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LITURGIA EUCARISTICA
La preghiera eucaristica
La Preghiera eucaristica costituisce il culmine della messa ed è come racchiusa fra il
dialogo di introduzione: In alto i nostri cuori e il grande Amen con il quale l'Assemblea
risponde alla dossologia finale: Per Cristo, con Cristo, in Cristo, e suggella quanto è stato
detto dal celebrante. E' una sezione rituale piuttosto complessa e molto densa, e con la
riforma dell'ordo missae è stata arricchita di nuovi testi, che cercherò di commentare
almeno a grandi linee.
Il prefazio. Troppo spesso si sente dire che il prefazio è una specie di prefazione e quindi,
come in fondo la prefazione dei libri, un elemento secondario, di importanza relativa. Il
termine invece deriva dal latino prae-fateor, che significa “parlare davanti a.., al cospetto
di...”. Si tratta quindi di una solenne preghiera di ringraziamento (eucaristia) fatta
“davanti a Dio”.
Nella liturgia più antica il numero dei prefazi era ridotto, mentre nel nuovo messale
italiano sono stati introdotti moltissimi testi fra i quali è possibile quasi sempre scegliere,
almeno nel tempo ordinario, quello che meglio può aiutare la partecipazione
dell'assemblea alla preghiera.
Tutti i prefazi, anche quelli di composizione più recente, seguono però lo schema
tradizionale: la prima parte sviluppa il tema del “rendere grazie”. Infatti il rendere grazie
non è solo una cosa “buona e giusta”, ma è soprattutto “fonte di salvezza”, cioè
riconoscimento e accettazione del dono, che è essenzialmente Cristo Gesù. Nella seconda
parte viene specificato l'aspetto particolare della presenza di Cristo per cui si rende grazie,
con un richiamo al tempo liturgico o alla particolare festa che si celebra; i testi qui sono
molto vari, e spesso possono essere una guida a comprendere meglio e quindi a vivere la
preghiera della Chiesa. L'ultima parte, con il Sanctus immette il nostro “rendere grazie”,
che è particolare, perché pronunciato in un momento e in un luogo definiti, in una visione
cosmica: la nostra voce si fa voce di ogni creatura “nel cielo e sulla terra”.
Inizia subito dopo la preghiera più estesa della liturgia eucaristica, che viene indicata
brevemente, la parte per il tutto, con il termine di preghiera eucaristica. Fino alla riforma
dell'ordo missae (1970) la liturgia occidentale usava una unica preghiera eucaristica, il
“canone romano”, (che corrisponde alla attuale preghiera eucaristica I), formatosi nella
chiesa di Roma fra il IV e il VII secolo, e da Roma poi diffuso in tutta l'Europa cristiana
lungo il Medioevo. Il suo testo risente fortemente dell'ambiente romano in cui è stato
prodotto, e del lungo periodo di composizione, quasi tre secoli; il suo linguaggio assume
spesso una precisione di tipo giuridico, con un assommarsi di aggettivi simili, e con
formule che derivano dalla latinità classica; è difficile poi ritrovare una struttura unitaria
che leghi insieme, coerentemente le diverse preghiere da cui è formato. E' quindi una
preghiera difficile da seguire e da far propria: forse anche per questo finisce per essere
poco usata, anche se la sua antichità, e il fatto di essere una testimonianza del passato
arrivata intatta fino a noi, deve indurci a esplorarne almeno sommariamente i vari
passaggi che elencherò rapidamente citando le parole iniziali di ciascuna sezione nelle
prossime schede.
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