La transizione dalla vita anaerobica alla vita aerobica rese disponibile una grande riserva di energia. In presenza di O2 è possibile estrarre dal glucoso una quantità di energia 18 volte maggiore, ed è possibile usare come fonte di energia anche lipidi e protidi. I vertebrati hanno selezionato dei meccanismi per rifornire in modo adeguato tutte le cellule di O2 : -- Un sistema circolatorio, indispensabile per organismi di dimensioni maggiori di un mm3. -- Molecole trasportatrici di ossigeno che permettono di aumentare la solubilità nell’acqua del gas (1 l di H2O solubilizza 5 ml di O2 , 1 l di sangue 250 ml) e di ridurre la produzione dei radicali liberi dell’ossigeno,molto dannosi per tutte le molecole biologiche. EMOGLOBINA Nel sangue è necessario un TRASPORTATORE DELL’O2 perché questo gas non è abbastanza solubile da soddisfare le esigenze dell’organismo. In questo modo l’Hb A 38 °C 1 litro di plasma può contenere in soluzione solo 2,3 ml di O2 presente in un litro di plasma può trasportare 200 ml di O2 cioè un 1 litro di sangue contiene 150 g di Hb 1 g di Hb può legare 1,34 ml di O2 volume 87 volte maggiore di quello che potrebbe veicolare il plasma da solo. CROMOPROTEINE - Emoglobina - mioglobina - citocromi - enzimi eminici EMOGLOBINA E MIOGLOBINA SONO PROTEINE CONIUGATE COSTITUITE DA : 1. UNA PARTE PROTEICA GLOBINA 2. UN GRUPPO PROSTETICO EME Sito di legame dell’O2 Nei mammiferi sono cromoproteine : EMOGLOBINA Hb (P.M.: 66500 Dalton) E’ CONTENUTA SOLO NEGLI ERITROCITI 3 FUNZIONI: 1. trasporta l’O2 dai polmoni ai tessuti periferici 2. trasporta la CO2 dai tessuti periferici ai polmoni 3. azione tampone sul pH del sangue MIOGLOBINA Mb (P.M.: 16500 Dalton) E’ CONTENUTA nelle cellule del miocardio e del muscolo scheletrico 1 FUNZIONE: Immagazzina l’O2 nel citoplasma e lo cede ai mitocondri quando necessario LA MIOGLOBINA E’ COSTITUITA DA UNA CATENA DI 153 AMMINOACIDI (STRUTTURA PRIMARIA) CHE SI SVILUPPA NELLO SPAZIO FORMANDO 8 ELICHE (STRUTTURA SECONDARIA) ORGANIZZATE IN UN UNICO DOMINIO (STRUTTURA TERZIARIA) L’EMOGLOBINA HA UNA STRUTTURA QUATERNARIA. CONTIENE 4 CATENE GLOBINICHE: 2 (CON 141 AMMINOACIDI) RIPIEGATE IN 7 REGIONI AD -ELICA) E 2 (CON 146 AMMINOACIDI) RIPIEGATE IN 8 REGIONI AD -ELICA). A CIASCUNA CATENA GLOBINICA E’ LEGATO UN FERROPROTOEME GLOBINA La MIOGLOBINA è costituita da una singola globina formata da 154 aa L’ EMOGLOBINA invece presenta 4 catene: 2 (141 aa) e 2ß (146 aa) è dunque un tetramero 2ß2. Ogni globina contiene un gruppo eme legato non covalentemente. L’aspetto piu' significativo della struttura della globina è l’alta percentuale di -eliche: piu’ del 75% degli aa è disposto in 8 tratti ad elica (A,B,C,D,E,F,G,H) ; queste -eliche sono organizzate in una struttura terziaria globulare molto compatta e quasi sferica Le strutture della mioglobina, delle catene e di tutte le catene delle Hb di tutti i vertebrati sono molto simili nella struttura terziaria, anche se le strutture primarie sono differenti: LA CONFORMAZIONE E’ RESPONSABILE DELLA FUNZIONE Gli aminoacidi polari sono localizzati quasi esclusivamente sulla superficie esterna delle globine e contribuiscono alla loro alta solubilità. Gli aa totalmente idrofobici sono invece confinati all’interno della proteina dove stabilizzano l’avvolgimento del polipeptide e formano una tasca che accoglie il gruppo eme. LA SOLA ECCEZIONE A QUESTA