INDICE 1. GENERALITÀ 3 2. POTERE CALORIFICO 5 3. CENNI SUI COMBUSTIBILI LIQUIDI FOSSILI 8 3.1 I PROCESSI BASE DI RAFFINERIA 8 A. PROCESSI PRIMARI 8 3.2 LA DISTILLAZIONE ATMOSFERICA (TOPPING) 9 3.3 DISTILLAZIONE SOTTO VUOTO (VACUUM) 11 B. I PROCESSI SECONDARI 12 3.4 CRACKING CATALITICI 12 3.5 REFORMING CATALITICI 14 3.6 IDRODESOLFORAZIONE 15 3.7 ALCHILAZIONE E POLIMERIZZAZIONE 16 3.8 RAFFINAZIONE E FINITURA DEI DISTILLATI LEGGERI 16 3.9 RAFFINAZIONE E FINITURA DEGLI OLI LUBRIFICANTI 16 3.10 ESTRAZIONE AROMATICI. 17 4. COMBUSTIBILI SOLIDI. 18 5. CONSUMO ORARIO DI COMBUSTIBILE 19 6. SCHEDA TECNICA DELLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI “TORREVALDALIGA NORD” (CIVITAVECCHIA) 21 6.1 VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE 24 6.2 METODO SEMPLIFICATO DI CALCOLO DELLE EMISSIONI DI CO2 25 7. QUANTITÀ E QUALITÀ DI PRODUZIONE ENERGETICA NAZIONALE 26 7.1 POTENZA ORARIA RELATIVA AL CONSUMO INTERNO LORDO DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA NEL 3° MERCOLEDÌ DEL MESE DI DICEMBRE 2007 27 7.2 ELENCO DELLE CENTRALI IN ITALIA 35 8. CENNI SUL SISTEMA ELETTRICO DI PRODUZIONE, TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA 38 8.1 LINEE ELETTRICHE 39 8.2 STRUTTURA DEL SISTEMA 41 8.3 LINEE DI INTERCONNESSIONE 44 8.4 RETE DI TRASMISSIONE DELL'ELETTRICITÀ 44 8.5 CARTOGRAFIA DELLA RETE DI TRASMISSIONE 45 8.6 STUDIO DEL TRACCIATO 48 8.7 VERIFICA MECCANICA DEL CONDUTTORE 57 8.8 TESTATE E FRANCHI ELETTRICI VERSO MASSA. 58 2 1. Generalità Il concetto di energia è strettamente legato a quello di lavoro. L’energia di un corpo o di un sistema è definita come la sua capacità a produrre lavoro. Essa può assumere diverse forme (cinetica, potenziale, termica, elettrica, chimica, ecc.). Nel sistema internazionale l’unità di misura dell’energia e del lavoro è il Joule (J): Qualsiasi forma di energia ha le dimensioni [ML2T-2]. Joule = Newton · metro = kgmassa · metro2 · secondo-2 Unità pratiche si adottano per forme particolari di energia: in campo meccanico si usa talvolta il chilogrammetro (kgm); in termodinamica è molto usata la chilocaloria (kcal) e, nel mondo anglosassone, la BTU; nelle applicazioni elettriche si usa il chilowattora (kWh). Nei bilanci energetici globali si ricorre alla tonnellata equivalente di petrolio (tep) che equivale al calore prodotto dalla combustione di una tonnellata di petrolio, assunto convenzionalmente pari a 10 milioni di kcal. 1 Joule Joule 1 kgm 0,102 1 kgm 9,81 1 1 kcal 4186 426,7 1 kWh 1 BTU 1 tep 3,6 · 10 6 3,671 · 10 kcal 2,778 · 10 2,343 · 10-3 1 2,724 · 10 2,389 · 10 5 kWh -4 860 0,252 7 1 · 10 1,163 · 10 1 -7 -6 -3 A seconda delle azioni, trasformazioni e delle interazioni che avvengono con e nella materia e tra cori materiali si ha energia: 1. chimica. E’ l’energia che viene sviluppata o assorbita nelle trasformazioni (reazioni) chimiche 2. meccanica. a. cinetica: e il lavoro esterno che un corpo di massa m e di velocità v, rispetto a un dato sistema di riferimento b. potenziale è l’energia di un corpo relativa alla sua posizione, riferita a un dato sistema di riferimento, in un campo di forze esterne al corpo considerato 3. elastica è il lavoro L di deformazione compiuto da forze esterne su un corpo elastico, al cessare del quale il corpo restituisce il lavoro L riprendendo la configurazione originaria 4. elettrica a. elettrostatica: generata da un campo elettrostatico b. elettrodinamica: generata da cariche in movimento 5. elettromagnetica: si tratta di radiazioni (fotoni – bosoni) che si propagano nel vuoto alla velocità della luce sono quindi radiazioni luminose (sia nel campo visibile che nell’infrarosso e nell’ultravioletto), come le onde radio, i raggi X e i raggi γ. 6. termica: è la quantità di calore ceduta o assorbita da un corpo o da un insieme di più corpi 7. interna: per un sistema chiuso è funzione dello stato iniziale e di quello finale del sistema, cioè delle variabili di stato del sistema durante una trasformazione 8. nucleare: è l’energia liberata dalla reazione nucleare tra neutroni e gli isotopi fissili o fissionabili che costituiscono il combustibile nucleare. 3 Inoltre l'energia può essere trasformata da una forma all'altra in forma di: • • • • • • • energia di biomasse, materiali fossili come carbone e petrolio energia idroelettrica, energia geotermica, energia solare, energia nucleare, energia eolica I materiali e i fenomeni da cui si ricava energia sono chiamati fonti energetiche che si dividono in due gruppi: - fonti rinnovabili, cioè sempre presenti (sole, acqua e vento) - fonti non rinnovabili destinate cioè ad esaurirsi tanto più in fretta quanto maggiore sarà il loro sfruttamento nei prossimi anni (carbon fossile, petrolio, gas naturale). A seconda della loro natura, ossia dei fenomeni da cui traggono origine, le fonti di energia possono essere così classificate, seguendo anche l’ordine storico della loro utilizzazione: • fonti di energia biologica, data dalla forza muscolare di uomini e animali; • fonti di energia eolica, data dalla forza del vento; • fonti di energia idraulica, data dalla caduta per gravità di masse d’acqua tra differenti quote geodetiche; • fonti di energia termica, data dalla combustione di combustibili solidi [generalmente materie organiche vegetali attuali (legna) o fossili (carbone)], liquidi (olio combustibile) o gassosi (gas idrocarburi naturali), dalla captazione diretta della radiazione solare, dall’utilizzazione di vapor d’acqua ad alta pressione e temperatura. • fonti di energia gravitazionale, data dall’azione dei campi gravitazionali lunare e solare sulle masse fluide oceaniche terrestri; • fonti di energia nucleare, data dalle reazioni nucleari con sviluppo energetico (utilizzando l’energia cinetica dei prodotti della razione) A seconda del loro modo di impiego le fonti di energia si possono classificare in: fonti primarie, quando il lavoro utile per l’uomo è ricavato direttamente dall’apparato concentratore di energia predisposto. 4 fonti secondarie, quando l’energia che esse erogano non è prodotta direttamente, bensì proviene da un apparato primario ed è stata trasformata in altra forma più adatta alla sua utilizzazione e trasporto come nel caso dell’energia elettrica che non può essere immagazzinata pertanto deve essere continuamente prodotta, ma ha il vantaggio di essere facilmente trasportabile a distanza e distribuita nei quantitativi desiderati dall’utilizzatore nello stesso istante in cui si manifesta la richiesta, 2. Potere calorifico L’ energia cui si fa ricorso è utilizzata o per la produzione di calore o di energia elettrica e tale sfruttamento implica il ricorso a combustibili , fatta eccezione la produzione di energia elettrica con centrali idroelettriche. Discorso diverso è quello relativo alle centrali nucleari assolvono anche alla produzione di calore in quanto l’impianto di produzione è sostanzialmente di tipo convenzionale. Sappiamo che la quantità di calore espressa in kilocalorie (kcal) o in rnegajoule (MJ) prodotta da un kilogrammo di un determinalo combustibile, quando questo brucia completamente, rappresenta il potere calorifico di quel combustibile ed è una delle sue caratteristiche più importanti. In particolare si distingue tra: Potere calorifico superiore (P.C.S) Γs - La quantità di calore che si rende disponibile per effetto della combustione completa a pressione costante della massa unitaria del combustibile quando i prodotti della combustione siano riportati alla temperatura iniziale del combustibile e del comburente. Per i combustibili liquidi l'unità di misura usualmente adottata per la massa è il kg mentre nel caso di combustibili gassosi si fa riferimento al metro cubo in condizioni normali cioè alla massa di gas combustibile secco contenuta in 1m3quando la sua temperatura sia 0 °C (273.15 °K, ) e 1 atm (ovvero 101.325 N/m2 o 1,013 bar) 1 . Se nel riportare i prodotti della combustione alla temperatura iniziale di combustibile e comburente il vapore d'acqua contenuto nei gas di combustione, e ottenuto dalla combustione dell'idrogeno del combustibile, non viene condensato e non rilascia quindi il proprio calore di condensazione, la quantità di calore complessivamente resa disponibile nella combustione è minore, e si definisce pertanto: Potere calorifico inferiore (P.C.I) Γi è il potere calorifico superiore diminuito del calore di condensazione del vapore d'acqua formatosi durante la combustione. Il vapor d'acqua non viene condensato nei processi di combustione in caldaia quindi si fa normalmente riferimento al potere calorifico inferiore. 1 Spesso si usa il metrocubo in condizioni normali con il simbolo Nm3 5 La determinazione del potere calorifico si può fare col calcolo in base “all'analisi elementare" del combustibile, oppure direttamente mediante l'uso di appositi strumenti calorimetrici. Nel primo caso si determina la massa degli elementi combustibili, carbonio (C), idrogeno (H), e zolfo (S) contenuta in un kilogramrno del combustibile stesso, mediante analisi chimica elementare 2 , quindi si valuta l'apporto di calore fornito da ciascuno di essi e si sommano i risultati. Sapendo per esempio che 1 kg di carbonio sviluppa nella combustione: C + O2 = CO2 Æ 34 ,03 MJ ⋅ 1 J 4 ,186 cal = 8.130 kcal e che 1 kg di idrogeno sviluppa 2 H 2 + O2 = 2 H 2O Æ144 ,42 MJ ⋅ 1 J 4 ,186 cal = 34.500 kcal se consideriamo ad esempio dell’ olio combustibile con un tenore di carbonio dell' 85 % in massa (cioè 0,85 kg per kg di olio), e di idrogeno dell' 10% (cioè 0,1 kg per kg di olio), detti e kg H 2 le masse in kilogrammi rispettivamente di combustibile kgcomb , kgC di carbonio ed idrogeno contenuti, il suo potere calorifico superiore sarà: Γs = 0 ,85 = 0 ,85 kg H 2 MJ MJ kgC ⋅ 34 ,03 + 0 ,1 ⋅ 144 ,42 = kg H 2 kgC kgComb kgComb kg H 2 kcal kgC kcal kcal ⋅ 8130 + 0 ,1 ⋅ 34500 = 10360 ,5 kgComb kgComb kgC kgComb kg H 2 Il potere calorifico superiore si può determinare direttamente mediante la «bomba calorimetrica» di Mahler, la quale è costituito da un recipiente cilindrico di acciaio, chiuso ermeticamente con un coperchio avvitato, in cui si introduce e si fa bruciare in atmosfera di ossigeno una certa quantità di combustibile (in genere 2 g), provocandone l'accensione e la combustione con corrente elettrica. La bomba è immersa in un recipiente pieno d'acqua che viene riscaldata dal calore prodotto da questa combustione; all'aumento della temperatura dell'acqua si risale al potere calorifico. La differenza tra «potere calorifico superiore, Γs ,e potere calorifico inferiore, Γi , sta nel fatto che nel processo di combustione si produce una certa quantità di vapor d'acqua, sia per l'ossidazione dell’idrogeno che per L'analisi elementare è un'operazione di laboratorio che può portare a risultati non del tutto esatti in quanto il calore della combustione dipende anche dal modo in cui sono legati fra loro gli elementi costituenti i combustibili. 2 6 l'evaporazione dell'acqua contenuta nel combustibile e che per ogni kilogrammo di vapor d'acqua che si produce questo assorbe circa 540 kcal che si disperdono al camino sotto forma di vapore (calore di evaporazione dell'acqua = 540kcal/kg a 100°C e 1 atm) . Il fumo bianco che si ottiene dal processo di combustione è dovuto al contenuto di vapore d'acqua mentre il fumo nero è vapore d'acqua contenente fuliggine. Calcoliamo ad esempio il potere calorifico superiore ed inferiore di un combustibile che presenti una composizione in massa : 85% di carbonio, 10% di idrogeno, 1% di acqua. Indicando con kg H 2O i kilogramrni di acqua prodotti, si ha: potere calorifico superiore Γs = 0 ,85 = 43,37 kg H 2 kg C MJ MJ MJ ⋅ 34 ,03 + 0,10 ⋅ 144 ,42 = 43,37 kg Comb kg C kg Comb kg H 2 kg Comb kcal MJ 1 ⋅ = 10.361 kg Comb kg Comb 4 ,186 J cal potere calorifico inferiore Γi = 0 ,85 kg H 2 kg C MJ MJ ⋅ 34,03 + 0 ,1 ⋅144,42 − kg Comb kg C kg Comb kg H 2 ⎛ ⎞ ⎜ kg H 2 kmol H 2O kg H 2O kg H 2O ⎟ MJ ⎜ ⎟⋅ ⋅ ⋅ + 0 ,01 0 ,1 0,5 18 2 ,26 = ↑ ⎜ kg Comb kg H 2 kmol H 2O kg Comb ⎟ kg H 2O ↑ ↑ ↑ numero di moli 2 H 2 +O2 =2 H 2O ⎜12% di idrogeno ⎟ (540 kcal / kg )⋅(4186 J / kcal ) dell'acqua ⎝ ⎠ MJ MJ kcal 1 41,31 = 41,31 ⋅ = 9.869 J kg Comb kg Comb kg Comb 4 ,186 cal quindi: potere calorifico inferiore Γi Æ H2O prodotta in fase gassosa Potere calorifico superiore Γs Æ H2O prodotta in fase liquida Γs = Γi + n540 con n = quantità (kg) di acqua prodotta dalla combustione di una unità (m3 o kg) di combustibile 540 kcal= calore di vaporizzazione di un kg di acqua La differenza tra Γs , e Γi , 43,37 - 41,31 = 2,74 MJ/kg (10.361- 9.869 = 492 kcal / kg) rappresenta il calore contenuto nel vapor d'acqua, che va in genere perduto con i fumi al camino; infatti questo calore verrebbe restituito dai fumi qualora questi venissero portati ad una temperatura minore della loro temperatura di condensazione, generalmente molto bassa e pertanto non è industrialmente recuperabile. Quindi quando il calore sviluppato dal combustibile è comprensivo anche di quello contenuto nel vapor d'acqua che viene condensata si parla di potere calorifico superiore; se. invece, non si tiene conto di tale calore, cioè l'acqua 7 rimane allo stato di vapore, si ha un potere calorifico inferiore, che nella pratica è quello che interessa. Nella prova con la bomba calorimetrica Mahler, al termine della combustione si ha la condensazione del vapore formatosi, si misura il potere calorifico superiore Γi . Oltre il carbonio e l'idrogeno, i combustibili contengono altri elementi come lo zolfo, il vanadio, gli altri costituenti le ceneri, ed acqua. Cerchiamo di determinare ad esempio il potere calorifico inferiore prendendo come combustibile il metano CH4 CH 4 + 2O2 → CO2 + 2 H 2O ΔH r = ΔH f ,CO2 ( T ) + 2ΔH f ,H 2O ( T ) − ΔH f ,CH 4 ( T ) − ΔH f ,O2 ( T ) CH4 O2 CO2 H2O ΔH r ΔH formazione, Kcal/mole (298.15°K) -17.9 0 -94 -57.8 = (-94 - 2·57.8 + 17.9) Kcal/mol = -191.7 Kcal/mol Il potere calorifico inferiore del metano è allora Γi = ΔH r = 191700 / 16 = 11981kcal/kg wCH 4 CH4 + 2O2 Æ CO2 + 2H20 Γs = 9500 kcal/Nm3 vogliamo ora determinare Γi ed n a 1 mole di metano corrispondono 2 moli di acqua con peso molecolare p.m. = 18 22.4 m3 di CH4 Æ 18 · 2 = 36 kg di acqua 1 m3 di CH4 Æ36/22.4 = 1.61 kg di H2O in questo caso n = 1,61 pertanto dalla relazione Γs = Γi + n540 abbiamo Γi = Γs − n540 Æ Γi = 9500 - (1.61 · 540)= 8630 kcal/Nm3 3. Cenni sui combustibili liquidi fossili 3.1 I processi base di raffineria a. Processi primari Si definiscono primari i processi impiegati per separare il grezzo nelle diverse frazioni; queste frazioni vengono poi destinate, nel ciclo di raffineria, a lavorazioni secondarie, sia per il miglioramento delle loro qualità che per l'ottenimento di altri prodotti pregiati. 