mastretta 7-07-2005 11:27 Pagina 1 I.C.S. - Iniziativa Car Sharing MONITORAGGIO DEL PROGRAMMA NAZIONALE CAR SHARING Rapporto di valutazione Giugno 2005 Redatto da: ing. Marco Mastretta (I.C.S.) Dott. Luigi Torriani (POLINOMIA srl) con il contributo di: Ing. Giacomo Belgrano (Comune di Genova) Ing. Chiara Spatera (I.C.S.) I.C.S. – INIZIATIVA CAR SHARING MONITORAGGIO DEL PROGRAMMA NAZIONALE CAR SHARING RAPPORTO DI VALUTAZIONE ll Programma Nazionale Car Sharing è stato promosso e finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per favorire nelle città italiane l’avviamento dei servizi di car sharing. I.C.S. (Iniziativa Car Sharing), che ha gestito il Programma Nazionale Car Sharing per conto del Ministero, nell’ultima fase del progetto ha eseguito una serie di attività di monitoraggio per la consuntivazione e valutazione finale del progetto stesso. Il presente rapporto si inquadra nell’ambito di queste attività di monitoraggio, e consiste nell’analisi delle varie informazioni sul servizio e sull’utenza raccolti da I.C.S. in questa fase, nella valutazione dello stato di sviluppo dei servizi di car sharing in Italia nonché dell’efficacia del contributo dei Programma Nazionale a questo sviluppo. Il presente rapporto è stato redatto da : • • ing. Marco Mastretta di Genova, direttore di I.C.S., dott. Luigi Torriani, della società POLINOMIA di Milano, incaricato da I.C.S. quale responsabile scientifico delle attività di monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing, e con i contributi di : • • ing. Giacomo Belgrano di Genova, consulente del Comune di Genova, ing. Chiara Spatera di Genova, consulente I.C.S.. Si ringraziano vivamente : • • • • • i Gestori dei servizi car sharing in Italia per la collaborazione e per le informazioni fornite, l’ing. Flaminio Orazzini di Car City Club di Torino per i contributi forniti, le Amministrazioni Locali di Bologna, Brescia, Firenze e Venezia per le informazioni fornite, la società Marketing & Telematica per la collaborazione nell’esecuzione delle indagini demoscopiche, la società TRS per la fornitura delle statistiche sull’utilizzo del car sharing. Giugno 2005 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 2 INDICE 0. PREMESSA . . . 0.1 Cos’è il car sharing . . . . . . . . . . pag. . pag. 1. IL CIRCUITO NAZIONALE DI CAR SHARING ICS 1.1 Breve storia del Programma nazionale . 1.2 Strategie di avvio del car sharing in Italia 1.3 Il quadro economico . . . 1.4 Le prospettive del circuito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. IL SERVIZIO CAR SHARING IN ITALIA . . . . . . pag. 2.1 Stato dello sviluppo del servizio in Italia . . . . . pag. 2.2 Il servizio nelle città del circuito ICS pag. 2.3 Il servizio di car sharing a Bologna . . . . . pag. 2.4 Il servizio di car sharing a Genova . . . . . pag. 2.5 Il servizio di car sharing a Modena . . . . . pag. 2.6 Il servizio di car sharing a Rimini . . . . . . pag. 2.7 Il servizio di car sharing a Torino . . . . . . pag. 2.8 Il servizio di car sharing a Venezia . . . . . pag. 2.9 Il servizio di car sharing a Firenze, Roma ed in altre città del circuito pag. 51 2.10 Il servizio di car sharing a Milano . . . . . . pag. 2.11 Analisi comparata degli indicatori di servizio nelle diverse città . pag. 18 18 20 25 28 32 36 41 46 IL MERCATO ATTUALE E POTENZIALE DEL CAR SHARING IN ITALIA 3.1 Classificazione dell’utenza . . . . . . 3.2 Le indagini svolte . . . . . . . 3.2.1 L’indagine estensiva . . . . . 3.2.2 L’indagine mirata . . . . . . 3.3 Caratteristiche e comportamenti degli utenti . . . 3.3.1 L’utenza individuale . . . . . . 3.3.2 L’utenza collettiva . . . . . . 3.4 Livelli di motorizzazione e di uso dell’auto nel confronto utenti - non utenti . . . . . 3.5 Grado di conoscenza del servizio fra i non utenti . . 3.6 Stima del mercato potenziale del car sharing in Italia . . . . . . . . . . 66 66 68 69 72 74 74 84 4. L’ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO E I COSTI 4.1 I modelli organizzativi . . 4.2 I costi del car sharing . . . . . . . . . . . . . . . pag. 95 . pag. 97 . pag. 99 5. LE TARIFFE E GLI INTROITI 5.1 La struttura tariffaria 5.2 Livelli di utilizzo ed introiti . . . . . . . . . . . . . pag. 102 . pag. 102 . pag. 108 3. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing . . . . . . . . . . 5 7 pag. 9 pag. 9 pag. 10 pag. 16 pag. 17 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 53 55 . pag. 86 . pag. 88 . pag. 91 3 6. IL BILANCIO ECONOMICO DEI GESTORI . . . 6.1 Analisi costi/ricavi . . . . . 6.2 Raffronto con i Business Plan . . . 6.3 Il contributo dei finanziamenti ministeriali . 6.4 Prospettive di redditività del servizio . . 6.4.1 Il ‘lavoro’ sull’utenza e sui livelli di utilizzo 6.4.2 Il ‘lavoro’ sull’offerta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. I BENEFICI SOCIALI DEL CAR SHARING . 7.1 I benefici sui livelli di motorizzazione 7.2 I benefici sull’uso dell’automobile . . . . . . . . pag. 130 . pag. 132 . pag. 133 8. CONSUNTIVI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO . . 8.1 Il bilancio di ICS . . . . . 8.2 Il punto di vista dei Gestori . . . 8.2.1 Primi consuntivi . . . . 8.2.2 Le azioni attuali . . . . 8.2.3 Possibili strategie ed aspettative dei gestori 8.2.4 Criteri adottati per lo sviluppo del servizio 8.3 Ruolo dell’Amministrazione Centrale e di I.C.S. . 8.4 Ruolo delle Amministrazioni Locali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 113 pag. 114 pag. 116 pag. 125 pag. 127 pag. 128 pag. 129 pag. 135 pag. 135 pag. 138 pag. 138 pag. 139 pag. 140 pag. 141 pag. 143 pag. 144 ALLEGATI ALLEGATO A ICS – CAR SHARING Service Satisfaction – Marketing & Telematica – 09/04 ALLEGATO B ICS – CAR SHARING Conoscenza del servizio e propensione all’adesione – Marketing & Telematica – 09/04 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 4 0. PREMESSA Il presente rapporto costituisce la sintesi del lavoro di valutazione e monitoraggio previsto dal Piano Operativo di Dettaglio del progetto Programma Nazionale Car Sharing, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con apposito Accordo di Programma con ICS. Quando è iniziato il Programma Nazionale Car Sharing, porsi l’obiettivo di favorire l’avviamento dei servizi di car sharing nelle città italiane significava affrontare due problemi principali : • • far conoscere ed apprezzare ai cittadini questo tipo di servizio, nuovo per la realtà italiana; trovare delle capacità imprenditoriali, che si proponessero in questo nuovo segmento di mercato. Il primo problema è fortemente condizionato dall’elevata diffusione in Italia della motorizzazione privata anche fra i residenti nelle città ed aree metropolitane. La proprietà e l’uso dell’auto privata è una consolidata abitudine per la stragrande maggioranza delle famiglie italiane, che li considera fattori di indipendenza e nel medesimo tempo di omologazione sociale. Si tratta quindi di proporre, con un servizio di car sharing, una inversione sostanziale nella percezione dell’auto che dovrebbe configurarsi quale puro strumento di mobilità, con vincoli di disponibilità (servizio soggetto a prenotazione) e con un rapporto diretto fra uso e esborso monetario. Questo problema è stato in buona parte risolto per quanto riguarda i livelli di conoscenza del nuovo servizio (cfr cap. 3), in particolare fra i residenti nelle aree urbane ove già opera il servizio, sia per le campagne di marketing effettuate che per la presenza nelle strade delle auto e dei posti di sosta marcati ‘car sharing’. Quanto ai mutamenti dei criteri comportamentali nelle scelte di mobilità, basati su corretti equilibri dei fattori di comodità e di convenienza economica, si tratta di processi di medio-lungo periodo, sui quali sarebbe fondamentale il contributo delle Amministrazioni Locali, sia nella comunicazione ai cittadini che negli atti di programmazione di settore (Piani Urbani del Traffico). Il secondo problema (ricerca delle capacità imprenditoriali) è in parte legato alla ‘novità’ del segmento di mercato da aprire, collocato in un settore, quello dei trasporti, storicamente condizionato da situazioni di mercato distorto (es. le situazioni di monopolio e forte sovvenzione pubblica nel trasporto pubblico di linea). I segmenti di mercato maggiormente contigui al car sharing sono il taxi, che funziona per elementi unitari ed indipendenti di offerta e presenta pochissimi componenti di ‘sistema’ (es. radiotaxi), e l’autonoleggio, che lavora soprattutto nel mercato specifico dei turisti e di chi viaggia in rimborso spese; il car sharing condivide certamente con l’autonoleggio molte problematiche organizzative e commerciali. Alcune delle prime applicazioni di car sharing in Italia si sono appoggiate alle Aziende di Trasporto Pubblico (Bologna, Modena e Rimini) o aziende similari (Venezia), minimizzando in tal modo i rischi imprenditoriali legati alla fase di avviamento. I risultati economici di gestione sono finora tutti negativi, come peraltro previsto dai piani di impresa che pongono il punto breakeven generalmente tra il terzo e il quarto anno di esercizio. Ciò però impone una particolare attenzione nel valutare l’espansione del segmento in esame, per cercare di Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 5 individuare condizioni e tempi sufficientemente certi per raggiungere l’equilibrio per la gestione dei servizi di car sharing nel mercato italiano. Nel cap. 6 si stimano le dimensioni minime del servizio e il livelli minimi di utilizzo del servizio stesso da parte degli associati, che dovrebbero garantire l’equilibrio finanziario della gestione, valutando anche i benefici che l’attivazione del Programma Nazionale di Car Sharing ha portato in questo senso. Queste condizioni richiedono ulteriori sforzi di divulgazione del servizio nonché una maggiore ‘presenza’ delle Amministrazioni Locali nel favorire scelte di mobilità di migliore sostenibilità rispetto all’uso estensivo dell’auto privata. Nel cap. 7 vengono quantificati i benefici sociali ed ambientali derivanti dalla diffusione del car sharing nelle città italiane, benefici che dovrebbero compensare i finanziamenti erogati per supportare l’avvio del servizio. Infine nel cap. 8 si ritorna sulle considerazioni complessive sull’esperienza italiana, riportando il punto di vista dei Gestori in merito a quanto fatto fino ad ora e alle prospettive di sviluppo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 6 0.1 Cos’è il car sharing Il car sharing consiste nell’uso alternato del medesimo veicolo da parte di una serie di utenti (almeno 10÷15 utenti per veicolo), per il tempo necessario a ciascuno a soddisfare le proprie esigenze di mobilità; ciascun utente contribuisce al mantenimento del veicolo per la quota parte di effettivo utilizzo. Il car sharing è nato nei Paesi dell’Europa Centrale come bene condiviso da privati nella forma di cooperativa di consumo, utilizzando veicoli in multiproprietà; il sistema si è poi trasformato in un servizio di trasporto vero e proprio, curato da una società di gestione e con un proprio mercato di riferimento. Gli attori dei questo sistema sono : • la società di gestione, che appunto ‘gestisce’ il parco dei veicoli, riceve e soddisfa le richieste di prenotazione, registra le modalità di utilizzo e ne fattura il corrispettivo; • l’associato, che paga una quota per ‘partecipare’ all’utilizzo del servizio e lo può utilizzare effettivamente dietro prenotazione, pagandone il corrispettivo. Lo schema sostanziale del funzionamento del servizio car sharing è riportato nella figura seguente. marketing - fatturazione produzione consumo Veicoli in servizio Gestore Associati prenotazione - pagamento Il fattore fondamentale di produzione (da parte del gestore) è rappresentato da un veicolo in servizio e le quantità prodotte e consumate (da parte dell’associato) sono misurate in veicoli*km e veicoli*ora. I costi del gestore e gli introiti verranno quindi nel seguito misurati all’anno e rapportati principalmente ai veicoli in servizio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 7 I principali compiti del gestore sono i seguenti : a. b. c. d. e. f. g. divulgare e promuovere il servizio programmare il servizio (numero e tipologia dei veicoli, posti di sosta, tariffe) predisporre i veicoli per il servizio (allestimento e test delle apparecchiature di bordo) ricevere e vagliare le richieste di associazione ricevere e vagliare le richieste di prenotazione registrare le modalità di utilizzo, computare e fatturare i corrispettivi intervenire sui veicoli nei casi di recupero, guasto, pulizia, ecc. I.C.S. ha sviluppato un sistema tecnologico standardizzato, costituito da : • • • l’apparecchiatura di bordo, con la registrazione delle modalità di utilizzo (ore e km), le comunicazioni fra apparecchiatura di bordo e sistema centrale di calcolo, il sistema centrale di calcolo, con la procedura di supporto al ricevimento e vaglio delle richieste di prenotazione e con le procedure di computo e fatturazione dei corrispettivi. Tutti i gestori aderenti al circuito I.C.S. utilizzano attualmente questo sistema tecnologico, che permette la piena intercambiabilità dei servizi fra le varie città del circuito. I.C.S. ha inoltre appaltato un servizio centralizzato di call center per il ricevimento delle richieste di prenotazione e delle altre comunicazioni da parte degli associati (segnalazioni di emergenza o malfunzionamento, richieste di informazioni, ..). Fra i compiti del gestore sopra citati, le attività e. (ricevere e vagliare le richieste di prenotazione) ed f. (registrare le modalità di utilizzo, computare e fatturare i corrispettivi) sono state quindi esternalizzate; cosicché il gestore si può dedicare alle attività di marketing e programmazione del servizio, nonché agli interventi in loco. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 8 1. IL CIRCUITO NAZIONALE DI CAR SHARING ICS 1.1 Breve storia del Programma Nazionale Il Programma Nazionale Car Sharing nasce tra il 1999 e il 2000 per volontà del Ministero dell’Ambiente nel quadro del Programma Stralcio di Tutela Ambientale. Il Car Sharing viene identificato come uno dei fattori strategici dello sviluppo della mobilità sostenibile nelle aree urbane. A differenza però degli usuali finanziamenti erogati dal Ministero ai Comuni nell’ambito del Programma Stralcio, quelli destinati al car sharing seguono una via differente. Si era infatti ravvisata la necessità, fin dall’inizio, di dare omogeneità ai progetti di car sharing delle varie città, e di dare un impulso particolare, attraverso il coordinamento di tutti i progetti, alla nascita di un servizio allora sconosciuto in Italia. Così, dopo l’assegnazione di contributi specifici per il car sharing a tre città (Milano, Roma e Bologna) che avevano presentato pacchetti integrati di misure che contemplavano anche il car sharing, si avviò un’azione per coordinare i progetti delle varie città interessate. All’inizio del 2000 viene sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra il Ministero e i Comuni di Modena, Genova, Torino, Milano, Bologna, Roma, Palermo, Venezia, Firenze, Bari, Catania e Perugia (rappresentati dal Comune di Modena); il Protocollo sancisce la volontà condivisa di istituire un circuito nazionale di car sharing e delinea l’istituzione di un organismo in grado di coordinare il progetto complessivo. Parallelamente viene attivato un tavolo tecnico di lavoro, cui partecipano vari esperti, con l’obiettivo di individuare strategie e modalità del Progetto. Nel frattempo procede l’azione a livello politico per ampliare il più possibile l’interesse all’iniziativa, coinvolgendo un maggiore numero di Enti Locali. Il lavoro preliminare si conclude nel corso del 2000, e nel 23 maggio dello stesso anno viene formalmente istituita “Iniziativa Car Sharing” (ICS), una convenzione di Comuni ed Enti Locali ai sensi dell’art. 30 del dlgs. 267 del 18 agosto 2000 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali; il ruolo di Ente ospitante viene affidato al Comune di Modena. Alla prima compagine di ICS aderiscono Modena, Bologna, Firenze, Genova, Torino e Brescia. ICS elabora il Piano Operativo di Dettaglio per il Primo finanziamento (pari a € 4.131.655) ed il 18 ottobre 2000 prende il via operativo il Programma Nazionale, pianificato per un biennio. Nel 2000 il Ministero dell’Ambiente eroga un secondo finanziamento, e la durata del Programma viene prorogata a 4 anni, a fronte della modifica del Piano Operativo di Dettaglio. Complessivamente la somma stanziata ammonta a circa 9.300.000 €. La prima fase del lavoro di ICS è destinata a mettere a punto tutti gli strumenti (regolamenti, standard, norme, ecc.) di ICS stessa e del Circuito, e a svolgere tutte le azioni necessarie a far adempiere ad ICS i compiti individuati (progettazione delle tecnologie, definizione dell’immagine, ecc.) anche attraverso l’istruzione e l’effettuazione di gare per le forniture, selezioni di esperti e così via. In parallelo viene avviato il lavoro (svolto in parte direttamente da ICS ed in parte dai Comuni) di progettazione dei servizi nelle varie città. Ad agosto 2002 parte il servizio a Venezia e a Bologna, a dicembre 2002 a Torino. Rimini, che aveva svolto un periodo di servizio sperimentale nel 2002, avvia il servizio commerciale nel marzo 2003 e Modena nell’aprile dello stesso anno. Poco più di un anno dopo, nel mese di luglio 2004, parte il servizio a Genova e, recentemente, è stato avviato il servizio a Roma e Firenze, rispettivamente nei mesi di febbraio e aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 9 Inoltre è stata siglata la Convenzione con AMAT per il Comune di Palermo ma il servizio non è stato ancora attivato. 1.2 Le strategie di avvio del Car Sharing in Italia Il problema che si poneva originariamente ad ICS era quello di trovare i migliori modi per stimolare l’avvio del servizio di car sharing in Italia in una prospettiva di circuito unitario, con una serie di vincoli, così sintetizzabili: • • • • la limitatezza delle risorse destinate al progetto; la tipologia specifica dei beneficiari delle risorse stesse, che dovevano per norma essere Comuni o Enti Locali; la necessità di coinvolgere i Comuni con un ruolo importante (il che ha rappresentato anche un’opportunità, come dimostrato a consuntivo) e di confrontarsi comunque con le esigenze e le visioni locali; il vincolo che i soggetti beneficiari dei contributi di ICS dovevano essere chiamati a contribuire alla realizzazione del progetto in termini di cofinanziamento. Il primo effetto di questi vincoli è stata l’impossibilità di progettare il servizio di car sharing come un servizio fornito da un operatore unico a livello nazionale. Sia dal punto di vista tecnico, sia da quello politico/gestionale, la maturazione delle riflessioni in merito era allora insufficiente per far cogliere a tutti gli attori i vantaggi di una concentrazione dell’offerta (processo che in altri paesi europei stava già avviandosi), superando pertanto le visioni locali. Essendo peraltro l’istituzione di un Circuito Nazionale un obiettivo imprescindibile dell’Ente Finanziatore, si è perseguito questo obiettivo attraverso una soluzione che prevede la coesistenza di operatori differenti nelle diverse realtà, soggetti però tutti al rispetto di una serie di standard e norme comuni a tutto il circuito; questi standard riguardano i “ fattori chiave” del servizio al fine di: • • • garantire “l’interoperabilità” del Circuito (cioè la possibilità per un utente del servizio, di utilizzare il servizio anche in un’altra città, senza particolari complicazioni operative); favorire il più possibile l’interscambio tra i diversi Gestori e l’omogeneizzazione delle procedure; agevolare il più possibile ogni eventuale subentro di un nuovo Gestore ad un vecchio ed un eventuale processo di concentrazione, creando condizioni il più possibile omogenee e note nelle differenti sedi del servizio. Ciò al fine di rimediare a situazioni di possibile mortalità infantile dei singoli servizi (eventi possibili in un modello di imprese così parcellizzate) e per facilitare comunque l’espansione del servizio da parte dei Gestori attivi. Si può dire che la scelta compiuta da ICS sia stata di tipo “federativo”, con attenzione però a preservare gli elementi chiave di razionalizzazione e omogeneizzazione del prodotto. Dati i vincoli di cui si parlava, gli obiettivi operativi di ICS consistevano quindi nel: • • • • stimolare gli Enti Locali ad attivare e sostenere l’avvio del servizio nelle singole realtà; far crescere una capacità operativa e stimolare l’offerta; diminuire per quanto possibile il time-to-market del nuovo servizio; generare nel pubblico una conoscenza diffusa del car sharing e stimolare la domanda nelle realtà in cui il servizio sarebbe stato attivo. Lo scenario generale in cui l’azione di ICS si collocava era allora caratterizzato dei seguenti elementi: Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 10 • • • • • Completa assenza della domanda, caratterizzata con una scarsa conoscenza generalizzata del car sharing: una ricerca condotta da ICS nel 2001 aveva evidenziato un awareness di non più del 15% fra i residenti nelle aree urbane. Totale mancanza di esperienza operativa sul car sharing in Italia. Se si eccettuavano i progetti-pilota di Venezia e Palermo sul car sharing elettrico, senza una vera valenza commerciale, non esistevano nel 2000 altre esperienze a cui rifarsi (erano in via di elaborazione sia il progetto TOSCA cui partecipò con un servizio sperimentale l’ATC di Bologna, sia la realtà di Milano Car Sharing di Legambiente, che avrebbe successivamente avviato un servizio autonomo da ICS). Il segmento del trasporto in cui si colloca il car sharing è intrinsecamente caratterizzato da margini di contribuzione per utente piuttosto contenuti, tali da rendere attrattivo il business per un investitore solo su una scala piuttosto ampia, e da richiedere un certo tempo dall’avvio per poter ipotizzare un adeguato ritorno dell’investimento. Come diretta conseguenza di quanto sopra esposto, alla volontà degli Enti Locali di adottare il car sharing nel proprio territorio, non corrispondeva una altrettanto pronta risposta da parte degli operatori economici che avrebbero potuto realizzarlo, quanto piuttosto una vera e propria diffidenza nei confronti di un’attività pressoché sconosciuta. Presenza per ragioni varie di spinte locali molto forti che contrastavano l’adozione di soluzioni standardizzate, e che tendevano a creare la coesistenza di una molteplicità di impostazioni tecniche al problema. In questo scenario, l’azione doveva inevitabilmente seguire alcune direttrici principali : • • • • La prima mirata a forzare l’adozione di standard e procedure omogenee, cercando ovviamente di coagulare gradualmente attorno a queste scelte il maggior consenso possibile, e mirando a imporre, comunque gradualmente, le scelte fatte come “standard di fatto” a livello nazionale. La seconda tesa a stimolare l’offerta e a far crescere nei Comuni e nei potenziali operatori economici del settore non solo la conoscenza, ma anche la coscienza del business, a partire dalle competenze già allora presenti a livello nazionale. La terza mirata a diffondere nel pubblico la conoscenza del car sharing in modo da generare domanda potenziale. La quarta, con l’obiettivo specifico di facilitare agli operatori interessati l’ingresso su questo mercato, agendo sui fattori di massima criticità, e cioè l’investimento a rischio e la necessità di sviluppare da zero tutti i fattori produttivi. I meccanismi operativi scelti da ICS rispecchiano quindi questo sistema di obiettivi, esigenze e vincoli. Possiamo quindi qui brevemente riassumere le scelte fatte, analizzandone il senso nella prospettiva sopra delineata. Coinvolgimento dei Comuni nella fase di definizione del progetto Dovendo di fatto interloquire con i Comuni, si è scelto di coinvolgerli il più possibile già nella fase progettuale e di definizione del servizio. Si richiedeva per l’accesso ai benefici la produzione di un progetto tecnico e di un piano di impresa dettagliati. Per ovviare alla scarsa conoscenza del car sharing, ICS metteva a disposizione un pool di esperti di settore che hanno lavorato assieme ai tecnici degli Enti Locali e contemporaneamente li hanno sensibilizzati sulle tematiche più importanti (procedure di selezione e affidamento, benefici da attribuire al servizio, vantaggi dell’uso del car sharing per l’Ente, ecc.). Uno dei mandati fondamentali del progetto è stato quello di supportare il Comune nell’individuazione dell’operatore che avrebbe realizzato e gestito il sistema. Lo studio di Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 11 progettazione è stato spesso il primo momento di interlocuzione tra l’Ente Locale affidatario e il soggetto attuatore dell’intervento. Per facilitare e accelerare al massimo l’utilizzo da parte dei Comuni di questa possibilità, ICS ha creato un fondo specifico per la progettazione cui i Comuni hanno potuto attingere senza necessità di cofinanziamento. Assegnazione dei benefici solo su ipotesi concrete di realizzazione Per massimizzare l’efficacia dell’utilizzo delle risorse, i benefici vengono attribuiti direttamente al soggetto imprenditoriale che realizza e gestisce il sistema, selezionato attraverso il meccanismo di affidamento da parte del Comune. Ciò permette a ICS di interloquire direttamente con i Gestori e ai Gestori di trovare in ICS il punto di incontro comune. I benefici, quindi, vengono assegnati solo una volta che il soggetto operatore sia stato individuato e si sia impegnato alla realizzazione del progetto attraverso apposita convenzione stipulata con l’Ente Locale. Questo passaggio è particolarmente importante, poiché impegna l’operatore su un piano d’impresa da lui stesso sottoscritto e condiviso. A maggior garanzia del finanziamento viene preventivamente richiesta al soggetto beneficiario una fidejussione per l’intero valore del finanziamento stesso (ciò anche in relazione alle modalità di erogazione dei benefici). Fornitura di beni e servizi costituenti fattori-chiave di produzione ICS non eroga contributi sotto forma di denaro distribuito a priori per la realizzazione di un progetto e, nella fase iniziale del Programma Nazionale di Car Sharing, i benefici sono stati erogati sotto forma di beni/servizi forniti direttamente ai Gestori. Ciò ha permesso l’adozione di standard e la creazione di una cultura comune tra tutti i Gestori, ed in gran parte di interessi tra di essi condivisi. Ovviamente i beni/servizi da fornire in questa ottica centralizzata sono stati selezionati in modo da interessare i fattori-chiave che dovevano essere sottoposti a standardizzazione e che rappresentavano quelli più difficilmente acquisibili singolarmente dai vari operatori. Si sono individuati i seguenti beni/servizi: • Tecnologie : rappresentano il fattore-chiave per garantire l’interoperabilità del circuito e per permettere un servizio a bassa intensità di personale (elemento decisivo di equilibrio economico); ma le tecnologie costituiscono anche il più gravoso investimento per chi entra in questo settore. Lo sviluppo e la fornitura di una tecnologia unitaria come finanziamento da parte di ICS presenta diversi benefici. Innanzitutto abbatte significativamente la necessità di mezzi finanziari per l’avvio del servizio; permette inoltre di avviare da subito il servizio con un adeguato livello industriale di servizio e di organizzazione, evitando quel periodo (spesso lungo) di “infanzia” in cui il servizio verrebbe gestito in modo “artigianale”. Infine tende a creare massa critica attorno ad un singolo prodotto, nell’ottica dl suo sviluppo e mantenimento nel tempo. • Servizi di call centre / contact centre : è una scelta di strategia e di convenienza. La centralizzazione permette al singolo operatore notevoli risparmi e minori investimenti rispetto alla creazione e/o utilizzo di un proprio call centre, ma contemporaneamente rende standard (in combinazione con la tecnologia adottata) tutte le procedure di approccio del cliente al servizio. Garantisce anche in questo caso una standardizzazione ed un livello omogeneo di servizio. • Servizi di promozione e comunicazione : si è voluto affermare un marchio comune del circuito, pur nella libertà, da parte dei singoli operatori di attuare una propria politica di comunicazione e di valorizzazione del loro marchio. Si è così giunti alla realizzazione di una sorta di identità coordinata e alla definizione di Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 12 prescrizioni minime che la comunicazione di ogni Gestore deve seguire. Il ruolo dell’immagine è centrale nell’identità unitaria del circuito. La fornitura di questo tipo di servizi, inoltre, ha permesso in molti casi la realizzazione di una buona campagna locale di promozione nella fase di start up, che ha accelerato i ritmi di crescita della domanda senza necessità di ulteriori investimenti da parte dell’operatore. A questi servizi si sono poi aggiunti servizi specialistici di supporto tecnico o legale, qualora richiesti dal Gestore. Libertà nell’utilizzo dei benefici destinati ai Gestori Pur in presenza dei vincoli sopra posti, molto rigidi su alcuni aspetti, il Gestore gode della massima libertà nell’impiego dei benefici assegnati, che egli può “utilizzare” secondo la tempistica e la composizione che gli è più utile. Ciò permette di adeguare l’erogazione dei beni/servizi alle necessità di crescita del business. A garanzia delle erogazioni il beneficiario è tenuto a sottoscrivere preventivamente garanzia fidejussoria per l’ammontare di quanto assegnatogli. Integrazione all’Accordo di Programma e natura dei benefici erogati da ICS Dopo la fase iniziale del Programma Nazionale di Car Sharing in cui i benefici concessi da ICS sono stati erogati sotto forma di beni/servizi forniti direttamente ai Gestori, in seguito alla sottoscrizione di un Atto di Modifica all’Accordo di Programma, siglato tra il Ministero dell’Ambiente ed ICS con decorrenza 19 ottobre 2004, data di termine del secondo biennio del Programma, il regime di concessione dei benefici da parte di ICS è stato modificato. Infatti, a far data dallo stesso 19 ottobre 2004, ICS eroga benefici agli Enti convenzionati ed ai Gestori da essi individuati sotto forma di rimborso delle spese sostenute direttamente dai Gestori per l’acquisto di beni e servizi che rispettino gli standard, le regole di funzionamento e le prescrizioni di ICS. Tuttavia, qualora il Gestore lo richieda, ICS può continuare ad erogare direttamente ad esso beni o servizi secondo le precedenti modalità. Limitazione del sostegno fornito alla fase di investimento e certezza del cofinanziamento Il sostegno fornito da ICS ai Gestori selezionati è di tipo molto “mirato” e anche limitato. Con l’obiettivo di diminuire le barriere all’ingresso ed il rischio industriale della fase di avvio, il sostegno si è conseguentemente concentrato soprattutto sugli investimenti legati all’avvio del servizio, scegliendo deliberatamente di non finanziare le spese correnti di gestione, se non quelle giudicate “strategiche” quali il call centre e la comunicazione. Conseguentemente con questa scelta, e per garantire un reale cofinanziamento da parte del Gestore, anche le voci di costo ammesse a cofinanziamento (tra tutte le spese sostenute direttamente dal Gestore) sono abbastanza limitate e selettive, più legate a costi di investimento che di gestione corrente. In generale si può affermare che le regole di finanziamento e cofinanziamento adottate da ICS siano piuttosto rigide, e richiedano comunque un impegno finanziario notevole da parte del beneficiario. Benché nominalmente la regola di cofinanziamento sia al 50%, occorre dire che, poiché le voci di costo ammesse a cofinanziamento sono limitate, se si fa riferimento al conto economico di gestione globale, gli effetti dei finanziamenti di ICS si possono stimare in uno sgravio che varia tra il 30% e il 35% dei costi annuali (l’effetto è variabile tra i vari Gestori in funzione della composizione dei loro costi). Ad ulteriore completamento di questa scelta di sostegno agli investimenti piuttosto che alle spese correnti, ICS ha scelto di farsi carico direttamente e sostenere presso i Gestori soprattutto le spese per quella categoria di beni e servizi che non era a quel tempo possibile reperire sul mercato in maniera competitiva, e che quindi in qualche modo richiedevano un “investimento” per l’avvio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 13 L’ottica dell’intervento di ICS è quindi stata quella classica dell’intervento dell’Ente Pubblico per lo stimolo di un nuovo mercato, sia sul fronte dell’offerta sia su quello della domanda, cercando però di non distorcere il mercato attraverso logiche di sussidio e di creare le condizioni per una sopravvivenza del business a regime, dopo l’esaurimento delle risorse pubbliche. Il rapporto tra ICS ed i Gestori Tranne qualche rara eccezione, gli Enti Locali, una volta avviato il servizio, tendono a disinteressarsene. La sensibilità al car sharing come parte integrante del sistema della mobilità urbana non è sicuramente ancora completamente matura. Il ruolo dei Gestori nelle realtà locali è quindi il motore propulsivo dello sviluppo e dell’ampliamento del servizio. ICS ha identificato nella crescita strutturale dei Gestori l’elemento chiave di garanzia rispetto alla sopravvivenza e all’espansione del car sharing. Ha quindi mirato a svolgere sempre più una politica di condivisione con loro delle scelte e delle strategie, che ha potuto consolidarsi via via che i Gestori stessi maturavano esperienza e il loro peso aumentava. Questa politica ha portato alla creazione del Comitato dei Gestori, organo istituzionale di ICS, che ha ormai assunto un ruolo chiave nella definizione delle strategie di sviluppo del business, e rappresenta anche un fondamentale momento di confronto per quanto riguarda le scelte di base del Programma Nazionale stesso. Va sottolineato che un simile organismo non ha al momento uguali nel panorama dei servizi di car sharing internazionali, e costituisce un potenziale vantaggio competitivo di grande importanza per lo sviluppo del car sharing in Italia. Infatti la capacità di condividere sforzi ed investimenti in fattori produttivi quali la tecnologia e l’immagine, può rappresentare un elemento fondamentale di miglioramento della qualità, di diminuzione dei costi, e quindi di miglioramento economico, ed in ultima analisi di sviluppo del mercato. Tendenzialmente il ruolo dei Gestori va’ via via rafforzandosi con lo scemare delle risorse di ICS e con l’affermazione degli standard di fatto del Circuito Nazionale, che i Gestori stessi, ormai, hanno interesse ad affermare e ad espandere. In questo senso è orientata la recente costituzione da parte dei Gestori di un Consorzio d’Acquisto, che si prenda carico delle politiche comuni di approvvigionamento (con l’obiettivo di ampliare questo compito anche oltre a quelle categorie di beni e servizi che secondo le regole di ICS devono necessariamente essere standardizzate); la nascita di tale organismo testimonia la via intrapresa dai Gestori e la loro capacità e volontà di farsi gradualmente carico del ruolo che nella prima fase dell’avvio è stato svolto da ICS. Il Consorzio di Acquisto dei Gestori nasce con lo scopo di effettuare nel modo più efficiente e più efficace gli acquisti di beni e servizi strumentali al servizio di car sharing, finanziandoli con le risorse previste da ICS e con quelle a carico dei Gestori. Alcune delle principali attività del consorzio sono: ! ! ! ! ! ! ! l’acquisizione del servizio di call center e contact center, l’acquisizione di tecnologie ed attrezzature di qualsiasi natura e tipo, l’acquisizione di autovetture in proprietà o di servizi di noleggio delle stesse, l’acquisizione di programmi informatici per la gestione della flotta e del servizio, lo svolgimento di attività promozionale, pubblicitaria, di marketing e di comunicazione, lo svolgimento di attività di consulenza, l’acquisizione di altri beni e servizi, di qualsiasi natura e tipo, comunque necessari o complementari allo svolgimento del servizio di car sharing. Inoltre il Consorzio di Acquisto ha il compito di promuovere il servizio di car sharing e l’applicazione degli standard stabiliti a riguardo da ICS. Il Consorzio di Acquisto agisce in nome e per conto dei Gestori consorziati, che di volta in volta lo incaricano dell’esecuzione di determinati acquisti ed approvvigionamenti; pertanto i contratti di fornitura, gli ordinativi e le stesse fatture vengono sempre intestati direttamente ai singoli soci. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 14 L’appartenenza al Consorzio di Acquisto implica ovviamente l’adesione al Comitato dei Gestori che rappresenta l’organo di indirizzo e controllo del Consorzio stesso e che ne determina le politiche. Si può quindi affermare che il Consorzio d’Acquisto, ente autonomo dei Gestori, costituisce l’organo operativo del Comitato dei Gestori, che ricopre invece il ruolo di organo istituzionale nell’ambito di ICS. Nell’adempimento delle proprie funzioni, sempre nel rispetto degli standard ICS e di ulteriori direttive del Comitato dei Gestori, il Consorzio di Acquisto può autonomamente definire le linee di politica commerciale ritenute più opportune nell’interesse dei Gestori consorziati ed ha facoltà per esempio di: ! ! ! ! ! definire, nel rispetto degli standard, delle regole e delle prescrizioni di ICS, criteri e caratteristiche generali delle forniture di beni o servizi, sia dal punto di vista tecnico che economico, concludere con i fornitori accordi contenenti condizioni generali di acquisto, accreditare fornitori, che presentino i requisiti necessari di affidabilità, a cui rivolgersi in via preferenziale per gli acquisti, formulare strategie commerciali, intraprendere tutte le iniziative ritenute utili o necessarie per acquisire beni o servizi alle condizioni tecniche ed economiche migliori per i Gestori consorziati. Come precedentemente sottolineato, a partire dal mese di ottobre 2004, in parallelo alla costituzione del Consorzio di Acquisto dei Gestori, è stata apportata una significativa modifica al regime di erogazione dei benefici da parte di ICS. A partire da tale data infatti ICS non acquista più in modo diretto beni e servizi a favore dei Gestori ma rimborsa le spese da essi sostenute per l’approvvigionamento. Questa nuova politica si è resa possibile grazie ai seguenti fattori: ! ! ! affermazione degli standard introdotti da ICS attraverso la politica di fornitura diretta, con il diffondersi del servizio e l’aumento del numero di Gestori del circuito; crescente coesione da parte dei Gestori che hanno individuato la necessità di sviluppo di una politica comune, in questo senso anche fortemente condizionati dalla condivisione di aspetti fondamentali del servizio quali le tecnologie ed il call center e dal dovere dell’interoperabilità. Ciò tenderà a garantire una standardizzazione nelle future scelte di sviluppo del circuito anche senza l’intervento diretto di ICS; crescita della dimensione del servizio e della sua dimensione di business, che spinge i Gestori verso un’organizzazione sempre più professionale e di qualità e all’espansione del servizio anche in nuove realtà secondo il modello tecnico ed organizzativo già adottato. Al momento attuale è quindi in via di attuazione un trasferimento graduale di competenze operative da ICS all’organizzazione unitaria dei Gestori, che tendenzialmente diventerà l’organismo di coordinamento operativo degli stessi, lasciando ad ICS il ruolo di ente di coordinamento a cui compete la definizione degli standard e degli sviluppi del sistema complessivo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 15 1.3 Il quadro economico Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha stanziato fino ad oggi per il Programma Nazionale Car Sharing complessivamente 9.261.510,70 €. Questo finanziamento è stato così destinato : Destinazione dei finanziamenti Tecnologia, avvio call center e comunicazioni a scala nazionale Progettazione del servizio e assistenza legale a favore degli Enti Locali Forniture di beni e servizi ai Gestori Spese di funzionamento di ICS Totale Ammontare (€) Quota percentuale 2.285.894,52 24,68% 620.674,98 6,7% 5.602.215,91 60,49% 752.725,29 8,13% 9.261.510,70 100,0% A seguito della citata modifica del regime di erogazione dei beni e servizi da parte di ICS a favore dei Gestori, occorre rilevare che la relativa voce di costo è comprensiva di IVA per le cifre rimborsate prima del 19 ottobre 2004 mentre è al netto dell’imposta per il periodo successivo. Le voci principali sono quindi risultate lo sviluppo di progetti comuni (sistema tecnologico, iniziative di comunicazione nazionale, avvio call centre, ecc.) e il finanziamento di beni e servizi forniti ai Gestori dei servizi nelle diverse città. Questa voce è risultata così ripartita : Fondi già assegnati ai progetti operativi Torino Venezia Bologna Modena Rimini Genova Firenze Palermo Totale Totale assegnato [€] 1.407.561,43 487.755,47 95.544,01 522.050,31 559.858,53 1.298.303,98 508.994,67 722.147,50 5.602.215,90 Per un totale di 5.602.215,90 €, cifra totalmente cofinanziata da parte dei Gestori stessi. Al momento sono stati approvati dalla Conferenza degli Assessori i contributi a favore di Padova e Parma, 566.395 (IVA esclusa) e 461.350 (IVA esclusa) rispettivamente, che saranno erogabili non appena e solo in caso di rifinanziamento del progetto. L’ammontare di questi fondi è stato, come detto, determinato nel seguente modo: ! ! i fondi erogati direttamente da ICS entro il 18 ottobre 2004 includono l’IVA che è rimasta a carico di ICS; i fondi erogati o da erogare dopo il 18 ottobre 2004 sono calcolati come rimborsi al netto dell’IVA. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 16 1.4 Le prospettive del Circuito Il momento attuale vede ormai una rete piuttosto assestata di Gestori, che hanno sviluppato la loro azione finora su base locale. Le prospettive del prossimo periodo sono quelle di un’espansione del servizio, che dovrà avvenire lungo due direttrici principali: • Una maggiore copertura geografica delle città in cui il servizio è già presente, con l’aumento degli utenti e del numero di veicoli a disposizione, • L’avvio del servizio in nuove realtà, siano esse aree metropolitane limitrofe a quelle già servite (ad esempio le Province di grandi città), siano nuove città di dimensioni interessanti. Mentre il primo processo rappresenta la naturale crescita dei servizi esistenti, il secondo potrà svilupparsi o attraverso l’entrata in scena di nuovi attori locali, o l’espansione dei Gestori esistenti in nuove realtà. Naturalmente si ritiene auspicabile in questa fase, da un punto di vista di razionalità del mercato e di equilibrio economico globale del sistema, che si attui un processo di crescita dei gestori esistenti, più che di una proliferazione di nuovi attori, ognuno dei quali avrebbe bisogno di tempi lunghi per raggiungere la dimensione necessaria a garantire il proprio equilibrio finanziario. Si ritiene quindi prioritario, pur nel rispetto delle regole di concorrenza e dell’attività imprenditoriale, favorire il sostegno alle attività esistenti e un processo di concentrazione dell’offerta, pur mantenendo uno scenario competitivo articolato su un numero limitato di soggetti. Questo processo sarà comunque probabilmente favorito anche dalla carenza di ulteriori risorse destinate al finanziamento dell’iniziativa e dalle nuove regole di funzionamento in via di adozione, cosicché i Gestori già attivi potranno “esportare” i loro servizi in altre città a costi minori rispetto all’attivazione di un servizio autonomo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 17 2. IL SERVIZIO CAR SHARING IN ITALIA Il presente capitolo descrive la situazione del servizio di car sharing del circuito nazionale di ICS, analizzando anche le caratteristiche della sua crescita nelle varie realtà locali. I dati relativi al servizio sono aggiornati al mese di aprile 2005. L’analisi prende in considerazione i tassi di crescita del servizio sotto i profili dell’utenza e dell’utilizzo delle vetture, fornendo anche alcuni elementi descrittivi del servizio stesso (flotta e parcheggi). Tra i dati esposti, occorre rilevare che il numero di utenti si riferisce al numero di tessere: esse coincidono perfettamente con gli utenti nel caso di contratti individuali ma, nel caso di contratti collettivi quali quelli family o business, il numero di tessere distribuite è inferiore al numero di utenti. Si può quindi affermare che, se gli utenti – cioè le tessere distribuite – del circuito ICS sono complessivamente 4.092, il numero di persone fisiche che hanno utilizzato il servizio è sicuramente superiore. Una stima condotta valutando l’incidenza dei contratti collettivi sul totale e considerando per tali contratti un rapporto medio di 2 utenti per tessera – valore sicuramente cautelativo – porta a stimare un’utenza reale in circa 5.500 persone che si sono avvalse del servizio e continuano ad essere abbonate. 2.1 Stato dello sviluppo del servizio in Italia I servizi di car sharing del circuito I.C.S. pienamente attivi durante il 2004, corrispondente al periodo di raccolta dei dati di monitoraggio, erano 5 e, più recentemente, ne sono stati avviati altri 3. Socio I.C.S. Gestore del servizio car sharing Comune di Bologna Comune di Firenze Comune di Genova Comune di Modena Provincia di Rimini Comune di Roma Comune di Torino Comune di Venezia A.T.C. Car Sharing Firenze SpA Genova Car Sharing SpA A.T.C.M. BlueCoast A.T.A.C. SpA CarCityClub A.S.M. Data di inizio servizio 8/2002 4/2005 7/2004 4/2003 5/2003 2/2005 11/2002 8/2002 Inoltre, al momento attuale il servizio di car sharing è in fase di attivazione a Palermo. Socio I.C.S. Gestore del servizio car sharing Comune di Palermo A.M.A.T. Data di inizio servizio da definire Recentemente ICS ha approvato i progetti delle città di Padova e Parma, attribuendo loro i finanziamenti che saranno erogabili se e non appena saranno disponibili nuove risorse economiche. Altre realtà hanno manifestato interesse all’attivazione del servizio, tra cui i Comuni di Brescia Forlì, Mantova, Reggio Emilia e la Provincia di Napoli. E’ in corso di avvio l’espansione del servizio nella Provincia di Bologna che ha assunto delibera per l’adesione ad ICS. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 18 Si riscontra inoltre da parte di molte altre amministrazioni un notevole interesse, che è però al momento frenato dall’indisponibilità di risorse per il finanziamento di nuove iniziative. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 19 2.2 Il servizio nelle città del circuito di ICS Le tabelle ed i grafici di seguito esposti riassumono gli andamenti nel tempo dei dati di servizio monitorati. Numero utenti ICS apr-05 feb-05 mar-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 lug-04 ago-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 4.500 4.250 4.000 3.750 3.500 3.250 3.000 2.750 2.500 2.250 2.000 1.750 1.500 1.250 1.000 750 500 250 0 Fig. 2.2.1: numero degli utenti del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005 Numero di km percorsi mensilmente nelle città del circuito ICS 300.000 275.000 250.000 225.000 200.000 175.000 150.000 125.000 100.000 75.000 50.000 25.000 ge n0 fe 3 bm 03 ar -0 ap 3 rm 03 ag -0 gi 3 u0 lu 3 gag 03 o0 se 3 t-0 ot 3 t-0 no 3 v0 di 3 c0 ge 3 n0 fe 4 b0 m 4 ar -0 ap 4 rm 04 ag -0 gi 4 u0 lu 4 g0 ag 4 o0 se 4 t-0 4 ot t-0 no 4 v0 di 4 c0 ge 4 n0 fe 5 bm 05 ar -0 ap 5 r05 0 Fig. 2.2.2: numero dei km mensili percorsi nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 20 Ore di utilizzo del servizio 37.500 35.000 32.500 30.000 27.500 25.000 22.500 20.000 17.500 15.000 12.500 10.000 7.500 5.000 2.500 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 lug-04 ago-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.2.3: numero di ore di utilizzo del servizio nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005 Numero di corse apr-05 feb-05 mar-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 5.000 4.750 4.500 4.250 4.000 3.750 3.500 3.250 3.000 2.750 2.500 2.250 2.000 1.750 1.500 1.250 1.000 750 500 250 0 Fig. 2.2.4: numero di corse effettuate nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 21 gen-03 feb-03 mar-03 apr-03 mag-03 giu-03 lug-03 ago-03 set-03 ott-03 nov-03 dic-03 NUMERO UTENTI/CARD Bologna Firenze Genova Modena (1) 130 180 (2) Rimini Roma Torino Venezia Utenti Tot AUTO IN FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena CORSE EFFETTUATE Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia Corse Totali km PERCORSI Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia Totale km percorsi ORE UTILIZZO Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia Totale ore di utilizzo PERCENTUALE UTILIZZO FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia 275 310 340 360 410 470 510 550 10 14 20 25 28 32 39 48 49 56 81 104 113 117 121 126 147 161 168 222 227 629 256 235 772 273 260 864 290 312 995 313 314 1.070 326 328 1.136 338 347 1.194 354 385 1.307 404 498 1.558 427 528 1.674 490 553 1.810 14 15 16 24 22 22 20 20 20 22 24 24 11 10 15 10 15 10 15 10 17 10 17 10 17 10 16 10 15 10 15 14 22 50 14 22 51 18 22 67 20 22 91 20 22 89 21 22 90 22 22 91 22 22 91 22 22 91 25 22 95 25 22 96 26 22 97 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 12 12 17 6 17 6 17 6 17 5 17 6 17 6 17 6 17 5 17 5 17 (4) Rimini Roma Torino Venezia Parcheggi Totali 240 182 200 512 ( 3) Rimini Roma Torino Venezia Auto Totali PARCHEGGI DISPONIBILI Bologna Firenze Genova Modena 225 11 5 25 11 5 25 13 5 44 13 5 50 13 5 50 13 5 50 14 5 50 15 5 52 18 5 55 18 5 55 18 5 57 19 5 58 111 193 237 225 253 296 305 340 378 479 499 513 9 81 43 93 66 100 116 111 89 57 100 134 63 115 74 107 125 85 91 320 245 676 358 241 792 408 273 927 381 282 1.012 448 299 1.159 415 331 1.258 453 378 1.336 235 310 1.042 438 484 1.497 534 492 1.694 602 599 1.932 658 692 2.039 6449 8461 12241 12146 14393 17362 21188 20892 25382 27076 28808 29021 335 1245 2576 2685 7864 4051 11015 6758 7498 4218 6881 17343 5271 14228 5793 4883 14914 5051 9386 20659 10.706 37.814 19271 12.159 39.891 25446 13.835 51.857 27157 13.211 56.335 28063 15.230 68.235 29199 15.347 76.974 35788 19.351 90.583 34657 17.118 83.766 31280 24.720 103.996 32290 25.570 104.957 36850 29.978 115.433 43682 31.673 118.813 1421 2703 2409 1970 2022 2531 3400 3200 4000 4600 4800 4807 53 392 2035 402 282 685 1271 1136 1132 1640 610 1669 705 1214 791 1062 2026 813 1167 2110 922 4.453 2275 893 5.871 2996 1.048 6.506 2657 882 7.936 2816 1.164 6.686 3416 1.073 8.976 4707 1.475 11.850 4214 1.326 10.990 3409 1.602 11.385 4063 2.021 12.689 4412 2.228 14.528 5993 2.445 15.225 14 27 20 11 12 16 23 22 28 28 28 27 1 5 19 5 3 10 12 15 9 22 5 23 6 16 7 15 19 11 10 22 6 18 6 19 7 23 7 29 9 26 8 22 10 22 12 25 14 31 15 20 6 24 6 Fig. 2.2.5: dati di servizio nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2003 –dicembre 2003 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 22 gen-04 feb-04 mar-04 apr-04 mag-04 giu-04 lug-04 ago-04 set-04 ott-04 nov-04 dic-04 NUMERO UTENTI/CARD (Progr.) (1) 315 Bologna Firenze Genova Modena ( 2) Rimini Roma Torino Venezia Utenti Tot AUTO IN FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena ( 3) Rimini Roma Torino Venezia Auto Totali PARCHEGGI DISPONIBILI Bologna Firenze Genova Modena ( 4) Rimini Roma Torino Venezia Parcheggi Totali CORSE EFFETTUATE Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino ( 3) Venezia Corse Totali km PERCORSI Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino (3 ) Venezia Totale km percorsi ORE UTILIZZO Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia Totale ore di utilizzo PERCENTUALE UTILIZZO FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia 360 400 430 460 500 520 530 565 600 610 630 204 64 590 240 64 592 277 69 590 315 93 584 460 116 568 51 338 53 347 55 367 56 448 58 505 60 575 187 64 568 493 575 1.772 524 597 1.881 542 657 2.021 565 691 2.190 589 735 2.347 626 751 2.512 640 784 2.763 651 814 2.853 696 867 3.024 720 889 3.145 739 932 3.273 752 961 3.487 24 24 20 20 30 30 30 30 30 30 30 30 16 9 17 16 9 17 16 13 17 16 13 17 16 13 17 8 13 10 13 10 17 10 17 10 17 9 17 15 9 17 26 22 93 25 22 94 25 22 94 25 22 94 31 22 110 38 22 116 41 22 134 42 22 136 42 22 136 42 22 140 45 22 143 48 22 146 12 12 12 12 11 10 11 11 11 11 11 11 15 6 15 6 15 9 15 9 16 9 5 6 6 6 6 6 15 6 11 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 19 5 52 19 5 59 19 5 59 19 5 59 24 5 63 24 5 62 24 5 78 24 5 78 24 5 78 24 5 81 24 5 81 25 5 83 480 530 545 541 600 530 550 370 580 575 620 610 335 76 200 396 105 162 407 115 143 452 175 169 471 181 176 106 85 132 131 122 175 112 158 76 190 75 149 136 104 188 676 551 1.898 769 537 2.099 937 703 2.482 880 706 2.397 963 791 2.620 1004 727 2.485 1010 786 2.774 651 553 2.185 1168 901 3.312 1309 998 3.547 1240 1.002 3.658 1328 1.120 3.886 23711 24591 23745 32422 32570 34714 33000 22500 30700 29750 28000 31500 21649 6709 13920 27564 3925 11643 39316 4967 15325 35301 5543 20484 38926 6206 22816 3593 6158 3881 13270 3075 19179 6980 14366 5445 14910 6847 15446 8156 5546 20931 36069 25.095 94.626 44964 23.391 110.097 62757 31.962 140.718 53827 37.991 145.586 63338 39.156 155.419 63872 34.983 155.862 67143 41.267 176.043 90319 29.094 184.191 79844 46.889 200.565 77220 48.564 215.142 71473 49.072 209.873 67892 49.797 217.137 3107 3778 5337 5600 6733 6900 6100 5000 6500 5325 5450 6000 2235 676 1517 2398 756 933 3403 1001 1493 4158 1057 2239 4106 2068 3113 421 790 471 1459 583 4924 810 1791 2344 1759 1118 1897 564 1592 2068 5028 1.689 11.035 6002 1.656 13.366 6266 2.207 19.317 6444 2.435 17.080 7259 2.543 20.638 9763 2.140 21.818 9905 2.706 22.935 14035 1.935 25.398 12719 3.118 26.424 11867 3.320 26.409 11202 3.222 27.328 11569 3.786 30.642 17 23 36 39 30 32 27 22 30 24 25 27 19 10 12 21 12 8 29 10 12 36 11 18 34 21 25 45 12 42 20 38 20 35 20 32 23 7 8 7 16 8 39 11 15 32 14 17 15 5 24 16 26 10 34 11 34 13 36 15 31 16 36 14 32 17 Fig. 2.2.6: dati di servizio nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2004 – dicembre 2004 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 23 gen-05 feb-05 mar-05 apr-05 Incremento assoluto medio annuo Totale al 30.04.2005 NUMERO UTENTI/CARD (Progr.) (1) Bologna Firenze Genova Modena ( 2) Rimini Roma Torino Venezia Utenti Tot AUTO IN FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena ( 3) Rimini Roma Torino Venezia Auto Totali PARCHEGGI DISPONIBILI Bologna Firenze Genova Modena ( 4) Rimini Roma Torino Venezia Parcheggi Totali CORSE EFFETTUATE Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino ( 3) Venezia Corse Totali km PERCORSI Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino (3 ) Venezia Totale km percorsi ORE UTILIZZO Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia Totale ore di utilizzo PERCENTUALE UTILIZZO FLOTTA Bologna Firenze Genova Modena Rimini Roma Torino Venezia 675 690 722 417 133 548 431 145 525 800 961 3.534 800 995 3.586 447 145 528 59 820 1.035 3.756 760 92 540 153 532 81 850 1.084 4.092 760 92 540 153 532 81 850 1084 4.092 270 n.d. 424 69 220 n.d. 286 379 30 30 30 16 13 17 13 19 11 30 13 20 13 30 13 20 13 7 n.d. 6 1 17 17 17 10 52 21 160 17 10 55 21 179 17 10 55 21 179 3 n.d. 18 0 49 21 146 51 21 149 11 12 17 9 17 6 34 5 111 11 12 17 9 17 6 34 5 111 - 750 64 542 276 198 143 1567 1.140 4.680 12986 64 4242 3270 3428 210 23465 17.931 65.596 5.518 n.d. 4.927 1.531 1.578 n.d. 9.919 7.580 41450 2300 63863 8632 19889 6501 77243 53.920 273.798 694556 2300 371733 168137 317907 8816 1458661 864.024 3.886.134 294.903 n.d. 436.292 80.108 146.572 n.d. 616.287 365.708 6100 444 6901 1437 1913 930 11928 3.834 33.487 126858 444 37377 29900 41072 1282 204554 60.786 502.273 53.759 n.d. 44.176 14.164 18.932 n.d. 86.762 25.656 11 11 11 16 9 17 16 9 17 30 5 88 32 5 90 16 9 17 6 34 5 98 560 660 655 496 209 191 486 234 145 1309 926 3.691 1633 833 3.991 521 289 192 67 1771 1.031 4.526 21600 29000 31885 44049 8296 19313 39062 13187 7410 60519 41.109 194.886 81508 36.910 207.077 53847 14843 11314 2315 96331 45.926 256.461 5310 5900 5855 5425 2367 3026 3658 1955 969 10569 3.067 29.764 12072 2.658 27.212 4529 2231 1109 352 14858 3.391 32.325 24 29 26 46 24 24 32 22 8 29 20 35 19 32 27 9 5 38 22 28 5 48 15 16 13 30 25 Fig. 2.2.7: dati di servizio nelle città del circuito nazionale di ICS nel periodo gennaio 2005 – aprile 2005 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 24 2.3 Il servizio di car sharing a Bologna La città di Bologna presenta, in termini di struttura territoriale, una serie di fattori favorevoli all’espansione del servizio di car sharing : − città di notevoli dimensioni (370 mila residenti) e con ruolo di capoluogo regionale, consolidato da funzioni rilevanti a scala nazionale (in particolare la storica Università); − un centro storico di notevole dimensione e un’area di controllo e tariffazione della sosta ancora più estesa; − una politica pluriennale di sviluppo e qualità del trasporto pubblico, confermata dai recenti progetti relativi a metrò, tram e Servizio Ferroviario Metropolitano. Il servizio di car sharing a Bologna è gestito dall’A.T.C. Trasporti Pubblici Bologna, società che si occupa del trasporto pubblico e del controllo della sosta in centro città. L’Ufficio car sharing è nella sede di A.T.C. in via Saliceto a Bologna. Il car sharing è operativo in questa città dal 18 Agosto 2002 e attualmente (aprile 2005) dispone di una flotta composta da 30 auto, distribuite in 11 parcheggi attivi e conta 760 iscritti, di cui il 71,9% è costituito da privati ed il restante 28,1% da aziende. Il parco auto messo a disposizione degli abbonati è composto da due categorie di auto: o o le city car, Smart CDI (diesel) e Fiat Punto (benzina, benzina e metano) le multifunzionali, Fiat Multipla Bipower (benzina e metano), Fiat Stilo MW (benzina) e Doblò Bipower (benzina e metano). I parcheggi attualmente attivi sono distribuiti tra il centro storico e le aree esterne: • • • • • • • • • • • Piazza Roosevelt Piazza VII Novembre, in prossimità di Porta Lame Porta Saragozza Porta Mascarella Porta San Felice Viale Oriani Via Zanolini, lato in prossimità S.Orsola Via Di Saliceto, angolo via Ferrarese Via de Maria, nelle immediate vicinanze dell'uscita su via Carracci della stazione ferroviaria Deposito Due Madonne, presso il deposito ATC Parcheggio scambiatore Tanari Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 25 Così come mostrato nei grafici seguenti la fruizione del servizio ha registrato una crescita costante fino dall’anno 2003, con un aumento medio mensile degli abbonati del 14% circa, pari ad un incremento di 38 nuovi iscritti ogni mese. Utilizzo del servizio di car sharing a Bologna Iscritti nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 800 700 n° utenti 600 500 400 300 200 100 apr-05 feb-05 mar-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 feb-04 mar-04 gen-04 dic-03 ott-03 nov-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.3.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Bologna: numero degli iscritti al servizio nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005 Nel gennaio 2004 si nota una brusca riduzione degli abbonamenti: gli utenti scendono a 315. La causa di questa inversione è da attribuire alla decisione del Gestore di non applicare più nel 2004 l’iscrizione annuale grautita agli abbonati. Tale politica promozionale, apparentemente volta a favorire la crescita dell’utenza, ha causato un soprannumero di abbonati che, non avendo nessun obbligo economico e di utilizzo del servizio, durante l’anno lo hanno scarsamente utilizzato. A partire dal 2004, quando la quota di iscrizione è diventata obbligatoria, questi stessi utenti hanno disdetto il contratto facendo diminuire bruscamente il numero di iscritti al servizio. Nei mesi successivi del 2004 si ritrova comunque un indice di crescita del 8% circa, con un aumento medio mensile di circa 29 nuovi abbonati, che conferma il trend 2003. Anche nel 2005 la crescita del numero di abbonati si mantiene ai livelli dell’anno precedente con 33 nuovi utenti in media ogni mese, giungendo a quota 760 ad aprile 2005. Anche il numero di corse e km effettuati mostrano un discreto utilizzo del servizio: dalle 111 corse nel Gennaio del 2003 si registrano aumenti fino ad arrivare alle 513 corse mensili alla fine dello stesso anno, con un indice di crescita medio mensile del 16% circa; anche i km percorsi variano dai 6.450 km del Gennaio 2003 raggiungendo i 29.000 km a fine 2003, con un indice medio di crescita mensile del 15%. La tendenza nel corso del 2004, anche in conseguenza della variazione del numero di abbonati precedentemente descritta, subisce un leggero calo: dalle 480 corse e 23.711 km del mese di Gennaio si registrano, nel mese di dicembre, 610 corse e 31.500 km, con un indice di crescita medio del 3% per il numero di corse e del 2% per i km percorsi. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 26 Il 2005 vede un buon incremento sia nel numero di corse effettuate (+6% medio mensile) che nel numero di km percorsi (+11%medio mensile), giungendo alla quota di 750 corse e 41.450 km percorsi ad aprile 2005. Utilizzo del servizio di car sharing a Bologna Corse effettuate nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 800 700 n° corse 600 500 400 300 200 100 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 feb-04 mar-04 gen-04 dic-03 ott-03 nov-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.3.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Bologna: numero di corse mensili effettuate nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Utilizzo del servizio di car sharing a Bologna km percorsi nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 45.000 40.000 km percorsi 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.3.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Bologna: numero di km mensili percorsi nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 27 2.4 Il servizio di car sharing a Genova Genova, per il suo assetto urbano sviluppatosi lungo la costa per circa 30 km tra mare e collina, è una città molto particolare e problematica per il trasporto, sia per gli utenti del mezzo pubblico che per quelli del mezzo privato. La città presenta un centro storico di notevoli dimensioni ma molto impermeabile all’uso dell’auto. La conformazione urbana dalla parte più antica della città non consente infatti il transito di mezzi all’interno dell’area. A questo si aggiungono poi numerose limitazioni all’auto, con una notevole diffusione di aree pedonali o con forti restrizioni sulla circolazione. Analizzando l’utenza genovese, di dimensioni notevoli, si evidenzia la richiesta di uno spostamento privato flessibile e veloce, senza il problema del parcheggio in destinazione e presso il domicilio nel ritorno a casa. La mancanza di un confine urbano ben delineato e la storica carenza di spazio non hanno favorito, a Genova, la creazione di veri e propri nodi di interscambio tra mezzo pubblico e privato; non esistono infatti integrazioni che favoriscano lo sviluppo di una rete intermodale: l’unica reale integrazione attualmente esistente nella città è quella tariffaria treno-autobus, che permette di muoversi su tutto il territorio urbano usufruendo dei mezzi AMT e FS con lo stesso titolo di viaggio, fornendo così alla clientela del trasporto pubblico un servizio che, specialmente nelle ore di punta si può paragonare ad un servizio metropolitano, grazie alle 19 stazioni ferroviarie presenti in ambito comunale. Nel luglio 2003 è stata inaugurata anche la linea metropolitana che è attualmente in via di espansione. Allo stato attuale la metropolitana di Genova ha 6 stazioni (Brin, Di Negro, Principe, Darsena, San Giorgio e De Ferrari), con una lunghezza complessiva di 5,5 km, servendo prevalentemente il centro città e collegandolo ad una delle due valli che confluiscono nella città, la val Polcevera, caratterizzata da un’alta densità abitativa. Successivamente la metropolitana si estenderà ulteriormente in val Polcevera sino a Canepari area ex Fillea, con uno sviluppo di ulteriori 550 metri e nella seconda delle valli suddette, la val Bisagno, sino a Staglieno, con un ulteriore sviluppo di 5,5 km. L'intera opera da Canepari a Staglieno costituirà l'asse portante, per il collegamento delle due valli con il centro città, del trasporto pubblico cittadino. Tale asse portante potrà connettersi con il sistema di trasporto metropolitano ferroviario in sviluppo sulla direttrice levante↔ponente che si comporrà di circa 22 stazioni ferroviarie in grado di assicurare un servizio di trasporto in sede propria e così garantire sicurezza, comfort e regolarità delle corse. Il servizio di car sharing si inserisce quindi nella realtà genovese come “servizio pubblico integrativo di mobilità”. Infatti, per come è stato studiato, il servizio non necessita di grandi aree per il parcheggio proprio perché è sufficientemente distribuito sul territorio: il progetto prevede dalle due alle quattro autovetture per parcheggio, con una distanza tra i parcheggi percorribile a piedi o ben collegata tramite il trasporto pubblico. In questo senso la rete di parcheggi del car sharing potrebbe contribuire a sviluppare una rete di trasporto intermodale non solo nel centro dove si ha maggiore carenza di grandi aree, ma anche a livello urbano, soprattutto in una città come Genova. Il servizio di car sharing a Genova è stato affidato dal Comune alla Società Genova Car Sharing, partecipata al 30% da AMT, azienda di trasporto pubblico urbano di Genova, e al 70% da Automotive Solutions Srl, società che fornisce servizi di gestione flotte alle aziende di autonoleggio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 28 Il servizio è stato inaugurato il 5 Luglio 2004 con l’attivazione di 16 aree di parcheggio concentrate nei quartieri centrali della città con 55 posti auto a disposizione e 16 veicoli in servizio. Il servizio di car sharing ha riscosso un buon gradimento da parte della cittadinanza e al mese di aprile 2005, dopo 10 mesi di attività, si contano 540 utenti. La flotta, distribuita in 17 parcheggi, è stata potenziata e portata a 20 veicoli di diversa tipologia: city car, auto di media cilindrata e da furgoni per il trasporto merci. Tutti gli autoveicoli sono ecocompatibili (bipower). I piani di sviluppo elaborati da Genova Car Sharing prevedono una progressiva espansione del servizio nelle restanti aree della città, che interesserà le zone a levante in un primo momento e, successivamente, i quartieri a ponente. Così come mostrato nei grafici seguenti la fruizione del servizio nell’anno 2004 ha registrato una crescita costante, con un aumento medio mensile degli abbonati del 20% circa, pari ad un incremento di circa 55 nuovi iscritti ogni mese. Il rapido incremento del numero di abbonati, considerato che il gestore locale non ha adottato politiche di incentivo esentando dal pagamento della quota annuale, dimostra l’elevato livello di gradimento del servizio da parte dell’utenza. Il successo del servizio è anche favorito dalle particolari limitazioni all’uso e al possesso dell’auto privata esistenti nel centro cittadino, area dove è stata sviluppata la prima fase del servizio, soprattutto per quanto riguarda l’esiguità degli spazi per il parcheggio dei veicoli privati e la difficoltà di circolazione. Dopo un lieve calo subito a gennaio, nel 2005 la crescita degli utenti è continuata con un tasso medio minore rispetto al 2004 (+5% medio mensile), che comunque ha permesso di raggiungere i 540 utenti ad aprile 2005. Tra gli abbonati si conta un 27% di contratti di tipo business, un 72% di tipo family ed il restante 1% è costituito da enti locali. Utilizzo del servizio di car sharing a Genova Iscritti nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 600 500 n°utenti 400 300 200 100 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 0 Fig. 2.4.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Genova: Numero degli iscritti al servizio nel periodo luglio 2004 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 29 Anche i due grafici seguenti dimostrano il buon successo del servizio a Genova: tra luglio 2004 ed aprile 2005 il numero di corse effettuate è cresciuto mediamente del 22% raggiungendo le 542 corse ad aprile 2005; analogamente i km percorsi sono rapidamente cresciuti nello stesso periodo, passando dai 8.156 di luglio 2004 ai ai 53.847 di aprile 2005, con un tasso medio di crescita mensile del 33%. Utilizzo del servizio di car sharing a Genova Corse effettuate nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 600 500 n°corse 400 300 200 100 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 0 Fig. 2.4.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Genova: numero di corse mensili effettuate nel periodo luglio 2004 – aprile 2005. Utilizzo del servizio di car sharing a Genova km percorsi nel periodo gennaio 2003 - aprile 2005 70.000 60.000 km percorsi 50.000 40.000 30.000 20.000 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 0 nov-04 10.000 Fig. 2.4.