DISTRIBUZIONE DEGLI AA NELLE GLOBINE SONO DUE ISTIDINE CHE GIOCANO UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA TASCA DELL’EME GLOBINA La coordinazione del Fe2+ nella protoporfirina IX in una tasca idrofobica della globina permette il legame dell' ossigeno senza ossidazione del ferro a Fe3+ Max Perutz with his model of haemoglobin and John Kendrew with his model of myoglobin in 1962 EME L’eme è una ferroprotoporfirina, un chelato dello ione ferroso (Fe2+) e delle protoporfirina IX La porfirina è un composto ciclico formato da 4 anelli pirrolici legati tra loro da ponti metinici Per sostituzione degli 8H angolari delle porfirine si ottengono le protoporfirine È legato non covalentemente sia all’Hb che alla mioglobina Formula di struttura dell’eme libero QUANDO L’EME ISOLATO REAGISCE CON L’O2 IL FERRO PASSA IRREVERSIBILMENTE DALLO STATO FERROSO (Fe2+ ) A QUELLO FERRICO (Fe3+ ) PER EVITARLO DOBBIAMO UTILIZZARE UNA STRUTTURA PROTEICA GLOBINA COMPLESSO DELL’EME NELLA MIOGLOBINA L’OSSIGENO SI LEGA REVERSIBILMENTE AL FERRO DELL’EME Il Fe (allo stato ferroso) forma sei legami di coordinazione: 4 con gli N dell’anello porfirinico Il 5° con l’His F8 Il 6° con l’O2 Lo ione ferroso Fe2+ viene coordinato secondo i vertici di un ottaedro, quindi deve avere sei ligandi: 4 ligandi sono forniti dagli azoti dell' anello porfirinico per cui restano disponibili altri due siti di coordinazione: 1) His93 (residuo F8, detto anche istidina prossimale perchè forma un legame stabile col ferro) fornisce, con un azoto dell' anello, il quinto legame di coordinazione; 2) il sesto legame di coordinazione è realizzato, nella deossimioglobina ,con una molecola di acqua e, nella ossimioglobina, con una molecola di ossigeno. La presenza del residuo di His 64 (residuo E7, detto anche istidina prossimale) impedisce all'ossigeno di formare con il ferro un legame a 90° che sarebbe troppo stabile: Infatti il monossido di carbonio si lega a 90° con un’affinità 200 volte superiore all’O2 RUOLO DELLA GLOBINA Crea un ambiente idrofobico che impedisce l’ossidazione del Fe++ a Fe+++; His E7 (distale) diminuisce l’affinità del CO da 25.000 volte maggiore dell’O2 a solo 210 volte L’Hb è un tetramero in cui ogni subunità ha una struttura tutta ad -elica. I contatti tra le subunità - sono di due tipi: -- Le associazioni e sono contatti estesi ed importanti per l’impacchettamento delle subunità (non si modificano quando l’Hb lega l’O2). -- Le regioni di contatto e sono chiamate regioni di scorrimento Modifiche conformazionali dell’Hb conseguenti all’ossigenazione Blu forma T deossiHb Rossa forma R ossiHb Ponti salini tra subunità differenti della Hb. Sono interazioni elettrostatiche, non covalenti, che vengono rotte in seguito all’ossigenazione. Curva di dissociazione ossiemoglobinica Il legame cooperativo dell’O2 all’Hb permette di trasportare una quantità di O2 1,7 (66/38) volte maggiore di quella che sarebbe trasportata se i siti fossero indipendenti. Curve di saturazione della Mb e della Hb p50 Hb = 26 torr p50 Mb = 2,8 torr pO2 = pressione parziale di O2 YO2 = saturazione frazionale EFFETTO COOPERATIVO Il legame dell’effettore alle subunità non avviene in maniera indipendente perché l’affinità dei singoli protomeri verso lo stesso effettore può essere diversa (aumentata o diminuita) in relazione allo stato della conformazione quaternaria dell’enzima. L’effetto