I Fucilieri di Ma rina
in Liba no
Il punto di vista della Forza da Sbarco,
protagonista della prima fase
dell’impegno italiano in Libano
di Francesco Spinosa
a portaerei Garibaldi, le navi
da sbarco San Marco, San
Giorgio, San Giusto e la corvetta Fenice con a bordo 1.860
uomini e donne; quattro aerei a
decollo verticale, tredici elicotteri e
vari mezzi da sbarco tipo AAV-7,
VCC-1 e VCC-2. Questo il contributo della Marina Militare alla Forza di interposizione in Libano decisa dal Governo italiano per difendere e consolidare la pace dopo
lunghi giorni di guerra.
A salutare i militari italiani della
Marina, dell'Esercito e dei Carabinieri, a bordo della portaerei Garibaldi in navigazione al largo delle
coste pugliesi, il Presidente del
Consiglio Romano Prodi, il Ministro
della Difesa Arturo Parisi, il Capo di
Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giampaolo Di Paola e il
Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Paolo La
Rosa.
L'operazione in ambito nazionale è
stata denominata “Leonte” dal vecchio nome del fiume “Litani”.
Il Governo italiano, con il Decreto
Legge del 28 agosto 2006, ha
disposto l'invio di una Early Entry
Force (EEF), denominata Joint
Landing Force Libano (JLF-L) qua-
L
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NOTIZIARIO DELLA MARINA
Gennaio/Febbraio 2007
“L’azione in Libano - ha detto l’Ammiraglio La
Rosa Capo di Stato Maggiore della Marina testimonia non solo la complessità e l’importanza della sicurezza dell’area mediterranea ma
anche l’importanza di uno strumento militare in
grado di proiettaere capacità marittime a sostegno degli impegni per la sicurezza e la pace”
le contributo nazionale alla missione di peacekeeping nel sud di predetto Stato, per l'attuazione della
risoluzione 1701 dell’11 agosto
2006 dell'ONU.
La JLF-L, che ha visto per la prima
volta impegnati in teatro operativo i
Reparti della “Capacità Nazionale
di Proiezione dal Mare” è stata
costituita da:
-tre Compagnie Assalto del Reggimento San Marco della Forza da
Sbarco, supportate dal relativo personale di staff, da un'aliquota della
Compagnia Operazioni Speciali e
dal Battaglione logistico Golametto
ECCO TUTTE
LE OPERAZIONI
JOINT LANDING
FORCE LIBANO
“Combat Service Support”;
-una Compagnia del Reggimento
Lagunari Serenissima dell'Esercito;
-un distaccamento di Polizia Militare di Carabinieri del Tuscania;
-una compagnia (meno) del 7°
Reggimento N.B.C. Cremona;
-una compagnia del 3° Rgt Genio
con plotone EOD/IEDD e plotone di
supporto allo schieramento.
Questa è stata la prima forza di
intervento rapido a sbarcare all'alba del giorno 2 settembre 2006 sulle coste meridionali del Libano nella zona di Tiro e nel porticciolo di
Naqura, a pochi chilometri dal confine Israeliano.
Lo sbarco della Early Entry Force
nazionale, iniziato alle ore 05:00 di
sabato mattina è terminato alle ore
20:00 locali di domenica 3 settembre.
Le operazioni di sbarco sono state
condotte seguendo tre fasi principali:
- ricognizione dei fondali (condotta
prima dello sbarco dai Sommozzatori Demolitori Ostacoli Antisbarco
“SDO”, del Comando Forza da
Sbarco) in corrispondenza della
spiaggia designata, al fine di consentire ai mezzi di superficie una
sicura presa di costa;
- elitrasporto di una Compagnia
Assalto presso l'area di sbarco (circa 120 fucilieri) e successive operazioni di ricognizione e sorveglianza dell'area di interesse, in concorso con le forze di sicurezza libanesi;
- movimenti nave-terra per il trasferimento di personale, veicoli ruotati
e cingolati, equipaggiamenti e
materiali.
In totale tra sabato e domenica
sono stati trasferiti a terra 793 militari e 156 mezzi, a questi se ne
sono aggiunti altri, arrivati in teatro
operativo con una nave civile RoRo, un volo dell’Aeronautica Militare ed un ulteriore viaggio di Nave
San Marco, per un totale di circa
1000 uomini.
Il giorno 4 settembre a Jabel
Marun, il comandante della JLF-L,
Contrammiraglio Claudio Confessore, attuale Comandante della
Forza da Sbarco della Marina Militare, ha assunto il Controllo Operativo (OPCON) delle forze assegna-
L’Ammiraglio De Giorgi
relaziona all’Istituto
Alti Studi per la Difesa
L’Ammiraglio di Divisione Giuseppe De
Giorgi, Comandante delle Forze d’Altura,
nella mattinata del 16 febbraio presso il
Centro Alti Studi per la Difesa di Palazzo
Salviati a Roma ha presentato le operazioni aeronavali della Missione
Leonte, con particolare considerazione dell’attività connessa alla Early
Entry Force e alla rimozione del blocco navale israeliano ai porti libanesi.
