OLIVICOLTURA & PRODUZIONE DI OLIO IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA Istituto sulla Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - Vibo Valentia Università della Calabria Provincia di Vibo Valentia Istituto sulla Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) Consiglio Nazionale delle Ricerche Via Madonna del Piano, 10 - 50019 Sesto Fiorentino (Firenze) Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Vibo Valentia Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali Università della Calabria Via P. Bucci - Arcavacata di Rende (CS) C.C.I.A.A di Vibo Valentia 1 OLIVICOLTURA & PRODUZIONE DI OLIO IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA Antonio Cimato, Cristina Attilio, Elena Franchini, Elisabetta Feci Istituto sulla Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) Consiglio Nazionale delle Ricerche Via Madonna del Piano, 10 - 50019 Sesto Fiorentino (Firenze) Gabriele Iorio, Girolamo Giordano, Vincenza Calabrò Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali Università della Calabria Via P. Bucci - Arcavacata di Rende (CS) Hanno collaborato Massimiliano Figliuzzi, Massimo Mazzeo, Anna Maria Cichello, Sebastiano Navarra Agronomi, Liberi Professionisti. Dr. Domenico Macrì Dirigente Provincia di Vibo Valentia. Gli autori ringraziano l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Vibo Valentia, la Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianto di Vibo Valentia e le Aziende olivicole che hanno collaborato a questa ricerca. Antonio Cimato ha curato il coordinamento scientifico del Progetto. 2 OLIVICOLTURA & PRODUZIONE DI OLIO IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA PRESENTAZIONE Pag. 4 INTRODUZIONE Pag. 5 I. OLIVICOLTURA DEL VIBONESE: PRODUZIONE, TERRITORIO, CULTIVAR Pag. 6 Pag. 7 Pag. 13 Pag. 21 I.1 LA PRODUZIONE I.2 IL TERRITORIO I.3 LE CULTIVAR II. IL PROGETTO DI RICERCA: II.1 OBIETTIVI II.2 METODOLOGIA III. RISULTATI Pag. 22 Pag. 23 Pag. 23 III.1 Maturazione delle olive (Stagione 2001) Pag. 31 Pag. 31 III.2 Analisi degli oli III.2.1 Acidità, Numero di Perossidi e K232 - K270 Pag. 34 Pag. 34 Annualità 2001 Pag. 34 Confronto tra oli aziendali e oli monovarietali (Acidità e Perossidi) Confronto tra epoche di raccolta (Acidità e Perossidi) Confronto tra Aree Omogenee (Acidità e Perossidi K232 - K270) Annualità 2002 Pag. 39 Confronto tra epoche di raccolta (Acidità e Perossidi) Confronto tra Aree Omogenee (Acidità e Perossidi K232 - K270) III.2.2 Composizione acidica Annualità 2001 Annualità 2002 Pag. 42 Pag. 42 Pag. 42 III.2.3 Composti Minori Polari Annualità 2001 Annualità 2002 Pag. 44 Pag. 44 Pag. 45 III.2.4 Valutazione organolettica Pag. 46 IV. CONCLUSIONI Pag. 49 V. BIBLIOGRAFIA Pag. 50 3 PRESENTAZIONE La presentazione del testo “OLIVICOLTURA & PRODUZIONE DI OLIO VERGINE DI OLIVA IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA” ha lo scopo di offrire una concreta testimonianza dell’impegno della Provincia di Vibo Valentia per il settore della olivicoltura e per la valorizzazione delle attività che si distinguono in questo territorio per caratteristiche compatibili all’ambiente, al paesaggio e alla forte tradizione rurale. Il testo illustra i risultati di uno specifico programma proposto dall’Assessorato all’Agricoltura e alle Foreste d’intesa con gli imprenditori e le associazioni di categoria che operano in questo settore. La sua lettura offre suggestioni di questo territorio, introduce il settore olivicolo come parte integrante di un comparto agricolo dinamico e ripercorre, attraverso i risultati della ricerca, punti di riferimento indicativi per il prossimo futuro di questa nostra produzione. Con questo documento l’Assessorato intende ribadire l’impegno che si sta compiendo nella valorizzazione e nella promozione di questo prodotto e anche la sensibilità a programmi futuri da realizzare per una olivicoltura in grado di divenire sempre più efficiente, economicamente valida per la nostra gente e che giochi un ruolo di salvaguardia del territorio per i riflessi che ha sull'insediamento antropico e sulla protezione dell'ambiente. Nella presentazione corre l’obbligo di ringraziare il Dr. Antonio Cimato del CNRIvalsa di Sesto Fiorentino, i collaboratori al progetto dell’Università della Calabria, la Camera di Commercio di Vibo Valentia, i professionisti e la stessa Amministrazione Provinciale che, con il loro contributo, hanno offerto al mondo agricolo una nuova azione di valorizzazione della nostra olivicoltura. Assessore all’Agricoltura della Provincia di Vibo Valentia Domenico Dominelli 4 INTRODUZIONE Il progetto di ricerca “OLIVICOLTURA & PRODUZIONE DI OLIO VERGINE DI OLIVA IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA” ha inteso soddisfare l’esigenza di dar valore a questo territorio attraverso un prodotto affermato nel tempo e dal quale è possibile ritrovare una prospettiva che tuteli la salute e il piacere di consumare, un alimento naturale frutto di un singolare ecosistema e di una forte tradizione rurale. Con un coordinamento multidisciplinare, l’attività è stata realizzata esaminando la struttura olivicola della Provincia di Vibo Valentia e un campione rappresentativo della sua produzione di olio ottenuta nel biennio 2001-2002. Al termine di tale periodo, in considerazione dei risultati raggiunti, è apparso utile raccogliere le acquisizioni scientifiche e presentarle, in forma coordinata, agli addetti al settore per offrire loro anche un importante segnale d’integrazione del progetto alla realtà olivicola locale. La valenza di questa struttura multifunzionale non è, difatti, riassumibile in un testo che, chiaramente, non ha una simile pretesa. Tuttavia, la necessità di rivisitare l’olivicoltura del vibonese e di indicare gli elementi che conferiscono “peculiarità” all’olio vergine d’oliva prodotto, nasce dalla convinzione che il futuro del settore è connesso alla valorizzazione del territorio e all’integrazione della tradizione con l’applicazione delle conoscenze che la ricerca scientifica rende disponibili. La proposta dell’Assessorato all’Agricoltura è stata accolta da Istituzioni scientifiche diverse, dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia ed ha trovato il naturale coinvolgimento degli olivicoltori e degli operatori del settore così legati a questa pianta, ancora in grado di offrire alla nostra alimentazione un piacere di esclusività che raccoglie cultura, tradizioni ed intelligenza. Pur nella consapevolezza che questa olivicoltura vive un momento di difficoltà, il progetto è stato realizzato con una visione congiunta dei molteplici fattori che interagiscono sulla produzione e per verificare se il “sistema olivo” è rilanciabile su basi nuove assecondando la richiesta di formulare una proposta operativa di certificazione di tipo legislativo (DOP - IGP). I ricercatori coinvolti in questa attività, hanno presentato, in due convegni (Briatico, settembre 2002) e (Paravati di Mileto, 1 aprile 2004) i risultati espressi ogni anno dalla ricerca. La realizzazione del testo intende, quindi, confermare il rispetto degli impegni intrapresi: suggerire comportamenti e scelte agronomiche agli imprenditori locali ed alla “gente che vive il campo”, per assecondare il mantenimento e lo sviluppo sostenibile dell’olivo che svolge il diverso ruolo di elemento del paesaggio e di albero funzionale dell’agrosistema in questo particolare territorio della Calabria. Antonio Cimato 5 I. OLIVICOLTURA DEL VIBONESE: PRODUZIONE, TERRITORIO, CULTIVAR L'importanza dell'olivicoltura presente nel territorio della provincia di Vibo Valentia è legittimata dalla presenza secolare di questa pianta che è stata in grado di valorizzare al meglio terreni collinari e di pianura e che ha svolto un ruolo decisivo nel mantenere inalterato il paesaggio agrario. Con un’estensione di 15.217 ettari e un patrimonio di circa 1.600.000 di piante, l’area olivicola del vibonese si diffonde in continua successione dalle Serre alle zone collinari più interne, nel territorio del Monte Poro e, finalmente, nell’area costiera. A fronte della continua e lenta concentrazione delle superfici destinate ad olivo, gli imprenditori locali hanno mantenuto fede agli impegni che la tradizione suggerisce e continuano ad investire in questa coltivazione modernizzandola, magari semplicemente con rinfittimenti e realizzando nuovi impianti su areali agronomicamente più idonei. Foto 1. Oliveto tradizionale I dati più recenti indicano che più del 50% della superficie è costituita da impianti tradizionali con tipologie aziendali diverse per territorio, aree orografiche e per condizioni climatiche. Gli aspetti colturali sono differenti per dimensioni delle aziende, dell’età delle piante e per le tecniche colturali. Prevale la coltura specializzata, con olivi che per dimensioni possono raggiungere altezze superiori ai 6 - 8 metri. Le forme di allevamento più diffuse rimangono il vaso polifonico, per gli impianti vecchi, e il vaso cespugliato per quelli più recenti. La conduzione aziendale è diretta ma non mancano esempi di aziende che, stagionalmente, fanno ricorso a manodopera esterna per le operazioni di potatura e di raccolta. La prima è eseguita, dalla maggior parte delle aziende, con periodicità biennale. La raccolta delle olive, che in genere inizia già alla fine di ottobre e si conclude a gennaio, è realizzata con ausilio di reti e di 6 pettini e con il ricorso a macchine scuotitrici. Il patrimonio olivicolo provinciale è formato complessivamente da circa 1.600.000 piante, delle quali la maggior parte sono rappresentate dalla varietà autoctona “Ottobratica” e, in numero minore, da altre cultivar prevalentemente di origine locale. Foto 2. Oliveti tradizionali sistemati per la raccolta Foto 3. Raccolta meccanica delle olive. I.1 LA PRODUZIONE Le Figure 1 e 2 chiariscono che la coltivazione dell’olivo in provincia di Vibo Valentia interessa il 28,7% della SAU1 e che tra le coltivazioni arboree del territorio l’olivo è la coltura a maggiore diffusione (78,16%). Oliv o Altre colture 28,65% Agrumi 63,34% 5,00% 2,54% Vite 0,47% Altri fruttifer Figura 1. Ripartizione della SAU provinciale 1 Figura 2. Confronto fra le principali colture arboree in provincia di Vibo Valentia. Fonte: ISTAT 7 Dei 50 comuni che compongono il territorio amministrativo provinciale (Figura 3), solo cinque di essi, ubicati nelle Serre Vibonesi (Brognaturo, Fabrizia, Mongiana, Serra San Bruno e Spadola), non sono interessati alla coltivazione dell’olivo per chiari limiti imposti dall’altitudine e dal microclima. Figura 3. Comuni della provincia di Vibo Valentia Dai dati riportati nella Tabella 1 emergono due elementi che caratterizzano questa olivicoltura: l’elevato numero di aziende (14.524) e il basso rapporto di investimento (1,05 ha/azienda) che porta ad una eccessiva frammentazione della produzione. Foto 4. Oliveti nel territorio di Tropea Foto 5. Olivicoltura tradizionale nella zona costiera. 