UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA DIPARTIMENTO DI SCIENZE CHIRURGICHE U.O.C. DI CHIRURGIA D’URGENZA E DEI TRAPIANTI D’ORGANO Dir.: Prof. C. FAMULARI Prof. Sebastiano Pantè Congr. Naz. Contemporanei: SICUT Palermo, 6-8 Ottobre 2004 INTERVENTI CHIRURGICI PROLUNGATI (> sul bacino e sull’addome) > Incidenza di complicanze tromboemboliche EUROPA Incidenza fino a 10 volte sulla POPOLAZIONE OSPEDALIERA Costi diretti ospedalieri EP1 TVP2 IM3 Ictus3 0 2500 5000 7500 10000 Costi diretti per evento (US$) 1. Hawkins DW, et al. Am. J. Health Syst. Pharm. 1997; 54: 1185–1190 2. Thompson-Ford JK. Pharmacotherapy 1998; 18: 748–758 3. Estimates based on Medicare reimbursement rates (US 1997) and Hunink MG, et al. J. Vasc. Surg. 1994; 19: 632–641 4. Bergqvist D, et al. Ann. Intern. Med. 1997; 126: 454–457 IL TROMBOEMBOLISMO VENOSO È UNA PATOLOGIA VASCOLARE COMUNE, SEVERA, DEBILITANTE, COSTOSA, SPESSO SILENTE E POTENZIALMENTE A RISCHIO DI MORTE. 80% TVP clinicamente silente ( la maggior parte non diagnosticata) Embolia polmonare Nel 70% dei pz. con TVP principalmente asintomatica POST-OPERATORIO Il 35-40% si risolve spontaneamente entro 72h Il PERIODO DI RISCHIO di TVP nel post-operatorio 45 -90 giorni dall’intervento (Grady D., 2000; Heit JA, 2000) A lungo termine: TVP RECIDIVE 2 anni RECIDIVE 8 anni Sindr.post2 anni Sindr.post8 anni Sopravvivenza Sopravvivenza 2 ann 8 anni 17% 30% 25% 30% 80% 68% EUROPA USA incidenze + elevate Delle TVP solo il 34% si riscontrano in pazienti chirurgici Orientamento cercasi Fisiopatologia + sorveglianza + diagnosi + profilassi rispetto ai pz. NON chirurgici LA PROFILASSI E’ CERTAMENTE LA MIGLIOR TERAPIA Anticoagulanti Mobilizzazione Mezzi fisici Momenti eziopatogenetici delle TVP post-operatorie (durante l’intervento e Immediato post-operatorio) Fisiopatologia Attivazione dei fattori della coagulazione Rallentamento flusso venoso Entità riduzione flusso ematico Durata immobilizzazione Stasi venosa Fattore Xa Tromboplastina tissutale Lesioni endotelio parete venosa dopo trauma RISCHIO tromboembolico Stato di “ipercoagulabilità” In prossimità delle valvole venose (“a nido di piccione”); Nel m. soleo ( numerosi seni venosi); In dilatazioni varicose e biforcazioni venose. Alterazioni fisiopatologiche della coagulazione attivazione “estrinseca” attivazione “diretta” attivazione “intrinseca” presente nella corrente sanguigna la “tromboplastina tissutale”, tale fattore può essere prodotto da un tessuto leso (necrosi tissutali, ustioni o traumi) o dai monociti stimolati dalle endotossine batteriche produzione fattore Xa dalle proteasi cellulari, che in genere vengono sintetizzate dalle cellule cancerose mucipare quando sono presenti lesioni dell’endotelio vasale; spesso però le tromboembolie venose non risultano secondarie a lesioni dell’endotelio, se non in caso di lesioni traumatiche della parete venosa. Dall’intensità dello stimolo che provoca l’attivazione della coagulazione Dalla velocità del flusso ematico Dipende la velocità di formazione della fibrina Nel paziente chirurgico la concentrazione plasmatica del fibrinogeno è incrementata, ciò comporta un aumento della viscosità ematica che aggrava ulteriormente il già rallentato flusso ematico. NECESSITA’ DI ATTUARE LA PROFILASSI un rapido flusso diluisce: Tromboplastina tissutale Fattore Xa NON interazione con le piastrine Predizione preoperatoria della TVP Gestione dei pz. potenzialmente a rischio immobilità prolungata, ictus, paralisi; pregressa TVP/ EP; neoplasia e terapie antiblastiche; obesità; vene varicose; trauma (soprattutto fratture della pelvi, anca o gambe); cardiopatia (scompenso cardiaco cronico; pregresso IMA); malattia infiammatoria intestinale; sindrome nefrosica; gravidanza o uso di estrogeni; trombofilia; sindromi da iperviscosità] Consensus Conference ACCP1998 Consensus Conference ACCP 2000 4 classi di rischio: Minimo Moderato Alto Massimo Società scientifiche italiane Pz. chirurgico + eventuali Fattori di rischio specifico SCHEMA DI PROFILASSI (CONSENSUS CONFERENCE ACCP 1998 E MOD. 2000) rischio minimo mobilizzazione precoce & aggressiva rischio moderato mobilizzazione precoce & aggressiva nessuna profilassi farmacologica calze elastiche a compressione graduata (CE) protezione addizionale rischio alto mobilizzazione precoce & aggressiva calze elastiche a compressione graduata (CE) eparina non frazionata, ENF, 0,2 mL x 2/ d SC, iniziando 12 ore prima dell’intervento In alternativa: EBPM [2.0003.500U/ d] in unica somm. SC, inizio 1-4 ore prima interv. In alternativa: (CPI) Compr. ENF 0,2 mL x 3/ d SC, iniziando 1-2 ore prima dell’intervento In alternativa:, EBPM 4.0006.000 U/d in 1 o 2 somm./ d SC, inizio 8-12 ore prima o 1-2 ore prima o 8-12 ore dopo l’intervento In