8 I processi primari fondamentali sono La distillazione atmosferica La distillazione sotto vuoto. 3.2 La distillazione atmosferica (Topping) È l'impianto base di ogni raffineria e da esso si ottengono i prodotti che alimenteranno tutti gli altri impianti esistenti. Sappiamo che ognuno degli idrocarburi costituenti il grezzo ha un suo punto di ebollizione, che va dalla temperatura ambiente per i composti più leggeri fino a temperature così elevate da essere accompagnate da fenomeni di rottura della molecola (Cracking). Nella colonna di distillazione, al fondo della quale si immette il grezzo opportunamente riscaldato, e quindi parzialmente vaporizzato, si stabilisce, per effetto del ritorno di liquido freddo (riflusso) in testa, un regime di temperature decrescenti verso l'alto : in ogni punto della colonna, e cioè su ogni piatto, si raccoglieranno miscele di idrocarburi la cui temperatura di ebollizione è compresa in un certo intervallo prossimo alla temperatura del piatto stesso, mentre i prodotti più leggeri continueranno a salire verso la sommità della colonna. In condizioni normali di funzionamento, è perciò -possibile prelevare a diverse altezze dellaa colonna dei tagli laterali, di composizione relativamente costante, che rappresentano appunto le principali frazioni primarie. Vediamo ora uno schema tipico d'impianto di distillazione (Fig. 1). Il petrolio grezzo, dopo aver ricevuto calore per scambio con i prodotti caldi uscenti dalla colonna, va al forno, ove viene portato ad una temperatura che va dai 300 ai 380 °C : la temperatura di uscita dal forno è mantenuta nei limiti suddetti per impedire i fenomeni di «Cracking » delle frazioni più pesanti. Dal forno grezzo, che è vaporizzato dal 40 al 60%, passa in colonna: qui, mentre la parte rimasta liquida si raccoglie sul fondo come residuo, la parte vaporizzata sale verso l’alto e condensa man mano sui vari piatti nel modo visto sopra. 9 Fig.1 Solo gli idrocarburi più leggeri (gas e benzina leggera) lasciano la testa della coionna come vapore, entrando in un refrigerante ove la benzina condensa e si raccoglie in un accumulatore ; una pompa rimanda una parte di questa benzina fredda sull'ultimo piatto della colonna come liquido di riflusso. I tagli laterali vanno ognuno ad una piccola colonna, contenente quattro-sei piatti, ove con l'ausilio di una iniezione di vapore surriscaldato, vengono liberati dalle tracce di prodotti più leggeri eventualmente rimaste che vengono rimandate nella colonna principale e quindi vanno ai serbatoi, dopo aver ceduto il loro calore al grezzo in entrata. L'operazione di trattamento con vapore surriscaldato prende il nome di « stripping » (strippaggio) e le colonnine ove viene effettuata sono chiamate « strippers ». Si osservi che anche nel fondo della colonna principale si inietta del vapore surriscaldato : esso ha anche funzione di favorire la evaporazione degli idrocarburi rendendo quindi più facile e più efficiente il frazionamento. Pertanto i 4 ÷5 piatti di fondo della colonna stessa costituiscono lo stripper del residuo. Nello schemino di fig. 1 si notano inoltre delle correnti, indicate « pumparound », che prelevate ad altezze stabilite della colonna e raffreddate, normalmente per recupero di calore sul grezzo entrante all'impianto, vengono totalmente ricircolate nella colonna stessa 2 o 3 piatti più in alto. Esse hanno lo scopo di diminuire, tramite la sottrazione di calore effettuata all'esterno della colonna, la quantità di riflusso necessaria nelle zone intermedie per lo stabilirsi dei regimi termici adeguati al frazionamento desiderato. Ne consegue, oltre ad un più alto recupero di calore sul grezzo e quindi ad una minor spesa in combustibile da bruciare nel forno, una diminuzione 10 del carico in certe zone della colonna stessa con possibilità di ridurre le sue dimensioni di qualche entità. L'iniezione di piccole quantità di ammoniaca in testa alla colonna ha lo scopo di limitare i fenomeni corrosivi dovuti all'acido cloridrico che si svolge nella distillazione per decomposizione dei sali (cloruri) contenuti nel grezzo. Riassumendo, da una normale operazione di Topping si otterranno in testa alla colonna gas incondensabili (metano ed etano), e benzina leggera con intervallo di ebollizione tra 35 /40 °C, e 145 /160 °C, e densità circa 0,700. Scendendo verso il basso, si avranno approssimativamente i seguenti tagli: benzina pesante (o acqua ragia, o nafta) con PI 150 OC PF 200 OC densità 0,730, kerosene o petrolio, PI 200 °C PF 240 °C, densità 0,760, gasolio (olio Diesel) PI 240 °C PF 350 °C, densità 0,820, ed infine residuo, oltre 350 °C, densità 0,900/0,920. Osserveremo che dell'unità di Topping fa sempre parte anche una colonna di ridistillazione della benzina leggera, che lavora sotto pressione di 8/10 kg /cm2 e temperatura di circa 180 °C al fondo e serve per eliminare quei gas, soprattutto propano e butano che sono rimasti disciolti nella benzina; tale operazione prende il nome di « stabilizzazione ». La miscela di propano e butano, liquida a temperatura ambiente sotto adeguata pressione, prende il nome di GPL (gas di petrolio liquefatti) e ha impiego domestico e nell'autotrazione. La tabella che segue dà un'idea di alcune rese tipiche ottenibili dalla lavorazione di un grezzo Medio Oriente. 3.3 Benzina Benzina leggera pesante Resa %, P su grezzo 14,0 9,5 3,5 18,0 55,0 Resa % V su grezzo 17,0 10,0 4,0 19,0 50,0 Densità 0,700 0,720 0,735 0,830 0,940 % P Zolfo 0,02 0,03 0,35 1,00 4,0 Kerosene Gasolio Residuo Distillazione sotto vuoto (Vacuum) A ragione di determinate leggi fisiche, la diminuzione della pressione ha, sul punto di ebollizione degli idrocarburi, un effetto deprimente : ciò significa che un idrocarburo che bolle, per fare un esempio, in condizioni di pressione normale a 400 °C, sotto vuoto può essere vaporizzato a una temperatura inferiore, poniamo a 300 OC. L'applicazione del vuoto consente quindi di distillare quegli idrocarburi pesanti che non potrebbero esserlo in condizioni normali poichè verrebbero decomposti, prima di poter raggiungere la temperatura di vaporizzazione, per effetto del «cracking». Il vuoto viene effettuato per mezzo di eiettori. Inoltre nella colonna si inietta abbondante vapore che favorisce ulteriormente la vaporizzazione come già detto. La distillazione sotto vuoto viene usata essenzialmente per il frazionamento dei tagli lubrificanti e per la preparazione delle cariche al Cracking catalitico, 11 costituite in genere da gasoli pesanti. La Fig. 2 rappresenta schematicamente un impianto e riporta alcune temperature tipiche. In raffineria, l'insieme sulla stessa area degli impianti di topping e di vacuum prende il nome di «unità combinata » o « distillazione a due stadi ». Fig. 2 b. I processi secondari Descriviamo in questo capitolo i processi che vengono utilizzati per il miglioramento dei prodotti ottenuti dalle lavorazioni primarie o per aumentare le rese in prodotti pregiati partendo da altri di minor valore. 3.4 Cracking catalitici I processi di cracking catalitico consentono di ottenere elevate rese in benzina ad alto numero di ottano partendo da cariche costituite generalmente da gasoli pesanti ricavati dalla distillazione sotto vuoto di residui di distillazione atmosferica. La rottura delle grosse molecole degli idrocarburi pesanti avviene in opportune condizioni di temperatura; a pressione generalmente atmosferica, in presenza di adatti catalizzatori costituiti da palline o polveri di materiale silico-alluminoso. Esistono due schemi fondamentali di processo: quello T.C.C. (Thermofor Catalytic Cracking) e quello F.C.C. (Fluid Catalytic Cracking). Il ciclo di lavorazione del T.C.C. è il seguente (v. Fig. 3): la carica (feed), costituita di gasolio pesante da distillazione sotto vuoto viene preriscaldata alla temperatura stabilita in un forno e passa quindi al reattore dove incontra il flusso di palline di catalizzatore caldo scendente per gravità da un recipiente denominato « surge hopper » e subisce le varie reazioni di cracking. Al fondo del reattore, una corrente di vapore d'acqua (purge steam) separa gli idrocarburi dal catalizzatore; gli idrocarburi vanno ad una normale torre di frazionamento, ove vengono separati i vari tagli di cracking. 12 Il catalizzatore, che è ormai disattivo per l'accumulo di sostanze carboniose, passa alla rigenerazione che si effettua bruciando il coke con una corrente di aria (combustion air) in un recipiente detto « rigeneratore » o e Kiln » sottostante il reattore. Dopo la rigenerazione il catalizzatore viene ripreso da una corrente di aria di sollevamento (lift air), indipendente da quella di combustione e, riportato in alto al « surge hopper », riprende il ciclo. Nell' F.C.C. (Fig. 4), il catalizzatore è costituito da una fine polvere: questo dà alla massa di catalizzatore caratteristiche analoghe a quelle di un fluido e gli permette di circolare dal reattore al rigeneratore e viceversa secondo un principio analogo a quello dei vasi comunicanti, semplicemente regolando con opportune iniezioni d'aria le densità nei tubi che collegano le due apparecchiature. Le reazioni fondamentali e le rese sono piuttosto simili per i due schemi di lavorazione. La tabella che segue riassume le principali condizioni operative. T..C. FC. 450-500 470-540 Pressione Reattore kg /cm2 0,35-,05 0,70-1,15 Temperatura Rigeneratore C 680 600 Temperatura Reattore OC Dai cracking catalitici si ottengono forti quantità di benzina, intorno al 30/40% della carica al reattore, ad alto numero di ottano (90/95 RM) e gas contenenti molte olefine (etilene, propilene e butilene) che possono essere destinate a successive lavorazioni. Fig. 3 - TCC 13 Fig. 4 – FCC 3.5 Reforming catalitici Questi impianti sono ormai, insieme a quelli di cracking, di fondamentale importanza nel ciclo di raffineria. Essi consentono di ottenere benzine a d alto numero di ottano, 90/ 100 R.M., da tagli di benzine pesanti, bollenti in genere tra 80 e 180 °C: le paraffine lineari e i nafteni, che sono i principali componenti di queste benzine, vengono trasformati, su opportuni catalizzatori, in paraffine ramificate e aromatici il cui numero di ottano è molto elevato. Il primo processo di reforming catalitico è stato quello della Universal Oil Products denominato Platforming, per il fatto che il catalizzatore usato è a base di platino: il suo successo è stato tale da rappresentare una vera rivoluzione nel campo della raffinazione e, dal 1949, centinaia di impianti sono stati installati nelle raffinerie di tutto il mondo. Anche altri processi sono stati brevettati e hanno avuto una certa diffusione: ricordiamo il Catforming, il Powerforming, il Sinclair-Baker tutti con catalizzatori a base di platino, e 1'Hydroforming con catalizzatore al cobalto molibdeno. Tutti gli schemi di lavorazione seguono un ciclo comune che è quello qui appresso descritto. La carica, unita a gas di riciclo molto ricco di idrogeno, viene riscaldata in un forno alla temperatura di circa 500 °C e passa attraverso tre reattori in serie contenenti il catalizzatore; poichè l'insieme delle varie reazioni è endotermico, cioè assorbe calore, tra un reattore e l'altro sono previsti forni intermedi, che hanno lo scopo di riportare la carica alla temperatura ottimale per il processo. Dopo il terzo reattore “1'effluente” (cioè la miscela dei prodotti di reazione tra cui è presente idrogeno in forte quantità) viene raffreddato e va in un recipiente ove si separano benzina «riformata » e gas. La benzina riformata va « stabilizzata » per distillazione, come nel caso della 14 benzina leggera del topping (V.), in quanto contiene disciolte forti quantità di idrocarburi leggeri (etano, propano, butani) formatisi nel processo. Il