V LEZIONE STRATEGIE DI INTERVENTO e CULTURA DELLA SOLIDARIETÀ prof. A. SICULELLA 1 La prospettiva relazionale dello sviluppo Nella gestione del processo evolutivo di una realtà individuale o sociale (SVILUPPO), la prospettiva relazionale richiede che le possibilità di CRESCITA vengano considerate tanto quanto quelle di CAMBIAMENTO prof. A. SICULELLA 2 La crescita Insieme delle modificazioni evolutive e adattive di soggetti non ancora capaci di percepire, valutare e modificare l’ambiente al di là delle proprie interazioni dirette prof. A. SICULELLA 3 Il cambiamento Insieme delle modificazioni evolutive e adattive di soggetti sviluppati al fine di percepire, valutare e modificare l’ambiente prossimo e il sistema anche remoto che lo comprende prof. A. SICULELLA 4 Lo sviluppo inteso come: Crescita delle strutture adattive Cambiamento dei sistemi funzionali prof. A. SICULELLA 5 Lo sviluppo come crescita In quanto crescita delle strutture adattive, lo sviluppo ha ripercussioni sull’ambiente prossimo e sulle interazioni dirette prof. A. SICULELLA 6 Gli esiti positivi dello sviluppo Si ripercuotono positivamente sull’ambiente familiare, scolastico e amicale Definiscono una reciproca evoluzione positiva in termini di funzionalità e identità: confermano e motivano l’identità dell’educatore, ne mutano le disposizioni e i parametri adattivi prof. A. SICULELLA 7 Lo sviluppo come cambiamento dei sistemi funzionali Lo sviluppo ha anche una ricaduta sulla capacità del soggetto di conoscere, valutare e modificare le influenze dell’ambiente remoto prof. A. SICULELLA 8 Orizzonti di tipo sistemico Nel discorso evidenziano: educativo si a. Le reciprocità dei processi di crescita e di cambiamento e l’interdipendenza b. L’interdipendenza fra il soggetto in via di sviluppo e il soggetto sviluppato (fra educatore e educando) prof. A. SICULELLA 9 Corollari 1. 2. Non è possibile indurre crescita senza un progetto educativo che valuti le esigenze di cambiamento Il cambiamento è esigenza adattiva di tutti i soggetti, anche quelli pienamente sviluppati prof. A. SICULELLA 10 Corollari 3. 4. Nel rapporto tra un soggetto in via di sviluppo ed uno sviluppato, ogni intervento che voglia promuovere crescita nel primo richiede un cambiamento adattivo nel secondo Promuovere lo sviluppo significa attivare un processo solidale ed interdipendente che, mentre sostiene la crescita, richiede cambiamento prof. A. SICULELLA 11 La solidarietà richiede Accettazione, valorizzazione coniugazione delle differenze e Consapevolezza della ricchezza del nuovo e della possibile complementarietà del diverso prof. A. SICULELLA 12 È essenziale che Le forme di intervento per lo sviluppo dell’ambiente socio-culturale siano: – Improntate alla solidarietà – Adeguate alle reali esigenze di crescita – Variabili nel tempo evolutivi secondo prof. A. SICULELLA i momenti 13 Le risposte inadeguate La cristallizzazione La stereotipia L’intempestività prof. A. SICULELLA 14 Lo SVILUPPO con INTERVENTI DI AIUTO Propone forme alternative di appartenenza e di identificazione Non riesce a destrutturare Incentiva la logica delle dipendenza Non produce acquisizione di nuove strutture e modalità adattive Produce accrescimento quantitativo di risorse e non crescita evolutiva Può dar luogo a solidarietà confusiva e solidarietà competitiva prof. A. SICULELLA 15 La SOLIDARIETÀ CONFUSIVA Lo sviluppo promosso attraverso gli interventi di aiuto può dar luogo alla solidarietà confusiva che favorisce: – l’alterazione della crescita, – forme di adesione acritica ai modelli proposti, – uno sviluppo che si evolve nell’ambito della dipendenza –imitazione prof. A. SICULELLA 16 La SOLIDARIETÀ COMPETITIVA Se gli interventi di aiuto sviluppano una SOLIDARIETÀ COMPETITIVA si ottengono forme di adattamento opportunistico e fruitorio, che impediscono la frattura conflittuale ma denotano autonomia apparente e non aprono spazi alla devianza intesa come forma alternativa all’autorealizzazione distinta prof. A. SICULELLA 17 La SOLIDARIETÀ COLLABORATIVA Realizzare solidarietà collaborativa fra istituzioni e