la Repubblica LUNEDÌ 7 MAGGIO 2012 ■ 66 la Repubblica R2AUTOMOTORI @ LUNEDÌ 7 MAGGIO 2012 Dietro le quinte della nuova “L” che verrà presentata il 4 luglio Ecco la storia del progetto, i riferimenti ai modelli del passato dalla Topolino, antesignana delle citycar alla storica e innovativa 600 Multipla del 1956. Così Roberto Giolito e la sua squadra hanno messo a punto lo stile di questo modello Design Maggiolino1 938 e 2012 12 Mini 1959 e 20 retrò La vera garanzia nel nome “500” VALERIO BERRUTI uestione di forma ma anche di nome. Nel caso della 500L la Fiat mette sul piatto tutte e due le cose. Il design retrò è una garanzia di successo così come il marchio 500, passepartout per il mondo che la Fiat non ha nessuna intenzione di mollare. D’altronde la partita che il Lingotto si gioca con questo nuovo modello ha tutta l'aria di essere una di quelle senza appello. O dentro o fuori. Troppo tempo senza mettere sul mercato un prodotto nuovo e vincente. Troppo indietro nelle classifiche europee e dagli obiettivi che lo stesso Marchionne si era dato proprio per il vecchio continente. Ma torniamo alla 500 L, anzi alla “Cinquecentona”. L'auto è grande, ben piazzata, elegante e con quell'aria decisamente glamour tipica della sorellina. È colorata, è allegra. Tutto Q Grande, ben piazzata ma elegante e con un’aria glamour sommato è un’idea convincente di trasporto che in seguito genererà una vera e propria famiglia di modelli con la versione allungata a sette posti che sarà anche la più piccola monovolume con queste caratteristiche in circolazione e ancora quella sportiva e a trazione integrale. Programmi e intenzioni che fanno subito capire come in realtà l’auto che il Lingotto andrà a costruire in Serbia non ha molto della 500 se non l'impalpabile immagine che genera il colpo d'occhio. Ma che importa. Il muso la ricorda quanto basta, per il resto è tutto diverso ma identico nello spirito. Ed è proprio questo il suo grande segreto. Roberto Giolito, capo del design Fiat è l’uomo che l’ha disegnata e pensata. La sua idea? «Abbiamo puntato ad una vettura più assom i gliante a l l a 500 e alla 600 Multipla che non al trend delle auto con parabrezza molto inclinato particolarmente diffuse oggi sul mercato». Che non significa conservare: «Esiste un filo conduttore nella storia Fiat - dice sempre Giolito - un filo che lega tra loro momenti ed esperienze diverse, un percorso nel quale hanno dato il loro apporto personalità animate da una profonda sensibilità e capacità di interpretare l'evoluzione dell'automobile». Si tratta di quella “propensione all’invenzione” molto ben radicata nell’identità Fiat che ha sempre permesso al gruppo torinese di realizzare progetti innovativi. Un percorso che comincia con la Topolino (1936), antesignana delle citycar e poi con la sua versione “giardiniera” che prosegue con la 600 multipla (1956), prima monovolume passeggeri della storia europea, quindi la 500 (1957), la 127 (1971), la prima hatchback e ancora la Uno (1983), monovolume piccola con oltre 8 milioni di esemplari prodotti. Così nella “Cinquecentona” dell’estate che verrà c’è qualcosa di ognuno di questi modelli, il recupero di alcuni elementi di design elaborati all’insegna della versatilità. Tutti segni estremamente riconoscibili, familiari. Una specie di sintesi di tutti i progetti vincenti che ormai nessuno ha più voglia di dimenticare. E d’altronde un motivo ci sarà se la Mini di oggi tanto simile a quella del ’59, piace e seduce così tanto e lo stesso accade con il nuovo Maggiolino, stilisticamente identico all’originale del ’38. Il design che lascia il segno è davvero indelebile. 4 LE ORIGINI 1 © RIPRODUZIONE RISERVATA La versione familiare della 500 può vantare una “genesi” estetica di tutto rispetto. Come si vede dalle bozze qui accanto, in Fiat sono partiti addirittura dalla Topolino del ’36 (3), passando dalla Nuova 500 (1) per arrivare alla 600 Multipla (2). Il concetto di base è quello di regalare ad ogni componente della famiglia un’auto su misura (4). Col design si esprime la continuità ideologica col passato, ma anche la tensione verso il futuro 3 2 Fiat, una partita decisiva sul piano della strategia SALVATORE TROPEA TORINO forse la carta strategicamente più importante di un anno che, nonostante l’apporto non trascurabile delle province americane, la Fiat non archivierà nel suo albo d’oro. Il fatto che potrà giocarla non prima dell’autunno, pertanto sfruttando commercialmente solo un trimestre del 2012, può essere limitativo, ma la 500L è stata pensata come una vettura il cui orizzonte non è stagionale. Nelle intenzioni di Sergio