cooperativo deriva dalle interazioni tra protomeri. EFFETTO COOPERATIVO POSITIVO L’affinità dell’oligomero verso l’effettore aumenta quando una o più subunità dell’oligomero stesso hanno già legato l’effettore. EFFETTO COOPERATIVO NEGATIVO L’affinità dell’oligomero verso l’effettore diminuisce quando una o più subunità dell’oligomero stesso hanno già legato l’effettore. La maggior parte degli enzimi allosterici sono regolati dallo stesso substrato con effetto omotropico positivo, cooperativo positivo. Movimenti dell’interfaccia durante la transizione T R MODELLO SIMMETRICO DI MONOD MODELLO SEQUENZIALE DI KOSHLAND Modelli per spiegare l'allosteria dell'emoglobina 1) Modello ad interazioni sequenziali (KNF): presuppone che le sottounità ad alta affinità R possano modificare la loro struttura terziaria in seguito al legame con l‘ ossigeno e così influenzare le sottounità adiacenti a bassa affinità T che passano alla forma R. 2) Modello a simmetria concertata: presuppone un equilibrio tra la forma bassa a affinità T e quella ad elevata affinità R. Il legame dell' ossigeno ad una sottounità di un tetramero in forma R, sposterà l' equilibrio a favore di questa forma. Lo stato deossi corrisponde alla forma T; lo stato ossi alla forma R. Nessuno dei due modelli può spiegare con esattezza il comportamento allosterico dell' emoglobina. Recentemente, sulla base delle accertate modificazioni della struttura terziaria di ciascuna sottounità e della struttura quaternaria in seguito al legame con l' ossigeno, Gary Ackers (1999) ha proposto che in asseza di ossigeno l' emoglobina è presente in conformazione a bassa affinità T (deossi); quando una molecola di ossigeno si lega ad una sottounità questa sola modifica la sua struttura terziaria da T a R. Quando però in ciascuno dei due dimeri un sito è ossigenato, anche le altre due sottounità libere passano nella conformazione R, per cui si realizza la transizione T–––> R che riguarda anche la struttura quaternaria (ciò non si realizza se ad essere ossigenati sono le due sottounità dello stesso dimero). T-state R-state Modificazioni della struttura dell'emoglobina indotte dal legame con l' ossigeno In seguito a completa ossigenazione delle quattro sottounità, un dimero ruota di circa 15° rispetto all' altro, portando le sottounità più stretto contatto, restringendo la cavità centrale della molecola La transizione dalla conformazione deossi a quella ossi comporta modificazioni rilevanti delle interazioni esistenti tra le sottounità ed apparteneti a due differenti dimeri. In particolare il C terminale delle sottounità (il 146) nella forma deossi instaura legami ponti idrogeno e legami ionici con i residui dal 36 al 42 dell' elica C della sottounità appartenente all' altro dimero . Inoltre il residuo His 97 appartenente al gomito FG delle sottounità nella forma deossi è schiacciato contro il gomito CD delle sottounità appartenenti all' altro dimero (tra Thr 41 e Pro 44). In seguito ad ossigenazione la rotazione dei dimeri porta alla rottura dei legami tra il C terminale delle sottounità con l' elica C della sottounità appartenente all' altro dimero (His 97 si sposta tra i residui Thr 38 e Thr 41): le sottounità si avvicinano tra loro riducendo la cavità centrale. Cambiamenti strutturali dopo l’ossigenazione Deossiemoglobina Ossiemoglobina DA DOVE DERIVA L’ENERGIA NECESSARIA AD