territorio capace di promuovere sviluppo reciproco significa: – Impegnarsi a cambiare – Governare meglio il proprio sviluppo – Offrire aiuto e chiedere risposte che non riguardino solo l’evoluzione dell’altro ma inducano percezione dell’insieme e la cooperazione a fini comuni prof. A. SICULELLA 18 Lo sviluppo come liberazione “Sviluppo è liberazione dell’uomo e/o delle comunità sociali dalla indigenza e dalla penuria che limitano la loro capacità di fruire delle risorse materiali, mentali ed espressivo creative di cui almeno potenzialmente dispongono” prof. A. SICULELLA 19 Il valore educativo della solidarietà La forza traente della solidarietà come valore educativo che promuove lo sviluppo è nella partecipazione all’impegno evolutivo dell’altro, non riducibile a mera trasmissione di risorse, mezzi, modelli, informazioni. Occorrono rispetto, riconoscimento della distinzione dell’altro nella sua identità per rendere reciproche le potenzialità evolutive del rapporto educativo. prof. A. SICULELLA 20 Per promuovere sviluppo Intervenire in una situazione, individuale o sociale, per promuovere sviluppo richiede CONSAPEVOLEZZA COMPETENZA prof. A. SICULELLA 21 C. ROGERS (1970) C. Rogers, che ha considerato il rapporto educativo come una relazione d’aiuto, ha sottolineato l’intesa solidale ed il sostegno umano che sono necessari a ciascuno per crescere prof. A. SICULELLA 22 J.S. BRUNER (1973) J.S.Bruner che ha colto il rapporto tra sviluppo e codici culturali, ha evidenziato l’interdipendenza solidale tra crescita dell’individuo, mediazione educativa e introduzione al mondo simbolico valoriale e al contesto socio-culturale di appartenenza prof. A. SICULELLA 23 Intervento educativo, sviluppo e solidarietà Ogni tipo di intervento educativo si definisce all’interno di un modello di sviluppo e di una forma di solidarietà prof. A. SICULELLA 24 Le finalità dello sviluppo solidale Ogni tipo di sviluppo solidale ha limiti e vantaggi che vanno adeguatamente gestiti per – promuovere evoluzione – prevenire disagio e disadattamento prof. A. SICULELLA 25 L’AMBIENTE L’intervento volto a promuovere sviluppo deve essere diretto alle persone (per proporre valori e sostenerne la crescita) ma deve giungere anche alle istituzioni per operare un RISANAMENTO D’AMBIENTE prof. A. SICULELLA 26 IL RISANAMENTO D’AMBIENTE Si ottiene attraverso la promozione di crescita nelle istituzioni e nella cultura che le permea Si tratta di un compito che va oltre l’intervento educativo nella scuola e che necessita dell’INTEGRAZIONE DELL’AZIONE POLITICA E DI QUELLA PEDAGOGICA prof. A. SICULELLA 27 Integrazione dell’azione politica e di quella pedagogica perchè Agire sul sistema politico resta sterile se non si modificano le coscienze Agire sulle coscienze resta inutile se non si modifica il sistema SISTEMA POLITICO COSCIENZE prof. A. SICULELLA 28 VI LEZIONE IL CONTESTO LOCALE E QUELLO GLOBALE prof. A. SICULELLA 29 Il bisogno di appartenenza Oggi emerge un nuovo BISOGNO DI APPARTENENZA che comporta una duplice dimensione Un’esigenza di dialogo a livello GLOBALE Un’esigenza di convivenza e di partecipazione attiva delle minoranze alla vita della comunità LOCALE prof. A. SICULELLA 30 L’Educazione Interculturale Il progetto di Educazione Interculturale è un modello pedagogicamente ispirato e contestualizzato prof. A. SICULELLA 31 La contestualizzazione Per contestualizzare il progetto di Educazione Interculturale occorre riflettere sul rapporto tra – APPARTENENZA e – DIMENSIONE dell’ IDENTITÀ MULTICULTURALE prof. A. SICULELLA 32 L’identità personale Ha basi culturali ma le trascende Non può prescindere dall’identità sociale prof. A. SICULELLA 33 Ogni soggetto umano è Selettivo delle proposte e dei messaggi che riceve, accetta o rifiuta Creativo di proposte e messaggi prof. A. SICULELLA 34 L’appartenenza culturale è Essenziale nella costruzione dell’identità personale Passaggio necessario ma non sufficiente per lo sviluppo della personalità prof. A. SICULELLA 35 Per contestualizzare Per contestualizzare il progetto educativo interculturale occorre: 1. Tener