Le attività operative di maggior interesse della JLF-L
possono riassumersi in:
-attività di rivelazione NBC su
tutta l'area di responsabilità e
relativa mappatura NBCR, per
la tutela della salute dei militari italiani e supporto alla
popolazione civile (270 rilievi;
più di 800 km di viabilità controllata; analisi di campioni
d'aria, di terreno e d'acqua;
27 attività di decontaminazione e 36 di monitoraggio
NBC);
-bonifica degli ordigni inesplosi (120 attività EOD/EOR;
bonificati circa 500 ordigni
inesplosi (UXO) tra i quali
bombe di aereo, cluster
bombs, razzi, bombe da mortaio, granate e munizionamento di vari calibri);
-pattugliamento diurno e notturno: oltre 1.800 pattuglie
diurne e 700 notturne per il
controllo e monitoraggio delle principali vie di comunicazione;
-circa 450 “Static Points”
diurni e 250 notturni hanno
assicurato i principali nodi di
comunicazione;
oltre 270.000 sono stati i chilometri percorsi dai mezzi
della JLF-L;
-attività di Force Protection;
-assistenza alle Forze Armate
libanesi;
-quotidiana attività di supporto medico/sanitario alla popolazione con oltre 200 interventi;
(di particolare rilievo è risultato l'impiego degli assetti
medici della JLF-L a favore
della popolazione civile, poiché vi era una totale assenza
di strutture sanitarie libanesi
nella zona di responsabilità).
-distribuzione aiuti umanitari
a municipalità locali;
-attività CIMIC (Cooperazione
Civile-Militare).
Prezioso è stato altresì il supporto fornito dal Reggimento
Carlotto alla JLF-L, che dalla
Patria ha assicurato i rifornimenti logistici e l'invio di pezzi di rispetto necessari a ripristinare le efficienze dei mezzi
e degli equipaggiamenti del
contingente.
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I numeri
dell’attività svolta
L'attività operativa svolta è stata
ragguardevole e può riassumersi in cifre come segue.
sorveglianza/sicurezza:
nr. 1833 pattuglie diurne;
nr. 700 pattuglie notturne;
nr. 442 static points diurni;
nr. 244 static points notturni.
attività del genio:
260.000 m2 sottoposti a controllo EOD;
450 km di viabilità ricogniti;
18.000 m3 di terreno movimentato.
attività EOD (ordigni rinvenuti e
distrutti):
nr. 261 cluster bombs;
nr. 6 bombe d'aereo (2.000-1.000500 lb);
nr. 7 razzi (107-122 mm.);
nr. 4 bombe da mortaio;
nr. 4 granate da 155 mm.;
nr. 2 bombe a mano;
nr. 191 munizioni di piccolo calibro;
attività NBC:
800 km di viabilità ricogniti;
nr. 40 rivelazioni NBC;
nr. 24 attività di campionamento,
trattamento e analisi biologica e
chimica;
nr. 116 rivelazioni strumentali
(mappatura ambientale);
nr. 13 bonifiche sanitarie.
supporto umanitario:
nr. 150 prestazioni mediche a
civili libanesi presso l'infermeria
della JLF-L;
materiale scolastico donato alle
municipalità.
te. Egli è stato coadiuvato dal
Colonnello Emilio Motolese, Vice
Comandante della JLF-L.
La piena capacità operativa (Full
Operational Capability) è stata
acquisita attraverso cinque fasi:
-l'inserzione del Forward Command Element, che ha consentito il
coordinamento delle varie fasi dello
sbarco e la costituzione di una prima cellula di collegamento con il
Quartier Generale di UNIFIL.
-lo sbarco, iniziato il 2 settembre
con le operazioni di pre-landing dai
teams Recon/SDO e concluso il 3
settembre;
-il trasferimento dei convogli terre4
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stri;
-le operazioni di attendamento, che
hanno consentito di allestire in tempi rapidissimi il Campo Base costituito da 90 tende sufficienti per
alloggiare i 1000 uomini della JLFL;
-il training nell'area di operazioni
con altre unità Unifil, in accordo
con quanto previsto dalle procedure operative standard di UNIFIL e
la familiarizzazione con il territorio
(attività condotte fino all'11 settembre). Il 12 settembre 2006 il Ministro della Difesa, On. Prof. Arturo
Parisi, accompagnato dal Capo di
Stato Maggiore della Difesa, Ammi-
sforzi logistici:
270.000 km percorsi;
158.419 litri di carburante impiegato;
184.800 litri di carburante rifornito.
attività amministrativa:
nr 202 procedure d'acquisto in
economia.
I risultati conseguiti sono stati
perfettamente in linea con quanto previsto dalle direttive nazionali e di UNIFIL ed hanno altresì
confermato l'alta valenza strategica della JLF e dei Reparti che
la compongono.
raglio Giampaolo Di Paola, si è
recato nella base del contingente
italiano in Libano di Jebel Marun,
per far visita agli uomini della Joint
Landing Force, nello stesso giorno
è stato effettuato il “Trasferimento
dell'Autorità” (TOA) dal Comando
Nazionale al Comandante delle
Forze di Unifil e sono iniziate le attività operative nell'area di responsabilità assegnata (Sacca di Tiro).
