OSSERVATORIO
PREVIDENZA
Anno II – n. 4 del 7 luglio 2009
DALLE AGENZIE
IN QUESTO NUMERO ‐ PENSIONI. Età: Angeletti, do‐
mani in Cdm proposta formale (p. 1) ‐ PENSIONI. Proietti: urgente diminuire tasse su pensioni e lavoro (p. 1) ‐ MARCEGAGLIA: Angeletti, di‐
sposti a discutere anche su pensioni (p. 2) ‐ PREVIDENZA. Nuovo requisito per l’età pensionabile in vigore dal 1° luglio 2009. Nota del Servizio Politiche Fiscali e pre‐
videnziali della UIL (p. 2) ‐ INPS. I nuovi livelli di reddito per l’assegno familiare dei la‐
voratori dipendenti (p. 4) ‐ Ultimo rapporto OCSE: in Italia le pensioni più tassate (p. 4) COVIP. Presentata a Roma la relazione per il 2008. Com‐
mento del Servizio Politiche Fi‐
scali e previdenziali della UIL (p. 5) ‐ DAI GIORNALI. Angeletti: in‐
terventi giusti, ma ora meno tasse su lavoratori e pensionati (p. 10) ‐
PENSIONI. ETÀ: ANGELETTI, DOMANI IN CDM PROPOSTA FORMALE ‐ ROMA, 25 GIU – “Penso che l'unica cosa che possano fare sia una proposta poco più che formale, per‐
chè prima ne devono parlare con noi”, cioè con i sindacati. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, a proposito della possibilità di una soluzione sulla pere‐
quazione dell'età pensionabile che domani il ministro del‐
la P.A. Renato Brunetta dovrebbe presentare in consiglio dei ministri. A margine dei lavori sindacali di preparazione al G8, Angeletti ha aggiunto che in Italia “l'età pensionabi‐
le è in linea con quella in Europa, non esiste nessuna pre‐
giudiziale all'aumento dell'età pensionabile purché sia ba‐
sato su incentivi e volontarietà”. PENSIONI. PROIETTI: URGENTE DIMINUIRE
TASSE SU PENSIONI E LAVORO
Roma, 23 giu. – “Un intervento volto a dimi‐
nuire le tasse sulle pensioni e, più in generale, sul lavoro dipendente, non è più rinviabile. I dati Ocse confermano una realtà, più volte denunciata dalla Uil, che fa dei pen‐
sionati italiani i più bersagliati dal fisco". E' quanto affer‐
ma il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Per questo, spiega il sindacalista “la Uil chiede al Governo ed al Parlamento di intervenire per ristabilire un principio di equità verso milioni di pensionati che, cosa di non poco conto, fanno da sempre fino in fondo il loro dovere con il fisco”. DALLE AGENZIE
MARCEGAGLIA: ANGELETTI, DISPOSTI A DISCUTERE ANCHE SU PENSIONI ‐ ROMA, 21 MAG – “Siamo disposti a discutere di tutto, anche sulle pensioni”. Lo ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, in occasione dell'Assemblea di Confindu‐
stria, rispondendo così all'appello del presidente degli Industriali, Emma Marcegaglia, che nella sua relazione ha richiamato la necessità di fare le riforme. Angeletti si è soffermato anche sulla necessità del buon funzionamento della pubblica amministrazione. “È stata una relazione buona ‐ ha detto ‐ ciò che ho apprezzato di pIù è il richiamo al fatto che per uscire dalla crisi sul serio serve una PA che funzioni. Gli amministratori locali, soprattutto al Sud ‐ ha proseguito ‐ sono il proble‐
ma e non la soluzione. Fino ad oggi mandare soldi non è servito, bisogna cambiare bersaglio”, ha concluso il leader della Uil. P R E V I D E N Z A NUOVO R
REQUISITO P
PER LL’ETÀ P
PENSIONABILE IN VIGORE DAL 1° LUGLIO 2009 Nota del Servizio Politiche Fiscali e Previdenziali UIL Dal prossimo luglio cambieranno, come previsto dalla legge 247/07, i requisiti di età pensionabi‐
le ed entrerà in vigore il sistema delle cosiddette quote, date dalla somma semplice tra età ana‐
grafica ed anzianità contributiva. Dal 1° luglio 2009, il requisito per il diritto alla pensione d’anzianità sarà così costituito dal rag‐