presente il rapporto che si instaura tra il soggetto, la propria cultura e le culture ‘altre’ 2. Innestare su tale rapporto elementi progressivi di conoscenza e di accettazione delle differenze prof. A. SICULELLA 36 La cultura familiare e la cultura locale La prima cultura con cui il giovane viene a contatto è la CULTURA FAMILIARE (sistema di valori, stile di vita) per cui quando partecipa ad una CULTURA LOCALE è già diverso dagli altri ma può essere educato a Cercare il confronto Vivere il confronto come motivo di crescita prof. A. SICULELLA 37 La scuola e la comunità La scuola e la comunità forniscono occasioni di approccio alle altre culture occasioni molto limitate di approccio diretto medium: la televisione prof. A. SICULELLA 38 La SCUOLA Può organizzare il lavoro didattico in modo da valorizzare gli apporti di altra forma culturale al programma di apprendimento e allo stesso progetto educativo Deve considerare il fatto che l’educazione multiculturale del ragazzo ha radici nella vita quotidiana prof. A. SICULELLA 39 L’esperienza diretta È necessario partire dall’esperienza diretta e quotidiana per: • Arrivare al confronto sul piano delle conoscenze formali, degli apprendimenti disciplinari del comprendersi, del condividere e del convivere • Promuovere la valorizzazione delle differenze • Costruire atteggiamenti profondi di disponibilità e di apertura senza i quali ogni progetto educativo resta improduttivo prof. A. SICULELLA 40 L’appartenenza L’appartenenza è fondamento dell’identità ma appartenenze RISTRETTE ed UNIVOCHE: DEFINISCONO RIGIDAMENTE COSA è “NORMALE e NATURALE” CREANO AUTOMATISMI che superano la consapevolezza individuale INDUCONO PREGIUDIZI e atteggiamenti diffusi di CONFORMITÀ CREANO – COSMOLOGIE INDISCUSSE (sistemi di credenze e assunzioni inconsce) – STEREOTIPI prof. A. SICULELLA 41 EDUCARE Educare a liberarsi di questi vincoli significa: – Non svalutare l’importanza dei sistemi culturali di appartenenza – Destrutturare la coercizione che esercitano quando non sono consapevoli e agiscono come stereotipi e pregiudizi prof. A. SICULELLA 42 VII LEZIONE SOCIETÀ COMPLESSA E IDENTITÀ PLURALE prof. A. SICULELLA 43 Il problema dell’identità Nella società complessa il problema dell’identità si pone in termini ANTICHI e NUOVI prof. A. SICULELLA 44 Il problema dell’identità in termini antichi Percorsi connotati DAL DIVENIERE DELL’IO DALLE RELAZIONI FAMILIARI DALL’APPARTENENZA AD UN GRUPPO SOCIALE E AD UN CEPPO LINGUISTICO DALL’ACCESSO AI CODICI SIMBOLICOCULTURALI prof. A. SICULELLA 45 Il problema dell’identità in termini nuovi Molteplicità e diversità dei soggetti e delle culture con cui si viene a contatto Eterogeneità dei sistemi di valori e di comportamento Estensione e moltiplicazione di ambiti di esperienza e di mezzi di conoscenza Estensione e continua amplificazione dei sistemi di percezione e di comunicazione prof. A. SICULELLA 46 La riflessione pedagogica La riflessione pedagogica capace di fondare l’educazione interculturale in termini nuovi non è più e non solo: Riflessione sui problemi educativi dell’accoglienza e dell’integrazione Riflessione sui problemi didattici dell’apprendimento in condizione di svantaggio Cura dei problemi linguistici, cognitivi e relazionali prof. A. SICULELLA 47 ma certamente… Attenzione ai processi di strutturazione del pregiudizio e della discriminazione e soprattutto: SOSTEGNO EDUCATIVO ai PERCORSI di COSTRUZIONE dell’IDENTITÀ prof. A. SICULELLA 48 1°problema: LA PLURALITÀ DELLE APPARTENENZE Nelle società complessa, non v’è chi non debba affrontare TRANSIZIONI ISTITUZIONALI e CULTURALI che assumono il carattere della discontinuità (bambino, adulto, immigrato…) prof. A. SICULELLA 49 E deve affrontare… la NAVIGAZIONE, l’ORIENTAMENTO e il RADICAMENTO dell’IDENTITÀ in una PLURALITÀ di CONTESTI CULTURALI, di LINGUAGGI, di CODICI SEMANTICI, di CONDOTTE EMOTIVE, di CATEGORIE COGNITIVE prof. A. SICULELLA 50 Il sistema sociale monoculturale Garantiva un unico e omogeneo sfondo di riferimento ed un organico contesto di valori nelle transizioni fra gli ambiti di