EL 27 (1987), 145-163 M. PEHEIRA LA LEGGENDA DI LULLO ALCHIMISTA La tradizione che attribuisce ,a Ra imondo Lullo la paternita di un rilevante numero di opere d'alchimia, scritt e in realta fra il XIV e il XVI secolo J , comprende anch e una elaborata leggenda (o piuttosto, una serie di resoconti ,leggendari, anch e 111011:0 diversi fra loro) che tenta di conciliare l'atteggiamento prevalentement nega tivo nei confronti deIl'alchimia, presente neIle opere autentiche di Lulio~, con iI consistente corpus di scritti alchemici circolanti so tto iI suo nom e. Secando i Carreras)' Artau 'l, la leggencla era nota gia nel XIV sec., e ] L e ope re alchemich e "ttribuite " Lullo sono state stud inte d a Hauréau e Littré (HLF, ¡Jp. 64-6 5 , 271 ss.) e da Thorndik e (HMES , IV, ch . 38). D, V" . Sin ge r, Ca laloglle 1, pp . 221-2 59 , costuituisce una terza font e p er quan to rigu arda le op ere in edite. Un elenco deHe oper e d'alchimia é an ch e fomito d ai Carreras y Arta u (Ca 1, pp. 331-334). Di r ecente ho cercato di ricostruire I'origin e e la forma zione del co rp ll8 , comp il a nd o un cata· logo comple to d ei tes ti alch e mi ci p seudolulliani d al XIV al XVII secolo: la rassegn a é in co rso di pubblicazione !l eila seri e " vVarbmg Institute Surv eys a nd T exts" . Mi sia co nsen· li to r ill viare ulla volla ¡lel' tutte alI'introd uzione di qu cs to m io la l'oro, cd in pa rtico lare al cap. 3 ("The legencl oI LuH th e al chemist" ), p er maggiori c1 ettagl i sugli argo Jllenti trattali nell e pa gin e seguenti. " L e ricerch e erudite d ei secc. XVIII e XIX (Sollier e Custurer negli Acl,(t SS., \ Veyler y Lavinha, D e Luanco , !v[ene ncl ez y P elayo, Litlré e Hauréau ) ha nno defin ilil'amente accer· tato chc n css una d eHe op ere c1'alchimi a attribuite tradizional mente a Lullo puo essere auten· tica: D e Luan co (Ram on LIIIll) , basand os i su gli argo menti cbbo rati da Solli er e Custurer nella lo ro pol emica con Salzinger a p roposito dell'alchimi a 'Iu lli ana' , ha messo in lu ce m olti pass i d eHe opere autentiche di Lull o, n ell e quali l'a lch imia e esp lici ta mente co n· c1annata. 1 pass i piú ril evanti sono: Libe r 'P rincipioru'/ll m edicillae, VI, 20 ; Feli:t , VI , 33, 3 6; Qua es¡'¡o,¡es pe r (lr/ e m de lllollStrat·i va/1t so lubiles, qq. 165 e 166; A rs ge ll eralis lI!ti ma , IX ,8 ,8, cap. 52 ; Libe r d e elll e reo lí et ra tionis, cap , 'D e metall o' ; L ibe r de novo m orlo dClll oll stmll· d i, Dist. V , III q, 10. In altri luoghi d ell'opera lulliana s i possono trol'are tnttav ia op inioni piú sfuma te, dall e qllali risulta che Lullo certamente conosee" a le ricerche d egli alchimisti e le ha in qualche modo prese in consi derazione: cfr. L 'i be r co nl emplalionis, cap. 310.23; Libe r rlcm onstraliOlll/.llI , II.1 2, 17, 22 ; A rbor scie llliae, q. 56; T rac lallls 1l 0V /l S d e astroll o"da , 3.1.3. (2 1), 3.1.6 (25), 5 .2 (9 ); QII,,'cslio ll es magisl,ri T/¡ olll ae i\ ltreva lemis, q(j . 25 e 28 . P er edizioni e manoscrilti d ell e opere citate cfr. Platzeck , II , pp. 3° .11 8 ° ; 13onner. JI. pp. 1257-13 0 4. L' attegg iamen to n ega tivo di Lnllo n e i confro nti cl ell'al chimi a e sta to so ttolineato da Llinares , che ulili zza sopra ttutto il fa moso passo de l Fe lix sull ' alchimi a . a T . e J. Carre ras y Artau , ' Dll es notes . . . 2) An ti gu itat d e la lI egc nda , E L 16 (19 72 , 235-9). M. 146 PEREIRA proprio alla sua esistenza sarebbe dovuta l'attribuzione delle piu anticbe opere d'alchimia a Lullo, e quindi in ultima analisi la formazione del corpus . Tuttavia la testimonianza su cui si appoggia qucsta convinzione e non poco sospetta: si tratta infatti di un passo di Pierre de Brantome, il quale cita come fonte uno scritto gia ai suoi tempi perduto del giureconsulto trecentesco Oldrado da Ponte . La leggenda, nella sua forma vulzata, si articola attorno a due temi fondamentali: il primo h la supposta conversione di Lullo alFalchimia, dovuta all'influenza di Arnaldo da Villanova, Faltro famoso autore catalano cui sono stati attribuiti fin dal XIV socolo numerosi e importanti scritti alchemici . U secondo elemento e il viaggio in Inghilterra, dove Lullo, dopo aver operato la trasmutazione per il re Edoardo, sarebbc stato da lui ingannato circa 1'uso delForo prodotto alchemicamente e poi addirittura imprigionato. In realta, entrambi questi elementi trovano qualche fondamento negli scritti d'alchiinia attribuiti a Lullo, anche se compaiono sempre separatamente nei piu antichi di essi. Due delle opere piu importanti del corpus, YArs operativa meclica e il Codicillus, citano il nome di Arnaldo e si richiamano al suo insegnamento , mentre la seconda parle 4 5 fl 7 L'antichita del primo nucleo del corpus pseudolulliano era gia stata rilevata da Bcrthelot, 'Sur quelques ecrits...'; non e tuttavia affatto necessario postularc, per queste opcre, una composizione unitaria ne un'altribuzione immediata a Lullo, comc ho cercato di mostrare nel mio lavoro indicato alla nota 1 (Prcmise e ch. 1.1). Ancora mcno, come si vedra in seguito, le opere piu antiche possono essere considerate la prova delFesistenza in atto della leggenda lulliana. Carreras y Artau (Ca II, p. 4 7 ; 'Dues notes...', p. 2 3 9 , n. 19). L a versione della leggenda data da Brantome e molto breve ed ha una conclusione paradossale: Lullo avrebbe trasmutato l'oro in ferro, per mostrarc che era capace di farc qualcosa che gli altri alchimisti non sapevano fare! Brantome citava come propria fonte per 1'cpisodio della trasmutazionc il commento al canone De falsa muneta, scritto dal giureconsulto Oldrado da Ponte, morto nel 1 3 3 5 . Questo commento era in realta gia perduto al tempo di Brantome, c nel Consiliwn di Oldrado sulfalchimia, che ancora possediamo, il nome di Lullo non compare affatto (cfr. Migliorino). E' impossibile affrontare in questa sede il problema degli scritti alchemici attribuili ad Arnaldo: secondo Diepgen e Thorndike (HMES III, pp. 5 2 - 8 4 ) , scguiti da Garcia Font, pp. 1 0 3 - 1 2 2 , e Halleux, Les textes, pp. 105-106, alcuni dci testi attribuiti al villanovano possono essere effettivamente suoi, e fra questi il Rosdrius, che eertamente risale ad una tradizione degli inizi del ' 3 0 0 (cfr. Berthelot, 'Sur quclques ecrits...', p, 6 3 0 ) . Per Payen e Paniagua, invece, Arnaldo non avrebbe scritto nessuna opera d'alchimia (ma Payen concorda comunque suH'antiehita del Rosarius). Ars operatica medica, in Bernardi de Lavinheta, Explanatio compcndiosaque applicatio artis Raimundi Lulli (Lionc, 1 5 2 3 ) , Prologus, f. 175r: 'Tractatus iste in quattuor partcs dividitur, sive distintiones: quarum prima et quarta non fueruntt mihi Raimundo revelate, sed solum seeunda et tertia; ipsas autem recepi et habui a sercnissimo rege Koberto sub sigillo secreti, que quidcm secreta habuerat ab expertissimo doctorc magistro Arnaldo dc Villanova, qui mcrito fons scientie vocatur; quia pre ceteris hominibus in omnibus scientiis fioruit, cuius scientiam libenter amplector; a quo quidem doctore multa expcrimenta didici...'. Codicillus, in J. J . Manget, Bibliotheca Chemica Curiosa I (Ginevra, 1 7 0 2 ) , p. 9 0 3 : 'Cum sola pracsumptione et tcmeritate scicntiae alterius naturam firmiter intclligere credcbamus idem ullo modo nec intellcxeramus donec tcmpus fuit in quo spiritus non immediate sed mediate per M. Arnoldum de Villa Nova qui immediate sua largitate immensa reficienter inspiravit in nobis'. 4 5 0 7 LA LEGGENDA DI LULLO ALCHIMISTA 147 del Testamentum (la Practica) mostra rilevanti analogie con i processi operativi descritti nel Rosarius arnaldiano. II viaggio in Inghilterra e ricordato in un passo del Compendium animae transmutationis metallorum, assieme al nome del re E d o a r d o : lo stesso re e citato nel colophon del Testamentum '•' e nel Liber lapidarii, ed e anche messo in relazione con la comparsa, in Inghilterra, di una delle due versioni della terza parte del Liber de secretis naturae, la Tertia distinctio . II riferimento ad un personaggio regale compare sia in relazione alFinsegnamento arnaldiano, sia in relazione al viaggio in Inghilterra e puo pertanto apparire ad uno sguardo superficiale come un elemento comune: ma il re citato nelFArs operativa medica come mediatore fra Arnaldo e Lullo non e 1'inglese Edoardo, bensi un imprecisato Roberto, ricordato anche in altre opere del corpus, come il Liber de secretis naturae seu de quinta essentia e YEpistola accurtationis ; 8 10 11 I due elementi della leggenda si ritrovano ancora separatamente in varie testimonianze del tardo X I V secolo e oltre: la fonte piu nota delFepisodio inglese e il Testamentum Cremeri, che sembra ignorare completamente il ruolo di Arnaldo da Villanova (Jean Saulnier nel 1432 racconta V J Compendium animcre transmutationis metallorum, in Manget, I, p. 7 8 9 (una versione leggermente diversa in Manget, I, p. 8 6 3 ) . L'autore racconta di aver visto certe particolari conchiglie 'in Cypro prope civitatem Famagustae et in rcgione Portugaliae prope civitatem Lisbonae in ripa maris. Et in quadam villa, quae dicitur Conilla et in alio loco, qui dicitur Portus Sylvenae usque ad Sanctum Vincentium de finibus mundi. Vidimus enim omnia ista dum ad Angliam transivimus, propter intercessionem domini Regis Eduardi illustrissimi'. " II eolophon e in Manget, I, p. 8 2 , dove 1'ultima parte del Testamentum e stampata erroncamentc come seconda parte del Testa'mentum noviccimum: 'Factum habemus nostrum Testamentum per virtutem de A in insula Angliae terrae, in ecelesia sanctae Catharinae apud Londinenses, versus partem castelli ante cameram, regnante Eduardo per Dei gratiam, in euius manibus ponimus in custodia per vohmtatcm dc A praesens Testamentum, anno post Incarnacionem millesimo trecentesimo trigcsimo secundo cum omnibus suis voluminibus, quae nominata sunt in praesenti Testamento, cum Cantilena quae sequitur ad praesens'. II testo e conlermato dalla maggior parte dei manoscritti del XV secolo. eon qualche leggera differenza e con due importanti varianti: 'ante cameram' e spesso sostituito da 'ante Tamisiam' e il re e chiamato Edoardo 'de Woodstoek' (Mridenstot, Windcstnt. Windstot, Wodestoke). 