gas molto ricco in idrogeno viene parzialmente riciclato sulla carica per varie ragioni, mentre l'eccesso viene utilizzato in altri processi di raffinazione tra cui in primo luogo la « desolforazione » (v. appresso) della stessa carica prima della sua immissione nell'impianto di reforming. Ciò è necessario in quanto i composti dello zolfo presenti nella carica aggrediscono il platino e gli altri metalli presenti nel catalizzatore avvelenandolo. Le condizioni operative medie sono : Temperatura 460/530 °C Pressione 30/40 kg /cm2. La benzina prodotta, con rese del 70/85% sulla carica, ha un numero di ottano elevatissimo tra 80 e 100 RM in dipendenza delle condizioni operative adottate e anche dello stato di uso del catalizzatore che dopo un certo tempo deve essere sottoposto ad un trattamento di rigenerazione che si effettua bruciando con aria i depositi carboniosi formatisi durante l'uso. 3.6 Idrodesolforazione Abbiamo già parlato degli effetti negativi dello zolfo nei prodotti petroliferi ed accennato al fatto che l'industria ha sviluppato particolari processi per la sua eliminazione. Questi processi impiegano idrogeno per convertire, in presenza di particolari catalizzatori (cobalto-molibdeno), i composti solforati in idrogeno solforato che è un gas e quindi è facilmente allontanabile per semplice distillazione dalla carica trattata. Essi permettono di eliminare, con la scelta delle opportune condizioni operative, almeno il 90% dello zolfo presente nella carica. Le unità di idrodesolforazione sono particolarmente impiegate per la raffinazione degli olii Diesel o per il pre-trattamento delle cariche al Reforming, il cui catalizzatore, come già detto, è sensibile all'avvelenamento da parte dei composti solforati. Esistono numerosi processi commerciali che però sono tutti fondamentalmente uguali ed il cui schema generale di lavorazione è illustrato qui di seguito (Fig. 3). La carica da desolforare, addizionata di gas provenienti dal reforming, ricchi in idrogeno (make-np gas) e, in alcuni casi, di gas di riciclo, va ad un forno e poi al reattore, che contiene il catalizzatore, qui avviene la trasformazione dei composti solforati in H2S e nell' ideocarburo corrispondente. All'uscita del reattore, dopo raffreddamento, l'effluente si raccoglie in un separatore (eventualmente due a pressioni diverse), ove la massa liquida del prodotto desolforato si divide dalla parte gassosa formata da idrogeno e da H2S. La parte liquida viene distillata per eliminare ogni traccia di HzS in uno stripper. La fase gassosa (bleedgas) può essere depurata dall'H2S in torri di lavaggio e ritornare in ciclo. Più spesso viene immessa nella rete gas della raffineria per l'impiego come combustibile nei forni e nelle caldaie. Le condizioni operative medie sono: Temperatura tra 350/450 °C Pressione tra 25/70 kg/cm2. 15 3.7 Alchilazione e Polimerizzazione Sono processi che, pur non essendo estremamente diffusi, hanno una certa importanza in determinate situazioni di raffineria, soprattutto per la produzione di benzine per aviazione (Inotori a pistoni) ad altissimo numero di ottano (oltre 100). I prodotti di partenza sono essenzialmente i gas olefinici (propilene e butileni) provenienti dai cracking catalitici, che si combinano per fare idrocarburi bollenti nel campo delle benzine e la cui caratteristica è appunto quella di avere un grande potere antidetonante perchè generalmente a struttura ramificata. Vengono impiegati catalizzatori, che sono l'acido solforico o fluoridrico per 1'al_chilazione e l'acido solforico o l'acido fosforico per la polimerizzazione; per quanto riguarda le condizioni operative, le pressioni sono elevate in entrambi i casi, da 30 a 70 kg/cm2, mentre le temperature sono intorno ai 200 °C. 3.8 Raffinazione e finitura dei distillati leggeri Le benzine di distillazione primaria e i petroli richiedono sempre un trattamento di finitura, per l'eliminazione dei composti solforati e per la messa a punto delle caratteristiche richieste dal mercato. I trattamenti di raffinazione chimica sono innumerevoli e non è possibile fare delle generalizzazioni, per la complessità dei vari problemi che vi sono connessi e che vanno risolti di volta in volta. Si tende però al giorno d'oggi a sostituire questi processi con i processi catalitici. Accenneremo quindi solo ad alcuni dei processi più diffusi che sono : Il processo Linde, che usa cloruro di rame Il processo Doctor, al piombito sodico Il processo all'ipoclorito I processi tipo Perco, su bauxite, o Gray, su argilla. Molto spesso bisogna operare delle miscelazioni tra prodotti di varia provenienza (benzina riformata, benzina leggera, nafta, butani) per ottenere le caratteristiche richieste di numero di ottano, tensione di vapore, punto di congelamento ecc. Dell'etilazione si è già parlato a proposito del numero di ottano. La finitura delle benzine richiede poi sempre l'aggiunta di coloranti, per questioni fiscali e di inibitori per conferire stabilità nel tempo delle loro caratteristiche: si impiegano prodotti chimici particolarmente studiati e che vengono usati in quantità estremamente piccole. 3.9 Raffinazione e finitura degli oli lubrificanti Gli oli lubrificanti, che si ricavano come frazioni medio-pesanti della distillazione sotto vuoto di grezzi particolarmente selezionati, vengono sottoposti a trattamenti di raffinazione per l'eliminazione di talune frazioni nafteniche che tendono a deprimere l'indice di viscosità (v. pag. 14) e della paraffina (idrocarburi pesanti normalmente allo stato solido) la cui presenza ha per effetto di innalzare la temperatura di scorrimento o e pour point » (temperatura alla quale l'olio freddo e rappreso incomincia a fondere e quindi a « scorrere »). Si tratta di processi di estrazione con solventi di determinate caratteristiche e che prendono in genere il nome dal solvente impiegato. Esistono così i trattamenti al 16 propano, al furfurolo, al metiletilchetone, al fenolo, all'anidride solforosa (processo Edeleanu) e al fenolo-cresolo (processo Duo-Sol). Tra i processi di estrazione al solvente bisogna ricordare il trattamento del residuo della distillazione vacuum con propano (PDA) per l'ottenimento di frazioni lubrificanti pesanti (bright-stock) non facilmente distillabili anche sotto vuoto molto spinto. Si fanno quindi delle miscele tra tagli diversi per ottenere le desiderate caratteristiche di viscosità e di indice di viscosità (miscele su tagli raffinati). Anche agli oli lubrificanti vengono in genere aggiunte particolari sostanze chimiche dette additivi che ne migliorano la stabilità all'ossidazione, l'indice di viscosità e le proprietà detergenti nei confronti dei depositi carboniosi e gommosi che si raccolgono sulle varie parti del motore o del macchinismo da lubrificare. Nella Fig. 4 che segue è schematizzato un processo di raffinazione di oli lubrificanti in cui al frazionamento sotto vuoto (vacuum distillation) cui più volte si è accennato, segue il trattamento delle frazioni distillate e di quella più pesante estratta con solvente dal residuo (brightstock). Esso consiste in: a) solvent extraction: ha lo scopo di migliorare l'indice di viscosità della frazione e in un tipo di impianto (processo TEXACO) viene effettuata con furfurolo ed è nota sotto la sigla FEU (furfural extraction unit); b) solvent dewaxilig: nel processo TEXACO viene impiegato del metil-etil-chetone (MEK) nel quale viene disciolto l'olio da trattare. Raffreddando la soluzione si separano le paraffine solide e l'olio deparaffinato, quindi a basso e “pour point , viene recuperato dalla soluzione per distillazione del solvente ; e) hydrofinishing : è un trattamento con gas ricco di idrogeno su catalizzatore, su uno schema analogo a quello della idrodesolforazione. Ha per effetto di migliorare l'aspetto (colore) ma sopratutto di aumentare la stabilità degli oli e la loro resistenza alla ossidazione con riduzione di formazioni gommose. Da questi processi si ottengono diverse « basi » per la preparazione di tutta la gamma di oli lubrificanti che ritroviamo in commercio con diverse gradazioni di viscosità e additivati in funzione delle condizioni di impiego previste. 3.10 Estrazione aromatici. Concludiamo questo capitolo con un breve cenno ad un tipo di impianto che ha per scopo la produzione di idrocarburi aromatici, ben.zolo, toluolo, xiloli ecc., ad elevata purezza. Questi idrocarburi, molto importanti come materia prima di una gran quantità di processi petrolchimici di quei processi cioè che muovendo da derivati del petrolio producono materiali come fibre sintetiche, materie plastiche ecc. di uso comune nel mondo moderno, si ritrovano in notevole quantità nelle benzine da reforming. È possibile anzi realizzare nel reforming catalitico delle condizioni tali che la quantità di idrocarburi aromatici prodotta raggiunga anche l' 80 = 85% del totale. Dalla benzina riformata, con solventi adatti si può quindi estrarre questa parte aromatica la quale può essere 17 successivamente suddivisa nei suoi componenti per semplice distillazione. Osserviamo per inciso che la distillazione diretta della benzina riformata non darebbe risultati accettabili a causa delle reciproche interferenze tra idrocarburi di diverse classi bollenti in intervalli di temperatura molto prossimi. La Snamprogetti ha studiato e realizzato un processo noto con il nome di FORMEX in cui il solvente impiegato è la formil-morfolina e che dà elevati recuperi di idrocarburi aromatici di notevole purezza. La fig.5 riporta lo schema di principio del processo in parola. La benzina riformata entra come « feed » nell'estrattore dove su piatti di tipo particolare si incontra e si mescola col solvente : questo cadendo dall'alto scioglie e trascina sul fondo dell'estrattore la parte aromatica mentre la parte non-aromatica (raffinato) insolubile esce dall'alto della colonna e dopo semplice lavaggio con acqua va al serbatoio di stoccaggio. La soluzione di idrocarburi aromatici in formil-morfolina dopo un trattamento di « stripping » per l'eliminazione dei non-aromatici trascinati viene distillata in una colonna dal cui fondo il solvente recuperato torna in ciclo nell'estrattore. 4. Combustibili solidi. I combustibili solidi possono essere sia naturali che artificiali . Appartengono ai carboni fossili, le antraciti ed i litantraci. Combustibili solidi Naturali carboni fossili (torba, lignite, litantrace, antracite) legna Derivati coke (di carbone fossile) carbone di legna agglomerati vari residui vegetali Le Iigniti, si distinguono in relazione all'età in: - Lignite picee (più vecchie, di aspetto e struttura simile ai carboni fossili); - Ligniti xiloidee (di età media, conservano la struttura molto simile al legno); - Ligniti torbose (più giovani, con struttura amorfa simile alla torba). La torba proviene dalla degradazione di piante acquatiche e si trova immersa nell'acqua o mescolata a grandi quantità di essa. Per questo motivo, per essere utilizzata, deve essere essiccata all'aria, conservando comunque una notevole percentuale di umidità. Il legno, che si produce continuamente nelle piante come risultato di sintesi biochimiche. Ha un potere calorifico inferiore variabile da 12,56 a 16,74 MJ/ kg (3 000 ÷ 4 000 kcal/ kg) se umido, fino a 18,84 MJ/kg (4 500 kcal/kg) se secco. Del legno oggi si utilizzano quasi soltanto gli scarti di lavorazioni (tranciati, mobili, ecc.). Questa utilizzazione, oltre a risolvere il problema della collocazione dei residui, favorisce il risparmio di altri combustibili e non determina pressoché inquinamento atmosferico, in quanto il legno è praticamente privo di zolfo. 