ogni esistenza (famiglia, scuola, comunità locale e nazionale) prof. A. SICULELLA 51 La società complessa Spezza e frammenta o addirittura divarica ed oppone linguaggi e codici normativi e semantici delle diverse istituzioni e dei diversi ambiti di esperienza (U. Bronfenbrenner) prof. A. SICULELLA 52 CONSEGUIRE L’IDENTITA’ Significa avere in sé un nucleo stabile capace di – supportare la variabilità dei comportamenti – Fondare la CONTINUITA’ dell’IO nel fluire delle esperienze e degli eventi prof. A. SICULELLA 53 CONSEGUIRE l’IDENTITA’ È un’esigenza fondamentale = CAPACITA’ DI RICONDURRE A SENSO L’ETEROGENEITA’ ricostruendo il TESSUTO NARRATIVO DELLA PROPRIA BIOGRAFIA mentre NULLA RESTA DI STABILE nella dinamica dell’esperienza e delle relazioni cui l’identità può ancorarsi prof. A. SICULELLA 54 Il senso dell’APPARTENENZA Muta dimensioni e caratteri, non si definisce per ascrizione né per acquisizione (appartenenza a famiglie, cognomi e soprannomi, nella società antica, tipo di lavoro, nella società borghese) prof. A. SICULELLA 55 Il rischio grave che si corre è quello della DISPERSIONE di IDENTITÀ prof. A. SICULELLA 56 L’IDENTITÀ È sempre più un PROCESSO e non un DATO Una consapevolezza di sé sempre più articolata sul piano del conscio come dell’inconscio Una percezione del mondo da ricondurre a senso prof. A. SICULELLA 57 Come la COMPLESSITÀ… è il luogo – della solitudine e del disorientamento, – dell’incontro e dell’organizzazione ove razionalità ed irrazionalità, ordine e disordine, eguaglianza e diversità possono convivere prof. A. SICULELLA 58 … così l’IDENTITÀ dell’uomo contemporaneo – è un mondo complesso e in divenire – richiede capacità di Adattamento e riadattamento Percezione selettiva ed elaborazione creativa – comporta dinamiche di Differenziazione e integrazione Identificazione e distacco da gestire con competenza – è esposta al RISCHIO dello SRADICAMENTO e della DISPERSIONE o del RIPIEGAMENTO su di SÉ prof. A. SICULELLA 59 I soggetti più deboli invece di aprirsi al molteplice, si chiudono riducono la ridondanza e la differenza Riportano il plurale al singolare, senza perdere contatto con la realtà ma fruendone in modo autoreferenziale e, quindi, sostanzialmente, falsificandola Sopravvivono senza adeguarsi al mondo e illudendosi di adattare il mondo a sé, alla propria incapacità di crescere prof. A. SICULELLA 60 I NUOVI PERCORSI della IDENTITÀ NEGATIVA A livello individuale e collettivo – Si generano FORME DI NARCISISMO E DI INTEGRALISMO (che indicano un sostanziale ritiro in sé o in forme di rifiuto del molteplice) – Si diffondono esperienze di aggregazione stolte e improduttive che generano Comportamenti insulsi e irresponsabili (TEPPISMO) Devianze impronunciabili (PEDOFILIA) – Senza neppure Il coraggio della sfida e delle provocazione sociale aperta (BANDITISMO, MAFIA, CRIMINALITÀ) Né quello del ritiro e del diniego (DROGA, SETTE ESOTERICHE) prof. A. SICULELLA 61 I NUOVI PERCORSI della IDENTITÀ NEGATIVA Realizzano con la realtà un rapporto nascosto ed immaturo di – PROVOCAZIONE – RITIRO – CONTATTO – FUGA prof. A. SICULELLA 62 Nel NARCISISMO La difficoltà a controllare la realtà viene negata e compensata dalla possibilità di costruire e conservare la propria immagine di sé che collega IDENTITÀ e CONTINUITÀ dell’IO prof. A. SICULELLA 63 Per il NARCISISTA L’unica possibilità di sopravvivere al mutamento personale è data dalla possibilità di fondare sull’immagine di sé il senso della propria permanenza prof. A. SICULELLA 64 L’IPERTROFIA dell’UNIVERSO SOGGETTIVO Fagocita la varietà e la concretezza della realtà e ne annulla la minaccia in un rapporto di padronanza fittizia e di contatto superficiale prof. A. SICULELLA 65 Nelle forme di INTEGRALISMO L’illusione del controllo della realtà è data dalla pretesa riduzione del complesso al semplice Una VISIONE UNILATERALE DEL MONDO, DELLA POLITICA, DELLA RELIGIONE o anche una percezione stereotipata dell’alterità fondano un presunto POTERE di GUIDA che si fa pretesa di CONTROLLO e GOVERNO della REALTÀ prof. A. SICULELLA 66 Nell’INTEGRALISMO Una