Management professioni sanitarie Empoli, 14 Dicembre 2010 Nuovi scenari per le professioni sanitarie Danilo Massai Non potrai mai sapere quanto lontano puoi andare finché non rischierai di andare troppo lontano T.S.Elliot La formazione nella cultura dei confini organizzativi Orizzontali: Verticali: tra livelli tra unità funzionali, unità operative, dipartimenti, distretti,…. e strati gerarchici di personale CONFINI ORGANIZZATIVI Esterni: verso Clienti/utenti, fornitori,.... Geografici: tra regioni, aziende, culture,….... Ruolo e ragione dei confini • Aiutano a tenere le cose focalizzate e distinte • Separano persone, processi e produzione nei modi giusti e necessari • Favoriscono la differenziazione dei compiti, il coordinamento di risorse e abilità, il chiaro senso di direzione Cambia il contesto: lo spostamento dei riferimenti per il successo organizzativo Vecchi fattori di successo dimensione chiarezza dei ruoli specializzazione controllo Nuovi fattori di successo velocità flessibilità innovazione Esigenze di fondo • Superamento della tradizionale nozione di confini fissi dell’organizzazione come barriere rigide, per una visione organica, flessibile, come fossero membrane di un organismo vivente L’attenuazione dei confini non significa sopprimerli, ma renderli più permeabili, concedere più fluidità di movimento all’organizzazione Resistenze alla liberazione dai confini Per molti i confini sono l’essenza dell’organizzazione, stabiliscono chi è dentro e chi è fuori, chi controlla e chi ha status Resistenza da parte dei Middle Management Barriere psicologiche I confini danno protezione, senso di sicurezza, come i solidi muri che circondano una casa. Senza confini, le persone non hanno posto per nascondersi, le performance divengono più visibili. Questo genera forte ansietà. Minacce quindi a lavoro status e sicurezza Analisi dei diversi tipi di confini Verticali: tra livelli e strati gerarchici di personale CONFINI ORGANIZZATIVI I confini verticali: La gerarchia salutare Le gerarchie sono necessarie, inevitabili e desiderabili Non si tratta di eliminarle ma di assicurane il funzionamento corretto L’applicazione del management scientifico alle tradizionali gerarchie è stato un grande successo storico perché le ha depurate dai difetti della personalizzazione del potere Segni di allarme di gerarchie NON SANE Lenti tempi di risposta Rigidità verso il cambiamento Attività sotterranee Frustrazione interna Allentare i confini verticali E’ necessario trovare il giusto bilanciamento tra controllo e allentamento, agendo su: 1. autorità 2. informazione 3. competenza 4. ricompense 1. AUTORITA’ Decentrare l’assetto decisionale Decisioni solo al vertice Decisioni distribuite E’ necessario spostare una parte delle prerogative decisionali da vertice verso il management intermedio e il nucleo operativo, in modo che le decisioni siano prese in un ambito più vicino ai problemi da risolvere Il passaggio dalla leadership accentrata a quella distribuita La trasformazione realizzata dalle aziende/imprese “migliori” Alta direzione che gestisce aspetti operativi Managers intermedi come guardiani delle politiche aziendali Operatori di linea che eseguono le disposizioni senza curarsi delle misure di performance Alti dirigenti come strateghi e agenti del cambiamento Team leader che danno potere al gruppo per migliorare i processi Gruppi di lavoro che governano processi e misure di performance Evoluzione organizzazioni Top Customers Clients Clients Clients Bottom Finanza Ammin. Servizi Vendita Logistica Produzione R.D. Funzioni Down Server = Coach & Facilitator Livelli Gerarchici Team Peer-to-Peer Up Azienda Rete B.U. 1 Un ulteriore incremento di reattività al mercato si ha con un'organizzazione in Business Units (che contiene tutte le funzioni che sono essenziali per l’organizzazione) in nuove unità più piccole e per ciò stesso più agili L’interazione fra le business units si ottiene con una comunicazione peer-to-peer con interazione diretta dei clients competenti B.U. 2 B.U. 4 Peer-to-Peer B.U. 5 B.U. 3 2. INFORMAZIONE: Condividere e diffondere le informazioni Allineare canali e messaggi Condividere notizie