18 Altri combustibili solidi naturali sono i: residui vegetali, che si ottengono come sottoprodotti di lavorazioni agricole e industriali. Essi sono la vinaccia esausta, lo sansa di noccioli di oliva la lolla di riso; il loro impiego è limitato alle stesse industrie che li producono. Fra i combustibili solidi derivati il più noto è il coke; esso si distingue in: coke metallurgico e coke da gas Il coke metallurgico si ottiene, nelle cokerie, dalla distillazione di litantrace grasso a corta fiamma (coking-coal) ad una temperatura intorno ai 1.000/1 200°C. Ha lucentezza metallica e colore chiaro, è compatto e duro. Esso, infatti, viene impiegato in metallurgia e deve pertanto avere una forte resistenza meccanica (12·106 ÷17·106 N/m2 120÷170 kg f / cm 2 ) per sostenere le fortissime pressioni di carica degli altiforni. Deve avere però una certa porosità per reagire facilmente con l'aria e non deve fondere, per non impedire il passaggio dell'aria e dei gas. II coke da gas si ottiene dalla distillazione, alla temperatura di 1.000 ÷ 1.100 °C, di litantrace grasso a lunga fiamma (ricco di materie volatili) ed in pratica è un sottoprodotto nella produzione di gas di città. Antracite C. bituminoso Lignite Carbonio 92 % - 98 % 69 % - 92 % Oltre 69 % Comp.volatili + ceneri 2%-8% 8 % - 31 % Oltre 31 % Potere calorifico 7200 – 8000 Kcal/Kg 4600 – 7200 Kcal/Kg Oltre 4600 Kcal/Kg 5. Consumo orario di combustibile La realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone da 1300 megawatt prevede un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro. Ad esempio Fiume Santo ( Sardegna) al 31.12.2001 - olio combustibile Centrale termoelettrica costituita da quattro gruppi: due da 160MW e due da 320 MW • • Due gruppi da 160 MWe – in esercizio dal 1983-84 – alimentati ad olio combustibile, Due gruppi da 320 MWe – in esercizio dal 1992-93 – policombustibile (progettati: olio, carbone) Esercizio attuale • • Gruppi 1&2 Olio Combustibile Gruppi 3&4 Orimulsion La Centrale di Fiume Santo rappresenta oggi, sia in termini di potenza che di produzione, oltre il 36% del totale della Sardegna CAPITALE INVESTITO 1,570 miliardi € PRODUZIONE ENERGIA ANNUA 3.275 GWeh Æ 3.275 19 I gruppi 3 & 4 1987-Inizio Costruzione Viene approvato un progetto per la realizzazione di 2 gruppi da 320 MW alimentati a Carbone 770 milioni di € 1992-1993 -I° parallelo 1995 - Inizio lavori di Adeguamento Ambientale Investimenti per la realizzazione e l’adeguamento dei sistemi di abbattimento delle emissioni e le infrastrutture per il funzionamento a Carbone derivanti dalla normativa ambientale del 1990 - 500 milioni di € Incidenza del combustibile Costo orario del combustibile per un gruppo da 320 MWe) Co = Pel ( kW ) ⋅ 860( kcal / kWh ) ⋅ V (€ / kg ) η( ren dim ento ) Γi ( kcal / kg ) V = valore del combustibile €/kg Γ = resa energetica kWgiorno/kg η = 0,406 La centrale termoelettrica a olio combustibile da 2568 MW con rendimento 0,4 e potere calorico inferiore 9860 kcal/kg ( Centrale Termoelettrica di Torrevaldaliga Nord) Co = potenza( kW ) ⋅ 860( kcal / kWh ) ⋅ η( ren dim ento ) Γi ( kcal / kg ) Co = 560.000 kg ⋅ h abbiamo 560 tonnellate ora di consumo di combustibile che vanno moltiplicate per il costo del combustibile al chilo per un valore di 100$ al barile 42 galloni USA ovvero a 158,987294928 litri ci vogliono 3594,2 barili /ora cambio dollaro euro ( deve essere continuamente aggiornato) Simbolo Dollaro USA Tasso di Cambio Euro Denaro 1 7 gen 0,6808 USDEUR=X Lettera 0,6808 0,6809 Costo orario in euro Æ 3594,2 x 100 x 0,6809 = 171.083 €/h 4.106.014€/giorno circa 10÷12 ¢ al kWh 20 6. Scheda tecnica della Centrale Termoelettrica di “Torrevaldaliga Nord” (Civitavecchia) Sezioni Potenza nominale per una sezione (Potenza Elettrica lorda) Generatore di vapore (Ansaldo) Tipo Pressione vapore uscita surriscaldatore pri-mario Produzione di vapore Camera di combustione Consumo di nafta al carico nominale potere calorico inferiore Caratteristiche del vapore alle valvole di ammissione della turbina Caratteristiche del vapore risurriscaldato alle valvole di riammissione della turbina Ciminiera (Mariani Battista) Tipo Altezza Diametro alla base Turbina Ansaldo Tipo Corpi Stadi Velocità nominale Potenza massima continua Potenza massima di punta Spillamenti Pressione nominale allo scarico Impianto di trattamento acque reflue Impianto Disoleazione Impianto Chimico Impianto trattamento acque ammoniacali Impianto biologico di ossidazione per scari-chi sanitari Deposito combustibili Serbatoi da 100000 m3 Serbatoi da 50000 m3 Oleodotti Dal porto alla centrale Da Torre Nord a Montalto di Castro 4 660 MW Attraversamento forzato ipercritico 266 Ata 2090 t / h Pressurizzata 140 t / h ~9860 kcal/kg 538°C, 246 Ata 538°C, 38 Ata Multiflusso comune alle 4 sezioni 250 m 29,7 m Azione / reazione, su un asse 4 22 3000 giri / min 674 MW 737 MW 7 0,05 Ata 200 m3 / h 300 m3 / h 57 m3 / h 500 persone (capacità di trattamen-to) 700000 m3, 2 mesi autonomia a pieno carico 5 4 2 x 24”, 4,6 km, max 2000 m3 / h 1 x 16”, sottomarino, 36,5 km, 600 m3 / h 21 Co = potenza(kW) ⋅ 860(kcal/kWh) = η(ren dim ento) Γi(kcal/kg) 660 ⋅ 103 (kW) ⋅ 860(kcal/kWh) ≈ 140 ⋅ 103 Kg / h 0 ,4(ren dim ento) 9.860(kcal/kg) Centrale termoelettrica ubicata in Comune di Civitavecchia (RM),località Torrevaldaliga Nord Riepilogo delle caratteristiche di centrale nella configurazione esistente e nella configurazione di progetto Parametro Unità di misura Attuale Progetto 4 Carbone Ultrasupercritiche 5675 2640 2536 104 Caratteristiche centrale Numero di sezioni Alimentazione Tipologia caldaie Potenza Termica N° MWt 4 OCD Supercritiche 6325 Potenza Elettrica lorda Potenza Elettrica netta Consumo elettrico di centrale MWe MWe MWe 2640 2568 72 Efficienza netta % 40.6 44.7 Potenza Smaltita con il circuito di raffreddamento Potenza Smaltita al camino e/o dispersa Consumi MWt 3190 2650 MWt 495 385 Olio combustibile (massimo carico) Gasolio Metano t/hr t/hr Sm3/hr 560 0 Carbone (massimo carico) Acqua potabile Acqua industriale (da nuovo dissalatore) t/ora m3/anno m3/anno 0 20000 0 800 20000 2100000 Acqua industriale (da evaporatore esistente) Acqua di mare per condensazione m3/anno 900000 1000000 Biocidi antifouling Calcare Urea t/a t/a t/a Reflui Ceneri Fanghi Acqua di scarico ITAR Acqua di mare da condensazione Gesso Parametro m3/secondo 96 96 Non dichiarato 0 0 Non dichiarato 150000 26000 t/a t/a m3/anno m3/hr 10800 1400 628000 500000 5000 1270000 t/a Unità di misura 0 Attuale 250000 Progetto N. canne N Diametro m 5.7 5.7 Altezza m 250 250 Temperatura uscita fumi Portata volumetrica DeNOx 4 4 °C 135 Nm3/hr 8000000 8400000 110 Ad ammoniaca A urea 22 DeSOx Depolveratore Assente Elettrofiltri Concentrazioni alle Emissioni NOx SO2 Autorizzate attuali A maniche Garantite da progetto mg/Nm3 200 150 3 400 100 50 20 mg/Nm 3 CO mg/Nm Polveri mg/Nm3 Emissioni massiche teoriche a 6500 hr NOx t/a 10400 7800 SO2 t/a 20800 5200 CO t/a 0 t/a Mt/a 2600 11.63 Polveri CO2 Volumetria esistente Superficie esistente m2 Aspetti territoriali m3 2050000 700000 Superficie dedicata ad opere di messa a verde m2 0 1040 13.89 - - 400000 - 185000 Volumetrie da smantellare m - 304000 3 Bilancio volumi (nuovo-esistente) m3 - 1041000 Nuove superfici m2 3 Nuove volumetrie m Superfici da smantellare m2 2 2115000 1074000 Bilancio superfici (nuovo-esistente) m - -119000 Approvvigionamenti e stoccaggi Parco serbatoi m3 700000 150000 Torre petroli Oleodotto Parco carbone Molo carbone 11T- 300000 1 Riepilogo delle caratteristiche di centrale nella configurazione esistente e nella configurazione di progetto Parametro Molo calcare/gesso Nastri carbone Movimentazioni Petroliere Carboniere Autocisterne gasolio Bettoline calcare Navi gessiere Navi ceneri (per USA) Navi ceneri (per mediterraneo) Autotreni x urea Autotreni x ammoniaca Attuale Unità di misura t/hr - Progetto 1 4000 N da 100.000 t/anno 36 0 N da 130000t/anno N da xt/anno N da 5000t/anno N da 25000t/anno N da 20000t/anno 0 40 0 0 0 30 10 10 N da 4000t/anno N/anno N/anno 0 0 1460 50 1460 0 23 6.1 Valutazione di impatto ambientale In Italia, all’ottobre 2002, è stata chiesta la VIA, Valutazione Impatto Ambientale, per costruire 110 unità di centrali elettriche su 62 siti diversi e per un totale di 48,311 MWe. In media gli impianti sono da 440 MWe. Circa il 70% sono a gas, 25% ad olio combustibile, 5% a carbone. La Fiat entra in circa il 75% della potenza installata. Di seguito offriamo una tabella con alcuni dati di interesse. 1000 MWe NUCLEARE Costo totale (Lit/kWh) 40 Denari pompati all’interno dell’Italia 0.8 40 = 32 (Lit/kWh) Denari pompati fuori 0.2 40 = 8 dall’Italia (Lit/kWh) Abbassa il costo medio di produzione del Sì kWh? (92 Lit/kWh) Volume in ingresso 3 (m3/anno) Volume in atmosfera 0 (m3/anno) Volume di CO2 in 0 atmosfera (m3/anno) Volume di SO2 in 0 atmosfera 4 (m3/anno) Volume di NOx in 0 atmosfera 5 (m3/anno) OLIO COMBUSTIBILE GAS CICLO COMBINATO FOTO VOLTAICO 80 130 140 1000 0.2 80 = 16 0.2 130 = 26 0.2 140 = 30 0.5 1000 = 500 0.5 200 = 100 0.8 80 = 64 0.8 130 = 104 0.8 140 = 112 0.5 1000 = 500 0.5 200 = 100 Sì No No No No 3 000 000 1 700 000 1 950 000 000 0 0 3 056 200 000 2 401 650 000 1 950 000 000 0 0 3 000 000 000 2 302 000 000 1 500 000 000 0 0 CARBONE 3 EOLICO 200 41 000 000 91 000 000 10 000 000 0 0 14 000 000 7 000 000 7 000 000 0 0 1 650 000 100 000 0 0 1 200 000 Volume di polveri in atmosfera (m3/anno) Volume in mano (m3/anno) Di cui “pericoloso” Facilità di dispersione del combustibile nell’ambiente per perdite Noti altri usi per il combusitbile Radioattività rilasciata nell’ambiente (Ci) Radioattività naturalmente rilasciata dall’ambiente nella stessa regione (Ci) (Massa movimentata) /(massa trasformata in energia) Possibilità di 0 + 377 000 t ceneri in aria 10 310 000 6 68 000 10 3 4 500 1 000 2 Prodotti chimici per i pannelli tutto nulla nulla elevata elevatissima nulla nulla no no sì sì non applicabile non applicabile 0.5 5.0 0.3 0.2 0 0 5.0 5.0 5.0 5.0 5.0 5.0 40 3 000 000 2 000 000 1 900 000 0 0 illimitata 7 15 10 0 0 0 0 3 Con una durata delle celle di 60 anni. In realtà non è chiaro se durano 10 anni e se riescono a dare indietro l’energia immessa. Con desolforazione si hanno 300 000 t/anno in più da smaltire evitando percolamento nelle falde acquifere. 5 Con abbattimento si possono ridurre del 50% le emissioni ma si creano forti quantità di prodotti pericolosi. 6 Le ceneri hanno volumi molto elevati e non sono immagazzinabili per cui vengono usati per produrre i cementi usati anche nelle abitazioni. Ci sono problemi di impatto sulla salute. 4 24 1000 MWe CARBONE OLIO COMBUSTIBILE GAS CICLO COMBINATO FOTO VOLTAICO EOLICO 25 30 20 20 5 12 0 200 0 12 500 pessima pessima pessima pessima pessima 300 30 45 infinito infinito Sì No No No limitata medio medio medio alto alto 1770 1500 1200 7200 2400 22 19 15 544 91 8 14 52 40 0 0 7 6 5 5 10 10 90 90 90 90 15 30 NUCLEARE immagazzinamento (tipico: 2 000) (giorni) Morti/giorno (mondo) 0 Spazio occupato (ha) 15 Estetica in elevazione ottima o orizzontale Risorse/riserve ai consumi attuali e con 20 000 la tecnologia attuale (anni) Attendibilità bassi Sì costi nel tempo Impatto vita flora e nullo fauna Costo di impianto 1400 $/kWe (senza costo (esiste 1000) suolo) Costo dell’impianto (interesse del 3%) 17 7 mills$/kWh Costo combustibile mills$/kwh Costo operazione e manutenzione mills$/kWh Disponibilità % 8 6.2 Metodo semplificato di calcolo delle emissioni di co2 Nel corso dei diversi processi di generazione di energia elettrica da fonti fossili, il carbonio contenuto nel combustibile viene integralmente trasformato in anidride carbonica tramite la reazione con l’ossigeno contenuto nell’aria. Pertanto a diversi combustibili corrispondono diversi “CO2 factor”, che rappresentano quanta CO2 si forma dalla conversione completa di una unità di combustibile. Nella tabella si riportano tali fattori per i combustibili più comunemente utilizzati. Si sottolinea come il caso delle biomasse sia da considerare in modo particolare: il combustibile di partenza contiene carbonio, e quindi genera CO2, ma lo stesso carbonio è quello che la biomassa ha sottratto dall’atmosfera, fissandolo. Pertanto si può immaginare un “ciclo chiuso” della CO2, che non concorre ad aumentarne la concentrazione in atmosfera; il relativo “CO2 factor” è stato quindi convenzionalmente fissato a zero. CO2 factor Combustibile CO2 factor ( kg/MWht ) Gas naturale Petrolio Carbone Biomasse 205 262 352 0 7 Il valore del capitale immesso nell’impianto non va a zero in 60 anni come gli altri impianti e le autorità non permettono di scaricarlo per intero sul costo del kWh. Questo è confermato dal mercato USA della compravendita delle centrali elettriche in cui le nucleari sono le uniche praticamente a mantenere il valore con un costo di acquisto per kWe installato simile a quello di costruzione. 8 Dati usati per calcolare le precedenti tre righe che, per omogeneità di raffronto, sono stati messi uguali. I dati della prima riga tengono conto dei fattori di utilizzazione reali. 