8 Comune Superficie Olivetata (Ha) N. Aziende Superficie media (Ha) Acquaro 507,94 737 0,7 Arena 264,44 282 0,9 Briatico 514,64 294 1,8 Brognaturo 0 0 0,0 Capistrano 220,85 234 0,9 Cessaniti 696,66 784 0,9 Dasà 199,36 198 1,0 Dinami 609,36 409 1,5 Drapia 174,4 292 0,6 Fabrizia 0 0 0,0 Filadelfia 435,88 581 0,8 Filandari 432,8 253 1,7 Filogaso 324,84 198 1,6 Francavilla Ang. 838,61 736 1,1 Francica 877,99 263 3,3 Gerocarne 871,37 628 1,4 Ionadi 168,8 158 1,1 Ioppolo 156,59 306 0,5 Limbadi 591,86 552 1,1 Maierato 383 435 0,9 Mileto 481,52 478 1,0 Mongiana 0 0 0,0 Monterosso Cal. 535,43 277 1,9 Nardodipace 76,35 265 0,3 Nicotera 618,17 818 0,8 Parghelia 18,68 32 0,6 Pizzo 72,99 41 1,8 Pizzoni 346,11 344 1,0 Polia 180,41 362 0,5 Ricadi 49,53 204 0,2 Rombiolo 333,73 333 1,0 S. Calogero 626,18 481 1,3 S. Costantino Cal. 200,42 292 0,7 S. Gregorio D'ipp. 576,77 200 2,9 S. Nicola Da Crissa 221,35 273 0,8 S. Onofrio 263,36 237 1,1 Serra San Bruno 0 0 0,0 Simbario 10,67 2 5,3 Sorianello 57,2 79 0,7 Soriano Cal. 704,5 317 2,2 Spadola 0 0 0,0 Spilinga 35,15 52 0,7 Stefanaconi 261,82 404 0,6 Tropea 6,86 13 0,5 Vallelonga 204,47 150 1,4 Vazzano 230,91 349 0,7 Vibo Valentia 524,18 655 0,8 Zaccanopoli 47,93 87 0,6 Zambrone 67,66 139 0,5 Zungri 195,22 300 0,7 Totale 15.217,00 14.524 1,05 Tabella 1. Dati strutturali delle aziende in provincia di Vibo Valentia (Fonte ISTAT) N. Piante 60.840 32.400 51.500 0 22.200 69.800 24.000 61.000 17.600 0 52.320 43.400 32.600 100.800 87.900 87.400 16.900 15.700 65.670 38.500 48.200 0 53.600 7.600 68.090 1.900 7.400 34.600 18.200 5.200 37.070 69.080 20.300 57.700 22.200 26.400 0 1.000 5.700 70.800 0 3.600 26.200 700 20.400 24.000 52.800 4.800 6.800 20.200 1.595.070 9 Nella Provincia di Vibo Valentia la produzione olearia annuale raggiunge valori prossimi a 55.000q con oscillazioni abbastanza marcate per effetto di fenomeni legati alla stagionalità ed agli impianti, principalmente tradizionali, e quindi di non più giovane età. A questa produzione, nella campagna olearia 1999–20002, hanno concorso 169 frantoio (Tabella 2) con una ripartizione quasi equa tra strutture tradizionali (47,93%) e frantoi moderni di tipo continuo (52,07%). Comune Tradizionale Continuo Frantoi Acquaro Arena Briatico Capistrano Cessaniti Dasa' Dinami Drapia Filadelfia Filandari Filogaso Francavilla Angitola Francica Gerocarne Ionadi Ioppolo Limbadi Maierato Mileto Monterosso Calabro Nardo di Pace Nicotera Pizzoni Polia Ricadi Rombiolo S. Calogero S. Costantino Calabro S. Gregorio D'Ippona S. Nicola da Crissa S. Onofrio Sorianello Soriano Calabro Stefanaconi Vallelonga Vazzano Vibo Valentia Zungri 5 1 1 2 1 3 2 1 5 3 1 1 4 3 1 1 3 4 4 3 2 3 1 8 2 4 3 1 1 2 2 1 1 1 3 1 8 1 2 1 2 3 2 2 4 4 1 12 2 4 4 3 1 1 2 6 5 1 1 2 1 1 6 2 8 1 1 3 9 4 4 2 7 6 3 3 8 7 2 1 15 6 8 7 2 6 1 1 1 2 14 2 9 3 2 2 4 3 1 1 7 3 TOTALE 81 88 169 Tabella 2. Distribuzione dei frantoi oleari per comune e per metodo di lavorazione (Vibo Valentia). 2 Dati Assessorato Regionale Agricoltura 10 Su 45 comuni in cui è presente la coltura dell’olivo, secondo quanto è stato segnalato dalla provincia e limitatamente alla campagna olearia 1999–2000, in 38 sono attivi impianti di trasformazione con una distribuzione territoriale abbastanza omogenea. I comuni di Limbadi e di San Calogero hanno il più alto numero di impianti, rispettivamente 15 e 14; seguono i comuni di S. Gregorio D’Ippona e Cessaniti con 9 impianti ciascuno, 8 impianti sono ad Acquaro, Francica e Mileto; 7 impianti di trasformazione sono presenti nei comuni di Filadelfia, Gerocarne, Monterosso Calabro e Vibo Valentia e 6 a Filandari, Maierato e Nicotera (Tabella 2). In questi 14 comuni sono perciò concentrati 117 impianti (69,3%) con una capacità di estrazione oraria superiore al 70% di quella realizzata da tutti gli impianti attivi. L’analisi del metodo di estrazione evidenzia una situazione di equilibrio tra il sistema tradizionale e quello continuo. Sono presenti, infatti, 81 impianti di tipo tradizionale (48%) e 88 a ciclo continuo (52%). Il maggior numero di frantoi tradizionali sono attivi rispettivamente nei comuni di San Calogero, con 8 unità e di Filadelfia e Acquaro, con 5 unità. Di contro, il maggior numero di impianti continui si trova rispettivamente nei comuni di Limbadi, con 12 frantoi, di Cessaniti con 8 unità, di San Calogero e di Vibo Valentia con 6 unità (Figura 4). 14 12 10 8 6 4 0 ACQUARO ARENA BRIATICO CAPISTRANO CESSANITI DASA' DINAMI DRAPIA FILADELFIA FILANDARI FILOGASO FRANCAVILLA ANG. FRANCICA GEROCARNE IONADI IOPPOLO LIMBADI MAIERATO MILETO MONTEROSSO CAL. NARDODIPACE NICOTERA PIZZONI POLIA RICADI ROMBIOLO S. CALOGERO S. COSTANTINO CAL. S. GREGORIO D'IPP. S. NICOLA DA CRISSA S. ONOFRIO SORIANELLO SORIANO CAL. STEFANACONI VALLELONGA VAZZANO VIBO VALENTIA ZUNGRI 2 Figura 4. Ripartizione percentuale del sistema di estrazione per comune nella Provincia di Vibo Valentia (dati stagione olearia 1999-2000). 11 16 14 12 10 8 6 4 2 0 ACQUARO ARENA BRIATICO CAPISTRANO CESSANITI DASA' DINAMI DRAPIA FILADELFIA FILANDARI FILOGASO FRANCAVILLA FRANCICA GEROCARNE IONADI IOPPOLO LIMBADI MAIERATO MILETO MONTEROSSO NARDODIPACE NICOTERA PIZZONI POLIA RICADI ROMBIOLO S. CALOGERO S. S. GREGORIO S. NICOLA DA S. ONOFRIO SORIANELLO SORIANO CAL. STEFANACONI VALLELONGA VAZZANO VIBO ZUNGRI Il numero di frantoi presenti in un comune non sempre è indice di una determinata capacità produttiva. Se si raffrontano i dati dei comuni di Limbadi e San Calogero, a prima vista si è portati a pensare ad un’uguale capacità produttiva. Come si può evincere dalla figura 5, invece, il comune di Limbadi presenta una capacità oraria di lavoro quasi doppia di quella di San Calogero. Questa discrasia è dovuta sicuramente alla maggior presenza di frantoi tradizionali nel comune di San Calogero, a riconosciuta minore capacità produttiva rispetto al sistema continuo. N° Frantoi 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 - Capacità di lavoro in q.li nelle 8 ore Figura 5. Numero di frantoi e capacità di lavoro per comune. (Nella figura 5 il segno S indica il comune di San Costantino Calabro) Negli ultimi anni le scelte di ottimizzare la produzione di olio hanno seguito una migliore programmazione della frangitura con evidente innalzamento del ruolo dei frantoi continui rispetto a quelli tradizionali. Foto 6. Oliveto tradizionale di pianura Foto 7. Estrazione dell’olio. 12 I.2 IL TERRITORIO Il territorio provinciale presenta una conformazione Nord-Ovest Sud-Est, parallela alla costa tirrenica con una orografia molto semplice, delineata dall’altopiano delle Serre ad est e dal Monte Poro che lo chiude a Sud. La stretta fascia costiera è movimentata da pendii scoscesi prevalentemente granitici, da scogliere emerse e sommerse, da minuscole cave, dominata dal Promontorio del Poro. Nell’immediato entroterra del vibonese si aprono le valli dei fiumi Mesima e Angitola che separano il settore costiero da quello montano delle Serre. Foto 8. Olivicoltura del territorio vibonese. Il fiume Mesima è il più importante dell’intero versante tirrenico calabrese; scorre verso S-O e sfocia nel Golfo di Gioia Tauro. Il suo tratto mediano è caratterizzato da colline, prati e oliveti. L’Angitola scorre in direzione opposta (N-O) e sfocia nel golfo di Sant’Eufemia. La particolarità di questo corso d’acqua è data dalla presenza di un lago artificiale, il lago dell’Angitola, dichiarato zona umida di valore internazionale. La montagna del vibonese è caratterizzata dal settore centrale e occidentale delle Serre, massiccio granitico cristallino di congiunzione tra la Sila a Nord, dalla quale è diviso dall’istmo di Marcellinara, e l’Aspromonte a Sud, da cui lo separa la Sella della Limina. Questo gruppo montuoso è caratterizzato da lunghe dorsali boscate, mediamente poco elevate, culminanti con la vetta del Monte Pecoraro (1423 m slm) ad est e del Monte Crocco (1276 m slm) ad ovest, alternate da valli adibite a pascoli e a coltivazioni diverse. La situazione orografica della provincia è riassunta nella figura 6. 13 Figura 6. Carta altimetrica della provincia di Vibo Valentia. 14 Foto 9. Olivi tradizionali della pianura vibonese Foto 10. Preparazione per le operazioni di raccolta. Il clima dell’intero territorio provinciale è da ascrivere a quello tipico mediterraneo, con inverni miti e piovosi ed estati calde e siccitose. Secondo il sistema climatico di Koppen (Figura 7) la provincia di Vibo Valentia appartiene alla fascia temperata con estati secche. Dall’analisi statistica della serie storica (1921-1990) dei dati pluviometrici e termometrici delle stazione metereologiche presenti sul territorio provinciale, si evince che la temperatura del mese più freddo non scende al di sotto di 3 °C; il mese meno piovoso dell’estate presenta precipitazioni totali inferiori a 30 mm ed in ogni caso, ha sempre un totale di precipitazioni inferiore ad un terzo di quello del mese invernale più piovoso. In effetti, nello stesso territorio provinciale esistono due situazioni climatiche: la prima riguarda la zona di Monte Poro e le aree collinari, ove la temperatura media del mese più caldo è maggiore di 22°C; la seconda è quella delle Serre, dove il mese più caldo ha una media al di sotto dei 22°C ma, in questa area, per quattro mesi l’anno, la temperatura media è sempre inferiore ai 10°C. Secondo la classificazione di De Martonne (Figura 8), che si esprime dall’indice di aridità (IA), il clima semiarido del tipo mediterraneo lo si ritrova nella zona del Monte Poro (IA= 15÷20), mentre, procedendo nelle zone più interne, è presente un clima dal sub-umido ad uno umido (IA=30÷60) ed, eccezionalmente, in alcune zone delle Serre, a un ulteriore definito peri-umido (IA>60). La quantità di pioggia sul territorio provinciale durante l’anno è cospicua ma presenta una distribuzione temporale molto irregolare (Figura 9). I valori di precipitazione media passano, infatti, dai 1550 ai 2000 mm sui rilievi delle Serre a valori tra 500 e 1000 mm della fascia costiera. La punta di Capo Vaticano rappresenta la zona di minima piovosità con precipitazioni medie annue inferiori ai 500 mm. Molto pronunciata è anche la variabilità delle precipitazioni nel corso dell’anno. Nel periodo compreso tra i mesi di maggio e settembre, la variabilità delle precipitazioni è indicativa di stagione “secca” mentre per il resto dell’anno è “piovosa”. Dall’analisi dei dati forniti dall’Istituto Idrografico e Mareografico di Catanzaro, si evince, infine, che la maggior quantità di pioggia su questo territorio coincide durante il periodo della stagione compreso da Ottobre a Marzo. 