8 Cfr. la nota aggiunta dal eopista del MS Oxford, Corpus Christi College 2 4 4 , dopo fexplicit del Liber de secretis naturae seu de quinta csscntia. f. 107r: 'Finitur hic quantum habere potui de libro quinte essencie transcriptus non parvis cxpcnsis dc bibliotheca (...) Episeopi (...) de rcgno Portugalie, mihi et alio amico meo transmissum. Et subsequenter addo tertiam et quartam eius distinctiones, prout reperi eas in Anglia, sub forma qua tradebantur regi Edoardo'. Sulle due versioni della Tcrtia distinctio mi sia permesso rinviare al mio articolo 'Sulla tradizione testuale...'. Benehe nel testo della leggcnda sotto riportato il re Roberto sia considerato inglese, ei sono alcuni indizi del fatto che potrebbe csserc Roberto d'Angio: Platzcek, nella sua introduzione alla ristampa della Explanatio del Lavinheta (Frankfurt. a. M., 1973) considera la citazione dell'Ar.9 operativa tnedica come riguardante il sovrano angioino (Einlcitung, pp. 13-14); un manoscritto dell'Episio/o accurtationis (Oxford, Bodleian Library, Ashmole 1494) porta il titolo: Epistola accurtationis ad Robcrtum Ciciliae rcfiem. Testamcntum Crcmcri. Abbatis Westmonasteriensis, Angli, ordinis Benedictini. Quesfopera fu pitbblieata da Michael Maier, Tripus aureus (Francoforte 1518) e in Musaeum Hermcticum Reformatuin et Amplificalum (Francoforte 1 5 7 8 ; rist. anast. Graz 1 9 7 0 : cito da 10 11 148 M. PEREIRA quasi negli stessi termini dell'abate Cremer la leggenda, sostituendo pero il nome del re Edoardo con quello di un fino allora inedito Riccardo Al contrario, il tema isolato della conversione, senza alcun cenno al viaggio in Inghilterra, compare ancora nelFanonima Conversatio philosophorum, breve dissertazione di carettere teorico e storico sulTalchimia, conservata in un manoscritto del 1475 . Per la prima volta troviamo ricordati il nome di Arnaldo e il tema della trasmutazione per il re d'Inghilterra ali'interno di una stessa opera nel dialogo di Guglielmo Fabri de Dya De lapide philosophorum et de auro potahili, scritto fra il 1439 e il 1449 : Lullo e Arnaldo, insieme alFalchimista inglese John Dastin, sarebbero stati pero, secondo Fabri, beneficiati e non traditi o maltrattati dal re inglese Edoardo . Ugualmente separati, entrambi gli elementi della leggenda compaiono ancora nel Lucidarius di Cristoforo Parigino, seguace deli'alchimia pseudo1 4 1 5 1ti quesfultima edizione). 'Quantoque magis legi, tanto magis erravi, usquc dum in Italiam divina providentia me contulerim, ubi Deu optimo maximo visum fuerit, me in sodalitium unius viri non minus dignitate, quam omni genere eruditionis praediti, Raymundi nomine destinare, in cuius sodalitate diu remoratus sum, sicque favorem in conspcetu huius boni viri nactus sim quod ille aliquam partem tanti mysterii aperuerit, propterea illum multis praecibus ita tractavi, quod mecum in hanc insulam veniret, mecumque duos annos manserit. In cuius temporis tractu sum absolutive totum opus consecutus. Posteaquam hunc virum egrcgium in conspectu inclitissimi Regis Edovardi deduxi, a quo merita dignitate recipitur et omni humanitate tractatus, ibique multis promissis, pactis, conditionibusque a regc inductus, erat contentus regem pro missione divina sua arte divitem facere. Hac solummodo conditione, ut rex in propria persona adversus Turcas, inimicos Dei, bellum gereret impenderetque super domum Domini, minimeque in superbia aut bello gerendo adversus Christianos: sed (proh dolor) hoc promissum erat irritum a rege violatumque, tum ille vir prius in spiritibus penetralibusque cordis sui afflictus hinc trans mare larnentabili miserabilique more aufugit, quod cor meus urit non mediocriter'. Cremer e un alehimista sconosciuto, benche Ferguson (I, pp. 184-185) ne parli, in termini per lo piu dcrivati dal Testamentum e Ashmole ne dia un ritratto nel suo Theatrum Chemicum Britannicum. Periino Borrichius, convinto sostenitore dell'autenticita 6 di ogni altro aspetto dcH'alchimia pseudolulliana, dubitava del racconto di Cremer (Conspectum scriptorum chemicorum, in Manget, I, p. 19). Ms Orleans, Bibliotheque Municipale, 2 9 1 , ff. 57v-58r (cit. Corbett, II, p. 153). Ms Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, V I . 2 1 5 , f. 154 r-v: 'Raymundus lulius qui hanc scientiam ignoravit ct rationibus fortissimis improbavit. Sed pcr tantum doctorcm catholicum et experimentatorem maximum phylosophum sacratissimum magistrum Arnoldum de Villanova cathellanum medicorum peritissimum experientia convidus (lc£e: convictus) ct operationibus instructus, a doctore cdoctior fuit factus...' (questo passo era stato indiealo da Valentinelli e citato in HLF, p. 2 7 2 ) . Guglielmo Fabri, medico, scrisse pcr 1'antipapa Felice V il trattatcllo De lapidc philosophorum et de duro potabili, dove discute della verita deH'alehiinia e del suo uso nella mcdicina. L'opera e conservata nel Ms Bologna, Biblioteca Universitaria, 138 ( 1 0 4 ) , ff. 245r-253v. Cfr. Carbonelli, pp. 8 4 - 9 3 ; HMES IV, pp. 3 4 2 - 3 4 4 ; Wickersheimcr, s.v. De lapide, Ms cit., f. 2 5 3 r : gli alchimisti, afferma Fabri, 'habent quicquid desiderant, ut patet de Arnaldo, Raymondo et Jo. de Testym, cum quibus rex Odoardus completo opcre et inter eos diviso voluit dividere regnum suum. Sed dixerunt rcgi, quod regnare et philosophari essent duo incompatibilia'. Cfr. f. 2 5 3 v : 'Et nonne ultramontani habuerunt eodcm tempore concurrentes Arnaldum de Villanova, Raymundum Lulii et Johannem de Testym qui cum rege Odoardo Anglie domino insulanorum inhabitantium mare oceanum opus peregerint et libros scripserunf. 1 3 1 1 1 5 30 LA L E G G E N D A DI L U L L O ALCHIMISTA 149 lulliana nella seconda meta del ' 4 0 0 : Lullo viene definito discepolo di Arnaldo da Villanova , ed il suo rapporto con il re Edoardo e riportato in termini burrascosi, analogamente a quanto e narrato nel Testamentum Cremeri . Non sono dunque le origini antiche della leggenda che costituiscono il fondamento del corpus; al contrario, temi presenti al livello di accenni negli scritti piu antichi —temi peraltro che sono topoi della letteratura alchemica: il rapporto fra maestro e discepolo, il viaggio, il rapporto con il potere nella figm"a del r e — vengono elaborati parallelamente al processo di diffusione e di accrescimento del corpus fino a confluire lentamente in un racconto articolato. A riprova di cio e opportuno prendere brevemente in considerazione uno degli scritti fondamentali deli'alchimia pseudolulliana, il Liber de secretis naturae seu de quinta essentia, che, pur non appartenendo al primissimo strato del corpus, ha al suo interno un ruolo centrale. Scritta durante la seconda meta del X I V secolo , da un autore che non conosciamo. ma che certamente era un convinto seguace delYars lulliana, quest'opera cita ed esplicitamente attribuisce a Lullo il Testamentum, mostrando cosi che non molti decenni dopo la morte del filosofo maiorchino la sua eredita si era in qualche modo arricchita (o, se si vuole, appesantita) con 1'aggiunta di un campo del sapere —1'alchimia— al quale egli mai si era dedicato in vita. In realta 1'autore del Liber de secretis naturae non fa altro che compilare e rielaborare, per circa meta dell'opera, il De 1 7 18 19 2 0 Su Cristoforo da Parigi cfr. HMES IV, pp. 3 4 9 - 3 5 1 ; Ca II, pp. 56-57; Carbonelli, pp. viii, 27, 2 9 . Salzinger lo incluse, insieme a Giovanni da Rupescissa, fra gli 'Auctores primae classis' nella sua lista dei seguaci di LuIIo (Teslimonia Virorum Illustrium, in MOG I, 199-200 = Int. iv, 39-40). Cristoforo compose le sue opere alchemiche (Lucidarius; Sommetta o Violctta; Apertorium alphabetale) negli anni ' 7 0 del XV secolo, anni in cui intrattenne anche una corrispondenza d'argomento alchemico con il nobiluomo veneziano Andrea Ogniben. Elucidarius, in L. Zetzner, Theatrum Chemicum VI (Strasburgo, 1 6 5 9 ) , p. 2 0 3 : 'Contrarium autem a Raimundo Lulio, Arnaldi de Villanova discipulo, asseritur'. Elucidarius, p. 2 0 7 : 'Deus omnipotens plures alias liberationis vias habet et alchymicis opibus non eget. Quas si Raymundus Lullius Eduardo regi in immensa auri summa in illum finem subministravit, ut in Barberiam proficisceretur, et totum illum regnum ad religionem Christianam converteret, res tamen non ex voto successit, quamvis se Deo rem acceptam et gratam praestare putarit. Nam praefatus rex multomm navium classe Galliam appulit ct illam sibi prius subiugare volebat, multumque sanguinis Christiani fudit, Raymundo vero se quamprimum domum redire Barbariam petitum promisit et plus auri conficere iussit. Raymundus autem super hac re multo animi dolore affectus et iratus ex Anglia sc subduxit'. L'uso del Dc consideratione quintae essentiae di Giovanni da Rupcscissa permette di considerare il 1 3 5 1 - 2 come terminus post quem (Halleux, 'Les ouvrages...', stabilisce attorno a quegli anni la composizione del testo rupescissiano), mentrc il piu antico manoscritto conosciuto del tcsto pseudolulliano risalc alla finc del XIV o agli inizi del XV sccolo (Ms Oxford, Bodleian Library, 6 4 5 ) . 