25 Dal CO2 factor si può risalire facilmente ad una stima approssimativa delle emissioni di un impianto, semplicemente dividendo questo valore per l’efficienza elettrica, secondo la seguente espressione: ECO = FCO / η Eff 2 2 dove: ECO2 = Emissioni (kg/MWhe) FCO2 = fattore CO2 del combustibile (kg/MWht) Eff = Efficienza elettrica Ad esempio per il carbone abbiamo che l’efficienza elettrica è 38,0% con il CO2 factor pari a 352 352 ECO2 = = 926 ,3 kg/MWh 0 ,38 7. Quantità e qualità di produzione energetica nazionale Curva di durata della potenza oraria richiesta sulla rete italiana nel 2007 Ogni valore della scala delle ascisse rappresenta il numero di ore dell’anno in cui la potenza richiesta è stata uguale o superiore al corrispondente valore riportato in ordinata Fig.5 26 7.1 Potenza oraria relativa al consumo interno lordo di energia elettrica in Italia nel 3° mercoledì del mese di dicembre 2007 19 Dicembre MW_________________________________________________________________ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Fluente Bacino Serbatoio Idrica Totale 1.109 1.089 1.075 1.062 1.056 1.052 1.091 1.163 1.258 1.378 1.426 1.445 1.401 1.350 1.311 1.359 1.450 1.506 1.530 1.525 1.445 1.361 1.279 1.171 211 176 168 142 141 175 629 1.270 1.878 2.011 1.839 1.591 893 1.278 1.389 1.835 3.740 4.146 3.044 1.558 678 492 229 190 92 64 70 38 36 91 828 2.247 2.704 2.657 1.863 1.599 1.383 1.593 1.460 2.029 3.743 4.047 2.737 1.822 947 385 124 91 1.412 1.329 1.313 1.242 1.233 1.318 2.548 4.680 5.840 6.046 5.128 4.635 3.677 4.221 4.160 5.223 8.933 9.699 7.311 4.905 3.070 2.238 1.632 1.452 Termica tradizional e Geoter mica Eolic a 34.656 33.552 32.675 32.764 33.627 36.092 40.151 42.626 43.420 43.317 43.466 43.036 42.692 43.302 42.692 42.947 44.732 44.574 44.295 44.617 43.023 40.521 37.337 36.093 635 634 634 635 635 634 634 634 634 634 633 633 633 633 634 630 630 634 635 634 642 634 634 633 226 243 253 277 312 374 393 419 361 390 364 396 371 335 327 319 316 260 271 240 231 216 209 196 Totale Saldo scambi con l'estero Consumo interno lordo di potenza 36.929 35.758 34.875 34.918 35.807 38.418 43.726 48.359 50.255 50.387 49.591 48.700 47.373 48.491 47.813 49.119 54.611 55.167 52.512 50.396 46.966 43.609 39.812 38.374 2.199 2.202 2.513 2.552 2.562 2.111 1.605 3.079 3.950 3.992 4.221 3.771 1.943 2.604 4.183 4.121 2.329 1.699 2.762 1.864 2.613 1.647 2.099 535 39.128 37.960 37.388 37.470 38.369 40.529 45.331 51.438 54.205 54.379 53.812 52.471 49.316 51.095 51.996 53.240 56.940 56.866 55.274 52.260 49.579 45.256 41.911 38.909 Fig.6 27 Potenza oraria richiesta sulla rete italiana nel 3° mercoledì di ciascun mese del 2007 17 Gennaio MW_________________________________________________________________ Potenza lorda prodotta Idrica Termica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1.408 1.354 1.291 1.294 1.303 1.560 2.837 5.627 6.319 6.225 6.009 4.798 3.505 3.997 4.689 5.783 7.380 7.651 6.656 5.436 4.094 2.838 1.710 1.445 29.445 28.777 29.219 29.227 29.767 31.959 35.033 37.859 39.255 39.598 39.417 38.897 38.121 38.672 38.825 38.322 39.045 39.459 39.200 38.124 36.656 34.456 32.705 30.385 Potenza assorbita Servizi ausiliari Pompaggi 1.112 1.110 1.135 1.134 1.158 1.198 1.281 1.419 1.482 1.490 1.485 1.455 1.383 1.417 1.447 1.454 1.480 1.501 1.473 1.414 1.351 1.265 1.216 1.152 2.593 3.209 3.914 3.899 3.772 2.137 395 6 6 7 7 15 18 17 17 17 8 4 4 5 5 29 493 1.345 Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 27.148 25.812 25.461 25.488 26.140 30.184 36.194 42.061 44.086 44.326 43.934 42.225 40.225 41.235 42.050 42.634 44.937 45.605 44.379 42.141 39.394 36.000 32.706 29.333 4.956 5.111 5.045 4.935 4.955 4.799 5.245 6.041 6.961 7.003 7.121 6.583 6.403 6.694 6.765 6.660 7.040 6.997 6.931 6.320 6.022 5.359 5.243 4.997 32.104 30.923 30.506 30.423 31.095 34.983 41.439 48.102 51.047 51.329 51.055 48.808 46.628 47.929 48.815 49.294 51.977 52.602 51.310 48.461 45.416 41.359 37.949 34.330 21 Febbraio MW_________________________________________________________________ Potenza lorda prodotta Idrica Termica Potenza assorbita Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 1.633 1.591 1.588 1.581 1.632 1.897 2.767 5.363 7.255 7.780 7.805 6.275 4.813 5.496 5.875 6.741 6.824 7.949 8.232 5.872 4.090 3.190 2.075 28.841 28.589 27.897 28.310 29.176 31.209 33.417 35.924 37.082 37.097 36.912 36.060 35.814 36.321 36.458 36.422 36.672 37.087 36.917 37.194 35.943 33.101 31.518 1.081 1.096 1.070 1.100 1.129 1.164 1.212 1.324 1.378 1.386 1.369 1.319 1.294 1.316 1.339 1.364 1.367 1.384 1.388 1.358 1.299 1.198 1.164 1.573 2.546 2.576 3.228 3.220 2.069 926 14 14 14 16 16 16 15 14 16 16 17 15 17 17 18 972 27.820 26.538 25.839 25.563 26.459 29.873 34.046 39.949 42.945 43.477 43.332 41.000 39.317 40.486 40.980 41.783 42.113 43.635 43.746 41.691 38.717 35.075 31.457 4.224 4.434 4.730 4.939 4.808 5.238 6.312 6.968 6.860 7.036 7.276 7.081 6.825 6.802 7.043 6.982 7.003 7.174 7.088 6.849 6.918 6.392 6.085 32.044 30.972 30.569 30.502 31.267 35.111 40.358 46.917 49.805 50.513 50.608 48.081 46.142 47.288 48.023 48.765 49.116 50.809 50.834 48.540 45.635 41.467 37.542 24 1.822 30.075 1.136 1.635 29.126 4.906 34.032 28 21 Marzo MW_________________________________________________________________ Potenza lorda prodotta Idrica Termica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1.710 1.628 1.599 1.605 1.655 1.913 2.293 4.705 6.164 6.830 6.465 5.294 4.400 4.782 5.071 5.428 5.443 5.565 7.790 6.335 4.806 2.820 2.024 1.793 27.973 27.488 27.067 27.041 27.386 29.404 32.104 35.835 36.955 36.880 37.132 36.686 35.237 35.821 36.244 36.338 36.294 35.739 37.260 36.619 35.063 32.917 30.774 29.543 Potenza assorbita Servizi ausiliari Pompaggi 1.028 1.018 998 991 1.004 1.053 1.117 1.252 1.306 1.321 1.312 1.292 1.237 1.248 1.266 1.269 1.275 1.256 1.346 1.317 1.259 1.179 1.108 1.089 2.374 2.852 3.048 2.971 2.941 2.129 904 32 6 6 13 12 12 12 12 12 13 12 13 14 13 14 448 1.706 Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 26.281 25.246 24.620 24.684 25.096 28.135 32.376 39.256 41.807 42.383 42.272 40.676 38.388 39.343 40.037 40.485 40.449 40.036 43.691 41.623 38.597 34.544 31.242 28.541 5.259 5.239 5.357 5.319 5.600 5.930 6.746 6.617 7.115 7.111 7.194 6.502 7.327 6.885 6.915 7.186 7.111 7.244 6.668 6.741 6.810 6.519 5.924 5.400 31.540 30.485 29.977 30.003 30.696 34.065 39.122 45.873 48.922 49.494 49.466 47.178 45.715 46.228 46.952 47.671 47.560 47.280 50.359 48.364 45.407 41.063 37.166 33.941 18 Aprile MW_________________________________________________________________ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 2.598 2.541 2.529 2.614 2.667 2.836 3.109 5.542 7.871 8.269 7.727 6.651 5.392 5.766 6.377 5.698 5.365 4.494 4.652 4.874 4.818 3.766 2.913 2.680 26.838 26.224 26.048 25.968 26.428 28.592 29.418 32.146 32.573 33.074 33.208 32.674 31.984 32.799 33.099 33.724 33.336 32.666 31.692 32.921 32.764 31.044 29.712 28.590 962 951 953 951 954 1.014 981 1.087 1.141 1.147 1.149 1.108 1.084 1.114 1.132 1.142 1.094 1.048 1.040 1.076 1.087 1.034 998 989 2.465 2.810 3.249 3.532 3.365 3.219 863 7 6 6 7 6 6 12 11 11 7 7 7 10 10 25 1.038 2.445 26.009 25.004 24.375 24.099 24.776 27.195 30.683 36.594 39.297 40.190 39.779 38.211 36.286 37.439 38.333 38.269 37.600 36.105 35.297 36.709 36.485 33.751 30.589 27.836 5.269 5.148 5.497 5.545 5.683 6.103 7.042 7.000 7.255 6.899 7.135 6.954 6.999 7.141 7.135 6.786 6.916 6.549 6.980 7.130 7.061 6.789 6.172 5.644 31.278 30.152 29.872 29.644 30.459 33.298 37.725 43.594 46.552 47.089 46.914 45.165 43.285 44.580 45.468 45.055 44.516 42.654 42.277 43.839 43.546 40.540 36.761 33.480 29 16 Maggio MW___________________________________________________________ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 2.664 2.551 2.497 2.494 2.548 2.803 3.147 5.182 7.059 7.661 8.022 7.623 5.665 5.886 6.163 6.533 6.538 5.854 5.520 5.122 5.338 3.830 2.816 2.573 28.861 27.938 27.618 27.558 28.394 29.531 31.756 34.072 35.157 35.413 35.939 35.509 34.715 35.091 35.204 35.202 34.505 33.439 32.907 33.112 33.649 32.320 31.113 29.849 1.074 1.056 1.054 1.049 1.089 1.124 1.160 1.236 1.322 1.315 1.352 1.357 1.279 1.283 1.287 1.278 1.260 1.232 1.209 1.222 1.235 1.177 1.109 1.099 2.594 2.858 3.165 3.159 3.015 2.797 1.289 19 3 3 5 35 5 5 3 3 3 5 5 5 5 8 146 1.479 27.857 26.575 25.896 25.844 26.838 28.413 32.454 37.999 40.891 41.756 42.604 41.740 39.096 39.689 40.077 40.454 39.780 38.056 37.213 37.007 37.747 34.965 32.674 29.844 3.906 3.962 4.285 4.270 3.810 3.693 5.141 5.644 5.298 5.714 4.728 4.243 4.754 5.173 5.605 5.653 5.678 5.772 5.561 5.382 5.465 5.141 4.407 4.452 31.763 30.537 30.181 30.114 30.648 32.106 37.595 43.643 46.189 47.470 47.332 45.983 43.850 44.862 45.682 46.107 45.458 43.828 42.774 42.389 43.212 40.106 37.081 34.296 20 Giugno MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 ___ Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta 4.225 4.088 4.157 4.127 4.428 4.732 5.729 7.816 10.454 10.723 10.883 10.469 8.578 8.878 9.504 10.250 9.828 9.016 8.189 7.671 7.533 6.878 5.181 4.403 29.651 29.017 28.527 28.393 28.534 29.213 31.436 34.938 36.455 37.827 38.624 38.498 38.435 39.129 39.462 38.894 38.732 38.041 36.642 35.801 35.146 34.465 33.377 32.536 1.124 1.110 1.092 1.089 1.104 1.119 1.168 1.306 1.388 1.433 1.460 1.452 1.434 1.452 1.465 1.478 1.471 1.440 1.380 1.340 1.308 1.261 1.207 1.184 2.403 2.513 2.608 2.802 2.798 2.695 1.414 94 5 6 64 81 81 82 81 78 5 7 9 9 9 7 42 1.798 30.349 29.482 28.984 28.629 29.060 30.131 34.583 41.354 45.516 47.111 47.983 47.434 45.498 46.473 47.420 47.588 47.084 45.610 43.442 42.123 41.362 40.075 37.309 33.957 ____ Saldo scambi estero Potenza richiesta 5.092 4.614 4.410 4.424 4.362 4.461 5.271 5.876 5.778 5.940 5.981 5.439 5.919 6.104 6.063 5.912 5.912 5.289 5.610 4.914 5.621 5.567 5.238 4.476 35.441 34.096 33.394 33.053 33.422 34.592 39.854 47.230 51.294 53.051 53.964 52.873 51.417 52.577 53.483 53.500 52.996 50.899 49.052 47.037 46.983 45.642 42.547 38.433 30 18 Luglio MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta 3.114 2.913 2.808 2.772 2.919 3.219 4.087 5.624 8.430 10.197 11.031 10.770 9.580 9.946 10.636 11.126 10.581 9.350 7.752 6.663 6.255 5.054 3.669 3.147 32.448 31.722 31.450 31.343 31.509 33.149 35.388 38.056 39.572 40.346 40.820 40.157 39.944 40.410 40.192 40.218 40.236 39.360 38.808 38.401 38.360 37.972 36.933 35.292 1.191 1.172 1.172 1.164 1.176 1.247 1.313 1.404 1.495 1.559 1.597 1.589 1.566 1.582 1.574 1.581 1.580 1.549 1.516 1.479 1.459 1.420 1.333 1.288 1.590 2.279 2.627 2.831 2.972 3.698 2.303 161 30 5 5 4 4 5 4 4 4 5 6 7 7 50 104 1.077 32.781 31.184 30.459 30.120 30.280 31.423 35.859 42.115 46.477 48.979 50.249 49.334 47.954 48.769 49.250 49.759 49.233 47.156 45.038 43.578 43.149 41.556 39.165 36.074 Saldo scambi estero Potenza richiesta 4.797 4.528 4.627 4.493 4.546 4.934 5.607 6.078 5.894 5.697 5.634 5.428 5.779 5.711 5.919 6.039 5.967 6.001 5.968 5.538 5.957 5.941 4.860 4.692 37.578 35.712 35.086 34.613 34.826 36.357 41.466 48.193 52.371 54.676 55.883 54.762 53.733 54.480 55.169 55.798 55.200 53.157 51.006 49.116 49.106 47.497 44.025 40.766 22 Agosto MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita ____ ____ Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 3.294 3.217 3.167 3.125 3.161 3.323 3.449 4.134 6.782 7.114 6.991 6.496 6.112 5.822 5.631 5.597 5.581 5.400 5.589 6.377 6.152 4.744 3.910 3.321 24.408 23.939 23.496 23.331 23.697 25.256 26.358 27.886 28.490 29.881 30.393 30.734 30.436 30.357 30.510 30.888 31.014 31.046 31.187 31.312 31.084 29.608 28.431 27.935 943 933 914 908 913 955 986 1.021 1.083 1.145 1.167 1.175 1.155 1.144 1.153 1.165 1.161 1.159 1.164 1.188 1.184 1.111 1.063 1.048 1.183 1.784 1.855 1.852 1.705 1.880 1.658 110 3 3 3 3 3 3 4 6 7 11 8 5 4 6 153 654 25.576 24.439 23.894 23.696 24.240 25.744 27.163 30.889 34.186 35.847 36.214 36.052 35.390 35.032 34.984 35.314 35.427 35.276 35.604 36.496 36.048 33.235 31.125 29.554 2.875 2.724 2.885 2.875 2.714 2.937 3.286 3.448 3.386 3.171 3.373 3.511 3.397 3.357 3.424 3.329 3.414 3.415 3.368 3.341 3.397 3.461 2.983 1.468 28.451 27.163 26.779 26.571 26.954 28.681 30.449 34.337 37.572 39.018 39.587 39.563 38.787 38.389 38.408 38.643 38.841 38.691 38.972 39.837 39.445 36.696 34.108 31.022 31 19 Settembre MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 2.548 2.309 2.300 2.188 2.300 2.654 3.973 5.647 6.736 7.641 7.289 6.620 5.748 5.638 7.012 7.129 6.656 5.778 5.555 6.599 5.195 3.443 2.608 2.074 29.533 28.775 28.386 28.149 28.567 30.006 32.669 35.961 37.630 38.051 38.078 37.943 36.787 37.039 36.590 36.497 36.513 35.450 35.679 36.492 35.099 33.145 31.691 29.965 1.106 1.066 1.048 1.036 1.049 1.083 1.180 1.326 1.403 1.429 1.425 1.410 1.345 1.331 1.336 1.340 1.324 1.285 1.283 1.333 1.263 1.196 1.163 1.092 1.113 1.627 1.796 1.856 1.581 316 111 5 5 6 5 6 6 6 5 6 83 98 98 84 6 10 83 216 29.862 28.391 27.842 27.445 28.237 31.261 35.351 40.277 42.958 44.257 43.937 43.147 41.184 41.340 42.261 42.280 41.762 39.845 39.853 41.674 39.025 35.382 33.053 30.731 3.213 3.613 3.883 3.861 3.931 4.057 3.919 5.008 5.083 4.755 5.301 4.685 4.796 5.231 5.193 5.397 6.194 5.922 5.859 5.601 5.847 5.602 4.928 4.216 33.075 32.004 31.725 31.306 32.168 35.318 39.270 45.285 48.041 49.012 49.238 47.832 45.980 46.571 47.454 47.677 47.956 45.767 45.712 47.275 44.872 40.984 37.981 34.947 17 Ottobre MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 ____ Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta 1.560 1.506 1.506 1.451 1.465 1.682 2.455 4.354 5.539 6.021 6.270 5.474 4.205 4.344 4.176 4.159 3.890 3.928 6.464 4.667 3.791 2.263 1.901 1.588 28.753 27.804 27.644 27.652 28.673 30.270 33.486 35.438 36.884 36.730 36.239 36.122 35.254 35.665 36.394 36.325 36.659 36.406 37.987 36.993 35.689 33.923 31.809 30.764 1.096 1.071 1.058 1.048 1.062 1.118 1.163 1.261 1.323 1.331 1.309 1.295 1.256 1.275 1.282 1.280 1.278 1.268 1.360 1.316 1.248 1.193 1.141 1.121 2.831 3.107 3.408 3.400 2.641 2.423 239 3 3 82 82 82 82 82 83 83 82 82 5 7 7 7 877 2.305 26.386 25.132 24.684 24.655 26.435 28.411 34.539 38.528 41.097 41.338 41.118 40.219 38.121 38.652 39.205 39.121 39.189 38.984 43.086 40.337 38.225 34.986 31.692 28.926 ____ Saldo scambi estero Potenza richiesta 4.965 5.237 5.392 5.395 4.357 5.439 6.086 6.704 7.002 6.876 6.892 5.465 5.718 6.509 6.760 6.956 6.634 6.496 5.876 6.407 6.629 5.384 5.189 4.863 31.351 30.369 30.076 30.050 30.792 33.850 40.625 45.232 48.099 48.214 48.010 45.684 43.839 45.161 45.965 46.077 45.823 45.480 48.962 46.744 44.854 40.370 36.881 33.789 32 21 Novembre MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Potenza assorbita Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 1.340 1.296 1.257 1.336 1.302 1.408 1.702 5.069 6.624 6.482 6.518 5.968 4.192 5.508 5.670 6.362 8.425 9.423 6.092 3.403 2.759 2.085 1.631 1.399 33.222 31.980 31.581 31.387 32.860 36.380 40.568 41.815 42.716 42.631 42.966 42.934 42.721 43.125 43.755 43.877 46.104 44.760 44.963 44.475 42.590 40.006 38.331 35.067 1.254 