato ortoclasio (28%), pertitico ed alterato in minerali argillosi, e biotite (10%). Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori; clorite, muscovite ed epidoto sono presenti come minerali d’alterazione della biotite. Foto campione: 7 App-RI 2 – I “Graniti dei Laghi” (Gandolfi e Paganelli, 1974) - Quadrato rosso: sito campione RI-2a (“granito di Montorfano”); cerchio rosso: sito campione RI-2b (“granito di Baveno”); triangolo rosso: sito campione RI-2c (“granito di Mergozzo”). 8 CAMPIONE RI-2b (VECCHIA NUMERAZIONE) P8E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza: Baveno, Lago Maggiore (vedi App-RI 2). Il corpo intrusivo granitico che si rinviene a Baveno fa parte di un batolite composito, di età permiana, le cui parti affioranti sono note come “Graniti dei Laghi” (vedi campione RI-2a). Descrizione macroscopica: roccia leucocratica (= di colorazione chiara), olocristallina, faneritica, a grana medio-grossa che deve il suo colore rosa al colore del feldspato dovuto probabilmente all’alterazione delle modeste quantità di Fe che sostituisce l’Al nel reticolo cristallino. Si riconoscono: quarzo (ialino sul grigio), feldspato (di colore rosa), plagioclasio (bianco latteo) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da quarzo (40%), K-feldspato ortoclasio pertitico (30%), plagioclasio di composizione oligoclasio (25%) e biotite (5%), quasi totalmente alterata in clorite. Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 9 CAMPIONE RI-2c (VECCHIA NUMERAZIONE) P25E CLASSIFICAZIONE quarzo-monzonite Località di provenienza e note informative: Mergozzo, Novara (vedi App-RI 2). Il corpo intrusivo di Mergozzo appartiene ai “Graniti dei Laghi” (vedi campioni RI-2a e RI-2b) ed affiora nella porzione settentrionale del plutone di Montorfano, di cui rappresenta la porzione modificata da eventi idrotermali connessi all’insediamento del plutone nella crosta. Il processo idrotermale ha causato le trasformazioni in albite dell’originario plagioclasio e K-feldspato (albitizzazione) e in clorite dell’originaria biotite, conferendo alla roccia il colore verde da cui deriva il nome “granito verde” con il quale il corpo intrusivo di Mergozzo è noto in letteratura (Gandolfi e Paganelli, 1974). Descrizione macroscopica: roccia a struttura olocristallina, faneritica, a grana mediogrossa. Si riconoscono porzioni occupate da feldspati (di colore bianco latteo) e da minerali femici (di colore verde). Foto campione: 10 CAMPIONE RI-3a (VECCHIA NUMERAZIONE) P2E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza e note informative: intrusione di Predazzo, Val di Fiemme (Dolomiti). In quest’area (vedi App-RI 3) affiorano due corpi intrusivi di età di Triassico medio (217 e 230 Ma): l’intrusione di Predazzo e l’intrusione dei M. Monzoni. L’intrusione di Predazzo è di forma subcircolare ed è costituita da una porzione centrale, in prevalenza a composizione granitica (alla quale si riferisce il campione RI-3a), ed una porzione esterna, relativamente più giovane, la cui composizione varia da monzonitica a sienitica (Castellarin et al., 1982). L’intrusione di Predazzo è comagmatica con le vulcaniti emesse dall’apparato vulcanico centrale di M. Mulat, di cui rappresenta le radici profonde, venute a giorno in seguito a sprofondamenti calderici. I prodotti magmatici triassici (intrusivi ed effusivi) di quest’area mostrano un carattere orogenico ed un’affinità calcalcalina (Lucchini et al., 1982). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, composta da K-feldspato (rossastro), quarzo (ialino sul grigio), plagioclasio (bianco latteo) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa con cristalli di quarzo (40%), ortoclasio pertitico (45%), plagioclasio di composizione oligoclasio (10%) e biotite (5%). Ortoclasio e plagioclasio sono vistosamente alterati in minerali argillosi e/o in aggregati sericitici. La biotite è anch’essa alterata in aggregati di clorite, epidoto e muscovite. Foto campione: 11 App-RI 3 – Intrusione di Predazzo (in alto) e dei Monti Monzoni (in basso) (Castellarin et al., 1982) - Cerchio rosso: sito campione RI-3a. Triangolo rosso: sito campione RI-3b. 12 CAMPIONE RI-3b* (VECCHIA NUMERAZIONE) P423E CLASSIFICAZIONE monzonite Località di provenienza e note informative: intrusione dei M. Monzoni, Val di Fiemme (Dolomiti). L’intrusione dei M. Monzoni, coeva dell’intrusione di Predazzo (vedi campione RI-3a e App-RI 3) è costituita da porzioni di monzodioriti, monzogabbri, gabbri e localmente monzoniti (da cui deriva il campione RI-3b). Il bordo dell’intrusione è caratterizzato da vistose aureole metamorfiche, formatesi in seguito alla messa in posto in condizioni crostali (Lucchini et al,1982). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, nella quale si riconoscono plagioclasio e K-feldspato (entrambi di colore bianco latteo), pirosseni (di colore verde scuro) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Lucchini et al, 1982): struttura granulare, ipidiomorfa con cristalli di K-feldspato pecilitico (30%), plagioclasio zonato di composizione An75-50 (44%), quarzo (5%), clinopirosseno, spesso con bordo di anfibolo (6%), anfibolo (6%), biotite (6%) e opachi (3%). Ortoclasio e plagioclasio sono vistosamente alterati in minerali argillosi e/o in aggregati sericitici. La biotite è anch’essa alterata in aggregati di clorite, epidoto e muscovite. Foto campione: 13 CAMPIONE RI-4 (VECCHIA NUMERAZIONE) P35E CLASSIFICAZIONE tonalite Località di provenienza e note informative: massiccio dell’Adamello (vedi App-RI 4). Il massiccio dell’Adamello rappresenta la più estesa massa plutonica terziaria (età oligocenica: 42-29 Ma) affiorante delle Alpi, ricoprendo un’area di circa 700 km2 all’intersezione della Linea del Tonale con la Linea delle Giudicarie. Le masse magmatiche che costituiscono il plutone si sono messe in posto successivamente alla collisione tra le placche continentali Europea ed Africana e mostrano una composizione in prevalenza granitoide (tonaliti e granodioriti); solo nella porzione meridionale del plutone sono presenti porzioni a composizione mafica (Schaltegger et al., 2009). Origine del nome “tonalite”: il nome “tonalite” deriva dalle rocce dell’Adamello. Fu utilizzato per la prima volta dal geologo tedesco Gerhard Vom Rath (1830-1888) il quale notò che la paragenesi delle rocce dell’Adamello era differente da quelle riscontrate a quel tempo nelle rocce ignee. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, costituita da quarzo (ialino sul grigio), plagioclasio (bianco latteo), anfibolo (di colore scuro) e biotite (di colore scuro e lucentezza vitrea). Localmente si notano degli addensamenti o inclusi ricchi di minerali femici (note con il nome di “schlieren”) a composizione dioritica. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da plagioclasio, di composizione andesina-labradorite (40%), quarzo (35%), scarso ortoclasio (2%), anfibolo orneblenda (13%) e biotite alterata in clorite (10%). Si notano orli mirmechitici laddove il plagioclasio è a contatto con il K-feldspato ortoclasio. Foto campione: 14 initial Hf isotopic ratios of dated zircons provide a timeand inheritance-resolved evaluation of the isotopic composition and origin of the melts. For these purposes we analysed U, Pb and Hf isotopes of zircons from magmatic rock samples of the Athesian Volcanic Group (Bolzano/Bozen), the Lugano-Valganna area, gabbros to diorites, originating from partial melts in the underlying mantle; (2) granitoid rocks in the middle-to-upper crust and (3) shallow intrusive and volcanic rocks, such as flows and tuffs in extensional basins and caldera structures at the surface. The majority of these lithologies are expected to have a 10° 12°E Brixen SOUTHERN ALPS Etsch 100 km P 50 O LC Sondalo Malenco OM ITE S CARNIA SU-99-6 SIA NV Trento TIONE LUGANO / VALGANNA e SU-99-8 ar i PBFT3 PBFT5 SU-98-3 SU-98-4a C.ma d'Asta SU-99-7 46°N Giu dic M. Orfano Baveno VAL TROMPIA / VAL CAFFARO LAGHI GRANITES Biella M.Sabion AT H E lo el am OROBIC Basins Ad SA-1 IVR EA -VE RB AN OZ ON E Sesia gabbros ANI TREGIOVO M.Collon / Matterhorn DOL CG Bozen ROU 0 Pi av e L O M B A R D Y Brescia Milano i Tic Adig Venezia e no SOUTHERN ALPS (area south of Insubric Line) Adriatic Sea AUSTROALPINE UNITS (north of Insubric Line) Pre - Pe r m i a n b a s e m e n t a n d Low e r Pe r m i a n u n i t s Low-grade metamorphic 'basement' units with U.Carboniferous - L.Permian cover Mainly acidic volcanics Tertiary Adamello intrusives (Variscan) metamorphic (GreenschistAmphibolite-facies) upper crustal rocks Granitoids / Diorites, Gabbros Upper Permian - Tertiary units Sample localities Lower crustal rocks including magmatics U. Schaltegger et al. / Earth and Planetary ScienceSA-1 Letters 286 (2009) 208–218 Continental basin fills (Ivrea - Verbano Zone pp.) Group, 2005) and reducing tracer calibration uncertainties (Schoene 1 Schmitz Distribution of pre-Early basement and cover et al., Fig. 2006; and Schoene, 2007),Permian and thorough monitoring of rocks of the Southern Alps and location of samples taken for analytical conditions during mass spectrometric analysis (described in U–Pb age dating. The black frame approximately marks the Sláma et al., 2008). Part of this effort is a community-wide intercalibra- Val Malenco: Permian crust-mantle assembly Lower Permian granitoids / gabbros 209 tion effort for removing inter-laboratory biases (Condon and Members section displayed Fig. 5. AlsoSláma indicated Austroalofcrustal the Earthtime Working in Group, 2005; et al.,are 2008; see most pine areas with dated Early Permian magmatic rocks (north of recent status on www.earth-time.org). Furthermore, we are able to Insubric Line) quantify the initial subsolidus cooling of a crystallized magma body 123 App-RI 4 – (In alto) Schema geologico delle Alpi Meridionali (Schaltegger e Brack, 2007). (In basso) Adamello (Schaltegger et al., 2009) - Triangolo rosso: sito campione RI-4. 15 CAMPIONE RI-5a (VECCHIA NUMERAZIONE) P87E CLASSIFICAZIONE tonalite Località di provenienza: plutone della Val Masino-Val Bregaglia (provincia di Sondrio) (vedi App-RI 5). In questa località affiora la porzione centro occidentale del plutone terziario (30-25 Ma) di Val Masino-Val Bregaglia. Il plutone si è formato durante l’orogenesi alpina e risulta costituito da vari tipi di rocce granitoidi ad affinità calcalcalina: una tonalite (nota anche come “serizzo”) da cui proviene il campione RI-5a; una granodiorite, porfirica per fenocristalli di K-feldspato che occupa il nucleo del plutone (nota anche come “ghiandone”, vedi campione RI-5b); filoni di granito a due miche (noto anche come “granito di S. Fedelino”, vedi campione RI-5c), tardivi e limitati al margine occidentale del massiccio (zona di Novate Mezzola) (Montrasio e Trommsdorff, 1983; vedi anche Geositi della provincia di Sondrio: www.irealp.it/fetcher/media/pubblicazioni/libri/geositi_SO.pdf). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, caratterizzato da un elevato indice di colore (60-65%), dato da cristalli di anfibolo (di colore scuro), e da una struttura debolmente orientata dei plagioclasi (bianco latteo). Foto campione: 16 App-RI 5 – Plutone della Val Masino-Val Bregaglia (Crespi e Schiavinato, 1967) Triangolo rosso: sito del campione RI-5a; cerchio rosso: sito del campione RI-5c. 17 CAMPIONE RI-5b (VECCHIA NUMERAZIONE) CLASSIFICAZIONE granodiorite Località di provenienza e note informative: località ignota del settore nord del plutone terziario (30-25 Ma) affiorante in Val Masino-Val Bregaglia (Sondrio) (vedi App-RI 5). Il campione proviene dal litotipo “ghiandone” del plutone, caratterizzato da una tessitura porfirica per centimetrici cristalli di K-feldspato immersi in una massa granulare simile a quella del “serizzo” (vedi campione RI-5a). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, caratterizzata dalla presenza di centimetrici (3-10 cm) cristalli di feldspato (dalla letteratura sappiamo essere Kfeldspato ortoclasio) cui si associano cristalli di plagioclasio, biotite, orneblenda e (scarsi) di quarzo. In uno dei campioni si osserva un incluso di roccia più scura; si tratta di un frammento di “serizzo” e testimonia un processo di mescolamento avvenuto tra le due masse magmatiche durante la messa in posto del plutone. Foto campione: 18 CAMPIONE RI-5c (VECCHIA NUMERAZIONE) P18E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza e note informative: S. Fedelino (vedi App-RI 5). Il campione si riferisce al granito “a due miche” che si ritrova lungo il margine occidentale del massiccio terziario della Val Masino-Val Bregaglia (vedi campione RI-5a). La caratteristica di questo granito è data dalla coesistenza di due miche (biotite e muscovite), a testimoniare un contributo da parte di fusi crostali. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, con basso indice di colore (leucogranito) caratterizzata dalla presenza di due miche (biotite, di color argento, e muscovite, di colore nero lucido); altri fasi mineralogiche riconoscibili sono i feldspati (di colore bianco latteo) ed il quarzo (ialino sul grigio). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): roccia granulare, ipidiomorfa costituita da quarzo (40%), plagioclasio di composizione oligoclasio-andesina (20%), K-feldspato ortoclasio a volte pertitico (25%), biotite (5%) e muscovite (10%). Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 19 CAMPIONE RI-6a* (VECCHIA NUMERAZIONE) P426E CLASSIFICAZIONE tonalite Località di provenienza e note informative: Cima d’Asta, Val Calamento - Dolomiti (vedi App-RI 6). Il complesso intrusivo di Cima d’Asta è situato a Nord della linea della Valsugana, dove attraversa gli scisti cristallini subalpini. Il plutone fa parte dell’estesa associazione di rocce ignee (intrusive ed effusive) calcalcaline che ha interessato il basamento delle Alpi Meridionali nel Permiano (280-260 Ma) e della quale fanno parte le intrusioni di Bressanone-Chiusa (campione RI-6c). La porzione affiorante del plutone di Cima d’Asta mostra una varietà di litotipi (Bargossi et al., 1999): quarzo-monzoniti, tonaliti (a cui si riferisce il campione RI-6a) e monzograniti (a cui si riferisce il campione RI-6b). Inlcusi femici microgranulari di varie dimensioni sono localmente presenti. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica costituita da quarzo (ialino sul grigio), plagioclasio (bianco latteo), anfibolo (di colore scuro) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa con cristalli di quarzo (25%), plagioclasio di composizione andesina-labradorite (45%), K-feldspato ortoclasio pertitico (5%), anfibolo orneblenda (10%) e biotite (15%) alterata in clorite o epidoto. Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 20 App-RI 6 – Intrusioni di Cima d’Asta e di Bressanone – Dolomiti (Bargossi et al., 1998) - Triangolo rosso: sito dei campioni RI-6a e RI-6b; cerchio rosso: sito campione RI-6c. 21 CAMPIONE RI-6b (VECCHIA NUMERAZIONE) P427E CLASSIFICAZIONE monzogranito Località di provenienza: Ponte del Salton, Cima d’Asta, Dolomiti. Il campione si riferisce alla porzione monzogranitica del plutone (vedi campione RI-6a). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, inequigranulare, ipidiomorfa a grana medio-grossa. Si riconoscono: quarzo (ialino di colore grigio), plagioclasio e ortoclasio (entrambi di colore bianco latteo) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da K-feldspato ortoclasio (30%), spesso pecilitico, quarzo (40%), plagioclasio spesso zonato e di composizione oligoclasio (15%), e biotite (15%). Nelle porzioni di contatto tra plagioclasio e K-feldspato si notano concrescimenti mirmechitici. Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 22 CAMPIONE RI-6c (VECCHIA NUMERAZIONE) P425E CLASSIFICAZIONE granodiorite Località di provenienza e note informative: Rio di Pusteria (Bressanone) (vedi App-RI 6). Il complesso intrusivo di Bressanone è composto da due fasce distinte di rocce i cui magmi si sono intrusi circa 280 Ma fa: una fascia ha composizione granodioriticagranitica ed affiora lungo il margine settentrionale del Sudalpino; l’altra è dioriticogranitica ed affiora a sud-est della prima. L’intero corpo intrusivo è delimitato a nord dalla Linea della Punteria e dalla Linea delle Giudicarie, a sud dalla Linea delle Giudicarie (Bargossi et al., 1999). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, a grana media. I componenti fondamentali riconoscibili sono: quarzo (ialino di colore grigio), plagioclasio e Kfeldspato (entrambi di colore bianco latteo), e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da quarzo (40%), plagioclasio zonato e di composizione andesinica (35%), K-feldspato ortoclasio (10%), biotite (15%). Apatite, zircone e allanite sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 23 CAMPIONE RI-7 (VECCHIA NUMERAZIONE) P47E CLASSIFICAZIONE quarzo-sienite Località di provenienza: Balma, Valle del Cervo (Biella). Il plutone oligocenico (3742 Ma) affiorante, per circa 35 km2, nella zona Sesia-Lanzo (vedi App-RI 7) si trova intruso nelle rocce del basamento prealpino (eclogitici e metapeliti). Da un punto di vista composizionale, il plutone ha una struttura concentrica: nella porzione esterna (“Complesso monzogranitico”) prevalgono quarzo-monzoniti a grana media; la porzione più interna (“Complesso sienitico”), a grana fine, varia in composizione da monzonitica a quarzo-sienitica (a quest’ultima si riferisce il campione RI-7); infine, la porzione centrale (“Complesso granitico”) ha una composizione monzogranitica, caratterizzata da cristalli centimetrici di K-feldspato che conferiscono alla roccia una tessitura porfirica. Origine del nome “sienite”: il nome “sienite” deriva da Syene, l’antica Assuan, in Egitto, dove esistono cave di questo tipo di roccia sfruttate fin dall’antichità. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica a grana media con un’associazione mineralogica data da: feldspato (di colore rosa), plagioclasio (bianco latteo), anfibolo (di colore scuro) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da K-feldspato ortoclasio pertitico (50%), plagioclasio di composizione oligoclasio (20%), quarzo (<10%), anfibolo orneblenda (15%) e biotite (5%). Titanite, apatite e magnetite sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 24 App-RI 7 – Balma, Valle del Cervo (Bigioggero e Tunesi, 1988) - Triangolo rosso: sito campione RI-7. 25 CAMPIONE RI-8 (VECCHIA NUMERAZIONE) P302E CLASSIFICAZIONE sienite a feldspato alcalino Località di provenienza: ignota. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, inequigranulare a grana grossa. Si riconoscono cristalli di feldspato (ialino sul grigio) di dimensioni centrimetriche e minerali femici (di colore scuro). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): il campione risulta costituito da K-feldspato ortoclasio (80%), olivina (10%), clinopirosseno (5%) e biotite (5%). Apatite e magnetite sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 26 CAMPIONE RI-9 (VECCHIA NUMERAZIONE) P9E CLASSIFICAZIONE granodiorite Località di provenienza e note informative: M. Capanne, Isola d’Elba (vedi App-RI 9). Il campione proviene dall’intrusione affiorante in località M. Capanne (Rocchi et al., 2003). Il plutone di M. Capanne fa parte delle masse intrusive di età neogenica (5-7 Ma) affioranti nell’areale toscano (Elba, Giglio, Montecristo, Gavorrano, Campiglia M.), e connesse alla prima fase di apertura del Mar Tirreno. Il plutone ha una forma domiforme, una grana medio-grossa, in cui spiccano cristalli centimetrici di K-feldspato (Coli et al., 2001). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica a grana medio-grossa formata da plagioclasio e K-feldspato (entrambi di colore bianco latteo), quarzo (ialino sul grigio), e biotite (di colore nero lucido). Sono presenti anche centimetrici cristalli di K-feldspato, a volte isorientati, ed inclusi mafici microgranulari. Descrizione microscopica (Accordi, 1998); struttura granulare, ipidiomorfa costituita da plagioclasio, spesso zonato, di composizione oligoclasio-andesina (40%), quarzo (30%), K-feldspato ortoclasio a volte pertitico (20%) e biotite (10%). Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Gli inclusi mafici, la cui composizione varia da tonalite a monzogranito, consistono principalmente di plagioclasio e biotite (Rocchi et al., 2003). Foto campione: 27 App-RI 9 – Isola d’Elba (Rocchi et al., 2003) - Triangolo rosso: sito del campione RI-9. Cerchio rosso: sito del campione RI-15. 28 CAMPIONE RI-10a (VECCHIA NUMERAZIONE) P242E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza e note informative: Gallura (Sardegna settentrionale) (vedi App-RI 10). Le plutoniti affioranti nelle aree di Gallura (campione RI-10a) e di Ogliastra (costa di Arbatax, Sardegna orientale; campione RI-10b) fanno parte del segmento sardo del “batolite sardo-corso”, la cui messa in posto è avvenuta nell’ultimo stadio dell'orogenesi ercinica (tra 302 e 284 Ma; Devoniano-Permiano sup.). Le rocce ignee che lo costituiscono hanno affinità calcalcalina e composizione variabile da basico ad acida (gabbrodioriti, tonaliti-granodioriti, monzograniti e leucograniti; Poli et al., 1989). Il campione RI-10a si riferisce ad un campione di granito. Le plutoniti intrudono complessi metamorfici (facies da zeolitica ad anfibolitica) legati anch’essi all’orogenesi ercinica (età 344-290 Ma). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica, a grana medio-grossa con cristalli centimetrici di K-feldspato (rosa) associati a cristalli di dimensioni molto minori di plagioclasio (bianco latteo), quarzo (ialino) e biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa costituita da quarzo (40%), K-feldspato ortoclasio a volte pertitico (30%), plagioclasio zonato di composizione oligoclasio (25%) e biotite (5%). Apatite, magnetite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 29 App-RI 10 – Gallura e Ogliastra, Sardegna (Poli et al., 1989) - Triangolo rosso: sito del campione RI-10a; cerchio rosso: sito del campione RI-10b. 30 CAMPIONE RI-10b * (VECCHIA NUMERAZIONE) P260E CLASSIFICAZIONE granito-filone basico Località di provenienza: Ogliastra, Sardegna orientale. In quest’area affiorano masse magmatiche intrusive (con un caratteristico colore rosato) che fanno parte del segmento sardo del “batolite sardo-corso”, e legate all’orogenesi ercinica (vedi App-RI 10). Le rocce intrusive di Ogliastra sono attraversate da dicchi basici, legati all’attività magmatica effusiva del Carbinifero sup-Triassico (Carmignani et al., 1999). Descrizione macroscopica: il campione mostra il contatto netto tra una porzione olocristallina granitoide ed una afirica di colore scuro. La porzione olocristallina ha una struttura faneritica, a grana medio-grossa, con cristalli di feldspato (di colore rosa) e quarzo (ialino sul grigio) prevalenti sul plagioclasio (di colore bianco latteo); si riconoscono anche rari cristalli di biotite (di colore nero lucido). La porzione afirica si riferisce ad una massa magmatica basica che ha attraversato il plutone, successivamente al completo raffreddamento di quest’ultimo, come dimostra il bordo vetroso visibile al contatto tra i due tipi di roccia, formatosi in seguito al brusco raffreddamento subito dall’intrusione basica. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): la porzione olocristallina ha tessitura granulare ipidiomorfa e risulta costituita da quarzo (35%), K-feldspato ortoclasio pertitico (40%), plagioclasio di composizione oligoclasio (20%) e biotite (5%). Non essendo disponibile la sezione sottile della porzione afirica (roccia subvulcanica = roccia formata in condizioni crostali di bassa profondità), non è possibile fornirne la descrizione microscopica. Foto campione: 31 CAMPIONE RI-11 (VECCHIA NUMERAZIONE) CLASSIFICAZIONE granito - filone basico Località di provenienza e note informative: località ignota della Sardegna (vedi campione RI-13). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica a grana medio-grossa composta K-feldspato (di colore rosa) e quarzo (ialino sul grigio) prevalenti rispetto al plagioclasio (di colore bianco latteo) e biotite (di colore nero lucido). La porzione di roccia basica risulta afirica, di colore nero, e mostra un orlo vetroso a contatto con la roccia incassante. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): struttura granulare, ipidiomorfa, costituita da quarzo (35%), plagioclasio oligoclasio di composizione andesina (20%), K-feldspato ortoclasio (40%) e biotite (5%). Foto campione: 32 CAMPIONE RI-12 (VECCHIA NUMERAZIONE) P5E CLASSIFICAZIONE granito Località di provenienza: Tranas (Svezia). Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, ipidiomorfa costituita da cristalli centimetrici di K-feldspato e plagioclasio (entrambi rossastri e quindi non distinguibili sul campione a mano), quarzo ialino e scarsa biotite (di colore nero lucido). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): il campione risulta costituito da K-feldspato microclino, pecilitico con struttura pertitica (45%), quarzo (40%), plagioclasio di composizione oligoclasio (10%) e biotite (5%). Magnetite, zircone fluorite e muscovite sono presenti come minerali accessori. Foto campioni: 33 CAMPIONE RI-13 (VECCHIA NUMERAZIONE) P120E CLASSIFICAZIONE granito – filone basico Località di provenienza e note informative: ignota. Descrizione macroscopica: il campione rappresenta la porzione di contatto tra una roccia intrusiva, olocristallina, ed una roccia subvulcanica, nera ed afirica. La porzione di roccia olocristallina mostra una struttura granulare ed una grana media. I componenti riconoscibili in questa porzione sono: plagioclasio e K-feldspato (entrambi di colore bianco latteo), quarzo (ialino sul grigio), e biotite (di colore nero lucido). Il contatto con la porzione subvulcanica è netto, marcato da una pellicola arancione, con un bordo ben visibile su entrambi i litotipi rocciosi, dovuto ai processi petrologici connessi all’evento intrusivo. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): il campione risulta costituito da quarzo (30%), plagioclasio di composizione andesinica (35%), K-feldspato ortoclasio (10%), biotite (25%). Apatite e zircone sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 34 CAMPIONE RI-14 (VECCHIA NUMERAZIONE) CLASSIFICAZIONE Località di provenienza e note informative: Descrizione macroscopica: Descrizione microscopica Foto campione: App-RI 14 – 35 CAMPIONE RI-15 (VECCHIA NUMERAZIONE) P224 CLASSIFICAZIONE pegmatite in granodiorite Località di provenienza e note informative: S. Piero in Campo, M. Capanne, Isola d’Elba (vedi App-RI 9). Il campione proviene dall’intrusione affiorante in località M. Capanne e rappresenta una vena pegmatitica. Le pegmatiti sono rocce magmatiche a grana grossa, di colore chiaro-biancastro dovuto alla prevalenza di cristalli di Kfeldspato e quarzo, spesso associate ad apliti. Le pegmatiti e le apliti si formano durante l'ultimo stadio di raffreddamento di un magma acido, dando luogo ad intrusioni in cui sono presenti minerali ricchi nella componente volatile (muscovite) ed elementi quali litio, uranio e terre rare (es. tormalina, granato, apatite). In particolare, le pegmatiti presenti nel plutone del M. Capanne sono ricercate dai collezionisti di minerali in quanto contengono cristalli di tormalina e berillo (Coli et al., 2001; Lucci e Pucci, 2012). Descrizione macroscopica: la porzione di granito è olocristallina, faneritica a grana grossolana; si riconoscono cristalli di quarzo (ialino), plagioclasio (bianco latteo) e ortoclasio (rosato), cristalli di biotite, il cui colore nero lucido conferisce alla roccia un indice di colore medio. La porzione di pegmatite risulta costituita in prevalenza da cristalli di K-feldspato, mentre rari sono i cristalli di quarzo e di tormalina (piccoli cristalli aciculari). Descrizione microscopica (Accordi, 1998): l’osservazione in sezione sottile è stata effettuata solo sulla porzione di granito. Il campione mostra una tessitura granulare, ipidiomorfa, costituita da quarzo (30%), plagioclasio spesso zonato e di composizione oligoclasio-andesina (35%), K-feldspato ortoclasio a volte pertitico (20%) e biotite (15%). I minerali accessori