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Genova: numero di km mensili percorsi nel periodo luglio 2004 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 30 Benché giovane, il servizio di car sharing a Genova sembra ben avviato, non solo in termini di crescita dell’utenza ma anche di utilizzo delle vetture. È quindi prevedibile a breve un'ulteriore significativa espansione del servizio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 31 2.5 Il servizio di car sharing a Modena Nella città di Modena funziona un servizio di car sharing gestito dall’A.T.C.M. S.p.A. di Modena, società che si occupa anche del trasporto pubblico urbano. Un ruolo non marginale nell’uso del servizio è svolto dagli Enti pubblici (l’Amministrazione comunale e l’Agenzia della Mobilità). La struttura urbanistica di Modena non è in realtà quella più adatta a politiche di penalizzazione dell’uso dell’auto privata e di sviluppo del sistema di car sharing. La presenza di una maglia di assi viari urbani di buona capacità e di ampi bacini di offerta per la sosta (il Parco Novi Sad ed il circuito dei Viali) a breve distanza dal centro e che abitualmente non raggiungono la saturazione, rendono molto efficiente l’uso dell’auto privata anche nei viaggi di accesso al centro storico. Inoltre le aree periferiche si sono sviluppate con densità abitative abbastanza contenute e con una buona presenza di infrastrutture viarie. In una situazione di altissimi indici di motorizzazione (superiore a 700 veicoli su 1.000 residenti), tutte le politiche per favorire sistemi di trasporto alternativi all’auto presentano evidentemente grossi limiti di efficacia: si pensi ad esempio alla buona riorganizzazione dei trasporti di linea realizzato negli anni ‘90 (con frequenze minime garantite, molti tratti in corsie preferenziali e linee con punti di connessione per l’interscambio) che non ha comunque portato a recuperi rilevanti di utenza. Si comprende quindi come lo sviluppo del servizio di car sharing sia legato ad una profonda svolta nella politica di gestione della mobilità, volta alla riqualificazione di una serie di siti (parco Novi Sad e parco delle Mura) e al recupero ad altri modi di trasporto, con vincoli normativi e/o tariffari, almeno di alcune componenti della mobilità con auto (es.: spostamenti di breve raggio, accessi al centro, provenienze dall’esterno o altri). Nella città di Modena, il servizio viene avviato nell’aprile del 2003. Le dimensioni del servizio e dell’utenza nella città sono ancora abbastanza limitate, nonostante si tratti di un’area urbana di quasi 180 mila abitanti: ad aprile 2005, si contano: 13 auto (Fiat Punto, Stilo, Doblò e Multipla Bipower), 9 parcheggi dislocati presso i principali nodi di scambio intermodale e 153 abbonamenti, la cui tipologia di contratto è così suddivisa: 88,3% privati e 11,7% enti o aziende. Nel corso del 2003, il numero degli abbonati cresce con un indice medio mensile del 23%: dai 10 abbonati iniziali si raggiunge la quota di 49 iscritti a fine anno. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 32 Nel corso del 2004 si assiste inizialmente ad un’attenuazione della crescita del numero di utenti (4% medio mensile) mentre nei mesi di novembre e dicembre si osserva un netto incremento del numero di utenti (30% medio mensile). Tale fenomeno è riconducibile ai positivi effetti della massiccia ed efficace campagna di comunicazione e promozione del servizio effettuata dal gestore nel periodo, accompagnata a sconti sulla quota di abbonamento per i nuovi sottoscrittori. Valutando il tasso di crescita lungo tutto il 2004 si riscontra un’attenuazione della crescita dei nuovi iscritti, con una crescita media del 8% circa ed il raggiungimento di 116 abbonati alla fine del mese di dicembre. Nel corso del 2005 la crescita del numero di utenti si attenua raggiungendo quota 153 alla fine del mese di aprile. Utilizzo del servizio di car sharing a Modena Iscritti nel periodo aprile 2003 - aprile 2005 180 160 140 n° utenti 120 100 80 60 40 20 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 0 Fig. 2.5.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Modena: numero degli iscritti al servizio nel periodo aprile 2003 – aprile 2005. Il numero delle corse mensili nel 2003 rimane sostanzialmente stabile. Unica eccezione si osserva nel periodo di agosto, durante il quale, in corrispondenza della pausa estiva, da una media di 100 corse si scende a 57. In modo del tutto speculare all’andamento del numero degli iscritti, nel 2004 si registra dapprima un andamento altalenante fino al mese di ottobre e successivamente nei mesi di novembre e dicembre un incremento del numero di corse. Complessivamente si registra una media annuale di 115 corse mensili. Nel corso del 2005 il numero di corse effettuate dapprima cresce rapidamente fino alle 289 corse del mese di marzo e poi calando lievemente a quota 276 ad aprile. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 33 Utilizzo del servizio di car sharing a Modena Corse effettuate nel periodo aprile 2003 - aprile 2005 350 300 n° corse 250 200 150 100 50 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 apr-04 mag-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 0 Fig. 2.5.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Modena: numero di corse mensili effettuate nel periodo aprile 2003 – aprile 2005. L’andamento della percorrenza chilometrica risulta simile a quello delle corse: dai 1.200 iniziali si raggiungono i 5.100 km nel dicembre 2003, registrando un calo nel mese di agosto e due picchi nei mesi di settembre e ottobre (17.300 e 14.200 km rispettivamente). Utilizzo del servizio di car sharing a Modena km percorsi nel periodo aprile 2003 - aprile 2005 20.000 18.000 16.000 km percorsi 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 0 Fig. 2.5.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Modena: numero di km mensili percorsi nel periodo aprile 2003 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 34 L’anno 2004, dopo la brusca diminuzione nel mese di gennaio a 3.600 km, registra una crescita significativa nei mesi di aprile (6.980 km) e di giugno (6.847 km). Nel 2005 si hanno due picchi nei mesi di febbraio e marzo, con 13.187 e 14.843 km percorsi, mentre il dati di aprile (8.632) si allinea a quello di gennaio (8.296), evidenziando comunque una crescita rispetto all’anno precedente. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 35 2.6 Il servizio di car sharing a Rimini Per gestire il servizio car sharing nelle città costiere della Provincia di Rimini è stata costituita il 23 aprile 2002 la blueCoast, un’associazione temporanea d’impresa avente fra i soci la società di trasporto pubblico di Rimini TRAM SERVIZI S.p.A. (gestore locale) quella di Bologna A.T.C. S.p.A. (capogruppo), già gestore del servizio car sharing a Bologna, e Diesis Srl Bologna (partner SMART CENTER). Gli uffici della società blueCoast sono collocati nella sede della società TRAM SERVIZI S.p.A. in via Carlo Alberto Dalla Chiesa in Rimini. Il servizio è iniziato in via sperimentale nell’agosto 2002 e in via definitiva nel marzo 2003, e copre le aree centrali di Rimini, Riccione e Cattolica; questi 3 comuni, con l’aggiunta del Comune di Bellaria – Igea Marina nel quale il servizio sarà introdotto prossimamente, costituiscono una conurbazione di quasi 200 mila abitanti. L’utenza si distribuisce in due categorie fondamentali : o i residenti, o gli alberghi, che a loro volta offrono il servizio al cliente. Le due categorie di utenza sono abbastanza complementari in termini di stagionalità della domanda, ma si differenziano per la tipologia di veicoli preferita: il residente privilegia la city car (Smart 2 posti) mentre l’utenza alberghiera privilegia i veicoli più capienti (Multipla 6 posti e Ducato a 9 posti) soprattutto per le gite in collina e nell’entroterra. Le campagne di marketing effettuate hanno avuto delle buone risposte soprattutto nel segmento degli alberghi, che, seppur con il vincolo dei soli 4 mesi di effettivo funzionamento per la maggior parte degli esercizi, potrebbe consolidarsi come fattore determinante dello sviluppo del servizio nell’area. Le dimensioni della struttura alberghiera dell’area sono prime in Italia. posti letto in esercizi alberghieri Esercizi alberghieri Comune a 3 stelle Bellaria - Igea Marina Rimini Riccione Cattolica a1o2 stelle 111 656 270 104 247 549 152 129 a4o5 stelle 15 37 28 20 Totale 1.141 1.077 100 Totale 373 1.242 450 253 22.863 66.462 25.438 18.186 2.318 132.949 Fonte : Provincia di Rimini Analizzando in particolare l’assetto territoriale della città capoluogo, Rimini presenta tutti i fattori che la rendono luogo ideale per una vacanza ‘senza auto’, quali: o la compattezza dell’area turistica (stretta fra la costa e la linea ferroviaria) con una estrema vicinanza dei luoghi di svago (spiagge e locali) e dei servizi; o la vicinanza della stazione ferroviaria, che costituisce fermata anche per i treni ES e IC, come nodo/sistema di accesso senza auto (rimane irrisolta la questione dell’apertura della stazione su fronte ‘mare’ per rendere maggiormente accessibile anche Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 36 pedonalmente tutta l’area di Marina Centro); o la difficoltà di trovare parcheggio in albergo (l’area dell’hotel adibita a parcheggio è stata in molti casi riutilizzata per la costruzione della piscina) e in strada (la sosta permanente ha inoltre prodotto il restringimento sostanziale della sezione delle strade secondarie, che i pedoni e le biciclette percorrono solitamente in centro strada). La promozione di Rimini come città per il turismo ‘senza auto’ potrebbe essere un fattore fondamentale per la riqualificazione ambientale dell’area della Marina nonché elemento di straordinario impulso alla diffusione del servizio di car sharing. Nel mese di aprile 2005 si riscontra un buon livello di sviluppo per il servizio di Rimini, che offre una flotta di 17 veicoli distribuiti in altrettanti parcheggi a disposizione di 532 utenti così suddivisi per tipologia di contratto: - 40,9% individuali, - 7,8% imprese, - 5,2% famiglia, - 42,2% hotel, - 3,9% ricaricabili. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 37 Il servizio di car sharing a Rimini, seppure di dimensioni più piccole rispetto alle altre città, ha registrato una buona crescita del numero degli iscritti: dai 56 abbonati nel primo mese di attività il servizio ha visto aumentare il numero degli utenti fino a 168 nel dicembre 2003, con una crescita media di 12 nuove iscrizioni ogni mese. Nel 2004 il servizio ha avuto un aumento significativo dei propri abbonati, contando quota 338 già nel mese di gennaio, raggiungendo 592 associati nel mese di settembre e concludendo l’anno con 568 utenti a fine dicembre. L’andamento nei primi mesi 2005 segue la tendenza al ribasso registrata negli ultimi mesi del 2004, mentre a marzo ed aprile ricomincia la crescita del numero di utenti che ammontano a 532 unità a fine aprile 2005. Utilizzo del servizio di car sharing a Rimini Iscritti nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 700 600 n° utenti 500 400 300 200 100 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 feb-04 mar-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 0 Fig. 2.6.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Rimini: numero degli iscritti al servizio nel periodo marzo 2003 – aprile 2005. La forte crescita del numero di abbonati riscontrabile nel periodo gennaio 2004 – giugno 2004 è da attribuire agli effetti di una campagna pubblicitaria rivolta soprattutto ai clienti di tipo alberghiero e mirata a favorire la conoscenza del servizio. L’offerta era caratterizzata da prezzi contenuti e ciò ha favorito l’adesione di numerosi nuovi clienti. Nell’anno successivo la promozione è stata ridimensionata con la richiesta di un modesto contributo per l’adesione al servizio e ciò ha comportato il distacco di alcuni clienti poco o nulla interessati, e probabilmente scarsi utilizzatori del car sharing, che hanno preferito abbandonare piuttosto che versare un piccolo contributo per l’abbonamento. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 38 Anche il grafico relativo al numero delle corse mette in evidenza un andamento piuttosto irregolare: nel 2003 dalle 9 corse iniziali si hanno picchi nei mesi di giugno, agosto e novembre in cui si contano rispettivamente 116, 100 e 125 corse. Nel 2004 l’andamento delle corse risulta simile a quello dei km, raggiungendo quota 200 corse nel mese di agosto. Le stesse considerazioni valgono per il 2005: l’andamento del numero di corse segue quello del numero di km percorsi, raggiungendo quota 198 corse alla fine del mese di aprile. Utilizzo del servizio di car sharing a Rimini Corse effettuate nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 250 n° corse 200 150 100 50 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 0 Fig. 2.6.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Rimini: numero di corse mensili effettuate nel periodo marzo 2003 – aprile 2005. Osservando i km percorsi nel corso del 2003 si nota un andamento crescente fino al mese di giugno, decrescente nel periodo estivo, e una nuova ripresa a partire dal mese di settembre con un picco a novembre (15.000 km circa). Nel 2004 si registra una crescita significativa fino a marzo toccando i 19.000 km e una leggera flessione nel due mesi successivi fino al valore di 20.931 km del mese di luglio per poi scendere ai 11.650 km nel mese di settembre e risalire a i 22.816 del mese di dicembre. Nel 2005, analogamente all’andamento dell’anno precedente, si riscontra un brusco calo nel mese di febbraio (7.410 km percorsi) a cui segue una altrettanto brusca risalita che consente di allineare il dato di aprile (19.889 km percorsi) ad alcuni dei migliori risultati mensili dell’anno precedente. L’andamento fortemente irregolare della curva del numero di corse mensili è riconducibile alle particolari caratteristiche della clientela e delle politiche tariffarie adottate dal Gestore. Tale andamento si riscontra anche nel grafico del numero di km mensili percorsi, riportato nella pagina seguente, a seguito del quale viene fornita una dettagliata spiegazione del fenomeno. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 39 Utilizzo del servizio di car sharing a Rimini km percorsi nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 25.000 km percorsi 20.000 15.000 10.000 5.000 apr-05 mar-05 feb-05 dic-04 gen-05 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 apr-04 mag-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 0 Fig. 2.6.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Rimini: numero di km mensili percorsi nel periodo marzo 2003 – aprile 2005. Il Gestore operante a Rimini propone contratti di abbonamento al servizio di car sharing con una durata annuale e, nel corso del 2004, è stata operata una standardizzazione dei contratti in modo da portarli tutti a scadenza il 31 dicembre. In tal modo, a partire appunto dal 2004, in qualunque momento dell’anno si sottoscriva il contratto esso ha per scadenza il 31 dicembre dello stesso anno e la quota di abbonamento è ovviamente calcolata in modo proporzionale al periodo di effettiva validità. Inoltre, nei due mesi a cavallo della scadenza dei contratti, il Gestore offre tariffe promozionali per favorire il rinnovo da parte dei clienti: a tale motivo sono da imputare i valori elevati di utilizzo registrati a marzo 2004 (rinnovo dei primi contratti annuali sottoscritti all’avvio del servizio nel 2003), dicembre 2004 e gennaio2005 (rinnovo dei contratti la cui scadenza è stata uniformata al 31 dicembre 2004). L’utilizzo altalenante del servizio è inoltre legato alla forte componente alberghiera della clientela che ovviamente ha un andamento stagionale e abbastanza irregolare. È curioso riscontrare il vistoso calo di utilizzo tra luglio ed agosto 2004, imputabile al fatto che nel mese di luglio è forte la presenza tra i turisti di famiglie che fanno un uso del servizio superiore ai giovani, che sono invece maggiormente presenti nel mese di agosto. Occorre sottolineare che gli alberghi hanno dato un forte contributo all’uso del sistema. Rimini rappresenta quindi un’esperienza originale di utilizzo del car sharing, con una doppia valenza, residenziale e turistica, fortemente legata alla vocazione della zona. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 40 2.7 Il servizio di car sharing a Torino Con oltre 2,7 milioni di spostamenti giornalieri fra città e cintura metropolitana (stima ATM 2002), l’area torinese rappresenta certamente uno dei principali mercati della mobilità urbana in Italia. In tal senso, essa rappresenta certamente una realtà d’interesse per lo sviluppo del servizio di car sharing anche in considerazione di alcune caratteristiche salienti quali : una struttura urbanistica piuttosto favorevole alla circolazione motorizzata; una politica di tariffazione della sosta piuttosto estesa, ed utilizzabile come “leva” per incentivare un utilizzo più ragionevole e “virtuoso” dell’autovettura; un sistema di trasporto pubblico che, seppure efficiente ed articolato per gli spostamenti di breve raggio, si contraddistingue per l’assenza di linee di forza strutturate in sede propria, capaci di offrire velocità commerciali elevate ed appetibili per gli spostamenti di mediolungo raggio all’interno dell’area metropolitana. Anche l’entrata in servizio della linea 1 della metropolitana, tra Collegno (Campo Volo) e Porta Nuova, costituirà una risposta ancora parziale a tale problematica che investe, in realtà, il complesso delle principali direttrici urbane; l’attuale quota modale detenuta dal trasporto collettivo è limitata al 27% in città e risulta inferiore al 15% in cintura. Peraltro, non vanno trascurati alcuni elementi strutturali meno incoraggianti, tra cui: la diminuzione della popolazione urbana che, tra il 1991 ed il 2001, è passata da 962.507 a 865.263 abitanti (-10%). Tale riduzione, contrariamente a quanto si è verificato in altre aree del Nord Italia, è stata assorbita soltanto in parte dalla cintura metropolitana; la diminuzione del numero di posti di lavoro dell’area urbana che, tra il 1991 ed il 2001, è passato da 422.020 a 342.865 (risultati preliminari del censimento industria e commercio), con una riduzione del 19% circa; tale effetto corrisponde allo spostamento di molte unità locali dell’industria verso la cintura metropolitana, con il risultato di accentuare notevolmente gli spostamenti fra comuni di corona, a discapito di quelli fra corona e capoluogo; l’andamento tendenziale della domanda di mobilità appare anche negli ultimi anni in sensibile calo (-13% tra il 2000 ed il 2002), a causa non soltanto dei saldi demografici costantemente negativi, ma anche del decremento dei tassi medi di mobilità pro-capite (a loro volta associati a fenomeni di invecchiamento della popolazione e/o a tendenze economiche non del tutto incoraggianti); il conseguente, incerto andamento dei segmenti di domanda potenzialmente più interessanti per un servizio di carattere innovativo, come il car sharing. In tal senso, lo sviluppo del servizio car sharing ha richiesto innanzitutto un attento dimensionamento, per rispondere alle necessità di elevata estensione del servizio, associata alle dimensioni stesse dell’area urbana, mantenendole però in relazione con una accurata verifica dell’entità dei segmenti di domanda potenzialmente più interessanti. Il Comune di Torino ha dato mandato all'Azienda Torinese di Mobilità (ATM), che attualmente ha assunto la nuova denominazione Gruppo Torinese Trasporti (GTT), di costituire un’apposita Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 41 società selezionando un partner privato a cui affidare la gestione del car sharing sul territorio urbano. Nasce così Car City Club S.r.l., una società composta da ATM, SAVARENT (società di Fiat Auto che opera nei settori del noleggio autoveicoli e della gestione di flotte) e Autoservizi M. Canuto (società attiva nel settore della gestione dei servizi di trasporto pubblico a livello locale e regionale). A Torino, il servizio viene avviato nel dicembre 2002. Attualmente (aprile 2005), il parco veicoli è composto da 55 auto a disposizione di 850 iscritti così suddivisi per tipologia contrattuale: 47% privati, 10% business e 43% società. Dopo la fase di avvio con parcheggi concentrati nelle zone centrali della città, sono stati aperti recentemente nuovi punti di sosta per facilitare la diffusione del servizio. Attualmente sono operativi 34 parcheggi: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • piazza C.L.N., angolo via Gobetti via Stampatori, angolo via Cernaia via Conte Verde, angolo Largo IV Marzo piazza Savoia, angolo via della Consolata corso Vingaglio, di fronte al numero 3 (angolo via Cernaia) piazza Albarello, angolo via Cittadella corso Cairoli, di fronte al numero 32 piazza Gran Madre, di fronte al numero 2 via Pomba – via Mazzini (piazza Bodoni) via Porta Palatina, angolo via Basilica corso XI Febbraio, di fronte al numero 23 Largo Cibrario, di fronte al numero 13 corso Marconi, angolo via Madama Cristina piazza Adriano, di fronte al numero 17 piazza Sabotino, di fronte al numero 84/B (isola centrale) corso Turati, di fronte al numero 19 corso Sommeiller, angolo corso Re Umberto corso Duca degli Abruzzi, angolo corso Einaudi corso Galileo Ferrarsi, angolo via Caboto corso Dante, angolo corso Turati corso Duca degli Abruzzi, angolo via Magenta corso Re Umberto, angolo via Magenta via Nizza, angolo via Garessio piazza Carducci, angolo corso Bramante corso Regina Margherita, angolo corso Farini corso Orbassano, di fronte al numero 124/C (piazza S. Rita) via Gaidano, di fronte al numero 67/A piazza Dante Livio Bianco, di fronte al numero 2/B corso Agnelli 126, angolo corso Cosenza corso Orbassano 267/A, angolo piazza Pitagora via Pessinetto, angolo corso Svizzera via Balangero, angolo corso Svizzera Il parco auto messo a disposizione dei clienti è composto da Fiat Panda benzina, Fiat Punto benzina e bipower (benzina e metano), Fiat Stilo benzina, Fiat Multipla benzina e bipower (benzina e metano), Fiat Idea multijet (gasolio), Fiat Doblò bipower (benzina e metano) per trasporto persone e Fiat Doblò Cargo bipower (benzina e metano) . Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 42 Anche in questa città, i dati raccolti nel computo della percorrenza chilometrica e delle corse effettuate segnalano, mese dopo mese, il sempre maggiore interesse degli automobilisti per il car sharing. Dai 180 iscritti ad inizio 2003 si nota una crescita sistematica media mensile del 10%, con circa 28 nuovi iscritti ogni mese, raggiungendo i 490 abbonati a fine anno. Il 2004 vede una leggere attenuazione della crescita degli iscritti (circa 22 nuovi iscritti ogni mese) raggiungendo quota 752 abbonati nel mese di dicembre. Nel 2005 continua la tendenza di crescita del numero di abbonati, con tasso medio di crescita del 6% che ha consentito di raggiungere quota 850 abbonati alla fine di aprile 2005. Utilizzo del servizio di car sharing a Torino Iscritti nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 900 800 700 n° utenti 600 500 400 300 200 100 apr-05 feb-05 mar-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 ott-03 nov-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.7.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Torino: numero degli iscritti al servizio nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Dai grafici del numero di corse effettuate e dei km percorsi durante il 2003 si nota un buon utilizzo del servizio. Le corse effettuate nel primo semestre dell’anno registrano piccole oscillazioni dei valori registrati, con una crescita media del 6%. Nella seconda metà dell’anno, ad esclusione del mese di Agosto, dove si nota un brusca diminuzione in corrispondenza della pausa estiva, si registra invece una crescita significativa (15% circa) raggiungendo le 660 corse nel mese di dicembre. Anche nel 2004 la fruizione del servizio è in continuo aumento eccetto il calo registrato nel mese di agosto in modo del tutto speculare rispetto all’anno precedente: le corse variano dalle 680 di gennaio a 1.328 nel mese di dicembre, con un indice medio di crescita del 9%. Il tasso di crescita del numero di corse è confermato per i primi mesi del 2005, toccando il picco di 1.771 corse nel mese di marzo e fermandosi a quota 1.567 nel mese di aprile. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 43 Utilizzo del servizio di car sharing a Torino Corse effettuate nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 2.000 1.800 1.600 n° corse 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 apr-05 mar-05 feb-05 dic-04 gen-05 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 apr-04 mag-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 ott-03 nov-03 set-03 lug-03 ago-03 giu-03 mag-03 apr-03 feb-03 mar-03 gen-03 0 Fig. 2.7.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Torino: numero di corse mensili effettuate nel periodo marzo 2003 – aprile 2005. L’andamento dei km percorsi risulta invece più regolare con un indice di crescita medio che, nel 2003, è circa dell’8%, con valori particolarmente significativi nei mesi di marzo, luglio e nell’ultimo periodo dell’anno raggiungendo i 43.700 km. Utilizzo del servizio di car sharing a Torino km percorsi nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 120.000 km percorsi 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.7.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Torino: numero di km mensili percorsi nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 44 Nel 2004 la percorrenza chilometrica registra un utilizzo del servizio con un indice medio di crescita del 5% e dai 36.000 km di gennaio si raggiungono i 67.892 km nel mese di dicembre. Particolarmente significativo è il dato registrato nel mese di agosto (90.320 km) che conferma l’utilizzo del servizio anche nel periodo estivo (presumibilmente con una forte componente di spostamenti per svago e turismo). Nel mese di gennaio 2005 si registra una continuità con la tendenza in calando registrata nel terzo quadrimestre del 2004, scendendo a quota 60.519. Nei due mesi seguenti il numero di km percorsi risale rapidamente per raggiungere il massimo nel mese di marzo 2005 (96.331 km) e poi scendere a quota 77.243 a fine aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 45 2.8 Il servizio di car sharing a Venezia In termini di struttura territoriale Venezia presenta una tale variabilità di tipologie di relazioni sulle quali insistono variegate categorie di domanda, da far pensare che un servizio di ‘margine’ quale è il car sharing possa trovare buona rispondenza. In particolare una categoria potenzialmente molto interessante al servizio è costituita dai residenti nel Centro Storico (circa 70 mila abitanti, comprendendo Giudecca e Murano), che non possiedono auto propria oppure, se la possiedono, hanno notevoli difficoltà di gestione ed utilizzo del mezzo. Ad esclusione del parcheggio comunale di piazzale Roma, gli altri parcheggi si trovano sulla terraferma in particolare nelle aree di sosta a Marghera adiacenti a viale della Libertà raggiungibili con l’autobus da piazzale Roma. Si tratta di una situazione scomoda, con circa 30’-40’ per raggiungere l’auto da casa, che determina una inevitabile sottoutilizzo dell’auto. Per questi residenti l’offerta del car sharing per gli spostamenti automobilistici occasionali in terraferma (affari, pratiche personali e acquisti) dovrebbe essere una soluzione economica ed efficiente. Il servizio car sharing nel Comune di Venezia è gestito dalla A.S.M., azienda del Comune, che si occupa anche della gestione dei parcheggi alla ‘testa di ponte’. Dopo un periodo di sperimentazione all’Isola del Lido, il servizio viene quindi introdotto in Terraferma, con punti di sosta a piazzale Roma e all’Aeroporto Marco Polo. A Venezia, il servizio è attivo dall’agosto del 2002: al mese di aprile 2005 dispone di una flotta di 21 auto distribuite in 5 parcheggi e conta 1.084 iscritti, i cui contratti sono così ripartiti: 85% persone fisiche, 15% enti collettivi. La flotta di autovetture risulta costituita da Fiat multipla a metano, Ford Ka, Mercedes Smart, Opel Corsa, Opel Agila, Opel Zafira a metano e benzina. Le aree dedicate al prelievo e rilascio definitivo dell'autovettura sono così distribuite: • • • • • Autorimessa Comunale - A.S.M. S.p.A - P.le Roma - Venezia; Park A.S.M. S.p.A. P.le Candiani - Mestre - Venezia; Aeroporto Marco Polo - Tessera - Venezia; V.le S. Marco, n. 154 (vicinanze Tribunale Ordinario); P.le Leonardo da Vinci (primi N. 3 posti a sinistra rispetto all'ingresso al parcheggio). Così come impostato dal gestore locale, il servizio di car sharing a Venezia presenta alcune caratteristiche particolari che lo differenziano sensibilmente rispetto ai servizi offerti nelle altre città del circuito ICS: • • il servizio si configura come servizio ‘di piazza’, cioè senza la possibilità di prenotazione anticipata garantita, se non per prenotazioni con brevissimo anticipo (massimo 15’); questa impostazione ha molto limitato lo sviluppo della domanda e inoltre rappresenta una modalità non in linea con il servizio standard di car sharing; non è previsto il pagamento né della quota una tantum di ingresso né dell’abbonamento annuale al servizio ma è richiesto unicamente il deposito cauzionale di 15 € al rilascio della tessera per l’accesso al servizio. In conseguenza di ciò numerosi utenti sottoscrivono l’abbonamento approfittando dell’esiguità del costo fisso e si rivelano in realtà utilizzatori poco o nulla interessati al reale utilizzo del servizio; Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 46 • • è attivo su tutta la rete di parcheggi il servizio one-way, che consente di prelevare il veicolo ad un parcheggio e di rilasciarlo in un altro diverso dal precedente. Questa modalità di gestione del servizio è direttamente gestita dal software in uso da parte dei gestori del circuito ICS ed è potenzialmente utilizzabile su tutto il circuito nazionale di car sharing. Tuttavia i gestori - eccetto appunto Venezia - hanno rinunciato nella fase iniziale del servizio all’attivazione di tale modalità operativa essenzialmente per motivi di tipo organizzativo. Infatti la possibilità da parte dell’utente di rilasciare la vettura in un qualunque parcheggio fa sì che non si possa prenotare una determinata vettura in un dato parcheggio con certezza con molto anticipo, potendo la stessa vettura essere nel frattempo utilizzata da altro utente e trasportata altrove. Per questa ragione normalmente l’impiego one-way è praticato solo in presenza di flotte numerose e con tariffe maggiori, in modo da limitarlo alle reali necessità e di bilanciare statisticamente gli effetti sopra illustrati. La scelta di Venezia di applicare l’one-way anche in presenza di una flotta limitata fa sì, come visto, che il tempo massimo limite per la accettazione della prenotazione sia di 15’; due terzi degli utenti del servizio abitano nel centro storico di Venezia mentre la restante parte risiede nel centro di Mestre sulla terra ferma. In tale area, eccezion fatta per il centro del quartiere, si riscontra tuttavia una scarsa appetibilità del servizio a causa dei grandi spazi a disposizione che non pongono limitazioni al possesso, utilizzo e ricovero dell'auto privata (anche della seconda auto). I parcheggi del car sharing sono localizzati soprattutto in punti di attrazione/generazione del traffico e, per tale motivo ed in unione alla possibilità offerta dalla modalità operativa one-way, il servizio viene utilizzato in modo meno sistematico e più sporadico rispetto ad un canonico servizio di car sharing. Anche l’assenza di “filtri economici” all’ingresso tende a rinforzare questo meccanismo. Ciò risulta anche evidente analizzando i dati del servizio, che vede il maggior numero di utenti, ma un utilizzo pro-capite basso ed anche una percentuale di occupazione della flotta a livelli intermedi. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 47 Nel 2003 la crescita del numero di iscritti è sostanzialmente costante, con una media di 30 nuovi abbonati ogni mese, con una leggera attenuazione nel periodo compreso tra maggio e settembre. Utilizzo del servizio di car sharing a Venezia Iscritti nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 1.200 1.000 n° utenti 800 600 400 200 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 dic-03 gen-04 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.8.1: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Venezia: numero degli iscritti al servizio nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Il numero di iscritti nel 2004 registra un costante aumento: si passa dai 575 iscritti di gennaio ai 961di dicembre, con un tasso di crescita medio mensile del 5%, corrispondente a 34 nuovi utenti al mese. Anche il 2005 conferma la tendenza positiva nel numero di iscritti: tasso medio mensile di crescita del 3% con 1.084 abbonati a fine aprile 2005. Il numero di corse si mantiene sostanzialmente costante fino all’estate del 2003 con una media di 300 corse al mese. Dopo il calo di Agosto, si ha però una netta ripresa raggiungendo, a fine anno, quasi 700 corse. Con l’inizio del 2004 questa crescita subisce una leggera attenuazione registrando un calo nel mese di gennaio (551 corse) e una ripresa nei mesi successivi, raggiungendo a dicembre le 1.120 corse. Anche il 2005 inizia con un calo del numero di corse effettuate, scendendo a quota 926 e 833 rispettivamente nei mesi di febbraio e marzo. Nei mesi successivi il numero di corse cresce nuovamente raggiungendo quota 1.140 nel mese di aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 48 Utilizzo del servizio di car sharing a Venezia Corse effettuate nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 1.200 1.000 n° corse 800 600 400 200 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 dic-03 gen-04 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 apr-03 mag-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig. 2.8.2: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Venezia: numero di corse mensili effettuate nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. La stessa tendenza si nota per i km percorsi che dai 6.000 del novembre 2002 passano a 10.700 ad inizio del 2003 fino a triplicarsi nel mese di dicembre. Utilizzo del servizio di car sharing a Venezia km percorsi nel periodo marzo 2003 - aprile 2005 60.000 km percorsi 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 apr-05 feb-05 mar-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 ott-03 nov-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 Fig.2.8.3: utilizzo del servizio di car sharing nella città di Venezia: numero di km percorsi nel periodo gennaio 2003 – aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 49 Anche in questo caso con l’inizio del 2004 l’aumento dei km subisce un’attenuazione registrando un calo nel mese di gennaio (25.095 km) e una ripresa nei mesi successivi raggiungendo a dicembre i 49.797 km. Nel 2005 si scende fino ai 36.910 km percorsi a febbraio 2005 per risalire ai 45.926 nel mese di marzo 2005 ed ai 53.920 del mese di aprile 2005. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 50 2.9 Il servizio di car sharing a Firenze, Roma ed in altre città del circuito Il servizio di car sharing è stato avviato a Firenze il 16 marzo 2005 con l’avvio l’apertura delle iscrizioni ma, a causa di un problemi tecnici legati alla personalizzazione delle card a seguito della quale si verificava la smagnetizzazione della tessera stessa, il servizio è divenuto fruibile da parte degli utenti a partire dal 18 aprile 2005. La società che gestisce il servizio è Car Sharing Firenze e la flotta a disposizione degli utenti è attualmente (aprile 2005) composta da 11 Fiat Panda con alimentazione a benzina e 2 Fiat Multipla Natural Power dotate dell’impianto a doppia alimentazione benzina e metano. Le vetture sono disponibili in 12 parcheggi, alcuni dei quali sono dislocati all’interno della ZTL istituita nel centro città, e più precisamente: • • • • • • • • • • • • via degli Anselmi (fronte cinema Odeon), piazza Beccarla (lato Borgo La Croce), viale Amendola (fronte ACI), via Cennini (lato Palacongressi), viale Mazzini (pressi Stazione FS), piazza Pitti, borgo Ognissanti (pressi piazza Ognissanti), piazza Alberti (angolo via di Credi), piazza Mentana (lato Camera di Commercio), via della Dogana, piazza del Carmine (angolo piazza Piattellina), via de’ Renai (pressi piazza Dernidoff). I veicoli di car sharing Firenze godono di alcuni privilegi quali la sosta gratuita e senza vincoli nei parcheggi a pagamento ed in quelli riservati ai residenti, la libera circolazione nella zona a traffico limitato e la possibilità di percorrere le corsie preferenziali riservate al trasporto pubblico. L’accoglienza da parte della città è stata molto buona ed il buon avvio del servizio è riscontrabile nei dati forniti dal gestore: al 30 aprile 2005, dopo soli 13 giorni di funzionamento, si contano 64 corse effettuate, 2.300 km percorsi, ben 444 ore di utilizzo e 92 utenti, di cui il 44% sono utenti di tipo business ed il restante 56% sono privati, tra i quali il 14% ha sottoscritto un contratto di tipo family. A Roma il servizio è stato presentato da parte del Comune di Roma e di ATAC il 9 febbraio in Campidoglio alla presenza di esponenti del Ministero dell’Ambiente, del Gabinetto del Sindaco, dagli Assessori comunali alla Mobilità e all'Ambiente e dai vertici di ATAC, attraverso una conferenza stampa ed una successiva dimostrazione del funzionamento del servizio sulla piazza del Campidoglio, ove è stata esposta la flotta. A seguito dello studio preliminare condotto nel 2003, il progetto pilota prevede l'avvio del servizio in forma sperimentale a partire dal III Municipio, in cui la rete viaria è caratterizzata da una valida rete di trasporto sia pubblico di superficie che di metropolitana, da una vasta presenza di sosta tariffata e da importanti poli attrattivi (stazioni FS, poli scientifici ed universitari, ministeri, policlinico, ecc.). Il servizio sperimentale è svolto in collaborazione con Legambiente. Le vetture del car sharing godono a Roma di alcune agevolazioni esclusive: o sosta gratuita nei parcheggi a sosta tariffata e nei parcheggi di scambio, Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 51 o o o accesso e circolazione gratuita nelle ZTL della città, accesso e circolazione nelle corsie preferenziali - così come regolamentato per il servizio taxi - e nei futuri corridoi della mobilità, circolazione nelle zone interdette, anche durante le giornate di limitazione alla circolazione. La flotta è attualmente composta da dieci vetture conformi alla direttiva Euro 3 ed una autovettura di servizio che potrà essere integrata alla flotta: o o o o 3 FIAT Nuova Panda (benzina), 3 FIAT nuova Multipla (1 benzina e 2 a doppia alimentazione benzina-metano), 3 FIAT Punto (2 benzina e 1 a doppia alimentazione benzina-metano), 1 FIAT Doblò (benzina). I parcheggi attualmente attivi e funzionanti sono 6, ma potranno essere aumentati fino a 7 nel corso del primo anno di sperimentazione del servizio. I primi tre parcheggi sono situati presso autorimesse private in zona Via Morgagni, Piazza Bologna e Via Lanciani. Il quarto parcheggio è situato presso l'autorimessa ATAC di Via della Lega Lombarda. Ulteriori tre parcheggi sono stati individuati a Piazza Lecce, Piazza Bologna e Via Lanciani Gli interessati hanno avuto la possibilità di iscriversi al servizio a partire dal 7 marzo 2005. Anche a Roma il servizio ha riscontrato un buon successo nella fase iniziale, contando al 30 aprile 2005, 143 corse effettuate, 6.501 km percorsi, ben 930 ore di utilizzo e 81 utenti, di cui il 79% ha un contratto di tipo privato, il 15% di tipo family, il 5% di tipo business ed il restante 1% di tipo riservato ai clienti diversamente abili. Alle otto città dove il servizio è già stato avviato, si aggiungeranno a breve altre realtà, che presentano uno stato di avanzamento del progetto abbastanza eterogeneo. Alla città di Palermo sono già stati assegnati i fondi per l’avvio del progetto ma il servizio è ancora in fase di attivazione. Le città di Brescia, Reggio Emilia e Padova hanno già concluso la progettazione del sistema, mentre nella Provincia di Milano la progettazione è ancora in fase di elaborazione. Altro caso è la città di Parma che ha svolto autonomamente la progettazione, e ha ricevuto fondi da parte di ICS, che ad oggi sono stati però revocati a causa di ritardi nella firma della convenzione. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 52 2.10 Il servizio di car sharing a Milano La città di Milano, pur aderendo ad ICS, non fa parte del circuito nazionale e propone un servizio che, seppur simile nella sostanza, presenta caratteristiche organizzative e funzionali differenti da quelle proposte nelle città aderenti al circuito ICS. Nella città lombarda esistono due servizi di car sharing promossi e gestiti da due diverse organizzazioni. Il primo servizio, denominato ‘MilanoCarSharing’, è promosso da Legambiente Lombardia e gestito da Car Sharing Italia Srl, società partecipata da Legambiente, costituita nel novembre 2004 insieme ad un gruppo di soci utilizzatori. L’ufficio che si occupa del car sharing è collocato nella sede regionale di Legambiente, in via Vida 7 a Milano. Dopo una prima fase sperimentale, il servizio parte all’inizio del 2002: fino all’autunno 2002 mantiene una media di circa 50 iscritti, per poi crescere in modo costante fino a raggiungere i 450 utenti nell’aprile 2004 (con 17 vetture in servizio). All’ultimo aggiornamento (maggio 2005) gli iscritti sono più di 600, con una media, in marzo ed aprile, di 35 nuovi iscritti al mese. Attualmente (maggio 2005), i clienti hanno a disposizione 20 auto (entro settembre saranno 25) in 10 parcheggi (entro settembre saranno 13), 9 a Milano ed uno a Cinisello Balsamo (Milano Car Sharing è la prima realtà ad espandersi oltre il territorio comunale). I parcheggi sono situati in prossimità dei principali nodi di interscambio (fermate della metropolitana o intersezione delle linee superficiali). I principali indicatori di servizio, desunti dai dati resi noti da Legambiente Lombardia, mostrano l’andamento del servizio nel bimestre marzo-aprile 2005, confrontato con il corrispondente bimestre del 2004. abbonati veicoli abbonati/veicolo vaggi/anno/abbonato km/viaggio km/anno/veicolo ore/viaggio ore/giorno/veicolo mar-apr 04 mar-apr 05 450 600 17 20 26.5 30.0 10.3 11.7 68.8 60.7 18'797 21'275 10.9 9.8 8.2 9.5 diff % 33.3% 17.6% 13.2% -11.8% 13.2% -10.0% 15.5% Si notano quindi buoni livelli di utilizzo dei veicoli, ed indicatori piuttosto in linea con quelli dei Gestori del circuito ICS. Il servizio di Milano, si caratterizza inoltre per i seguenti elementi : gli utenti sono abbonati al servizio ma anche soci Legambiente: (l’iscrizione infatti dà diritto alla Tessera MilanoCarSharing e alla Tessera Legambiente); i soci rappresentano un gruppo socialmente e culturalmente abbastanza omogeneo, e generalmente concordano anche sugli obiettivi sociali ed ambientali del car sharing; Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 53 pur disponendo di una certa varietà di veicoli (Smart, Fiat Punto, Citroen C3, Fiat Multipla e Opel Zafira) le tariffe sono le stesse per tutti i veicoli (attualmente 1,80 € all’ora e 0,32 € al km); questo scelta è stata adottata per avere una struttura tariffaria semplicissima ma anche per evitare che un utente, in caso di l’indisponibilità di una vettura ‘piccola’ richiesta, sia costretto a pagare una tariffa maggiore per un’altra auto al momento disponibile; non utilizzando uno specifico sistema tecnologico, il ricovero delle auto è presso dei garage, sempre presidiati, ove il gestore può controllare l’accesso al veicolo da parte degli abbonati, occupandosi nella medesima sede della pulizia periodica del veicolo; la prenotazione può essere effettuata on line oppure chiamando il call center attivo 24 ore su 24, richiedendo il veicolo scelto nel parcheggio più comodo; una volta arrivati nel parcheggio il garagista, prima di consegnare le chiavi, segna su un apposito foglio predisposto da MilanoCarSharing il nome, cognome e numero di tessera dell’abbonato, l’ora di inizio prenotazione e i chilometri presenti sul contachilometri dell’auto scelta. Al ritorno il garagista segna il tempo di utilizzo, l’ora di fine prenotazione e i chilometri presenti sul contachilometri; il servizio di call center si occupa anche delle emergenze; il servizio è convenzionato con società di autonoleggio, in modo che l’utente possa anche richiedere tramite ‘MilanoCarSharing’ un’auto in noleggio per periodi medio-lunghi o per i fine settimana. Il secondo servizio è promosso dal Comune di Milano attraverso la società Guidami (costituita nel maggio 2004), che vede come soci principali Zincar, l’Automobil Club di Milano, l’Atm e l’Unione del Commercio. Pur aderendo a ICS il Comune di Milano ha deciso di perseguire una strada autonoma, con lo sviluppo di un sistema tecnologico basato su tecnologia di bordo INVERSE e software applicativo di centro sviluppato specificamente. La scelta non permette attualmente l’interoperabilità con il circuito ICS. Dopo un periodo di sperimentazione, il servizio stato è ufficializzato con una presentazione del Sindaco di Milano il 6 aprile 2005. Si tratta di un servizio che parte con grandi ambizioni, con una flotta che nel 2005 dovrebbe superare le 70 vetture, e con la prospettiva di allargarsi al van sharing per il trasporto delle merci in ambito urbano. Le tariffe sono di 2,20 € all’ora e 0,40÷0,50 € al km (a seconda del modello della vettura), con esenzione nella fascia oraria 24.00-7.00 e diritto a sostare gratuitamente negli parcheggi su strada a pagamento in centro a Milano. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 54 2.11 Analisi comparata degli indicatori di servizio nelle diverse città Viene di seguito riportata un’analisi comparata dello stato del servizio nelle sei città del circuito ICS attive da più tempo, con lo scopo di dare un quadro complessivo dello sviluppo del car sharing del circuito ICS. Al momento attuale non è possibile estendere l’analisi anche sulle città di Roma e Firenze poiché l’attivazione del servizio è troppo recente per poter disporre di una serie di dati statisticamente significativa. Il primo dato significativo è costituito dalla classificazione dei contratti per tipologia. Le tipologie preminenti sono rappresentate dai contratti che, a vario titolo, possono essere ricondotti ad un uso di tipo privato (contratti individuali e family) e da quelli riconducibili ad un uso di tipo lavorativo, sia a livello di liberi professionisti che di imprese vere e proprie. La tabella seguente riporta la classificazione dei contratti in termini percentuali aggiornata ad aprile 2005: come si vede l’incidenza dei contratti di tipo business ed aziendale risulta molto elevata, soprattutto se rapportata ad altre realtà. Individuale e family Business e aziende Turistico Bologna 71,9% 28,1% Firenze 56% 44% Genova 72% 28% Modena 88,3% 11,7% Rimini 50,0% 7,8% 42,2% Roma 95% 5% Torino 47% 53% Venezia 85% 15% Tabella 2.10.1: composizione dell’utenza del circuito nazionale di ICS per tipologia di contratto (dati aggiornati ad aprile 2005) Pur essendo vero che i contratti business sottoscritti da liberi professionisti sono normalmente utilizzati per uso promiscuo, in parte per motivi di lavoro ed in parte per scopi privati (come del resto avviene per l’auto di proprietà, normalmente destinata all’uso professionale ed utilizzata anche per motivi privati, come consentito dalla vigente normativa fiscale), l’incidenza dei contratti che gravitano in area business è comunque molto elevata. È interessante notare che tale incidenza particolarmente elevata a Bologna, Firenze, Genova e Torino. Come è possibile riscontrare nelle pagine seguenti, Genova e Torino sono inoltre le realtà che presentano gli indici più elevati in termini di utilizzo percentuale della flotta, di utilizzo globale dei veicoli e di utilizzo unitario del servizio da parte degli utenti. Bologna ha notevolmente migliorato l’assetto economico globale tra il 2003 ed il 2004. La lettura dei dati suggerisce che l’utenza di tipo business consente un miglior sfruttamento delle risorse ed un miglior bilanciamento del servizio ed inoltre che, nell’attuale fase di sviluppo del servizio, dato il limitato utilizzo unitario da parte dei privati, un punto ideale di equilibrio tra utenza privata e business si può situare tranquillamente tra il 30% ed il 50% senza compromettere la qualità del servizio. È interessante notare come questo obiettivo sia stato perseguito principalmente dai gestori “privati”, evidentemente maggiormente orientati al mercato. Si può comunque affermare che l’elevata incidenza della componente business fin dalla nascita del servizio rappresenti un tratto distintivo della realtà italiana, attribuibile probabilmente all’attività di comunicazione svolta ed alla collocazione dei parcheggi principalmente in aree urbane dense di attività terziarie. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 55 Si passerà ora ad analizzare alcuni indici particolarmente significativi e rappresentativi del funzionamento del servizio, in particolare: • • • • • • • • utenti / veicolo km / veicolo utilizzo orario della flotta km / utente km / corsa ore di utilizzo / corsa ore / veicolo corse / utente Si riportano di seguito le tabelle relative a tutti i Gestori che riportano il valore di tali indici registrato a dicembre 2003, dicembre 2004 ed aprile 2005; nell’ultima colonna è riportato il valore medio integrale calcolato a partire da gennaio 2003 fino ad aprile 2005 sull’effettivo periodo di funzionamento del servizio. Bologna Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio 23 21 25 18 km / veicolo mese 1.209 1.050 1.382 1.005 % utilizzo orario flotta 26,9 26,9 28,2 25,2 km / utente mese 53 50 55 54 km / corsa 57 52 55 53 ore utilizzo / corsa 9 10 8 10 ore / veicolo mese 200 200 203 184 Corse / utente mese 0,93 0,97 0,99 1,02 Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio utenti / veicolo - 29 27 21 km / veicolo mese - 2.433 3.193 2.226 % utilizzo orario flotta - 34,5 47,9 30,7 km / utente mese - 85 118 106 km / corsa - 83 118 88 ore utilizzo / corsa - 9 13 9 ore / veicolo mese - 257 345 224 Data di inizio: agosto 2002 utenti / veicolo Genova Data di inizio: luglio 2004 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 56 corse / utente mese - 1,02 1,00 1,21 Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio 5 9 12 6 km / veicolo mese 505 477 664 639 % utilizzo orario flotta 10,9 21,4 15,4 15,6 km / utente mese 103 54 56 102 km / corsa 59 34 31 51 ore utilizzo / corsa 10 11 5 9 ore / veicolo mese 81 159 111 114 corse / utente mese 1,73 1,56 1,80 1,99 Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio utenti / veicolo 11 33 31 23 km / veicolo mese 626 1.342 1.170 762 % utilizzo orario flotta 10,5 24,6 15,6 13,5 km / utente mese 56 40 37 34 km / corsa 103 130 100 93 ore utilizzo / corsa 13 18 10 12 ore / veicolo mese 78 183 113 98 corse / utente mese 0,54 0,31 0,37 0,36 Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio 19 16 15 17 km / veicolo mese 1.680 1.414 1.404 1.646 % utilizzo orario flotta 31,0 32,4 30,1 31,7 km / utente mese 89 90 91 99 km / corsa 66 51 49 62 ore utilizzo / corsa 9 9 8 9 ore / veicolo mese 231 241 217 231 corse / utente mese 1,34 1,77 1,84 1,60 Modena Data di inizio: aprile 2003 Utenti / veicolo Rimini Data di inizio: maggio 2003 Torino Data di inizio: novembre 2002 utenti / veicolo Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 57 Venezia Dicembre 2003 Dicembre 2004 Aprile 2005 Valore medio 25 44 52 29 km / veicolo mese 1.440 2.264 2.568 1.412 % utilizzo orario flotta 14,9 23,1 25,4 13,6 km / utente mese 57 52 50 49 km / corsa 46 44 47 48 ore utilizzo / corsa 4 3 3 3 ore / veicolo mese 111 172 183 99 corse / utente mese 1,25 1,17 1,05 1,02 Data di inizio: agosto 2002 utenti / veicolo Osservando l’andamento mensile di questi indici si notano valori che per alcune città risultano molto vicini agli standard europei ed è significativo notare, nel caso italiano, il breve periodo di attività in cui tali valori sono stati raggiunti. Ad eccezione del gestore di Modena, le altre realtà presentano un discreto indice di utenti per veicolo: considerando che attualmente i servizi di car sharing europeo più consolidati arrivano a 30 utenti a veicolo, in una situazione contraddistinta da una flotta numerosa, si vede come le città italiane aderenti ad ICS registrino valori più che soddisfacenti. utenti/veicolo Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 apr-04 mag-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 58 È interessante notare l’andamento nel tempo di questo indicatore caratterizzato per quasi tutti i gestori, seppure in tempi diversi, da un andamento simile di crescita del rapporto utente/veicolo, con massimi relativi seguiti da bruschi cali, in corrispondenza di un aumento della flotta, evento che si verifica in corrispondenza dell’apertura del servizio in un nuovo settore cittadino oppure quando il livello di non soddisfacimento delle richieste diventa non più sufficiente (10% circa). La curva relativa al gestore di Genova è profondamente diversa rispetto alle altre e vede una spiccata crescita del rapporto utente/veicolo. km/veicolo 3.200 Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 2.800 2.400 2.000 1.600 1.200 800 400 lug-04 ago-04 set-04 ott-04 nov-04 dic-04 gen-05 feb-05 mar-05 apr-05 lug-04 ago-04 set-04 ott-04 nov-04 dic-04 gen-05 feb-05 mar-05 apr-05 giu-04 mag-04 apr-04 feb-04 mar-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 ore di utilizzo/veicolo Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 350 315 280 245 210 175 140 105 70 35 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 59 L’utilizzo orario della flotta è un altro indicatore che sintetizza l’andamento del servizio. Anche in questo caso i valori risultano vicini ai livelli europei: mediamente, con un business plan maturo si riesce a raggiunge un utilizzo della flotta pari al 30-40%. Tra i dati delle realtà italiane, spiccano i valori di Genova e Torino dove il servizio sta crescendo in maniera significativa con un interesse sempre maggiore da parte dei cittadini. Le altre realtà registrano invece valori più bassi dovuti in alcuni casi a politiche di gestione del servizio non ancora efficaci e consolidate. utilizzo orario della flotta Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 apr-04 mag-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 La corsa media in car sharing ha un durata che, ad eccezione del caso di Venezia, si attesta intorno alle 10 – 12 ore e una lunghezza che varia tra 50 e 120 km. È interessante notare come, le auto vengano utilizzate, nel caso di Torino e Modena, anche per le vacanze estive. km/corsa Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing apr-05 mar-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 60 Un altro dato significativo è quello dei km percorsi mensilmente da ciascun abbonato. A Torino e Genova l’utente percorre con l’auto in car sharing più di 100 km, mentre nelle altre città si rimane attorno ai 50 km. Il dato anomalo di Modena nell’autunno del 2003 (542 a settembre e 365 a ottobre) risulta distorto dalla presenza di un abbonato che ha effettuato in quei mesi un utilizzo intensivo del servizio ma che è poi risultato insolvente. km/utente Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 300 250 200 150 100 50 mar-05 apr-05 mar-05 apr-05 feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 feb-04 mar-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 corse/utente Bologna Modena Rimini Torino Venezia Genova 5 4 3 2 1 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing feb-05 gen-05 dic-04 nov-04 ott-04 set-04 ago-04 lug-04 giu-04 mag-04 apr-04 mar-04 feb-04 gen-04 dic-03 nov-03 ott-03 set-03 ago-03 lug-03 giu-03 mag-03 apr-03 mar-03 feb-03 gen-03 0 61 Il valore assunto dal numero di corse al mese per utente è compreso per tutti i Gestori all’incirca tra 1 e 2, con una prevalenza di valori attorno a 1,1 – 1,6; il dato estremamente basso di Rimini si spiega alla luce della forte componente dell’utenza turistica che per definizione è stagionale. Per consentire una migliore visualizzazione, sono stati troncati i valori di Modena registrati ad aprile 2003 (8,10) e maggio 2003 (6,64). Per quanto riguarda l’utilizzo chilometrico e la frequenza d’uso, i dati sono piuttosto contenuti ed evidenziano una tendenziale stabilità nel tempo. Il dato è congruente con la particolare penetrazione registrata ad oggi dal car sharing tra utenti già privi di auto che hanno limitate esigenze di spostamento con il mezzo privato. Un’ulteriore lettura del dato suggerisce che l’adozione del car sharing provochi una diminuzione dei chilometri percorsi in auto, come peraltro rilevato in diverse realtà, da parte di chi possedeva o utilizzava auto di proprietà. Il quadro che emerge da questa analisi è quindi quello di un servizio che si espande in modo piuttosto costante e rapido in termini di utenza, mantenendo quasi costanti i livelli di utilizzo unitario del servizio. Si assiste quindi ad una reale espansione del servizio in termini globali che potrebbe però assumere carattere di maggiore redditività qualora l’incremento dimensionale fosse anche accompagnato da un incremento dell’impiego da parte degli utenti. Essendo infatti la saturazione delle risorse produttive un fattore chiave di redditività, un maggiore utilizzo unitario da parte dei clienti permetterebbe di aumentare la percentuale di utilizzo della flotta con minore necessità di ampliare la copertura geografica del servizio. Ciononostante, come dimostrato dai casi di diversi Gestori, è possibile giungere anche in questa situazione ad indici di saturazione delle risorse comunque soddisfacenti. È interessante a questo punto confrontare alcuni di questi indici di servizio con quelli previsti dai gestori nella definizione dei piani di impresa (business plan). I valori degli indicatori di servizio calcolati per gli anni 2003 e 2004 e riportati nelle tabelle seguenti nella colonna “Media dati di servizio”, sono stati calcolati sulla base dei dati di servizio forniti periodicamente dai gestori a ICS secondo le formule di seguito riportate. ∑N utenti/veicolo = ∑N UtentiMese mesi VeicoliMese mesi km/veicolo = ∑ km ∑N mese mesi VeicoliMese mesi N MesiEsercizio Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 62 UtilizzoOrario = ∑ Ore UtilizzoMe se ∑N mesi VeicoliMese ⋅ N GiorniMese ⋅ 24 mesi km/utente = ∑ km ∑N mese mesi UtentiMese mesi N MesiEsercizio Nell’ultima colonna sono riportati i valori relativi al primo quadrimestre del 2005. I parametri sono tutti calcolati secondo le medesime formule sopraindicate riferite al periodo gennaio 2005 – aprile 2005. I parametri km/veicolo anno e km/utente anno vanno letti rispettivamente come km/veicolo quadrimestre e km/utente quadrimestre. Da un primo raffronto dei dati, risulta evidente per alcuni gestori una significativa differenza sul numero medio di abbonati previsti e di conseguenza sulla dimensione della flotta. In particolare, per quanto riguarda l’indice “utenti/veicolo” si riscontra una notevole differenza tra i valori previsti nei piani di impresa e quelli effettivi risultanti nei primi due anni di attività per i gestori di Modena e Rimini; risultano invece ben allineati al piano di impresa i valori relativi a Bologna, Genova e Torino, mentre Venezia fornisce un dato (analizzato in dettaglio nelle pagine precedenti) ben superiore alle attese. Bologna Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 2003 2004 Q1 2005 16 17 18 18 17 16 18 24 km/veicolo anno 16.000 18.857 21.511 23.958 24.402 11.033 12.703 4.131 utilizzo orario (% sulle 24 ore) 37% 43% 49% 55% 56% 21,3% 27,4% 26,8% km/utente anno 1.000 1.100 1.210 1.331 1.464 670 704 174 Utenti/veicolo Genova Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 2003 2004 Q1 2005 18 18 19 22 23 - 18 25 km/veicolo anno 21.120 23.669 27.894 35.679 37.118 - 21.589 11.157 Utilizzo orario (% sulle 24 ore) 29% 30% 36% 39% 40% - 24,1% 39,6% km/utente anno 1.200 1.315 1.462 1.613 1.613 - 1.219 438 Utenti/veicolo Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 63 Modena Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 2003 2004 Q1 2005 25 34 34 35 33 3 7 12 km/veicolo anno 22.500 33.688 36.094 39.667 40.000 8.062 6.119 3.597 utilizzo orario (% sulle 24 ore) 26% 34% 36% 41% 41% 13,7% 14,3% 22,2% km/utente anno 900 980 1.050 1.120 1.200 2.738 937 312 utenti/veicolo Rimini Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 2003 2004 Q1 2005 23 22 21 20 20 8 31 31 km/veicolo anno 20.333 20.394 21.038 22.047 23.753 5.610 11.538 3.407 utilizzo orario (% sulle 24 ore) 35% 35% 36% 38% 41% 9,0% 16,7% 14,3% km/utente anno 871 938 1.011 1.093 1.188 719 372 109 utenti/veicolo Torino Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 2003 2004 Q1 2005 18 18 19 22 23 16 18 16 km/veicolo anno 21.223 23.591 26.838 33.230 33.750 17.559 21.732 6.099 utilizzo orario (% sulle 24 ore) 29% 30% 32% 37% 38% 23,6% 35,6% 33,2% km/utente anno 1.208 1.313 1.388 1.492 1.494 1.128 1.240 386 utenti/veicolo Venezia Indicatori di valutazione Piano di impresa Media dati di servizio Anno 1 Anno 2 Anno 3 2003 2004 Q1 2005 10 15 20 16 35 49 km/veicolo anno 18.000 21.000 25.000 10.404 20.785 8.470 utilizzo orario (% sulle 24 ore) 26% 36% 50% 8,9% 15,9% 21,4% km/utente anno 1.800 1.400 1.250 656 593 175 utenti/veicolo Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 64 Un altro dato che sottolinea la stessa tendenza è la percentuale di utilizzo della flotta. In questo caso le città di Torino e Genova risultano prossime ai valori previsti nel proprio business plan e addirittura superano nel secondo anno di attività il livello di utilizzo atteso; per le altre città si notano indici reali molto inferiori a quelli previsti. Nell’analisi dei dati riportati occorre considerare che Genova non ha ancora compiuto un anno di attività, infatti al mese di aprile 2005 il servizio offerto da Genova Car Sharing ha solamente 10 mesi di vita. Occorre inoltre soffermarsi sul fatto che la situazione sta evolvendo molto in fretta, come si evince dal confronto degli indici reali del 2003 con quelli del 2004 e del 2005 e,pertanto, le analisi effettuate colgono unicamente una realtà parziale rispetto al rapido processo evolutivo a cui sono soggetti i giovani servizi di car sharing offerti dai gestori del circuito nazionale di ICS. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 65 3. IL MERCATO ATTUALE E POTENZIALE DEL CAR SHARING IN ITALIA 3.1 Classificazione dell’utenza Il mercato del car sharing può essere suddiviso schematicamente in 5 categorie : − Il residente in città, che si trova in una delle due condizioni : − Non dispone auto propria, per motivi diversi, che possono essere logistici (in quanto risiede in una zona, ad esempio in un centro storico, che presenta una estrema difficoltà per il ricovero notturno del veicolo) o economici (in quanto non vuole impegnare parte del proprio reddito per acquistarla e mantenerla, o perchè la utilizzerebbe così poche volte da rendere non conveniente il suo possesso); − Dispone di un’auto in famiglia, ma in alcune occasioni ha bisogno di disporre di un altro veicolo vuoi perchè il veicolo di proprietà è utilizzato da altro componente della famiglia, vuoi perchè il veicolo di proprietà non è adeguato dimensionalmente o qualitativamente ad alcuni spostamenti ed occasioni; − Il professionista che vive e/o lavora in città, che non può o preferisce non utilizzare l’auto propria per gli spostamenti legati al proprio lavoro, e in genere scarica fiscalmente i costi di viaggio effettuati per lavoro; − Un Ente o una ditta con sede in città, che mette a disposizione di un proprio dirigente o dipendente il car sharing per gli spostamenti di lavoro; la scelta del car sharing per una trasferta, invece dell’utilizzo dell’auto propria (in regime di rimborso spese) o di un’eventuale auto aziendale, può essere a discrezione del singolo dipendente o regolata da specifica disposizione aziendale; − Il non residente, che provenendo da altra località presumibilmente con treno o aereo, ha necessità di spostarsi autonomamente nella città per affari, pratiche personali o turismo. Indichiamo per comodità con codici le suddette categorie di domanda [RE0] [RE1] [PRO] [DIP] [NRE] Residente senza auto Residente con auto Professionista Dipendente Non residente Naturalmente la classificazione è determinata dal profilo prevalente : ad esempio un professionista che è associato al car sharing per gli spostamenti legati al proprio lavoro, può occasionalmente utilizzare il car sharing anche per spostamenti di tipo privato. Uno dei fenomeni legati alla diffusione del car sharing è il passaggio dei residenti dalla categoria [RE1] alla categoria [RE0] collegato all’iscrizione al servizio; cioè il residente e la sua famiglia Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 66 rinunciano all’auto propria (solitamente all’atto della rottamazione) per sostituirla con l’uso del car sharing. Oppure la famiglia passa da due ad una sola auto di proprietà. La categoria [PRO] può comprendere anche il socio o dirigente di una piccola società, che seppur formalmente associato come azienda, in effetti si comporta come professionista, nel senso che è lui medesimo a decidere autonomamente l’adesione al car sharing e l’utilizzo del servizio. Per quanto riguarda la categoria [DIP], la scelta di abbonarsi al car sharing è invece dell’Azienda, presumibilmente nella persona del Direttore Amministrativo, che di solito emette un ordine di servizio per definire quando il dipendente negli spostamenti per lavoro debba utilizzare il car sharing invece dell’auto aziendale (se esiste), dell’auto a noleggio o dell’auto propria del dipendente (in regime di rimborso spese). Rimane probabilmente una certa discrezionalità al dirigente/dipendente dell’Azienda nell’utilizzo effettivo del servizio. Per quanto riguarda la categoria [NRE], i non residenti possono essere associati al car sharing, trovandosi nelle possibili situazioni : − − − le sue visite in città hanno una certa frequenza (almeno 1 o 2 volte al mese), e quindi trova opportuno associarsi al servizio presso quella città; le sue visite sono sporadiche, ma è già associato al car sharing nella città ove vive e/o lavora, e quindi può utilizzare la sua card anche in trasferta (in questo caso l’utente è già classificato come tale nella città di residenza, e non va conteggiato nuovamente); la sua visita in città è occasionale, ma trova la disponibilità della card del car sharing presso l’albergo o altro sito visitato (fiera, convegno, o altro). Allo stato attuale nella categoria [NRE] sono accreditate le card utilizzate dagli hotel (e date in uso ai propri clienti), relativamente al solo gestore di Rimini. La composizione attuale dell’utenza dei servizi car sharing in Italia (dato aggiornato ad aprile 2005), secondo la classificazione sopra definita e ricostruita sulla base delle indagini campionarie, è riportata nella seguente tabella (1). Numero card [RE0] [RE1] [PRO] [DIP] [NRE] Bologna Genova Modena Rimini Torino Venezia 256 137 42 47 138 378 291 252 79 189 262 394 96 44 14 30 85 149 117 107 18 41 366 163 225 - Totale Distribuzione percentuale 998 1.466 419 812 225 25,5% 37,4% 10,7% 20,7% 5,7% 1 Il dato di Venezia e Genova, non comprese nelle indagini campionarie, è stato stimato per similitudine con la distribuzione nelle altre città. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 67 3.2 Le indagini svolte Per l’analisi dell’utenza del car sharing sono state utilizzate principalmente due fonti informative : • • i dati di consumo del servizio estratti dal sistema di prenotazione/registrazione/fatturazione; i dati raccolti mediante una campagna di indagini demoscopiche. Le indagini demoscopiche svolte nel corso del 2004 dalla società Marketing & Telematica per conto di I.C.S. sono state le seguenti : • un’indagine quali-quantitativa estensiva di mercato a livello nazionale, con lo stesso taglio di quella effettuata nel 2001, con l’obiettivo di verificare la conoscenza del car sharing, la sua percezione, di quantificare il mercato potenziale, ed in generale di verificare i cambiamenti avvenuti a valle dell’attivazione del servizio in alcune realtà italiane; • un’indagine mirata su un campione significativo di utenti del car sharing per ciò che riguarda le analisi delle caratteristiche e del gradimento del servizio, e anche tra un campione parallelo di non utenti per confrontare le rispettive abitudini di mobilità. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 68 3.2.1 L’indagine estensiva Una prima indagine estensiva era stata effettuata nell’autunno del 2001; si trattava di una ricerca di base, strutturata in una prima fase qualitativa e ideativa, che si era conclusa entro il mese di novembre, e in una fase quantitativa, mediante esecuzione di complessive 3.800 interviste telefoniche in 13 città italiane potenzialmente interessate al servizio, che si era conclusa entro la metà di dicembre del 2001. La ricerca aveva messo in evidenza una notorietà assai limitata del servizio e dei suoi contenuti, spesso con sovrapposizioni confusive con altri concetti, come quello di car pooling, anche se la proposta aveva suscitato comunque elevati livelli di attenzione, sia per quell’aria di nuovo che il progetto emanava, sia per gli aspetti di comodità, praticità e maggior rispetto dell’ambiente che il servizio implicitamente promette. I singoli aspetti del servizio erano stati quindi analiticamente radiografati dalla ricerca, mettendone in evidenza sia i plus che i minus maggiormente percepiti, pervenendo infine a un primo dimensionamento della propensione all’acquisto che si è materializzata in : • • una prima stima numerica del mercato potenziale a livello di Grandi Ripartizioni Geografiche, per tutte le 13 città selezionate, ma aggregate appunto in aree geografiche, una stima numerica del mercato potenziale a livello cittadino, per le due città (Torino e Venezia) per cui si è proceduto a un oversampling fino al raggiungimento di 600 casi, numerosità ritenuta minima per l’assestamento di un dato - la propensione ad aderire al servizio - che si aggirava fra l’1% e il 2% dei patentati. Distribuzione del campione dell’indagine estensiva del 2001 Città Campione di Oversampling Totale Base Bari 200 200 Bologna 250 250 Brescia 250 250 Firenze 250 250 Genova 250 250 Milano 200 200 Modena 250 250 Palermo 200 200 Parma 250 250 Reggio Emilia 250 250 Roma 250 250 Torino 200 400 600 Venezia 200 400 600 TOTALE 3.000 800 3.800 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 69 La nuova indagine estensiva, a distanza di quasi tre anni dalla precedente, è stata impostata per rispondere alle seguenti domande : • • • come si è modificata la conoscenza del servizio e dei suoi effettivi contenuti ? quali sono i singoli aspetti del servizio che incontrano maggior interesse e quali invece continuano a destare perplessità o comunque destano meno interesse di prima? come si è modificata la propensione all’acquisto del servizio sia in termini di dimensionamento del mercato potenziale che di profilo degli utenti ? L’obiettivo di fondo della ricerca è stato dunque quello di consentire un nuovo punto della situazione a poco meno di tre anni di distanza dalla prima rilevazione di base, mediante una ricerca in gran parte speculare, al fine di evidenziare i trend e le differenze, e in modo da orientare efficacemente le nuove campagne comunicazionali. L’impianto della ricerca quantitativa riprende infatti quello della ricerca effettuata tra il novembre e il dicembre del 2001, mediante esecuzione di 4.600 interviste telefoniche, a individui “patentati” a prescindere dal fatto che abbiano o meno l’auto. Il questionario utilizzato è stato in linea di massima lo stesso di tre anni fa, con alcune modifiche dovute ai cambiamenti del servizio e delle sue linee strategiche, nonché l’aggiunta di domande di verifica della percezione e gradimento delle attività comunicazionali poste nel frattempo in essere. Quest’ultima sezione della ricerca consente di analizzare le eventuali differenze fra i contesti cittadini già oggetto di attività comunicazione e gli altri. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 70 Le interviste sono state distribuite secondo il seguente piano di campionamento: Distribuzione del campione dell’indagine estensiva del 2004 Città Campione di Oversampling Totale Base Bari 304 304 Bologna 305 Brescia 315 315 Firenze 330 330 Genova 300 300 Milano 307 307 Modena 321 321 Palermo 318 318 Parma 307 307 Roma 316 316 Rimini 297 297 Torino 304 Venezia 309 TOTALE 4.033 300 300 605 604 309 600 4.633 Il piano di campionamento sopra esposto è in buona parte una riproposizione di quello adottato nel 2001, che dunque consente : • • sulle due città oggetto di un approfondimento mediante oversampling (Bologna e Torino), un’analisi dei risultati a livello di singola città, sul totali delle tredici città, un’analisi dei risultati sul totale Italia e mediante raggruppamento in grandi ripartizioni geografiche (Torino, Genova, Brescia e Milano per il Nord-Ovest, Venezia, Bologna, Modena, Parma e Rimini per il Nord-Est, Firenze e Roma per il Centro, Bari e Palermo per il Sud-Isole). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 71 3.2.2 L’indagine mirata Al termine della prima fase di sviluppo del servizio, l’indagine mirata ha inteso verificare in termine di feed-back immediato la reale soddisfazione degli utenti su una serie di aspetti del servizio, come le prenotazioni, gli automatismi, la collocazione dei parcheggi, i modelli di auto disponibili, lo stato dell’auto, le condizioni economiche, etc. L’indagine non ha quindi analizzato i livelli di soddisfazione rispetto ai servizi prodotti dai singoli gestori, ma la percezione generale del car-sharing. Parallelamente a questa prima area di obiettivi, che costituisce un’indagine del tipo service satisfaction, si voleva analizzare quali sono le “abitudini di comportamento” e quindi le caratteristiche della mobilità degli utenti di Car Sharing (numero degli spostamenti, destinazioni urbane ed extraurbane, mezzi utilizzati, etc). Per sviluppare questa seconda area di obiettivi, definibile come analisi delle abitudini di mobilità è evidente che occorreva disporre di un campione di riferimento rappresentativo degli automobilisti italiani (quindi “non utenti” di Car Sharing) rispetto a cui parametrare le peculiarità delle abitudini di mobilità dei clienti di Car Sharing. Per garantire la confrontabilità fra campione di utenti e campione di non utenti, per ciascun utente è stato ricercato sulle liste telefoniche un non utente abitante nella stessa città e via. Questo metodo del campione degli utenti e del campione parallelo dei non utenti è stato utilizzato per i soli utenti individuali. Le interviste sono risultate distribuite secondo il seguente campionamento: Universo di riferimento Clienti Clienti indiv/family aziendali Percent. di campionamento Indiv/family Aziendali Clienti indiv./family Campione Clienti Interviste Non aziendali Utenti Totale per città Bologna Modena Rimini Torino 393 49 140 361 67 6 144 140 88,3% 79,6% 51,4% 51,0% 64,2% 66,7% 32,6% 19,3% 347 39 72 184 43 4 47 27 421 90 288 441 811 133 407 652 totale 943 357 68,1% 33,9% 642 121 1.240 2.003 Il questionario per gli utenti individuali car sharing era suddiviso nelle seguenti sezioni: • • • • • • • caratteristiche socioeconomiche del soggetto e della sua famiglia informazioni sul parco veicolare della famiglia e sull’utilizzo prevalente della (prima) auto (eventuale) uso dei mezzi pubblici da parte dell’intervistato informazioni sugli spostamenti dell’intervistato nel giorno precedente all’intervista motivi dell’associazione al car sharing e modalità prevalenti di suo utilizzo una sezione di service satisfaction sugli aspetti del servizio di Car Sharing informazioni su eventuali modifiche di comportamento dopo l’associazione al car sharing Il questionario per i non utenti car sharing era per la gran parte identico al questionario per gli utenti individuali, però non conteneva ovviamente la sezione relativa al service satisfaction, e conteneva in aggiunta una sezione relativa alla conoscenza del servizio car sharing e il grado di interesse per esso. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 72 Il questionario per gli utenti collettivi car sharing era suddiviso nelle seguenti sezioni: • • • • • ramo di attività e dimensione dell’azienda informazioni sul parco veicolare dell’azienda e sul suo utilizzo prevalente modalità prevalenti di spostamento dei dipendenti per motivi di lavoro motivi dell’associazione al car sharing e modalità prevalenti di suo utilizzo una sezione di service satisfaction sugli aspetti del servizio di Car Sharing Nelle analisi svolte nel seguito sulle caratteristiche degli utenti, desunte dall’indagine mirata, bisogna tenere conto che l’utenza al momento dell’effettuazione dell’indagine era ancora alquanto esigua, pari a circa il 20% rispetto alle dimensioni di un mercato già discretamente diffuso. Questo significa che questi utenti denotano alcuni comportamenti particolari e pionieristici, che non si riscontreranno più nell’utenza fra 2 o 3 anni. In particolare succedono questi fenomeni : • • • il car sharing viene scelto dai primi associati più per convinzioni culturali e sensibilità ambientale, che per una banale scelta di convenienza; inizialmente l’utenza si radicalizza fra coloro che sono soddisfatti della scelta e utilizzano effettivamente il servizio e coloro che non sono soddisfatti e lo utilizzano molto raramente (o meglio sono insoddisfatti perché si sono accorti che non lo utilizzano); i primi associati si posizionano necessariamente nelle vicinanze dei primi parcheggi, posizionati nei centri storici e nella prima fascia subcentrale, ove è notoriamente più rilevante il problema della sosta e del ricovero notturno dell’auto di proprietà (infatti il 65% degli utenti attuali risiede in zona a traffico limitato o a sosta controllata). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 73 3.3 Caratteristiche e comportamenti degli utenti 3.3.1 L’utenza individuale Profilo generale degli utenti del car sharing A partire dai risultati un’indagine conoscitiva svolta nel 2004, è stato possibile ricostruire il profilo dell’utente medio del servizio di car sharing del circuito ICS, che in sintesi si può delineare come di seguito specificato. Gli utenti di car sharing sono soprattutto uomini (62%) e concentrati nelle fasce centrali d’età (2554 anni): il 7,3% ha un’età compresa tra 18 e 24 anni, il 28,8% tra 25 e 34 anni, il 31,3% tra 35 e 44 anni, il 20,9% tra 45 e 54 anni, il 9,5% tra 55 e 64 anni ed il restante 2,2% ha un’età maggiore o uguale a 65 anni. Femmine 38% Maschi 62% 7,3 18-24 anni 28,8 25-34 anni 31,3 35-44 anni Medie superiori 6,5 47,8 20,9 45-54 anni 9,5 55-64 anni 65 anni e oltre Elementari/medie inferiori Laurea 45,6 2,2 Il 50% degli utenti svolge un lavoro dipendente, il 22,9% è un costituto da liberi professionisti, il 17,4% sono senza occupazione, il 7,2% sono lavoratori autonomi o commercianti ed il restante 2,2% è costituito da imprenditori. Inoltre il 6,5% ha il titolo di studio elementare o non ha titolo di studio, il 47,8% ha il diploma della scuola media inferiore mentre il restante 45,6% ha almeno il titolo di studio della scuola media superiore. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 74 Gli utenti del servizio di car sharing sono in particolar modo single (35,8%) o famiglie composte da due componenti (26,6%); la restante parte è costituita da famiglie di tre componenti (18,8%), di quattro componenti (15,0%), di cinque o più componenti (3,8%). All’interno del nucleo familiare si registrano: un occupato nel 41,3% dei casi, due occupati nel 42,2% dei casi, tre o più occupati nel 12,1% dei casi e nessun occupato nel restante 4,4% dei casi. Numero componenti della famiglia 35,8 Uno 26,6 Due Numero occupati in famiglia Nessuno 4,4 41,3 Uno 18,8 Tre 42,2 Due 15,0 Quattro Cinque e più 3,8 Tre e più 12,1 Oltre il 60% degli utenti risiede in una zona urbana con restrizioni sulla circolazione o sulla sosta ed in particolare il 38,3% risiede in una zona a traffico limitato ed il 26,3% in una zona con controllo della sosta. L’utenza si caratterizza inoltre per la scarsa disponibilità di automobili in famiglia: oltre un intervistato su tre (37,9%) dichiara infatti di non possedere alcuna autovettura, fattore che si riscontra particolarmente tra coloro che risiedono in una zona a traffico limitato (45,9%). Oltre a registrare un numero non elevato di auto possedute, gli utenti ICS si delineano come guidatori più saltuari rispetto alla popolazione di non utenti, anche perché dichiarano minori necessità di spostamento, utilizzando l’auto soprattutto per svago e tempo libero: percorrono in media 14.000 km all’anno, mostrando una marginale frequenza di guida rispetto al resto della popolazione ed anche un minor numero di km complessivamente percorsi. Il 42,1% degli utenti utilizza il servizio di car sharing per spostamenti per svago/tempo libero, il 29,9% per acquisti o commissioni, il 19,3% per motivi di lavoro, il 13,6% per recarsi in centro o in zone a traffico limitato, il 9,0% per effettuare visite a parenti o amici, il 7,3% per recarsi o tornare dal lavoro, il 7,2% per accompagnamento di figli o familiari ed il restante 1,6% per andare o tornare da scuola o università. L’utilizzo del servizio prevalentemente per spostamenti nel tempo libero è confermato dal fatto che gli spostamenti in auto sono più elevati nel fine settimana rispetto a quanto registrato per la non utenza. Anche in conseguenza dell’indisponibilità di vetture all’interno del nucleo familiare, il ricorso al trasporto pubblico è molto elevato (74,0%) e motivato da esigenze lavorative (per recarsi e tornare dal lavoro e per motivi lavorativi generici). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 75 Vantaggi e svantaggi del car sharing Nella valutazione del car sharing, sia nelle scelte dei singoli individui che nelle analisi costi/benefici relative all’interesse collettivo, la questione principale riguarda le seguenti alternative : • • possesso ed uso di un veicolo privato, uso di veicoli non di proprietà : taxi, noleggio con conducente, car sharing, autonoleggio. Infatti il mantenimento di un veicolo con i vantaggi e svantaggi legati a tale possesso, è l’alternativa fondamentale ad un uso ‘pro quota’ di altri veicoli. Questa considerazione si basa su due elementi . • • esiste, ed è oramai consolidata nei nostri comportamenti, una parte di mobilità individuale che richiede necessariamente l’auto e il livello di servizio che questa può garantire (si pensi ad un giro di commissioni personali e visite, all’accesso ad un centro commerciale per gli acquisti, alla gita domenicale ‘fuori porta’; ecc.); per questa componente di mobilità l’auto privata può essere sostituita solo da un’altra auto (non di proprietà); se un individuo ha scelto di non possedere un’auto (2), saranno poi le condizioni legate al singolo spostamento a fargli preferire uno dei modi alternativi all’uso dell’auto propria (taxi, noleggio con conducente, car sharing, autonoleggio) nonché le valutazioni sui costi relativi a ciascuna opzione (3). Il car sharing da una parte quindi costituisce il completamento dello spettro delle alternative all’auto di proprietà, e dall’altra deve proporsi fra queste alternative mirando ad un segmento di mercato ben riconoscibile da parte dell’utente. Consideriamo vantaggi e svantaggi dell’uso del car sharing rispetto al possesso dell’auto. Vantaggi del car sharing (rispetto alla disponibilità ed uso dell’auto privata) : • • • • • • • riduzione del patrimonio immobilizzato e dei rischi ad esso connessi riduzione dei costi fissi (tasse, bollo, assicurazione, ricovero notturno) riduzione della propensione ad effettuare viaggi in auto (in termini di beneficio finanziario), quando questi viaggi non presentino una effettiva necessità/opportunità o non abbiano alternative modali disponibilità di una gamma di diversi tipi di veicoli, a seconda delle necessità disponibilità di un posto per la sosta al ‘ritorno a casa’ riduzione delle pratiche burocratiche eliminazione dei tempi dedicati a manutenzione e pulizia del veicolo Svantaggi del car sharing (rispetto alla disponibilità ed uso dell’auto privata) : • • aumento dei costi diretti, relativi al singolo viaggio riduzione dei viaggi effettuati in auto (spesso con conseguente aumento dei tempi per i viaggio effettuati con mezzi alternativi quali il trasporto pubblico) 2 Oppure di non dispone dell’auto, essendo l’auto di famiglia utilizzata abitualmente da altro componente familiare. 3 Esiste poi certamente una quota rilevante di spostamenti in ambito urbano per i quali l’alternativa primaria all’uso dell’auto privata è costituita dai mezzi di trasporto pubblico. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 76 • • • • mancata disponibilità immediata dell’auto nelle situazioni di urgenza/emergenza possibilità (5-10%) di mancata disponibilità alla richiesta di prenotazione possibilità di parcheggiare l’auto presso il domicilio e a costo zero (questa possibilità è però fortemente condizionata dalla disponibilità di sosta su strada nella zona di residenza e dalla sua regolamentazione, specialmente nelle zone attualmente servite dal car-sharing dove tale disponibilità è molto limitata) mancata disponibilità/convenienza dell’auto per viaggi di medio/lunga percorrenza o di medio/lungo periodo (e necessità di utilizzare i mezzi pubblici o rivolgersi all’autonoleggio) Nel bilancio dell’individuo per scegliere o meno il car sharing, vi sono oltre ai fattori strettamente economici, anche il tempo (perditempi o risparmi di tempo) come fattore determinante. In particolare con il car sharing il pagamento diretto dei costi di viaggio porta come conseguenza la riduzione degli spostamenti pro capite con auto; questo risulta essere sia un beneficio finanziario per il soggetto che un beneficio a livello di bilancio sociale ed ambientale. Questa riduzione dei livelli di mobilità in auto comporta per il soggetto un maggior uso dei mezzi alternativi (in particolare il trasporto pubblico in ambito urbano) ed in parte una riduzione dei tassi di mobilità personali (alcuni viaggi non indispensabili non vengono proprio effettuati). Utenti senza auto di proprietà [RE0] Un terzo dell’attuale utenza individuale del car sharing in Italia appartiene a famiglie senza auto di proprietà (fonte indagine mirata 2004). Peraltro questa componente di utenza è nel breve periodo la più disponibile alla scelta del car sharing (non dovendo aspettare i tempi del rinnovo dell’auto di proprietà per decidere l’eventuale adesione al car sharing) e in prospettiva dovrebbe diminuire in parte la propria incidenza. Questa categoria di utenza è attualmente caratterizzata da : • • • appartenenza a famiglie di limitata composizione (58% di questi utenti appartiene ad una famiglia con un unico componente e trattasi di lavoratori single) e senza minori a carico (meno del 10% ha minori in famiglia), un profilo giovane (oltre il 70% di questi utenti ha età inferiore ai 45 anni), un’istruzione medio-alta (oltre 90% distribuiti equamente fra diplomati o laureati) e una presenza consistente di lavoratori dipendenti (59%). Gli utenti senza auto di proprietà utilizzano il car sharing per acquisti, svago e viste a parenti/amici, mentre presentano un alto uso del trasporto pubblico in particolare per gli spostamenti casa-lavoro di tipo prevalentemente urbano. Questi individui indicano ovviamente proprio nella indisponibilità di un’auto la motivazione principale di adesione al car sharing (38%), ma anche la convenienza economica (21%), motivazione che presumibilmente concorre anche alla scelta (o alla necessità) di non disporre di auto propria. Utenti con auto di proprietà [RE1] Questa categoria costituisce già oggigiorno la grande maggioranza (54%) dell’utenza individuale del car sharing. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 77 Questa categoria di utenza è attualmente caratterizzata da : • • • appartenenza a famiglie di una certa dimensione (una media di 2,65 componenti per famiglia) con consistente presenza di occupati (pari a ben il 70% dei componenti); come si nota dal grafico successivo la configurazione prevalente presenta due occupati in famiglia ed una sola auto di proprietà, da cui la motivazione per rivolgersi al mercato del car sharing; un profilo adulto (con una distribuzione abbastanza omogenea nelle fasce d’età comprese fra i 25 e i 55 anni), un’istruzione medio-alta (ma con i diplomati che prevalgono sui laureati) e una presenza abbastanza distribuita delle diverse posizioni professionali (51% sono i lavoratori dipendenti). D istribuzione utenti R E1 pe r composizione familiare e possesso auto 0 50 100 150 200 250 0 1 2 3 4 5 6 n. occupati n com ponenti n auto Questi utenti utilizzano il car sharing con una frequenza abbastanza bassa, quando presumibilmente l’auto di famiglia è utilizzata da altro componente o risulta inadeguata allo spostamento da effettuare. Quanto ai motivi di viaggio con il car sharing diminuiscono, rispetto alla categoria [RE0], gli spostamenti per acquisti e svago (che in parte vengono effettuati con l’auto di famiglia) e aumentano i viaggi per lavoro e affari (25%). Motivazioni prevalenti di adesione al car sharing (categoria [RE1]) Per l’utenza car sharing con auto di proprietà, le motivazioni di adesione legate alla praticità d’uso del servizio si equivalgono alle motivazioni economiche. Nel mapping delle valutazioni di soddisfazione/importanza accreditate dagli utenti alle diverse componenti del car sharing, si nota che le componenti legate al livello di servizio sono ritenute Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 78 decisamente più importanti degli aspetti economici (livelli tariffari); mentre è naturale, come peraltro risulta nel mapping, essere in generale soddisfatti dei servizi e insoddisfatti dei costi. Queste informazioni confermano l’importanza per i Gestori di garantire un buon livello di servizio, in quanto gli utenti a questo danno importanza maggiore; per l’utente il car sharing ha difficoltà a competere con l’auto privata proprio sui livelli di servizio più che sul bilancio finanziario. In particolare si segnalano come componenti in area critica (medio-alta importanza e medio-bassa soddisfazione) le seguenti : • • • • facilità di prelievo/restituzione dell’auto vicinanza dei parcheggi parcheggi facilmente accessibili disponibilità della vettura richiesta alla prenotazione L’accessibilità ai parcheggi e la facilità di accesso all’auto e al parcheggio sono quindi elementi chiave di vantaggio/svantaggio del car sharing rispetto all’auto privata. Va considerato che, soprattutto per la vicinanza e l’accessibilità ai parcheggi nonché per la disponibilità dell’auto richiesta, la situazione dovrebbe tendenzialmente migliorare con l’espansione del servizio, presentando una copertura più capillare del territorio, una maggiore diversificazione della gamma dei veicoli e un maggior numero di veicoli stessi. Per gli attuali utenti car sharing che hanno anche un’auto di proprietà, solo il 46% ha un posto riservato per il ricovero notturno (in box o in area condominiale), mentre il 38% lascia l’auto in strada e il 16% ha un posto a pagamento (box in affitto o garage); il 20% degli attuali utenti car sharing paga per la sosta notturna dell’auto di proprietà e sostiene una spesa di circa 600,00 euro all’anno. Utenza costituita dai professionisti (categoria [PRO]) Gli utenti che scaricano fiscalmente i costi del car sharing costituiscono il 11% dell’attuale utenza del car sharing in Italia (4). Si tratta per il 69% di liberi professionisti o lavoratori autonomi, di età adulta, che utilizzano con una buona frequenza il car sharing, soprattutto per spostamenti di lavoro e affari (69%). La motivazione prevalente di utilizzo del car sharing è quella della praticità (38%). 4 Va notato che l’attribuzione di un card a questa categoria di utenti è in parte incerta e varia da Gestore a Gestore, in quanto non tutti i gestori classificano separatamente la categoria business dalla categoria privato e family oppure dalla categoria aziende (contratti con più card). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 79 Distribuzione dell’utenza individuale attuale del car sharing La distribuzione dell’attuale utenza individuale del car sharing in Italia si può quindi suddividere nella seguente classificazione. Categoria Motivazione prevalente all’associazione al car sharing [RE0] [RE1] [RE1] [RE1] [PRO] Mancanza di auto di proprietà Economicità del servizio (rispetto all’uso dell’auto di proprietà) Difficoltà di parcheggio c/o la residenza Altre motivazioni (legate al livello di servizio del car sharing) Scarico fiscale dei costi Stima percentuale su totale utenza individuale attuale 34% 23% 13% 18% 12% L’utenza attuale è collocata soprattutto nelle aree urbane centrali e subcentrali, ove la difficoltà di parcheggio è maggiore rispetto alla media urbana. Estrapolando la classificazione dell’utenza attuale all’utenza potenziale, derivante dall’allargamento del servizio car sharing alle aree subcentrali e di prima periferia, è presumibile che diminuisca la motivazione legata alla difficoltà di parcheggio ed aumenti e cresca quella relativa all’aspetto economico. Categoria Motivazione prevalente all’associazione al car sharing [RE0] [RE1] [RE1] [RE1] [PRO] Mancanza di auto di proprietà Economicità del servizio (rispetto all’uso dell’auto di proprietà) Difficoltà di parcheggio c/o la residenza Altre motivazioni (legate al livello di servizio del car sharing) Scarico fiscale dei costi Stima percentuale su totale utenza individuale ‘potenziale’ 31% 28% 9% 21% 11% Tassi di mobilità pro capite con il car sharing Un altro aspetto da sottolineare riguarda la numerosità dei viaggi effettuati dal singolo utente con il car sharing: le risposte in merito fornite dagli intervistati risultano significativamente sovrastimate rispetto all’uso effettivo. Probabilmente la distorsione può essere in parte determinata dal fatto che risultano maggiormente disponibili all’intervista soprattutto gli utenti che risultano sostanzialmente soddisfatti del servizio e quindi ne percepiscono un utilizzo anche maggiore di quello effettivo (quasi ad autoapprovazione della scelta fatta di associarsi al servizio), mentre risultano più restii all’intervista coloro che non sono soddisfatti del servizio o lo utilizzano raramente. La distribuzione delle frequenze dichiarate di utilizzo del car sharing sono risultate le seguenti : • • • [RE0] [RE1] [PRO] 33,7 viaggi all’anno 29,2 viaggi all’anno 40,0 viaggi all’anno Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 80 Frequenz a dichiarata di utiliz z o del car sharing RE0 RE1 P RO 45,0% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% tutti i giorni o 2/3 v olte alla quas i s ett. 1 v olta alla s ett. 2/3 v olte al 1 v olta la mes e più raramente mes e Generalmente un utente medio non supera i 25-30 viaggi all’anno, che dovrebbero corrispondere a circa 80 spostamenti (comprendendo per ciascun viaggio la destinazione principale, le tappe intermedie ed i ritorni a casa). La mobilità di un residente in area urbana corrisponde a circa mille spostamenti meccanizzati all’anno (compresi i ritorni a casa ed esclusi gli spostamenti pedonali); gli spostamenti effettuati con car sharing corrispondono quindi a meno dell’1% della mobilità individuale meccanizzata. Le motivazioni dei viaggi effettuati con car sharing presentano un 35% legato a lavoro/affari, mentre nell’uso di un’auto di proprietà i viaggi legati a lavoro/affari si avvicinano all’80%; ciò conferma che il car sharing copre essenzialmente la mobilità occasionale e quantitativamente minoritaria, essendo la mobilità sistematica generalmente soddisfatta con altri mezzi di trasporto (in particolare il trasporto pubblico). Da ciò ne discende una serie di problematiche : • il residente (potenziale utente del car sharing) si trova a decidere di associarsi al car sharinng sulla base di esigenze marginali (meno dell’1% della propria mobilità) e sostanzialmente non sistematiche (se non fortemente imprevedibili); si trova quindi ad effettuare un esborso certo (quota di iscrizione e di associazione annua, oltre al deposito cauzionale) a fronte di benefici difficilmente preventivabili; • la difficoltà di prevedere l’effettivo utilizzo del car sharing, porta una quota consistente di rinunce al termine del primo periodo di associazione (mortalità ‘infantile’ dell’utenza), stimabile in valori dell’ordine del 20%; • parimenti le variazioni della situazioni personali (composizione familiare, stato occupazionale, zona di residenza) comportano una modifica nelle esigenze di mobilità e maggiormente in quelle della mobilità occasionale interessante il car sharing, cosicché anche la mortalità ‘adulta’ dell’utenza dovrebbe essere nell’intorno del 12% annuo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 81 Variazione della mobilità pro capite con auto L’associazione al car sharing provoca una parziale riduzione dell’uso dell’auto; anche se fra gli utenti RE0, che già prima di associarsi non disponevano di auto propria, la disponibilità del servizio comporta ovviamente un aumento netto di utilizzo dell’automobile. V ariaz ione della frequenz a d'uso dell'auto dopo l'associaz ione al car sharing 100% 90% 80% 70% 60% M inore frequenza 50% Uguale frequenz a 40% M aggior frequenz a 30% 20% 10% 0% RE0 RE1 PRO Fra coloro che dichiarano di effettuare più o meno km in auto, rispetto a prima di associarsi, abbiamo le seguenti riduzioni medie : Fra coloro che diminuiscono le percorrenze RE0 RE1 PRO - 3.100 km all’anno - 4.600 km all’anno - 3.000 km all’anno Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing Fra coloro che aumentano le percorrenze + 1.050 km all’anno + 2.500 km all’anno + 1.050 km all’anno 82 Quanto alla riduzione del numero di auto di proprietà della famiglia, rispetto allo stato precedente all’iscrizione al car sharing, questa riduzione si attesta fra il 9% (categoria RE1) e quasi il 20% (categorie RE0 e PRO). L’aumento del numero di auto dovrebbe essere in buona parte una valutazione distorta, che porta a considerare l’associazione al car sharing come la disponibilità di un’auto in più in famiglia. Variaz ione del numero di auto in famiglia dopo l'associaz ione al car sharing 100% 90% 80% 70% 60% Diminuito 50% Uguale 40% Aumentato 30% 20% 10% 0% RE0 RE1 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing PRO 83 3.3.2 L’utenza collettiva L’utenza collettiva è risultata in questa fase di avvio del servizio molto reattiva alle azioni commerciali per i seguenti motivi : • un’impresa si attiene in modo abbastanza stretto a criteri di convenienza economica ed organizzativa, cosicchè l’offerta di un nuovo servizio viene valutata senza una serie di condizionamenti propri dell’utenza individuale; • le occasioni di riorganizzare la mobilità dei dipendenti, negli spostamenti svolti per conto dell’azienda, sono molto più frequenti, riadeguando in tempi rapidi la normativa interna sui viaggi e sui rimborsi, nonché sulle dimensioni ed uso del parco veicolare aziendale (in confronto la famiglia risulta decisamente più stabile nella propria organizzazione della mobilità). Per questi motivi l’utenza collettiva è stata e sarà in questa prima fase di sviluppo una componente consistente dell’utenza del nuovo servizio, mentre in tempi medio-lunghi sarà l’utenza individuale a recuperare posizioni più dominanti. Quanto detto vale in particolare per le Aziende private, mentre per gli Enti pubblici ai criteri di tipo economico si sovrappongono valutazioni di opportunità ‘politica’ nel favorire o meno il car sharing come sistema di trasporto ambientalmente più sostenibile rispetto ad altri. L’adesione degli Enti pubblici ed in particolare degli Enti locali in questa fase di avvio del servizio è comunque fondamentale per raggiungere una prima base consistenze di utenza. Caratteristiche delle aziende associate al car sharing Le aziende associate al car sharing si distribuiscono maggiormente sul territorio rispetto all’utenza individuale (solo il 45% ha sede in zona a traffico limitato o a sosta controllata). La classificazione dimensionale di queste aziende è la seguente : • • • 51,2% 30,6% 18,2% aziende fino a 5 dipendenti aziende fra 5 e 10 dipendenti aziende oltre i 10 dipendenti Fra le aziende fino a 5 dipendenti, per il 79% dei casi la card è utilizzata prevalentemente dal titolare dell’azienda, se ne può dedurre che circa il 25% delle aziende, pur aderendo al car sharing con un contratto aziendale, ha presumibilmente un comportamento più similare alla categoria PRO (con utilizzo praticamente individuale del servizio da parte del titolare e scarico fiscale). Il 47% delle aziende associate non dispone di auto aziendali (per queste aziende si deve supporre che il car-sharing sia utilizzato al posto di altri mezzi di trasporto o dell’impiego delle autovetture dei dipendenti); per la restante quota il car sharing viene usato alternativamente con l’auto aziendale. L’indagine sulle aziende indica un uso intensivo dell’auto aziendale (per la stragrande maggioranza l’auto aziendale viene utilizzata praticamente tutti i giorni lavorativi) con percorrenze annue che superano i 25 mila chilometri. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 84 Ciò indica un uso intensivo delle risorse per la mobilità e indirettamente una ottimizzazione di queste risorse. A seguito dell’adesione al car sharing non si rilevano comunque variazioni significative delle dimensioni del parco auto aziendale. Tassi di mobilità pro capite con il car sharing La distribuzione delle frequenze dichiarate di utilizzo del car sharing sono risultate le seguenti : • • • aziende fino a 5 dipendenti aziende fra 5 e 10 dipendenti aziende oltre i 10 dipendenti 34,5 viaggi all’anno 20,1 viaggi all’anno 72,9 viaggi all’anno L’uso del car sharing è costituito per la maggior parte da spostamenti dei dipendenti (49%), ma sono presenti anche l’accompagnamento clienti (30%) e le consegne (20%). Motivazioni prevalenti di adesione al car sharing Le motivazioni di scelta del car sharing indicano, maggiormente che nell’utenza individuale, una esigenza di chiarezza nei criteri di controllo dei costi e di praticità/facilità d’uso del servizio; in particolare nel mapping delle valutazioni di soddisfazione/importanza gli aspetti di facilità di prenotazione del veicolo ed accesso ai parcheggi indicano un interesse per servizi di pronta disponibilità. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 85 3.4 Livelli di motorizzazione e di uso dell’auto nel confronto utenti-non utenti Il dato più rilevante riguarda la diversa incidenza fra utenti e non utenti del car sharing della quota di famiglie senza auto di proprietà; dall’indagine risulta che le famiglie senza auto costituiscono poco più di un terzo delle famiglie degli utenti e circa un ventesimo delle famiglie dei non utenti. Questo conferma che, dato la sostanziale necessità di utilizzare l’auto per una serie di spostamenti (seppur marginali nella mobilità complessiva delle persone), le famiglie che non dispongono di auto propria sono un mercato privilegiato del car sharing nella fase di avvio, perché costituiscono soggetti che si trovano immediatamente nelle condizione di aderire. Si può assumere che da questo segmento (famiglie senza auto) risultano comunque escluse dal mercato del car sharing le seguenti tipologie : • • le famiglie composte da sole persone anziane, che non hanno autonomia sufficiente per guidare e/o per usufruire di un servizio con alcune componenti tecnologiche innovative; le famiglie che, per livello di reddito, non possiedono auto propria e non possono permettersi neppure l’associazione al car sharing. Per rendere confrontabili i due campioni, i non utenti sono stati riponderati in modo da presentare un profilo analogo al campione delle famiglie degli utenti, in termini di distribuzione territoriale (suddividendo i residenti in ZTL o ZCS e nel resto urbano) e in termini di numero di occupati in famiglia (come parametro correlato ai livelli di reddito). Se ne deduce che i livelli di motorizzazione privata sono i seguenti : • • utenti car sharing non utenti 92 auto ogni 100 famiglie 144 auto ogni 100 famiglie Se però ipotizziamo che una quota delle famiglie senza auto appartengono ad una fascia bassa di reddito che non permette comunque loro di acquistare/mantenere un’auto (tale quota è assunta pari al 12% delle famiglie); il confronto sui livelli di motorizzazione viene ricalcolato al netto di questa categoria di basso reddito : • • utenti car sharing non utenti 108 auto ogni 100 famiglie 150 auto ogni 100 famiglie Applicando quindi questi differenziali (-42 auto ogni 100 famiglie) e tenendo conto della componente degli utenti RE0 comunque esclusi dal mercato dell’auto, l’uso del car sharing comporta quindi un risparmio in termini di motorizzazione privata di circa 37 auto ogni 100 utenti, a fronte di 4,5 auto di car sharing. Mediamente quindi un’auto di car sharing sostituisce circa 8,2 auto private e 100 utenti del car sharing generano un beneficio di 32,5 auto circolanti in meno. Più contenuto è il beneficio del car sharing in termini di percorrenze (auto*km all’anno), per questi due fattori : • in alcuni casi come detto l’uso del car sharing non sostituisce l’uso di un’auto privata (sia questa la prima o la seconda auto), ma è un uso aggiuntivo dell’auto altrimenti assente o non Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 86 disponibile, • un’auto del car sharing che effettua quasi 19 mila km all’anno sostituisce mediamente 8,2 vetture private che però avevano un utilizzo molto limitato, mediamente stimabile in 3.300 km; quindi 19 mila km all’anno sostituiscono 27 mila km all’anno di auto private, che una riduzione media pro capite delle percorrenze in auto dell’ordine 30%. Questi valori (riduzione dei livelli di motorizzazione e delle percorrenze annue) sono peraltro in linea con i parametri che derivano dagli studi svolti in ambito europeo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 87 3.5 Grado di conoscenza del servizio fra i non utenti La conoscenza certa (spontanea) o incerta (sollecitata) del car sharing è ormai prossima al 45% nelle aree urbane esaminate. co no s ce nza de l car s h aring co no s ce nza s p on ta ne a inten zion e di a de s ion e 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% zi a Ve ne o i ri n To R im in a a m om R ar P le rm o a en Pa no M od a ila M ov en ia nz e G re sc Fi na og re B B ol Ba ri 0,0% Per quanto riguarda la conoscenza spontanea del car sharing questa è mediamente pari al 35,7%; ma in effetti nelle 7 città ove il servizio era già presente al momento dell’effettuazione dell’indagine, la conoscenza spontanea sale al 45,1% e nelle altre 6 città scende al 24,7%. Risulta quindi un differenziale di diffusione della conoscenza del car sharing di oltre 20 punti percentuali, determinato dalla presenza ‘fisica’ del servizio nelle strade (auto e totem) e dalla presenza ‘mediatica’ determinata dalle campagne di promozione svolte dai Gestori del servizio. Propensione all’uso del car sharing Per quanto riguarda l’intenzione di adesione (calcolata mediante coefficiente di Agostinì e applicata alla quota di intervistati che conoscono il car sharing), otteniamo valori molto promettenti a Venezia (oltre il 20%), e valori comunque ottimi nell’ordine a Milano (17,3%), Bologna (14,9%), Torino (13,1%) e Genova (12,4%). Sono città con le seguenti caratteristiche : • • il servizio car sharing è già presente, trattasi di aree metropolitane con centri storici molto estesi e rilevanti difficoltà di sosta. Roma, pur con livelli di conoscenza sotto la media, presenta già un buon 10,1% di intenzioni di adesione. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 88 Sempre per quanto riguarda la propensione dichiarata all’uso del car sharing, si riscontra un netto differenziale fra le famiglie senza auto e le famiglie con auto. In particolare sono il 22,8% gli appartenenti a famiglie senza auto che dichiarano certa o probabile la propensione all’uso del nuovo servizio, mentre questa percentuale scende al 12,3% per i componenti di famiglie con un’auto e al 10,5% per i componenti di famiglie con due o più auto. Nessuna 1 automobile 2 automobili o più Propensione all'uso del car sharing 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% 55% 60% Si certamente Si probabilmente Non sa Probabilmente no Certamente no Non conosce il servizio Se consideriamo invece il comparto urbano di residenza della famiglia, abbiamo un differenziale fra famiglie che risiedono in zona a traffico limitato o a sosta controllata e le famiglie che risiedono nel resto della città. La propensione certa o probabile al car sharing è pari al 16,6% delle famiglie residenti in ZTL+ZCS e al 10,3% per le altre famiglie. ZTL+ZCS Resto Urbano Propensione all'uso del car sharing 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% 55% 60% Si certamente Si probabilmente Non sa Probabilmente no Certamente no Non conosce il servizio Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 89 Questo differenziale è in parte dovuto ai diversi livelli di conoscenza del nuovo servizio (infatti nelle città ove i sevizio è attivo questo è diffuso soprattutto nelle aree centrali) ed in parte al fatto che i residenti nelle zone centrali presentano un più basso livelli di motorizzazione, pur a quasi parità della composizione media della famiglia (2,8 componenti per le famiglie residenti in ZTL+ZCS contro i 2,9 componenti per le altre famiglie). ZTL+ZCS Resto Urbano Numero di auto per famiglia 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% 55% Nessuna 1 automobile 2 automobili 3 automobili 4 automobili o più Elasticità ai prezzi Per quanto riguarda l’elasticità ai prezzi, testata sulla tariffa chilometrica (che determina circa i due/terzi dell’esborso sul viaggio medio urbano), possiamo calcolare l’elasticità risultante passando da 0,30 a 0,40 euro al km : • • • • tariffa chilometrica da 0,30 a 0,40 euro domanda (intenzioni di adesione) da 6,3% a 5,7% elasticità della domanda alla tariffa chilometrica introiti (a parità di utilizzo del servizio per associato) + 33% - 10% - 0,28 + 13% Variando la tariffa da 0,30 a 0,40 euro al km, gli introiti aumenterebbero del 13%, in quanto la riduzione degli associati potenziali (-10%) è più che bilanciato dall’aumento degli introiti unitari (+33%). In realtà oltre ad una riduzione del numero di associati, si registrerebbe anche una riduzione dell’utilizzo medio del servizio per associato. Nel caso che si ottenesse il mantenimento degli introiti complessivi, avremmo comunque un miglioramento del bilancio finanziario dato che la riduzione complessiva di utenza e di utilizzo permetterebbe di mantenere meno auto in servizio e quindi con minori costi di produzione. Questa analisi sull’elasticità indica che un aumento limitato dei livelli tariffari (+ 15% o 20%), dovrebbe avere effetti positivi sui bilanci finanziari dei gestori, senza far uscire il servizio dalla fascia di convenienza rispetto ad altri modi di trasporto concorrenti. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 90 3.6 Stima del mercato potenziale del car sharing in Italia La stima del mercato potenziale del car sharing (utenza individuale) si basa sui seguenti parametri: • l’analisi è traguardata a fine 2008, ipotizzando che il servizio copra in termini territoriali il 60% dei residenti, che trovano accesso pedonale ai parcheggi del car sharing; • l’utenza potenziale del car sharing è composta dalle famiglie senza auto (che possiedono però un reddito sufficiente per accedere ai servizi car sharing) e dalle famiglie che fanno uso marginale della prima o della seconda auto (con meno indicativamente di 4.500 km all’anno); si stima che questa utenza potenziale sia pari al 17,5% delle famiglie; • si ipotizza che la scelta di possibile adesione al car sharing sia legata a variazioni dello stato famigliare (numero di componenti e di occupati, residenza, rinnovo auto ..) e queste variazioni interessino ogni anno il 19% dell’utenza potenziale (cosicché in un quinquennio il 65% delle famiglie si è trovato nella condizione di decidere sull’adesione al car sharing); • si stima che l’effettiva scelta di adesione al car sharing, per l’utenza potenziale che si trovi per variazioni dello stato famigliare ad effettuare la scelta, risulti positiva per un terzo delle famiglie interessate (questo valore riproduce una quota di adesione cautelativamente inferiore di circa il 20% alla quota del 7,1% di risposte “certamente si” alla domanda “pensa di utilizzare questo servizio in futuro”, questa quota è peraltro condizionata dagli attuali livelli di conoscenza del servizio da parte delle famiglie); • in sintesi il numero di famiglie che aderiscono al car sharing è stimato per ciascun anno pari al 33% (quota di adesione) sul 19% (quota che effettua la scelta) sul 17,5% (quota di utenza potenziale) delle famiglie coperte dal servizio; da ciò si calcola che l’utenza acquisita a fine 2008 dovrebbe stimarsi nel 2,25% delle famiglie residenti e nel 1,56% dei residenti in fascia d’età attiva; riassumendo i passaggi fatti : 60,0% [copertura territoriale - quota di famiglie raggiunta dal servizio] x 17,5% [quota di famiglie che costituiscono il mercato potenziale del car sharing] x 65,0% [quota di famiglie che in 5 anni si trovano ad effettuare la scelta di adesione] x 33,0% [quota di adesioni effettive] = 2,25% [stima delle famiglie che aderiranno al car sharing nel prossimo quinquennio] questa stima risulta peraltro congruente con i risultati delle indagini svolte in questi anni e cautelativa rispetto alle indicazioni da esse emerse • l’analisi è limitata ai Comuni italiani sopra i 160 mila abitanti, in quanto con valori inferiori di popolazione non pare verosimile raggiungere una dimensione sufficiente del servizio (corrispondente a circa 1.800 utenti) che ne renda possibile la sua autosostenibilità finanziaria. La seguente tabella riporta i dati delle città italiane oltre 160 mila abitanti (fonte ISTAT, anno 2001), la popolazione nella fascia d’età attiva, la quota di utenti potenziali del car sharing (calcolati come descritto sopra) e le percorrenze annue stimate dei veicoli di car sharing. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 91 totale c.s. progettato c.s. attivo aderente I.C.S. Roma Milano (*) Napoli Torino Palermo Genova Bologna Firenze Bari (**) Catania (**) Venezia Verona Messina Trieste (**) Padova Taranto Brescia Reggio di Calabria Modena Prato Cagliari Parma pop-tot 2001 2.546.804 1.256.211 1.004.500 865.263 686.722 610.307 371.217 356.118 316.532 313.110 271.073 253.208 252.026 211.184 204.870 202.033 187.567 180.353 175.502 172.499 164.249 163.457 10.764.805 utenti fascia d'età potenziali car 25-64 sharing 1.483.494 23.159 732.106 11.429 536.738 8.379 500.819 7.818 368.945 5.760 342.599 5.348 210.791 3.291 199.889 3.121 177.455 2.770 163.686 2.555 156.790 2.448 145.134 2.266 134.857 2.105 119.605 1.867 119.129 1.860 111.212 1.736 108.038 1.687 96.036 1.499 101.301 1.581 99.774 1.558 97.725 1.526 94.890 1.481 stima km in c.s./anno 19.109.639 9.430.629 6.913.994 6.451.304 4.752.568 4.413.191 2.715.306 2.574.872 2.285.888 2.108.522 2.019.692 1.869.545 1.737.161 1.540.693 1.534.561 1.432.578 1.391.692 1.237.088 1.304.910 1.285.239 1.258.845 1.222.326 di cui in ambito urbano 16.243.193 8.016.034 5.876.895 5.483.608 4.039.683 3.751.213 2.308.010 2.188.641 1.943.005 1.792.244 1.716.738 1.589.113 1.476.587 1.309.589 1.304.377 1.217.691 1.182.938 1.051.525 1.109.173 1.092.454 1.070.018 1.038.977 di cui in ambito extraurbano 2.866.446 1.414.594 1.037.099 967.696 712.885 661.979 407.296 386.231 342.883 316.278 302.954 280.432 260.574 231.104 230.184 214.887 208.754 185.563 195.736 192.786 188.827 183.349 6.101.013 78.590.242 66.801.706 11.788.536 95.245 (*) Città che ha un servizio car sharing attivo ma fuori dal circuito ICS (**) Città che hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa sul Car Sharing, ma non hanno ancora aderito ad ICS E’ evidente che questi valori consistenti di utenza (circa 95 mila utenti a fine 2008) dipendano fortemente dalla possibile acquisizione di utenza nelle 6 città di maggiori dimensioni con oltre mezzo milione di residenti; queste 6 città da sole costituirebbero il 65% dell’utenza potenziale. Il vincolo alla crescita del servizio e dell’utenza non appare quindi, specie nelle città medio-grandi, quello della consistenza numerica dell’utenza potenziale, ma piuttosto della capacità di crescita produttiva e commerciale dei servizi. Considerando infatti un possibile andamento dell’utenza, richiamata da politiche efficaci di divulgazione del servizio, sembra poco plausibile, per una città che ad inizio 2004 contava circa 350 abbonati, superare i 2.000 abbonati entro il 2008. Se si tiene conto della mortalità infantile e della mortalità adulta degli associati, il passare da 350 ad oltre 2.000 utenti richiede l’acquisizione di circa 2.900 nuovi utenti, come indicato nella tabella successiva. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 92 utenti conferme 2004 nuovi utenti rinunce conferme 350 42 12% 249,6 78% 558 67 12% 363 79% 854 102 12% 59,3% 854 53,2% 1.233 44,4% 1.669 35,3% 2.093 25,4% 97 21% 481,9 79% 1.233 128,1 21% 730 1.085 88% 2008 558 610 752 88% 2007 70,4 22% 460 491 88% 2006 totale utenti a consuntivo 320 308 88% 2005 rinunce 148 12% 584 80% 1.669 146 20% 780 1.469 88% 200 12% 624 80% 156 20% Le ipotesi di andamento dell’utenza tiene conto delle acquisizioni di nuovi abbonati (quasi 2.900 nei cinque anni in esame), delle rinunce ‘infantili’ (cioè delle rinunce dei nuovi abbonati al primo rinnovo) e delle rinunce fisiologiche (al variare della composizione della famiglia o del parco mezzi di proprietà). nuovi utenti 2500 rinunce totale utenti 2000 1500 1000 500 0 2004 2005 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 2006 2007 2008 93 Questo incremento annuo del 50-60% della domanda nel primo biennio (2004-2005) è stato verificato sull'andamento delle domanda dei 5 gestori 'anziani' del circuito ICS, come da seguente grafico che indica (per numero utenti e km percorsi) l'indice complessivo di crescita della domanda su base annua. INDICI DI CRESCITA DELLA DOMANDA SU BASE ANNUA km PERCORSI NUMERO UTENTI/CARD 180% 160% 140% 120% 100% 80% 60% 40% 20% 0% giu-04 lug-04 ago04 set-04 ott-04 nov-04 dic-04 gen-05 feb-05 mar05 apr-05 Tenendo conto di questi trend di crescita del servizio e delle prospettive di apertura del servizio car sharing in nuove città, un obiettivo più realistico, ma non meno ambizioso, è quello di arrivare a circa 18 mila utenti a fine 2008, distribuiti in una decina di città e comprensivi dell’utenza business ed aziendale. Attualmente (aprile 2005) in termini di crescita della domanda siamo a circa il 20% di questo obiettivo di fine 2008. Questa soglia di domanda (18 mila utenti a fine 2008) è quindi assunto come nuovo obiettivo dello sviluppo del car sharing in Italia e su questo sono nel seguito parametrate le valutazioni sui benefici sociali ed ambientali del car sharing (cfr. cap. 7.). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 94 4. L’ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO E I COSTI La società che gestisce il car sharing è una società che vende servizi, ove l’oggetto della “produzione” è costituito essenzialmente dai veicoli in servizio. Compito della società di gestione è quindi principalmente quello di mettere e mantenere i veicoli in servizio, in buono stato di funzionamento e pulizia. Il veicolo è una componente di questa produzione e molto spesso, per motivi fiscali e finanziari, non risulta di proprietà della società di gestione, che si limita a disporne mediante affitto a lungo termine (tre anni). La messa in servizio del veicolo comporta le seguenti attività : • • installazione e test del sistema di bordo, per il controllo degli accessi e la registrazione delle quantità d’uso, acquisizione, a titolo oneroso o gratuito, del diritto d’uso di un posto macchina e suo allestimento (segnaletica di riconoscimento dello stallo, segnaletica di divieto di sosta ai non autorizzati). Il mantenimento in servizio del veicolo comporta le seguenti attività : • • • • • manutenzione periodica del veicolo recupero del veicolo in caso di guasto e sua manutenzione spostamento del veicolo (in caso di mancata riconsegna nel suo parcheggio, oppure per renderlo disponibile in altro parcheggio per soddisfare una richiesta) pulizia periodica del veicolo o pulizia straordinaria in caso di segnalazione interventi in caso di malfunzionamento del sistema di bordo Si tratta quindi di una serie di ‘uscite’ legate sia a interventi periodici programmati (manutenzione e pulizia) sia a situazioni non preventivabili (guasti, emergenze o anomalie del servizio); le uscite consistono nel raggiungere la vettura, effettuare interventi di controllo o piccola manutenzione, oppure spostare la vettura; mentre le attività di manutenzione o pulizia vere e proprie sono solitamente delegate a terzi (la manutenzione in particolare viene spesso inclusa nel contratto di affitto a lungo termine). Gli altri compiti legati alla produzione del servizio sono i seguenti : • • • • Ricevere e gestire le richieste di abbonamento Ricevere e gestire le richieste di prenotazione Registrare e contabilizzare l’uso dei veicoli Fatturare ed incassare gli introiti La prima attività costituisce il primo contatto con il nuovo cliente o associato ed è quindi solitamente gestito direttamente dalla società, tramite un proprio ‘sportello’ di contatto con il pubblico; le altre attività possono essere nella massima parte o automatizzate o delegate a terzi : • La ricezione e gestione delle richieste di prenotazione viene solitamente fatto tramite call center esterno; la necessità di garantire un servizio 24h sconsiglia di assumere direttamente l’onere di questa attività che viene demandata a call center che coprono questo servizio in aggiunta ad altri tipi di chiamate; Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 95 questa attività è inoltre in via di automazione mediante prenotazione via internet, con discreto beneficio previsto anche per gli utenti; • La registrazione e contabilizzazione dell’uso dei veicoli è sostanzialmente tutta automatizzata mediante il sistema di bordo e la comunicazione fra sistema di bordo e sistema centrale; • La fatturazione viene fatta dal sistema centrale (o da specifici pacchetti sviluppati dai gestori secondo le loro specifiche esigenze) incrociando i dati di utilizzo con le specifiche contrattuali e tariffarie da applicare al singolo utente; l’incasso è demandato al sistema bancario o bancopostale. Gli altri compiti della società di gestione sono quelli di marketing e comprendono : • Pianificare il servizio : collocazione dei punti di sosta, scelta delle tipologie di veicoli, programmazione delle tariffe, redazione dei contratti tipo, ecc. • Promuovere il servizio : progettare e supervisionare le campagne di promozione a livello generale oppure mirato ad un certo bacino di utenza o ad una certa categoria di potenziali utenti . Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 96 4.1 I modelli organizzativi I modelli organizzativi delle società di fondamentalmente da due fattori : • gestione del car sharing in Italia dipendono La suddivisione fra attività gestite direttamente e attività automatizzate o delegate a terzi; in generale le attività a carico diretto della società sono le seguenti : • • • • • • Marketing – pianificazione del servizio Marketing – promozione del servizio Produzione – sportello per gli abbonamenti e rapporti con gli abbonati Produzione – uscite di recupero/spostamento veicolo e piccole manutenzioni Produzione – controllo della contabilizzazione d’uso dei veicoli e degli importi fatturati Produzione – controllo dei pagamenti A queste attività corrispondono delle figure professionali abbastanza definite : - responsabile della pianificazione del servizio (che solitamente coincide con il Direttore o il responsabile della Società) - responsabile della promozione del servizio (che solitamente gestisce anche i grandi clienti) - addetto allo sportello - tecnico addetto alle uscite - amministrativo addetto ai controlli di fatturazione ed incasso a queste attività si aggiungono quelle di struttura : - attività di programmazione/gestione della Società (a carico del Direttore o responsabile) - attività di segreteria (a carico dell’addetto allo sportello) - attività amministrative (a carico dell’amministrativo) • La differenza fra : - una società di gestione del car sharing con sostanziale autonomia organizzativa/produttiva, che richiede di coprire in toto le diverse figure sopra citate, - una società/ufficio inserito in un’Azienda di maggiori dimensioni che persegue altri e più consistenti business (in particolare la gestione del tpl urbano); in questo secondo caso non risulta necessario disporre di un addetto per ogni figura professionale, se questa non richiede un impegno a tempo pieno; in questi casi un addetto, che svolge altre mansioni nell’Azienda, copre a tempo marginale alcune attività per il car sharing, con una rilevante riduzione dei costi accreditabili al car sharing. Nel caso di Società autonoma la dimensione minima dell’organico, corrispondente a circa 20 veicoli in servizio, può essere la seguente : • • • • Un Direttore, anche part time, che si occupa sia della programmazione che della promozione Un addetto alla segreteria e allo sportello Un tecnico addetto alle uscite Un amministrativo Per un organico complessivo iniziale di 3,5÷4 addetti. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 97 Quando la produzione cresce, e si passa da 20 a 40, 60 o 90 vetture in servizio, il Direttore deve essere disponibile a tempo pieno per la programmazione del servizio e la gestione societaria; si deve quindi inserire un addetto alla promozione del servizio ed alla gestione dei grandi clienti. Va inoltre creato un minimo di ridondanza del personale tecnico, passando da 3 a 4 o 5 addetti. Per un organico complessivo a pieno regime (60 o 90 vetture in servizio) stimabile in 7÷8 addetti. Numero veicoli in servizio 21 41 66 91 figura dirigente / quadro addetto (segreteria) addetto (uscite) addetto (amministrazione) a tempo a tempo a tempo a tempo a tempo a tempo a tempo a tempo pieno parziale pieno parziale pieno parziale pieno parziale 0 1 1 0 1 1 2 0 1 0 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 2 0 2 0 1 0 1 1 1 1 2 0 costo dell'organico dedicato alla struttura dedicato al marketing dedicato alla produzione 186.000 64.800 24.000 97.200 34,8% 12,9% 52,3% 258.000 81.120 20.880 156.000 31,4% 8,1% 60,5% 342.000 129.840 43.500 168.660 38,0% 12,7% 49,3% 372.000 130.800 50.040 191.160 35,2% 13,5% 51,4% Nel caso di ufficio car sharing inserito in un’Azienda madre, la dimensione minima dell’organico (con 20 vetture in servizio) può essere la seguente : • • Un dirigente, che alle attività di programmazione e promozione aggiunge la supervisione delle attività amministrative; Un addetto tuttofare. Per un organico complessivo di 2 addetti e quindi con un risparmio significativo rispetto alla Società autonoma; questo risparmio è in parte effettivo (qualora si utilizzano risorse interne parzialmente inutilizzate) e in parte fittizio (in quanto determinato dal mancato accredito di quota parte di alcuni costi interni al servizio car sharing, ad esempio l’uso dei locali all’interno della sede dell’Azienda madre). Quando la produzione cresce le sinergie produttive con l’Azienda madre si fanno necessariamente via via più marginali; a pieno regime (60 o 90 vetture in servizio) l’organico non dovrebbe comunque essere inferiore ai 6 addetti. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 98 4.2 I costi del car sharing Utilizzando gli schemi delle analisi aziendali standard, i costi sostenuti dalla società di gestione del Car sharing si possono suddividere in • • • Cs Cm Cp Costi di struttura Costi di marketing Costi di produzione Ove • i costi di struttura (e i costi di marketing) sono teoricamente indifferenti ai volumi prodotti; in effetti i costi di struttura presentano delle discontinuità al variare dell’ordine di grandezza dei volumi prodotti; nel caso del car sharing si può ipotizzare che i punti di discontinuità siano corrispondenti a valori di 40 e 90 auto in servizio, oppure all’aggiunta di un’altra città o area territoriale a quella inizialmente in gestione; • i costi di produzione sono la componente direttamente variabile con i volumi prodotti e possono essere articolati nelle seguenti voci : • • • costi e ammortamenti/noli relativi ai veicoli costi e ammortamenti/noli relativi alle apparecchiature di bordo altre voci di costo (stalli di sosta, call center, ..) I costi a loro volta si suddividono fra costi del personale (che può essere destinato a funzioni di struttura, marketing o produzione, come illustrato al par. precedente) e costi di acquisto beni e servizi o ammortamenti (nel caso di beni dei quali, per natura e valore, si computa in bilancio l’ammortamento) o noli. I costi di struttura si possono indicativamente suddividere nelle seguenti voci : • • • • • • Costo sede Costo beni ammortizzabili Costo personale Costi di formazione Consulenze (legali, fiscali ecc.) Altri costi di struttura (consumi, manutenzioni e servizi esterni) Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 99 I costi di produzione si possono indicativamente suddividere nelle seguenti voci : • Costi di produzione relativi ai veicoli • Ammortamento o nolo • Manutenzione • Pulizia • Esercizio (carburanti ed altri consumi) • Recupero/spostamento veicoli e gestione emergenze • Altri costi per i veicoli (assicuraz., bollo, ..) • Costi di produzione relativi alle apparecchiature di bordo • Ammortamento apparecchiature di bordo • Manutenzione apparecchiature di bordo • Costi di produzione - altre voci • Stalli di sosta/ricovero • Utilizzo call center • Altri costi variabili (card, fatturazione, comunicazioni, ecc.) La ricostruzione dei valori di costo dei gestori italiano è stata effettuata con riferimento ad un dimensionamento di 21 veicoli in servizio. I costi sono stati ricostruiti come segue : • • • i costi di personale sono quelli stimati al par. precedente e relativi ad una Società autonoma di gestione del car sharing, mentre i costi di beni e servizi sono la media delle relative voci di costo dei tre Gestori italiani del circuito ICS, che già avevano raggiunto o superato nel 2003 il dimensionamento di 21 veicoli in servizio, i costi di marketing tengono conto solo parzialmente del valore fuori media del Gestore di Torino, che ha effettuato nei primi due anni investimenti rilevanti in questa voce di costo. costi di struttura costi di marketing costi di produzione veicoli apparecchiature di bordo altre voci totale totale acquisto beni e costo del servizi o personale ammortamenti 64.800 53.089 24.000 42.503 53.460 103.942 3.888 62.579 39.852 40.935 97.200 207.457 186.000 303.048 38,0% 62,0% totale 117.889 66.503 157.402 66.467 80.787 304.657 489.048 24,1% 13,6% 32,2% 13,6% 16,5% 62,3% Abbiamo quindi allo stato di crescita indicato (21 veicoli in servizio) un costo totale di oltre 23 mila euro per veicolo, con il personale che pesa per quasi il 40% di questi costi. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 100 I costi di produzione si differenziano per categoria di veicolo per la voce ‘veicoli’ / ‘acquisto beni e servizi o ammortamenti’, che corrisponde al 35% del costo di produzione. Costi di produzione Costi di produzione - veicoli Ammortamento / affitto Manutenzione Pulizia Esercizio (consumi) Recupero/spostamento veicoli e gestione emergenze Altri costi per i veicoli (assicuraz., bollo, ..) Costi di produzione - apparecchiature di bordo Ammortamento apparecchiature di bordo Manutenzione apparecchiature di bordo Costi di produzione - altre voci Stalli di sosta/ricovero Utilizzo call center Altri costi variabili (card, fatturazione, comunicazioni, ecc.) Costi differenziati per categoria di veicolo SI SI NO SI NO SI NO NO NO NO NO Fatto 100 il costo di produzione di un veicolo di 1.200 cc, il costo di produzione delle altre categorie di veicoli risulta dalla seguente tabella. costi di produzione per veicolo categoria A city car A city car M medie U utility U utility modello tipo Smart city Punto 1.200 benzina Stilo 1.600 benzina Multipla 1.600 bipower Multipla 1.600 benzina componente componente totale costi di indipendente dipendente dal produzione per dal tipo veicolo tipo veicolo veicolo 9.501 4.606 14.107 9.501 5.006 14.507 9.501 6.808 16.310 9.501 7.209 16.710 9.501 7.409 16.910 97,2% 100,0% 112,4% 115,2% 116,6% Il differenziale massimo dei costi di produzione fra diversi tipi di veicoli non supera comunque il 20% del costo stesso. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 101 5. LE TARIFFE E GLI INTROITI 5.1 La struttura tariffaria Le possibili voci della struttura tariffaria del car sharing sono le seguenti : - la tariffa di iscrizione iniziale al servizio la tariffa annua di abbonamento la tariffa di prenotazione la tariffa di ‘presa’ del veicolo la quota tariffaria proporzionale al tempo di viaggio la quota tariffaria proporzionale al chilometraggio le penalità (ritardo nella consegna, danneggiamento del veicolo, ..) Le penalità economicamente più rilevanti possono essere coperte da un deposito infruttifero, richiesto dall’associato al momento dell’iscrizione (questa pratica non è peraltro seguita in Italia dai Gestori del circuito ICS). Le prime due voci della struttura tariffaria (tariffa di iscrizione e abbonamento annuo) sono la componente invariante rispetto all’effettivo uso del servizio, mentre le altre cinque voci dipendono proprio dai livelli d’uso. Nei casi italiani le voci effettivamente utilizzate sono la tariffa annua di abbonamento e le due quote proporzionali al tempo e al chilometraggio. I ricavi (all’anno per auto) sono schematicamente dati da numero medio di utenti per auto moltiplicato per l’introito per utente, che a sua volta è dato dalla quota di abbonamento e dalle quota proporzionale ai valori di consumo pro capite. Ric / Auto = [ ( Nutenti / Auto ) • TARabbo ] + [ ( TARkm • KM ) + ( TARora • ORE ) ] Ove TARabbo TARkm TARora tariffa di abbonamento tariffa al km tariffa all’ora Nella fase di ‘lancio’ del servizio alcuni Gestori hanno azzerato anche l’abbonamento annuo, per invogliare il maggior numero possibile di nuovi associati, generando però una quota di abbonati che utilizza marginalmente il servizio e che in buona parte rinuncia all’abbonamento al primo rinnovo oneroso. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 102 Non viene inoltre conteggiata una tariffa di prenotazione, in quanto l’abbonato deve già sostenere il costo della chiamata telefonica di prenotazione. Quanto alla tariffa di ‘presa’ questa è sostituita da un tempo minimo di viaggio (viaggi che durano meno della soglia minima vengono computati rispetto a questa); peraltro essendo il car sharing divulgato come servizio “paghi l’auto quando la usi e per quanto la usi”, é difficilmente giustificabile una componente tariffaria fissa indipendente dal consumo di tempo e chilometri. I criteri con i quali viene modulata la struttura tariffaria sono principalmente i seguenti : - equilibrare le componenti tariffari invarianti rispetto all’uso e quelle variabili, in modo da differenziare e rendere economicamente vantaggioso nel proprio segmento di mercato l’uso del car sharing, rispetto ai modi di trasporto a costo invariante nullo (taxi e noleggio) e ai modi a costo invariante alto (auto di proprietà); - equilibrare le componenti tariffarie fisse (prenotazione e ‘presa’) e quelle proporzionali a tempo e distanza, in modo da differenziare e rendere economicamente vantaggioso nel proprio segmento di mercato l’uso del car sharing, rispetto ai modi di trasporto specifici per le brevi percorrenze (taxi) e per le medio-lunghe percorrenze (noleggio); - massimizzare l’uso dei veicoli in servizio, con differenziazioni tariffarie nei giorni e nelle fasce orarie di minore richiesta. I primi due criteri sono collegati al riconoscimento del mercato specifico del car sharing; questo mercato è caratterizzato da : - spostamenti occasionali o a bassa frequenza spostamenti di durata dalle 2 alle 8 ore (con indicativamente il 40% del tempo in movimento e il restante 60% dedicato alle attività, e quindi a veicolo fermo) spostamenti di distanza fra i 20 e i 100 km Utilizzando come tariffe di riferimento: - 150,00 euro di abbonamento 2,20 euro all’ora 0,35 euro al km risulta che il mercato più consistente del car sharing risulta essere l’abbonato che effettua dai 10 ai 25 spostamenti all’anno in ambito urbano (con una velocità media di 25 km/ora), per viaggi che durano dalle 2 alle 7 ore. Ciò non toglie che chi è già abbonato, avendo il servizio a disposizione, possa occasionalmente effettuare anche viaggi con caratteristiche diverse da quelle indicate (ad esempio viaggi di un’intera giornata oppure viaggi con consistenti tratte extraurbane). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 103 Nelle tabelle successive, separatamente per viaggi urbani ed extraurbani, vengono calcolate le tariffe in funzione dell’estensione del viaggio (ore e km), e l’esborso annuo per abbonato (escluso l’abbonamento) in funzione dell’estensione media del viaggio e del numero di viaggi effettuati all’anno. Le celle campite in colore verde indicano le tariffe e gli esborsi annui per i quali l’uso del car sharing risulta vantaggioso o concorrenziale rispetto ad altri modi di trasporto (taxi, autonoleggio, auto di proprietà). viaggi in ambito urbano ore di viaggio 1 2 3 4 5 6 7 8 ore in movimento chilometri 0,5 12,5 0,9 23,3 1,3 33,6 1,7 43,5 2,1 53,2 2,5 62,7 2,9 72,0 3,2 81,2 costo complessivo annuo (euro), escluso abbonamento tariffa oraria 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 tariffa al km 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 costo del quota quota viaggio proporz. al proporz. ai (euro) tempo km 6,58 33,5% 66,5% 12,56 35,0% 65,0% 18,36 35,9% 64,1% 24,03 36,6% 63,4% 29,62 37,1% 62,9% 35,14 37,6% 62,4% 40,61 37,9% 62,1% 46,03 38,2% 61,8% tariffa al km 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 0,35 costo del quota quota viaggio proporz. al proporz. ai (euro) tempo km 23,99 18,3% 81,7% 34,82 19,0% 81,0% 45,36 19,4% 80,6% 55,70 19,8% 80,2% 65,87 20,0% 80,0% 75,90 20,3% 79,7% 85,83 20,5% 79,5% viaggi in ambito suburbano/extraurbano ore di viaggio 2 3 4 5 6 7 8 ore in movimento chilometri 0,9 56,0 1,3 80,6 1,7 104,5 2,1 127,7 2,5 150,5 2,9 172,9 3,2 194,9 tariffa oraria 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 con 5 viaggi 32,88 62,82 91,80 120,17 148,12 175,72 203,05 230,14 con 10 viaggi 65,75 125,64 183,59 240,35 296,23 351,44 406,10 460,29 con 15 viaggi 98,63 188,46 275,39 360,52 444,35 527,16 609,14 690,43 con 20 viaggi 131,50 251,28 367,19 480,69 592,46 702,88 812,19 920,58 con 25 viaggi 164,38 314,10 458,99 600,87 740,58 878,60 1015,24 1150,72 con 30 viaggi 197,25 376,92 550,78 721,04 888,69 1054,32 1218,29 1380,87 con 35 viaggi 230,13 439,74 642,58 841,21 1036,81 1230,04 1421,34 1611,01 con 40 viaggi 263,00 502,56 734,38 961,39 1184,92 1405,76 1624,38 1841,15 con 45 viaggi 295,88 565,38 826,18 1081,56 1333,04 1581,48 1827,43 2071,30 con 50 viaggi 328,75 628,20 917,97 1201,73 1481,15 1757,20 2030,48 2301,44 con 35 viaggi 839,78 1218,79 1587,71 1949,34 2305,29 2656,61 3004,02 con 40 viaggi 959,75 1392,91 1814,52 2227,81 2634,62 3036,12 3433,17 con 45 viaggi 1079,72 1567,02 2041,34 2506,29 2963,94 3415,64 3862,31 con 50 viaggi 1199,68 1741,13 2268,16 2784,77 3293,27 3795,15 4291,46 costo complessivo annuo (euro), escluso abbonamento Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing con 5 viaggi 119,97 174,11 226,82 278,48 329,33 379,52 429,15 con 10 viaggi 239,94 348,23 453,63 556,95 658,65 759,03 858,29 con 15 viaggi 359,91 522,34 680,45 835,43 987,98 1138,55 1287,44 con 20 viaggi 479,87 696,45 907,26 1113,91 1317,31 1518,06 1716,58 104 con 25 viaggi 599,84 870,57 1134,08 1392,38 1646,64 1897,58 2145,73 con 30 viaggi 719,81 1044,68 1360,89 1670,86 1975,96 2277,09 2574,88 La fascia di mercato selezionata corrisponde ad un introito medio di 600,00-650,00 euro all’anno per abbonato (compresi 150,00 euro di abbonamento), e la redditività del servizio dovrebbe essere garantita con una media di 22 abbonati per veicolo. Ciò corrisponde ad un uso medio del veicolo di quasi 5 ore al giorno e di circa 18 mila km di percorrenza annua. Per quanto riguarda la massimizzazione dell’uso dei veicoli, le politiche tariffarie utilizzate sono : • • forte riduzione o azzeramento del costo orario nella fascia notturna (24-6), riduzione del costo chilometrico per viaggi oltre una certa soglia di distanza (indicativamente 100 km). In effetti oltre all’uso strettamente urbano, l’utente del car sharing dovrebbe poter usufruire del servizio anche per spostamenti extraurbani di medio/breve raggio, con tariffe concorrenziali rispetto all’autonoleggio. In effetti, sopratutto in molte regioni del Centro-Nord, una serie esemplificativa di relazioni origine/destinazione fra capoluoghi di provincie contigue indica una domanda potenziale per spostamenti nella fascia 50-150 km. relazione Milano-Monza Firenze-Prato Rimini-San Marino Modena-Reggio Emilia Parma-Reggio Emilia Venezia-Treviso Bologna-Modena Venezia-Padova Genova-Savona Milano-Como Milano-Bergamo Napoli-Salerno Brescia-Bergamo Torino-Asti Firenze-Siena Bari-Taranto distanza (km) 17 21 22 35 39 40 43 46 48 50 52 56 56 56 70 95 andata+ritorno +10km 44 52 54 80 88 90 96 102 106 110 114 122 122 122 150 200 Per favorire questa fascia di distanza è pensabile di attuare una struttura tariffaria con una tariffa chilometrica che diminuisce dopo i 50 km. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 105 Confrontiamo ad esempio gli importi dei viaggio con una tariffa fissa (2,2 euro/ora e 0,35 euro/km) e con una tariffa con riduzioni (2,2 euro/ora, 0,35 euro/km fino a 50 km e 0,30 euro/km oltre 50 km). proporzionale puro ore \ km 30 50 3 17,10 24,10 5 21,50 28,50 6 23,70 30,70 8 28,10 35,10 10 32,50 39,50 12 36,90 43,90 18 50,10 57,10 70 31,10 35,50 37,70 42,10 46,50 50,90 64,10 100 41,60 46,00 48,20 52,60 57,00 61,40 74,60 150 200 59,10 76,60 63,50 81,00 65,70 83,20 70,10 87,60 74,50 92,00 78,90 96,40 92,10 109,60 con riduzioni ore \ km 30 17,40 3 5 21,80 6 24,00 8 28,40 10 32,80 12 37,20 18 50,40 70 30,60 35,00 37,20 41,60 46,00 50,40 63,60 100 39,60 44,00 46,20 50,60 55,00 59,40 72,60 150 200 250 54,60 69,60 84,60 59,00 74,00 89,00 61,20 76,20 91,20 65,60 80,60 95,60 70,00 85,00 100,00 74,40 89,40 104,40 87,60 102,60 117,60 50 24,60 29,00 31,20 35,60 40,00 44,40 57,60 250 94,10 98,50 100,70 105,10 109,50 113,90 127,10 Si ottengono delle riduzioni delle tariffe dell’ordine del 4-6% per i viaggi fra i 100 e 150 chilometri, favorendo quella specifica fascia di consumo, senza peraltro rendere particolarmente competitivo il servizio per distanze più elevate. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 106 Un altro aspetto della struttura tariffaria riguarda la differenziazione delle tariffe per tipologia di veicolo. Un riferimento può essere dato dalla differenziazione dei costi di produzione per tipologia di veicoli, tenendo conto di quali voci sono indipendenti dal tipo veicolo (impegno del personale, attrezzature di bordo, ecc.) e quali voci invece dipendono dal tipo veicolo (canone di affitto o ammortamento, manutenzione, consumi). Nella tabella seguente sono riprodotte delle tariffe chilometriche per tipo veicolo che, per un viaggio tipo di 4 ore e 45 km (a parità di tariffa oraria), riproducono i medesimi differenziali dati dai costi di produzione (riportati nella tabella al par. 4.2). tariffa categoria A city car A city car M medie U utility U utility modello tipo Smart city Punto 1.200 benzina Stilo 1.600 benzina Multipla 1.600 bipower Multipla 1.600 benzina all'ora 2,20 2,20 2,20 2,20 2,20 al km 0,33 0,35 0,42 0,43 0,44 tariffa di viaggio (4 ore, 45 km) 23,65 24,55 27,70 28,15 28,60 96,3% 100,0% 112,8% 114,7% 116,5% La scelta delle tariffe per tipo veicolo va quindi definita sulla base dei seguenti criteri : • • riprodurre almeno indicativamente i differenziali dei costi di produzione, in modo da non creare squilibri fra costi e ricavi nelle differenti tipologie; favorire con opportuni differenziali sulle tariffe, l’uso dei veicoli abitualmente meno utilizzati. Indicativamente quindi i differenziali sulle tariffe, che riproducono i differenziali dei costi di produzione, andrebbero assunti come differenziali di riferimento da applicare alle diverse tipologie di veicoli, salvo casi specifici di persistente sovra o sottoutilizzo di un certo tipo i veicolo. Ne risulta quindi che, a parità di tariffa oraria, i differenziali di tariffa chilometrica fra diverse tipologie di veicolo non dovrebbero indicativamente superare i 10 centesimi di euro. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 107 5.2 Livelli di utilizzo ed introiti La struttura delle tariffe applicate dai diversi gestori in Italia a fine 2003 è riportata nella tabella seguente: tariffe fine 2003 giorno lavorativo minimo iscrizione massimo minimo abbonamento annuo massimo minimo tariffa oraria massimo minimo tariffa al km massimo fascia a tariffa ridotta fascia esente Bologna Modena tariffe fine 2003 sabato e domenica riduzione media tariffa oraria riduzione media tariffa al km Bologna Modena 40,00 60,00 60,00 120,00 1,40 2,40 0,30 0,35 24-7 50% 0% 0,00 0,00 50,00 150,00 1,50 1,90 0,25 0,40 24-7 50% 0% Rimini 0,00 0,00 50,00 150,00 1,20 2,80 0,25 0,35 22-7 - Rimini 50% 0% Torino 0,00 0,00 99,00 179,00 2,00 2,58 0,39 0,56 21-8 - Torino 0% 0% Venezia Milano 0,00 0,00 0,00 0,00 2,58 2,58 0,26 0,26 0,00 0,00 75,00 100,00 1,80 1,80 0,32 0,32 24-7 - Venezia Milano 0% 0% 0% 0% Si notano i seguenti aspetti : • a parte il caso anomalo di Venezia, ormai tutti i Gestori applicano una tariffa di abbonamento che risulta comunque sottodimensionata in alcuni valori minimi • la tariffa oraria presenta valori minimi inferiori alla soglia di riferimento di 2,00 euro all’ora • la tariffa chilometrica presenta valori minimi inferiori alla soglia di riferimento di 0,30 euro al km • alcuni gestori applicano tariffe chilometriche scontate oltre una certa percorrenza (ad esempio Torino, oltre 70 km.) • generalmente viene applicata una differenziazione per tipo veicolo sia delle tariffe orarie che alle tariffe al km; solo in alcuni casi queste differenze eccedono il differenziale massimo computato sulla base dei conti economici (20%), in particolare appaiono poco giustificabili delle differenze di 1,00 euro e oltre sulle tariffe orarie • sulla fascia notturna alcuni gestori (Rimini e Torino) utilizzano una tariffa oraria scontata, altri invece concedono una fascia totalmente esente dalla tariffa oraria ma ridotta a sole 7 ore • per quanto riguarda il fine settimana, le tariffe al km rimangono ovunque inalterate, mentre alcuni Gestori concedono al sabato e alla domenica delle tariffe orarie dimezzate rispetto a quelle dei giorni lavorativi Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 108 I livelli di utilizzo del servizio nel 2003 (fonte dati estratti dal sistema tecnologico) sono risultati già discreti per i Gestori di Bologna e Torino, con oltre 200 viaggi e 15.000 km all’anno per veicolo. Anno 2003 Media di viaggi al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 0,7 0,5 -21% 0,5 -28% 0,3 0,1 -64% 0,1 -78% 0,2 0,1 -38% 0,1 -33% 0,8 0,6 -33% 0,5 -35% 0,6 0,6 5% 0,4 -28% Media di ore al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 4,9 4,1 -16% 6 23% 3,1 1,1 -66% 0,6 -80% 2,5 0,7 -73% 0,8 -69% 6,4 4,4 -30% 5,8 -8% 2,1 2,3 10% 1,9 -12% Media di km al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 46,6 45,9 -1% 35,2 -24% 17,6 7 -60% 5,9 -66% 16,1 5,4 -66% 6 -63% 57,2 36,6 -36% 117,7 106% 27,5 31,3 14% 28,8 5% Si nota un calo generalizzato degli utilizzi dei mezzi nei giorni di sabato e domenica, salvo i casi di Torino, che presenta nelle domeniche un aumento significativo delle percorrenze medie per viaggio, e di Venezia, con incrementi invece nelle giornate di sabato. Questi livelli di utilizzo hanno prodotto dei valori di introiti riportati nella seguente tabella. Introiti 2003 Bologna Modena Rimini Torino Venezia % da abbonamenti % da viaggi Totali 100% 148.700 9% 81% 27.500 10% 90% 40.693 22% 78% 185.000 100% 102.900 6.467 2.754 2.712 7.254 4.677 Per auto Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 109 Per Venezia sono disponibili alcune statistiche 2003 relative alle fasce di distanza e di tempo di viaggio. D is trib u z io n e d e i via g g i p er fas cia d i d istan z a e fa sc ia d i tem p o 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 0-25 km 25-50 km > 50 k m 0-2 ore 2-4 ore > 4 ore Come si nota l’utenza attuale è polarizzata su viaggi di breve raggio e durata. Sempre su Venezia si può analizzare la distribuzione dei viaggi effettuati in giorno lavorativo per fascia oraria di inizio del viaggio. D is trib u z io n e d e i via g g i p er fas cia o raria 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 0.006.00 6.009.00 9.0012.00 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 12.0015.00 15.0018.00 18.0021.00 21.0024.00 110 Per quanto riguarda la differenziazione per tipo veicolo, si sono analizzati i casi di Bologna, che presenta differenziali medio-alti delle tariffe per tipo di veicolo, in confronto con il caso di Venezia, che presenta delle tariffe uguali per tutti i veicoli in servizio. Anno 2004 (dati relativi al 1° semestre riportati a valori annui) Valori per veicolo Tipo di veicolo Viaggi annui Km anni Km per viaggio Ore per viaggio Bologna Venezia micro medie Differenz. medie/micro Micro medie Differenz. medie/micro 297 16.196 54,5 8,4 87 11.191 128,6 7,8 -70,7% -30,9% +135,9% -7,1% 136 5.244 38,6 3,1 282 18.899 67,0 4,6 +107,3% +260,4% +73,6% +48,4% Ed in effetti l’indifferenza delle tariffe comporta a Venezia un utilizzo molto differenziato fra le auto medie (che si avvicinano ai 19 mila km di percorrenza annua) e le auto micro (con percorrenze prossime ai 5 mila km). A Bologna invece la differenziazione delle tariffe rende paragonabili i livelli di utilizzo delle due categorie di auto, pur penalizzando eccessivamente le auto medie. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 111 Nel primo semestre del 2004 si assiste ad un aumento generalizzato consistente dell’utilizzo dei mezzi. Anno 2004 (dati relativi al 1° semestre) Media di viaggi al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 0,8 0,6 -28% 0,5 -42% 0,4 0,2 -39% 0,1 -78% 0,35 0,2 -29% 0,3 -12% 1,2 0,8 -29% 0,75 -36% 1,1 1,2 9% 0,7 -35% Media di ore al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 8 4,6 -43% 5,8 -28% 2,4 1,6 -33% 0,4 -83% 4,8 2,8 -41% 2,7 -44% 8,2 5,3 -35% 6,5 -21% 3,2 3,7 15% 2,7 -16% Media di km al giorno per veicolo Giorno lavorativo Sabato Differenziale Domenica Differenziale Bologna Modena Rimini Torino Venezia 36 30,3 -16% 35,7 -1% 19,2 8,7 -55% 4,1 -79% 28,6 19,7 -31% 27 -6% 66,8 35,7 -47% 58,2 -13% 49,5 48,5 -2% 42,5 -14% Risultano in particolare fenomeni di saturazione dell’uso dei mezzi a Bologna e Torino (8 o più ore di utilizzo medio per veicolo nel giorno feriale), che indicano per Bologna l’opportunità di un riequilibrio della struttura tariffaria con aumento della tariffa oraria minima (essendo il chilometraggio medio ancora insufficiente) e per Torino la necessità di un adeguamento dell’offerta (essendo saturato l’uso dei veicoli sia per la componente oraria che per le percorrenze). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 112 6. IL BILANCIO ECONOMICO DEI GESTORI Alcuni Gestori dei servizi car sharing in Italia hanno oramai alle spalle quasi tre anni di funzionamento pieno e il biennio 2003-2004 può essere assunto per un primo consuntivo dell’andamento economico del servizio. I Gestori hanno fornito un prospetto dettagliato dei costi e dei ricavi del 2003 e del 2004 (1); questi dati permettono di : • • • • Verificare lo stato di sviluppo del servizio e della struttura produttiva; Analizzare i fattori principali che determinano l’attuale perdita economica di gestione; Confrontare gli attuali bilanci con le previsioni fatte nel business plan iniziale; Stimare le condizioni produttive e di mercato che permettano di raggiungere l’equilibrio finanziario del servizio. L’analisi economica seguente è svolta, in prima battuta, a costi pieni, cioè considerando nel conto economico tutti i costi relativi, siano essi stati sostenuti direttamente dai gestori o da ICS per loro a valere sui benefici ad essi assegnati. In seconda battuta si è analizzato il beneficio prodotto dai contributi di ICS sul bilancio dell’anno. 1 Hanno fornito i dati economici del 2003 e del 2004 secondo la classificazione richiesta i gestori di Bologna, Modena, Rimini e Torino, mentre il Gestore di Venezia ha fornito i dati relativi al solo 2003. Per Genova, Firenze e Roma non è stato possibile sviluppare questa analisi, dato che il servizio è iniziato da pochi mesi. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 113 6.1 Analisi costi/ricavi La prima condizione necessaria per verificare l’equilibrio finanziario di un’impresa è che il margine operativo lordo (M.O.L.) sia positivo, cioè che i costi unitari di produzione (nel nostro caso costi di produzione all’anno per auto in servizio) siano inferiori al ricavo medio (sempre all’anno per auto in servizio). Cprod / Auto < Ric / Auto In questo senso si possono registrare i primi risultati positivi; infatti considerando in particolare due dei Gestori con il servizio più sviluppato (Bologna e Torino) abbiamo che nel 2004 i ricavi hanno raggiunto i costi medi di produzione per veicolo, mentre nel 2003 i ricavi coprivano meno del 40% dei costi di produzione. 2003 2004 Costi di produzione per veicolo 16.597,97 11.563,68 Ricavi per veicolo 6.219,55 11.779,66 Rapporto ricavi / costi produzione 37,5% 101,9% La struttura produttiva appare mediamente proporzionata alle dimensioni attuali del servizio e una riduzione dei costi unitari di produzione può risultare principalmente dalle economie di scala derivanti dalla crescita delle auto in servizio; questa riduzione dei costi di produzione non dovrebbe comunque superare il 20% dei costi attuali. Il 2003 era stato invece caratterizzato da ricavi del servizio fortemente sottodimensionati, sia per politiche promozionali troppo liberali (rilascio di abbonamenti gratuiti) sia per bassi livelli di utilizzo dei veicoli (eravamo a circa 12 mila km di percorrenza media per veicolo). Il riequilibrio finanziario del servizio dipende quindi dall’aumento complessivo della produzione e da un ulteriore aumento di introiti per unità di produzione (veicolo), ottenibile mediante : • • Un aumento di circa il 15% dei livelli di utilizzo dei veicoli, aumentando sia il numero di abbonati per veicolo (+10%) che il numero di viaggi e km per abbonato (+5%); Una politica tariffaria più rigorosa, che elimini gli abbonamenti gratuiti e preveda un aumento dei livelli tariffari (mediamente +10% rispetto agli attuali). E’ chiaro che un aumento più consistente dei livelli di utilizzo non è ottenibile, in quanto si rischia di arrivare ad una quota fuori standard di rifiuti alle richieste di prenotazione. Così come un aumento più consistente dei livelli tariffari porterebbe ad ulteriori difficoltà nel reperimento dei nuovi abbonati. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 114 Il grafico seguente mostra la stima dell’andamento dei costi e dei ricavi per veicolo al variare del numero di veicoli in servizio. I valori riproducono nell’intervallo di 20-35 veicoli in servizio i costi e i ricavi dei due Gestori citati, e vengono quindi estrapolati per riprodurre le stime dei costi considerando da una parte l’andamento prevedibile dell’organico (cfr par. 4.1) e quello dei costi relativi a beni e servizi (ipotizzando delle quote di economia di scala per le spese di tecnologia e parzialmente per i veicoli). Cstrut Cmark Cprod Ctot Ric 30,0 28,0 costi e ricavi / auto (000 euro/anno) 26,0 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 # 12,0 # 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 - 1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 34 37 40 43 46 49 52 55 58 61 64 67 70 73 76 79 82 85 88 91 94 97 auto in se rvizio Dall’andamento stimato di costi e ricavi, si registra che l’equilibrio fra introiti e costi di produzione si dovrebbe collocare nell’intorno dei 35 veicoli in servizio, e l’equilibrio fra introiti e costi totali nell’intorno degli 85 veicoli. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 115 6.2 Raffronto con i Business Plan I Business Plan societari, redatti nell’ambito dei diversi progetti locali, al fine di indirizzare le scelte organizzative e finanziarie dei Gestori nonché di quantificare ed argomentare le richieste di finanziamento, prevedevano generalmente 2 o 3 anni di passivo per poi raggiungere i livelli di produzione sufficienti ad ottenere l’equilibrio finanziario (al netto dei contributi ICS). Confrontando i Business Plan con l’andamento effettivo registrato nei primi due anni pieni di operatività (2003 e 2004), l’elemento principale che si ritrova in tutte le città, è dato da una ‘partenza’ della domanda molto più lenta di quella prevista. In alcuni casi gli associati erano inizialmente molto meno di quelli previsti (-60% a Torino); dove invece l’acquisizione di utenti è state forzata con politiche di ingresso a costo zero per avvicinarsi ai preventivi (solo -16% a Bologna rispetto al Business Plan) il consumo effettivo era risultato diseconomico (11 mila km annui di servizio per vettura). A fronte di questa difficoltà negli introiti (inizialmente pari a circa il 20-30% di quelli previsti) le risposte sono state diverse : • • • Maggiore impegno nelle attività di marketing, con costi anche 4 o 5 volte superiori a quelli previsti dal Business Plan; Ridimensionamento del trend di crescita del parco mezzi in servizio (-43% a Torino, -25% a Bologna); Riduzione all’essenziale della struttura produttiva dedicata al car sharing, specie per i gestori inseriti come B.U. in Aziende di Trasporto (40-50% di costi in meno rispetto a quelli previsti dal B.P.). Le politiche di adeguamento sono state quindi di due tipi : • • Chi poteva ha adeguato alla crescita lenta della domanda il dimensionamento della struttura produttiva, essendo inserito in Azienda di trasporto o similare; Chi non poteva, avendo impostato un organico totalmente dedicato al servizio di car sharing, non potendo ‘rallentare’ più di tanto i costi, ha puntato sulle attività di marketing per cercare di accelerare la crescita della domanda. Questa seconda politica ha avuto effetti positivi ? Nel caso di Torino, ove il gestore ha effettuato un significativo investimento in promozione, la campagna di comunicazione per il lancio del servizio si è svolta all’inizio del 2003 e gli effetti si sono sentiti sopratutto nel medio periodo, registrando un raddoppio dell’utenza nel 2004. Lo stesso si può dire di Genova, dove il lancio nel luglio 2004 è stato sostenuto da una rilevante campagna di comunicazione e dove il tasso di crescita è buono. Non è comunque semplice separare gli effetti della campagna di promozione svolta localmente da quelli della promozione fatta a livello nazionale, dalle caratteristiche della città e dai molti altri fattori in gioco. Il problema è quindi che la crescita della domanda dei servizi car sharing in Italia è lenta e difficilmente accelerabile se non con rilevanti oneri di promozione; peraltro l’equilibrio economico di gestione, calcolato a costi pieni, è raggiungibile solo per dimensioni utenza dell’ordine dei 1.800 associati. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 116 Le possibili risposte a questo problema sono le seguenti : • Mantenere il più possibile una politica di adeguamento della crescita dei costi alla crescita della domanda (e quindi se possibile tenere l’organico bloccato almeno fino a 600-800 associati); • Siccome la domanda localmente cresce meno del previsto, sarebbe auspicabile una politica di concentrazione che porti una singola impresa a gestire 2 o 3 aree urbane/metropolitane in modo che si giunga a soglie di redditività del servizio in tempi più rapidi; • Scorporare dal bilancio finanziario dei Gestori almeno parte dei costi di promozione del servizio, che presentano valori alquanto onerosi e una efficacia solo nel medio-lungo periodo; in questo aspetto dovrebbe concentrarsi il finanziamento locale e/o centrale, che non sarebbe quindi a beneficio diretto del Gestore ma a promozione del ‘car sharing’ come modo di trasporto utile per il residente, ed economicamente e ambientalmente più sostenibile di altri mezzi di trasporto urbano. Nelle tabelle successive si confrontano i costi e i ricavi previsti nei business plan con quelli relativi ai consuntivi del 2003 e del 2004 di ciascun gestore. Per ogni singola città, si sono anche distinti i consuntivi considerando l’incidenza del finanziamento da parte di ICS. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 117 BOLOGNA2 Come si può notare dal grafico successivo sia costi che ricavi presentano valori inferiori a quelli del Business Plan, ma l’andamento economico è quello atteso e la forbice fra costi e ricavi si sta riducendo come previsto. Rimane un introito per veicolo sotto i valori standard di 13-14 mila euro all’anno, dovuto non tanto al numero di utenti quanto ad un limitato utilizzo pro capite del servizio (700 km all’anno). 2 Nei calcoli è stato considerato solo il contributo di ICS e non quello destinato a Bologna direttamente dal Ministero dell’Ambiente, che va ad abbattere ulteriormente i costi sostenuti autonomamente dal Gestore. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 118 Cos t o t otale/veic olo (euro) / BP C s B olog na : co sti e ricavi p er v eic olo Cos t o t otale/veic olo (euro) / Cons unt ivo Cos t o t otale/veic olo (euro) / Cons unt . nett o IC S Ric avo tot ale/ veic olo (euro) / BP Ric avo tot ale/ veic olo (euro) / Cons untivo 3 2 .0 0 0 ,0 0 2 8 .0 0 0 ,0 0 2 4 .0 0 0 ,0 0 2 0 .0 0 0 ,0 0 1 6 .0 0 0 ,0 0 1 2 .0 0 0 ,0 0 8 .0 0 0 ,0 0 4 .0 0 0 ,0 0 An no 1 / 2 0 0 3 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing An n o 2 / 2 0 0 4 119 MODENA La domanda, pur presentando un trend di crescita nel corso del biennio, è ben lontana dai numeri previsti dal Business Plan, cosicché l’esiguità degli introiti non indica per ora un possibile avvicinamento all’equilibrio finanziario previsto per il terzo anno. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 120 RIMINI Per Rimini la domanda è cresciuta nel biennio in numero di card ma molto meno in termini di consumo, cosicché gli introiti pro capite (per utente) sono scesi a valori inaspettati e lontani dai numeri previsti dal Business Plan. Anche in questo caso l’esiguità degli introiti non indica per ora un possibile avvicinamento all’equilibrio finanziario previsto per il terzo anno. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 121 TORINO Come si può notare dal grafico successivo dopo un inizio problematico (con costi molto sostenuti), l’andamento economico del servizio è migliorato decisamente e la previsione del Business Plan di chiudere la forbice fra costi e ricavi nel terzo anno appare verosimile. Rimane l’impegno a far crescere omogeneamente domanda ed offerta, in modo da ottenere quelle economie di scala che dovrebbero portare all’equilibrio economico a breve termine. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 122 Costo total e/veic olo (eu ro) / BP C s To rino : co sti e ricav i per veic olo Costo total e/veic olo (eu ro) / Consu ntivo Costo total e/veic olo (eu ro) / Consu nt. ne tto IC S Ricavo tota le/veic olo (e uro) / BP Ricavo tota le/veic olo (e uro) / Cons untivo 36.0 00,00 32.0 00,00 28.0 00,00 24.0 00,00 20.0 00,00 16.0 00,00 12.0 00,00 8.0 00,00 4.0 00,00 A nno 1 / 200 3 Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing A nno 2 / 2004 123 VENEZIA INDICATORI DI VALUTAZIONE BP Consuntivo 2003 Consuntivo 2003 Full Cost Al netto dei contributi ICS Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 n. veicoli 22 22 22 22 22 22 22 n utenti 220 330 440 434 434 434 434 1.302,30 939,88 730,73 648,58 540,26 657,58 549,26 0,72 0,67 0,58 1,24 1,03 1,26 1,05 5,79 4,48 3,34 16,88 14,06 17,11 14,29 Costo totale/veicolo (euro) 13.023,00 14.098,22 14.614,67 12.794,63 10.657,91 12.972,19 10.835,48 Ricavo totale/utente (euro) 1.045,83 903,80 887,66 237,10 237,10 237,10 237,10 Ricavo totale/veicolo (euro) 10.458,25 13.556,99 17.753,21 4677,28 4.677,28 4677,28 4.677,28 Costo totale/utente (€) Costo totale/km erogato (€) Costo totale/ora servizio erogato (€) Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 124 6.3 Il contributo dei finanziamenti ministeriali Il finanziamento ICS ha alleggerito gli investimenti e i costi di marketing (in particolare le campagne pubblicitarie) e in parte di produzione (in particolare call center) a carico del Gestore, con una riduzione dei costi in particolare nella fase di avviamento del servizio. L’effetto dei finanziamenti sul conto economico a costi pieni è stato quello di una diminuzione (e talvolta un azzeramento) delle spese correnti riguardanti la promozione e il call center, e di un azzeramento dei costi derivanti dall’ammortamento dei sistemi tecnologici per la gestione e talvolta delle spese iniziali di promozione per il lancio, che sono usualmente capitalizzate. Se si applica al grafico costi/ricavi, riportato al par. 6.1, le quote di alleggerimento dei costi di marketing e di produzione determinato dai finanziamenti ICS (calcolate sui 3 Gestori citati), si nota che questi contributi modificano significativamente le soglie di equilibrio finanziario dei ricavi con i costi di produzione (linea gialla tratteggiata) e/o con i costi totali (linea rossa tratteggiata). Infatti, se si tiene conto del contributo di ICS, il punto di pareggio economico si situa attorno alle 25-30 vetture (con le stesse ipotesi di utilizzo ipotizzate per l’analisi a costi pieni, anticipando quindi il punto di pareggio di circa 45-50 vetture. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 125 Cstrut Cmark Cprod Ctot Ric 30,0 28,0 costi e ricavi / auto (000 euro/anno) 26,0 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 # 12,0 # 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 - 1 5 9 13 17 21 25 29 33 37 41 45 49 53 57 61 65 69 73 77 81 85 89 93 97 auto in servizio Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 126 6.4 Prospettive di redditività del servizio La redditività del servizio a costi pieni, come illustrato nel par. 6.1, è raggiungibile sostanziamente con due condizioni : • • Una dimensione produttiva di circa 85 veicoli, che crei le economie di scala sufficienti per distribuire i costi fissi ed ottimizzare le risorse produttive; Un utilizzo ‘pieno’ del servizio da parte degli associati, con chilometraggi annui per veicolo di almeno 18 mila km. Più in dettaglio le condizioni che prospettano l’equilibrio finanziario sono le seguenti : condizioni sui livelli di consumo più di 20 abbonati per veicolo più di 15 viaggi/anno per abbonato condizioni sui volumi di produzione 85 veicoli (corrispondenti almeno a 1.800 – 1.900 abbonati), che scendono a 60 veicoli (corrispondenti a 1.200 – 1.300 abbonati) considerando il contributo di ICS condizioni organizzative sviluppo dell’organico sincronizzato con la crescita della domanda ampliamento del servizio nella propria area urbana ed in aree urbane limitrofe condizioni sulla configurazione del territorio area urbana/metropolitana di almeno 150.000 abitanti (o somma di più aree urbane) densità (nell’intorno dei parcheggi del car sharing) di almeno 70 abitanti per ettaro Per i Gestori italiani che operano come Business Unit all’interno un’Azienda di Trasporto Pubblico, si sono sviluppati le seguenti particolarità : • • possibilità di non caricarsi di alcune voci dei costi di struttura e dei costi del personale direttivo; crescita dei costi più lenta però confrontata anche con una crescita in generale più faticosa dei ricavi. Per questi gestori la soglia per raggiungere un margine operativo lordo positivo è più alta, ma si prospetta nel medio-lungo termine un margine di profitto più ampio. Quanto ai finanziamenti ICS, questi modificano le soglie di equilibrio finanziario dei ricavi con i costi di produzione e/o con i costi totali come sopra descritto. In particolare, poiché a parità di sviluppo del servizio e di struttura dei costi, anticipa il punto di pareggio, determina un aumento del margine cumulato e quindi, oltre ad anticipare il momento di redditività, migliora il ROI ed il ROE dell’impresa. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 127 6.4.1 Il ‘lavoro’ sull’utenza e sui livelli di utilizzo L’elaborazione dei risultati delle analisi indica che il mancato raggiungimento dell’area di equilibrio finanziario, è dovuta più che ai livelli dei costi unitati e ai livelli tariffari complessivi, principalmente ai livelli di consumo. In particolare appaiono sottodimensionati di almeno il 20% (rispetto a standard di mercato europeo) sia il numero medio di utenti per auto (Nutenti / Auto) sia il numero medio di viaggi per utente (Nviaggi). Si dovrebbe puntare ad avere 20÷25 utenti per vettura (nel caso di presenza di una forte componente di utenza di tipo business, che ha un utilizzo pro capite più alto, la soglia di 20 utenti per auto risulta già soddisfacente) e non meno di 15÷20 viaggi/anno per utente. La combinazione di questi due elementi porterebbe ad un aumento di uso del servizio, che, affiancati da un aumento del 10% dei livelli tariffari, porterebbe ad un introito medio di circa 13-14 mila euro all’anno per vettura. Questi valori corrispondono ad un introito medio per utente di circa 650 euro all’anno, valori ancora ampiamente concorrenziali rispetto a quelli di possesso/uso dell’auto privata. Per quanto riguarda la differenziazione delle tariffe per : • • • giorno della settimana e fascia oraria fascia chilometrica tipologia di veicolo le analisi sviluppate al cap. 5, indicano come possibili scelte le seguenti : • • • riduzione consistente (-70%) della tariffa oraria nella fascia notturna (22-6) e riduzione più contenuta (-40%) della tariffa oraria nei giorni di sabato, domenica e festivi; riduzione (-15%) della tariffa chilometrica per le percorrenze oltre i 50 km; differenziazione della tariffa chilometrica per i diversi tipi di veicoli per un differenziale massimo del 25% (nel caso mantenimento della medesima tariffa oraria). Un possibile meccanismo per favorire il consumo e fidelizzare i clienti migliori è quello di scontare una quota di consumi sull’abbonamento annuo successivo. Ad esempio se un utente, il primo anno paga 150 euro di abbonamento e 730 euro di utilizzo dei veicoli, l’abbonamento del secondo annuo varrà computato come segue : 150 – [ (730 – 500) • 10% ] = 127 euro scontando quindi del 10% l’importo dei consumi superiori a 500 euro. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 128 6.4.2 Il ‘lavoro’ sull’offerta Per ottenere gli obiettivi sopra citati le strategie potrebbero essere le seguenti : • riarticolare la struttura tariffaria in modo da alzare le quote fisse (tariffe di abbonamento e eventualmente di viaggio) a parità delle quote variabili (tariffa chilometrica ed oraria, specie per le fasce orarie di maggiore sottoutilizzo), così da filtrare gli utenti a consumo nullo o marginale e favorire un aumento del consumo pro capite; • puntare ad un aumento degli utenti, prima di far crescere ulteriormente il parco mezzi in servizio, mediante una migliore conoscenza del mercato potenziale e opportune azioni di informazione, mirate al bacino dell’utenza potenziale dei singoli punti di sosta; • eventualmente ridurre od eliminare i punti di sosta che non producono livelli di introito accettabili (quindi inferiori ad esempio ai 8 mila euro all’anno per vettura, introito che non copre neppure i relativi costi di produzione); • operare con attenzione la scelta di nuovi punti di sosta (e del relativo bacino potenziale di utenza), effettuando stime attendibili sul raggiungimento dello standard minimo di 20 nuovi utenti per ogni nuova vettura posta in servizio. La crescita dell’offerta deve quindi essere più lenta e ragionata rispetto a quanto preventivato nei piani di impresa, in modo da permettere un aumento sostanziale della redditività con gli attuali volumi di prodotto. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 129 7. I BENEFICI SOCIALI DEL CAR SHARING I possibili benefici collettivi derivanti dalla diffusione dei servizi di car sharing si possono classificare come segue : • • • • benefici occupazionali, benefici tecnologici, benefici sulla riduzione dei veicoli circolanti, benefici sulla riduzione di consumi energetici e di emissioni inquinanti. Riguardo alla componente occupazionale, si può stimare che al 2008, nello scenario con circa 18.000 utenti, lavoreranno nel settore car sharing circa 60-70 addetti; a questi addetti va aggiunto l’indotto che è oggi stimabile in circa 15 persone per i servizi e le fornitura connessi al car sharing, e che potrebbe arrivare nel 2008, a fronte dell’espansione ipotizzata del servizio, a 50–60 persone. Sono numeri molto limitati e inoltre accompagnati da una possibile riduzione occupazionale nel settore della produzione automobilistica, seppur molto marginale, derivante dalla riduzione del parco circolante e dalla mancata sostituzione di vecchie auto. Riguardo all’aspetto tecnologico, nel car sharing si fa un uso significativo di tecnologie avanzate : • • • • • comunicazione utente – centro di prenotazione per via telefonica o informatica elaborazione/ottimizzazione delle prenotazioni controllo automatico dell’accesso in vettura registrazione automatica dei tempi di utilizzo e dei chilometraggi effettuati comunicazione autovettura – centro di controllo si tratta di aspetti tecnologici non particolarmente innovativi, ma che comunque si combinano in un sistema abbastanza articolato. Non si può quindi parlare di un settore tecnologicamente strategico, ma di un’applicazione tecnologica complessa che può dare un suo contributo allo sviluppo tecnico-scientifico in Italia. I benefici più consistenti del car sharing vanno quindi ricercati nello specifico del settore della mobilità e del traffico. Per questo si riprende, come riportata nella successiva tabella, la classificazione dell’utenza individuale del car sharing definita al paragrafo 3.1., distinguendo fra coloro che aderiscono al car sharing senza cambiare il proprio parco vetture e coloro che invece rinunciano alla prima o alla seconda auto. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 130 Categoria [RE0]= [RE0][RE1]= [RE1]- Numero auto 0 0 1 1 Azione legata all’abbonamento al car sharing Precedente / concomitante Dismissione auto Dismissione 2° auto Effetti dell’abbonamento al car sharing Sui livelli di motorizzazione privata Sull’uso degli autoveicoli Diminuzione Diminuzione Crescita Diminuzione Crescita Diminuzione Nel par. 3.4 venivano parametrati gli effetti del car sharing in termini di riduzione del veicoli circolanti e delle percorrenze; applicando questi effetti allo scenario 2008 definito al par 3.6 (con 18.000 utenti), si ottiene una stima della riduzione complessiva del circolante e delle percorrenze su base annua. Effetti del car sharing (per abbonato) Effetti del car sharing su 18.000 abbonati Riduzione livelli Riduzione Riduzione livelli Riduzione dell'uso dei Uso dei veicoli Distribuzione di dell'uso dei Uso dei veicoli di motorizzazione veicoli privati car sharing motorizzazione veicoli privati car sharing percentuale Categoria privata (km/anno) (km/anno) sugli utenti c.s. privata (km/anno) (km/anno) [RE0]= 700 2.646.000 21% [RE0]1 3.600 1.000 1.800 6.480.000 1.800.000 10% [RE1]= 800 6.048.000 42% [RE1]1 3.200 1.000 4.860 15.552.000 4.860.000 27% Bilancio totale Numero veicoli car sharing Riduzione veicoli in circolazione Riduzione veicoli*km/anno 6.660 818 5.842 22.032.000 15.354.000 6.678.000 Risulta quindi un risparmio di circa 6,7 milioni di veicoli*km all’anno, che corrispondono indicativamente a circa 1,5% del traffico in una città di 200 mila abitanti. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 131 7.1 I benefici sui livelli di motorizzazione La riduzione di auto circolanti si traduce principalmente nella diminuzione di auto in sosta su strada in ambito urbano. Ipotizzando che dei veicoli ‘eliminati’ dal car sharing il 40% vengano parcheggiati su strada, questo significa che, nello scenario 2008 avremmo 2.337 auto in meno parcheggiate su strada. Sono numeri ancora relativamente marginali, che però si possono tradurre in elementi più concreti: • l’eliminazione di 2.337 auto, significa liberare su strada una superficie di quasi 30 mila mq, che tradotti in estensione di una corsia urbana di 3,7 m di sezione equivalgono a oltre 8 km di corsia che si rendono disponibili alla marcia dei veicoli; • parimenti l’eliminazione di 2.337 auto dalla strada si potrebbe ottenere con la costruzione di una ventina di parcheggi in struttura per residenti, che avrebbe effetti equivalenti in termini di superficie stradale liberata (senza contare ovviamente la superficie occupata dai parcheggi stessi). Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 132 7.2 I benefici sull’uso dell’automobile Il beneficio sulla riduzione delle percorrenze ha due aspetti : • • la riduzione assoluta di 6,7 milioni di veicoli*km all’anno, dei quali presumibilmente oltre l’80% è relativo a percorrenze in ambito urbano; questa riduzione è determinata dalla sostituzione di 22 milioni di km effettuati da autovetture di 5÷7 anni di età media con 15,3 milioni di km effettuati da vetture di car sharing di 1÷2 anni di età media. Cosicchè oltre alla diminuzione di consumi ed emissioni determinata dalla riduzione delle percorrenze, si ottiene una diminuzione di consumi ed emissioni anche per la sostituzione delle vecchie auto con veicoli nuovi, più efficienti in termini di consumi unitari e meno inquinanti. E’ possibile stimare il beneficio del car sharing in termini di riduzione di consumi ed emissioni dei principali inquinanti al 2008, sulla base del citato scenario di 18.000 utenti. Si ipotizzano i seguenti elementi : • il parco veicolare sostituito dal car sharing ha una età media di 5÷7 anni ed una composizione paragonabile a quella di un’area metropolitana (nel computo è stata assunta la composizione del parco veicolare di Milano); • il parco veicoli dei servizi di car sharing sarà composto al 2008 dai seguenti tipi di veicoli : • per il 25% da micro (riferimento : smart 1.250 cc diesel) • per il 25% da utilitarie (riferimento : corsa 1.200 cc benzina) • per il 30% da medie (riferimento : stilo 1.600 cc a benzina) • per il 20% da monovolume (riferimento : multipla 1.600 cc bipower benzina+metano) • l’85% delle percorrenze vengano effettuate in ambito urbano. Applicando parametri specifici di consumo ed emissione differenziati per : • • ciclo urbano e ciclo extraurbano tipo di veicolo : cilindrata, alimentazione, età media si possono stimare le riduzioni di consumi ed emissioni al 2008 per effetto del car sharing. La tabella riporta i seguenti valori : • • • • • • i consumi energetici (benzina, gasolio e metano) espressi in tonnellate equivalenti di petrolio in un anno; le emissioni di anidride carbonica (CO2) espresse in chilogrammi in un anno; le emissioni di monossido di carbonio (CO) espresse in chilogrammi in un anno; le emissioni di composti organici volatili (COV) espresse in chilogrammi in un anno; le emissioni di ossidi di azoto (NOX) espresse in chilogrammi in un anno; le emissioni di particolato (PM) espresse in chilogrammi in un anno. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 133 cc veicoli dismessi smart cdi corsa stilo multipla 1.250 1.200 1.600 1.600 diesel benzina benzina bipower quota nel parco car sharing km/anno 25% 25% 30% 20% -22.032.000 3.838.500 3.838.500 4.606.200 3.070.800 -1.413 -4.293.331 118 367.949 180 544.388 332 1.007.092 217 602.339 -125.736 1.167 5.231 3.670 1.338 -15.730 829 94 566 131 -15.040 131 134 115 61 -174 66 0 0 0 -6.678.000 -565 -1.771.562 -114.329 -14.111 -14.600 -108 bilancio totale consuni tep/anno CO2 kg/anno CO kg/anno NOx kg/anno COV kg/anno PM kg/anno Per fare un confronto economico fra il finanziamento erogato dal Ministero ed i benefici conseguiti e conseguibili con i servizi di car sharing, consideriamo i valori economici associati alle percorrenze in auto, comprendendo oltre ai costi di ammortamento e ai costi diretti di utilizzo (al netto delle componenti fiscali), anche la monetizzazione delle esternalità legate all’incidentalità stradale e all’inquinamento atmosferico. voce di costo ammortamento consumi, bollo e assicurazione incidentalità inquinamento atmosferico totale costo dell'auto (valori economici) 0,13 euro/km 0,15 euro/km 0,06 euro/km 0,04 euro/km 0,38 euro/km Applicando questi valori unitari, si può stimare l’andamento dei benefici economici dal 2003 fino al 2008, secondo lo scenario che prevede in quell’anno18.000 utenti. anno 2003 anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 anno 2008 totale 2003-2008 riduzione veic*km/anno -1.156.308 -1.739.087 -2.678.776 -3.897.195 -5.306.054 -6.678.000 beneficio economico (euro) 433.778 652.402 1.004.917 1.461.995 1.990.515 2.505.187 -21.455.420 8.048.794 L’ammontare complessivo dei benefici nei sei anni considerati è pari ad oltre 8 milioni di euro, da confrontarsi con l’ammontare complessivo dei finanziamenti ministeriali per il car sharing che ammontano a circa 7,8 milioni di euro (cfr. par. 1.3), al netto dell’IVA pagata per l’acquisto di beni e servizi. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 134 8. CONSUNTIVI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO 8.1 Il bilancio di ICS Proporre una lettura esaustiva di un settore così giovane ed embrionale a livello internazionale (e a maggior ragione a livello nazionale) è sicuramente arduo e rischioso, soprattutto se si vogliono estrapolare delle tendenze di lungo periodo. E’ comunque sicuramente possibile fare un primo consuntivo di questa esperienza italiana ed evidenziare le linee di tendenza che sono emerse. Occorre a tal fine distinguere tra obiettivi e ruolo del finanziamento ministeriale nello sviluppo del programma e sviluppo della domanda e del car sharing come area d’affari. Facendo riferimento ai contributi ministeriali e al ruolo del Programma Nazionale Car Sharing, si può dire che il consuntivo sia complessivamente positivo. Il Programma è stato avviato quattro anni e mezzo or sono in un panorama di assoluta assenza di offerta, di domanda, e anche di conoscenza del car sharing a livello nazionale. In un lasso di tempo relativamente breve sono state definite tutte le regole di funzionamento del Programma e gli standard di servizio nazionale per il car sahring. Sono stati sviluppati tutti gli strumenti fondamentali per la gestione a livello nazionale del circuito, tra cui in particolare un sistema tecnologico di notevole complessità prodotto in Italia, il sistema assistito per un call center funzionante a scala nazionale, un’immagine coordinata del circuito. Sono stati avviati 8 servizi operativi in altrettante città, tra cui almeno 5 in importanti città metropolitane, che, come emerge dal rapporto, seppure con risultati molto differenti tra di loro, si sono espansi ed evoluti con dinamiche molto più rapide di quanto sia avvenuto nei più importanti paesi europei agli albori del servizio (Svizzera e Germania in particolare, che rappresentano il punto di riferimento per i servizi di car sharing). E’ stato inoltre finanziato un ulteriore progetto, che non è però ancora stato avviato. Occorre inoltre considerare che, a meno di 3 anni dall’avvio del primo servizio in Italia, esiste oggi un circuito completamente integrato ed interoperabile tra tutti i Gestori, che si è costantemente sviluppato; in questo quadro ha assunto un ruolo di primaria importanza il Comitato dei Gestori, cioè l’organismo di ICS che raccoglie tutti i Gestori e definisce le strategie di sviluppo per tutto ciò che concerne i fattori chiave di identità del circuito. Si può certamente affermare che il finanziamento del Ministero veicolato attraverso ICS abbia avuto in questo senso un ruolo determinante nell’indurre un processo di coagulazione tra i Gestori che spontaneamente non si sarebbe forse mai realizzato o comunque sarebbe avvenuto in tempi molto più lunghi e attraverso pure logiche di mercato. La recente costituzione del Consorzio di Acquisto dei Gestori rappresenta un ulteriore significativo passo avanti nel processo di evoluzione del Circuito, ed un’ulteriore garanzia del mantenimento della prospettiva di unitarietà del sistema a livello nazionale. Si può certamente dire che l’opera di standardizzazione svolta da ICS è stata efficace: ad oggi solo il Comune di Milano ha scelto un modello organizzativo e tecnologico differente, e di fatto le tecnologie e le soluzioni organizzative ideate e realizzate da ICS rappresentano oggi il riferimento a livello nazionale di chiunque intraprenda l’avvio di un nuovo servizio di car sharing. Al modello italiano cominciano a guardare con interesse anche da altri paesi dell’Europa. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 135 Come risulta chiaramente dal rapporto, infine, il Programma Nazionale ha avuto un ruolo decisivo nel diminuire le barriere all’ingresso sul mercato del car sharing , sia in termini di riduzione degli investimenti necessari all’avvio sia in termini di miglioramento del conto economico dei Gestori. Basti in tal senso considerare l’abbattimento del punto di pareggio del conto economico dei Gestori indotto dai contributi erogati da ICS, analizzato nel presente rapporto. Resta infine da annoverare tra i risultati ottenuti l’incremento estremamente significativo del livello di conoscenza del car sharing, non solo nelle aree in cui il servizio è presente, ma anche a livello nazionale, ottenuto in un tempo breve. Risultato tanto più significativo se si tiene conto delle limitate risorse economiche destinate alla comunicazione. Si può quindi dire che il finanziamento pubblico abbia svolto il suo ruolo di stimolo alla domanda e all’offerta in un modo rispettoso delle dinamiche competitive e di mercato, attraverso un sostegno mirato principalmente ai fattori di sviluppo e di investimento ed in una rigorosa logica di compartecipazione da parte del beneficiario agli sforzi economici, ponendo quindi le basi per un settore che risponda alle regole del mercato ed evitando forme di assistenzialismo. Quando poi si guardi all’evoluzione del servizio, della domanda e delle prospettive del servizio in un’ottica di impresa, il quadro che emerge è piuttosto confortante per quanto riguarda la crescita della domanda, che è costante e con buoni tassi, soprattutto se li si riferisce alla dimensione dell’offerta. Esistono infatti bacini di grande potenziale di utenza, quali ad esempio Roma, che sono ancora ampiamente sottodimensionati in termini di offerta. Il potenziale di mercato è quindi interessante e verificato in un numero ormai significativo di realtà, con una caratterizzazione di orizzontalità rispetto alle stratificazioni sociali e di diversificazione dei target di mercato fin dalla fase di avvio che è sicuramente una caratteristica del caso italiano. A fronte di questa potenzialità si deve registrare però che, sul fronte dell’offerta, non è ancora emerso alcun “attore globale” del mercato, ma si assiste ad una frammentazione di piccoli attori e di aziende di trasporto o di servizi che operano su base locale. In questo senso il coinvolgimento diretto degli Enti Locali che nel primo periodo del Programma ha rappresentato un punto di forza per l’avvio dei nuovi servizi, rappresenta ora anche una minaccia al processo di concentrazione dell’offerta, che andrebbe favorito nell’ottica della creazione di aziende più efficienti e capaci, attraverso economie di scala, di rendere economicamente interessante la dimensione del business. Le amministrazioni locali, infatti, privilegiano spesso la partecipazione di attori locali all’efficienza e all’economicità del processo, favorendo il proliferare di soggetti piccoli e scarsamente capitalizzati che non solo difficilmente raggiungeranno le dimensioni adeguate, ma che rallenteranno il processo di concentrazione anche degli altri soggetti imprenditoriali. L’analisi delle varie realtà locali, comunque, rende evidente il fatto che lo sviluppo della domanda è perseguito in modi molto differenti dai diversi Gestori, con risultati di mercato ed economici significativamente diversi. Se quindi risulta chiaro ormai che il car sharing in tempi molto brevi potrà non solo auto-sostenersi, ma anche rappresentare un’area di affari potenzialmente interessante e remunerativa, è altrettanto chiaro che non tutti i Gestori saranno in grado di operarvi in maniera proficua. Una mortalità dei servizi nelle aree che mostrano le maggiori difficoltà andrà quindi messa in conto, qualora l’Ente Locale non si voglia assumere gli oneri di sostentamento di un servizio che si connoterebbe alla stregua di quelli di trasporto pubblico locale. Essendo obiettivo di tipo ambientale e sociale la sempre maggiore diffusione del car sharing a discapito di modalità ambientalmente più impattanti, ma essendo contemporaneamente importante garantire l’autosostentamento delle aziende, è fondamentale far sì che i servizi locali meno Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 136 redditizi, anziché semplicemente sparire, possano essere integrati all’interno di servizi più sviluppati che possano garantire adeguate economie di scala e prospettiva imprenditoriale. Questo processo di concentrazione e crescita permetterà anche l’incremento della redditività, aprendo prospettive di interesse al settore anche da parte di soggetti forti sul fronte industriale e/o finanziario. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 137 8.2 Il punto di vista dei Gestori 8.2.1 Primi consuntivi Dopo circa due anni dall’avviamento delle prime esperienze di servizio in Italia, i Gestori traggono i primi consuntivi della loro esperienza : • da una parte, pur avendo sofferto una serie di difficoltà nell’avviamento del servizio, i Gestori sono ora ‘padroni’ delle modalità organizzative e tecniche di produzione del servizio e ‘sono sul mercato’ con un prodotto commercialmente vendibile; • dall’altra parte i Gestori sono molto attenti e preoccupati dell’andamento finanziario del servizio, e si aspettano nel 2005 una ulteriore accelerazione nello sviluppo della domanda e una inversione di tendenza nei bilanci finanziari; esiste infatti il timore che le Aziende o i soci finanziatori, a fronte di un nuovo consistente passivo finanziario nel 2005, decidano di chiudere il servizio, disperdendo la strumentazione, le conoscenze e le capacità professionali sviluppate in questi anni. Per quanto riguarda i fattori che hanno reso difficoltoso l’avvio del servizio e la crescita della domanda, i Gestori rilevano le difficoltà di funzionamento del sistema tecnologico, che hanno avuto una serie di conseguenze : − la scarsa affidabilità della rilevazione degli estremi di utilizzo del servizio da parte dei vari abbonati, hanno costretto i Gestori alla installazione di apparecchiature ausiliare di registrazione delle percorrenze e alla revisione sistematica dei valori di fatturazione; − i Gestori si sono trovati a fornire assistenza imprevista agli associati, per malfunzionamenti del sistema e per rilascio dell’auto fuori zona, con numerosi interventi su strada per garantire o ripristinare il servizio; − l’utenza, grazie all’assistenza in loco prestata dai Gestori, ha percepito solo in parte i problemi di malfunzionamento, ma ha avuto una percezione di poca affidabilità del servizio, cosicché per alcuni gestori non si è generata ancora quella catena informale di valorizzazione che è fondamentale per promuovere e diffondere il servizio. Questi problemi hanno quindi condizionato lo sviluppo del servizio, cosicché un andamento lento della crescita del servizio stesso e della domanda è stata l’unica opzione realmente percorribile in questa prima fase. Un secondo fattore rilevato dai Gestori riguarda le ripetute violazioni degli stalli di sosta dedicati al car sharing; gli abbonati al termine del proprio viaggio si trovano spesso il posto occupato abusivamente da un altro autoveicolo, con le seguenti conseguenze : − − − l’abbonato è costretto a prolungare il viaggio per cercarsi un parcheggio disponibile e quindi comunicare al call center il rilascio del veicolo in località diversa da quella prevista; il call center deve avvisare il cliente successivo che la vettura non è nel parcheggio previsto; il Gestore si ritrova con un parziale disservizio a due clienti, e, in taluni casi di sosta avvenuta fuori zona, deve provvedere direttamente al recupero del veicolo. Questo problema è stato affrontato da alcuni gestori che hanno ottenuto una delibera specifica dalle Amministrazioni locali, che estende agli accertatori della sosta ed al personale ispettivo in Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 138 organico alle Aziende di Trasporto Pubblico la possibilità di sanzionare con ammenda economica la sosta abusiva negli stalli del car sharing. Risulta invece per i gestori difficilmente risolvibile, stante i vincoli normativi, procedere autonomamente alla rimozione della vettura abusivamente parcheggiata in un proprio stallo. Un terzo fattore rilevato dai Gestori riguarda la collaborazione da parte degli Enti locali, che hanno si promosso il circuito I.C.S., ma successivamente sono stati in generale poco presenti nel favorire lo sviluppo del servizio con le opportune politiche sulla mobilità, nella repressione della sosta abusiva negli stalli car sharing ed anche nel rappresentare con i propri organici i clienti pilota del car sharing. Un ulteriore elemento riguarda la mancanza di un’azione più efficace di promozione del servizio a livello nazionale, che diffonda la conoscenza del medesimo e ne evidenzi i vantaggi economici e sociali; questa azione si doveva affiancare alle azioni di marketing locale, che in tal modo avrebbero trovato rispondenza in una clientela potenziale già informata sulla tipologia del servizio proposto. 8.2.2 Le azioni attuali Come chiaramente emerso nel corso del I° Forum sul car sharing tenutosi a Roma il 17 aprile 2004, la curva di avvio del servizio è risultata più lenta di quanto preventivato in sede di stesura del Progetto ICS. Le esperienze internazionali hanno, inoltre, indicato come la fase di consolidamento del car sharing nelle varie realtà europee abbia mediamente toccato l’arco dei dieci anni e come quindi l’esperienza italiana si trovi nella sua fase più delicata. Infine, sia in sede di Conferenza degli Assessori degli Enti locali aderenti ad ICS, sia nel corso del Forum stesso, è stato rilevato come il sostegno ICS nell’esercizio 2003 sia stato pari a circa il 30% dei costi totali, un valore ritenuto limitato per un servizio con contenuti così innovativi come quelli del car sharing. Pertanto il Comitato dei Gestori sta attualmente operando affinché ICS riporti alla attenzione della Conferenza degli Assessori e del Ministero dell’Ambiente le proposte ritenute necessarie per consentire di portare a termine i progetti avviati. In tale modo sarà possibile sostenere lo sforzo economico dei gestori che hanno fatto da battistrada e che rischiano di non mantenere l’obiettivo del raggiungimento del punto di pareggio nei tempi previsti dai diversi business plan, con lo spettro, per alcuni di questi di dover anticipatamente porre fine all’esperienza pur in presenza di interessanti prospettive di sviluppo, nonché di utilizzare al meglio le risorse che si spera siano disponibili per l’avvio del sistema in altre città. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 139 In particolare le richieste attualmente portate avanti da parte dei gestori sono : 1. Lo stanziamento di risorse per finanziare i progetti comuni, elaborati in sede di Comitato dei Gestori, finalizzati all’up-grading di sistema tecnologico (1). 2. Il finanziamento del progetto di razionalizzazione della struttura dei costi di sistema, con la valutazione della possibilità di cercare accordi in tal senso con analoghi sistemi degli altri Paesi Europei. 3. Il finanziamento di progetti di formazione e inserimento di figure professionali legate all’area del car sharing, attraverso l’applicazione delle opportunità offerte dalla nuova legislazione sul lavoro, con il doppio obiettivo di favorire opportunità di occupazione e di contenere i costi di gestione del personale. 4. Un intervento diretto delle Amministrazioni che hanno promosso i sistemi di car sharing attraverso la sottoscrizione di contratti di servizio per l’utilizzo delle flotte di car sharing. 5. Lo sviluppo di una campagna di promozione del servizio di car sharing attraverso attività di ufficio stampa ICS/Ministero/Amministrazioni e la promozione di eventi e manifestazioni, al fine di aumentare la notorietà del servizio a livello nazionale e soprattutto locale. 6. Il riconoscimento del car sharing come servizio di utilità pubblica ed il suo inserimento normativo nel Codice della Strada, al fine di tutelare in carattere definitivo l’utilizzo esclusivo degli stalli di parcheggio abilitati, oggi oggetto ricorrente di uso abusivo. 8.2.3 Possibili strategie ed aspettative dei gestori Le strategie seguite dai Gestori possono svilupparsi in due fasi successive: • I° fase espansione sul territorio attuale Per garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico prima possibile, la crescita della offerta deve essere graduata in modo da ottenere la saturazione delle capacità a disposizione e quindi riuscire a radicarsi il più possibile nelle aree già servite. • II° fase concentrazione di più operatori Le esperienze internazionali indicano che il consolidamento del car sharing passa attraverso la diffusione del circuito a livello nazionale e la concentrazione di più realtà operative, come condizioni necessarie al raggiungimento di livelli di attività economicamente sostenibili. E’ auspicabile che l’inserimento di nuovi gestori nel circuito ICS avvenga anche attraverso forme di collaborazione con gestori già operativi e consolidati. Le aspettative dei Gestori vertono essenzialmente sui punti seguenti: • • In un contesto di crescita del servizio più graduale di quanto previsto nei Business Plan ed ancora distante dal raggiungimento di un equilibrio economico, risulta indispensabile rifinanziare il progetto ICS per sostenere lo sforzo imprenditoriale dei Gestori. Il 2003 primo anno pieno di esercizio per alcuni Gestori ha rilevato come il contributo di ICS in termini di erogazione di servizi copra solo il 30% dei costi totali di gestione a fronte di un servizio di utilità pubblica a forte contenuto innovativo. E’ auspicabile un nuovo finanziamento da parte del Ministero ed una riarticolazione delle voci riconosciute a finanziamento. 1 Si fa in particolare riferimento alle attività di housing, di clusterizzazione, di sviluppo della rete VPN, nonché alla migrazione verso nuove tecnologie di comunicazione GPRS. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 140 • A valle di una esperienza ormai consolidata, è opportuno ridisegnare i ruoli di ICS e dei Gestori, spostando tutte le competenze gestionali del progetto sui Gestori stessi e lasciando ad ICS le funzioni di coordinamento/monitoraggio delle scelte strategiche, la promozione del circuito nazionale e l’erogazione dei contributi/finanziamenti deliberati. • La costituzione di un Consorzio di Acquisto dei Gestori, come organo operativo del Comitato dei Gestori, rappresenta un passo rilevante in prospettiva di una imprenditorialità e sostenibilità economica del servizio di car sharing in Italia in un periodo di 3-5 anni. 8.2.4 Criteri adottati per lo sviluppo del servizio (2) Collocazione dei parcheggi Il criterio adottato nella (quasi) generalità dei casi è stato quello di avviare il servizio con parcheggi dislocati nella zona centrale delle città , in zona a traffico limitato ed ad elevata concentrazione residenziale. In una seconda fase (quella attuale) i gestori hanno iniziato ad estendere progressivamente la zona coperta , allargando la diffusione del servizio alle zone limitrofe al centro. Il criterio seguito è stato quello di costituire una rete di parcheggi a maglia, collocandoli ad una distanza massima di un chilometro l’uno dall’altro. L’abbonato si trova quindi a poter disporre di un parcheggio nel raggio massimo di 500 metri. Così facendo viene favorita la disponibilità delle vetture, appoggiando quando necessario una prenotazione non soddisfatta sul primo parcheggio richiesto sul secondo più vicino libero. Scelta del parco veicolare Poter disporre di un parco vetture diversificato costituisce un valore del car sharing apprezzato dagli utenti, ma non risulta prevalente rispetto ad altri valori come quello ad esempio di avere il parcheggio comodo. In realtà per la clientela privata la prima richiesta è orientata su vetture small/compatte più economiche come le tipiche city cars. Diverso è l’atteggiamento dei professionisti e delle aziende che propendono per vetture di tipo medio, più confortevoli e adatti a percorsi anche extra urbani. Il criterio generalmente adottato dai gestori è quello di disporre sempre su ogni parcheggio di una city car , affiancandola, ove necessario in base alla richiesta di servizio, di una seconda vettura di tipo medio/grande. Capitolo a parte è costituito dai veicoli commerciali leggeri adibiti al trasporto combinato di passeggeri e cose varie; le prime esperienze in tal senso sono state attuate con l’inserimento in flotta di veicoli Fiat Doblò cargo, che hanno riscontrato un positivo consenso soprattutto dall’utenza aziende. Rimane ancora da esplorare il tema del car sharing adibito specificatamente al trasporto merci, con ampi risvolti soprattutto in ottica di consentire la consegna nelle zone a traffico limitato che regolamentano l’accesso in molti centri urbani. 2 Questo paragrafo fa riferimento sia a criteri generali adottati dai gestori del circuito ICS che a modalità specifiche sviluppate dal gestore Car City Club di Torino. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 141 Divulgazione/promozione del servizio L’esperienza dei primi due anni di attività ha permesso di individuare le attività di comunicazione di maggiore efficacia sia in termini di ritorno, sia in termini di costi/beneficio. Dopo il ricorso a media classici nella fase di lancio, che ha comportato spese pubblicitarie importanti (in genere coperte dal finanziamento ICS) seppur commisurate ai livelli contenuti dei fatturati iniziali, nelle fasi successive si è operato in modo più mirato. Il baricentro delle attività è stato il parcheggio che costituisce a tutti gli effetti “la bottega” dei gestori; quindi sono state attuate iniziative localizzate con distribuzione di flyers porta a porta, locandine nei principali esercizi di zona, tele-marketing nei confronti delle aziende localizzate in zona, etc. Un altro aspetto di rilievo è stato dato alla integrazione del car sharing con i trasporti pubblici; locandine sul servizio di car sharing sono state inserite in tutti i mezzi bus e tram della azienda di trasporto locale. Sono state altresì attuate promozioni mirate a favore degli abbonati ai mezzi pubblici, con particolare riferimento agli studenti. Per contro la partecipazione ad eventi istituzionale, quali domeniche ecologiche, se ha sicuramente contribuito ad una divulgazione del servizio, non ha nella (quasi) generalità dei casi comportato ritorni di rilievo sulle iscrizioni. Analoga scarso risultato hanno avuto, sino ad oggi, iniziative presso i Centri commerciali attraverso gazebo informativi. Recentemente sono state avviate campagne radio su emittenti locali, adottando la logica delle testimonianze dirette, con interviste agli abbonati che descrivono i vantaggi da loro percepiti offerti dal car sharing. In sintesi, i gestori contano molto sul passa parola per la comunicazione e diffusione capillare del servizio di car sharing. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 142 8.3 Ruolo dell’Amministrazione Centrale e di I.C.S. In questa fase di avvio del servizio il ruolo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, è stata quella di supportare i Gestori del nuovo servizio con finanziamenti a fondo perduto, che riguardavano non più del 50% dell’ammontare di una serie di voci dei costi di marketing e di produzione, come descritto al par. 1.2 . Le difficoltà commerciali e organizzative riscontrate nell’avviamento del servizio hanno però comportato una particolare lentezza nella crescita della produzione e del fatturato, cosicchè i Gestori si trovano a chiudere una partita finanziaria (rendicontazione delle spese sostenute autonomamente e con il contributo del Ministero) in una situazione ancora lontana dalla autosostenibilità finanziaria; questo meccanismo ha in parte ed involontariamente comportato un andamento dei costi maggiormente accelerato rispetto all’andamento della domanda. Per permettere quindi ai Gestori di ottenere il massimo del beneficio dai finanziamenti erogati è stato concordato un allungamento dei tempi inizialmente previsti per la rendicontazione (tre anni), dato che il raggiungimento dell’autosostenibilità finanziaria difficilmente può avvenire prima di 4-5 anni di esercizio. Altri possibili contributi dell’Amministrazione centrale nei prossimi anni sono i seguenti : • il finanziamento a fondo perduto della versione aggiornata del sistema tecnologico; infatti il primo periodo di applicazione estesa ha rilevato una serie di carenze strutturali nel sistema tecnologico, tali da consigliare una nuova versione che risulti più affidabile nel suo insieme e nello stesso tempo più economica nelle attrezzature di supporto; • l’accesso a linee di credito agevolate per i Gestori, che possano reggere gli anni di raggiungimento della autosostenibilità senza sopportare oneri finanziari eccessivi; • l’effettuazione di campagne generalizzate di promozione del servizio, in modo da diffonderne la conoscenza presso i residenti nelle aree urbane e metropolitane. In questa seconda fase i compiti di I.C.S. (o della struttura che ne erediti le funzioni) potrebbero essere i seguenti : • • • • seguire il completamento della distribuzione dei finanziamenti già erogati e della relativa rendicontazione (posticipata nelle scadenze); coordinare i Gestori nella definizione delle specifiche tecniche e contrattuali per la redazione della nuova versione del sistema tecnologico; progettare e commissionare le nuove campagne estese di promozione del servizio; riavviare l’interlocuzione con le Amministrazioni locali, per sollecitarle a svolgere il loro ruolo di contributo allo sviluppo del servizio, come delineato nel successivo paragrafo. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 143 8.4 Ruolo delle Amministrazioni Locali I possibili ruoli di un’Amministrazione locale (Comune) per contribuire allo sviluppo del car sharing sono i seguenti : • • • svolgere la promozione generale e/o mirata del servizio, prevedere delle facilitazione ai veicoli del car sharing in termini di circolazione e sosta, costituire, con il proprio organico, il primo del grandi clienti del servizio. Per effettuare una promozione mirata, bisognerebbe individuare quella componente di famiglie (meno del 20% delle famiglie residenti) che costituiscono il mercato potenziale del car sharing : • • • famiglia con almeno un componente patentato; famiglia con un reddito sufficiente per accedere ai servizi car sharing; famiglia con un rapporto fra componenti in fascia d’età attiva e veicoli di proprietà, che denotino una carenza di auto a disposizione o viceversa un eccesso di auto a disposizione (e quindi un loro utilizzo diseconomico). Sarebbe necessario individuare mediante un’analisi discriminante, quali variabili socioeconomiche permettono di individuare con una sufficiente affidabilità statistica quali famiglie appartengono o meno al mercato potenziale del car sharing e mirare su queste prime famiglie una promozione mirata (e limitata al bacino pedonale dei nuovi parcheggi del car sharing). Per quanto riguarda le facilitazioni, queste possono essere del seguente tipo : • • • • esenzione o riduzione della tassa di occupazione suolo pubblico per gli stalli dedicati al car sharing esenzione o riduzione dal pagamento della tariffa di sosta su strada nelle zone centrali permesso di accesso alle zone a traffico limitato permesso di transito nelle corsie preferenziali La prima facilitazione costituisce un beneficio finanziario alla società di gestione, mentre le altre costituiscono un beneficio finanziario e di mobilità per gli utenti del car sharing. Queste facilitazioni sono praticabili fintantoché il parco circolante dei veicoli car sharing è decisamente limitato e anche nelle corsie preferenziali l’eventuale presenza dei veicoli car sharing sia marginale rispetto a quella dei taxi. Per valori quindi di parco car sharing dell’ordine del 15%-20% del parco dei taxi urbani, non esistono controindicazioni tecniche a consentire facilitazioni sul transito in ZTL e nelle corsie preferenziali. Rimane peraltro opinabile che vi sia un beneficio collettivo nel consentire l’accesso a ZTL e corsie preferenziali a veicoli di car sharing, che vengono utilizzati per motivi privati e presumibilmente con bassi coefficienti di occupazione. Queste facilitazioni andrebbero quindi utilmente definite ed argomentate a singola scala urbana nell’ambito dell’aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano. A margine di questo aspetto, va segnalata la necessità che l’Amministrazione intensifichi i controlli sulle piazzole di sosta del car sharing, mediante contravvenzioni e rimozioni, per assicurare una corretto funzionamento del servizio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 144 Un ulteriore contributo dell’Amministrazione allo sviluppo del car sharing, è quello di costituire essa stessa con la propria struttura il primo cliente del car sharing in termini dimensionali (numero di card) e in termini di tempo, in modo da contribuire in particolare alla fase di avvio del servizio. Monitoraggio del Programma Nazionale Car Sharing 145