EFFETTUARE LA TRANSIZIONE DEOSSI OSSI ? Dal legame dell’O2 all’eme !!! Quando l’O2 viene rilasciato ,la molecola di Hb riassume la conformazione T ( a più bassa energia), ristabilendo i legami che l’ossigenazione aveva rotto. Inoltre nella conformazione deossi la protoporfirina IX è leggermente convessa e lo ione ferroso (Fe 2+) è leggermente al di sopra del piano dell’eme. Il legame di coordinazione tra His F8 (istidina prossimale) e Fe2+ non è perpendicolare al piano dell' anello tetrapirrolico, ma è inclinato di circa 8°. Quando l' ossigeno instaura il sesto legame di coordinazione trascina lo ione Fe2+ nel piano della protoporfirina IX, causandone l' appiattimento. La repulsione tra l' eme ed uno degli idrogeni dell' anello imidazolico dell' istidina F8 da una parte, e quella con il residuo di valina FG5 provoca uno spostamento di His F8 che rende perpendicolare al piano dell' eme il quinto legame di coordinazione. Il riallineamento di His F8 trascina con sè l' elica F e il gomito FG provocando la rottura dei ponti idrogeno e legami salini tra il C terminale di una sottounità e l' elica C della sottounità appartenente all' altro dimero. L' ossigenazione in presenza di imidazolo di un' emoglobina in cui, per mutagenesi sito-specifica le istidine prossimali siano state sostituite con glicina, comporta ancora lo spostamento dello ione Fe2+ nel piano dell'anello dell'eme e l' appiattimento dell' eme ma non si osservano modificazioni di struttura della proteina e di conseguenza non si osserva cooperatività. La differenza di affinità per l'O2 tra lo stato T e lo stato R può essere compreso in termini di cambiamenti della struttura quaternaria che accompagnano la conversione dalla deossiemoglobina alla ossiemoglobina. Possiamo notare i cambiamenti dalla seguente animazione. TETRAMERO DELL’Hb Si può distinguere la conformazione ossi a causa degli O2 in rosso che legano il Fe in blu. Lo spostamento di conformazione si origina dal fatto che nella deossiemoglobina il ferro si trova fuori del piano dell'anello dell'eme In BLU e CELESTE: catene In GIALLO e VERDE : catene In ROSSO: pigmento dell’eme Curva standard di dissociazione/associazione emoglobina-O2 La forma SIGMOIDE è dovuta ad un’interazione molecolare tra i quattro gruppi eme che conferisce all’Hb la proprietà di : a) assumere rapidamente l’O2 a livello dei capillari polmonari, dove pO2 alveolare = 100 mmHg b) cedere altrettanto velocemente l’O2 a livello dei capillari tissutali, dove pO2= 30 mmHg Questo significa che la quantità di O2 trasportata dai polmoni è quasi max. e che la quantità ceduta ai tessuti è notevole, pur essendo la pO2 dei capillari sistemici ancora elevata. La curva può essere modificata da variazioni: 1. Di POSIZIONE 2. Di FORMA : quest’ultima interferisce con il trasporto di O2 molto più che una variazione di posizione MODIFICAZIONI DI POSIZIONE LA CURVA STANDARD SI APPLICA SOLO ALLE SEGUENTI CONDIZIONI: 1. Hb umana di tipo A (HbA: è l’emoglobina presente nell’adulto) 2. pH = 7.40 3. pCO2 = 40 mmHg 4. T = 37 °C 5. [ 2,3- bifosfoglicerato]= 15µmol/g Hb QUANDO I VALORI DI UNO DEGLI ULTIMI QUATTRO FATTORI: A. AUMENTANO: l’affinità dell’Hb per l’O2 si riduce LA CURVA SI SPOSTA A Dx B. DIMINUISCONO: l’affinità aumenta LA CURVA SI SPOSTA A Sx ATTENZIONE! SI MODIFICA LA POSIZIONE non la forma Deviazione a Dx della curva Ridotta affinità A PARITÀ di pO2: 1. NEI CAPILLARI POLMONARI l’Hb lega una minore quantità di O2. 