buone e cattive Dare messaggi sia complessi che semplici Usare l’informazione per incoraggiare il cambiamento Informazione Accentrata al vertice Diffusa 3. COMPETENZA: Sviluppare le competenze Audit di competenze Formare e sviluppare Classificazione dei compiti Progressione di carriera Processo di verifica a 360 gradi Abilità di leadership al top e abilità tecniche alla base Competenze diffuse 4. RICOMPENSE: Allineare ricompense e scopi Basare le ricompense su risultati e abilità Ricompense basate sulla posizione Condividere le ricompense lungo l’organizzazione Usare ricompense non finanziarie Ricompense basate sui risultati RIEPILOGO Decisioni solo al vertice Informazione accentrata al vertice Decisioni distribuite Informazione diffusa e condivisa Competenze generali e leadership al vertice, competenze tecniche alla base Competenze diffuse Ricompense basate sulla posizione Ricompense basate sui risultati TUTTI INSIEME LAVORIAMO PER L’INNOVAZIONE, CON PASSIONE E DIVERTIMENTO, PER FORNIRE IL MIGLIOR SERVIZIO POSSIBILE AL CLIENTE/UTENTE Analisi dei diversi tipi di confini Orizzontali: tra unità funzionali, unità operative, dipartimenti, distretti,…. CONFINI ORGANIZZATIVI Confini orizzontali Emergono dalla differenziazione di compiti, Indotti da dimensione, chiarezza di ruoli, specializzazione, controllo. 5 tipiche disfunzioni Difesa di “orticelli” Sub-ottimizzazione degli scopi organizzativi, perseguimento obiettivi parziali Sindrome del nemico dentro Clienti/utenti che fanno la loro integrazione 5 principi chiave per creare armonia aziendale Focus sul cliente/utente Mostrare una faccia sola al cliente/utente Formare e riformare team per servire il cliente/utente Mantenere un pool di competenze Linee di miglioramento per permeare i confini orizzontali 1. Enfasi sul rapporto con i clienti/utenti 2. Utilizzo esteso dei team 3. Aggregazioni e disaggregazioni frequenti di unità 4. Riorientamento degli organi di staff 5. Sviluppo capacità di apprendimento organizzativo 1. Enfasi sulla dimensione cliente/utente Concepire l’organizzazione come un insieme di risorse e competenze tra loro integrate e finalizzate a creare valore per i clienti/utenti Rilievo dimensione funzionale Focalizzazione sul cliente/utente 2. Impiego esteso dei team Emerge il ricorso a una gamma differenziata di team: Team di lavoro, momenti operativi, nell’ambito dei processi di gestione caratteristica; Team di integrazione, istituiti per garantire che il lavoro di diverse parti dell’organizzazione si inserisca coerentemente in un disegno comune; Management team, gruppi di integrazione, caratterizzati dalla presenza di membri dotati di una posizione gerarchica rispetto alle attività da coordinare; guida verso gli obiettivi comuni; Team di miglioramento, infine, posti in atto non per gestire i processi caratteristici, ma per progetti di miglioramento. Impiego esteso di team Team di lavoro Team di integrazione Management team Team di miglioramento riducono le barriere orizzontali interne al nucleo operativo e alla linea manageriale intermedia 3. Aggregazioni e disaggregazioni frequenti di unità E’ necessario operare frequenti revisioni e ridefinizioni della struttura organizzativa per quanto riguarda la configurazione delle unità intermedie e di base (aggregando unità precedentemente distinte o disaggregando unità precedentemente unite) Per risolvere fenomeni emergenti come: - punte di lavoro, - progetti di particolare impegno, - crisi da affrontare, - innovazioni da sviluppare. 4. Riorientamento degli organi di staff • Spostamento funzioni al nucleo Tecnostrutture Servizi di supporto operativo o linea intermedia • Ricerche di modalità di funzionamento meno burocratiche • Esternalizzazione • Centri di servizi condivisi (maggior peso utilizzatori, con imputazione costi e budget) Differenze tra servizi centralizzati e condivisi SERVIZI CENTRALIZZATI SERVIZI CONDIVISI Mantengono il potere al vertice Spingono le attività sul campo (push) Distribuiscono potere e influenza Consentono agli utilizzatori di attirare risorse dal vertice alla base (pull) 5. Apprendimento organizzativo - E’ necessario un impegno diretto e costante