Marchionne e del suo team è il modello della svolta, quello che risponde alla crisi tenendo conto degli effetti che la stessa avrà sulle disponibilità finanziarie È dei consumatori e sulle loro abitudini. Come dire che quando la crisi sarà passata niente sarà più come prima e a questa metamorfosi occorre essere preparati. Anche e non solo per avere scelto di produrla in Serbia e non a Mirafiori come inizialmente era stato deciso, Marchionne sa di non potersi concedere il lusso di andare a vuoto. Non può permetterselo soprattutto perché deve recuperare e si sa che questa è un’impresa che per chiunque comporta rischi. Perciò ha studiato nei minimi dettagli l’operazione 500L provando a coniugare fattori come memoria, identità e nuove esigenze e per questo andando a pescare nella storia della Fiat i successi epo- Sarà prodotta a Kragujevac in Serbia in 100 mila esemplari all’anno cali col chiaro proposito di ripeterli a distanza di anni in una chiave fortemente innovativa fino a inventare un nuovo segmento. Ovvero, l’utilitaria che non è più la seconda macchina ma può diventare la sola macchina essendo dotata di caratteristiche che possono rispondere ai bisogni della famiglia italiana ed europea in tempi di crisi senza rinunciare all’innovazione tecnologica e allo stile. Roberto Giolito, capo del de- sign Fiat, dice che hanno studiato «come fare di un’utilitaria una grande macchina, stando nel percorso storico della 500». Quando si ha a che fare con la storia l’effetto suggestione ha la sua importanza e questo spiega perché hanno voluto chiamare 500 una vettura che, tra il segmento B e C, quelli della Punto e della Bravo per intenderci, è un piccolo monovolume classico, E hanno rispolverato il concetto di cab forward che aveva stupito l’Europa al tempo della 600 Multipla. Su questa strada contano anche le date e le ricorrenze. Per cui se il 4 luglio 1957 aveva esordito la prima 500 si è fatto in modo che alla stessa data di mezzo secolo dopo spuntasse dal cilindro la nuova 500 e poi di 4 luglio in 4 luglio (per i so- ci americani è l’Indipendence Day) sono poi arrivate la versione Abarth, la Cabrio, la Twinair. E il prossimo 4 luglio la 500L. Tradizione dunque rispettata, anche se a voler essere sinceri, della 500 questo nuovo modello ha solo il nome. Ma nei calcoli di Marchionne c’è anche la ragionevole speranza/previsione che un successo possa tirare l’altro. E allora vada per la 500L che sarà prodotta a Kragujevac (Serbia) in 100 mila esemplari l’anno a regime, destinati inizialmente ai mercati europei e a un prezzo che si aggira sui 15 mila euro. Ad aprile del 2013 sarà anche sui mercati americani dove, a differenza del passato, la Fiat dovrebbe essere già di casa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Affari & Finanza Bolidi Mercedes, firmati Amg LA DIVISIONE sportiva della Mercedes produce solo l’1% del totale dei veicoli del gruppo Daimler, ma sono quelli più costosi ed esclusivi. L’ultima nata, la SL 63 Amg, ha un listino che parte da 160 mila euro ma arriva fino a 200 mila. Ecco i numeri e i mercati di un business che non conosce crisi. Con i mercati emergenti nel mirino, Cina su tutti. ■ 67 Le novità FASCINO OLD STYLE Nella storia dell’auto, non sono molti i modelli rimasti fedeli a se stessi, pur se riproposti in epoche successive. Tra questi c’è senza dubbio la Mini: le forme volute da Alec Issigonis nel 1959 sono state mantenute dai designer della Bmw. Anche l’ultima generazione del Maggiolino ha ripreso in pieno le proporzioni originali dopo la parentesi della New Beetle PER SAPERNE DI PIÙ www.fiat.it www.acea.be A3, la mania per i dettagli i segreti della sfida Audi DANIELE P.M. PELLEGRINI io è nei dettagli», affermava il celebre architetto e designer Mies van der Rohe, e la stessa idea della perfezione sembra aver ispirato i tecnici Audi nella loro continua corsa ai vertici del prestigio automobilistico. Un punto di vista molto tedesco, che non coincide magari con la modestia ma sicuramente identifica quell’ossessione per la qualità che è il credo del gruppo Volkswagen e a Ingolstadt arriva a livelli maniacali. La presentazione della nuova A3 è un’occasione ghiotta per fare sfoggio del dietro le quinte dell’innovazione secondo Audi e di tutto quello che normalmente non si vede ma che risponde a una precisa filosofia costruttiva. La nuova compatta ha infatti il privilegio di far esordire la piattaforma MQB, ossia l’inedito pianale modulare dal quale nasceranno tutti i futuri modelli a motore anteriore trasversale dei vari marchi del gruppo. Nella sua sostanziale coerenza stilistica rispetto alle due