sono rappresentati da sporadici individui di apatite e zircone. Foto campione: 36 CAMPIONE RI-16 (VECCHIA NUMERAZIONE) P421E CLASSIFICAZIONE gabbro Località di provenienza e note informative: Mattarana, Passo del Bracco, Liguria orientale (vedi App-RI 16). In quest’area affiorano le rocce dell’Unità del Bracco costituite da una porzione “inferiore” di ofioliti, deformate in ambiente oceanico e che comprendono peridotiti inglobanti masse di gabbri (da cui provengono i campioni RI-16 e RI-17) e rocce ultramafiche cumulitiche; su questa sequenza poggiano in discordanza basalti a pillow (geochimicamente simili ai MORB) a loro volta coperti da sedimenti oceanici (Cortesogno et al., 1987). Da un punto di vista tettonico, l’Unità del Bracco appartiene alle Unità Liguridi Interne (vedi didascalia App-RI 16). Il contatto gabbroperidotite incassante non mostra segni di un brusco raffreddamento del fuso magmatico basico, indicando che la temperatura della peridotite al momento dell’intrusione doveva essere simile a quella del magma basico. Il gabbro del Bracco ha spesso una grana grossa, con cristalli decimetrici di pirosseno (varietà diallagio) e plagioclasio. I gabbri con questo tipo di tessitura sono noti come “eufotidi”, termine oggi in disuso. Origine del nome “MORB”: il nome MORB è l’acronimo di “Mid Ocean Ridge Basalt”, termine utilizzato per indicare basalti geochimicamente simili a quelli emessi lungo le dorsali oceaniche. Descrizione macroscopica: il campione è olocristallino, faneritico a grana grossa; presenta un elevato indice di colore dato dall’abbondante clinopirosseno (di colorazione verde lucido); le porzioni di colore bianco latteo sono costituite da plagioclasio. Foto campione: 37 The ophiolite bodies of the Alpine-Apennine belt are lithospheric remnants of the Ligure-Piemontese (or western Tethys) basin. This basin, developed in the Middle to Upper Jurassic in conjunction with the opening of the Central Atlantic Ocean, separated the Europe-Iberia plate to the northwest from the AfricaAdria plate to the southeast. Figure 1. Sketch map of the eastern Liguria Apennine (slightly modified after Marroni and Tribuzio, 1996). 1 Plio-Quaternary deposits; 2 postorogenic Ranzano sequence (late Eocene-early Miocene); 3 Antola Helminthoid flysch unit (Campanian-Paleocene); 4 Internal Ligurian unit (Middle Jurassic-Paleocene); 5 sedimentary mélanges of the External Ligurian units; 6 Helminthoid flysch and associated sedimentary sequences of the External Ligurian units; 7 Tuscan and Canetolo units; 8 main ophiolitic bodies from Internal and External Ligurian units. Ophiolite sequences representing different palaeogeographic domains of the Ligure-Piemontese basin are exposed in eastern Liguria (northern Apennine, Fig. 1). In particular, the –ophiolites are found within the App-RI 16 Ligurian tectonic units, which represent the uppermost nappes of the northern stack andInterne are Figura 1 (in alto):Apennine Unità Liguridi subdivided into two main groups (e.g. Marroni et al. 1998). Ined theEsterne External Ligurian units, the ophiolites are (modificata da Marroni e associated with rocks of continental origin and are attributed to a marginal domain dell’Appennino (Fig. 2). The Tribuzio, 1996)ocean - Le ofioliti ophiolites from the Internal Ligurian units show no relationshipSettentrionale with continentalsono material and are resti della ascribed porzionetoligure a distal portion of the Ligure-Piemontese basin. della litosfera oceanica Tetidea e In the External Ligurian units, ophiolite bodies occur as sliderappresentano blocks (up to km-scale, Marroni et al. 1998), due domini paleogeografici together with slide blocks of continental origin, within Upper Cretaceous sedimentary mélanges. These distinti: un dominio intra-oceanico (Liguridi ophiolites are mostly represented by mantle and basalt flowInterne), sequences, with minor gabbros and Middle il cui analogo sono gli slow Jurassic-Upper Cretaceous pelagic sediments. The rocksspreading of the continental crust are essentially ridges ed un dominio peraluminous granitoids, gabbro-derived granulites and lower-crust pyroxenites (Marroni et al. di 1998; rappresentante una zona “fossile” Montanini and Tribuzio 2001) of late Palaeozoic age (Meli et al. 1996; Renna and Tribuzio 2009a). The di transizione oceano-crosta, con porzioni peraluminous granitoids are locally in primary contact relationships with the ophiolitic basalts and the e rari lherzolite associate a basalti tipo MORB pelagic sediments (Molli 1996). olistoliti di crosta continentale (Liguridi Esterne). Figura 1 (a destra): Mattarana, P.sso del Bracco (Cabella et al., 1997) - Triangolo rosso: sito dei campioni RI-16 e RI-17. 1 38 CAMPIONE RI-17 (VECCHIA NUMERAZIONE) P97E, 17 CLASSIFICAZIONE gabbro Località di provenienza e note informative: Mattarana, Passo del Bracco, Liguria orientale. Campione di gabbro “eufotide” della successione ofiolitica dell’Unità del Bracco (vedi campione RI-16). Origine del nome “ofiolite”: il nome deriva dal greco (ophìs: serpente e lithòs: roccia) ed indica rocce i cui colori risultano simili a quelli della pelle dei serpenti. Le ofioliti comprendono non solo le peridotiti serpentinitizzate, ma anche gabbri e basalti (detti anche diabasi). Descrizione macroscopica: i campioni sono olocristallini, faneritici a grana grossolana; presentano un elevato indice di colore dato dall’abbondante clinopirosseno (di colore verde lucido); le porzioni di colore bianco latteo sono costituite da plagioclasio. Foto campioni: CAMPIONE RI-18 (VECCHIA NUMERAZIONE) CLASSIFICAZIONE Località di provenienza e note informative: Descrizione