IL GIORNALE DELL'ARTE Numero 330, oprile 2013
L'intelligenza
è incancellabile
Come difendersi dall'arte e dalla pioggia
riunisce, per la cura di Beatrice
Benedetti, articoli e saggi di Emilio
Isgrò (1937) pubblicati tra il 1971 e oggi
su quotidiani e riviste, oltre a testi inediti
guaggio elementare, lanciato a sondare
e a due interviste a Isgrò di Arturo
l'infinito. È un'antica sfida, che si rinnoSchwarz e Alberto Fiz, rispettivamente
va. Castellani lo fa non «sulla» superficie,
del 1998 e del 2012. Va subito detto
ma «nella» superficie, per «sculture» della
che il libro ci offre un caleidoscopio
visualità che si cibano di virtualità, per
folgorante di affermazioni e di
una pittura smaterializzatasi in ritmo pusuggestioni: perle di lucida intelligenza
ro, in respiro: il quadro si gonfia e si svuodistillate nel corso di quarant'anni, che
ta come un polmone. Fondamentale fu
dimostrano un'ininterrotta coerenza di
l'incontro e poi il sodalizio con Piero
pensiero. I temi prediletti da Isgrò sono
sì il senso del suo lavoro («cancellare
Manzoni, sul finire degli anni '50 a Milasignifica creare, non distruggere»),
no, che sfocerà nella creazione della rivispiegato in alcuni momenti (la
sta «Azimuth» e della Galleria Azimut. Nel
cancellazione dell'Enciclopedia Treccani
febbraio '63 Manzoni, ventinovenne,
muore; Castellani prosegue così da solo il
nel 1970, della Costituzione nel 2010,
tragitto mai tradito in un arte, come dirà
del Manifesto del Futurismo nel 2012,
più tardi, «il cui spazio di riferimento è lo spal'irruzione delle api e degli insetti; nella
zio mentale». Nel 1966 ottiene una sala perfoto: «Fratelli di Sicilia», 2008), ma
sonale alla Biennale di Venezia, nel '67 alsoprattutto la storia dell'arte, il mercato
e la critica. Non mancano le analisi sulle
lestisce il suo «Ambiente bianco» alla movicende politiche e sociali, sulle
stra «Lo spazio dell'immagine» di Foligno,
l'anno dopo è a La Tartaruga di Roma con
ideologie (cui riserva alcune memorabili
l'installazione «Muro del tempo»: 8 metroscudisciate), sulla Sicilia natia, con
nomi che scandiscono il tempo, n tempo,
considerazioni sui suoi peccati originali (i
nelle scansioni puntiformi delle tele di Casiciliani, popolo intelligente, se ne
stellani, misura spazi potenzialmente illistanno «sulle vette della più pura
mitati (la «vocazione infinita-» di cui parla Goastrazione, quella che da le vertigini»,
ra), li svuota di tutto ciò che non sia respima cadono «immancabilmente nel fango.
ro visivo. Di qui la biografia di poche paDa Pirandello a Riina, insomma senza
niente in mezzo», come dice a Schwarz).
role: il respiro non si conta. Ma il respiro
anima tante forme diverse: sono le «opeIn verità, la distinzione dei temi è solo
re atipiche», che pure puntellano l'intero
formale, perché continuamente Isgrò
excursus di Enrico Castellani, da quelle
attraversa i confini, trova collegamenti,
angolari, a quelle a sagomatura irregolasuggerisce conclusioni che partono da
un terreno e arrivano a dissodarne un
re, dai polittici a quelle con estremità agaltro. Così, quando l'artista spiega a
gettanti, per non dire degli appuntamenti con le installazioni ambientali. Il primo
Schwarz il senso profondo del suo
tomo del Catalogo ragionato illustra a colomonumento al seme d'arancia installato
ri opere fino al 2010. È l'anno in cui l'erea Barcellona Pozzo di Gotto (Messina),
suo paese natale, dice che esso intende
mita di Celleno si recò in Giappone per ri«educare a essere liberi e rispettosi
cevere da Sua Altezza Imperiale il principe Hitachi il Praemium Imperiale per
della libertà altrui in un mondo che non
la pittura. Q Guglielmo Gigliotti
lo è mai abbastanza», ma si sofferma
anche su uno dei rovelli che ritornano
Enrico Castellani. Cata- „ negli anni: la necessità della
Castellani
logo ragionato, a cura di | differenziazione nello sviluppo dell'arte,
Renata Wirz con Federico | contro l'affermazione di un'arte globale,
Sardella, 2 tomi, 652 § contro la «standardizzazione delle
pp., ili., Skira, Milano | emozioni, del vivere, del gusto» generata
2013, € 300,00
e da «un'arte multinazionale, colonizzatrice
w.^% —^^ «__1P.
ido a Milano, in
fc.
fo dì Cambio, che propose Angùria Ma-
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e coloniale», alla quale l'Italia non si è
certo opposta, accettando invece di
farsene invadere. Isgrò denuncia
«un'arte che sta tutta con il denaro,
come un tempo stava tutta con il
partito» e arriva a dire che «l'arte
sovietica celebrava il partito, l'arte
globale celebra la finanza». La critica
all'arte vincente degli ultimi
quarant'anni è costante e radicale:
dalla Pop art a quella minimal, dal
concettuale alla neopittura. Isgrò dice la
sua a mercanti (Leo Castelli), si misura
con critici e storici dell'arte (Celant,
Caroli, Sonito Oliva, Calvesì, Ceccato), e
fa pure autocritica, parlando dei limiti
intrinseci della poesia visiva.
In un inedito del 2012, II pentimento di
Saatchi, polemizza aspramente con il
collezionista inglese, sostenendo che non
si è accorto che i suoi artisti non hanno
fatto altro che sostituire ai feticci verbali
del Concettualismo americano gli «altrettanto indifferenti, tautologici, autoriflettenti
feticci di plastica in grado di dare un'illusione di vita anche al Teschio ingioiellato di
Hirst o al Cuore abbagliante di Koons».
Isgrò ne trae una conclusione generale:
«Se l'etica del manager è il successo
garantito, l'etica dell'artista è la sconfitta
sicura. E per un artista è sempre meglio
perdere nella chiarezza che vincere al
buio». Nella conversazione con Rz, Isgrò
rivela una verità profonda («non puoi
vincere se non metti in conto di perdere»),
che si salda a un profetico presagio di
vent'anni fa: «II luogo del margine e del
silenzio diventa per ciò stesso il luogo
privilegiato di un nuovo modo di concepire
l'arte, il teatro, la letteratura».
Q Sandro Parmiggiani
Come difendersi
dall'arte e dalla pioggia.
Emilio Isgrò, a cura di
Beatrice Benedetti, 268
pp., Maretti Editore, San
Marino 2013, € 22,00
«bambino» che regge un candeliere e,Ja"
martirp rpfanpsp TI nrimo in realtà. Una
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