1.227 1.215 1.211 1.239 1.347 1.471 1.580 1.614 1.605 1.596 1.597 1.560 1.573 1.608 1.628 1.704 1.690 1.641 1.605 1.542 1.446 1.386 1.280 3.889 3.885 3.825 3.816 3.795 3.684 978 66 6 6 5 42 85 83 5 5 3 3 3 6 7 83 1.972 3.212 29.419 28.164 27.798 27.696 29.128 32.757 39.821 45.238 47.720 47.502 47.883 47.263 45.268 46.977 47.812 48.606 52.822 52.490 49.411 46.267 43.800 40.562 36.604 31.974 3.337 3.421 3.388 3.458 3.333 2.624 2.705 3.143 3.840 4.287 3.949 2.481 2.588 2.386 2.876 3.251 2.394 1.337 2.882 3.116 3.062 1.512 1.792 2.910 32.756 31.585 31.186 31.154 32.461 35.381 42.526 48.381 51.560 51.789 51.832 49.744 47.856 49.363 50.688 51.857 55.216 53.827 52.293 49.383 46.862 42.074 38.396 34.884 19 Dicembre MW________________________________________________________ __ Potenza lorda prodotta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 ____ Potenza assorbita ____ Idrica Termica Servizi ausiliari Pompaggi Potenza netta prodotta Saldo scambi estero Potenza richiesta 1.412 1.329 1.313 1.242 1.233 1.318 2.548 4.680 5.840 6.046 5.128 4.635 3.677 4.221 4.160 5.223 8.933 9.699 7.311 4.905 3.070 2.238 1.632 1.452 35.517 34.429 33.562 33.676 34.574 37.100 41.178 43.679 44.415 44.341 44.463 44.065 43.696 44.270 43.653 43.896 45.678 45.468 45.201 45.491 43.896 41.371 38.180 36.922 1.367 1.356 1.326 1.324 1.354 1.377 1.492 1.629 1.669 1.668 1.649 1.621 1.591 1.615 1.585 1.617 1.739 1.763 1.708 1.679 1.563 1.437 1.365 1.339 3.980 4.263 4.246 4.321 4.580 2.832 264 3 3 4 4 4 89 82 88 88 5 3 4 5 5 5 636 1.884 31.582 30.139 29.303 29.273 29.873 34.209 41.970 46.727 48.583 48.715 47.938 47.075 45.693 46.794 46.140 47.414 52.867 53.401 50.800 48.712 45.398 42.167 37.811 35.151 2.199 2.202 2.513 2.552 2.562 2.111 1.605 3.079 3.950 3.992 4.221 3.771 1.943 2.604 4.183 4.121 2.329 1.699 2.762 1.864 2.613 1.647 2.099 535 33.781 32.341 31.816 31.825 32.435 36.320 43.575 49.806 52.533 52.707 52.159 50.846 47.636 49.398 50.323 51.535 55.196 55.100 53.562 50.576 48.011 43.814 39.910 35.686 33 Italia: dipendenza dalle importazioni per fonte di energia (%) Anni 2000 2001 2002 2003 2004 Combustibili solidi 97,8 96,5 96,0 95,9 97,7 Gas naturale 77,6 78,2 80.2 81,7 83,8 Petrolio 95,1 95,4 94,0 93,9 93,9 Totale 83,7 83,6 84,1 84,6 84,7 Bilancio dell'energia elettrica in Italia Produzione lorda - idrica - termica - geotermica - eolica - fotovoltaica Consumi dei servizi ausiliari Produzione netta - idrica - termica - geotermica - eolica - fotovoltaica Destinata ai pompaggi Produzione destinata al consumo Ricevuta da fornitori esteri Ceduta a clienti esteri RICHIESTA Perdite di rete in percentuale della richiesta CONSUMI Agricoltura Industria - Manifatturiera di base - Manifatturiera non di base Terziario Domestico 314.090,3 43.425,0 262.164,9 5.527,4 2.970,7 2,3 12.864,3 301.225,9 42.882,7 250.169,6 5.207,7 2.963,7 2,3 8.751,9 292.474,0 46.595,5 1.610,6 337.458,9 19.925,7 5,9% 317.533,2 5.503,5 156.150,6 73.188,0 65.993,9 88.276,5 67.602,6 313.888,0 38.481,3 265.764,2 5.569,1 4.034,4 39,0 12.589,0 301.299,0 37.962,3 254.022,7 5.242,8 4.032,3 39,0 7.653,6 293.645,5 48.930,8 2.648,1 339.928,2 20.975,7 6,2% 318.952,5 5.659,2 155.804,3 71.924,3 65.800,2 90.268,5 67.220,4 -0,1% -11,4% 1,4% 0,8% 35,8% 1597,8% -2,1% 0,0% -11,5% 1,5% 0,7% 36,1% 1630,8% -12,5% 0,4% 5,0% 64,4% 0,7% 5,3% 0,4% 2,8% -0,2% -1,7% -0,3% 2,3% -0,6% 34 7.2 Elenco delle centrali in italia Società A2A Ambiente S.p.a. Carlo Gavazzi Green Power I.V.P.C. S.r.l. Eusebio Energia I.V.P.C. S.r.l. Sorgenia S.p.a. Gamesa Energia Italia S.p.a. Endesa Italia S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Botto Giuseppe e figli S.p.a. C.V.A. S.p.a. - Compagnia Valdostana delle Acque/Compagnie valdôtaine des eaux C.V.A. SpA - Compagnia Valdostana delle Acque/Compagnie valdôtaine des eaux C.V.A. SpA - Compagnia Valdostana delle Acque/Compagnie valdôtaine des eaux C.V.A. SpA - Compagnia Valdostana delle Acque/Compagnie valdôtaine des eaux Centrale Tipologia Centrale di Cassano Termoelettrico d'Adda Centrale di Ambiente Biomasse S.p.a. Bando d'Argenta Biomasse Centrale IVPC Eolica Centrale Frigento Eolica Centrale IVPC Eolica Fossato di Vico Eolica Parco Eolico Durazzano Eolica Centrale dei Poggi Alti Eolico Valle Secolo Geotermico Centrale Idroelettrica Luigi Idroelettrica Einaudi Centrale Idroelettrica di Idroelettrico Bulfons Potenza MW 1000 18 20 7 15 20 0,75 14 20 120 1 Montjovet Idroelettrico 50 Quincinetto 2 Idroelettrico 22 Valpelline Idroelettrico 130 Champagne 1 Idroelettrico 11 Cartificio Ermolli S.p.a. Centrale Cartificio Ermolli Spa Idroelettrico 3 Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta San Lazzaro Idroelettrico 2 Idroelettrico 309 Idroelettrico 377 Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico Idroelettrico 23 21 12 9 63 146 41 31 21 73 530 1000 1000 568 67 7 Edipower S.p.a. Edipower S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Endesa Italia S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel Green Power S.p.a. Nucleo di Udine - C.le di Somplago Nucleo di Mese - C.le Mese Battiggio Castelbello Bertini Meduno Mezzocorona Venina Ponte Caffaro Teglia Prati di Vizze Sonico Centrale di Galleto Edolo Domenico Cimarosa San Fiorano Centrale ENEL di Torrite Centrale ENEL di Sillano 0 35 Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel Green Power S.p.a. I.G.F. S.p.a. Idroelettriche Riunite S.p.a. Idroelettriche Riunite S.p.a. Idroelettriche Riunite S.p.a. Industrie Riunite Filati S.p.a. Sistemi di Energia S.p.A. Sorgenia S.p.a. Sorgenia S.p.a. Il Ceppo-Solar Energy Italia Termica Celano A2A - AGSM Verona AEM Torino Ahlstrom Turin S.p.a. Api energia S.p.a. Azimut S.r.l. Calenia Energia Cartiere Modesto Cardella S.p.a. Cartificio Ermolli S.p.a. Edipower S.p.a. Edipower S.p.a. Edipower S.p.a. Edipower S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Edison S.p.a. Electrabel Suez S.A. Centrale ENEL di Sillano 1 Idroelettrico Centrale ENEL di Sillano 2 Idroelettrico Centrale ENEL di Idroelettrico Fabbriche Centrale ENEL di Idroelettrico Gallicano Centrale ENEL di Idroelettrico Castelnuovo Centrale ENEL di Pian Idroelettrico Rocca Centrale ENEL di Corfino Idroelettrico Centrale ENEL di Sillico Idroelettrico Raccolana Idroelettrico Nuova Ceretti Idroelettrico Pontetto Idroelettrico Carturo Idroelettrico Gromo Inferiore Idroelettrico Centrala Piancone Idroelettrico Chabodey, Pont-SaintIdroelettrico Martin, Pontey Petiva Idroelettrico Parco fotovoltaico di Solare Sticciano Termica Celano Termoelettrica Centrale del Mincio Termoelettrico Termoelettrico Mathi Termoelettrico Centrale "Api Energia S.p.a." presso la raffineria Termoelettrico Api Centrale Azimut Termoelettrico Sparanise Termoelettrico Portula Termoelettrico Centrale Cartificio Ermolli Termoelettrico Spa Termoelettrico C.le Sermide Termoelettrico C.le San Filippo del Mela Termoelettrico C.le Turbigo Termoelettrico Acerra - Sogetel Termoelettrico Boffalora sopra Ticino Termoelettrico Bussi sul Tirino Termoelettrico Candela Termoelettrico Castelmassa Termoelettrico Cologno Monzese Termoelettrico Jesi - Energia Termoelettrico Nera Montoro Termoelettrico Torviscosa Termoelettrico Porcari Termoelettrico Marghera Levante Termoelettrico Sarmato Termoelettrico Sesto San Giovanni Termoelettrico Settimo Torinese Termoelettrico Terni Termoelettrico Terni Termoelettrico San Quirico Termoelettrico Verzuolo - Gever Termoelettrico Rosignano (Rosen) Termoelettrico 15 15 15 43 20 55 15 15 2 11 7 4 4 10 7 0,7 1 330 279 18 286 6 760 11 130 1140 1280 1740 100 80 130 380 50 50 140 50 100 740 145 50 50 67 100 135 120 510 36 Electrabel Suez S.A. Elettra GLT Endesa Italia S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Enel S.p.a. Tirreno Power S.p.a. EniPower S.p.a. EniPower S.p.a. EniPower S.p.a. EniPower S.p.a. FWI FWI Generale Energia S.p.a. Giovanni Vignuda S.r.l. ISAB Energy ISE Mascioni S.p.a. Piemonte Energia Rizziconi Energia S.E.F. Sarlux S.r.l. Selis S.p.a. Serene S.p.a. Serene S.p.a. Serene S.p.a. Serene S.p.a. Serene S.p.a. Sorgenia S.p.a. Sorgenia S.p.a. Sorgenia S.p.a. Sorgenia S.p.a. Sorgenia S.p.a. Terna Tirreno Power S.p.a. Tirreno Power S.p.a. Voghera Servola Tavazzano La Casella Santa Barbara Centrale Termoelettrica Eugenio Montale Andrea Palladio Alessandro Volta Pietrafitta Grazia Deledda Archimede Centrale Rossano Centrale termoelettrica di Porto Tolle Termini Imerese Centrale Federico II Torrevaldaliga Nord Torrevaldaliga Sud Brindisi Ferrera Erbognone Mantova Ravenna Ferrara Teverola Acea Pinerolese Industriale Spa S. Antonio Priolo Gargallo Taranto Centrale Termoelettrica Mascioni Spa Leini Rizziconi Ferrara Centrale di Cagliari Centrale di Lampedusa Centrale di Cassino Centrale di Rivalta Centrale di Melfi Centrale di Sulmona Centrale di Termoli Termoli Modugno Turano-Bertonico Aprilia Pisticci Centrale termoelettrica Marzocco Napoli Vigliena Centrale Tirreno Power Vado Ligure Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico 510 159 1460 320 510 Termoelettrico 1300 Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico 1120 3600 510 123 240 750 1740 Termoelettrico 2640 Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico 320 454 2640 1980 1520 765 1040 510 785 124 124 Termoelettrico 2 Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico 1 322 160 Termoelettrico 7 Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico Termoelettrico 272 760 510 551 N.P. 106 53 106 53 106 770 770 770 770 770 Termoelettrico 310 Termoelettrico 272 Termoelettrico 818 37 8. Cenni sul Sistema Elettrico di produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica Esistono vari tipi di generatori di energia elettrica: in continua, monofase e trifase. La scelta va fatta in funzione di vari parametri, tra cui anche quello economico. Poiché la potenza dissipata nei cavi diminuisce All’aumentare della tensione (a parità di sezione dei cavi), il trasferimento di elevata energia avviene con linee ad alta tensione, mentre la distribuzione capillare viene fatta in MT e BT. I valori normalizzati sono: trasmissione: 220 kV, 380 kV; subtrasmissione: 66 kV, 132 kV; distribuzione MT: 3, 6, 20, 25, 20, 30 kV distribuzione BT: 220 V, 380 V Un sistema elettrico è composto generalmente dai seguenti sottosistemi: 1) Nodi di produzione: sono in pratica le Centrali Elettriche (idroelettriche, termoelettriche, etc.); 2) Linee di trasmissione ed interconnessione: servono ad inviare la potenza elettrica dai nodi di produzione ai punti di consumo. Normalmente i nodi di produzione sono pochi, con potenza prodotta concentrata e distanti dai punti di consumo, i quali viceversa sono numerosissimi e dislocati per tutto il territorio (più concentrati nelle aree urbane ed industriali). Le linee di trasmissione possono essere di due tipi: a) Linee di trasmissione primarie: connettono le centrali ai nodi primari di smistamento, detti a loro volta sottostazioni di distribuzione o più semplicemente sottostazioni; b) Linee di trasmissione secondarie: partono dalle sottostazioni ed alimentano, a livello locale, la distribuzione dell’energia elettrica; 3) Linee di distribuzione: costituiscono la parte finale del sistema elettrico e distribuiscono l’energia a ciascun blocco di carichi. In fig.7 è mostrato uno schema semplificato della rete di distribuzione, interconnessione e produzione dell’energia elettrica. 38 Fig.7 8.1 Linee elettriche Generalmente i conduttori utilizzati per le linee AAT ed AT sono in alluminio e/o acciaio, i conduttori per le linee MT sono in rame od alluminio. L’isolamento dei conduttori dai tralicci e dai pali si ottiene mediante gli isolatori, che sono dei sostegni in materiale ceramico o in vetro temperato; in fig.8 se ne hanno alcuni esempi. Nel caso di linee AAT e AT sono utilizzati isolatori a cappa e perno, funzionanti a compressione e non a trazione (come nel caso degli isolatori MT rigidi), proprio a causa delle alte tensioni di linea che provocano notevoli sforzi dinamici sugli isolatori stessi. Spesso tali isolatori sono anche disposti in serie l’uno sull’altro per ottenere un più alto isolamento. Fig.8 Altri elementi presenti vicino agli isolatori (soprattutto in AAT e AT) sono gli anelli e le corna spinterometriche (fig. 9), i primi hanno lo scopo di equalizzare e ridurre il campo elettrico nell’intorno 39 degli isolatori in modo da ridurre al minimo possibili effetti corona indesiderati, i secondi servono come sfioratori di tensione. Fig.9 Nelle linee aeree sono infine presenti le funi di guardia, conduttori non in tensione anzi riferiti al potenziale di terra che, disposti in modo opportuno (fig. 10), hanno il compito di proteggere dai fulmini la linea di trasmissione (effetto gabbia di Faraday). Ciascuna fune di guardia crea un settore cilindrico di protezione al di sotto di essa avente un angolo di circa π radianti, quindi i conduttori 3 sono generalmente posizionati in modo tale da essere compresi entro tale angolo. Fig.10 Le linee di distribuzione in BT sono generalmente in cavo. Un cavo è costituito da uno o più conduttori, isolati da uno o più strati di materiale dielettrico, e provvisti di uno o più rivestimenti di 40 protezione contro le azioni meccaniche. In tal modo i cavi possono essere utilizzati in ambienti con presenza di persone e materiali vari, senza danni e pericoli. Nel caso in cui non vi sia un solo strato di materiale dielettrico e nessun altro rivestimento protettivo i cavi si chiamano corde elettriche isolate e debbono essere posate entro opportuni cavidotti per la loro protezione meccanica. I cavi elettrici per il trasporto e la distribuzione dell’energia, di cui ci occupiamo (esistono altri tipi di cavi per il trasporto e la distribuzione di segnali, dati ecc..) hanno sezioni di valore unificato variabile in genere da frazioni di mm2 a centinaia di mm2. Il conduttore è un filo unico oppure, per le sezioni maggiori può essere formato da più fili riuniti insieme, in modo da essere maggiormente flessibile nella posa. I cavi hanno particolarità costruttive che possono consentire la posa in ambienti umidi o addirittura immersa. Possono essere avvolti da un nastro o da una armatura di materiale conduttore, ed in questo caso si chiamano cavi schermati. Per un cavo elettrico si definiscono le tensioni nominali di isolamento come i valori efficaci, espressi in kV delle tensioni massime applicabili fra un qualsiasi conduttore e la terra e fra due qualsiasi conduttori, alla frequenza nominale e per un funzionamento del cavo a tempo indefinito. Il dielettrico di un cavo è in generale costituito da gomma naturale o sintetica, o da materiale termoplastico, il rivestimento protettivo del cavo è in genere costituito da materiale sintetico o da gomma naturale o sintetica, PVC (polivinilcloruro), o in piombo in alluminio, che in questo caso esercitano anche la funzione di schermo. I cavi vengono anche classificati in base alla tensione di esercizio in cavi BT, cavi MT, cavi AT e cavi AAT (questi ultimi di raro impiego). 