gli altri casi nazionali LA SPAGNA post-coloniale tra Otto e Novecento slides della Lezione del 4.06.2010 La Spagna appartiene alla cosiddetta “periferia” industriale Una categoria concettuale, quella di periferia, alla quale appartengono (oltre al nostro) altri paesi caratterizzati da processi evolutivi tra loro anche molto differenziati: * i Paesi scandinavi * la Russia * l’Austria * il Portogallo * la Grecia RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SPAGNOLA: SEMPLICE RITARDO O INSUCCESSO? un lungo dibattito storiografico, pur all’interno di non pochi ritardi… IL RUOLO DEI FATTORI DI PRODUZIONE - le trasformazioni agrarie - le risorse minerarie ed energetiche - il capitale fisico e umano I FATTORI DI CONSUMO - la crescita demografica - la perdita dei mercati coloniali - mercato interno e ferrovie - il ruolo dello stato La grande contraddizione: - un notevole apparato finanziario ma - una industria debole, e insediata in aree limitate del paese: a) Catalogna b) Paesi Baschi c) Valencia e dintorni - da cui, come conseguenza: una economia complessivamente debole, che una parte della storiografia economica addebita a strutturali carenze dell’offerta, con ovvio e forte flusso di importazioni I settori-chiave della prima industrializzazione, la quale si gioca tra Sud e Nord, furono: - tessile, soprattutto cotone, in Catalogna - siderurgia nei Paesi Baschi, grazie allo sfruttamento a fini interni delle risorse minerarie precedentemente rivolte alla esportazione A questo dualismo Sud/Nord si aggiungeva il dualismo agricoltura/industria, con una agricoltura estremamente arretrata e basata sul latifondo l’agricoltura giocò un ruolo frenante nel processo industrializzante: - gli agricoltori, esclusi quelli lungo le coste, erano poveri e ignoranti, e il grande latifondo non era, salvo rari casi, organizzato in aziende agrarie di tipo capitalistico - i rendimenti erano fra i più poveri in Europa - la decisione del governo di introdurre alti dazi doganali (1891, 1906), che arrivarono fino al 110%, sull’importazione di cereali, portò ad una espansione di tali colture, rendendo meno conveniente l’investimento industriale il mercato interno si manifestò perciò “povero” e refrattario al cambiamento carenza (relativa) di capitale, mancanza di fiducia, e instabilità governativa, contribuirono a tenere alti i tassi di interesse: altro ostacolo al processo industrializzante le principali esportazioni erano costituite da minerali (finché nei Paesi Baschi non emerse un imprenditorialità autoctona che sviluppò processi di lavorazione in loco di tali risorse), frutta, vino, lana e sughero risorse scarse e pressione demografica lo sbocco dell’emigrazione come volano del decollo – incompleto – di una industrializzazione precoce, ma alla fine incompiuta… dove andò l’emigrazione spagnola? - verso le ex-colonie, che conservavano il cordone ombelicale di uno stretto rapporto con la grande finanza della ex-madre patria, in grado di assorbire i titoli del loro crescente debito pubblico. Da qui l’ancora attuale ruolo spagnolo in America Latina… i temi del dibattito della storiografia economica sulla industrializzazione spagnola ruolo della tecnologia, e ostacoli alla sua diffusione (carenza di ruolo governativo) l’occasione mancata delle costruzioni ferroviarie… tecnologia/arretratezza, quindi… la carenza di “domanda interna”, stante l’arretratezza dell’agricoltura: - domanda di beni di lusso versus domanda di beni di massa: scarsa sostituzione importaz. alcuni autori – più che sui fattori negativi di un’agricoltura arretrata – individuano come elemento strutturale di uno sviluppo industriale stentato le carenze dell’offerta: - sostenendo che furono le carenze di questa (e di capacità imprenditoriale) a favorire un vasto ricorso alle importazioni di beni manifatturieri: quindi non carenza di domanda, bensì capacità di offerta: tesi singolare e tuttavia suggestiva, che si basa sulle capacità di acquisto di strati non insignificanti di borghesia urbana tesi suggestiva stante che, per certi versi, un tale meccanismo è constatabile per buona parte del Novecento all’interno delle excolonie spagnole, dove la borghesia urbana non riesce a soddisfare con prodotti locali la propria propensione al consumo probabilmente, nell’uno e nell’altro caso, la spiegazione sta nel differenziale di rendimento tra le attività finanziariospeculative e il finanziamento bancario alle attività di trasformazione, piuttosto che in effettive carenze imprenditoriali. Un imprenditore che non trova un sistema bancario “amichevole”, raramente è in grado di “crescere”, e quindi di aumentare gli stock e la varietà del proprio mix produttivo… E la Spagna tra Otto e Novecento si trovò di fronte proprio a tale irrisolubile contraddizione, dovuta non a carenza di capitali disponibili bensì alla loro prevalente destinazione finanziaria, che penalizzava le basi stesse della crescita manifatturiera.