generazioni che l’hanno preceduta, la nuova A3 è un po’ la testimonianza dell’importanza dei dettagli. Quelli grandi, come la nuova struttura di base, o piccoli, come i 600 grammi risparmiati sviluppando un nuovo materiale per il rivestimento del pavimento. Una delle tante economie che hanno fatto guadagnare 80 «D I nuovi motori Da segnalare i nuovi motori a benzina TFSI 1400 (122 Cv, 203 km/h) e 1800 (180 Cv, 232 km/h) e il diesel 2000 TDI (150 Cv, 216 km/h) kg in meno alla nuova vettura. Dettagli. Come l’impegno dei designer, alle prese con l’obiettivo di andare oltre il colpo d’occhio, realizzando accoppiamenti precisi al decimo di millimetro o di ottenere gli stessi giochi di luce nelle piegature delle superfici, siano esse in acciaio, alluminio o plastica. Werner Zimmermann, responsabile della qualità, tiene a spiegare che nella A3 nulla è stato ottenuto per tentativi o per approssimazione. Lo dimostrano i modelli utilizzati per la verifica delle dimensioni, del montaggio e della funzionalità di tutti gli elementi esterni e interni. Sono i cosiddetti “meister- bock” o quelle intere sezioni di auto realizzate con precisione assoluta lavorando enormi blocchi di alluminio, che «costano ciascuna come un appartamento». Nei laboratori di Ingolstadt la A3 era già finita un anno fa e da allora è partita la battaglia contro i decimi di millimetro e i grammi. La stessa cosa ha riguardato i motoristi che hanno sviluppato, a partire dalla A3, i nuovi motori a benzina TFSI 1400 (122 Cv, 203 km/h) e 1800 (180 Cv, 232 km/h) e il diesel 2000 TDI (150 Cv, 216 km/h) adattati alla nuova piattaforma: il 1400 è ora totalmente in alluminio, pesa 21 kg in meno e ha funzionamento modulare, a due o a quattro cilindri. A questi propulsori si affiancheranno entro l’anno un 1600 TDI (105 Cv) con emissioni di CO2 di soli 99 gr/km e successivamente il 1400 TCNG a metano (110 Cv) e la versioni sportiva S3. © RIPRODUZIONE RISERVATA CX-5, addio vecchio Suv Mazda rilancia il crossover PIERO CAMPANI kyActiv, Kodo, Karakuri, tre concetti tipici giapponesi che rappresentano la sintesi del nuovo corso Mazda che vede, nella CX-5, il punto di partenza per il rilancio mondiale. Con SkyActiv gli ingegneri giapponesi hanno voluto identificare il lavoro di ricerca di nuovi materiali per arrivare ad un notevole risparmio (fino al 30 per cento) di peso, di carburante e di emissioni. Kodo sta a significare “l’anima del movimento” che si traduce nella ricerca esasperata della migliore vita a bordo. Molto più lineare Karakuri che è il sistema per abbattere i sedili posteriori con una sola mossa creando un ampio piano di carico. «Con la CX-5 ripartiamo da zero dopo l’esperienza Ford – ha detto Wojciech Halarewicz, presidente di Mazda Italia- è un prodotto pensato, studiato e realizzato, partendo dal foglio bianco. Per noi rappresenta la svolta, la prima vettura ad inaugurare la filosofia costruttiva SkyActiv, sulla quale si baserà l'intera linea di prodotti futuri». La casa giapponese, infatti, si prepara a lanciare entro il 2014 ben 5 modelli, cominciando proprio dal nuovo crossover per continuare con la Mazda6 che arriverà a fine anno. In Mazda Italia sono convin- S Due diesel LA Mazda CX-5 viene proposta con un motore 2000 benzina da 165 Cv e un diesel 2200 disponibile con potenze di 150 o 175 Cv ti che, con l’arrivo della CX-5 che va ad inserirsi in un segmento dominato da un’altra giapponese, la Nissan Qashqai, dalla coreana ix35, dalla Volkswagen Tiguan, da Ford Kuga e da Toyota Rav, le cose cambieranno radicalmente. Le vendite dei suv-crossover, nonostante la crisi reggono abbastanza: «Il rapporto qualità prezzo della nostra CX-5 – conclude Halarewicz – è a nostro vantaggio. Per questo le aspettative, arrivando a prevedere in Italia circa 4.000 unità all’anno, sono altissime rivoluzionando gli attuali equilibri del segmen- to». Per aggredire il mercato italiano, il nuovo Suv Mazda viene proposto con un motore 2 litri benzina da 165 cavalli e un motore 2,2 litri diesel da 150 e 175 Cv con cambio a 6 rapporti o automatico e prezzi da 22.900 per il benzina e da 24.900 fino a 35.700 per le versioni diesel. La versione 4x4 parte da 29.950 euro. Due le trasmissioni: anteriore o integrale. Il modello che rappresenterà il top delle vendite in Italia è sicuramente quello equipaggiato con il motore diesel da 150 Cv che offre ottime sensazioni di guida grazie alle nuove sospensioni che permettono un comportamento sicuro su strada. Più grintosa, ovviamente, la versione da 175 Cv. Il cambio manuale ha un’escursione breve e rapporti ben spaziati. © RIPRODUZIONE RISERVATA