8.2 Struttura del sistema Un sistema elettrico di produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica può essere schematicamente suddiviso in due sottosistemi: a. gli impianti di generazione b. la rete di trasmissione e distribuzione Impianti di produzione (o meglio trasformazione); Linee di trasmissione AT; Stazioni primarie; Linee di distribuzione AT; Cabine primarie; Linee di distribuzione MT; Cabine secondarie; Linee di distribuzione BT 41 Normalmente le linee di trasmissione non seguono mai percorsi unicamente radiali; per avere una maggiore flessibilità della distribuzione elettrica si realizzano infatti reti magliate, in cui i nodi sono interconnessi. Quindi le linee di trasmissione sono più propriamente dette linee di trasmissione ad interconnessione, esse possono scambiare energia anche tra una centrale elettrica e l’altra. A riprova di quanto detto è il fatto che quasi tutto il sistema elettrico europeo è interconnesso. La prima condizione necessaria perché si possa avere un sistema elettrico interconnesso è naturalmente che la frequenza della rete di distribuzione sia la medesima per l’intero sistema (f = 50 Hz in Europa, f = 60 Hz in USA). Per ottenere un elevato rendimento di trasmissione dell’energia elettrica bisogna ridurre quanto più possibile le perdite di trasmissione che possono essere di due tipi: 1) Perdite per effetto Joule, prodotte dalla corrente che percorre la linea; 42 2) Perdite per effetto corona, prodotte dalla tensione di linea. Per tensioni di linea fino a circa 500 kV risultano in genere preponderanti le perdite per effetto Joule rispetto a quelle per effetto corona: Poiché la potenza trasmessa dipende sia dalla tensione che dalla corrente, se si utilizzano per la trasmissione di una data potenza elettrica delle tensioni abbastanza alte, si ottiene una diminuzione dell’intensità della corrente di linea e proporzionalmente anche delle perdite per effetto Joule. Questo principio viene utilizzato in maniera completa per le linee di trasmissioni primarie, in cui si lavora con le tensioni più alte possibili (in Italia V = 380kV); esse sono dette linee ad altissima tensione (AAT). Per quanto riguarda le linee di trasmissione secondarie, esse collegano punti con distanze minori rispetto alle linee AAT, ma essendo in numero assai maggiore hanno un impatto ambientale più marcato. Pertanto su queste linee si ha un livello di tensione di 150 kV; esse sono anche chiamate linee ad alta tensione (AT). All’interno delle zone abitate si hanno linee di distribuzione in media tensione (MT), il cui livello di tensione è in via di unificazione su tutto il territorio nazionale al valore di 20 kV (a tutt’oggi esistono anche linee MT a V = 10-15 kV). Le linee MT, inoltre, seguono percorsi radiali. Infine le sottostazioni o cabine di trasformazione MT/BT collegano le linee MT a linee a bassa tensione (BT) in cui si ha il 380 V trifase. Il motivo principale per cui si ha una distribuzione dell’energia elettrica in corrente alternata e non in corrente continua è dovuto al fatto che in questo modo si possono utilizzare trasformatori e motori asincroni, che sono macchine elettriche ad alto rendimento. Normalmente l’energia elettrica viene prodotta ad un livello di media tensione che varia tra i 6 ed i 12 kV, che in seguito viene innalzata al valore di 380 kV mediante l’utilizzo di appositi trasformatori elevatori di tensione. In fig. 1.1.1 è schematizzato un tipico percorso della rete di distribuzione ed interconnessione dalla centrale elettrica alle linee BT. Tale sistema interconnesso deve avere un sistema di monitoraggio in tempo reale che sia in grado di misurare le potenze attive e reattive nei vari tronchi della linea e di regolare la tensione e la frequenza di rete. Infatti in conseguenza alla continua variazione dei prelievi e delle produzioni di energia si potrebbero avere variazioni di tensione e frequenza che risulterebbero molto dannose. Le linee di trasmissione ed interconnessione in AAT o AT sono realizzate con conduttori cordati nudi, generalmente sostenuti da tralicci metallici. Le linee di trasmissione MT che arrivano fino alle cabine di distribuzione secondarie MT/BT sono linee aeree sostenute generalmente da pali in cemento armato, metallo o legno. Nelle zone urbane si utilizzano anche linee in cavo sotterraneo. 43 8.3 Linee di interconnessione La Rete di trasmissione nazionale è interconnessa con l'estero attraverso 16 linee : 4 con la Francia; 8 con la Svizzera; 1 con l'Austria 2 con la Slovenia 1 con la Grecia (cavo in corrente continua). Attraverso le linee di interconnessione sulla frontiera nord, 6 terne a 380 kV e 9 terne a 220 kV, nel 2002 l'Italia ha importato 51,5 TWh di energia, quota pari al 16,6 % dei consumi nazionali di elettricità, con un incremento del 5,3 % rispetto al 2001. Queste cifre fanno dell'Italia il maggiore importatore di energia elettrica dall'estero, tra i Paesi europei. L'Italia è, inoltre, interconnessa con la Grecia con un cavo in corrente continua, operativo da luglio 2002, che consentirebbe l'importazione di 500 MW. Data la rilevanza dei transiti di energia elettrica dall'estero, lo sviluppo ed il potenziamento della rete di interconnessione rivestono particolare importanza per il nostro Paese, oltre alle ragioni commerciali e di sicurezza, per il fatto che rappresentano una spinta alla costituzione del mercato elettrico europeo. 8.4 Rete di trasmissione dell'elettricità Nelle centrali elettriche gli alternatori trasformano energia meccanica in energia elettrica. In genere in questa fase la tensione è di circa 15.000 V. Per minimizzare le perdite durante il trasporto e diminuire il numero dei cavi che attraversano il territorio è necessario elevare la tensione fino a 380.000 V. Perché sia possibile utilizzarla per far funzionare apparecchiature elettriche la tensione deve poi essere riportata a 220 V (nelle case) o a 380 V (nelle applicazioni industriali). Questo avviene in più fasi: - nella stazione di trasformazione, o nodo di rete, la tensione passa a 150.000 V - all'ingresso delle città i cavi incontrano la cabine primarie di trasformazione che portano la tensione a circa 10.000V 44 8.5 Cartografia della rete di trasmissione Rappresentazione cartografica della Rete di Trasmissione Nazionale "RTN". Per la trasmissione si sfruttano le tre linee che fanno parte delle dorsali: • Dorsale Tirrenica - Linea del Garigliano • Dorsale Appenninica - Linea Val Montoni • Dorsale Meridionale (in Puglia) - Linea Benevento (direttrice di riaccensione in caso di black-out) Rete elettrica a 220kV 45 Rete elettrica a 380kV 46 Scambi con l’estero 47 8.6 Studio del tracciato Stabiliti i nodi di partenza ed arrivo si fissano gli elementi elettrici della linea. - Tensione - Potenza - Studio corografico - Altimetrico per l’individuazione del tracciato.. 48 La scelta deve tenere conto delle fasi di costruzione ed esercizio. Possibilità di accesso ai picchetti con mezzi che trasportano materiale per la costruzione e per l’esercizio lo studio preliminare viene condotto sulle carte 1/100.000 dell’ I.G.M. una volta stabilito il tracciato bisogna tener conto degli insediamenti urbani e di eventuali interferenze con ripetitori Radio e TV oltre agli attraversamenti di corsi d’acqua, strade ferrate, elettrodotti, linee telegrafiche ecc., i dati acquisiti determinano il tracciato che va riportato sulle carte 1/25.000 dell’I.G.M. tenendo conto di eliminare le interferenze determinato il tracciato vanno determinati gli allineamenti e a picchettare i vertici il progetto esecutivo dovrà tenere conto ( come precisato nelle norme CEI 11-4) a. b. c. d. e. f. g. h. i. j. k. l. di stanziamento dei conduttori distanze minime delle parti in tensione rispetto a quelle a terra dei sostegni altezza dei conduttori rispetto al terreno e alle acque sottostanti. Distanza di rispetto dei conduttori Distanze di rispetto per i sostegni Distanze di rispetto per i fabbricati Distanza fra sostegni di linee elettriche e di telecomunicazione Angolo di incrocio tra linee elettriche e opere attraversate Normativa contro la scalata dei sostegni Coesistenza di elettrodotti Messa a terra dei sostegni ( tiranti metallici) Prescrizioni tecniche sui tiranti metallici a. di stanziamento dei conduttori il calcolo della distanza in metri tra i conduttori, ai punti di attacco ai sostegni di linea, si calcola con la relazione: D = n f + L + 0,01V (metri) f = freccia in m. nelle condizioni di conduttori e corda di guardia scarichi a 15°C L = lunghezza in m. della catena di isolatori sospesi n= coefficiente uguale a: 0,6 per conduttori in alluminio; 0,5. per altri tipi di conduttore V = tensione in kV L = 0 isolatori di tipo disposti in amarro o rigido . b. distanze minime delle parti in tensione rispetto a quelle a terra dei sostegni 49 per linee con isolatori rigidi la distanza è non minore a 0,006 V con un minimo di 0,02 m per linee di 1a classe e di 0,06 m per linee di 2a classe, per isolatori sospesi la verifica della distanza va fatta nelle due seguenti condizioni di carico: Condizione Temperatura °C Vento orizzontale km/h a 0 26 b 15 130 Distanza minima in m 0,006 V con un minimo di 0,06 m 0,0019 V con un minimo di 0,06 m c. altezza dei conduttori rispetto al terreno e alle acque sottostanti Linee di classe 0,1a e linee in cavo di qualsiasi classe 2a, ,3a ( > 300 kV ) Altezza minima dei conduttori sulla verticale m Rispetto 5 Al terreno o acque non navigabili (5.5+0,006 V ) con un minimo di 6m Idem c.s. d. Distanza di rispetto dei conduttori Linee di classe Distanza minima m 0,1a 5 2a,3 a 7 + 0,015 V 0,1a, 2a,3 a 5,5 + 0,015 V 0,1a, 2a,3 a 1,50 + 0,0015 V con il minimo di 4 m Rispetto Al piano di strade di qualsiasi tipo, rotaie di ferrovie, tramvie, funicolari e al livello di morbida di acque navigabili di 2a classe ( per zone lacuali e lagunari navigabili altezza prescritta dalle competenti Autorità ) Al piano di rotaia di funicolari private per trasporto merci All’organo più vicino fisso o mobile di funivie pubbliche e private, palorci, fili a sbalzo o telefoni 50 0,1a, 2a,3 a 1,5 + 0,015 V 1 + 0,015 V quando almeno uno dei conduttori considerati è un conduttore di guardia o quando ambedue i conduttori considerati siano fissati ai sostegni mediante isolatori rigidi o isolatori sospesi in amarro Ai conduttori di altre linee elettriche o di telecomunicazione, di alimentazione o di contatto di ferrovie, tramvie, filovie e funicolari terrestri ( V = tensione nominale della linea a tensione maggiore) 1 limitatamente agli attraversamenti tra linee di classe 0,1a ed agli attraversamenti fra linee di classe 0 o 1a e linee di telecomunicazione, fuori dell’abitato 0,50 nell’abitato, purchè la campata della linea sottopassante non sia superiore a 30 m e 0,30 se, in particolare una delle linee che si attraversano è in cavo aereo. 0,1a Ai sostegni di altre linee elettriche o di telecomunicazione 1 0,50 quando si tratti di cavi aerei ed in ogni caso nell’abitato. 2a,3 a 3 + 0,015 V Ai sostegni di altre linee elettriche o di telecomunicazione 1 + 0,015 V ( salvo in ogni caso il rispetto della distanza). 0,1a, 2a,3 a 3 + 0,006 V salvo in ogni caso il rispetto della distanza 1,5 + 0,015 V. 0,1a, 2a,3 a 2,50 3 + 0,010. 