17 18 10 2 0 M. 150 PEREIRA consicleratione quintae essentiae di Giovanni da Rupescissa , al quale aggiunge una terza parte (la Tertia distinctio) in cui applica alYopus alchemico ]e tavole combinatorie delFarte di Lullo. Egli tuttavia si sforza di strutturare 1'opera in maniera unitaria, aggiungendo alTinizio e alla fine due brevi pezzi, scritti in uno stile che richiama molto da vicino quello di Lullo, che racchiudono come in una cornice il contenuto alchemico delFopera Nel prologo viene descritto i'incontro di Raimondo con un monaco, il quale, conoscendo per fama il sapere del grande filosofo, gli chiede di comporre per lui 'secretissimum compendium de infirmitatum remediis" . Dopo la fine del testo, un nuovo dialogo fra Raimondo e il monaco si apre con la meravigliata constatazione di questultimo per il fatto che il compendium richiesto risulta essere un trattato di alchimia medica (e non solo medica, per la verita, giacche il Liber de secrctis naturae tratta anche della trasmutazione dei metalli e della composizione di pietre preziose artificiali). Alle domande sempre piu incalzanti del monaco, che cita alcuni dei testi lulliani (autentici) contrari all'alchimia e accusa in pratica Raimondo di incoerenza, questultimo risponde asserendo che una lettura non superficiale della sua filosofia rivela 1'accordo di fondo fra questa e 1'arte trasmutatoria . Unaffermazione cosi netta esclude naturalmente la possibilita di una conversione aH'a]chimia esclude cioe uno degli elementi-chiave della 21 2 S 2 4 - II carattcre composito dell'opera e stato sottolincato da ThorndiI<e {UMES IV, pp. 37-45) e piii reccntemente da Halleux, 'Les ouvrages...', pp. 2 7 0 - 2 7 3 . -- Ho analizzato la struttura di quest'opcra e le principali tematichc in essa affrontatc. nel mio articolo 'Filosofia naturale lulliana e alchimia', nel quale ho anehe dato la prima cdizione del testo delTeriilogo. - Liber de secretis naturae scu de quinta essentia (Augsburg, 1 5 1 8 ) , f. 103 rccto (Tutta la situazione descritta nel prologo ricorda molto da vicino quella descritta nclle paginc iniziali deWArbor scientiae). Liber de secretis naturae. 'De disputatione nionachi'. iu Pereira, 'Filosofia naturalc lulliana e alchimia', pp. 7 6 6 - 7 6 7 : 'Raimunde, dixit monachus, possibile est hoc quod tu dicis. Sed quid dicemus? quia tua ars asserit contrarium, ut patet pcr Felicein ct pcr Librum entis realis et rationis et per Artcin magnam et per Arborem scientide ct per caetera multa alia volumina, in quibus asseruisti contrarium huius, quod hic dixisti. Sed scis tu bene, Raimunde, quod ille qui contrariatur arti suae non audiri debet nec sua arte canonizari'. Rcspondit ei Raimundus: 'Si tu utiquc eognovisses principia naturalia et elevasscs utique intellcctum, scires tu quod in Iibris artis meae nihil eontrarii huius, quod hic designavimus, in eis scribere. Si igitur rcspiceres discursum huius artis ct principinrum mcae artis, invenies triangulum viridem inter ambas artes existere sinc contrarietate finium principiorum...'. Come gia notava 1'erudito setteccntesco J. Custurer, nclla sua lettera a Sollier dcl 2 4 settembre 1 7 1 1 (edita in Gottron, L'edici6, p. 5 7 ) : 'Vel Lullius in hac re mutavit sententiam vel non? Si primum, quod vidcs a ehimicis asseri et confirmari tcxtibus Lulli, diaIogus iste non cst Raymundi, siquidem in illo plane asseritur, nihil in suis libris esse contra artem chimicam, quod certe libris Raymundi non convenit: non idem est huius et eorum auctor. Deinde non est libre Raymundi, qui, si mutavit sententiam, non debuit illo cap. 4 fraudulcnter et mendose suam celare ignoranliam antiquam, quod eius aequitati. l : u LA L E G G E N D A DI L U L L O ALCHIMISTA 151 leggenda. D'altra parte, ne nel prologo o nell'epilogo ne alTinterno del testo ci sono assolutamente accenni positivi al viaggie in Inghilterra. E'assai improbabile che un assertore delFattribuzione di opere alchemiche a Lullo qual e l'autore/compilatore del LiZ;er cle secretis naturae non si sarebbe servito del riferimento alla leggenda, se questa, o parte di essa, fosse stata disponibile al momento della composizione delFopera. Del resto, per la maggior parte, i testi del corpns alchemico pseudolulliano composti fra il X I V secolo e gli inizi del X V secolo non riportano alcun aspetto della leggenda, non piu di quanto non si trovi nei testi citati finora. Esiste pero, ali'interno della collezione alchemica pseudolulliana, un gruppo di opere, che sono caratterizzate, fra laltro, proprio dalFesplicito e costante riferimento alla leggenda di Lullo alcliimista ; esse ci sono state tramandate solo da un ristretto gmppo di manoscritti di epoca tarda, e in qualche modo, paradossalmente, potrebbero essere definite come 1'unico vero e proprio corpus pseudolulliano. In realta, questi scritti non sono 2 0 2 7 ingenuitati et modestiae non congruit; nec ita ieiune lectorcs ad quaestionarium remittere debuit, imo se apcrte retractare, quod merito laudatur in Augustino, et plane explicare, quid in sui scriptis cohaeret, quid non cohaeret cum olim a se reiecta arte chimica, quae tunc in sencctute tradcndam et patrocinandam suscipicbat. Ultra non est liber Raymundi, qui si mutasset sententiam etiam quoad aliquam quae in Arte magna tradidisset, non inique cap. illo 6 garrulitatis et sophisticationibus crimine accusasse eos, qui saltcm aliqua agnoverant in Arte magna contraria arti chimiae. Si autem contra chimicorum placitum et effugium cligatur secundum. nempc Raymundum non mutasse scntentiam, ruit omnino tota illa de Arnaldo Villanovano historiola, in qua praetensa Raymundi alchimia niticur; siccantur etiam illi eiusdem chimiae fontes Hbri Codicilli Lulli, Libri cle experimentis et Testamenti, unde fabclla ista videtur habuisse originem'. -'" I testi fondamentali. compresi in tutti i cataloghi delle opere alchcmiche pseudolulliane composti nel XV sccolo e nelle maggiori collezioni manoscritte, sono: Testamentum, Liber de secretis nc.turae cd Epistola accurtaiionis. Quasi sempre presenti sono: Apcrtorium. Coclicillus c Liher lapidarii. Inoltre: Ars conversionis Mcrcurii et Saturni in aurum et conservationis humani corporis. Ars intellectiva, Ars operativa medica, Compendium animae transmutationis mciallorum, Compenclium artis alchimlac, Libcr de intentione aichimistarum, Liber de itwestigaiione secreti occulti. Per maggiori dettagli su cataloghi e collczioni manoscrittc cfr. il mio lavoro indicato alla nota 1, cap. 2.4, nonche le schede delle singole opere ivi contenute. Si tratta delle seguenti operc: Angelorum tcstamentum sccretum, Apertorium animae, Commentum super lapidem philosophonnn, Compenclium et liber lumen luminis de inteniione alchemistarum, Liber angelorum de conservatione citae humanae et cle quinta essentict, Liber angelorum iestamenti cxperimcntorum, Libcr de secreto occulto naturae caelestis. Liber de sccreto sccundo lapidis philosophici, Secunda magia naturalis, Fons scientiae divinae philosophiae, Libcr ad sercnissimam reginam Leonoram, Libcr caelcstis, Liber dc moclo sublimandi vivum argentum, Liber de sacrata scientia Beati Joctnnis Evangelistae, Liber sponsalitii, Thcsaurus sanitatis. Qucsti sono i testi conservati in almeno tre manoscritti fra i segucnti: Fircnzc. Biblioteca Xazionale Centrale, II iii 2 8 ; Firenze, Bibliotcca Nazionale Ccntrale, Magl. XVI. 4 3 - 5 8 ; Graz, Universitatsbibliothek, 4 2 ; Mainz, Priesterseminar, s.n. (2 manoscritti); Miinchcn, Bayerische Staatsbibliothek, clm 1 0 4 9 3 ; Miinchen, Bayerische Staalsbibliothck, clm 1 1 0 3 1 - 1 1 0 3 2 ; Pesaro, Biblioteca Oliveriana, 1 5 9 5 I-IV. E ' probabile che Ia collezione completa includa altre opere, conservatc solo in uno o due tcstimoni di qucsla tradizionc. Per maggiori dettagli cir. il mio lavoro citato alla nota preccdente, cap. 2.5 e le schcdc dellc singole opcre. 