2. NEI CAPILLARI SISTEMICI: aumenta la quantità di O2 che può essere ceduto ai tessuti N.B. :per pO2 > 70mmHg la saturazione è superiore al 90% (parte piatta della curva) pertanto per questi valori di pO2 le deviazioni della curva hanno scarsi effetti sulla concentrazione arteriosa di O2 Deviazione a Sx affinità aumentata A PARITÀ di pO2: 1. Nei capillari polmonari accelera l’assunzione di O2 da parte dell’Hb e questo ha un effetto positivo soprattutto durante l’esercizio fisico (quando la velocità del flusso ematico è aumentata). 2. Nei capillari sistemici riduce la quantità di O2 che viene rilasciata e questo può comportare (in assenza di compenso) ipossia tissutale cioè ridotta disponibilità di O2 per il metabolismo aerobico MODIFICAZIONI DI POSIZIONE 1. EFFETTO DEGLI H+ : è dovuto ad una maggiore affinità di questi ioni per l’Hb desossigenata che per l’ossiemoglobina 2. EFFETTO DELLA CO2: nel plasma la CO2 forma acido carbonico per cui determina modificazioni della [H+] 3. EFFETTO DELLA TEMPERATURA: è quello tipico per tutti gli equilibri chimici: una temperatura più elevata favorisce la dissociazione tra Hb e O2, viceversa 4. EFFETTO DEL 2,3- BIFOSFOGLICERATO (2,3-BPG): si lega con maggiore affinità all’Hb ridotta. Effetto del pH e della CO2 sull’affinità dell’emoglobina per l’O2 è noto come EFFETTO BOHR EFFETTO BOHR Si è visto che per un determinato valore di pO2, il grado di dissociazione della HbO2 aumenta parallelamente all’aumento della pCO2 Ma anche un aumento di [H+] ( che equivale ad una diminuzione di pH) produce lo stesso effetto. PERCHÉ? Perché la CO2 disciolta in acqua è presente come acido carbonico; quest’ultimo viene convertito dall’anidrasi carbonica in bicarbonato e H+ con conseguente riduzione del pH CO2 + H2O H2CO3 HCO3- + H+ Anidrasi carbonica La diminuzione del pH riduce l’affinità dell’Hb per l’O2 consentendo il rilascio dell’O2 legato. L’effetto dei protoni sull’affinità dell’Hb per l’O2 è detto effetto Bohr ed è dovuto al legame dei protoni all’ossiemoglobina secondo la seguente reazione: Hb(O2)4 + nH+ Hb(H+)n + 4O2 ( n di poco > 2 ) Da questa reazione si deduce che i protoni spostano la curva di dissociazione verso Dx promuovendo il rilascio di O2 RILEVANZA FISIOLOGICA DELL’EFFETTO BOHR La presenza di elevati livelli di CO2 e H+ nei capillari dei tessuti metabolicamente attivi determina il rilascio di ossigeno dall’Hb. Nei polmoni, invece, l’elevata concentrazione di ossigeno induce il distacco della CO2 e degli H+ dall’Hb. • La riduzione di pH sposta la curva verso Ds (minore affinità dell’Hb per O2) • L’aumento di pH sposta la curva verso Sn (maggiore affinità di Hb per O2 ) • L’aumento di pCO2 sposta la curva verso Dx ( minore affinità dell’Hb per l’O2) • La riduzione di pCO2 sposta la curva verso Sn (maggiore affinità ) TRASPORTO DELLA CO2 La CO2 viene trasportata nel sangue in tre principali forme: 1. Come CO2 in soluzione fisica (una piccola quota viene convertita ad ac. carbonico, H2CO3) 2. Come ioni bicarbonato HCO3- (~80%) 3. Come forma legata a gruppi aminici liberi delle proteine plasmatiche e dell’Hb (carboemoglobina). Dunque a livello tissutale l’Hb reagisce con gli aminogruppi N-terminali di proteine ed in particolare dell’emoglobina formando formando dei carbammati: …..N3H+ + HCO3NHCOO- + H+ + H2O La