0,1a, 2a,3 a 0,30 0,50 + 0,010 V. Ai conduttori della lilnea di trazione elettrica di ferrovie, tramvie, filovie, funicolari terrestri A tutte le posizioni praticabili, esclusi i fabbricati A tutte le posizioni impraticabili, esclusi i fabbricati e i rami degli alberi e. Distanze di rispetto per i sostegni Linee di classe a a 0,1 , 2 ,3 a Distanza minima orizzontale ( m ) 6 0,1a, 2a,3 a 4 Rispetto Alla rotaia più vicina di ferrovie o tramvie in sede propria, fuori dell’abitato, esclusi i binari morti ed i raccordi di stabilimento Alla rotaia più vicina di funicolari terrestri, al conduttore di contato più vicino di filovie, fuori abitato, alla posizione di un organo mobile o fisso di funivia per trasporto di persone 51 0,1a, 2a,3 a 2 0,1a, 2a,3 a 5 0,1a, 2a,3 a 3 Alla rotaia più vicina di ferrovie o tramvie nell’interno di abitati e per binari morti ed i raccordi di stabilimento anche fuori degli abitati, al più vicino conduttore di contatto di filovie all’interno di abitati o agli organi fissi o mobili di funivie private per merci, palarci, fili a sbalzo, telefori Al piede sia esterno che interno ad argini di 3a categoria Al ciglio di trincee, strade o ferrovie Al piede di rilevati di strade o ferrovie 0,1a, 2a,3 a 2 0,1a, 2a,3 a 15 0,1a, 2a,3 a 7 0,1a, 2a,3 a 3 Al confine di strade statali. Tale minimo è ridotto sino all’altezza fuori terra del sostegno per linee di classe 0,1a e 2a, Al confine con strade esterne ad abitati. Tale minimo è ridotto a 2/5 dell’altezza fuori terra del sostegno per linee 0,1a e 2a, Al confine di strade esterne ad abitati Per sostegni e parti accessorie dei sostegni, compresi i dispersori di terra devono essere rispettate le distanze riportate in tabella Linee di classe Distanza minima orizzontale ( m ) Rispetto A gasdotti eserciti a pressione atmosfere 0,1a, 2a,3 a ≥ 25 6 2. A gasdotti eserciti a pressione > 25 atmosfere e a oleodotti f. Distanze di rispetto per i fabbricati Linee di classe 0,1a Rispetto Distanza minima ( m ) _ I conduttori devono essere inaccessibili dai fabbricati senza l’aiuto dimezzi speciali o senza deliberato proposito. Per i conduttori e corde di guardia scarichi alla temperatura di 55°C per linee in zona A e di 40°C per linee in zona B ( 3 + 0,’10 V ) con catenaria verticale e ( 1,5 + 0,006 V ) con minimo di 2 m con catenaria inclinata di 30° sulla verticale 2a,3 a ai fabbricati 2a,3 a ( < 300 kV ) . A terrazze e tetti piani . Per i conduttori e corde di guardia nelle condizioni di cui sopra con catenaria verticale : 4 m 52 g. Distanza fra sostegni di linee elettriche e di telecomunicazione Linee di classe Distanza minima ( m ) Rispetto 1 Ai sostegni di linee di telecomunicazione 0,1a 0,20 quando una delle due linee sia in cavo. . . h. Angolo di incrocio tra linee elettriche e opere attraversate Linee di classe Angolo minimo 3a 10° 0,1a, 2a 30° . i. Classificazione contro la scalata dei sostegni Linee di classe 2a,3 a Il sostegno deve essere munito di Corona spinosa o simile j. Coesistenza di elettrodotti Linee di classe 0, 1a 0, 1a Coesistenza Le linee possono essere sostenute da sostegni di filovie, tramvie, ecc. I sostegni delle linee possono essere fissati a muri delle case e i sostegni delle linee in cavo aereo possono sorreggere anche linee di telecomunicazione in cavo aereo. k. Messa a terra dei sostegni ( tiranti metallici) I tiranti metalli accessibili dei sostegni di linee elettriche devono essere collegati a terra o devono essere isolati con isolatori che abbiano complessivamente un valore della tensione critica sotto la pioggia pari non inferiore alla tensione di linea. Gli isolatori devono essere intercalati sul tirante, al di sotto del conduttore più basso, ad almeno un distanza di 0,50 m e ad almeno una altezza dal suolo di 3 m. 53 Per quanto riguarda il rilievo una volta determinato il tracciato dell’elettrodotto occorre rilevarne il profilo al fine di determinare nel progetto esecutivo l’entità degli ostacoli da superare. Il profilo del tracciato è essenziale per la progettazione esecutiva in quanto: - consente di studiare la distribuzione dei sostegni - di individuare gli angoli di allineamento dei vertici - di determinare l’entità degli ostacoli da superare. il rilievo del profilo si ottiene riportando tutti gli allineamenti sul terreno e posizionare con esattezza tutti i vertici previsti sulla corografia 1/25.000 prodotta dopo lo studio del tracciato. Determinati tutti gli allineamenti si procede al rilievo del profilo sul terreno tenendo in conto tutti gli ostacoli da attraversare e delle zone dove non devono essere ubicati i sostegni per la natura dei terreni o per incompatibilità con altre opere. ottenuto il profilo si riporta il tracciato rilevato sulle carte catastali utilizzando i riferimenti sul terreno riportati negli stralci planimetrici a corredo del profilo stesso. La planimetria catastale è importante per determinare i dati relativi ai fondi interessati dall’elettrodotto. l. Prescrizioni tecniche sui tiranti metallici Al fine di disporre di un progetto che comprenda per un determinato tipo di conduttore una determinata gamma di pali e di sostegni tali che le prestazioni sia diano modo alla realizzazione di un elettrodotto senza dover procedere ad una progettazione di ogni singolo palo e sostegno e di ogni singola campata, si predispone un progetto unificato. Pertanto ciascun tipo di sostegno unificato è caratterizzato dalla prestazione nominale espressa da: a. valore di campata media b. angolo di allineamento c. valore di parametro legato alla campata gravante. I primi due valori caratterizzano sollecitazioni orizzontali che le campate trasmettono al sostegno; il terzo valore è riferito alle sollecitazioni verticali. Obiettivi, quindi, di un progetto unificato sono: disponibilità di una gamma di sostegni tale da coprire il campo di prestazioni prevedibili per una certa classe di elettrodotti prevedere per ciascun tipo sostegno ( palo ) la gamma di altezze utili da consentire l’impiego in rispondenza all’orografia del tracciato. La serie unificata di sostegni al fine di permettere una progettazione esecutiva degli elettrodotti di una determinata classe di linea dovrà comprendere un certo numero di pali da armare in sospensione ed un numero, inferiore, da equipaggiare in amarro I sostegni in sospensione sono legati tramite catene di isolatori sospese alle mensole, in questo caso il conduttore è continuo. Tali sostegni si utilizzano nei tratti di tracciato in rettilineo o per vertici con angolo di lineamento contenuto entro i 30° ÷ 40° per linee a 220 kV si usano sostegni a traliccio a 54 fusto piramidale. Si indica con la costante k la costante altimetrica legata alla campata gravante così definita: h h k= 1+ 2 a1 a2 dove le campate “a” hanno sempre segno positivo e i dislivelli h hanno segno positivo o negativo secondo lo schema che segue: sostegni di sospensione per linee da 20 kV Tipo 1) L 2) N 3) M 4) P 5) V ( leggero) ( normale). ( medio ) ( pesante) ( vertice) Campata media in m Cm 400 400 400 400 400 Angolo di lineamento in gradi k 0 4° 8° 16° 32° 0,11 0,8 0,24 0,30 0,30 δ I sostegni in amarro i conduttori vengono vincolati al sostegno mediante catene di isolatori amarrate ai due lati delle mensole sono legati tramite catene di isolatori sospese alle mensole; il conduttore deve essere tagliato e la continuità elettrica viene assicurata da spezzoni di conduttore, colli morti, che vengono ammorsettati a monte delle due catene di amarro. Un sostegno d’amarro è necessario per: - i pali capolinea, ovvero per il palo iniziale e quello finale dai quali si va ai portali delle stazioni di trasformazione 55 - per i rompitratta, ovvero sostegni che si collocano in opportune posizioni del tracciato di un elettrodotto per consentirne la costruzione di più lotti e facilitare gli interventi di esercizio - per i vertici con angolo di lineamento maggiori di 35° le prestazioni dei sostegni variano a seconda che questi siano usati come vertici o come capolinea; ciò si spiega tenuto conto che i sostegni capolinea debbono sopportare il pieno tiro senza che lo stesso sia equilibrato da quello dei conduttori della campata seguente. Ciascun tipo di sostegno è utilizzato per valori, di campata media Cm , di angolo di lineamento δ e costante altimetrica k, diversi da quelli normali entro un certo campo definito dall’esame di tutti i punti rappresentati nei piani Cm , δ e k dei loro diagrammi di utilizzazione. La scelta dei conduttori utilizzati per elettrodotti ad alta ed altissima tensione sono del tipo bimetallico in alluminio e acciaio. A seconda delle lunghezze ricorrenti ed alla portata da trasmettere i conduttori sono stati unificati in due tipi le cui caratteristiche meccaniche ed elettriche sono riportate nella seguente tabella: Diametro esterno in mm alluminio 22,8 31,5 26 x 3,60. 54 x 3,50 Acciaio 7 x 2,80 19 x 2,10 alluminio 264, 60. 519,50 Acciaio 43,10 65,80 Totale 307,60 585,30 Formazione Sezioni teoriche in mm 2 Peso teorico Resistenza elettrica 20°C Carico rottura kg Modulo di elasticità kg/m Ω / km kg mm 2 Coefficiente di dilatazione 1/C° 1,081 0,1100 9966 7350 -6 19 x 10 . 1,982 0,05631 17161 6500 19,3 x 10 -6 56 Per linee da : 150 kV si usano conduttori da Ø 22,8 e da Ø 31,5 in relazione della potenza da trasmettere 220 kV si usano esclusivamente conduttori da Ø 31,5 con un solo conduttore per fase. Eccezionalmente si usa il fascio di due conduttori Ø 31,5 per linee brevi dove occorra trasportare potenze elevate ( collegamento tra le centrali e le stazioni di trasformazione ricevitrici ). In questo caso non si utilizzano sostegni unificati che per i 220 kV sono calcolati per semplice conduttore. 380 kV si usa conduttore da Ø 31,5 trinato. Le potenze apparenti in servizio normale che si possono trasmettere con una densità di corrente di massimo tornaconto economico di 1A/mm2 son di seguito riportate per i livelli di tensione:. 150 kV 150 kV 220 kV 220 kV 380 kV 1 x 22,8 1 x 31,5 1 x 31,5 2 x 31,5 3 x 31,5 MVA 70 MVA 135 MVA 200 MVA 400 MVA 1025 8.7 Verifica meccanica del conduttore Per i tre livelli d tensione menzionati le sezioni previste verificano in condizioni normali la mancanza del fenomeno o corona. La verifica meccanica del conduttore con il progetto unificato può essere fatta secondo i metodi della equazione della parabola o della catenaria o con l’impiego dell’ abaco Colonnetti o mediante appositi diagrammi di stato che forniscono l0’andamento del tiro o del parametro in funzione della campata equivalente nei diversi stati di temperatura e di sovraccarico. . Funi di guardia I tipi di funi di guardia unificati sono tre di cui due in acciaio ed il terzo in Allumoweld ( acciaio rivestito in alluminio ) le cui caratteristi sono riportate nella seguente tabella: acciaio acciaio Allumoweld 10,5 11,5 11,5 Formazione 19 x 2,1 19 x 2,3 7 x 3,383 Sezione 54,81. 78,94 80,7 0,532 0,638 0,520 2,014 1,07 8884 10657 8900 19000 19000 16000 Diametro in mm Peso kg/m Resistenza elettrica 20°C Ω / km Carico rottura kg Modulo di elasticità kg mm 2 Coefficiente di dilatazione 1/C° 2,416 -6 12 x 10 . 12 x 10 -6 13 x 10 -6 57 8.8 Testate e franchi elettrici verso massa. Il tronco superiore di ogni palo a traliccio deve avere ina geometria tale da permettere una collocazione dei conduttori tale da garantire le distanze prescritte verso massa in tutte le condizioni di sollecitazione. Per sostegni utilizzati in rettifilo si usa un gruppo mensole dalla geometria tale da garantire il mantenimento del franco minimo da massa anche nelle condizioni più sfavorevoli di sollecitazioni trasversali. La distanza minima da massa è quella tale da garantire il livello di isolamento per la classe di tensione cui appartiene l’elettrodotto. In particolari condizioni di vento spirante a 130 km/h in direzione normale all’asse della linea e temperatura dei conduttori di 15°C si possono raggiungere distanze inferiori sempre tali da garantire la tenuta della tensione di esercizio. Per sostegni utilizzati come vertici in sospensione è previsto oltre al gruppo mensole normale anche un gruppo mensole tale da consentire il mantenimento dei franchi elettrici all’angolo di allineamento da massa in relazione all’anglo di allineamento e alle sollecitazioni dovute al vento. Tale gruppo prevedrà le mensole esterne all’angolo di allineamento opportunamente allungate e quelle interne di lunghezza inferiore in quanto le catene di isolatori in sospensione che pendono dalle mensole poste all’esterno all’angolo di deviazione assumono una configurazione di equilibrio che le avvicina al tronco del sostegno mentre quelle vincolate alle mensole interne all’angolo si allontanano dal tronco stesso. La scelta delle mensole da usare in un determinato picchetto di caratteristiche geometriche note va fatta calcolando la risultante tra l’azione sbandante esercitata sulla estremità della catena di sospensione e quella stabilizzante. L’azione sbandante è dovuta all’azione del vento sulla campata media all’effetto dell’angolo di allineamento ed alla metà della spinta del vento sulla catena. L’azione stabilizzante è dovuta al peso del conduttore della campata media all’effetto del piano verticale del tiro assiale ed alla metà del peso della catena di sospensione. Si provvederà ad agganciare opportuni contrappesi alla catena di isolatori al disotto del morsetto di sospensione per consentire il mantenimento di una posizione di equilibrio. 58