15 Figura 7. La Calabria secondo il sistema climatico di Koppen Figura 8. Carta degli indici di aridità secondo De Martonne 16 Figura 9. Precipitazione media annua nel periodo 1921-1990. (Elaborazione su dati Istituto Mareografico ed Idrografico di Catanzaro). L’ambiente riveste un ruolo importante poiché esso svolge una funzione decisiva sulla produzione dell’olivo: controlla la crescita vegetativa della pianta, la biologia fiorale e la produttività, regola i meccanismi fisiologici della maturazione dei frutti (Alessandri S., et al 1997) e quindi è responsabile della composizione chimica e del "valore" organolettico dell’olio (Cimato A., et al. 1996; 1999; 2001). La temperatura, che rappresenta un elemento climatico che distingue il territorio, è in grado di condizionare sia il potenziale di fruttificazione delle piante sia il processo di maturazione delle drupe. In base alle osservazioni climatiche, la maturazione dei frutti risulta continua tra settembre e dicembre per concludersi in coincidenza con i primi abbassamenti termici. La descrizione territoriale della Provincia di Vibo Valentia è stata infine completata dai risultati del Progetto Corine Land Cover, distribuiti dall’EEA3. Questa informazione è importante perché costituisce lo standard europeo convalidato e riconosciuto per descrivere l’uso e la copertura del suolo di un determinato territorio. 3 Environvement European Agency 17 La caratteristica principale del progetto Corine Land Cover, è la creazione di una cartografia della copertura del suolo alla scala 1:100.000, con una legenda di 44 voci su tre livelli, per interpretazione di immagini satellitari, con una unità minima interpretata di 25 Ha. Il sistema informativo e la relativa cartografia della regione Calabria sono stati realizzati su incarico diretto del Ministero dell’Ambiente e dell’Amministrazione Regionale, ed ultimati nel 1990. In base ai dati Corine Land Cover (Figura 10), forniti dall’ANPA4, i quali prendono in considerazione 18 tipologie colturali, le rispettive superfici occupate espresse in ettari e le percentuali relative rispetto all’intero territorio provinciale, si può affermare che il 65% circa della superficie è destinato a coltivazioni di tipo intensivo. Inoltre, che nella provincia di Vibo Valentia, il 25% del territorio è destinato a oliveti e ancora il 25% risulta costituito da seminativi in aree non irrigue. Sono presenti, inoltre, boschi di latifoglie per il 12%; colture annuali associate a colture permanenti per circa il 7% e boschi misti che occupano il 6% della superficie. Ai frutteti, infine, è riservato solo il 6% del territorio. Foto 11. Immagine satellitare di Vibo Valentia Foto 12. Impianti moderni del Vibonese La elaborazione dei dati Corine Land Cover, espresse nella figura 11 dimostra che gli oliveti vibonesi sono diffusi prevalentemente nella fascia centrale del territorio provinciale secondo l’asse di riferimento N-S, che va dalla fascia perimetrale del Monte Poro sino al limite di vegetazione dell’olivo nel sistema della catena delle Serre Vibonesi. La più elevata concentrazione di territorio con olivo risultano così concentrate nelle zone centro-meridionali. 4 Agenzia Nazionale Protezione dell’Ambiente 18 1.1.1/1.1.2 Tessuto urbano continuo e discontinuo 1.2.1 Aree industriali o commerciali 1.2.2 Reti stradali e ferroviarie 1.2.3 Aree portuali 1.3.2 Discariche 1.4.2 Aree sportive e ricreative 2.1.1 Seminativi in aree non irrigue 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.2.1 Vigneti 2.2.2 Frutteti e frutti minori 2.2.3 Oliveti 2.3.1 Prati stabili 2.4.1 Colture annuali associate e colture permanenti 2.4.2 Sistemi colturali e particellari complessi 2.4.3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie 2.4.4 Aree agroforestali 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Boschi di conifere 3.1.3 Boschi misti 3.2.3 Aree a vegetazione sclerofilla 3.2.4 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 3.3.2 Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti 3.3.3 Aree con vegetazione rada 5.1.2 Bacini d’acqua Figura 10. Carta copertura del suolo (Elaborazione Agenzia Nazionale Protezione dell’Ambiente su dati Corine Land Cover) 19 Figura 11. Diffusione degli oliveti in provincia di Vibo Valentia secondo “Corine Land Cover”. 20 I.3 LE CULTIVAR L’olivicoltura diffusa nel territorio amministrativo della provincia di Vibo Valentia offre peculiarità legate anche al patrimonio varietale, costituito, prevalentemente, dalla cultivar autoctona “Ottobratica”(Foto 11). Questa secolare presenza è testimoniata negli impianti tradizionali dove, evidentemente, la varietà “Ottobratica” ha legato la sua sopravvivenza all’antica civiltà contadina. Nelle aziende olivicole l’“Ottobratica” mostra caratteristiche fenotipiche particolari e facilmente riconoscibili. Tuttavia, non di rado, negli impianti del vibonese si possono ritrovare olivi di varietà diverse “Ciciarello” e “Tombarello“, anch’esse autoctone e anch’esse segnalate dalla letteratura (Chimenti V., 1963; D'Amore R., Iannotta N., Perri L., I977). Foto 13. Pianta di olivo “Ottobratica” Foto 14. Fruttificazione della cultivar “Ottobratica” Nella fase di riconoscimento del territorio, il progetto ha inoltre segnalato olivi con caratteri morfologici attribuibili all’”Ottobratica” ma diversi per dimensioni delle drupe e per minore vigoria della pianta. Tali accessioni, indicate come probabili cloni, sono state trasferite in campi collezione per una successivo controllo genetico e per una valutazione della valenza agronomica (composizione acidica e frazione insaponificabile (tocoferoli, componenti minori polari, ecc.). Sempre in merito al patrimonio varietale, nel territorio prossimo alla costa sono stati individuati impianti con prevalenza della cultivar “Carolea”. Foto 15. Fruttificazione della cultivar “Ciciarello” Foto 16. Fruttificazione della cultivar “Carolea” 21 II. IL PROGETTO DI RICERCA: Olivicoltura & Produzione di Oli in Provincia di Vibo Valentia. L’olivicoltura vibonese, pur nella sua valenza paesaggistica ed ambientale, presenta limiti strutturali che condizionano la produttività degli impianti e le caratteristiche qualitative ed organolettiche dell’olio prodotto. I terreni olivetati spesso acclivi, l’elevata frammentazione aziendale (circa un ettaro per azienda), la differente posizione orografica e climatica degli impianti, la conduzione agronomica ancora condizionata da scelte tradizionali, la notevole dimensione delle piante che rendono problematica la raccolta meccanizzata o in ogni modo dall’albero e, soprattutto, la scarsa redditività e difficile collocazione dell’olio prodotto sul mercato, hanno creato una situazione statica per questa coltivazione tanto da rendere problematico, se non difficile, qualsiasi piano di sviluppo. Pur nella consapevolezza che l’olivicoltura attraversava un momento di difficoltà, la proposta dell’Assessorato all’Agricoltura di attivare, nel 2001, questo studio, ha consentito di programmare e realizzare un intervento specifico sul settore per fornire agli operatori una visione congiunta dei molteplici fattori che interagiscono su questa produzione e per verificare se, attraverso la conoscenza del “sistema olio”, era possibile rilanciare il comparto identificando scelte tecniche in grado di migliorare il livello qualitativo della produzione olivicola. Per la realizzazione del progetto l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Vibo Valentia ha coinvolto con convenzioni e/o con accordi: l’Università degli Studi di Cosenza (Facoltà di Ingegneria Chimica e dei Materiali), il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Sesto Fiorentino - Firenze (Istituto sulla Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree – IVALSA), la Camera di Commercio di Vibo Valentia, tecnici liberi professionisti, produttori ed operatori del settore. L’attività progettuale, articolata in più fasi, è stata condotta in due annualità (2001 – 2002) ed è stata sostenuta da 52 aziende agricole. Il protocollo sperimentale ha previsto: individuazione di aree territoriali omogenee e di aziende olivicole disponibili a seguire tutte le azioni del progetto; definizione delle epoche di raccolta delle olive, dello stato di maturazione dei frutti e delle procedure di estrazione degli oli; conservazione degli oli e analisi chimiche ed organolettiche; infine, il progetto era incaricato di realizzare un Data base per la gestione dei dati e la elaborazione dei risultati. Di seguito sono riportati gli obiettivi, le metodologie ed i risultati. Per una più semplice impostazione del testo, i risultati sono illustrati separando le analisi in gruppi e confrontando le attività del 2001 con quelle della stagione 2002. Tale scelta, difatti, permette di esprimere commenti e valutazioni collegate alle risposte analitiche e ai parametri di qualità, tipicità e valenza salutistica degli oli prodotti nel territorio vibonese. 22 II.1 OBIETTIVI Nelle fasi di preparazione del Progetto, i tecnici dell’Assessorato all’Agricoltura hanno delineato la situazione della struttura olivicola del vibonese e fatto riferimento anche a dati pubblicati da un’indagine condotta dal Co.R.Ass.Ol. (1997/98), che indicavano come il 17% degli oli prodotti in questo territorio era classificato vergine di oliva, il 9% vergine corrente e il restante 74% olio di oliva vergine lampante. In un secondo tempo, è stata realizzata una riunione con gli imprenditori e con i frantoiani per condividere gli obiettivi del progetto e le strategie operative. Il gruppo degli esperti ha preparato il piano di lavoro e le metodologie. Inoltre, come intervento innovativo al progetto, gli esperti hanno stabilito che, nel primo anno di attività (2001), fosse necessario monitorare la produzione degli oli attraverso una doppia verifica delle procedure di estrazione. Più nel dettaglio la metodologia prevedeva di prelevare direttamente gli oli al frantoio aziendale e di organizzare, alla stessa data, la raccolta di olive da piante della stessa azienda per estrarre gli oli monovarietali di “Ottobratica” con un frantoio continuo “prototipo” messo a disposizione dalla società Torre Marrana. Nel settembre 2001 ha avuto inizio l’attività sperimentale per rispondere ai seguenti obiettivi: realizzare la caratterizzazione merceologica, chimica ed organolettica di campioni di oli rappresentativi del territorio della Provincia confrontando gli oli aziendali con quelli monovarietali di “Ottobratica” estratti con un “unico” frantoio di tipo continuo; verificare quali interventi agronomici e/o tecnologici (sistemi di estrazione) sono in grado di innalzare il livello qualitativo della produzione; formulare una proposta operativa per decisioni di tipo legislativo (DOP, IGP) che possano tutelare la produzione olearia. II.2 METODOLOGIA Il carattere multidisciplinare dell’attività prevedeva azioni diverse per le stagioni di produzione 2001 e 2002. La prima mirava ad individuare, nel territorio provinciale, aree omogenee per situazione orografica e condizioni climatiche e aziende olivicole disposte a eseguire le procedure stabilite dal protocollo sperimentale. La seconda azione, prettamente sperimentale, proponeva di definire lo stato di maturazione dei frutti durante momenti diversi della stagione di raccolta, di recuperare gli oli prodotti dalle aziende incluse nel progetto, di estrarre con il frantoio “prototipo”, di tipo continuo, gli oli monovarietali e di procedere alle analisi chimiche ed organolettiche di tutti i campioni. La terza, infine, di organizzare la gestione dei dati e di elaborare i risultati. La prima scelta operativa è stata necessaria perché i condizionamenti orografici ed ambientali costituiscono un elemento di diversità della produzione. La figura 12 illustra la distribuzione del territorio (1141 kq2) per classi altimetriche. 