reazione di carbammazione dell’Hb oltre a contribuire al trasporto della CO2 comporta il rilascio di protoni che contribuiscono all’effetto Bohr. Inoltre l’introduzione della carica negativa del carbammato al posto della carica positiva degli NH2 terminali favorisce la formazione dei ponti salini tra le catene a e b tipici della deossiemoglobina. Nei polmoni l’elevata pressione parziale di O2 sposta l’equilibrio della (1) verso sinistra portando alla liberazione di protoni che reagendo con il bicarbonato, trasportato dal plasma ai polmoni, permettono la liberazione di CO2. Il meccanismo dell’effetto Bohr a livello molecolare si spiega con la maggiore affinità per i protoni dell’emoglobina in forma deossi. Essenziale è il ruolo di His 146 presente all’estremità C terminale delle catene b. Nella forma deossi il residuo di His 146 ha un pKa elevato e dunque è protonato e caricato positivamente per cui forma un legame ionico con Asp 94 della stessa catena. L’ossigenazione comporta la rottura del legame ionico con conseguente ritorno del pKa a valori normali (~ 6.5), per cui per valori di pH = 7.4 (pH del sangue arterioso) sarà quindi quasi completamente deprotonata. Nell’effetto Bohr oltre a His 146 sono coinvolti con meccanismo analogo altri residui tra i quali gli NH2 terminali delle catene a. Il rilascio di CO2 abbassa l’affinità dell’Hb per l’O2 in due modi: Una parte dell’anidride carbonica si trasforma in bicarbonato e rilascia H+ CO2+ H2O H2CO3 HCO3- + H+ Questa reazione avviene lentamente nel plasma e nei liquidi interstiziali mentre è rapida all’interno degli eritrociti per la presenza dell’enzima anidrasi carbonica Parte del bicarbonato è trasportato all’esterno dei G.R. ma parte reagisce direttamente con l’Hb legandosi agli amino-gruppi N-terminali delle catene formando carbammati: -NH2+ + HCO3- HNCOO- + H+ + H2O Quindi abbassiamo di nuovo il pH e in più formiamo un legame salino tra catene a e b caratteristico dello stato deossi. TRASPORTO della CO2 TEMPERATURA • L’aumento di T sposta la curva verso Ds (minore affinità dell’Hb per O2) • La riduzione di T sposta la curva verso Sn (maggiore affinità di Hb per O2 ) Il 2,3 -BIFOSFOGLICERATO • L'acido 2,3 bisfosfoglicerico (2,3-BPG) è un effettore allosterico negativo, la cui attività si somma a quella di CO2 e H+. • Il 2,3-BPG si lega nella cavità tra le catene b formando legami ionici con residui carichi positivamente e stabilizzando in questo modo la configurazione deossi dell'emoglobina. Il 2,3-BPG è sempre presente e viene allontanato dalla cavità solo in seguito all' ossigenazione. • E’ presente nei globuli rossi nella stessa concentrazione molare dell’Hb. • Il 2,3-BPG abbassa l’affinità dell’Hb per l’ossigeno di 26 volte : stabilizza la forma deossi favorendo il rilascio di ossigeno nei capillari tissutali. • si lega alla deossiHb ma non alla ossiHb FENOMENO DELL’ ADATTAMENTO AD ALTE QUOTE È UN FISIOLOGICO LEGATO: 1. Ad un aumento della sintesi di Hb 2. All’aumento della [2,3-BPG] negli eritrociti PROCESSO Adattamento ad alte quote SHERPAS VARIANTI DELL’EMOGLOBINA La variante più comune è l’Hb fetale ( HbF ): è costituita da 2 catene a e 2 . (a2 2 ) Subito dopo la nascita le catene vengono sostituite dalle b. N.B.: è una condizione FISIOLOGICA!! La sua persistenza dopo la nascita costituisce una condizione patologica Catene 50% Catene Catene 25% 0% -9 