27 152 M. P E R E I R A compresi in alcuno dei cataloghi di opere alchemiche pseudolulliane compilati fino al X V I secolo , ma sono tutti quanti dotati di dcttagliatissime fonnule dlncipit, prologhi e colophon nei quali l'attribuzione a Lullo e fatta con grande abbondanza di particolari, e che spesso riecheggiano colophon o incipit delle opere piu antiche e famose del corpus, ed in particolare quelli del Testamentum - \ Llnteresse di questi scritti, composti evidentemcnte alla fine del processo di accrescimento della collezione alchemica pseudolulliana, e diffusi, al cadere del X V I secolo, in ambienti italiani , risiede soprattutto nel fatto che essi sembrano testimoniare obliquamente alcuni importanti caratteri del corpus: in primo luogo, 1'importanza fondante del Testamentum, e delle altre opere a cui si richiamano nei titoli e negli explicit ; la particolare composizione del corpus alchemico pseudolulliano, che viene indicata in questi testi mediante 1'attribuzione della dedica a tre diversi re (a Roberto gli scritti considerati piu antichi e oscuri; ad Edoardo un gruppo intermedio, ed a Carlo questultimo gruppo, di cui si afferma che costituisce il compimento e la chiarificazione di tutta 1'alchimia pscudolulliana) -; infine, la compiuta elaborazione della leggcnda, con il tenta2 8 ! :;o :il :1 I maggiori cataloghi di opere alchcmiche pseudolulliane compilati dal XV al XVII sec. sono conscrvati nei seguenti manoscritti: Barcelona, Bibliotcea de Catalmiya, 1727, f. 51r; London, British Lilirary, Sloane 7 5 , f. 1 8 5 ; Venczia, Biblioteca Nazionale Marciana, lat. VI. 2 1 5 , f. 156r; Paris, Bibliotheque Nationale, lat. 7 1 6 2 , f. 141 r-v; Firenze, Biblioteea Medicea Laurenziana, Ashb. 1 9 0 , f. 67r; Milano, Biblioteea Ambrosiana. D. 130 inf., f. 212r2 1 5 r ; Citta del Vaticano, Biblioteca Apostlica Vaticana, Barb. lat. 2 7 3 (pubblicato da L. Perez Martinez, 'Los fondos...'). Tutti questi cataloghi, tranne 1'ultimo, sono pubblicati nel cap. 2.4, note 3-8 del mio lavoro piii volte citato. Aleuni esempi: nella foimula d'incipit del Testamentum ultimum sccrctum angelorum si dice: 'traditum fuit hic liber a dieto divino Raymundo Carolo de Vindestot Anglorum Principe Serenissimo in fide seereta contra inimicos Sanctae Matris Ecclesiae' (clm 1 0 4 9 3 , a, p. 4 ) ; il colophon del Liber angelotum testamenti experimentoruin data 1'opera in questo modo: 'Fccimus in Sancta Eeelesia divae Catharinae Lundini anno salutis 1357' (ivi, b, p. 1 6 6 ) ; il Liber angclorum de conservatione humanae vitae et de quinta csscntia si apre con una formula in sfile lulliano e con dettagli chc richiamano la leggencla: 'In nomine Sanctae et Individuae Trinitatis incipit Liber de conservatione liuiuanac vitae traditus nobis a divino Rayrmmdo Lullio Majorico Philosopho ordinis Praedicatorum, datus Lundini in aede sanctae Catharinae, qucm predictus Religiosus appcllavit Librum angelorum quintae essentiae, quem ab angclis ipsc, qui erat angelus, qui erat christianus. dcvotissimus religiosus habuit . . . ct mihi Carolo traditus, ut eum eustodire debeam contra infidelcs, paganos. iudaeos, idolos qui non cessant molestare christianos...' (ivi, d, p. 1). a *° Cosi sembrano attestare i manoscritti piu antichi. conscrvati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. I manoscritti conscrvati in bibliotcche tcdesche sono piu tardi (XVII/XVIII scc.) e probabilmente legati agli interessi e alle ricerche di Ivo Salzinger. ' Cfr. i primi titoli della scrie riportata alla nota 27 e gli esempi riportali alla nota 2 9 . che si potrcbbero moltiplicare senza sforzo. Liber angelorum de conscrcatione vitae, MS cit., p, 2 8 : 'Diximus aliis in libris nostris Regi Roberto dedieatis sub cooperta clavi, sed illustrissimo ct screnissimo Rcgi Eduardo patri tuo diximus aliquid veritatis. In hoc autcm brevi traetatu, Fili, volumns tibi dicerc omnia rcalitcr et fideliter'. II triplice eleneo dci Iibri dedicati a ciascuno dei re e contenuto nel Tcstamcnlum ullimum secrctum angelorum, MS cit., p. 3 0 . : 1 M LA L E G G E N D A DI L U L L O ALCHIMISTA 153 tivo di conciliare le antiche dediche ai diversi re mediante la creazione di una genealogia regale, con i cui membri Raimondo avrebbe avuto rapporti di tipo diverso: con Roberto avrebbe subito 1'inganno e 1'imprigionamento; da Edoardo, figlio di Roberto, sarebbe stato aiutato e incoraggiato nelle sue ricerche alchemiche; nel principe Carlo, figlio di Edoardo. avrebbe trovato il discepolo ideale, a cui svelare in ultimo tutti i segreti dell'alchimia . In effetti, il testo della leggenda nella forma compiuta nella quale t* utilizzata da queste opere, si trova conservato negli stessi manoscritti nei quali questo particolare e ben definito settore del corpus ci e tramandato Che poi la diffusione di questa versione della leggenda non fosse limitata alFinterno della tarda tradizione pseudolulliana, ma trovasse autorevole udienza anche in opere erudite quali quelle di Olaus Borrichius , non fa che sottolinearne 1'importanza e 1'interesse. Benche non sia quindi 1'unico racconto che tramanda le vicende leggendarie di Lullo alchimista , ne abbia particolari pregi dal punto di vista letterario, ha il carattere di un documento storico interessante perche, prodotto alFinterno del corpus pseudolulliano nelle sue tarde propaggini, risulta essere una delle fonti alle quali le discussioni erudite sulla considerazione di Lullo come alchimista hanno attinto: fra i sostenitori deH'autenticita degli scritti alchemici pseudolulliani, oltre a Borrichius, certamente Salzinger ha conosciuto questa versione della leggenda. :i:i 3B :ili Diamo percio di seguito il testo della leggenda, stabilito sul manoscritto piu antico conosciuto, il Magl. XVI.50 della Biblioteca Nazionalc Centrale di Firenze ^ . La presenza di numerose mende nel corso del 7 Cfr. il testo della leggenda riportato in sejmito. Firenze, Biblioteea Nazionale Centrale, Magl. X V I . 5 0 ; Graz, Universitatsbibliothek, 4 2 ; Miinchen, Bayerische Staatsbibliothek, clni 1 0 4 9 3 , d; Miinchen. Bayerische Staatsbibliothek, clm 1 1 0 3 2 (descriptus dal precedente); Pesaro, Biblioteca Oliveriana, 1 5 9 5 III. Cfr. O. Borrichius, De ortu et progressu cJiemiue dissertatio (1668), in Manget, cit., I, pp. 1-37, in part. pp. 3 2 - 3 5 . Borrichius, che cra un assertore delTautcnticita dcll'a!chimia pseudolulliana, cerco di dare una spiegazione storicamente consistente della genealogia rcgale: Edoardo sarebbe stato Edoardo I d'lnghilterra, che combatte contro i Francesi; Carlo e Robcrto sonn identificati con i re Angioini Carlo II (1282) e Robcrto (1309). Di conscguenza, Borrichius suppone che Cremer dovette essere vissuto al tempo di Edoardo I. cioe durante gli anni della vita di Lullo. Esistono alTinterno dclla tradizione lulliana altre due versioni dclla Icggcnda, risaIcnti anch'esse al tardo XVI secolo, una delle quali e conservata ncl medesimo manoscritto magliabechiano che riporta la Historia (Lumen cJaritatis ct flos florum, Ms Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. XVI.50, ff. 54r-81v); 1'altra, dovuta alla penna di Ettore Ausonio, medico e scguace delTalchimia lulliana nella Milano del ' 5 0 0 , c riportata airinterno dcl suo Trittlato sopra Varte deWalchimia ( 1 5 5 1 ) , nel Ms Milano, Biblioteca Ambrosiana, Q. 118 Sup., ff. 9r-10v. II manoscritto, che appartiene ad una collczione dai carattcri omogcnci, comprendente i manoscritti magliabeehiani della classe XVI, nn. 43-58, e un codice del XVI sec. cx. o dci primi anni del XVII scc., in 8.", di ff. 87, scritto da un'unica mano. Sul recto dcl foglio di guardia una sigla (AD 50) e 1'indice del contenuto. Al f. 53r una figura cir8 8 M 8 5 8 8 n i 154 M. PEREIRA testo mostra che questo manoscritto e la copia di un originale oggi sconosciuto, ma forse non ignoto al copista del Ms clm 14093, le cui lezioni —che tuttavia potrebbero essere anche congetturali— restituiscono nella generalita dei casi completa leggibilita al testo (le lezioni del manoscritto monacense sono riportate fra parentcsi tonde). BIBLIOGRAFIA M . Berthelot, " S u r quelques ecrits alchimiques en langue provencale se rattachant a 1'ccole de Raimond L u l l e " , Journal des Savants ( 1 8 9 1 ) , p. 6 2 8 (repr. in La chimie, pp. 3 5 1 - 3 5 5 ) . A. Bonner ed., Selected Works of Ramoii Lull (Princeton, 1 S 8 5 ) , 2 vols. G . Carbonelli, Sulle jonti sloriche della chimica c delValchimia in Italia (Ronia, 1 9 2 5 ) . T . v f. Carreras y Artau, Historia de la filosofia cspaiiola. Filosofia cristiana de ios ' siglos XIII al XV (Madrid, 1 9 3 9 - 4 3 ) , 2 vols. (Ca). T . i J . Carreras v Artau, " D u e s notes sobre el lullisme trecentista", EL 16 ( 1 9 7 2 ) , 231-249. 