23 Figura 12. Distribuzione del territorio di Vibo Valentia per classi altimetriche. Per l’individuazione delle aree territoriali omogenee si è fatto ricorso alle interpretazioni e informazioni fornite dalle elaborazioni dei dati del clima, dell’orografia e copertura del suolo. Si è quindi ritenuto opportuno suddividere la provincia di Vibo Valentia in quattro aree omogenee. Ai fini della successiva elaborazione dei dati, la delimitazione è stata effettuata seguendo i limiti amministrativi comunali, secondo il seguente schema: area costiera; area del Monte Poro; area valliva interna e area delle Serre Vibonesi. Area costiera Area costiera. Si estende lungo tutta la zona costiera, dal confine a Nord con la provincia di Catanzaro e sino al confine a Sud con la provincia di Reggio Calabria. 24 In questa area sono compresi i comuni di Pizzo, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera. La superficie olivetata è di 1505 Ha, per un numero complessivo di 157.300 piante di olivo. Dal punto di vista varietale è preponderante la presenza della cultivar “Ottobratica”, seguita dalla cultivar “Ciciarello” e, in misura minore, dalla “Carolea” e da altre cultivar. Area del Monte Poro Area del Monte Poro. Costituita dai comuni ricadenti nell’areale di influenza dell’altopiano del Poro che confinano ad Est con i comuni delle zone vallive interne ed a Ovest con l’area omogenea costiera. Rientrano i comuni di Limbadi, Rombiolo, Spilinga, Filandari, Drapia, Zungri, Zaccanopoli e Cessaniti. La superficie olivetata è di 2507 Ha, per un numero complessivo di 262.170 piante d’olivo. La cultivar prevalente è l’”Ottobratica”; sono presenti in minor misurala “Ciciarello” e da altre di minori non definite. Area valliva interna Area valliva interna. Si estende lungo tutta la fascia centrale del territorio provinciale, delimitata ad Est dai comuni facenti parte delle Serre Vibonesi e dalle altre 25 due aree omogenee. Interessa i comuni di San Calogero, Mileto, Francica, San Costantino, Ionadi, San Gregorio d’Ippona, Stefanaconi, Vibo Valentia, Sant’Onofrio, Filogaso, Maierato e Francavilla Angitola. La superficie olivetata è di 5527 Ha, per un numero complessivo di 577.380 piante di olivo. La cultivar prevalente risulta essere l’”Ottobratica”, con la presenza di altre cultivar minori. Nel comune di Francavilla Angitola gli oliveti risultano costituiti prevalentemente dalla varietà “Carolea”. Area delle Serre Vibonesi Area delle Serre Vibonesi. Interessa tutti i comuni ricadenti nelle Serre Vibonesi. Ne fanno parte i comuni di Nardo di Pace, Dinami, Acquaro, Arena, Dasà, Gerocarne, Soriano, Sorianello, Pizzoni, Simbario, Vazzano, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Capistrano, Monterosso Calabro e Filadelfia. La superficie olivetata è di 5678 Ha, per un numero complessivo di 598.200 piante di olivo. La cultivar predominante è l’”Ottobratica”. L’individuazione delle aziende è stata effettuata tenendo conto della loro rappresentatività rispetto all’areale di riferimento, della presenza dell’impianto di trasformazione in ambito aziendale e, ovviamente, della disponibilità manifestata dall’imprenditore a partecipare al progetto seguendo le procedure metodologiche e fornendo le olive per lo studio degli oli monovarietali. Per ciascuna azienda sono state elaborate due schede: la prima con i dati strutturali e la seconda per descrivere l’impianto di estrazione. Le aziende coinvolte nella stagione 2001 sono state complessivamente 16 (Tabella 3) ripartite nelle quattro aree omogenee per come è schematicamente illustrato dalla figura 13. 26 Aziende Olivicole Bisogni Francesco Giuseppe Barbalace Francesco Commerci Vincenzo Muzzopappa Rocco Antonio Ferraro Domenico Azienda Filippone Concetta Rondinelli Franco Elisabetta Torre Marrana s.r.l. Calabria Saverio Piccione Domenico Serrao Mariano Ruffa Gregorio Lombardi Michele Fazzari Elena Protopapa Eredi Sabatino Francesco Comune Briatico Ricadi Nicotera Limbadi Rombiolo Mileto Francica San Calogero San Calogero Maierato Francavilla A. San Gregorio d’I. Gerocarne Monterosso C. Dinami Soriano Area Omogenea Costiera Costiera Costiera Monte Poro Monte Poro Valliva interna Valliva interna Valliva interna Valliva interna Valliva interna Valliva interna Valliva interna Serre Vibonesi Serre Vibonesi Serre Vibonesi Serre Vibonesi Tabella 3. Aziende olivicole coinvolte nel progetto per la produzione 2001. Nell’anno 2001 alcune di queste aziende hanno, inoltre, collaborato allo studio degli oli monovarietali facilitando la raccolta dei frutti dalle piante di “Ottobratica” (il protocollo sperimentale del progetto è di seguito illustrato). Figura 13. Ubicazione delle aziende identificate per ciascuna delle quattro aree omogenee e distribuzione della coltura dell’olivo secondo il progetto “Corine Land Cover”. 27 La parte sperimentale, che programmava di definire lo stato di maturazione dei frutti, di recuperare gli oli aziendali, di estrarre gli oli monovarietali e di procedere alle analisi chimiche ed organolettiche di tutti i campioni ha previsto le metodologie di seguito riportate. Per la definizione della maturazione delle olive è stata organizzata la raccolta dei frutti con un campionamento che coprisse l’arco della stagione compresa tra metà ottobre e la prima settimana di dicembre. E’ stato definito il momento di questa azione e l’intervallo di tempo (epoca) durante il quale recuperare gli oli aziendali e raccogliere i frutti di “Ottobratica” per estrarre gli oli monovarietali. 1a epoca: settimana dal 15 al 20 ottobre 2a epoca: settimana dal 5 al 10 novembre 3a epoca: settimana dal 19 al 24 novembre 4a epoca: settimana da 3 all’8 dicembre Lo studio per definire la maturazione delle olive è stato condotto soltanto nella stagione di produzione 2001 ed utilizzando gli impianti delle aziende che partecipavano al progetto. Il fenomeno è stato valutato misurando la dinamica di variazione di colore dei frutti (quattro momenti della stagione) secondo la proposta di Marino Uceda (1983). Per ciascuna epoca il campione è stato suddiviso in 8 classi di colore (dal verde intenso dell’epicarpo al nero, con variazioni di colore profonde che raggiungono anche il mesocarpo) e l’utilizzo di una semplice formula (Uceda M., 1983) ha permesso di attribuire al campione un valore di riferimento, da 1 a 5, che è significativo dello stato di maturazione dei frutti. I risultati sono stati distinti per ciascuna delle quattro area territoriali omogenee. L’informazione su come procede la maturazione dei frutti è connessa alla necessità di definire, per le condizioni ambientali omogenee, quale momento della raccolta coincide con la produzione di oli dalle particolari caratteristiche merceologiche, nutrizionali ed organolettiche. Il recupero degli oli aziendali è stato condotto da personale a contratto inserito nel progetto. Le aziende hanno fornito le loro produzioni (81 oli in 4 epoche) inserendo nei programmi di frangitura i campioni richiesti dal progetto e nei periodi della stagione stabiliti dalla metodologia. Anche per questa attività i risultati sono stati distinti per ciascuna delle quattro aree territoriali del vibonese omogenee per territorio e condizioni climatiche. La terza azione della parte sperimentale ha previsto di estrarre gli oli monovarietali da frutti raccolti da piante di “Ottobratica”, omogenee per condizioni agronomiche, età e produzione, precedentemente selezionati nelle aziende (Tabella 3). Alle date stabilite, i collaboratori hanno provveduto a raccogliere circa 20 Kg di olive dalle quali è stato subito estratto l’olio con frantoio prototipo “continuo”. Il protocollo sperimentale, realizzato solo nella stagione di produzione 2001, ha rispettato le seguenti date: 15/20 ottobre (1a epoca); 5/10 novembre (2a epoca); 19/24 novembre (3a epoca) e 3/8 dicembre (4a epoca). La scelta di mantenere i momenti della raccolta ben definiti costituiva una decisione importante per poter correlare la produzione all’indice di maturazione delle olive e verificare il livello qualitativo raggiunto dall’olio sia dal punto di vista quantitativo che, soprattutto, qualitativo. 28 Per l’estrazione dell’olio è stato utilizzato un frantoio prototipo a due fasi (Oliomio – Toscana Enologica Mori, di Tavarnelle Val di Pesa - Firenze) messo a disposizione dall’Azienda Agricola Torre Marrana s.r.l.. Si tratta di mini-frantoio, con frangitore a martelli che durante il processo non prevede l’aggiunta d’acqua. L’olio è stato separato da una centrifuga orizzontale e immediatamente filtrato. Durante l’estrazione sono stati standardizzati i parametri fisico – tecnici: la temperatura della pasta è stata mantenuta a 29 - 31° C; il tempo di gramolatura standardizzato a 35 minuti. Prima di concludere la descrizione delle metodologie, occorre segnalare che nella stagione 2002, altre aziende del vibonese hanno manifestato interesse a partecipare a questa attività. Così, anche per segnalare questa loro importante collaborazione, nella tabella 14, si fornisce il secondo elenco delle aziende la cui produzione (108 campioni per 4 epoche) è stata utilizzata dal progetto. Agostino Maria Barbalace Francesco Bisogni Francesco Giuseppe Borello Carlo Giovanni Borello Rondinelli Elisabetta Calabria Saverio Comerci Antonio COOP Ariola Corigliano Francesco F.lli Lentini F.lli Pata Fazzari Elena Aziende Olivicole Ferraro Domenico Filippone Concetta Franzoni Domenico Frezza Rocco Giuliano Francesco Liberto Giuseppe Lombardi Michele Maccarone Nicola Mazzitelli Pasquale Mercatante Gaetano Muzzopappa Antonio Muzzupappa Antonio di Rocco Pata Antonio Rombolà Filippo Rubino Giovanni Ruffa Gregorio Schimio Domenico Serrao Mariano Soldano Francesco Vartuli Gabriele Torre Galli Trungadi Michele Vartuli Gabriele Vartuli Michele Tabella 4. Aziende olivicole coinvolte nel progetto per la produzione degli oli della stagione 2002. Subito dopo la frangitura, tutti gli oli sono stati numerati, distribuiti in 4 bottiglie di vetro scuro da 250 cl. e conservati in un apposito