macroscopica: Foto campione: 40 CAMPIONE RI-19 (a e b)* (VECCHIA NUMERAZIONE) CLASSIFICAZIONE pegmatiti Località di provenienza e note informative: Olgiasca, Lago di Como (App-RI-19). Nella penisola di Olgiasca, filoni pegmatitici, ricchi di minerali rari (apatite, fluorite, granato, tormalina, uraninite, zircone, etc), intrudono lo "gneiss di Morbegno" (che affiora a sud del plutone della Val Masino-Val Bregaglia, App-RI-5). Per una breve descrizione sulle pegmatiti si veda la scheda RI-15. Descrizione macroscopica: entrambi i campioni di pegmatite mostrano un contatto netto con la roccia incassante ("gneiss di Morbegno") ed una tessitura faneritica a grana grossa nella quale si riconoscono cristalli di K-feldspato e quarzo. Nel campione RI 19a sono visibili anche piccoli cristalli neri di tormalina e piccolissimi cristalli isodiametrici rossastri, che potrebbero essere di granato. Foto campioni: CAMPIONE RI-20* (VECCHIA NUMERAZIONE) P300E CLASSIFICAZIONE pegmatite Località di provenienza e note informative: Olgiasca, Lago di Como (App-RI-19). Descrizione macroscopica: il campione in oggetto è costituito esclusivamente da grossi individui di quarzo. Foto campione: 41 App-RI 19 – Olgiasca, Como (Spalla et al., 2002) - Triangolo rosso: sito campioni RI-19 e RI-20. 42 CAMPIONE RI-21* (VECCHIA NUMERAZIONE) P223E CLASSIFICAZIONE pegmatite Località di provenienza e note informative: località ignota. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, faneritica nella quale si riconoscono centimetrici cristalli di tormalina (di colore nero) e K-feldspato (di colore bianco latteo). Foto campione: 43 CAMPIONE RI-22 (VECCHIA NUMERAZIONE) P191E CLASSIFICAZIONE peridotite Località di provenienza e note informative: Pont Canavese, Val Locana, Torino (AppRI-22). In quest’area affiorano rocce ultrafemiche, classificate come peridotiti (vedi diagramma Ol-Opx-Cpx), appartenenti alle “peridotiti piemontesi” affioranti ad ovest di Lanzo. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina, a struttura faneritica, grana grossa e colore scuro che rende difficile la distinzione tra i tipi di minerali femici (olivina e pirosseni) che la costituiscono. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): il campione risulta costituito da olivina (65%), clinopirosseno (15%) e ortopirosseno (20%). Foto campione: 44 KACZMAREK & MU«NTENER GERMANY N SW AUSTRIA ITZE R LAN D Lyon Lanzo area ITALY Torino FRANCE Genova Ceres Ligurian sea Lanzo di La nzo northern body ra Stu di Viu Viu Mt Druina central body Richiaglio Mt Civrari Col del Mt Arpone Lis l Va de lla re r To southern body Mt Sapei Rubiana Almese 0 shows evidence of melt formation and melt extraction (Boudier & Nicolas, 1972; Boudier, 1978; Nicolas, 1986) such as plagioclase^pyroxene clusters, plagioclase lenses and dunites. More recent studies emphazize the role of ‘asthenospherization’ of a previous lithospheric mantle domain (Mu«ntener & Piccardo, 2003; Piccardo et al., 2004; Mu«ntener et al., 2005). The massif contains numerous igneous rocks ranging from troctolites and olivine gabbros to oxide gabbros and porphyritic basaltic dykes (Boudier & Nicolas, 1972; Boudier, 1978; Bodinier et al., 1986; Kaczmarek et al., 2008), cutting mantle structures and pyroxenite layering. The high-temperature deformation history of the Lanzo massif was originally attributed to the emplacement of mantle diapirs and thus the shear zone structures may have developed in response to diapiric uprise of the lherzolite body in a more or less symmetric extensional geometry (Nicolas, 1986). An alternative hypothesis was that they may have developed in an asymmetric system, as for example in the Ligurian peridotites (Vissers et al., 1995). The primary minerals of the peridotites and the gabbroic dykes were partially transformed into eclogite-facies parageneses during Alpine metamorphism (Kienast & Pognante, 1988; Pelletier & Mu«ntener, 2006), in particular at the borders of the massif (Fig. 1). In the northwestern part the peridotite core is surrounded by serpentinized peridotites and strongly foliated serpentinites (Bente & Lensch, 1981). In places, the top of the mantle rocks is covered by ophicarbonate breccias (Pelletier & Mu«ntener, 2006). Mt Musine 5 Km Caselette Gran Paradiso orthogneiss Piemontese ophiolitic metabasite Sesia Lanzo zone (gneiss minuti) Piemontese and Lanzo serpentinites Mesozoic Metasediments Lanzo peridotite Late cenozoic sedimentary cover Pyroxenite layering F I E L D R E L AT I O N S O F A H I G H -T E M P E R AT U R E MA NTLE SH EA R ZONE Mapping and distribution of peridotite microstructures Observations of deformation features in the field and subsequent study of thin sections allow five types of microFig. 1. Tectonic map of the Lanzo massif, modified after Boudier & structure (a complete description of the microtextures is Nicolas (1972), Boudier (1978) and Pognante (1989). The box corregiven below) to be distinguished. Deformation textures sponds to the detailed study area shown in Fig. 2. vary progressively from porphyroclastic to mylonitic. The deformation is often gradational and can change early Mesozoic, the opening of the LigurianT ethys. between outcrops.