Concepimento 0 Nascita 9 Mesi L’HbF ha un’affinità per l’O2 leggermente inferiore a quella dell’HbA ( deviazione a Dx ); però l’HbF non lega il 2,3-BPG per cui funzionalmente mostra un’affinità per l’O2 maggiore della HbA (deviazione a Sx). L’effetto è benefico in quanto consente al feto di “ strappare “ O2 al sangue materno. VARIANTI PATOLOGICHE I. EMOGLOBINOPATIE: per indicare CAMBIAMENTI nella SEQUENZA AMINOACIDICA di una delle catene della globina II. TALASSEMIE: per indicare anomalie dovute a DIFETTI QUANTITATIVI nella produzione delle catene globiniche. La frequenza delle varianti patologiche varia notevolmente tra le diverse popolazioni; alcune sono concentrate in popolazioni nelle quali CONFERISCONO UN VANTAGGIO SELETTIVO ALLO STATO DI PORTATORE . QUESTO VANTAGGIO È SOLITAMENTE LA RESISTENZA AD UN’INFEZIONE COME LA MALARIA. ( Harrison, Principi di Medicina Interna; McGrawHill ) EMOGLOBINOPATIE Sono generalmente prodotte da una sostituzione aminoacidica Sono conosciute centinaia di mutazioni La maggior parte delle mutazioni patologiche sono situate nella tasca idrofobica e nella regione di contatto a-b Circa la metà delle varianti è clinicamente silente Le mutazioni non silenti sono: -spesso letali per la proteina -di solito dannose -molto raramente vantaggiose HbS È una malattia ereditaria dovuta alla presenza nei GR della HbS che polimerizza in particolari condizioni di ipossigenazione e deforma i GR impartendo loro una conformazione falciforme. In inglese si chiama Sickling Cell Disease e da sickle (falce) viene la lettera S con cui è indicata la emoglobinopatia. Nelle catene b dell' emoglobina S l' acido glutammico in A3 (Glu 6) è sostituito da una valina (Val 6). Questo fa sì che Val 6 si inserisca nella tasca idrofobica del gomito EF di una catena b di un'altra molecola di emoglobina. La tasca idrofobica in EF è accessibile solo nelle forme deossi EMOGLOBINA S ANEMIA A CELLULE FALCIFORMI L’EMOGLOBINA S DIFFERISCE DALL’EMOGLOBINA NORMALE PERCHE’ NELLE CATENE (IN POSIZIONE 6) AL POSTO DELL’ACIDO GLUTAMMICO E’ PRESENTE LA VALINA La polimerizzazione della HbS attraverso le interazioni tra le catene laterali idrofobiche delle Val in posizione 6 e le tasche idrofobiche nei ripiegamenti EF delle catene in molecole adiacenti di Hb Ossi HbA Deossi HbA Ossi HbS Deossi HbS La deossiHbS polimerizza formando dei filamenti FORMAZIONE DI FIBRE DI DEOSSIEMOGLOBINA A CAUSA DELLA VALINA MUTATA ERITROCITI NORMALI ERITROCITI A FALCE L’HbS è presente con una frequenza del 10-40% in alcune popolazioni esposte alla malaria endemica. Può essere presente in: A. OMOZIGOSI : in questo caso la malattia si manifesta nel corso del primo anno di vita con aumentata suscettibilità a contrarre infezioni, crisi dolorose, anemia emolitica cronica. SOLO IN OMOZIGOSI LE EMAZIE ASSUMONO LA FORMA A FALCE B. ETEROZIGOSI : in questo caso la [HbS]~ 50%; ne conseguono due vantaggi: 1. non si verifica la falcizzazione per cui , solitamente, è asintomatica 2.offre una protezione nei confronti della malaria in quanto crea condizioni non ottimali per la sopravvivenza del Plasmodio falciparum Polimerizzazione HbS Si osserva il fenomeno della falcizzazione ogni qualvolta la pO2 scende sotto i 50-60 mmHg. La desossi-emoglobina S infatti è meno solubile della desossiemoglobina A e tende a polimerizzare formando, all’interno dell’eritrocita, fasci di fibre