giungimento della “quota 95”, ottenuta sommando età anagrafica e anzianità contributiva. Per definire la “quota 95”, l’età anagrafica da sommare a quella contributiva non potrà comunque essere inferiore ai 59 anni, come risulta dal prospetto di seguito riportato. Dal 1° gennaio 2011, invece, la quota necessaria per richiedere il pensionamento d’anzianità è posta a 96, ottenuta sommando sempre i contributi versati con l’età anagrafica, la quale non potrà comunque essere inferiore ai 60 anni. Infine dal 1° gennaio 2013 la quota sarà fissata a 97 con un’età anagrafica comunque non infe‐
riore ai 61 anni. Le tabelle allegate alla legge 247/07 TABELLA A Anno Età anagrafica Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
pubblici e privati iscritti all’INPS 2008 58 59 2009 dal 1° gennaio 2009 al 30 giugno 2009 58 59 TABELLA B Lavoratori Lavoratori dipendenti autonomi pubblici iscritti e privati all’INPS (1) Somma di età anagrafica e anzianità contributiva Età anagrafica minima per la maturazione del requisito indicato in colonna 1 (2) Somma di età anagrafica e anzianità contributiva Età anagrafica minima per la maturazione del requisito indicato in colonna 2 2009 dal 1° luglio 2009 al 31 dicembre 2009 95 59 96 60 2010 95 59 96 60 2011 96 60 97 61 2012 96 60 97 61 dal 2013 97 61 98 62 3
I nuovi livelli di reddito per l'assegno familiare dei lavoratori dipendenti Definiti dal 1° luglio scorso i nuovi limiti di reddito (vedi circolare Inps 81 del 16 giugno) per la determinazione dell’assegno familiare. Ne sono interessati i lavoratori dipen‐
denti (compresi i pensionati) e gli iscritti in via esclusiva alla gestione separata. La legge 153 del 1988 prevede che l'ammontare dei redditi venga rivalutato ogni anno, in linea con la variazione dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato dall'Istat, che è intervenuta tra l'anno di riferimento dei redditi per l'erogazione dell'assegno e quello immediatamente precedente. Ultimo rapporto OCSE: in Italia le pensioni più tassate Il rapporto OCSE “Pensions at a glance”, sottolinea come nel nostro Paese la tassazione sulle pensioni sia la più alta in Europa. Il recente rapporto, infatti, segnala come sia al 24% il prelievo medio di tasse e contributi sulle pensioni in Italia, quasi il doppio rispetto alla media OCSE (12,7%). Allo stesso tempo, i contributi pensionistici in Italia pesano per il 33% dei salari lordi contro una media OCSE del 21%. Altro dato che emerge dal rapporto è che le pensioni delle donne sono più basse di un terzo ri‐
spetto a quelle degli uomini, di riflesso alla minore età di pensionamento delle donne. Il tasso di sostituzione lordo (cioè la percentuale del salario individuale precedente garantita dalla pensio‐
ne) è stimato al 67,9% per gli uomini e al 52,8% per le donne. In media nei Paesi dell’OCSE il tas‐
so di sostituzione è del 59% per i redditi medi e del 71,9% per i redditi bassi. In base al rapporto OCSE, d’altro canto, le donne in media percepiscono complessivamente un maggior “patrimonio pensionistico” per effetto della maggiore longevità. Il valore lordo totale del flusso del reddito pensionistico in Italia è pari a 10,7 volte il reddito annuale per le donne e a 10 volte per gli uomini. Tradotto in cifre sono 449 mila dollari per le donne e 416 mila per gli uomini. La media OCSE si ferma a 9,3 volte per gli uomini (407 mila dollari) e sale a 10,9 per le donne (476 mila). L’Organizzazione peraltro nota che la ricchezza pensionistica netta (cioè dopo le imposte) scende pertanto a 7,6 volte il reddito per gli uomini e all’8,1 per le donne, contro i rispettivi 7,9 e 9,2 medi OCSE. Le donne in Italia sono inoltre a maggiore rischio di povertà in età pensionistica rispetto agli uomini. Se infatti l’indice di povertà nel nostro Paese per gli ultra 65enni è in linea con la media OCSE (13,3%), c’è una significativa differenza tra uomini (sotto il 10%) e donne (oltre il 15%). In conclusione, secondo le più recenti previsioni economiche dell’OCSE, la disoccupazione in Ita‐