alternativa: (CPI) Compr. ENF 0,2 mL x 3/ d o dosaggio aggiustato: 3.500 U SC ± 500 U ogni 8h,PTT ogni 4h In alternativa:, EBPM 4.0006.000 U/d x 2/ d SC, inizio 8-12h prima o 1-2h prima o 8-12h dopo l’intervento + (CPI) Compr. protezione addizionale rischio massimo mobilizzazione precoce & aggressiva Pneum. Intermitt. Inizio prima interv. e nei periodi di allettamento Pneum. Intermitt. Inizio prima interv. e nei periodi di allettamento Indicata se elevato rischio emorragico Pneum. Intermitt. Inizio prima interv. e nei periodi di allettamento Consensus Conference ACCP1998 Consensus Conference ACCP 2000 4 classi di rischio Rischio specifico Valore “cumulative” età (40 anni; 40-60 anni; >60 anni), tipo di intervento (intervento minore; non maggiore; maggiore) difficoltà ad applicare la classificazione a rischio; è ambigua la definizione del valore “cumulative” non vi sono criteri univoci in base ai quali far rientrare un intervento in una categoria rispetto all’altra così si è sviluppata: STRATEGIA DI PROFILASSI GENERALIZZATA Basata sul tipo di intervento e non sul rischio del paziente STRATEGIA DI PROFILASSI GENERALIZZATA Basata sul tipo di intervento e non sul rischio del paziente !? INQUADRAMENTO pz. chirurgico la sede, la tecnica e la durata dell’intervento; il tipo di anestesia; la presenza di infezioni; il grado di immobilizzazione postoperatoria. Rischio emorragico perioperatorio Società scientifiche italiane SISET SIDV-GIUV CIF SIAPAV 3 classi di rischio - Società Italiana per lo Studio dell'Emostasi e Trombosi; - Società Italiana di Diagnostica Vascolare; - Collegio Italiano di Flebologia; - Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare) Minimo Moderato Massimo “va considerato che il rischio di tromboembolismo venoso corso dai pazienti sottoposti nei nostri giorni a interventi di chirurgia generale sia più basso, rispetto al passato, verosimilmente grazie ai progressi della tecnica chirurgica”. raccomandano per la chirurgia laparoscopica di considerare i pazienti a rischio moderato/alto alcuni studi hanno evidenziato TVP •dopo surrenalectomia (Gagner M, Pomp A, Heniford BT.,1997) •dopo colecistectomia (Patel MI, Hardman DT, Nicholls D.,1996). SCHEMA DI PROFILASSI SISET, SIDV-GIUV, CIF, SIAPAV rischio minimo mobilizzazione precoce & aggressiva rischio moderato mobilizzazione precoce & aggressiva nessuna profilassi farmacologica calze elastiche a compressione graduata (CE) protezione addizionale rischio alto mobilizzazione precoce & aggressiva In associazione: calze elastiche a compressione graduata (CE) o CPI eparina non frazionata, ENF, 5000 U x 2/ d SC, inizio minimo 2-3h prima dell’interv. o la sera prima In alternativa: EBPM 1.7503.100 U/ d inizio minimo 2-3h prima dell’interv. o la sera prima In alternativa: (CPI) Compr. eparina non frazionata, ENF, 5000 U x 3/ d SC, inizio minimo 2-3h prima dell’interv. o la sera prima In alternativa: EBPM 25005000 U/ d inizio la sera prima dell’interv. CE oppure CPI (Compr. Altra possibilità: AO (INR 2-3, inizio post-op.). Pneum. Intermitt. Inizio prima interv. e nei periodi di allettamento Pneum. Intermitt. Inizio prima interv. e nei periodi di allettamento) oltre alla terapia farmacologica sec. le linee guida attualmente l’orientamento nella profilassi delle TVP in chirurgia si giova anche: idratazione adeguata del paziente (risparmio sangue ed emodiluizione normovolemica passiva perioperatoria), soprattutto se attuata con colloidi precoce mobilizzazione: progressi della chirurgica tradizionale chirurgia mini-invasiva esigenze gestionali delle aziende ospedaliere (drg) sempre più diffusa offerta ai pazienti della fisioterapia post-operatoria nei periodi di allettamento. + metanalisi consente incidenza TVP, con o senza terapia, anche in pz. ad alto rischio attualmente l’orientamento nella profilassi delle TVP in chirurgia si giova anche: Mezzi fisici: Fasce elastiche Calze elastiche a compressione graduata Gambaletti gonfiabili a compressione pneumatica intermittente pressoterapia RACCOMANDAZIONI fatte dai Consensus Conference ASRA 1998 e 2002 a) controllo delle piastrine nei pazienti con profilassi preoperatoria prolungata (oltre 4 giorni) per il rischio di trombocitopenia eparino-indotta; b) massimo allarme per le nuove aggressive terapie piastriniche multimodali (ASA, dipiridamolo, tienopiridine, spesso associate a EBPM), pertanto è consigliato sospendere la ticlopidina per 14 giorni prima di un intervento chirurgico, il clopidogrel per 7 giorni, etc.. ; c) inoltre viene segnalata come potenzialmente trombogena una classe di farmaci recentemente introdotta in commercio, quella degli inibitori Cox2. TVP Fisiopatologia Profilassi Orientamento cercasi LA MIGLIOR TERAPIA ? Trombolisi Mezzi fisici Chirurgia Anticoagulanti