tubulari insolubili a decorso parallelo dette “tattoidi.” Questi fasci deformano la struttura del GR che assume un aspetto a falce. EFFETTORI ALLOSTERICI NEGATIVI -pH -CO2 -2,3 bisfosfoglicerato EFFETTO BOHR L’affinità dell’Hb per l’O2 aumenta all’aumentare del pH. TRASPORTO CO2 Ruolo dell’Hb nel trasporto della CO2 Effetto del BPG e della CO2 sulla curva di dissociazione dell’Hb Il BPG è presente nel sangue alla stessa [Molare] della Hb. In assenza di BPG la p50 dell’Hb è 1 torr. In presenza di BPG sale a 26 torr. Quindi abbassa l’affinità dell’Hb di 26 volte. L’EMOGLOBINA FETALE CONTIENE DUE CATENE E DUE CATENE LE CATENE LEGANO IL 2,3-DIFOSFOGLICERATO MENO SALDAMENTE DELLE DUE CATENE CINETICA DI OSSIGENAZIONE DELL’EMOGLOBINA FETALE HbC L’HbC è dovuta alla sostituzione dell’acido glutamico con la lisina nella posizione 6 della catena b della emoglobina. È frequente soprattutto fra le popolazioni nere dell’Africa occidentale (40% nel nord del Ghana). HbE È dovuta alla sostituzione dell’acido glutamico con la lisina nella posizione 26 della catena b dell’Hb. È frequente nel sud-est asiatico TALASSEMIE Due gruppi: • a-talassemia • b-talassemia a-TALASSEMIA Caratterizzata da deficit di sintesi di catene a cui consegue un’eccessiva produzione di catene b nell’adulto e nel bambino, e di catene nel feto. Le catene b si accumulano formando tetrameri: l’Hb di Barts (4) l’Hb H negli adulti Questi tetrameri sono Hb anomale con notevole instabilità, curva di dissociazione dell’O2 spostata a Sx e mancanza dell’effetto cooperativo ( la curva non ha una forma sigmoide) Le manifestazioni cliniche dipendono dal grado di accumulo di questi tetrameri e da quanti dei quattro loci a sono deleti o inattivati da una mutazione. L’a-talassemia è dovuta ,nella maggior parte dei casi, a delezione genetica. Nel cromosoma 16 sono presenti due copie di geni per la catena a per cui sono possibili due alterazioni a livello del singolo cromosoma: A. delezione di entrambe le copie del gene della catena a B. delezione di una sola copia del gene della catena a Da questo si deduce che un individuo può avere da 4 a 0 copie del gene a: 1. 2. ASSENZA DI UNA SOLA COPIA: stato di portatore silente (asintomatico) ASSENZA DI DUE COPIE: alterazione ematologica lieve ( detta trait- talassemico); buon stato di salute 3. ASSENZA DI TRE COPIE: presenza nelle emazie di Hb formata da tetrameri di catene b (HbH = b4); quadro clinico grave 4. ASSENZA DI QUATTRO COPIE: CONDIZIONE INCOMPATIBILE CON LA VITA: MORTE INTRAUTERINA In queste condizioni si forma scarsa quantità di Hb anomala in quanto formata da 4 catene ( Hb Barts = 4 ) b-TALASSEMIE Si distinguono in bo o b+ a seconda che la sintesi delle catene b sia rispettivamente assente o ridotta. TERMINOLOGIA CLINICA: 1. MAJOR : Morbo di Cooley (Thal b0 omozigote); anemia molto grave: il paziente necessita di continue trasfusioni di sangue altrimenti muore prima dell’adolescenza (è la più importante!!) 2. INTERMEDIA: ( Thal b+ omozigote): quadro clinico ed ematologico di gravità intermedia tra la forma major e la minor 3. MINOR : ( Thal b0 eterozigote ): il paziente è affetto da anemia cronica non grave; non richiede trasfusioni 4. MINIMA: ( Thal b+ eterozigote ): paziente portatore del tratto talasssemico; manca ogni manifestazione clinica. INCIDENZA DELLA -TALASSEMIA IN ITALIA È indicata la frequenza degli eterozigoti