CORSO DI RESTAURO ARCHITETTONICO A.A. 2010-2011 Interventi conservativi sui materiali lapidei Ing. Emanuele Zamperini Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Interventi conservativi sui materiali lapidei naturali e artificiali Scheda Nor.Ma.L 20/85: Def: «Si intende per intervento conservativo qualsiasi operazione tesa a rallentare il deterioramento dei materiali e delle strutture che costituiscono il manufatto» SCHEMA GENERALE DELLE FASI Indagini preliminari Manutenzione straordinaria (l’intervento di “restauro” o “conservazione”) Ispezioni periodiche (metodi non distruttivi e poco onerosi) Manutenzione ordinaria Ispezioni periodiche (metodi non distruttivi e poco onerosi) Manutenzione ordinaria Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Indagini preliminari 1 – Caratterizzazione dei materiali costruttivi (analisi materica) Nome scientifico/tecnico Descrizione macroscopica Provenienza Mappatura dei materiali sulla facciata Caratterizzazione prestazionale fisico-meccanica 2 – Studio delle alterazioni e degradazioni Individuazione e descrizione macroscopica (Nor.Ma.L. 1/88) Analisi tecniche dello stato di degrado (da eseguirsi sulla base di apposite schede Nor.Ma.L.) Sezione sottile Analisi diffrattometrica ai raggi X (caratterizzazione dei minerali) Analisi porosimetrica Determinazione dei sali solubili Analisi di eventuali patine/pellicole/croste superficiali (organiche o no) Individuazione e classificazione di eventuali biodeteriogeni Misura del contenuto d’acqua in vari punti del materiale (importante per patologie connesse all’umidità) Studio della vegetazione spontanea Caratterizzazione dell’ambiente (interno/esterno) Parametri fisici (temperatura, umidità relativa, radiazione solare, intensità e direzione del vento, precipitazioni) Aspetti chimici (condizioni di inquinamento dell’aria e relativa fonte) Sorgenti interne di luce o calore; ventilazione forzata e naturale; modalità di gestione dell’ambiente (numero e tempi di permanenza degli utenti) Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Interventi di conservazione Preconsolidamento (previsto in caso di materiale molto degradato e potenzilamente soggetto a perdite di parti in caso di intervento) Pulitura (rimuovere materiali estranei e dannosi al manufatto) Incollaggi e stuccature (fissare porzioni in tutto o in parte sconnesse e risarcire lesioni) Consolidamento (migliorare la coesione interna del materiale e la adesione del materiale al substrato) Protezione (rallentare i processi di deterioramento) Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Come già detto queste fasi di intervento diretto devono essere precedute dalla eliminazione o riduzione delle cause patogenetiche o dalla inibizione dei meccanismi patogenetici Tutti questi interventi devono prima essere eseguiti a campione e possibilmente monitorati nel corso di anni Ing. Emanuele Zamperini Preconsolidamento Il problema principale del preconsolidamento è che è necessario ridonare coerenza ai frammenti di materiale e allo stesso tempo di non intervenire sui materiali sovrapposti che dovranno essere rimossi Tipi di intervento: Consolidanti chimici (silicato di etile, idrossido di calcio, ecc.) a pennello a spruzzo con impacchi assorbenti mediante iniezioni Ponti di malta Stuccature, stese con spatole o con cazzuolini realizzate in presenza di scaglie, fratture o frammenti dei conci lapidei. Le malte impiegate devono essere magre (ridotto contenuto di legante) per poter essere facilmente rimosse nelle fasi successive Ristabilimento preventivo delle proprietà di compattezza di quelle porzioni di materiale che hanno perso in tutto o in parte la loro coesione interna Velinatura con garza di cotone o carta giapponese Fatte aderire con resina acrilica a manufatti con accentuate scagliature disgregazioni, polverizzazioni, o a pellicole pittoriche in fase di distacco Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Pulitura Tipi di intervento: Acqua deionizzata nebulizzata irrorata sul manufatto mediante ugelli atomizzatori a bassa pressione Impacchi costituiti da un componente liquido e da uno solido Il componente liquido (acqua deionizzata, solvente organico o biocida) ha funzione di solvente per i materiali che si vuole asportare o di biocida, il componente solido deve essere poroso e ha la funzione di trattenere i liquidi e di consentire l’evaporazione degli stessi al di fuori del materiale lapideo Pulitura laser Metodi meccanici Spazzole o scopinetti Bisturi, raschietti, microsmerigliatrici (tecnologie dentistiche) Microsabbiature Idrosabbiature o sabbiature Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Nel caso di microsabbiature e sabbiature l’inerte utilizzato deve avere una durezza superficiale minore o uguale al materiale lapideo trattato e pressione controllata Ing. Emanuele Zamperini Incollaggi e stuccature Incollaggi di parti in tutto o in parte distaccate Mediante adesivi strutturali (con caratteristiche fisico-meccaniche simili al materiale di base) Mediante perni (stabili chimicamente e con coefficienti di dilatazione termica simili al materiale collegato) Stuccature di fessure, fratture e eventuali discontinuità presenti dopo l’inserimento di perni Il lavoro di stuccatura deve essere esteso a tutte le discontinuità, anche molto piccole per evitare di fornire vie preferenziali di ingresso all’acqua, che favorirebbero la disgregazione del materiale Molto importante garantire almeno ad una vista ravvicinata la riconoscibilità delle stuccature Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Consolidamento Due grandi famiglie di materiali consolidanti Organici (polimeri) meno durevoli, ma meccanicamente più compatibili Inorganici più durevoli, ma più rigidi e meno compatibili Non devono generare sottoprodotti dannosi (vedi malte cementizie) Assorbimento uniforme e in profondità Caratteristiche meccaniche non troppo diverse dal materiale originario Limitata variazione della permeabilità al vapore del materiale Limitata alterazione cromatica del materiale Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 Impregnazione in profondità del materiale mediante un prodotto che migliori la coesione interna del materiale alterato e l’adesione dello stesso con il substrato o con le parti di materiale non alterato. Ing. Emanuele Zamperini Protezione I materiali protettivi hanno quasi sempre natura organica Non devono generare sottoprodotti dannosi Devono creare una superficie idrorepellente l’assorbimento dell’acqua da parte del materiale Non devono creare una barriera impermeabile al vapore Devono avere stabilità chimica (agli agenti inquinanti) e fisica (ai raggi UV e ai cicli termici) Devono creare una limitata alterazione cromatica del materiale Devono avere buona solubilità in solventi organici anche a distanza di anni per poter essere rimossi per consentire una nuova applicazione Corso di Restauro architettonico – A.A. 2010-2011 che impedisca Qui si parla di interventi DIRETTI di protezione, che operano direttamente sul manufatto, ma esistono interventi indiretti e preventivi che operano sull’ambiente Ing. Emanuele Zamperini