(Kaczmarek The five microstructural groups are: App-RI 22 during – Schema tettonico del Massicio di Lanzo e Muntener, The Lanzo peridotite has an overall fertile composition (1) porphyroclastic texture; (2) porphyroclastic fine2008) – Il campione RI-22 proviene dall’area delle serpentiniti Piemontesi affioranti with respect to primitive mantle abundances, with calcu- grained texture (PFG); (3) proto-mylonite; (4) mylonite; ad ovest di Lanzo. lated melt extraction of about 6% in the northern body (5) mylonite containing ultra-mylonite bands. Modal comand 6^12% in the southern body (Bodinier, 1988). The positions, microstructural groups and degree of alteration extracted melts have a transitional mid-ocean ridge basalt are summarized in Table 1. The porphyroclastic texture (T-MORB) composition in the north, and a T- to normal (1) is characterized by large, centimetre-scale, weakly (N-)MORB composition in the central and southern deformed olivine, orthopyroxene and clinopyroxene cryspart, respectively (Bodinier, 1988). The Lanzo massif tals embedded in a matrix (Fig. 3a). Spinel grains are Foliation 2189 45 Downloaded from petrology.oxfordjournals.org at Biblioteca Facolt? di Medicina on November 3, 2010 ra u St Uia di Calcante Firenze MELT MIGRATION AND DEFORMATION CAMPIONE RI-23 (VECCHIA NUMERAZIONE) P193 CLASSIFICAZIONE peridotite Località di provenienza e note informative: Monte Aiona, Val d’Aveto, Genova (vedi App-RI 29). All’interno dell’Unità del M. Aiona si trovano rocce ultrafemiche variamente serpentinizzate; i campioni meno alterati mostrano un’associazione mineralogica tipica di lherzoliti. Il campione RI-29 proviene dalla località della Pria Burgheisa (versante sud del Monte Aiona) che rappresenta uno dei pochi esempi di quest’area di peridotite lherzolitica scarsamente serpentinizzata. Descrizione macroscopica: roccia olocristallina che mostra una disposizione dei cristalli di pirosseno (in rilievo e di colore verde scuro) secondo bande parallele fra loro; tale disposizione è stata generata dal processo di riequilibrio metamorfico che la roccia ha subito. Nelle cavità si osservano più frequentemente cristalli di olivina che, essendo serpentinizzata, risulta più facilmente erodibile. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): roccia granoblastica costituita da olivina (70%), ortopirosseno (15%), clinopirosseno (15%). Cromite e plagioclasio sono presenti come minerali accessori. Foto campione: 46 App-RI 29 – M. Aiona, Liguria (Montanini et al., 2008). 47 CAMPIONE RI-24 (VECCHIA NUMERAZIONE) P272 CLASSIFICAZIONE peridotite (serpentinizzata) Località di provenienza e note informative: Figline di Prato, Firenze. Peridotite affiorante nell’area di Prato ( nota anche come “verde di Prato”), storicamente cavata nei dintorni del borgo medioevale di Figline, una frazione di Prato localizzata sulle prime pendici dell’Appennino. Descrizione macroscopica: il campione mostra i colori tipici di una serpentinite, con un colore prevalente verdastro a chiazze più scure. Queste ultime rappresentano probabilmente minerali relitti (ortopirosseni) della paragenesi primaria. Descrizione microscopica (Accordi, 1998): roccia completamente serpentinizzata con associazioni a serpentino, clorite e magnetite. La paragenesi originaria doveva essere quella di una peridotite, con olivina prevalente, ortopirosseno abbondante e clinopirosseno subordinato; sporadicamente poteva essere presente un plagioclasio calcico. Foto campione: 48 Bibliografia Accordi S., 1998. Le rocce intrusive della collezione didattica di petrografia dell’Università di Parma. Tesi di Laurea, Università di Parma, 191 pagg. Bargossi G.M., Rottura A., Vernia L., Visonà D. e Tranne C.A., 1998. Guida all’escursione sul distretto vulcanico atesino e sulle plutoniti di Bressanone-Chiusa e Cima d’Asta. Memorie della Società Geologica Italiana, vol. 53, 23-41 Bargossi G. M., Del Moro A., Ferrari M., Gasparotto G., 1999. Caratterizzazione petrograficogeochimico e significato dell’associazione monzogranito-inclusi femici microgranulari della Vetta di Cima d’Asta (Alpi Meridionali). Mineralogia e Petrographica Acta, vol. XLII, 155-179 Bigioggero B. e Tunesi A., 1988. The “Valle del Cervo” plutonic body. Notes to the field trip on 1st October 1987. Rend. Soc. It. Min. Petrol., vol. 43-2, 355-366 Boriani A., Burlini L., Caironi V., Giobbi Origoni E., Sassi A. e Sesana E., 1988. 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L., (1974) Roccia plutonica: Diagrammi classificatico-modale per le rocce gabbroidi. Si definisce plutonica (o intrusiva) una roccia ignea formatasi a profondità considerevole all’interno della Terra per solidificazione di un magma, ed è caratterizzata da una grana da medio a grossa e da una tessitura granitoide. Seguendo la classificazione IUGS (International Union of Geological Sciences Subcommission) queste si classificano modalmente in base alle proporzioni di cinque gruppi di minerali: Q = quarzo e polimorfi della silice, A = feldspati alcalini; P = plagioclasio (di composizione maggiore di An5) e scapolite; F = feldspatoidi (foidi); M = tutti gli altri minerali (mafici). Se la percentuale dei minerali mafici è minore di 90, la roccia è classificata utilizzando il doppio triangolo QAPF. Rocce con M maggiore di 90, si definiscono Ultramafiti e si classificano con diagrammi triangolari specifici. 51 Diagrammi classificatico-modale per le rocce ultrafemiche (M>90) 52 Rocce ultrafemiche (M ≥ 90) Ol Duniti dunite harzburgite wehrlite Peridotiti lherzolite olivin ortopirossenite olivin clinopirossenite olivin websterite ortopirossenite Pirosseniti clinopirossenite websterite Opx Cpx Ol Duniti dunite peridotite pirossenica peridotite a horneblenda Peridotiti peridotite a pirosseno ed horneblenda pirossenite olivinica pirossenite a olivina e horneblenda horneblendite a olivina e pirosseno horneblendite olivinica horneblendite pirossenite pirossenite a horneblenda Px Pirosseniti e Horneblediti horneblendite a pirisseno Hbl Ultramafiti: http://www.dst.unipi.it/dst/rocchi/SI/M_90.html Pagina 1 di 2 53