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Consideraciones criticocientifico-cuinjiarativa.s sobre varias de las doctrinas que profesaba este lluminado Doctor (Palma, 1 8 6 6 ) . E . Wickcrsheimer, Dictionnaiie biographicjue des medecins en France au Moyen Age, nouv. ed. sous la direction de G . Beaujouan, avec D . Tacquart, Supplement. Firenze, Biblioteca ff. lr-14r Nazionale Historia quando transmutationis Raymundus Magl. Lullus didicerit et quando gliam ad R e g e m / f.lr Centrale, M S XVI.50 Maioricanus ac qua Comes scientiam de causa traiecerit in An- Rupertum / In n o m i n e D o m i n i nostri Jesu Christi. E g o R a v m u n d u s Lullus Comes Maioricanus r e g n a n t e serenissimo ct Illustrissimo Principe J o a n n e R e g e Lusita- niae Portugallensis miseri- Anno salulis nostrae M " C C " L V " , c u m mihi D e u s cors propter suam infinitam bonitatem concessisset, quod famosissimus Arnaldus N o v a v i l l a D o c t o r e t P r i n c e p s m e d i c i n a e instruxerit in s c i e n t i a p h i l o s o p h i a e creta; poslquam Parisiensi cum eodem commoratus rerum naturalium fui d o c t o r e et m a g i s t r o m e o a l i q u o t per Dei gratiam satis bonam a n n o s in cognitionem o c c u l t a r u m , m a x i m e v e r o in s c i e n t i a v e g e t a b i l i u m , se- studio habens animalium e t m i n e r a l i u m , e t in m e d i c i n a u n i v e r s a l i a d s a n a n d a o n m i a c o r p o r a i n f i r m a ; de Gallia discedens, reversus sum ad civitatem Lisbonae Portugalliae atque contuli m e ad serenissimum et i l l u s t r i s s i m u m regem Joannem dominum meum, eique a p e r u i a c m o n s t r a v i v i r t u t e m q u a m m i h i D o m i n u s / f . l v / c o n c e s s e r a t p e r gratiam singularem principe eius filio propter quod summo ipse serenissimus me honore amplexi rex sunt dominus ac plus meus etiam, una cum quam ego merebar. I s t e a u t e m r e x s e r e n i s s i m u s c o l l o c a v e r a t in m a t r i m o n i u m serenissimo Anglorum regi, contra q u e m que principes (dicto) regi Terrae Ruperto bassae bellum vi surripuissent: movissent, de filiam c u m illis t e m p o r i b u s et m a i o r c m graviori periculo suam Rupeito Rex Galliac regni timens, partem ac aliidico impctu 150 M. maiori, misit legatos atque succursu. PEREIRA ad serenissimum Itaque ipse regem serenissimus dominum dominus m e u m pro meus legatos eius auxilio dimisit cum inagna summa pecuniarum. S e d modico tempore post, cum rex Rupertus gra- vius a suis h o s t i b u s p r e m e r e t u r , c o a c t u s fuit d e n u o a d s o c e r u m s u u m l e g a t i o n e m mittere pro succursu. Quapropter r e x J o a n n e s s e r e n i s s i m u s , m o t u s p e r i c u l o sui h e n e r i , m e accer- sivit a d s e , et t a l i a l o c u t u s e s t : ' R a y m u n d u s c o m e s , R u p e r t u s r e x A n g l i a e meus gravissimo bello opprimitur ab hostibus extraneis q u e m a d m o d u m nisi s u m m a providentia Dei sibi s u c c u r r a t o m n i n o I d e o valde te rogo propter amorem illud r e g n u m transire c u m nostra spoliabitur tuum egra (erga) elassi / f . 2 r hener suis toto regno et suo. m e , u t sis c o n t e n t u s / quoniam scio, cum tu in Ray- m u n d e ibi p r a e s e n s f u e r i s , t a n t u m efficies c u m s c i e n t i a t u a , q u o d R u p e r t u s rex m a i o r e m m i l i t u m n u m e r u m p o t e r i t c o n s c r i b e r e p r o l i b e r a t i o n e r e g n i sui. Aliter ego nullum remedium vedio (video) salutare propter bellum ingens q u o d fervet e t p o s t tres a n n o s , c u m h e n e r m e u s se l i b e r a v e r i t a t a n t o p e r i c u l o e t inimicos suos e x p u l e r i t , l e g a t o s m e o s a d t e m i t t a m , q u i t e r e d u c a n t in r e g n u m m e u m ' . Haec cum dominus meus serenissimus locutus esset ego respondi: n i s s i m e et i l l u s t r i s s i m e p r i n c e p s D o m i n e m i , e g o s e r v u s t u u s u s q u e a d 'Seremortem n o n p o s s u m f a c e r e q u i n o b o e d i a m m a n d a t i s t u i s , e t i a m si m o r i m e o p o r t e r e t ; n o n deero perficere quantum mihi maiestas vestra percepit (praecepit), quia vestris iussis p r o m p t i s s i m u s e s s e semper volo'. Postea, c u m p a r a t a esset classis, salutato r e g e d o m i n o m e o , o m n e s mus naves et a portu L i s b o n a e solventes, a c foeliciter diebus appulimus ad portum Angliae civitatis ascendi- navigantes, paucis Lundini. Inde post descendentes terram profecti sumus in civitatem, cum nobis occurrisset m a g n a multitudo in cum s u m m o h o n o r e et i p s e r e x R u p e r t u s l a e t i s s i m e nos a c c e p i t . A d q u e m e g o l o c u t u s / f.2v / sum nomine serenissimi regis domini mei de omni eo q u o d necessarium erat ad fabricandum magisterium nostrum transmutationis metallicae. Ipse autem s e i e n i s s i m u s r e x R u p e r t u s a s s i g n a v i t m i h i t u r r i m L u n d i n i in q u a p o s u i p r i n c i p i a artis n o s t r a e , f a b r i c a v i f u r n e l l o s e t s t u f a s a d i p s a m a r t e m n e c e s s a r i a s , e t in novem mensium feci videre eidem rcgi q u a n t u m foret ingenium D e o o m n i p o t e n t e c o n c e s s u m . N a m f e c i ei t a n t u m undecies decies centies mille mediante lapide minerali aureorum qui q u i d c m aurum, quod ascendebat numerorum (nummorum): boc ex q u a mirabiles ( p r o i n d e ) est lapis a l t i s s i m a e e t transmutationes faciebam. Omnis profun- autem cipi, ad h o c ut serenissimus meus dominus cognosceret, m e nihil magis ipsi o b s e q u i a t q u e s a t i s f a c e r e in e o q u o d a me dabat intentio m e a e t o m n e d e s i d e r i u m e r a t in a p e r i e n d i s m e i s v i r t u t i b u s isti s e r e n i s s i m i quam ad autem dissimae scientiae. E x eo enim mineram m a g n a m feci, q u a e quotidie mihi medicinam, fine m e u m , niibi a prinoptaie postulaverat. I t a q u e d i c t u s r e x R u p e r t u s in m o d i c o t e m p o r e s u b s i d i o / f.3r / nostrorum thesaurorum sic expulit inimicos suos, ut recuperaverit omnes suas terras, aliasq u e insuper multas debcllavit a n t e q u a m b e l l u m istud finiretur. E g o autem Ray- m u n d u s , cupiens talia f a c e r e , ut f a m a mei nominis perveniret ad posteros u s q u e ad consummationem saeculi, exortus sum f a c e r e principium practicae mercurii v e g e t a b i l i s , a b o m n i b u s p h i l o s o p h i s resolubilis v o c a t i , e t spiritus c a e l e s t i s , n a t u rale sulphur, et mercurius domino omnipotenti Deo vivus, stella creata serena, pro fabricanda elevata scientia super ista circulos divina: caeli a quemad- LA L E G G E N D A DI L U L L O modum d i x i m u s in Testamento 157 ALCHIMISTA nostro ultimo secreto, ubi sigillatim sine aenig- m a t e t o t a m s c i e n t i a m r e v e l a v i et a e n i g m a t a p h i l o s o p h o r u m resolvi a p t e e t c l a r e , i t a u t c u m D e i auxilio c u m illo l i b r o a l i i s q u e m e i s s e c r e t i s a m p l i u s e r r a r e non p o s s i t i l l e ( p o s s i n t illi), in q u o r u m m a n u s p e r v e n e r i n t libri t a l e s , d u m m o d o boni cum bono animo, servi domini nostri J e s u Christi, non occiderint p r o x i m u m , n o n r e m a l i e n a m s u s t u l e r i n t , n e q u e usuris, n e q u e r a p i n l s rint, q u i a q u i / f.3v sint suum consense- / ista f e c e r i n t n o n p e r m i t t e t ( p e r m i t t i t ) D e u s illos habere t a m m a g n u m et p r e t i o s u m d o n u m ; s e d si e r u n t viri b o n i et s a n c t a e v i t a e , c a t h o lici e t e v a n g e l i c i , ipsis a d i m p l e t u r ( a d i m p l e b i t u r ) o m n e e o r u m Ego fama vero Raymundus, mea quantum per universum potui celavi etsi quam mundum clavem plurima spargatur, huius volumina tamen pretiosissimae desideriuin. scripserim ad hoc, in illis n o n scientiae. aperui, Nolite ut sed autem, o vos in q u o r u m m a n u s p e r v e n e r i n t m e i libri s e c r e t i , p u t a r e nos p o s s e p e r p r i s c o r u m p h i l o s o p h o r u m l i b r o s , n e q u e e t i a m p e r m e o s p r o p r i o s , a d artis cognitio- Testamentum d e c a r b u n c u l o m a g n o ; Testamentum artis caelestis d e l a p i d e m i n e r a l i , Testamentum angelicum magnorum experimentorum, Librum sapientiae, q u e m a p p e l l a v i Cor meum, Librum caelestem, Librum angelorum de conservatione humanae vitae, e t Testamentum meum secrelissimum angelorum, d i c t u m Lapidarius benedictus. n e m p e r v e n i r e , nisi h a b e a t i s m e u m s e c u n d u m et u l t i m u m Q u i e n i m hos libros h a b u e r i t , t h e s a u r u m voluerit. Non / f.4r / habentes autem magnum habebit, facietque istos l i b r o s confundentur, et quicquid omnibus f r u c t i b u s a c o m n i fine f r u s t r a b u n t u r . Q u o ( q u i a ) d i c o v o b i s in v e r i t a t e et s u p e r a n i m a m m e a m q u i a in illis libris n u l l u m m e n d a c i u m d i x i m u s . Ars e n i m est v e r a , g e n e r a n t e ( g e n e r a t q u e ) n a t u r a ipsa c u m a d i u t o r i o m a g i s t e r i i Ego enim Raymundus perfeci atque complevi nostri. carbunculum magnum, qui est m a x i m u s t h e s a u r u s p e r p e t u u s s c i e n t i a e v e g e t a b i l i s et a n i m a l i s , c u i u s p r a x i m Ultimo Testamento, i n t e g r a l e m d e d i m u s in in q u o e t i a m a p e r u i m u s c l a v e m to- tius p h i l o s o p h i a e s e c r