locale a temperatura controllata. Successivamente, due campioni sono stati inviati al Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali dell’UNICAL di Cosenza per le analisi merceologiche e qualitative ed al gruppo panel del Laboratorio Chimico Merceologico della Calabria di Montalto Uffugo (CS) per la valutazione organolettica (Panel). Le altre due bottiglie sono state conservate per ripetere, eventualmente, alcune determinazioni analitiche. Le procedure di analisi chimiche ed organolettiche hanno previsto le metodologie di seguito riportate. Le analisi merceologiche e qualitative sono state quelle previste dal Regolamento CEE 2568/91 e successive modifiche ed hanno riguardato: acidità libera (metodo ufficiale Reg. CEE 2568/91) numero di perossidi (metodo ufficiale Reg. CEE 2568/91) analisi spettrofotometrica nell’UV (metodo ufficiale Reg. CEE 2568/91) 29 gascromatografia degli esteri metilici degli acidi grassi (metodo ufficiale Reg. CEE 2568/91 e successive modifiche e integrazioni [X]); Determinazione dei composti minori polari: Analisi HPLC eseguita con Spectra System P4000 accoppiato ad un rilevatore UV a fotodiodi Spectra System UV6000LP e munito di una valvola di iniezione con un loop di 20μl. La separazione è stata condotta su una colonna a fase inversa C18 (25cm x 4.6mm i.d. Waters Spherisorb ODS - 2 5μ). Per l’eluizione è stato utilizzato un flusso pari a 1ml/min e una fase mobile ternaria costituita da acqua/acido fosforico (99,8:0,2 v:v) (solvente A), metanolo (solvente B) ed acetonitrile (solvente C). L’analisi qualitativa è stata eseguita rilevando l’eluato a 280nm; mentre l’analisi quantitativa è stata fatta con il metodo dello standard interno acido siringico. Il gruppo panel della CCIAA di Vibo Valentia ha eseguito l’assaggio con il metodo ufficiale Reg. CEE 2568/91 all. XII. Tutti i risultati, inerenti la maturazione delle olive e le analisi chimico organolettiche degli oli, sono stati inseriti in un Data Base, analizzati e discussi tenendo separate le due stagioni di ricerca. I dati sono stati elaborati in base alle statistiche descrittive, in maniera sia analitica che grafica (medie, deviazioni standard, diagrammi di dispersione), allo scopo di definire i valori medi ed il grado di omogeneità di ciascun parametro analizzato. Inoltre, il test Chi quadro (χ2) è stato utilizzato per confrontare la distribuzione delle frequenze di due o più gruppi in esame, nelle categorie merceologiche di definizione dell’olio, in particolare per verificare l’esistenza o meno di differenze statisticamente significative nei gruppi considerati. Per i dati riferiti alla prima stagione di raccolta, al calcolo del Chi quadro è stata applicata la correzione per la continuità di Yates, relativa ad un numero di osservazioni inferiore a 100 (Soliani L., 2003). Infine, per il confronto tra medie è stata applicata l’Analisi della Varianza; in entrambi i casi è stato adottato come limite di confidenza una probabilità pari al 5%. 30 III. RISULTATI La presentazione e discussione dei risultati del progetto sono analizzati separatamente per ciascuna stagione di produzione. Per guadagnare in chiarezza ed incisività, i risultati sono relazionati a due fattori che più degli altri hanno inciso sulle caratteristiche merceologiche e qualitative degli oli prodotti in provincia di Vibo Valentia: l’epoche di raccolta dei frutti e le zone di produzione. La risposta a questi fattori è stata valutata attraverso i valori delle analisi degli oli: acidità, numero di perossidi, K270, K232, composizione degli acidi grassi, componenti minori polari totali e voto attribuito dal gruppo di assaggio (Panel). Relativamente alla stagione 2001, il quadro completo del progetto ha previsto, inoltre, il confronto tra un campione omogeneo di oli aziendali e oli mononvarietali per verificare i sistemi di estrazione e poter correlare l’andamento della maturazione dei frutti con le risposte analitiche degli oli. III.1 Maturazione delle olive (Stagione 2001) La dinamica della maturazione delle olive, valutata con l’indice che esprime il colore verde, invaiato e nero dei frutti, nei diversi momenti della raccolta, è rappresentata, per ciascuna area territoriale omogenea, nelle Figure 14a,b,c,d. Relativamente alla prima epoca si osserva come lo stato di maturazione delle drupe non sia uniforme in tutte le aree. In particolare, mentre nella Zona Costiera e del Monte Poro le olive immature si attestano intorno al 40%, nella Zona Valliva Interna la maturazione è in sensibile ritardo, con una percentuale di olive verdi pari a 62%. Al contrario, nelle Serre Vibonesi la maturazione sembra essere più avanzata in quanto rispetto alle altre tre zone poiché solo il 26% delle olive si trova ancora allo stato verde. Olive verdi 43 Zona costiera I Epoca (15/20 ottobre) Serre Vibonesi 37 23 62 Valliva interna 26 Olive mature 20 46 Monte Poro Olive invaiate 31 19 9 19 66 Prima epoca Figura 14a. Andamento della variazione di colore delle olive alla prima epoca (15/20 ottobre) in relazione alle quattro zone territoriali. Alla data della stagione che corrisponde alla seconda epoca, il colore dei frutti risulta notevolmente cambiato. Le differenze tra le aree del Monte Poro, la Valliva Interna e le Serre Vibonesi sono molto attenuate, mostrando una percentuale di olive immature notevolmente 31 inferiore. Per le tre zone, tale percentuale è inferiore a 10, mentre per la Zona Costiera questa percentuale è sensibilmente più elevata (23%). Sembra, in particolare, che il processo di maturazione si svolga con dinamiche differenti a seconda delle zone: mentre nella zona costiera la maturazione procede in maniera più lenta, nel Monte Poro, nella zona Valliva Interna e nelle Serre Vibonesi il processo di maturazione avviene più rapidamente. 23 Zona costiera II Epoca (5/10 novembre) Monte Poro 6 Valliva interna 8 Serre Vibonesi 3 24 53 19 75 19 73 14 83 Seconda epoca Figura 14b. Andamento della variazione di colore delle olive alla prima epoca (5/10 novembre) in relazione alle quattro zone territoriali. Alla terza epoca, mediamente l’84% delle olive ha raggiunto la colorazione nera completa. Piccole differenze sono evidenziabili nella Zona Costiera, territorio che si conferma caratteristico per un più lento processo di maturazione delle olive (solo il 77% delle olive ha colore nero). Zona costiera III Epoca (19/24 novembre) 6 Monte Poro 2 Valliva interna Serre Vibonesi 4 18 77 13 9 85 12 80 96 Terza epoca Figura 14c. Andamento della variazione di colore delle olive alla prima epoca (19/24 novembre) in relazione alle quattro zone territoriali. Alla quarta epoca il processo di maturazione è completo per il 100% delle olive nella zona delle Serre Vibonesi, e per più dell’80% nelle altre tre aree. Nella Zona Costiera il processo continua a mostrarsi leggermente più scalare, perché mantiene, rispetto alle altre, la più alta percentuale di olive ancora verdi (5%). 32 Benché la dinamica sia leggermente diversa, la percentuale finale di olive mature non si discosta di molto tra le zone, ad eccezione delle Serre Vibonesi, area in cui la maturazione è sensibilmente più precoce ed uniforme. Zona costiera 5 12 84 IV Epoca Monte Poro 19 81 (3/8 dicembre) Valliva interna 1 17 82 100 Serre Vibonesi Quarta epoca Figura 14d. Andamento della variazione di colore delle olive alla prima epoca (3/8 dicembre) in relazione alle quattro zone territoriali. Questi dati, indicativi della stagione 2001, dimostrano che il fenomeno della variazione di colore delle olive, valutata con l’indice proposto da Uceda (1983), si svolge con dinamiche differenti secondo le zone di produzione (Tabella 5). Epoca Zona Costiera Monte Poro Valliva Interna Serre Vibonesi 15/20 ottobre 2,83 2,71 1,93 3,70 5/10 novembre 3,57 4,47 4,33 4,61 19/24 novembre 4,55 4,80 4,43 4,95 3/6 dicembre 4,74 4,78 4,63 5,00 Tabella 5. Variazione di colore dei frutti in momenti diversi della raccolta. (Stagione 2001). Già nel mese di ottobre la variazione di colore delle olive risulta molto attiva nel territorio delle Serre e, secondariamente, nella zona costiera e del Monte Poro mentre, è più lenta, nella zona Valliva Interna. Il fenomeno diventa più intenso a novembre. Le differenze dello stato di maturazione delle olive tra le diverse aree sono molto attenuate ed è probabile che la situazione di “olive meno mature” della zona costiera sia il risultato di una complessa interazione legata alla stessa produttività delle piante. Tuttavia questi risultati evidenziano anche che già a metà novembre, terza epoca di raccolta, le olive in tutti gli impianti monitorati, hanno raggiunto la colorazione nera. 33 Un fenomeno così intenso ed omogeneo, ad eccezione della prima epoca (15 ottobre), collegato ad un territorio che per caratteristiche climatiche è stato ben differenziato, permette di trarre una prima conclusione e cioè che la maturazione dell’oliva “Ottobratica” è, per caratteristica genetica” molto veloce e che l’ambiente svolge sul processo metabolico un’azione molto blanda. III.2 Analisi degli oli III.2.1 Acidità, Numero di Perossidi e K232 - K270 Annualità 2001 La tabella 6 chiarisce la dimensione del campione (81 oli in 4 epoche) nella campagna 2001. Essa, evidenzia che 26 oli sono di provenienza aziendale (A) e 55 monovarietali (M); 26 campioni corrispondono alla prima e seconda epoca di raccolta e, rispettivamente, 17 e 12 alla terza e quarta. Infine, sempre nella tabella 6, è specificato il campionamento con riferimento alle quattro zone territoriali. Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre vibonesi Somma epoche I epoca A M Tot I 1 7 8 1 3 4 3 7 10 0 4 4 5 21 26 II epoca A M Tot II 1 5 6 2 3 5 4 6 10 1 4 5 8 18 26 III epoca A M Tot III 1 2 3 2 1 3 3 3 6 2 3 5 8 9 17 IV epoca Totale A M Tot Somma Somma Somma IV zi A zi M totale 1 2 3 4 16 20 1 1 2 6 8 14 2 4 6 12 20 32 1 0 1 4 11 15 5 7 12 26 55 81 Tabella 6. Dimensione del campionamento degli oli e ripartizione tra le varie tesi: [aziendali (A) e monovarietali (M)], quattro epoche di raccolta e quattro zone omogenee. (Annualità 2001). Si tratta di caratteristiche chimiche che certificano la qualità e la genuinità del prodotto. In genere tali valori sono legati sia allo stato di maturazione e conservazione delle olive, sia ai processi di spremitura e conservazione dell’olio. Il Reg. CE 2568/1991 e successive modifiche stabilisce, per ciascun parametro, gli intervalli di valori che consentono di definire le categorie merceologiche dell’olio d’oliva. L’esame dei risultati delle analisi è finalizzato alla verifica di quanti e quali oli rientrano nelle diverse categorie merceologiche. Confronto tra oli aziendali e oli monovarietali (Acidità e Perossidi) Nel gruppo dei 26 oli prodotti a livello aziendale, 8 (31 %) risultano con acidità inferiore all’1% e 20 campioni (77%) con numero di perossidi conforme alla definizione merceologica “extravergine” (Tabella 7). Nei 55 oli monovarietali, il numero di campioni “extravergine” risulta, invece, numericamente superiore: 27 per l’acidità (49 %) e 43 e per i perossidi (78 %). 