MERCATO Qual è il giusto prezzo? di Alberto Cocchi ispondere a questa domanda non è semplice poiché siamo di fronte alla presenza di un altro dei «buchi neri del settore» in aggiunta alle risicate informazioni ufficiali sui dati di vendita o alle scarse o nulle informazioni sui servizi post vendita (assistenza e ricambi) che ciascun costruttore dovrebbe dare con sempre maggiore frequenza ai propri clienti. Mad proverà a dare una risposta, partendo dai pochi segnali di luce che pian piano s’intravedono, parlando con gli addetti ai lavori (costruttori e concessionari) e con gli agricoltori; questi diventano sempre più attenti e curiosi verso i vari aspetti che portano alla scelta d’acquisto più conveniente e adatta alle proprie esigenze. È fuori dubbio che, negli ultimi mesi, tra le novità più eclatanti ci siano le campagne di vendita diretta: sono le offerte speciali, promosse sulle principali riviste del settore, di alcuni modelli di trattori che presentano con chiara evidenza il prezzo di vendita. La vera innovazione sta nel trasportare a livello nazionale ciò che da anni i vari costruttori facevano in maniera differenziata da regione a regione e da marchio a marchio. Ciò che veniva contenuto in ambito locale ora è messo a conoscenza di tutti i clienti finali. Queste campagne ci permettono finalmente di sapere quanto costano quei determinati modelli promossi senza «veli», senza doverlo apprendere dall’amico che è stato al mercato o alla fiera e che ha ricevuto su un foglietto un’«occasione da non perdere» proposta dal venditore come un favore personale. Il cliente informato, era sì a cono- MAD • 1 • Febbraio 2004 R 14 Listini complicati e poco trasparenti, sconti differenziati e valutazioni dell’usato misteriosi rendono spesso difficile per il cliente identificare il giusto valore di acquisto di un trattore, di una mietitrebbia o di una qualsiasi altra attrezzatura agricola scenza di più offerte dei vari concessionari, ma sempre con il dubbio che queste proposte fossero veramente occasioni o che l’acquisto fatto fosse realmente un affare. Chi ha scagliato la prima pietra Nel recente passato solo alcuni costruttori si sono contraddistinti con questo tipo di comunicazione. La prima è stata New Holland alla quale hanno fatto seguito Landini, Same e Lamborghini. Recentemente solo il gruppo di Treviglio sembra continuare con le promozioni trasparenti, mentre gli altri due marchi si sono momentaneamente «ritirati» tornando alle campagne sommerse, ovvero limitate al livello del singolo concessionario o a una determinata area. Per i non addetti ai lavori non è facilmente comprensibile il perché di tutto ciò e, quindi, cercheremo di spiegarlo. Queste iniziative promozionali sono organizzate direttamente dai costruttori, scavalcano le reti di vendita che non sempre vengono informate anticipatamente della loro promozione. Il costruttore non cerca neppure di concordare preventivamente con i propri concessionari il prezzo fissato per il cliente. Il risultato è che queste azioni promozionali arrivano alla rete come delle «imposizioni» e, come tali, risultano da questi mal digerite. Il motivo del disappunto dei concessionari non è però solamente collegato a una mancanza formale del costruttore, bensì per il margine ristretto che resta loro dalla vendita e perché, in aggiunta, questo margine viene spesso ulteriormente ridotto (quando non annullato) dal ritiro di una macchina usata, aspetto che le case costruttrici non tengono in considerazione. Queste campagne hanno quindi generato, e continuano a generare, discussioni tra gli attori anche se quasi tutti i modelli messi in promozione con queste iniziative sono stati dei best seller (New Holland 50-66, Landini Rex 80 e Same Explorer 80). Che cliente è l’agricoltore? Da questi dipende alla fine lo sconto praticabile al cliente. Ogni marchio ha una propria scaletta di sconti e quindi è impossibile individuare una regola comune. Il successo di questi modelli ha dimostrato che gli agricoltori sono acquirenti come tutti gli altri e che, quando ricevono un’informazione chiara che dimostri un’ottima convenienza, non si fanno certamente aspettare. D’altronde, le autovetture a chilometri zero non sono la stessa cosa? Se i costruttori di automobili hanno introdotto questa soluzione per aiutare lo sviluppo del mercato o per limitare la perdita di quote di mercato, perché non possono farlo anche i produttori di trattori? È certo, però, che con queste iniziative si «droga il mercato»; soprattutto in questi tempi di contrazione delle vendite queste campagne generano alti e bassi di mercato. Dopo che si era esaurito l’effetto della rottamazione, infatti, bisognava trovare delle iniziative che stimolassero un settore sempre un po’ sofferente. Iniziative che scoprono le carte Queste campagne hanno anche l’effetto di rendere un po’ più trasparenti, per il cliente, i prezzi di listino delle altre macchine nuove non in promozione. Come è noto a tutti, il prezzo di listino è un’altra di quelle cose oscure del settore. Un valore sul quale, durante la contrattazione per l’acquisto, il cliente chiede automaticamente lo sconto. Molte riviste specializzate pubblicano pagine sintetiche, quando non addirittura numeri speciali, interamente dedicati ai prezzi di listino dei vari modelli di trattori, mietitrebbie, ecc. Se però si confrontano le valutazioni pubblicate con i «prezzi speciali» delle offerte pubblicizzate dai costruttori emergono sorprese e/o conferme: lo sconto rispetto ai listini è di circa il 30%. È vero che a essere promozionati sono modelli di fine serie con allestimenti base non modificabili, ma pur sempre macchine moderne e comple- te di ciò che è sufficiente per una normale attività agricola. Quale può essere allora lo sconto «giusto» che deve aspettarsi il cliente per una macchina nuova che non sia in promozione speciale? Il 10% o il 20% o di più? Purtroppo non si possono dare indicazioni univoche perché ogni costruttore prepara i listini in modo differente e con sconti applicati ai propri concessionari spesso distanti anche qualche decina di punti percentuali. Se si parte però dalle campagne promozionali è possibile farsi un’idea dello sconto «normale» che ci si può attende per una macchina non in promozione. Bisogna però non cadere nell’abbaglio dello sconto quale unico parametro per la decisione d’acquisto, occorre, infatti, considerare attentamente il tipo di pagamento o la durata del finanziamento offerto. Le promozioni non portano solamente vantaggi, c’è anche il rovescio della medaglia. Il margine risicato che resta ai concessionari li costringe ad abbassare la valutazione dell’usato che ritirano, non più «protetto» dal maggior margine garantito dal prezzo di listino. Si evidenzia così un altro problema, quello della supervalutazione dell’usato permessa dalla marginalità nascosta dietro ai prezzi di listino. In effetti, frequentemente è più facile per un concessionario concludere una vendita supervalutando l’usato che aumentando lo sconto. Di questo aspetto moralizzatore del mercato i primi beneficiari dovrebbero essere gli stessi concessionari che si trovano oggi con pesanti giacenze di macchine usate supervalutate. Se anche il cliente si convince del reale valore del vecchio trattore «dato dentro» per l’acquisto del nuovo, si instaurerebbe un elemento positivo verso la trasparenza del mercato. La strada, che porta verso una maggiore trasparenza dei prezzi delle macchine agricole, è ancora lunga e tortuosa pur non mancando i segni che portano a un cauto ma dovuto ottimismo. La moneta unica a livello europeo, ad esempio, fornisce la possibilità di comparare facilmente i prezzi, ma sempre prezzi di listino. Alberto Cocchi [email protected] MAD • 1 • Febbraio 2004 Non solo sconto 15