e t a e , a m p l i u s a u t e m u t e n t e s a n t i q u i s a p i e n t e s e t nos e t i a m spiritu nostro caelesti vegetabili resolubili ad f a c i e n d u m aurum D e i , idest, pot a b i l e a d s a n a n d a i n f i r m a c o r p o r a a b o m n i a e g r i t u d i n e q u a n t u m v i s d e s p e r a t a et a d t u c n d a m s a n i t a t e m e t s e n e c t u t e m r e t a r d a n d a m , i m o ad r e s t i t u e n d a m tutem deperditam et conservandum omnipotenti praefixum. Non enim robur usque ad terminum nobis a est r e m e d i u m contra mortem sed n o s t r a e t e r m i n o p o s s i b i l e est p e r p e t u a m s a n i t a t e m c o n s e r v a r i , / f.4v c u m sola m e d i c i n a n o s t r a . H a n c a m e e x c e l l e n t i s s i m a m mcdicinam iuvendomino in vitae / q u o d fit poteris per- Testamento experimentorum nostrorum e t Libro sapientiae n e c n o n e t Libro expcrimcntonun medicinalium, in q u i b u s a p e r t i s s i m e c u m ( e t ) m a g n o Libro de conservatione (vitae add.) m o d o s d e s c r i p s i m u s p r i n c i p a l i s s i m o s a d s a n a n d a c o r p o r a i n f i r m a . S e d a n l e o m n i a est n o s t e r Liber secretissimae divinae nostrac magnae (magiae) sccundae s e c r e t i s s i m u s , in q u o d e d i c i p e r e in m e o p r e c i o s i s s i m o mus omnia principia artis e t i n s t r u m e n t a opportuna ad magisterium nostrum. S e d d e hiis o m n i b u s l a t i u s h a b e t u r in dictis libris. Ego vero c u m diu mansissem ille r e x t i r a n n u s s e d a t o bellico in A n g l i a s u b r e g e tumultu (om.) ad haec secrela Ruperto, animum cumque convertisset, c o n i e c i s s e t q u e m e in c a r c e r e s c o n t r a i u r a m e n t u m m i h i p r a e s t i t u m , u t m i h i libros et secreta depredaretur, tandem mala morte correpto ipso r e g e , s u b Eduardo s e r e n i s s i m o eius filio p o s t a s s u m p t a m c o r o n a m r e g n i vixi m u l t o s a n n o s , et quia 158 M. P E R E I R A erat benevolus scripsi egra (erga) me / f , 5 r / et p r o f u n d a s et vir devotissimus, multa volumina t h e o r i c a s n o s t r i m a g i s t e r i i . Is a u t e m E d u a r d u s c u m filium c o n c e p s i s s e t nomine Carolum, ipsum ad eum serenissimus adulta aetate bonis literis i n s t r u c t u m a c o p t i m i s m o r i b u s i m b u t u m , p l e n u m o m n i h u m a n i t a t e et b e nignitate quantum nissimus mihi cognitas in o m n i quivis tradidit alius p r i n c e p s in m a n u s parte meas philosophiae in u n i v e r s o ut eum naturalis. mundo, docerem Ipse pater omnes autem eius sere- scientias princeps mihi me plus- q u a m p a t r e m eius p r o p r i u m d i l i g e b a t , a d e o u t n u m q u a m a m e s e p a r a r e t u r , m e c u m e s s e t s e m p e r d i e b u s a c n o c t i b u s . E g o i g i t u r c u m illum v i d i s s e m m i h i d e b i t u m et b e n e v o l u m , f e c i ei o c u l i s v i d e r e e t m a n i b u s p a l p a r e transmu- t a t i r . n e m m e t a l l o r u m i m p e r f e c t o r u m p c r m a g i s t e r i u m artis n o s t r a e n a t u r a l i s a Deo omnipotenti concessae, dedique ei o m n e m meam scientiam sed tantum et mihi clavem a p e r t a m s e c r e t o r u m n a t u r a e u t v i d e r e ( v i d e r i ) p o t e s t in o m n i b u s t e s t a m e n t i s ipsum serenissimum principem filium Quapropter partim violentia tate Eduardi et / f . 5 v quam potui postea Portugalliae, sed meum Ruperti dilectissimum regis, partim benevolentia / Caroli successorum redire complevi ad dominum aetatem in r e g n o A n g l i a e meum meam serenissimum in L u n d i n o , et benigni- detentus, num- Joannem factus regem monacus sancti D o m i n i c i o r d i n i s in s a n c t a C a t h e r i n a L u n d i n i . I n e s t r e m o a u t e m s e n e c t u t i s condidi Testamentum, descriptum in Lapidaiio ad intitulatis. nostro henedicto, praefato principi Carolo, quem liaeredem m e u m universalem meae mandavique constitui, ut post o b i t u m m e u m c a d a v e r n o s t r u m h u m a r e t u r in e c c l e s i a s a n c t a e C a t h e r i n a e e t p o s t l e g a t a m u l t a ipsi h a e r e d i m e o r e l i q u i in a u r o p e r m e f a c t o v a l o r e n o n a g i e s cies centies mille aureorum n u m e r o r u m (nurnmorum), qui sunt vulgo m i l i o n e s a u r i et f e r e t o t i d e m erant inextimabiles. Vixeram septuaginta octo, annum in g e m m i s p r e c i o s i s , in A n g l i a cum haec de- nonaginta praeter illas g e m m a s quae scribeam (scribebam) annos agens aetatis m e a e centesimum vigesimum secundum p e r D e i g r a t i a m et v i r t u t e m m e d i c i n a r u m n o s t r a r u m s e m p e r r o b u s t u s et i u v e n i s aetatis annorum / f.6r / Rcfcrt quadraginta. hic Raymundus q u a e sibi a c c i d e r i n t q u i ei a u f e r r e v o l e b a t l i b r o s et s e c r e t a s u a Anno salutis millesimo trecentesimo sub Ruperto rege octavo ego Raymundus Lullius M a i o r i c a n u s t r a n s i v i in r e g n u m A n g l i a e c u m v o l u n t a t e d i v i n a t e m p o r e mi Ruperti regis Anglorum. Erat aulem tiranno naturalia. Rupertus vir robustus, v a l d e , c o r p o r e p r c c e r u s , l i a b e n s m a g n u m c a p u t ct b a r b a m sed comes serenissifuriosus subruffam, latam et n i g r a m f a c i e m c u m oculis a l b i s , p a u c a l o q u e n s , c h o l e r i c u s e t t i r a n n u s . C u m hoc r e g e fui e g o R a v m u n d u s , ma- nibus inimicorum et tempore q u o ego liberavi regnum suum de suorum q u a n d o iam omnis sua substantia crat annichilata sola c i v i t a s L u n d i n i et c a s t m m eius sibi r e m a n s e r a t . N o s a u t e m p e r g r a t i a m fecimus thesaurum suorum (multorum) iuieiurando magnum et tutavimus inimicorum. Ipse regnum autem praestito ante imagine Jesu rex ac eripuimus Rupertus de nobis faucibus iuravit C h r i s t i , se p o s t / f . 6 v / et Dei sub liberationem r e g n i sui f o r e m e t r a n s m i s s u r u m in R e g n u m P o r l u g a l l i a e c u m c l a s s i s u a e t l e gatis ad horrendis observavit regem meum. sacramentis, nobis. Itaque sed nobis postea pluries tamquam confirmavit cum tirannus plenus et aliis magnis avaritia et nihil LA L E G G E N D A DI L U L L O Nam ALCHIMISTA 159 q u a n d o liberatum fuit r e g n u m s u u m sub simulatis obsequiis primum, p o s t c a vi a p e r t a t e n t a v i t n o b i s r a p e r e l i b r o s n o s t r o s , et v o l e b a t u t sibi m a n i f e s taremus secreta naturae, quae D e u s nobis dedit, et revelare per angelum fecit a c p e r c i p e r e ( p r e c i p i ) u t n u l l i m a n i f e s t a r e m u s , nisi u n i , e t n o n a m p l i u s , q u i sit vir bonus c a t h o l i c u s , timens D e u m , non avarus, non superbus, sicut erat rex Rupertus, malevolus, rapax, avarus, qui volebat nobis nostra secreta et implere Magnam totam enim domum suam quantitate auro et t h e s a u r i s virgularum aurearum nostros. sibi Harpia fecerimus ipse rapere, insatiabilis. et thesauruin m a g n u m qui a s c e n d e b a t ad valorem decies septies decies centies mille aureorum n u m e r o r u m ( n u m m o r u m ) , et v a s a infinita ex a u r o q u i b u s s e r v i e b a t u r / f.7r / s i b i pro supellectile doinus suae. T a m e n iste t i r a n n u s avarus t a m q u a m a demonio t e n t a t u s v o l e b a t m e i n t e r f i c e r e , q u a n d o v i d e b a t m e n u l l o p a c t o sibi v e l l e n o s t r a s e c r e t a m a n i f e s t a r e . I g i t u r i n t r u s i t m e in c a r c e r e s in turri L u n d i n i v e r s u s mare b i l i a s t r u m c u m m a g n a n e c e s s i t a l e et t r i b u l a t i o n e . Q u o t i d i e a u t e m v e n i e b a n t me quidam viri socii eius d e H o l a n d i a i n t e r r o g a n s (interrogantes) m e ex r e g i s e t s t i m u l a n t e s u t sibi t r a d e r e m ista s e c r e t a et libros E g o Ravmundus, lante angelo, me unquam qui semper timorem sub praecepto sibi traditurum secreta occultos. D e i p r a e oculis h a b u i , a q u o , h a b u i , ut secreta sua non D e i , illum revelarem, semper ad parte rogando reve- negavi et illis suplicando u t c o n s e r v a r e t s p i r i t u m m e u m , n e a l i c u i a p e r i r e m ipsa s e c r e t a . D i c o a u t c m fide- liter e t c u m c o r d e e l e v a t o a d d o m i n u m D e u m m e u m , d i c o , q u i a a n g e l u s G a b r i e l quotidie mihi loquebat confortans (me adcl.) / f.7v / et hortans me ac dicens: " N e timeas R a y m u n d e serve D e i , q u o n i a m (quia) exauditae sunt preces tuae a D e o d o m i n o m e o , n e t i m e a s q u i a d o m i n u s est s u p e r te e t a n g e l u s eius est s e m per t e c u m , qui te custodiet de m a n u principis tiranni. N e timeas quoniam domini erit s u p e r R u p e r t u m tirannum et d i e s eius e r u n t b r e v e s s u p e r D e u s tibi praecipit et m a n d a t u t s e c r e t a s u a o c c u l t i s s i m a