COMPORTAMENTO COLLETTIVO E MOVIMENTI SOCIALI I disordini di Watts a) Era insolito b) C’era un alto livello di eccitazione emotiva c) C’era la sensazione di qualche cosa di incombente d) La situazione era fluida e imprevedibile e) I disordini duravano solo poche ore al giorno (gli episodi di comportamento collettivo tendono ad essere di breve durata) f) I disordini non giunsero completamente imprevisti Il comportamento collettivo Comportamento collettivo come il comportamento relativamente spontaneo e non strutturato di un gruppo di persone che reagisce a un’influenza comune in una situazione ambigua Modalità di classificazione degli episodi di comportamento collettivo • Schema di John Lofland - distinzione tra folla e massa folla è un numero relativamente grande di persone che si trovano le une in presenza delle altre massa è un insieme di persone che si rivolgono a un comune oggetto di attenzione ma non sono in immediata vicinanza fisica l’una dell’altra Lofland individua nel comportamento collettivo tre emozioni fondamentali: - Paura - Ostilità - Gioia 6 categorie (per una classificazione) dall’incrocio fra folle e masse e le tre emozioni (paura, ostilità e gioia) • Paura della folla caso più frequente di paura in una folla è il panico • Ostilità della folla • Gioia della folla • Paura di massa epidemia isterica di massa • Ostilità di massa • Gioia di massa Le dinamiche della folla • Sono diversi i fattori che influenzano la probabilità che un individuo si unisca a una folla e ne condivide il comportamento • La gente si unisce alla folla anche senza ragione La comunicazione • Il tipo di comunicazione nella folla è la voce o diceria, un’affermazione che va creduta ma che non è verificata da alcuna fonte ufficiale - Le voci preparano la gente per l’azione - Le voci tendono a giustificare tutte leazioni della folla - Le voci si diffondono rapidamente nella folla, ma spesso possono provocare confusione Nel gruppo ci saranno leader, sostenitori, membri marginali, spettatori e altri che cercheranno di calmare o trattenere la folla. Il comportamento di una folla può assumere anche degli aspetti «convenzionali» Teorie sul comportamento collettivo La teoria del contagio (Le Bon) La folla sviluppa una «mentalità collettiva» in tre principali motivi del comportamento della folla: a) Il senso di anonimato dà all’individuo nella folla una sensazione di potere; b) Nella folla si trasmettono da una persona all’altra informazioni ed emozioni quasi per contagio, come se si trattasse di un virus; c) In una folla gli individui diventano suggestionabili, come se fossero stati ipnotizzati, e accettano obbedienti le parole d’ordine di leader fanatici Le Bon mette in evidenza inoltre il ruolo del capo il cui potere e il cui prestigio sembrano avere sulla folla effetti quasi magici Teorie sul comportamento collettivo Teoria della convergenza - Una situazione di folla non produce per sé un comportamento insolito ma piuttosto attrae determinati tipi di persone e finisce per produrre comportamenti a cui queste persone sono predisposte - La teoria della convergenza considera piuttosto il comportamento collettivo uno degli infiniti aspetti della vita quotidiana Teorie sul comportamento collettivo La teoria della norma emergente Turner ipotizza che il comportamento di poche persone venga ad essere accettato dall’intero gruppo perché i processi di comunicazione, come le voci che serpeggiano nella folla, si articolano nel gruppo e cominciano a modellare le definizioni comuni della situazione e le norme di comportamento. (Tutti vengono a sapere quale tipo di comportamento sia previsto, e ciò serve a rinforzare il comportamento stesso e scoraggiarne altri, nonché a giustificare le limitazioni imposte a quelli che non la pensano come il nucleo iniziale Teorie sul comportamento collettivo Le teorie dell’irrazionalità (Le Bon e Freud) esprimono l’idea diffusa che il comportamento di massa e della folla (nonché dei movimenti sociali) sia determinato soprattutto dalla «canaglia», esseri subnormali, devianti o psicopatici Teorie sul comportamento collettivo Comportamento collettivo come una forma di «protesta politica» Il comportamento della folla può essere una forma di azione politica: chi entra a far parte di una folla ostile, non è psicologicamente disturbato, ma è un individuo politicamente consapevole e deluso dal «sistema». L’azione collettiva è una risorsa estrema, da usarsi quando i canali istituzionali di espressione politica sono preclusi. La teoria del comportamento collettivo come protesta politica presenta un approccio sociologico, secondo il quale il comportamento collettivo trae la propria origine da condizioni sociali piuttosto che da fattori psicologici. Teorie sul comportamento collettivo La teoria del «valore aggiunto» di Smelser cerca di superare la teoria della protesta politica, ed elabora un sistema comprensivo di spiegazioni sulla nascita, gli sviluppi e gli orientamenti del comportamento collettivo. Smelser considera il comportamento collettivo come un tentativo di cambiare una situazione sociale, compiuto sulla base di quella che definisce una credenza generalizzata Teorie sul comportamento collettivo Le 6 fasi o determinanti del comportamento collettivo (Smelser): i) Propensione strutturale ii) Tensione strutturale iii) Insorgenza e diffusione di una credenza generalizzata iv) Fattori precipitanti v) Mobilitazione per l’azione vi) Controllo sociale L’esito finale dipende dal modo in cui ogni determinante si combina con le precedenti; e ogni determinante stabilisce i limiti in cui la successiva può operare