dell’alta direzione nel promuovere e diffondere una cultura orientata allo sviluppo delle conoscenze, l’adozione di uno stile e un metodo di lavoro che diano grande spazio agli aspetti non di routine, - L’apprendimento è favorito da forme sistematiche di dialogo tra culture disciplinari diverse e dagli stimoli provenienti dall’ascolto delle esigenze espresse dagli utilizzatori di ciò che l’azienda produce. Analisi dei diversi tipi di confini CONFINI ORGANIZZATIVI Esterni: verso Clienti/utenti, fornitori.... I confini esterni Confini artificiali costruiti verso il mondo esterno Forze che dividono le aziende/imprese dai loro clienti/utenti, fornitori, altri interlocutori E’ necessario…. ….. allentare i confini esterni per creare gruppi fortemente interattivi che condividono una catena del valore Allentare i confini interaziendali Occorre sviluppare una visione sistemica: - coordinamento dei piani operativi, - condivisione delle informazioni, - ricerca di coerenza, - condivisione risorse critiche…….. …Per ottenere MAGGIOR flessibilità e velocità operativa OGGETTO DELLA VALUTAZIONE IL CONTENUTO COMPLESSITA’ DEI PROCESSI AMPIEZZA DEL COORDINAMENTO LE RESPONSABILITA’ IMPORTANZA DEI RISULTATI GRADO DI AUTONOMIA LE COMPETENZE CONOSCENZE CAPACITA’ ABILITA’ TECNICHE COMPLESSITA’ DEI PROCESSI ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. 2. 3. 4. 5. ATTIVITA’ NOTE E RIPETITIVE (PROCESSI PREDETERMINATI) SITUAZIONI PREVEDIBILI DI VARIABILITA’ (PROCESSI PREVEDIBILI) NORMALE VARIABILITA’ DEGLI INPUT, DELLE METODOLOGIE E DEI RISULTATI (PROCESSI VARIABILI) SITUAZIONI CHE RICHIEDONO DI DEFINIRE /RICERCARE INPUT E METODOLOGIE (PROCESSI NON ROUTINARI) INDETERMINATEZZA DEGLI INPUT, DELLE METODOLOGIE E DEI RISULTATI (PROCESSI COMPLESSI) AMPIEZZA DEL COORDINAMENTO ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. 2. 3. 4. 5. COLLEGAMENTI PROCEDURALI CON ALTRI RUOLI (COORDINAMENTO SEMPLICE) GESTIONE DI ATTIVITA’ SVOLTE DA ALTRI (COORDINAMENTO OPERATIVO) CONTROLLA E ORIENTA COMPORTAMENTI PROFESSIONALI (SUPERVISIONE) COORDINA ED INTEGRA ATTIVITA’ E RISORSE RELATIVE A DIFFERENTI PROCESSI, UNITA’ O SOTTOSISTEMI (INTEGRAZIONE) COORDINA ED INTEGRA OBIETTIVI, ATTIVITA’ E RISORSE RITENUTE STRATEGICI (COORDINAMENTO STRATEGICO) RISULTATI ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. 2. 3. 4. 5. ESEGUE ATTIVITA’ ASSEGNATE (RISULTATI PARZIALI) SVOLGE PROCESSI-SOTTOPROCESSI OPERATIVI (RISULTATI OPERATIVI) REALIZZA PROCESSI CHE PRODUCONO RISULTATI SPECIFICI (RISULTATI SPECIFICI) GESTISCE PROCESSI RELATIVI A FUNZIONI FONDAMENTALI (RISULTATI FUNZIONALI) GOVERNA PROCESSI CHE PRODUCONO RISULTATI DETERMINANTI (RISULTATI STRATEGICI) AUTONOMIA ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. ATTIVITA’ PRESCRITTE (AUTONOMIA PROCEDURALE) 2. OPERA SU INDICAZIONI SPECIFICHE (AUTONOMIA OPERATIVA) 3. 4. 5. DISCREZIONALITA’ RISPETTO A SITUAZIONI NOTE (AUTONOMIA REALIZZATIVA) DISCREZIONALITA’ SU PRIORITA’, TEMPI E METODOLOGIE (AUTONOMIA GESTIONALE) DEFINISCE OBIETTIVI E STRATEGIE (AUTONOMIA STRATEGICA) CONOSCENZE ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. 1. 1. 1. 2. ATTIVITA’ PREDETERMINATE, APPRENDIMENTO SUL LAVORO (CONOSCENZE GENERICHE) APPLICATIVE SU PROCESSI ED ESPERIENZA BREVE (CONOSCENZE SPECIFICHE) APPROFONDITE ED ESPERIENZA MEDIA (CONOSCENZE SPECIALISTICHE) PER INTEGRARE PROCESSI E MEDIA/LUNGA ESPERIENZA IN PIU’ RUOLI (CONOSCENZE INTERFUNZIONALI) PER GESTIRE SISTEMI E LUNGA E DIVERSIFICATA ESPERIENZA IN VARIE AREE PROFESSIONALI (CONOSCENZE SISTEMICHE) CAPACITA’ ESEMPIO DI SCALA DI VALUTAZIONE 1. PROCEDURE PREDEFINITE (CAPACITA’ ESECUTIVE) 2. ADEGUA METODOLOGIE (CAPACITA’ REALIZZATIVE) 3. OTTIMIZZA METODOLOGIE (CAPACITA’ RISOLUTRICI) 4. 5. ANTICIPA E PREVIENE I PROBLEMI (CAPACITA’ MANAGERIALI) SVILUPPA NUOVI CRITERI, SOLUZIONI E STRATEGIE, ASSUME RISCHI, SVILUPPA NUOVE RELAZIONI ESTERNE Un sistema di misurazione del capitale intangibile IERI Focus sul Capitale Relazionale Focus Capitale Umano AMBIENTE OPERATIVO DOMANI Focus Innovazione e Sviluppo Focus sui Processi OGGI CAPITALE INTELLETTUALE Focus finanziario L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo Nelson Mandela