34 Provenienza degli Olio Aziendali Monovarietali Totale Acidità 1% 8 27 35 Acidità > 1% 18 28 46 Perox 20 20 43 63 Perox >20 6 12 18 N totale Oli 26 55 81 Tabella 7. Frequenza di oli aziendali e monovarietali (ottenuti con frantoio continuo “prototipo”) con valori di acidità e numero di perossidi conformi alla definizione merceologica “extravergine”. (Annualità 2001). Il valore del Chi quadro (χ2), applicato alle frequenze dei due gruppi di oli considerati nelle due categorie di acidità, risulta pari a 1,73, con una probabilità ad esso associata del 19% superiore, quindi alla soglia di significatività (5%). Sebbene tra i monovarietali la percentuale di oli con acidità inferiore all’1% sia maggiore rispetto all’altro caso, il test eseguito non mostra una differenza significativa tra le due frequenze. Nel complesso, su 81 oli esaminati, il 43,2% mostra un’acidità conforme alla definizione merceologica di “extravergine”. Riguardo agli oli con un contenuto di perossidi fino a 20 meq O 2/Kg, le frequenze nei due gruppi messi a confronto risultano pressoché uguali; lo conferma la non significatività del test eseguito (χ2=0,025, p=0,87). Anche questa caratteristica dell’olio non mostra quindi di essere stata condizionata dal sistema di trasformazione delle olive. I valori dei perossidi, compatibili per la definizione di “extravergine”, sono complessivamente pari al 77,8% del totale. Affinché un olio possa definirsi “extravergine” secondo la normativa corrente, occorre che sia il valore di acidità, sia il numero di perossidi rientrino nei limiti prestabiliti. Anche per le frequenze di “extravergine” nei due sistemi di trasformazione a confronto (Tabella 8) non si riscontrano differenze significative (χ2=2,852, p=0,09). Olio Aziendale Olio Monovarietale Totale Extra vergine 6 24 30 Non extra vergine 20 31 51 Totale 26 55 81 Tabella 8. Tabella di contingenza degli oli extravergini per i gruppi di oli aziendali e monovarietali. (Annualità 2001). In definitiva la statistica, applicata a queste semplici analisi, non ha rilevato un significativo condizionamento del sistema di estrazione sui requisiti di conformità merceologica degli oli, anzi sostiene a considerare “omogenea” la dimensione del campione 2001 e, quindi, a considerare gli oli come prodotti appartenenti ad uno stesso gruppo. La descrizione delle succesive caratteristiche chimico-organolettiche degli oli è stata quindi realizzata sulla base di questa considerazione. Così, dal totale di 81 campioni, 30 35 hanno rispettato entrambe le condizioni di classificazione di oli appartenenti alla catagoria “extravergine” (Tabella 8). Dal diagramma di dispersione acidità-numero di perossidi (Figura 15) si osserva come, ad un numero basso di perossidi non corrisponda un altrettanto valore ottimale di acidità e ciò a conferma della diversa frequenza di queste due caratteristiche merceologiche che, negli oli, non sono così strettamente correlabili. Solo quattro campioni della seconda epoca di raccolta e uno della prima, pur avendo un tenore di acidità entro i limiti di classificazione “extravergine”, presentano una cattiva durabilità, convalidata da un elevato numero di perossidi (Figura 15). Questo primo esame dimostrerebbe che il punto debole del campione di oli vibonesi (per la stagione 2001) più che ai perossidi, è legato all’acidità considerato che, in alcuni campioni, sono raggiunti valori prossimi al 10%. N perossidi Meq O2/Kg 40 20 0 0.1 1.0 Acidità % prima epoca seconda epoca 10.0 terza epoca quarta epoca Figura 15. Diagramma di dispersione dei campioni in funzione del tenore di acidità e del numero di perossidi (trasformazione logaritmica dei dati originali). Questa considerazione è chiarita nella tabella 9, nella quale è ancora confermato che, per valori di acidità e di perossidi, 30 sono gli oli della stagione 2001 che rientrano nella categoria “extravergine”. N Perossidi 20 N Perossidi > 20 Totale Acidità 1 30 5 35 Acidità >1 33 13 46 Totale 63 18 81 Tabella 9. Ripartizione dei campioni di olio nelle categorie che definiscono l’extravergine (REG 2569/1991 e successive modifiche). (Annualità 2001). Confronto tra epoche di raccolta (Acidità e Perossidi) 36 Il valore medio dell’acidità libera è stato di 2,15, con un intervallo di variabilità anch’esso elevato e pari quasi alla stessa media (2,01). Su questi risultati hanno pesato i risultati molto elevati di pochi campioni la cui acidità ha raggiunto punte dell’otto e del nove percento (Figura. 15). La distribuzione dei valori di acidità, se riferita alle quattro epoche di raccolta delle olive, ha evidenziato che su 35 oli con acidità inferiore ai limiti di legge per la categoria “extravergine”, 20 sono ascrivibili alla prima epoca di spremitura e 11 alla seconda mentre, solo 4, invece, alle due ultime date di raccolta. Considerato l’evidente sbilanciamento di questi risultati, per semplificare la loro rappresentazione grafica, le percentuali sul totale sono state riportate aggregando l’insieme di prima e seconda epoca e l’insieme di terza e quarta epoca (Figura 16). Percentuale di oli con acidità <1% 100 80 59.6 % 60 40 13.8 20 0 I-II e poca III-IV e poca Figura 16. Ripartizione percentuale degli oli con acidità inferiore all’1% su due intervalli temporali. Questa forte differenza è stata confermata anche statisticamente. L’analisi della varianza ha, difatti, asserito l’esistenza di differenze significative tra i valori medi di acidità degli oli quando i risultati sono riferiti alle quattro epoca di raccolta (Tabella 10). Totale Tra epoche Entro epoche Devianza 301,70 114,89 106,88 Gdl 80 3 77 Varianza 3,77 38,30 1,39 F(3,77) 27,59 p 0,0322·10-10 *** Tabella 10. Analisi della varianza dell’acidità degli oli nelle 4 epoche considerate. ***=valore altamente significativo. Il numero medio di perossidi di tutti gli 81 oli è corrisposto a 16,68 ± 5,40. 37 Per ciascuna epoca di raccolta, la percentuale di campioni con valori conformi alla classe “extravergine” varia dal 61,5% al 96,2% (Figura 16), a conferma che il numero di perossidi, se riferito all’epoca di raccolta delle olive, salvo alcuni campioni, è sempre al di sotto dei limiti di legge. N perossi di < 20 96.2 100 83.3 80 61.5 70.6 60 % 40 20 0 I e poca II e poca III e poca IV e poca Figura 16. Frequenza degli oli con basso tenore di perossidi nelle 4 epoche di raccolta. Anche per questo parametro, la non significatività del valore di probabilità statistica ha confermato che le differenze sono attribuibili al caso (χ2=7,346, p=0,06, n.s.). La tabella 11 riassume i valori medi di queste due caratteristiche chimiche ed evidenzia che, quando il confronto si realizza per l’epoca di raccolta dei frutti, il punto discriminante degli oli vibonesi è costituito dai valori di acidità e non dal numero dei perossidi. Valori medi Anno 2001 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Acidità 0,76 ±0,38 1,90 ± 1,81 3,72 ±2,49 3,48 ± 2,20 N perossidi Meq O2/Kg 14,42 ± 3,74 18,94 ± 7,81 17,39 ± 4,36 15,66 ± 2,64 Tabella 11. Valori medi dell’acidità e del numero di perossidi nelle quattro epoche di raccolta. L’acidità elevata degli oli nelle diverse epoche di raccolta suggerisce, infatti, una possibile azione di miglioramento merceologico del prodotto anticipando l’inizio di questa operazione colturale. 38 Confronto tra Aree Omogenee (Acidità e Perossidi K232 - K270) Suddividendo i risultati degli oli per aree omogenee, la tabella 12 mostra valori medi di acidità notevolmente superiori (4,19%) per i campioni provenienti dalle Serre Vibonesi. Questi oli si distinguono anche per un’elevata variabilità (± 2,66%) dovuta, probabilmente, a raccolte tardive con frutti eccezionalmente maturi. Il numero dei perossidi rimane invece nello stesso ordine di grandezza di quello rilevato con la suddivisone dei campioni in epoche, a conferma che questo parametro è stato quasi sempre al di sotto dei limiti di legge per la classe merceologica dell’extravergine. Valori medi Anno 2001 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Acidità N perossidi Meq O2/Kg 15,85 ± 7,27 18,02 ± 4,51 16,13 ± 4,72 17,68 ± 4,71 1,26 ± 0,99 1,94 ± 1,93 1,84 ± 1,57 4,19 ± 2,66 Tabella 12. Valori medi in acidità e perossidi degli oli ripartiti per le quattro aree omogenee. (Stagione 2001). Infine, per i valori dei coefficienti di estinzione dell’ultravioletto (K232 e K270), anch’essi in grado di fornire informazioni sullo stato ossidativo dell’olio e certificanti la qualità e la genuinità, i risultati delle analisi hanno fornito indicazioni diverse sull’appartenenza degli oli della stagione 2001 alla classe merceologica dell’”extravergine” (Tabella 13). Così, mentre i valori del K270 sono stati, in tutte le tesi, mediamente al di sotto del limite di legge (K=0,220), quelli del K232 , hanno, viceversa, superato tali limiti (K=2,500) per i campioni della seconda, terza e quarta epoca di raccolta della zona del Monte Poro con valori elevati che sono risultati associati al un numero di perossidi. 2001 K270 I Epoca Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media epoca 0.14 0.17 0.14 0.14 0.14 0.22 II Epoca III Epoca IV Epoca 0.14 0.16 0.14 0.18 0.15 0.15 0.20 0.18 0.20 0.18 0.17 0.22 0.18 0.21 0.19 Media zona 0.14 0.19 0.16 0.18 0.16 K232 I Epoca 2.11 2.20 2.01 1.92 2.06 2.50 II Epoca III Epoca IV Epoca 2.09 2.61 2.35 2.24 2.32 2.14 2.55 2.20 2.45 2.32 Media zona 2.12 2.51 2.19 2.20 2.23 2.18 2.78 2.20 1.83 2.26 Tabella 13. Valori medi dei coefficienti di estinzione a lunghezze d’onda 270 e 232 nm per l’anno 2001. Nell’intestazione, i limiti fissati dalla normativa, dentro la tabella, in grassetto i valori che superano tali soglie. Annualità 2002 La tabella 14 illustra la dimensione del campione (108 oli per 4 epoche) della stagione produttiva 2002. Essa evidenzia che 27 oli corrispondono alla raccolta della prima epoca, 30 alla seconda e, rispettivamente, 34 e 17 alla terza e quarta. Sempre nella tabella 11 è specificato il campionamento riferito alle quattro zone territoriali. 