lia dovrebbe passare dal 6,2% nel 2007 al 10,7% nel 2010 (una percentuale leggermente supe‐
riore alla media OCSE) e questo eserciterà un’ulteriore pressione sulle finanze pubbliche attra‐
verso effetti tanto sul lato della domanda (tramite il probabile aumento del ricorso ai program‐
mi di pre‐pensionamento e alle disposizioni per invalidità) che dell’offerta (tramite la riduzione 4
delle entrate legate ai contributi in seguito al declino del numero dei lavoratori e probabilmente a quello che interverrà nei salari e nelle ore lavorative). PRESENTATA A ROMA LA RELAZIONE COVIP PER IL 2008 Commento del Servizio Politiche Fiscali e Previdenziali UIL Il quadro macroeconomico e demografico dal quale muove la Relazione annuale della COVIP per l’anno 2008 presenta diverse cri‐
ticità. Il Presidente Antonio Finocchiaro rile‐
va come il rapporto tra occupati e pensiona‐
ti, in tutta Europa, si stia sbilanciando a cau‐
sa della scarsa natalità diffusa e come que‐
sto possa comportare problemi per i sistemi pensionistici europei. È importante però ri‐
levare come l’apporto dei lavoratori migranti sia in continua crescita e la qualità delle loro contribuzioni, anche previdenziali, è in co‐
stante miglioramento. Un aspetto che, per la UIL, è spesso sottovalutato nelle analisi di sostenibilità economica dei regimi previden‐
ziali. Nella relazione annuale, l’autorità di vi‐
gilanza, denuncia inoltre l’eccessiva inciden‐
za della spesa pensionistica sul prodotto in‐
terno lordo, rispetto a quella degli altri paesi europei. La spesa che però si prende in considerazio‐
ne – la UIL lo ripete da diverso tempo ‐ non è una spesa puramente previdenziale ma con‐
templa voci che non sono legate strettamen‐
te alla contribuzione – come ad esempio l’invalidità – e che non possono essere quin‐
di prese in considerazione quando si valuta la tenuta e l’equilibrio del sistema previden‐
ziale. Si tratta infatti di voci più che altro as‐
sistenziali di cui è la collettività e lo Stato, nella funzione sociale che naturalmente ri‐
copre, a doversene far carico. È d’altra parte lo stesso Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale a richiamarne l’esigenza di una scomposizione più fedelmente rispondente alla realtà. Va inoltre segnalato che nel con‐
fronto con la spesa degli altri paesi europei l’Italia sconta non di rado l’impropria inclu‐
sione nella spesa anche del TFR o TFS per i lavoratori del pubblico impiego (che non è prestazione previdenziale ma, secondo l’art. 2120 del codice civile, è salario differito del lavoratore). A tutto ciò va infine aggiunto che il nostro paese presenta un regime di tassazione sui redditi da pensione profondamente differente da quello di altri paesi europei, dal quale deriva un’oggettiva difficoltà di comparazione. Per la UIL non c’è dunque alcun rischio di squilibrio economico e le pa‐
role del Ministro Sacconi, proprio durante la relazione annuale, lo confermano. D’altra parte, già nello scorso mese di marzo, il Pre‐
sidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua nel‐
la sua relazione per la presentazione del bi‐
lancio ha riconosciuto la piena sostenibilità ‐ anche finanziaria ‐ del sistema, confermando un bilancio in attivo per l’istituto di circa un‐
dici miliardi di euro. L’esigenza per il sistema previdenziale pubblico è quindi oggi quella 5
di garantire soprattutto stabilità e certezze normative. Sempre sul fronte della previdenza obbliga‐