tuo n e c dicas quicquam Ruperto regi, nihil enim custodias in tibi mali faciet furor terram. pectore et ego s e m p e r t e c u m d i e a c n o c t e , t e p r o t e g e n s et tibi r e v e l a n s o m n e m s c i e n t i a m , ero quia altissimus D e u s vult, ut super te veniant omnia secreta sua, q u a e onmia h a b e b i s in m e n t e tua. N c timeas, o R a v m u n d e , quia nulla h a b e r potestatem Rupertus s u p e r t e . D o m i n u s a u t e m ere.xit d e x t r a m c o n t r a illum e t dies eius e r u n t super terram tamquam inoboedientis maiestatis Dei et iuramenti breves facti ante c o n s p e c t u m s u u m . O , t r e m e n d a illa d i e s , q u a n d o v e n i e t i u d i c i u m d o m i n i ( D e i ) ; vae sibi, quoniam / f.Sr / non observabit iuramenta facta ante imaginem \we\\\\s \\\Y t o t e t , s\ m m \e\w\va, cm\a R o b e r t u s iuisset uatus. T u tiramvus vero Ravmunde nullarn Yiabet p o t e s t a t e m serve super Dei tc, suam; ora, sed et brevi Wberaris d e m a n u e i u s , q u i a n o n e v a d e t m a n u m d o m i n i , qui ilhim c i l o r a p t u r u s est a d r e d d e n d a m r a t i o n e m s p r e t a e m a i e s t a t i s suae'. S i c q u o t i d i e a n g e l u s d o m i n i m i h i l o q u e b a t u r , et e g o c u m toto c o r d e e l e v a t o a d c a e l u m D e o m e o gratias a g e b a m , r o g a b a m q u e u t m e d e m a n u tiranni r a r e t . O m n i a u t e m n o c t e m i h i in c o m p e d e s (compedibus) constituto libe- aperiebat a n g e l u s in v i s i o n e s e c r e t a n a t u r a e p r o f u n d i s s i m a , q u a e e g o p o s t e a d e eius m a n dato notabam. Post s e p t e m m e n s e s ex q u o e g o in c a r c e r e s c o n i e c t u s fui, ad nos v e n i t R o b e r t u s rex c u m tribus ex suis ministris, et m e salutavit d i c e n s : ' R a y m u n d e p h i l o s o p h e , si a p e r i r e volueris s e c r e t a , q u a e h a b e s , t e c o n s t i t u a m e x t r a c a s t r a mea 160 M. PEREIRA e t o m n e r e g n u m m e u m t u u m erit; noli e s s e i n d u r a t u s c o n t r a m e , q u o n i a m sum rex et p o s s u m te liberare secreta, quibus facis aurum, e t t r a d e r e . / f.8v / Si te liberabo, et regnum autem meum mihi tuum ego revelabis erit, et eris t a m q u a m f r a t e r m e u s s e m p e r a destris m e i s . A m i c e R a y m u n d e , n o l i e s s e o b s t i n a t u s , q u i a i n d e n o n e x i b i s nisi d i c a s m i h i q u o m o d o f e c i s t i a u r u m e t d o m i m e a e et nisi milii m a n i f e s t e s libros t u o s , q u o n i a m in r e g n o argentum s c i m u s q u i a eos habes nostro'. E g o a u t e m sibi r e s p o n d i : ' R o b e r t e rex s e r e n i s s i m e , r o g o t e u t m e l i b e r e s d e c a r c e r i b u s istis, e o q u o d i n i q u i t a s t u a a d v e r s u s m e est infinita. T u e n i m a n t e i m a g i n e m J e s u C h r i s t i in m a n u s a c e r d o t i s Simonis, praesente iurasti abbate n e r a b i l i s a n c t i B e r n a r d i n i et f r a t r e H e n r i g o P a r i s i e n s e , in t u a turri a n t e magno cum luminaribus accensis non m e molestaturum, regni remissurum ad dominum meum serenissimum sed post regem ve- altare liberationem Portugalliae; ego a u t e m q u a n t u m in m e f u i t p r a e s t i t i e r g a t e , e t l i b e r a v i r e g n u m t u u m e m a n i b u s h o s t i u m t u o r u m e t m a g n u m i n s u p e r t h e s a u r u m auri t i b i f e c i . T u v e r o t a m q u a m t i r a n n u s , a v a r u s , / f.9r gratus fuisti, et contra / i n s a t i a b i l i s e t a c c u m u l a t o r t h e s a u r o r u m m i h i in- iusiurandum tamquam auferre procurasti. D i c o tibi, R o b e r t e Dei habebis, neque ego illa tibi t r a d a m , d o m i n i D e i m e i et fidelis testatem habes sacrilegus rex i l l u s t r i s s i m e , secreta eliam quia numquam q u i a volo esse oboediens mihi secreta praeceptis eius s e c r e t a r i u s . T u v e r o rex illustrissime n u l l a m c o n t r a m e , et f u r o r d o m i n i i r r u e t super caput tuum et po- brevi tempore vocaberis ad iudicia tribunalis Christi, ad r e d d e n d a m rationem tui sacramenti q u o d fregisti et promissionis f a c t a e d o m i n o D e o , e t fidei m i h i datae q u a e n o n o b s e r v a s t i . S c i t o , o r e x , q u i a i n d e b i t e et i n i u s t e ista f a c i s c o n t r a mc; quiescat animus tuus, q u o n i a m secreta D e i non h a b e b i s , n e c libros meos secretos, q u i s u n t in m a n u d o m i n i n o s t r i J e s u c o n t r a m e qui tibi r e g n u m Christi. Vide conservavi, et d o m u m quanta est t u a ingratiludo i m p l e v i t h e s a u r i s , et t u satius t a m q u a m m a l e d i c u s , a v a r u s , m e i n c a r c e r a s t i . Q u i s est ille r e x a d e o tirannus sicut tu es? R o g o d o m i n u m D e u m omnipotentem / f.9v non (tam) / ut det tibi i l l u d q u o d m i h i d a s in ista h o r a . O m a g n a i n i q u i t a s t u a R u b e r t e rex c o n t r a m e , q u i in t e m u l t a c o n t u l i b e n c f i c i a . T u i g n a v u s , i n g r a t u s e t p l c n u s m a l i g n o spiritu non observasti iuramenta facta et tirannizando velles possidere totum C a v e a s , c a v e a s tibi a furore domini erunt super terram, quoniam Dei, quia magna dico tibi est iniquitas munduin. q u o d b r e v e s dies tua erga m e fratrem O domine J e s u Christe rogo te, ut respicias servum t u u m R a y m u n d u m torem, et liberes me de manu istius tiranni, qui iracundus vult me tui tuum. peccatradere s u p p l i c i i s et t o r m e n t i s , s p e r o in t e a u t e m d o m i n e J e s u C h r i s t e , q u i a c o n t r a nullam habebit me potestatem'. P o s t q u a m h a e c dixi, t u n c r e x (om.) Robertus furiose et maligno animo servis et m i n i s t r i s suis e t iis q u i i l l i c p r a e s e n t e s e r a n t , q u o d nihil m i h i deberent ad manducandum, putans se f a m e m e necare et c o g e r e dixit tradere ad sibi tra- d e n d u m meos libros secretos, quos mihi dominus concessit. A n g e l u s a u t e m mini apparuit rannum, cuius mihi in v i s i o n e , hortans me, ne dies futuri erant breves super timere terram. deberem Sic ego / f.lOr consolatus do/ ti- sum in a f f l i c t i o n e m e a ; et d o m i n u s D e u s m i s e r i c o r s e x a u d i v i t m e a c i n s p i r a v i t in c o r E d u a r d i p r i n c i p i s filii R u p e r t i a d m i h i s u e e u r r e n d u m , q u i q u o t i d i e c l a m v e n i e b a t in carceres, ubi ego eram, et mihi subveniebat dicens: 'Noli pafer recipere LA L E G G E X D A DI L U L L O (respicere) ea q u a e facta sunt p e r dominum 161 ALCIIIMISTA regem l a e t o a n i m o et c o r d e q u i e s c e , q u i a n u l l u m m a l u m patrem meum furiose, sed tibi continget, ego enim n e c e s s i t a s u r g e b i t , e t si o p u s f u e r i t , l i b e r a b o t e d e m a n i b u s p a t r i s m e i si crudelis. C a r i s s i m e P a t e r , q u i e s c e , quia ego quotidie ero t e c u m secrete et non deero subvenire omnibus angustiis tuis'. I t a q u e clico v o b i s , o q u i l e g i t i s , et in quorum m a n u s p e r D e i v o l u n t a t e m p e r v e n e r i n t libri s e c r e t i , q u o d iste p r i n c e p s dus b e n i g n u s et amicus D e i quotidie m e c u m erat secrete simul Eduar- discurrens de o c c u l t i s n a t u r a e e f f e c t i b u s et c a u s i s , c o n s o l a n s m e et h o r t a n s q u i e s c e r e / f . l O v / n e q u e r e s p i c e r e q u a e c o n t r a m e f a c i e b a t p a t e r s u u s , s p e r a n s f o r e u t b r e v i tempore placaretur. O vos l e g e n t e s v e r b a m e a , Rupertus rex Anglorum, caveatis vobis a principibus tirannis sicut qui propter avaritiam nobis volebat extorquere erat omnia s e c r e t a n o s t r a . R o g a v i t nos u t sibi t r a d e r e v e l l e m u s a q u a m a r g e n t i v i v i : in h o c n o n f u i t e x a u d i t u s , q u o n i a m d e a q u a illa et d e m o d o i l l a m f a c i e n d i n o n t r a c t a m u s in n o s t r o Tlwsauro secreto testamento angelico experimentorum nostrorum, q u i est p r i n c i p a l i s s i m u s l i b e r totius m e a e a r t i s , et clavis o m n i u m m e o r u m l i b r o rum, quae claudit et a p e r i t u n i v e r s a m scientiam istam. Illum enim maximum o m n i u m Hbrorum m u n d i nos f e c i m u s p e r D e i v o h m t a t e m et q u i e u m n o n numquam habet p o t e r i t v i v i f i c a r e t e r r a m in s u l p h u r e n a t u r a e . Q u i q u i d e m l i b e r , u n a c u m ahis nostris s e c r e t i s s i m i s q u o s R o b e r t u s n o b i s r a p e r e n i t e b a t u r , s u n t in m a n u domini nostri Jesu Christi et angelus domini habuit et c u s t o d i v i t sicut / f . l l r / in s a e c u h u u s a e c u h . E t n o s , c u m n o n p o s s e m u s illos libros nisi p e r v o l u n t a t e m divinam, elusimus dictum regem Ruperlum faciet manifestare tirannum cum m u l t i s