lettura settoriale della storia e un’interpretazione unilaterale della realtà consentono di: – Ridurre in dimensioni governabili il molteplice, il diverso, l’altro – Negare l’ignoto e il divenire – Ricondurre tutto ad un angusto e paradossale universale L’incontro con la realtà è pregiudiziale, fittizio, difensivo prof. A. SICULELLA asfittico, 67 L’educazione interculturale Contro le varie forme di negazione e di espulsione della diversità si propone come PERCORSO IDONEO A SOSTENERE L’EVOLUZIONE DAL SINGOLARE AL PLURALE nella direzione del sostegno all’integralità della persona nella pluralità delle appartenenze e dei contesti di valore e nella strutturazione insieme singolare e plurale della propria identità prof. A. SICULELLA 68 La CRESCITA dell’IDENTITÀ I percorsi di crescita dell’identità sono molteplici, interconnessi e complessi. La CRESCITA personale: – può essere esaminata sotto il profilo cognitivo, affettivo, sociale, morale – si può guardare allo sviluppo del linguaggio, della motricità, della creatività – si può descrivere l’evoluzione delle strutture mentali, della fantasia, dei sentimenti, del giudizio prof. A. SICULELLA 69 L’identità plurale e l’identità intersoggettiva Questi concetti sembrano esprimere l’esigenza di un approccio olistico al problema della identità: Considerare soggetto e contesto quali elementi i un unico sistema comporta attenzione alle transizioni tra interiorità soggettiva e realtà oggettiva per accedere alla comprensione degli scambi, delle interdipendenze, delle negoziazioni che la costruzione di significati comporta e che l’esperienza personale consente di elaborare prof. A. SICULELLA 70 Nuove prospettive L’attenzione al significato ad un tempo personale e sociale dell’esperienza introduce nuove prospettive per comprendere la COMPLESSA UNITÀ delle MOLTEPLICI DIMENSIONI dell’IDENTITÀ prof. A. SICULELLA 71 Il profilo dell’identità Non è riconducibile alla valutazione dell’intelligenza, della creatività, delle competenze ma è da ridefinirsi come una PLURALITÀ di APPARTENENZE oltre che di COMPETENZE – Capacità di porsi in relazione con “l’altro” – Capacità di gestire i rapporti intersoggettivi prof. A. SICULELLA 72 H. GARDNER Aiuta a comprendere come l’intelligenza sia un fenomeno complesso, delineando l’immagine della MENTE PLURALE: l’intelligenza ha una pluralità di connotazioni che il soggetto riduce ad equilibrio, sviluppando attitudini a realizzare OPERAZIONI COGNITIVE di LIVELLO SUPERIORE come buon senso, saggezza, originalità, capacità metaforica prof. A. SICULELLA 73 La comunicazione La cultura occidentale tende ad ipervalutare la COMUNICAZIONE attraverso il PENSIERO RAZIONALE e si sta riscoprendo, nell’incontro con le culture orientali, la rilevanza del PENSIERO SIMBOLICO e l’importanza del MITO e della METAFORA nella COMUNICAZIONE prof. A. SICULELLA 74 L’INTERCULTURA Al fine di sostenere l’incontro ed il dialogo interpersonale si considera l’INTERCULTURA come metodo di comunicazione capace di: • consentire la negoziazione dei significati • ‘leggere’ le altre menti • uscire dal proprio egocentrismo personale e culturale • costruire, nella reciprocità sociale, il “SE’ ESTESO” prof. A. SICULELLA 75 Le competenze Le competenze del soggetto con attitudine interpersonale e identità plurale sono: – la capacità di negoziazione dei significati e dei ruoli nell’interazione con gli altri – l’attitudine all’elaborazione e rielaborazione del Sé in rapporto a diversi contesti – la disposizione ad attribuire senso plurale all’esperienza prof. A. SICULELLA 76 La negoziazione dei significati Gli adulti sono i primi ad essere incapaci di negoziare i ruoli, tenendo conto delle percezioni e delle attese di coloro cui ci relazioniamo esempio: docente e alunno [pedagogia intersoggettiva di J. Bruner] prof. A. SICULELLA 77 L’identità plurale nell’interazione L’identità plurale si definisce anche per mezzo della NARRAZIONE di SE’ che ciascuno pone agli altri, poiché il confronto tra “io narranti” aiuta a capirsi meglio [pedagogia intersoggettiva di J.Bruner 1999] prof. A. SICULELLA 78