39 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Totale per epoca I Epoca 6 10 7 4 27 II Epoca 6 8 6 10 30 III Epoca 5 11 8 10 34 IV Epoca 5 8 2 2 17 Totale per zona 22 37 23 26 108 Tabella 14. Dimensione del campionamento degli oli per la stagione 2002 e ripartizione dei dati per epoca di raccolta e zona di produzione. Di 108 oli analizzati (Tabella 15), 79 erano con livelli di acidità libera inferiori a 1 e 106 con perossidi inferiore a 20. Complessivamente gli oli extravergini della stagione 2002 risultavano 77, corrispondenti al 71,3% del totale con una differenza altamente significativa rispetto all’anno precedente (χ2=22,58, p<0,001). N Perossidi 20 N Perossidi > 20 Totale Acidità >1 29 0 29 Acidità 1 77 2 79 Totale 106 2 108 Tabella 15. Ripartizione dei campioni di olio nelle categorie che definiscono l’extravergine (REG 2569/1991). In evidenza il numero di quelli che rientrano nei limiti (Stagione 2002). Confronto tra epoche di raccolta (Acidità e Perossidi) Il diagramma in Figura 17 mette in risalto come il livello qualitativo degli oli sia decisamente migliore rispetto all’anno precedente per l’acidità e, soprattutto, per il numero ridotto dei perossidi che solo in un campione è stato superiore a 20. N perossidi Meq O2/Kg 40 20 0 0.1 1.0 Acidità % prima epoca seconda epoca 10.0 terza epoca quarta epoca Figura 17. Diagramma di dispersione dei campioni nell’anno 2002 rispetto ad acidità e numero di perossidi 40 Il superiore livello qualitativo degli oli, espresso nello specifico con l’acidità e con i perossidi, è ben evidenziato dai risultati riuniti nelle prossime tabelle (17 e 18). Gli oli extravergini risultano uniformemente ripartiti tra le 4 epoche di raccolta, per come è attestato dal valore di probabilità non significativo restituito dal test Chi quadro (χ2=5,978; p=0,11). Per entrambi i parametri sono stati ottenuti valori migliori e più omogenei rispetto agli oli della stagione precedente (Tabella 16). Valori medi Anno 2002 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Acidità N perossidi Meq O2/Kg 10,40 ±3,61 9,26 ±2,17 10,69 ±3,45 11,93 ±3,03 0,59 ±0,30 0,76±0,50 1,54 ±1,62 1,64 ±2,44 Tabella 16. Valori medi dell’acidità e del numero di perossidi nelle quattro epoche di raccolta. (Stagione 2002). Confronto tra Aree Omogenee (Acidità e Perossidi K232 - K270) La tabella 17 mostra che se il confronto è realizzato a livello di zone territoriali gli oli, per questi parametri, sono decisamente migliori e per il maggior numero al di sotto del limite stabilito dalla normativa comunitaria (Tabella 17). Valori medi Anno 2002 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Acidità N perossidi Meq O2/Kg 11,74 ± 2,76 10,75 ± 3,95 10,10 ± 2,82 9,10 ± 2,11 1,49 ± 2,26 0,99 ± 1,04 1,33 ± 1,31 0,74 ± 0,90 Tabella 17. Valori medi di acidità e del numero di perossidi nelle quattro aree omogenee. (Stagione 2002). Infine, i coefficienti di estinzione dell’ultravioletto (K232 e K270) mostrano nel complesso valori migliori rispetto all’anno precedente e al di sotto dei limiti per la definizione di extravergine (Tabella 18). 2002 K270 I Epoca Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media epoca 0.19 0.21 0.18 0.15 0.19 0.22 II Epoca III Epoca IV Epoca 0.18 0.19 0.17 0.16 0.17 0.16 0.17 0.18 0.16 0.17 0.16 0.15 0.14 0.12 0.15 Media zona 0.17 0.18 0.17 0.16 0.17 K232 I Epoca 2.19 2.34 1.94 2.07 2.164 2.50 II Epoca III Epoca IV Epoca 2.08 2.13 1.98 1.99 2.041 1.85 1.85 1.93 1.90 1.883 1.92 1.76 1.81 1.69 1.804 Media zona 2.02 2.02 1.93 1.94 1.98 Tabella 18. Valori medi dei coefficienti di estinzione a lunghezze d’onda 270 e 232 nm per l’anno 2002. Nell’intestazione, i limiti fissati dalla normativa, dentro la tabella, in grassetto eventuali valori che superano tali soglie. 41 III.2.2 Composizione acidica Annualità 2001 Il primo esame degli 81 oli della stagione 2001 ha evidenziato che i contenuti in acidi grassi non presentano marcate differenze fra le diverse epoche di raccolta e neppure fra le zone di produzione (Tabella 19). I risultati delle analisi pur evidenziando un basso contenuto in acido oleico, hanno confermato che la composizione acidica rimane stabile nel corso della stagione e che i valori non variano sensibilmente anche quando sono messi in relazione alle quattro zone di provenienza. 2001 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media annua Miri stico 14:0 % Palmi tico 16:0 % Palmit Eptade Eptade Stearico Oleico oleico canoico cenoico 16:1 17:0 17:1 18:0 18:1 % % % % % Lino leico 18:2 % Linole nico 18:3 % Ara chico 20:0 % Eicose noico 20:1 % Behe nico 22:0 % Ligno cerico 22:1 % 0,01 15,38 1,59 0,28 0,23 2,55 69,47 8,88 0,63 0,45 0,28 0,18 0,06 0,01 15,04 1,56 0,27 0,23 2,49 69,05 9,77 0,62 0,44 0,29 0,16 0,06 0,01 14,49 1,50 0,36 0,19 2,55 69,04 10,30 0,64 0,44 0,28 0,15 0,06 0,01 14,18 1,45 0,29 0,20 2,54 69,29 10,51 0,61 0,44 0,28 0,13 0,06 0,01 14,96 1,41 0,28 0,22 2,73 69,45 9,33 0,60 0,47 0,28 0,20 0,07 0,01 15,96 1,71 0,34 0,29 2,50 66,40 11,23 0,62 0,45 0,28 0,16 0,06 0,01 14,87 1,55 0,30 0,24 2,49 69,47 9,50 0,61 0,44 0,29 0,15 0,07 0,01 13,94 1,52 0,26 0,11 2,37 71,01 9,22 0,72 0,39 0,28 0,13 0,05 0,01 14,91 1,54 0,30 0,22 2,53 69,22 9,70 0,63 0,44 0,28 0,16 0,06 Tabella 19. Composizione acidica media degli oli nelle quattro epoche di raccolta e per le quattro zone di omogenee. (Stagione 2001). Annualità 2002 Nella stagione 2002 sono evidenti valori più elevati di acido oleico rispetto a quelli della stagione precedente ed è segnalata una leggera diminuzione a carico dei contenuti di acido palmitico e linoleico(Tabella 20). Questo dato costituisce un aspetto positivo, in quanto la matrice che riguarda l’acido oleico rafforza le caratteristiche qualitative del prodotto, in quanto contribuisce a incrementarne il valore nutrizionale. Analogamente a quanto è stato segnalato per la stagione 2001, i risultati, riferiti a 108 oli, non hanno evidenziato contenuti diversi tra le epoche di raccolta e le zone di produzione (Tabella 20). 42 2002 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media annua Miri stico 14:0 % Palmi tico 16:0 % Palmit Eptade Eptade Stearico Oleico oleico canoico cenoico 16:1 17:0 17:1 18:0 18:1 % % % % % Lino leico 18:2 % Linole nico 18:3 % Ara chico 20:0 % Eicose noico 20:1 % Behe nico 22:0 % Ligno cerico 22:1 % 0,01 14,48 1,36 0,25 0,26 2,41 71,21 8,40 0,62 0,45 0,31 0,17 0,07 0,01 13,80 1,35 0,23 0,23 2,32 72,19 8,24 0,63 0,44 0,32 0,17 0,07 0,01 13,29 1,27 0,18 0,22 2,30 73,28 7,78 0,62 0,45 0,33 0,20 0,07 0,01 12,79 1,15 0,32 0,22 2,45 73,31 8,10 0,60 0,48 0,33 0,18 0,07 0,01 14,25 1,35 0,27 0,27 2,53 70,67 8,97 0,61 0,48 0,32 0,18 0,08 0,01 13,67 1,25 0,23 0,23 2,39 72,45 8,12 0,60 0,46 0,32 0,19 0,07 0,01 13,79 1,25 0,25 0,28 2,43 72,02 8,28 0,61 0,47 0,33 0,19 0,08 0,01 13,00 1,36 0,19 0,15 2,11 74,38 7,23 0,66 0,39 0,31 0,16 0,06 0,01 13,65 1,30 0,23 0,23 2,36 72,46 8,11 0,62 0,45 0,32 0,18 0,07 Tabella 20. Composizione acidica media degli oli nelle quattro epoche di raccolta e per le diverse zone omogenee di produzione. (Stagione 2002). La figura 19 è stata inserita per illustrare il profilo medio di 189 oli del vibonese riferiti alle due stagionalità del progetto. Il grafico, realizzato mediando i risultati di 81 oli della stagione 2001 e 108 della stagione 2002, può offrire una prima ipotesi a sostegno del disciplinare di produzione. E’ importante sottolineare, ancora una volta, che questi risultati hanno mostrato una importante stabilità sul territorio e tra le epoche di raccolta delle olive (Tabella 17). Composizione acidica 80 72.5 2001 69.2 70 2002 50 40 30 20 14.9 13.7 0.4 0.5 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 Lignocerico Eptadecenoico 0.6 0.6 Behenico 0.2 0.2 8.1 2.5 2.4 Eicosenoico 0.3 0.2 Eptadecanoico 0.0 1.5 1.3 arachico 9.7 10 Linolenico Percentuale % 60 Linoleico Oleico Stearico Palmitico Palmitoleico Miristico 0 Figura 19. Confronto della composizione acidica media tra le due stagioni di campionamento. 43 Più nello specifico, si deve sottolineare che l’olio del territorio della Provincia di Vibo Valentia è caratterizzato da valori abbastanza ridotti degli acidi grassi saturi quali miristico, palmitico e stearico (fonte lipidica aterogenica), mentre elevata è la frazione lipidica più importante, ossia quella costituita dagli acidi grassi mono e poliinsaturi che, insieme a ad altri composti, svolgono un ruolo importante anche dal punto di vista salutisatico - nutrizionale. Questo preciso significato biologico dell’olio vergine di oliva vibonese si può confermare rapportando i valori totali degli acidi grassi mono e poliinsaturi con i quantitativi della frazione satura (Tabella 21). Insaturi/Saturi Mono/Polin Anno 2001 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media Annua Anno 2002 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre vibonesi Media Annua Insaturi/Saturi Mono/Polin 4,04 3,77 4,40 4,78 4,27 7,83 6,03 7,18 7,38 7,18 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Media Annua 4,10 4,26 4,40 4,51 4,27 7,79 7,14 6,61 6,72 7,18 4,62 4,86 4,79 5,25 4,89 7,70 8,70 8,31 9,95 8,71 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca Media Annua 4,59 4,85 5,04 5,11 4,89 8,16 8,42 9,30 8,93 8,71 Tabella 21. Rapporti tra gli acidi grassi suddivisi per epoca, area omogenea e per stagione di produzione. Nella dieta bilanciata questo rapporto deve essere sempre superiore ad uno per cui, se questi risultati in futuro saranno confermati, consentiranno di garantire, in tutte le epoche di raccolta e in tutte le zone del territorio (Tabella 21), una rapporto significativo di buona dotazione ai fini nutrizionali degli oli del vibonese. III.2.3 Composti Minori Polari Annualità 2001 Le analisi degli 81 oli esaminati nel 2001 hanno fornito i risultati medi, sul contenuto totale in composti minori polari, riportati nella tabella 22. La prima osservazione che emerge è molto significativa poiché indica che i valori medi, per zona e per epoca di raccolta delle olive, oscillano tra 47,7 e 150,2 mg/Kg mentre, la variabilità tra i singoli campioni è stata molto più elevata, con valori compresi fra 32 e 390 mg/Kg. La seconda osservazione, sempre rilevabile dalla tabella 22, indica, nei valori medi in polifenoli, un contenuto più elevato nella zona costiera (118,9 mg/Kg) e Valliva interna (112,0 mg/Kg) e minore nel Monte Poro (89,4 mg/Kg) e, soprattutto, nel territorio indicato come Serre Vibonesi (54,3 mg/Kg). 44 Trend ancora diverso emerge quando i contenuti in Composti Minori Polari sono confrontati con i quattro momenti di raccolta delle olive, ed è evidente che tale fenomeno sia legato alle caratteristiche della cultivar “Ottobratica” che si distingue per una intensa e precoce maturazione dei frutti. I risultati della tabella 22 indicano che, per gli oli della zona Costiera e del Monte Poro, una raccolta delle olive già a metà ottobre garantisce un elevato contenuto in questi composti; viveversa nella zona relativamente più fredda delle Serre Vibonesi, la raccolta potrebbe essere anche spostata nel tempo; gli oli risulterebbero più ricchi di Composti Minori Polari polifenoli ma dai contenuti sempre più bassi rispetto alle produzioni della costa. 