aliis v o l u m i n i b u s f a l s i s , q u o s i n t i t u l a v e r a m e i s d e m n o m i n i b u s , q u i b u s n o s tri s e c r e t i v o c a b a n t u r , h a c d e c a u s a , ut d e t i n e r e m u s arte compesceremus t e r e t in m e l i u s . I g i t u r d e d i m u s illi Librum c u m et Testamcntum i p s u m t i r a n n u m , et eius f u r o r e m , d o n e c m i s e r i c o r s D e u s a n i m u m eius m u t i l a t u m , Lapidarium quemdam aliqua conver- sophisti- experimentorum falsum, aliaque (atque) quampluri- m a v o l u m i n a s o p h i s t i c a t i o n i b u s et a e n i g m a t i b u s p l e n a . A q u i b u s r o g o v o s , o l e g e n t e s , p e r v i s c e r a J e s u C h r i s t i u t o m n i n o a b s t i n e a t i s , n e q u e in illis r e s p i c i a t i s , q u i a in illis nihil c e r t i diximus. V i d e i g i t u r , o t u q u i Iegis et q u i es filius artis et filius v e r i t a t i s , c a v e princeps tirannus te eligas tibi p r i n c i p c m deprehendat, bonum nec te decipiat cum suis dictis, sed q u i sit i u s t u s , a m a t o r D e i et e c c l e s i a e a c ne prius amicus p a u p e r u m , q u i n o n / f . l l v / sit t i r a n n u s e r g a p o p u l o s suos, s e d sit v e r u s a m i c u s p a u p e r t a t i s et i u s t i t i a e e t a d m i n i s t r a t o r e t r e c t o r r e i p u b l i c a e s u a e c u m lance ad divites et p a u p e r e s , p o t e n t e s et nobiles, oiphanos, pupillos, aequa viduas, q u i n o n sit a v a r u s n e q u e a f f e c t a t o r et a c c u m u l a t o r p e c u n i a r u m . E t d i c o t i b i , o tu q u i l e g i s e t es filius v e r i t a t i s , in c u i u s m a n u s p e r v e n e r i n t libri m e i , v i d e potes ne accedas a d ullos p r i n c i p e s m a g n o s . S e d si n e c e s s i t a s t e u r g e b i t , facias: communices antequam illi m e o s Hbros s e c r e t o s , prius c u m o n m i si hoc debilo i u r a m e n t o o b l i g a b i s eos e t c u m o m n i m a g n i f i c a c a u t e l a q u o a d f a c e r e p o t e r i s , f a c q u o d illi t i b i i u r e n t a n t e i m a g i n e m a l t a r e virginis M a r i a e i n v o c a n d o Jesu Christi c u m himinibus sanctos tctius regni accensis super caelorum et omnes ange- los, C h e r u b i m et S e r a p h i m in t e s t i m o n i u m p r o m i s s o r u m , c u m t r i b u s religiosis a u t ministris a e t a t i s a n n o r u m s e x a g i n t a in t c s t i m o n i u m reverendis s c r i p t u r a e , ro- gando scriptum a persona p u b l i c a notante scripturas notario, aut sapiente cum M. 162 PEREIRA iuris ( i u r i s l a ) p r i n c i p a l i , / f . l 2 r / u t sit t i b i fidelis et p r o m i t t a t a r m a s u a c e r e c o n t r a i n f i d e l e s , i d o l a t r a s et l i a e r e t i c o s e t n o n exer- c o n t r a c h r i s t i a n o s et eccle- s i a m D e i ; et i u r e t D e o p r i n c e p s o b s e r v a r e o m n i a , et f a c q u o d d i c a s o m n i a ista principi tuo ante suscipientem iuramenti. Insuper, o tu qui legis, nota quod in t o t a d o m o illius p r i n c i p i s s i n t s e c r e t a e o p e r a t i o n e s , q u o n i a m ars ista v u l t in l o c o s e c r e t o sed omnia et m u n d o , e t n o n quidquam divulgando, operari sub s i l e n t i o i n t i m o s e r v a n d o . H a e c o m n i a si f e c e n s in (tu) f a c i e s p r a e c e p t a D e i si p r i n c e p s i l l e , a u t r e x , n o n o b s e r v a b i t i m a m e n t a i a c t a , dies eius et breviabunlur s u p e r t e r r a m e t m a l e d i c t u s a D i a b o l o t e n t a t u s erit e o n d e m n a t u s a d i g n e m aeter- n u m in d i e e x t r e m a i u d i c i i , i b i n o n e r i t nisi f l e t u s , t e n e b r a e o b s c u r a e et s l r i d o r d e n t i u m , s e d d e hiis h a c t e n u s . I m p r e s e n t i a r u m satis enirn d i x i m u s in aliis libris nostris in q u i b u s descripsimus iuramentum a c c i p e r e n o r m a m si n o n es d u r a e Caroli p r i n c i p i s , ex quibus poteris cervicis./ / f . l 2 v / Superius diximus quod serenissimus princeps E d u a r d u s filius Roberti regis q u o t i d i c m e c u m e r a t , h o r t a n s n e t i m e r e d e b e r e m , q u o n i a m p a t e r eius s e renissimus t a n d e m m e liberasset, et m i h i q u o t i d i e d i c e b a t q n o d si contingeret q u o d p a t e r eius ( s u u s ) i d n o n f a c e r e t , se f u t u r u m illum m i h i p o l l i c i t u s e s t , m e l i b e r a t u r u s e s s e t . Q u o t i d i e e t i a m i s t e b e n e v o l u s et d e v o t u s p r i n c e p s m e c u m , et d o m i n u s o m n i p o t e n s et m i s e r i c o r s i n s p i r a v i t i l l u m a d m i h i dum. I n d e post d e c e m menses c u m infinnitateni et f e b r i m , quae dimidio Robertus illum p e r m u l t o s rex incidit menses vexavit F i l i u s a u t e m eius E d u a r d u s s e r e n i s s i m u s , h a n c o c c a s i o n e m qui orabat succurren- in pessimam et m a l e effecit. nactus, cum licentia p a t r i s sui m e d e c a r c e r i b u s l i b e r a v i t e t edu.xit a d i c t a turri Lundini. I n t e r e a v e r o t e m p o r i s e g o p e c c a v i a n t e c o n s p e c t u m d o m i n i |esu C h r i s t i , q u o n i a m , in c o n f u s i o n e m dicti regis Roberti qui me inique in c a r c e r e s posueral, p r o i e c i d e f e n e s t r a turris in m a r e g e m m a m u n a m coloris c a r b u n c u l i , q u a m fece- r a m u s in d u o b u s a n n i s in illo r e g n o , q u a e s i c u t f u l g u r m a r e p e r c u s s i t / f . l 3 r e t tinxit a q u a m in c o l o r e auri p h i s q u a m dico et affirmo ego, R a y m u n d u s sexaginta arcatas. C u m qun c o m e s M a i o r i c a n u s , q u o d si t o t a t e r r a metallum imperfectum, universam incontinenti transmutarcm fviisset sine dubio. E t t u q u i legis e t in d o m i n o J e s u C h r i s t o c r e d i s , q u i v e n t u r u s est iudicare vivos et m o r t u o s , d i c o t i b i n e m i r e r i s , q u i a n o n est m i r a c u l u m , n e c f a c t u m arte magica seu necromantia, sicut medici moderni tenent — et d e a r t e n o s t r a ; s e d n a t u r a l i t e r f a c t u m et e x vegetativis praecedere (solet) assubtiliatis, glorificatis et cuni tenent impossibile maledicentes soles / geimna pro spiritibus caclificatis per virtutem omnium caelorum et elementorum q u a m susceperunt a vaporibus mundi, et l u m i n e s l e l l a r u m u n a c u m v i r t u t e m i n e r a l i c o n i u n c t i s , s i c u t e l a r e p a t e t in Ultimo nostro Testamento secreto, in q u o d e d i m u s i n t e g r a m p r a x i m istius m a g n i thesauri qui dicitur carbunculus magnus. Igitur medici ignorantes aliique philo- sophastri, sparsi, si libros n o s t r o s l e g i s s e n t , non libros, n e q u e illos, q u o s a d R o b e r t u m ( s c r i p s i m u s ackl.), qui sunt per m u n d u m / f . l 3 v / sed n o s t r o s s e c r e t o s q u i s u n t a b a n g e l o c u s t o d i t i , in q u i b u s s u n t c l a v e s n o s t r a e s e c r e t i s s i m a e , si istos i n q u a m vidissent, profecto crederent o m n i a esse vera, i m o certissima, q u a e dominus Deus omnipotens ordinavit, ut sua mirabili potentia sit e x a l t a t a super terram. O t u q u i l e g i s , et q u i d e s i d e r a s v e r i t a t e m s c i r e , r o g o te u t v i d e a s ordinein LA L E G G E X D A D I L U L L O secundum esse quem magnus natura procedit philosophus et et sequere quaeris habere ALCIIIMISTA viam et 16:5 regimen maximum et naturale, uberrimum si vis lucrum. O v o s a u d i e n t e s v e r b a m e a , p r a e c o r v o s , n e velitis o p e r a r e in p e r v e r s i s et m a l e dictis sophisticationibus, q u a e sunt contra naturam, quia maledicti turbando naturam ciendum secundum a suo c u r s u c o n t r a v o l u n t a t e m aeternalem ordinem D e i , qui eam a divina sapientia sua essetis, per- creavit ad sibi t u m . O p e r a m i n i , o p e r a m i n i c u m p r i n c i p i i s n a t u r a l i b u s et v e g e t a t i v a et componere si vultis meam, in o p e r e s o l u t i o n i s p h i l o s o p h i c a e / f . l 4 r / q u a r u m c u m q u e huius mundi, tam pro transmutatione thesauros. metallica Imo quam vobis informa- tiva v i r t u t e , quia magnos fa- praescrip- super pro m e d i c a m e n t i animam rerum aegro- r u m , n u l l u s est alius m o d u s , q u a m ille q u i est a n o b i s d e s c r i p t u s in nostris libris s e c r e t i s a d r e s o l v e n d a s et d i s t i l l a n d a s res o m n e s h u i u s m u n d i . R o g o vos n e v e litis libros p h i l o s o p h o r u m i n t u e r i , q u o n i a m o n m i a s u n t a b eis s u b a e n i g m a t i b u s e t v e r b i s o b s c u r i s t r a d i t a . I d e o s p e r n e r e et a n n i e h i l a r e d e b e t i s sua f a l s a d i c t a , q u i b u s c e l a v e r u n t et o c c u l t a v e r u n t o m n i a s e c r e t a n a t u r a e . Michela Universita di Firenze PEREIRA