toria, il Presidente della COVIP sottolinea i‐
noltre come il tasso di sostituzione delle pensioni future, a seguito delle riforme degli anni novanta, sia destinato a scendere ri‐
spetto a quello che caratterizzava il prece‐
dente sistema retributivo. Mettendo da par‐
te le percentuali su possibili tassi di sostitu‐
zione tra futura pensione ed ultima retribu‐
zione percepita, è senza dubbio vero che il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo genera una diminuzione delle prestazioni previdenziali, ancorate ora all’effettiva contribuzione. Un problema tan‐
to più sentito in un momento di crisi eco‐
nomica come quello attuale, nel quale il PIL è in costante caduta con conseguenze anche sul sistema contributivo nel quale la rivalu‐
tazione dei contributi è legata anche all’andamento del prodotto interno lordo. Proprio per questo motivo la UIL concorda con la COVIP e con il suo Presidente sulla necessità di rafforzare ulteriormente il se‐
condo pilastro. La previdenza complementare ha d’altra parte dimostrato il raggiungimento di una piena maturità, confermata dalla tenuta del sistema anche in un momento di crisi eco‐
nomica straordinaria. Un sistema che ha vi‐
sto notevolmente crescere il numero degli iscritti nel corso del 2007 per poi subire un rallentamento del trend nel 2008, in cui l’incremento netto degli iscritti si è fermato al 6%. Non ha giovato in tal senso la crisi fi‐
nanziaria ed economica che, oltre ad aver provocato perdite sui mercati finanziari ge‐
nerando diffidenze verso le forme di inve‐
stimento, ha avuto ripercussioni importanti anche sul sistema produttivo e sull’occupazione. Secondo la Relazione CO‐
VIP le adesioni in essere toccano comunque ormai il 26% del totale dei lavoratori dipen‐
denti del settore privato. Restano però an‐
cora troppe differenze territoriali e sociali – minore adesione al sud e tra i giovani ad e‐
sempio ‐ che devono essere colmate perché la previdenza integrativa non replichi le frat‐
ture già presenti nel paese ma sia invece un’opportunità di coesione. La COVIP rileva inoltre la forte differenzia‐
zione dei tassi di adesione tra grandi e picco‐
le imprese. È evidente come le adesioni siano state in percentuale maggiore nelle imprese di grandi dimensio‐
ni ‐ in percentuali che a volte si avvicinano anche al 100% del bacino potenziale ‐ dove anche la penetrazione sindacale è sicura‐
mente maggiore. Segno di come sia decisiva l’azione sindacale e di come i lavoratori di‐
mostrano di avere fiducia nello strumento quando ne sono informati al meglio e quan‐
do hanno un contatto diretto con i loro rap‐
presentanti. Più deboli invece le adesioni nelle piccole imprese dove è sicuramente più difficile raggiungere la totalità dei lavora‐
tori, informandoli in modo completo ed a‐
deguato. Altro settore sostanzialmente non rappre‐
sentato è per la COVIP quello del Pubblico Impiego dove, comparto Scuola a parte, i la‐
voratori sono privi della possibilità di co‐
struirsi un futuro previdenziale complemen‐
tare. Per la UIL questa è una situazione pro‐
fondamente iniqua che penalizza milioni di lavoratori. Non è un problema legato soltan‐
to alla mancata operatività dei Fondi degli altri comparti del settore pubblico, come ri‐
leva la Commissione, ma è più in generale un problema di mancata estensione del d.lgs 252/05 al pubblico impiego. I dipendenti pubblici sono ancora infatti espressamente esclusi dalle opportunità introdotte dalla ri‐
forma entrata in vigore nel 2007. Una situa‐
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zione che li penalizza profondamente. In tempi brevi occorre quindi per la UIL inter‐