2001 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media epoca I Epoca 134,7 109,7 98,8 49,4 103,7 II Epoca 114,7 85,1 140,9 47,7 100,8 III Epoca 63,9 63,9 63,9 IV Epoca 68,2 49,4 150,2 87,7 113,9 Media zona 118,9 89,4 112,0 54,3 99,9 Tabella 22. Valori medi di Composti Minori Polari (mg/kg) per ciascuna epoca di raccolta e zona di produzione (Stagione 2001). Annualità 2002 Rispetto alla stagione precedente, il contenuto di Composti Minori Polari delle produzioni 2002 sono state mediamente più basse; tuttavia la loro evoluzione, rispetto all’epoca di raccolta ed alle zone territoriali, sembra essere rispondente ai risultati del primo anno (Tabella 23). 2002 Zona costiera Monte Poro Valliva interna Serre Vibonesi Media epoca I Epoca 103,0 109,1 63,9 65,7 89,6 II Epoca 81,6 115,7 135,6 81,8 101,6 III Epoca 73,6 80,0 68,3 54,8 68,9 IV Epoca 53,5 92,1 52,0 65,2 72,8 Media zona 79,3 98,2 83,1 67,6 83,8 Tabella 23. Valori medi dei Composti Minori Polari (mg/kg) per ciascuna epoca di raccolta e zona di produzione (Stagione 2002). I valori medi per ciascuna tesi variano tra 52 e 135 mg/Kg, mentre l’intervallo di variabilità, relativo ai singoli campioni, va da 29 a 314 mg/Kg, con una frequenza più bassa di campioni ad elevato contenuto in questi composti. Questi risultati confermano quanto espresso dalla letteratura (Pinelli P, et ali., 2003; Romani A., et ali., 1999; 2001), e cioè che un monitoraggio della raccolta organizzato meglio sul tutto territorio permetterebbe di ottenere oli più ricchi in polifenoli, composti che, in sinergia con altri presenti nell’olio vergine di oliva, esplicano molteplici azioni: contribuiscono ad aumentare il valore nutrizionale del prodotto; 45 incidono sulle proprietà antiateromatose e sulla stabilità degli oli, contrastando i fenomeni di termossidazione (aumento della shelf life dell’olio), e hanno effetti benefici salutistici contro l’attacco di radicali liberi, l’invecchiamento, gli stati patologici da malattie coronariche e da cancro (Renaud S. et al., 1995; de Lorgeril M. et al., 1998; Willett WC. et al., 1995). L’azione dei Composti Minori Polari è specifica anche sulle caratteristiche organolettiche, di gusto e sensoriali degli oli extravergini e vergini di oliva perché rende l’alimento gradevole e di maggiore appetibilità. III.2.4 VALUTAZIONE ORGANOLETTICA Tutti i campioni sono stati valutati da una commissione di assaggiatori (panel test), che ha espresso il giudizio, attraverso l’attribuzione di un voto, sul profilo sensoriale delle principali note olfatto-gustative seguendo la classificazione prevista dal Reg. CEE 2568/1991 e successive modifiche (www.oliveoil.org/ita/assaggio3.htm). Il punteggio conferito dal gruppo di assaggio per gli oli della stagione 2001 è riportato nella figura 20. Da essa si evince che tali punteggi non sono stati tutti sufficientemente elevati per far rientrare gli oli di oliva nella classe merceologica “extravergine” o “vergine”. Sempre dalla figura 20 emerge, comunque che, in accordo con altri parametri (acidità, polifenoli), i punteggi medi più elevati sono identificabili in tutte le quattro zone e, soprattutto, negli oli ottenute con le prime due epoche di raccolta delle olive. Punteggio Panel - Stagione 2001 5.8 6.0 5.1 5.0 5.4 5.0 5.1 5.0 4.6 4.6 4.2 4.0 4.0 3.8 3.9 4.3 3.7 3.9 2.7 3.0 2.0 4.7 1.0 0.0 Zona costiera Media Monte Poro I Epoca Valliva interna II Epoca III Epoca Serre Vibonesi IV Epoca Figura 20. Valori medi del punteggio panel per ciascuna epoca e zona omogenea. La superficie verde, indica il punteggio medio totale (4,7). Sempre con riferimento al punteggio attribuito dal gruppo di assaggio agli oli delle stagioni 2001 e 2002, le figure 21 e 22 riportano il quadro generale della loro classificazione merceologica. 46 Anno 2001 6% Anno 2002 9% 21% 12% 13% 19% 72% olio di oliva extravergine olio di oliva vergine corrente olio di oliva vergine olio di oliva vergine lampante Figura 21. Ripartizione percentuale degli oli classificati in base all’analisi sensoriale (Panel test), nella stagione 2001 48% olio di oliva extravergine olio di oliva vergine corrente olio di oliva vergine olio di oliva vergine lampante Figura 22. Ripartizione percentuale degli oli classificati in base all’analisi sensoriale (Panel test), nella stagione 2002 Nella stagione 2001 (Figura 21), gli oli migliori del vibonese hanno raggiunto il valore del 22% e sono stati così ripartiti: 9% nella classe “extravergine” e 13% in quella del “vergine”. La categoria prevalente è risultata quella dell’olio di oliva vergine corrente (punteggio fra 3,5 e 5,5) costituita dal 72% dei campioni. La frequenza, assoluta e relativa, degli extravergini della stagione 2002 (Figura 22) è stata superiore e pari al 31%. Nello specifico, il 12% è stato riconosciuto nella classe “extravergine” e il 19% in quella del “vergine”. Di conseguenza, la categoria dell’olio di oliva vergine corrente è diminuita, raggiungendo il valore del 48% dei campioni. La tabella 24 riporta, invece, la classificazione degli oli in riferimento alle epoche di raccolta dei frutti. ANNO 2001 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca totale % olio di oliva extravergine 5 2 0 0 7 9% olio di oliva vergine 5 3 0 2 10 13% olio di oliva vergine corrente 15 21 14 7 57 72% Olio di oliva vergine lampante 1 0 1 3 5 6% Totale 26 26 15 12 79 100% ANNO 2002 I Epoca II Epoca III Epoca IV Epoca totale % olio di oliva extravergine 8 2 2 1 13 12% olio di oliva vergine 7 8 4 1 20 19% olio di oliva vergine corrente 9 18 18 7 52 48% olio di oliva vergine lampante 3 2 10 8 23 21% Totale 27 30 34 17 108 100% Tabella 24. Frequenze assolute e percentuale totale degli oli nelle diverse categorie merceologiche individuate in base all’analisi organolettica (Panel Test). (Annualità 2001 e 2002). Nella stagione 2001, il 9% degli oli di oliva “extravergini” è stato ripartito in 5 campioni della prima epoca di raccolta e 2 nella seconda. Il 13% degli oli di oliva “vergini” è stato identificato in 5 campioni nella prima epoca, 3 nella seconda e 2 nella 47 quarta. Il 12% degli “extravergini” della stagione 2002 (Tabella 24) è stato individuato in 8 campioni nella prima epoca, 2 nella seconda, 2 della terza e 1 nella quarta mentre, il 19% degli oli di oliva “vergini” in 7 campioni nella prima epoca, 8 nella seconda, 4 della terza e 1 nella quarta. Le conclusioni indicano una sensibile riduzione nella frequenza delle altre categorie merceologiche (olio di oliva vergine corrente e lampante) e comunque che questa attribuzione, per entrambe le produzioni annuali, non è legata all’epoca di raccolta delle olive e quindi allo stato di maturazione dei frutti. I risultati delle analisi organolettiche fanno anche riferimento ad alterazioni acquisite per inadeguate pratica di raccolta e di stoccaggio dei frutti (muffa, avvinato e riscaldo), per difetti dovuti alla fase di estrazione dell’olio (prolungato contatto dell’olio con l’acqua di vegetazione) e per alterazioni legate a fenomeni ossidativi da ferite ai frutti per attacchi parassitari. Queste alterazioni, che in genere colpiscono la frazione lipidica, hanno alterato la composizione dell’olio e inciso sulle caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto. 48 IV. CONCLUSIONI Da questi primi risultati del progetto è emerso che all’interno del territorio della Provincia di Vibo Valentia esistono elementi di esclusività per la produzione olivicola. Il clima, eccezionalmente adatto alla coltivazione dell’olivo, l’integrazione alla tradizione agricolo-rurale e il patrimonio olivicolo autoctono, rappresentano i punti di forza per il rilancio di questa olivicoltura, sempre in grado di svolgere il diverso ruolo di elemento integrale del paesaggio, di coltura funzionale dell’agrosistema e fornitrice di oli dalle specifiche proprietà salutistiche e nutrizionali. Nell'ambiente provinciale il clima, tipico mediterraneo, con inverni miti e piovosi ed estati calde e siccitoso, si diversifica per la variabilità delle precipitazioni annuali; questa fluttuazione potrebbe essere considerata “fattore” caratterizzante il territorio e forse non è azzardato dire, “fattore” da valorizzare piuttosto che da compensare. Per il ruolo che esso gioca sulla maturazione delle olive della varietà “Ottobratica”, è evidente che gli andamenti climatici,. valutati annualmente, consentirebbero di realizzare un monitoraggio più attento della raccolta delle olive. Tale scelta agronomica è facilmente praticabile in quanto, oltre alle 51 aziende che hanno partecipato al progetto, la maggior parte imprenditori gestisce oliveti “monovarietali” di ”Ottobratica”, elemento che costituisce, quindi, un’altra peculiarità del territorio. I risultati hanno dimostrato che la maturazione è anticipata nel tempo e che già nel mese di ottobre è possibile iniziare la raccolta delle olive nei territorio delle Serre, della zona costiera e del Monte Poro. La statistica applicata ai 189 oli, non ha rilevato un significativo condizionamento del sistema di estrazione sui requisiti di conformità merceologica del prodotto, pertanto le procedure di trasformazione si possono considerare adeguate agli obiettivi del comparto. Gli oli monovarietali hanno mostrato un profilo chimico peculiare. E’ stato confermato il valore elevato di palmitico (Perri E. et al. 2002) ma gli oli sono anche caratterizzati da valori abbastanza ridotti degli acidi grassi saturi (miristico, palmitico e stearico) se confrontati con la frazione lipidica più importante (acidi grassi mono e poliinsaturi); l’informazione offre un preciso significato biologico all’olio vergine di oliva del territorio vibonese. Un altro punto di forza di questa produzione è stato segnalato nella costante composizione acidica degli oli anche se confrontati alle epoche di raccolta e alle diverse zone di produzione. Se confermata in futuro, il progetto ha risposto ad un altro obiettivo: offrire una prima ipotesi a sostegno del disciplinare di produzione DOP. Inoltre, è da rilevare che l’elevata frazione lipidica, misutata nei rapporti tra acidi grassi saturi/e acidi grassi mono e poliinsaturi, rende l’olio del vibonese significativo ai fini nutrizionali. Alcune verifiche sulla filiera "olio", meritano un ulteriore approfondimento per meglio tutelare la qualità del prodotto soprattutto per definire, per ciascuna zona di produzione, un calendario di raccolta che possa ottimizzare la composizione degli oli e quindi migliorare il loro standard qualitativo. E’, infatti, ormai accertato che le prospettive dell'olivicoltura vibonese sono legate alla capacità che avranno gli imprenditori di produrre ciò che è possibile vendere, e che non basta produrre molto e con regolarità, ma occorre produrre bene. Su quest'ultimo aspetto sarà importante avere chiari gli obiettivi perché su di essi ciascuno dovrà portare la sua parte di mestiere, chi dal punto di vista politico, chi tecnico e chi operativo ed, in brevi tempi, dovremo accertare se le azioni intraprese permetteranno a questo settore di garantire un futuro per gli imprenditori impegnati nella tutela del territorio. 49 V. 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