Prezioso è stato altresì il supporto
fornito dal Reggimento Carlotto alla
JLF-L, che dalla Patria ha assicurato i rifornimenti logistici e l'invio di
pezzi di rispetto necessari a ripristinare le efficienze dei mezzi e degli
equipaggiamenti del contingente.
Nel contempo il Gruppo Navale Italiano ha operato su più fronti, da un
lato garantendo lo sbarco ed il supporto logistico-sanitario del contingente nazionale di circa 1000
uomini e 156 mezzi, dall'altro ha
assicurato il controllo e la sorveglianza delle acque libanesi, permettendo la rimozione del blocco
navale israeliano imposto al Libano.
Il 16 ottobre 2006, presso il Quar-
tier Generale delle Forze Armate
libanesi a Yarze, il Comandante in
Capo delle Forze Armate libanesi,
Gen. Michel Sleiman, ha conferito
all'Ammiraglio di Divisione Giuseppe De Giorgi un'alta onorificenza,
per il pieno successo conseguito
nell'operazione di supporto alla
Marina libanese per il controllo delle acque territoriali, in accordo con
la risoluzione ONU 1701.
Dal 1 novembre la JLF-L, oltre a
detenere il Controllo Operativo
(OPCON) del Battaglione di manovra italiano, ha assunto anche il
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Controllo Tattico (TACON) del settore Ovest dell'AOR, di:
- un battaglione francese (FRANCBATT - circa 900 militari);
- un battaglione ghanese (GHANBATT - circa 800 militari).
La JLF-L, è stata il “braccio operativo”, l'elemento chiave, grazie al
quale è stato possibile dare concreta attuazione della risoluzione
delle Nazioni Unite N°1701.
La professionalità e l'impegno con
cui hanno operato i Fucilieri della
JLF-L, nonché l'attitudine ad interagire con le popolazioni del luogo,
hanno consentito in brevissimo
tempo, di intessere ottimi rapporti
con le autorità politiche, religiose e
militari locali, fattore di rilevante
importanza ai fini del compimento
della missione assegnata. Tutti gli
incontri e le attività si sono svolte in
un clima di grande cordialità, ciò ha
contribuito ad accrescere i legami
di amicizia e reciproco rispetto.
La Forza di Proiezione dal Mare
italiana ha gettando le basi per l'immissione in teatro del grosso del
Contingente Tricolore, rappresentato in questo caso, dalla Brigata di
Cavalleria Pozzuolo del Friuli al
comando del Generale di Brigata
Paolo Gerometta. La cerimonia di
passaggio del Comando tra il Contrammiraglio Claudio Confessore
ed il Generale di Brg. Paolo Gerometta è avvenuta il 8 novembre
2006 nella base ONU di Tibnin.
Nel corso della cerimonia, il Contrammiraglio Confessore ha rivolto,
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NOTIZIARIO DELLA MARINA
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alle autorità libanesi militari, civili e
religiose, un sincero ringraziamento per l'eccezionale collaborazione
offerta al Contingente italiano nella
delicata fase dello schieramento
iniziale. E' terminata così, dopo
quasi tre mesi di intenso lavoro sotto la bandiera dell'ONU, il difficile
incarico assegnato alla Early Entry
Force che ha dato inizio all'operazione Leonte. Poche Nazioni sono
oggi in grado di portare a terra in
appena 48 ore più di mille uomini,
con relativi mezzi ed equipaggiamenti. Eppure, è proprio ciò che è
avvenuto il 2 settembre 2006, con
lo sbarco dei Fucilieri di Marina del
Reggimento San Marco e dei
Lagunari del Rgt. Serenissima dell'Esercito sulle spiagge del Libano
meridionale.
L'Italia ha svolto un ruolo di primo
piano nella delicata situazione
venutasi a creare in Libano meridionale e la rapidità di intervento
della Joint Amphibious Task Force
(JATF) ha rafforzato il prestigio della Nazione facendole guadagnare
ampi consensi in contesto internazionale e sentimenti di sincera riconoscenza da parte della popolazione libanese.
Da segnalare inoltre che, al fine di
contribuire al rilancio dell'economia
del luogo in cui la JLF-L ha operato, numerosi sono stati i beni ed i
servizi acquisiti dai fornitori locali.
Anche in questa occasione, le Forze Armate Italiane hanno dimostrato di saper dare in tempi ristrettissimi, pronta ed efficace attuazione
alle decisioni del Governo e del
Parlamento, fornendo un concreto
contributo alla risoluzione della crisi, traducendo la volontà politica in
azione concreta, a diretto sostegno
delle iniziative e del ruolo del Paese nell'ambito della Comunità internazionale, come lo stesso Capo di
Stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola ha più
volte sottolineato. n
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