venire estendendo intanto ai pubblici dipen‐
denti il regime fiscale della previdenza com‐
plementare che il d.lgs 252 ha reso più favo‐
revole per i lavoratori dipendenti del settore privato. Vanno pertanto individuate soluzio‐
ni tese ad uniformare sin da subito i vantaggi fiscali, stimolando in tal modo le adesioni al‐
la previdenza complementare del settore pubblico. Ma un passaggio va anche fatto per quanto riguarda il regime delle anticipa‐
zioni e dei riscatti che, per il settore pubbli‐
co, risulta ancora penalizzante frenando ul‐
teriormente le adesioni. Differenze che van‐
no necessariamente colmate, evitando un doppio regime che solleva più di un dubbio di costituzionalità. Oltre che nel settore pubblico, il Presidente Finocchiaro individua anche alcune criticità legate alle situazioni contingenti del nostro mercato del lavoro. Un sistema produttivo in crisi genera infatti un aumento del ricorso alla cassa integrazione, della mobilità lavora‐
tiva e della discontinuità contributiva. Ele‐
menti che pesano chiaramente sul futuro previdenziale dei lavoratori, anche comple‐
mentare, soprattutto quando danno luogo ad un ricorso massiccio ad anticipazioni e ri‐
scatti che – come un ammortizzatore sociale improprio ‐ per far fronte a necessità di red‐
dito immediate, impoveriscono la posizione previdenziale futura. Per quanto riguarda l’andamento finanziario dei Fondi, la COVIP conferma la tenuta dei Negoziali i quali – in un anno finanziariamen‐
te difficile – hanno perso mediamente sei punti percentuali contro i quattordici dei fondi aperti e i venticinque dei PIP. Gli al‐
larmismi che talvolta qualcuno ha sollevato circa una sofferenza dei Fondi non trovano quindi giustificazione davanti ad un investi‐
mento che oltretutto, per sua natura, va va‐
lutato in un orizzonte temporale medio‐
lungo, essendo un investimento previdenzia‐
le e non di natura speculativa. Nonostante la crisi che ha investito i mercati finanziari, l’attività della governance dei Fondi negozia‐
li, la diversificazione degli investimenti e i limiti determinati dal decreto ministeriale 703 del 1996 hanno dunque messo al riparo l’investimento dalle tempeste finanziarie. La percentuale di patrimonio esposta con i co‐
lossi bancari falliti è peraltro – come la CO‐
VIP conferma nella relazione ‐ insignificante rispetto alle cifre gestite. Questo a dimostra‐
zione di come sia efficace il controllo della gestione operato dagli organi delle Forme Pensionistiche di natura negoziale e di come il DM 703/96, nonostante necessiti indub‐
biamente di alcuni aggiustamenti come an‐
che la COVIP sottolinea, abbia risposto bene alle necessità di un investimento previden‐
ziale e non finanziario. La Commissione ricorda anche come l’intervento operato per permettere il tem‐
poraneo aumento della componente liquida del portafoglio abbia concorso a tutelare l’investimento dei fondi. Come UIL ricordia‐
mo che tale opportuna iniziativa della COVIP è stata presa in seguito ad una richiesta di Assofondipensione; una conferma del ruolo decisivo che l’associazione dei fondi negoziali può utilmente svolgere per i fondi associati e per il sistema nel suo complesso. Per rispondere meglio alle crisi, anche futu‐
re, va comunque in parte rivista la politica degli investimenti e la COVIP, nella sua rela‐
zione, ricorda come i Fondi potrebbero o‐
rientare una parte delle risorse verso il tes‐
suto produttivo ed infrastrutturale del pae‐
se. Investimenti di questo tipo avrebbero il pregio di sfuggire alle oscillazioni dei mercati e di produrre ricadute positive sull’economia 7
e, quindi, sugli stessi lavoratori iscritti. Un modo per “socializzare” lo sviluppo, la ricer‐
