NUMERO CHIUSO. LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI HA RESPINTO IL RICORSO AVANZATO AVV
In molti casi i punteggi minimi per poter superare i test d’ingresso delle facoltà a numero chiuso
non sono gli stessi in tutta Italia, ad esempio un ragazzo che non riesce a superare il numero
chiuso a Milano con un determinato punteggio, avrebbe superato il numero chiuso in un’altra
Università del Sud. In tutto, sono più di 20 le ordinanze di sospensiva pronunciate tra fine
Dicembre e la prima settimana di Gennaio dai diversi Tar italiani che hanno ammesso “con
riserva” all’università decine di studenti esclusi dai test.
Le motivazioni che possono indurre all’introduzione del numero chiuso locale in un corso di
studio sono dettate da esigenze legate ai requisiti di sostenibilità dei corsi (presenza di un
numero adeguato di docenti, di aule e soprattutto di laboratori) necessari per assicurare una
didattica qualificata a livello universitario e imposti in modo tassativo dalla normativa
ministeriale. Come è noto, negli ultimi anni i sempre minori finanziamenti alle università hanno
causato una drastica diminuzione del numero di docenti e di fondi per le attrezzature. In molti
casi, quindi, si tratta di una scelta obbligata fra prevedere il numero chiuso per un corso di
studio o disattivarlo del tutto per mancanza di requisiti, il che porterebbe ad un evidente
svantaggio per gli atenei e per gli studenti.
Segnaliamo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo relativa al caso Tarantino e
altri contro Italia. La Corte ha respinto il ricorso avanzato avverso le norme vigenti circa
l’accesso a numero chiuso ai corsi universitari.
(Fonte: Corte europea dei diritti umani. Second section. Case of Tarantino and others v. Italy.
Applications nos. 25851/09, 29284/09 and 64090/09. Judgment Strasbourg. 2 april 2013. http:/
/tinyurl.com/dx52wzp
)
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