ca e la crescita, facendo dei Fondi pensione – e, quindi, dei soci lavoratori – degli attori primari dello sviluppo economico nazionale. Una democrazia economica più compiuta da raggiungere proprio grazie e per mezzo dei Fondi Negoziali. Va inoltre apprezzato l’impegno della Com‐
missione nell’implementare l’attività ispetti‐
va e di monitoraggio. Un approccio di vigilanza più presente che, soprattutto in momenti particolari, può prevenire l’insorgere di problemi sfrut‐
tando un dialogo più continuo tra autorità vigilante e soggetti vigilati per la tutela dell’investimento previdenziale. Un’esigenza che la crisi economica ha ulteriormente ac‐
centuato, accendendo un ampio dibattito sull’opportunità di individuare ulteriori strumenti di contenimento del rischio. Da questo punto di vista la UIL concorda con la COVIP sulla possibilità di studiare – senza modificare la legge – delle soluzioni volte a contenere il più possibili i rischi legati alle fluttuazioni dei mercati finanziari. Merita quindi un attento approfondimento la pro‐
posta fatta dal Presidente Finocchiaro di in‐
trodurre una gestione di tipo life‐cycle, ca‐
pace di gestire automaticamente la perma‐
nenza degli iscritti nei diversi comparti di in‐
vestimento a seconda della loro età anagra‐
fica e, quindi, della prossimità del pensio‐
namento. Una gestione che permetterebbe così di poter rischiare di più all’inizio della carriera lavorativa per poi “switchare” su comparti meno rischiosi man mano che ci si avvicina al momento del pensionamento, tu‐
telando così meglio la posizione previdenzia‐
le accumulata negli anni. Tale meccanismo potrebbe essere anche una risposta efficace alla poca dimestichezza che i lavoratori i‐
scritti sembrano avere con i cambi di com‐
parto che, per la verità, risultano poco fre‐
quenti. Una situazione che non permette di cogliere al meglio le opportunità proprie di un sistema multicomparto. Condivisibile anche la proposta che la COVIP fa circa una riapertura di una fase di adesio‐
ne. Un nuovo semestre dedicato alla scelta potrebbe essere – una volta superata l’attuale difficoltà dell’economia nazionale ed internazionale ‐ un’opportunità per ri‐
prendere in modo forte l’informazione e la comunicazione sulla previdenza comple‐
mentare, dando nuova linfa e nuovo slancio alle adesioni. Un semestre che, come sotto‐
linea la relazione, potrebbe anche solo ri‐
guardare la destinazione dei contributi per‐
sonali e di quello datoriale, e non il TFR per il quale occorrerebbe invece un provvedimen‐
to normativo ad hoc. Perplessità invece desta per la UIL la propo‐
sta di introdurre la revocabilità della scelta di previdenza complementare effettuata. Quest’elemento di elasticità sarebbe servito durante il semestre dedicato alla scelta e, forse, avrebbe rimosso alcune diffidenze che i lavoratori avevano circa una scelta ritenuta irreversibile. Oggi il rischio sarebbe invece quello di assecondare paure e timori legati all’andamento dei mercati finanziari, non fa‐
cendo in sostanza un buon servizio ai lavora‐
tori iscritti. Se in periodi di crisi dei mercati, infatti, molti spinti dalla paura optassero per la reversibilità della scelta uscendo dal si‐
stema, il risultato sarebbe quello di realizza‐
re immediatamente le perdite a danno della propria posizione. Per quanto poi riguarda la normativa fiscale da migliorare, la UIL concorda con i richiami del Presidente Finocchiaro per un abbatti‐
mento della tassazione sui rendimenti an‐
nuali dei Fondi, procedendo a riportare il si‐
stema fiscale della previdenza complemen‐
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tare verso un’impostazione EET, ovvero E‐
senzione dei contributi versati al Fondo, E‐
senzione dei rendimenti ottenuti e Tassazio‐
ne finale delle prestazioni erogate. Non pe‐
nalizzando gli investimenti dei fondi e quindi i rendimenti dei versamenti dei lavoratori i‐
scritti. Sarebbe un modo, tra l’altro, per libe‐
rare liquidità da reinvestire, a vantaggio dell’iscritto e della sua posizione previden‐
ziale finale. D’altra parte c’è bisogno di in‐
crementare il finanziamento per raggiungere livelli previdenziali più adeguati alle aspetta‐
tive. A tal proposito potranno essere trovate soluzioni nuove anche legate alla nuova struttura del modello di contrattazione che, nel rafforzare il secondo livello, può più fa‐
cilmente dare spazio e risorse al welfare complementare dei lavoratori. In questa nuova ottica, anche gli aumenti di produtti‐
vità e i relativi premi, potrebbero in qualche modo ed in parte essere destinati al finan‐
ziamento della contribuzione di previdenza complementare. Tutte proposte che, per essere efficaci, van‐
no accompagnate ad un miglioramento delle misure compensative per le imprese, così da eliminare le resistenze dei datori di lavoro soprattutto della piccola impresa che, con la previdenza complementare, si trovano a perdere quella liquidità a basso costo che è sempre stata rappresentata dal TFR doven‐
do invece reperirla nel mercato del credito. Proprio per questo motivo la UIL ha recen‐
temente proposto l’istituzione di un tavolo presso il Ministero che, con il coinvolgimen‐
to delle parti sociali, ricerchi delle soluzioni opportune e condivise. L’impegno per rilan‐
ciare oggi la previdenza complementare non può comunque prescindere da una raziona‐
lizzazione dell’offerta dei Fondi. La COVIP nella sua relazione annuale conferma il con‐
vincimento della UIL circa la necessità di dar vita in tempi brevi a tale riorganizzazione. Un intervento che permetterebbe di avere strumenti di dimensioni maggiori, con un abbassamento dei costi per gli iscritti e con la possibilità di realizzare più vantaggiose economie di scala. L’aumento dei vantaggi agli iscritti e il rag‐
giungimento dell’efficienza dei mercati pas‐
sa necessariamente da un impegno delle parti istitutive in questa direzione. Fondi grandi permetterebbero, tra le altre cose, di incidere maggiormente su un processo di maturazione vera dei nostri mercati finan‐
ziari, come investitori istituzionali protagoni‐
sti della nostra economia. La COVIP però dovrà vi‐
gilare attentamente sui costi. I fondi Negoziali già oggi presentano costi decisamente inferiori a‐
gli altri e, la razionalizza‐
zione dell’offerta, mira ad abbattere ulte‐
riormente gli stessi, in modo che incidano in futuro in maniera minimale sul montante fi‐
nale dei lavoratori. Un impegno che non tro‐
va rispondenza nelle altre forme pensionisti‐
che complementari che concorrono oggi sul mercato previdenziale. La trasparenza dei costi – per la quale la COVIP si è sempre bat‐
tuta, anche con l’introduzione dell’ISC (Indi‐
catore Sintetico dei Costi) ‐ permette allora una scelta veramente consapevole da parte dei lavoratori circa la forma a loro più con‐
veniente e va pertanto in ogni modo preservata. Proprio per questo apprezziamo l’intenzione mostrata nella relazione annuale per l’anno 2008 di intensificare ulteriormente la vigi‐
lanza, a livello nazionale ma anche a livello europeo con l’ampliamento dei poteri del CEIOPS, per un’attività che sia sempre più in grado di assicurare trasparenza e rispetto delle regole e di garantire l’investimento dei lavoratori ed il loro futuro previdenziale. 9
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Osservatorio Previdenza n. 4, del 7.7.2009