TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA CAPITOLO 10 10 TECNOLOGIE DI COLATA Sinossi 10.1 Fusione L e tecnologie di colata sono state le prime ad essere utilizzate dall’uomo per la lavorazione dei metalli e per molto tempo esse ne hanno costituito il processo di trasformazione principale. Ai giorni nostri molti settori manifatturieri adottano ancora estensivamente queste tecniche, che nel frattempo sono molto evolute e sono in grado di fornire manufatti ad alte prestazioni a costi competitivi. A causa delle morfologie esili e sottili dei tipici componenti strutturali, le tecnologie di colata secondaria trovano applicazioni limitate, ma ben consolidate, nelle costruzioni aerospaziali: componenti di carrelli, parti di motori, attacchi strutturali di forza, etc. Inoltre, alcuni metalli e leghe metalliche di peculiare utilizzo aerospaziale sono particolarmente adatti ad essere trasformati tramite tecniche di colata. Infine, le tecniche di colata primaria sono alla base di tutte le tecnologie secondarie dei metalli. Il presente capitolo prende in considerazione principalmente le tecniche di colata secondaria (per la produzione di pezzi finiti -getti di fusione-) piuttosto che quelle di colata primaria (per la produzione di lingotti), riferendosi in particolare alle leghe di alluminio, di magnesio ed agli acciai speciali. Nella prima parte verranno analizzati i problemi generali (fusione riempimento, solidificazione, ritiro, segregazione), per passare poi alla disamina delle tecnologie specifiche. I processi di colata comportano un passaggio di stato: il metallo deve essere riscaldato sino a fusione per poter essere colato nello stampo e assumerne la forma. L’energia termica necessaria a questo fine è data dalla somma di tre contributi: calore necessario per portare il materiale alla temperatura di fusione; calore latente di fusione per trasformare il materiale da solido a liquido; calore necessario per portare il materiale dalla temperatura di fusione a quella necessaria alla colata: H = V[Cs(Tm - To) + Hf + Cl(Tp – Tm)] dove: H calore totale necessario per arrivare a Tp densità del metallo V volume del metallo Cs calore specifico del metallo solido Cl calore specifico del metallo fuso Hf calore latente di fusione To temperatura iniziale (ambiente) Tm temperatura di fusione Tp temperatura di colata Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 1 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA L’operazione di riscaldamento viene effettuata in forni, che possono essere caratterizzati da diversi principi di funzionamento. La scelta di un forno deve basarsi sulle seguenti considerazioni: fondo della suola. E’ una tipologia particolarmente adatta alle leghe di alluminio. di forno - a riscaldamento indiretto -crogiolo- (Figura 10.2): molto usato nella storia della metallurgia. Il metallo contenuto nel crogiolo viene riscaldato con idrocarburi gassosi o liquidi, combustibile fossile o elettricamente. Possono essere stazionari, basculanti o completamente mobili. Sono particolarmente adatti alla fonderia delle leghe leggere e degli acciai. fattori economici (prezzo d’acquisto e lifecycle-cost); composizione e temperatura di fusione della lega che si intende produrre; possibilità di controllare l’atmosfera per evitare contaminazioni; - ad arco elettrico (Figura 10.3): hanno un elevato rateo di fusione, e quindi sono adatti a grandi produzioni. Sono meno inquinanti rispetto agli altri tipi di forni e sono in grado di mantenere il metallo fuso a temperatura costante per lunghi periodi di tempo, consentendo così operazioni di alligazione anche complicate; capacità e rateo di fusione; invasività ambientale (inquinamento chimico, termico ed acustico); tipo e costo del combustibile o dell’energia elettrica; - a induzione (Figura 10.4): sono particolarmente adatti alle piccole fonderie e consentono la produzione di piccole quantità di fuso, di composizione strettamente controllata. Ne esistono di due tipi: coreless, nel quale il crogiolo è avvolto da spire di rame raffreddate ad acqua entro cui passa corrente ad alta frequenza forti effetti di rimescolamento elettromagnetico, ottime capacità di alligazione ed aggiunta di nuovi alliganti; channel, nel quale il crogiolo è solo in parte avvolto dalle spire, entro cui passa corrente a bassa frequenza particolarmente adatto al super-riscaldamento per aumentare la fluidità del fuso; possibilità di sovra-riscaldare il fuso; tipo di carica che può essere utilizzata (sfridi rifusi, rottami, metallo primario, etc.) Di seguito ne vengono presentati i tipi principali, i primi tre dei quali particolarmente adatti alla fonderia delle leghe di alluminio e di magnesio: - a riscaldamento diretto (Figura 10.1): essi sono costituiti da un letto di fusione (suola), sul quale il materiale viene riscaldato dalla fiamma di bruciatori collocati ai lati del forno. Nel caso di forni a riverbero, il calore della fiamma viene riflesso dal soffitto e dalle pareti del forno e concentrato sul metallo che, una volta fuso, viene evacuato attraverso un’apertura sul - a cupola (Figura 10.5): sono serbatoi verticali in acciaio, rivestiti all’interno di materiale refrattario e riempiti con strati alternati di coke e di metallo. Essi operano in continuo, sono caratterizzati da elevati ratei di fusione e sono adatti alla produzione in massa degli acciai. Figura 10.1 – Forno a riscaldamento diretto. Figura 10.2 – Forno a riscaldamento indiretto. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 2 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.3 – Forno ad arco elettrico. manualmente oppure tramite una gru. E’ necessario evitare l’introduzione di ossidi nello stampo di fusione: a questo fine, durante il tragitto, il fuso viene protetto in superficie da speciali additivi e filtrato prima di essere colato; inoltre, spesso, la lingottiera viene svuotata dal fondo. Durante il riempimento dello stampo si possono verificare eventi particolarmente critici, tali da influenzare la qualità finale del getto: - interazioni gassose con il fuso: un metallo fuso è un composto chimico estremamente reattivo, nei confronti sia dell’ambiente gassoso che lo sovrasta, sia del materiale che costituisce il crogiolo che lo contiene. Questa reattività deriva dalla tendenza del fuso a raggiungere la condizione di equilibrio con l’ambiente circostante. La combustione degli idrocarburi entro i forni produce acqua, i rivestimenti refrattari rilasciano umidità: il metallo fuso M reagisce: Figura 10.4 – Forno a induzione. M + H2O MO + H2 dando luogo ad ossidi MO ed idrogeno H2 = 2[H], la cui solubilità nel fuso (dipendente dalla temperatura) è espressa dalla relazione: [H]2 = kPH2 la quale consente di determinare la pressione parziale di idrogeno che sta in equilibrio con una data concentrazione di idrogeno in soluzione nel fuso. La Figura 10.7 che ne consegue, si riferisce alla solubilità dell’idrogeno nell’alluminio fuso; per una umidità atmosferica del 30%, un fuso alla temperatura di 750°C incorpora 1ml/kg di idrogeno: livello già inaccettabile rispetto agli standard tecnologici aerospaziali. Figura 10.5 – Forno a cupola. I forni vengono preventivamente caricati con il metallo primario commercialmente puro (usualmente costituito da sfridi ri-fusi), gli alliganti e gli additivi che svolgono le funzioni di disossidare, de-gassare, raffinare e pulire il fuso dai residui provenienti dalle pareti del crogiolo. Per le leghe d’alluminio, questi additivi possono essere costituiti da cloruri, floruri e borati di alluminio, sodio, magnesio, calcio e potassio. Figura 10.6 – Crogiolo o siviera. Si noti che l’unico gas solubile nell’alluminio e nel magnesio in quantità rilevanti è l’idrogeno. Al problema si può ovviare in due modi: Una volta completato il processo, il metallo fuso viene trasferito dal forno allo stampo per mezzo di un crogiolo o di una siviera (Figura 10.6), movimentabili Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 3 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA proteggendo il fuso all’interno del forno con un’atmosfera di gas inerte; de-gassando il fuso (insufflazione) con azoto tramite accrescimento della zona ossidata interna. stripping Figura 10.7 – Solubilità dell’idrogeno nell’alluminio fuso. - formazione di film superficiali: come mostrato nella relazione precedente, sulla superficie del fuso si ha la formazione di un film di ossido. Nel caso di alluminio puro si tratta inizialmente di -alumina, che impedisce la formazione di ulteriore ossido; poi essa si trasforma in -alumina, che consente l’ispessimento del film ad un rateo maggiore. Per leghe alluminio-magnesio, lo strato di ossido è costituito da spinello (Al2O3 + MgO), per maggiori concentrazioni di magnesio, da MgO puro - incorporazione dei film nel fuso: il film superficiale non è pericoloso fin tanto che rimane superficiale; il problema sorge quando il film viene inglobato, e ciò avviene principalmente in due circostanze (Figura 10.8): Figura 10.8 - Modalità di incorporazione del film superficiale nel fuso. (a) il film rimane superficiale (nessun inglobamento); (b) formazione di dross ring a causa dell’aggiunta del metallo primario o alliganti nel fuso, (c) inglobamento di aria e del film nel fuso quando dal crogiolo o dalla siviera il fuso viene colato entro lo stampo. quando vengono aggiunti metallo primario o alliganti nel fuso contenuto nel crogiolo entro il forno; quando dal crogiolo o dalla siviera il fuso viene colato entro lo stampo. A causa dei moti turbolenti, il film superficiale si ripiega su se stesso (Fig.10.9), può aumentare il proprio spessore, portando a contatto due superfici ossidate, e creando così non solo un’inclusione, bensì una cavità. Le conseguenze sono: ridotta fluidità del fuso ridotta resistenza fatica ridotte caratteristiche meccaniche in generale Figura 10.9 – Moto turbolento in un film superficiale. problemi di lavorazione alla macchina utensile perdita di tenuta (a causa delle cavità) Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 4 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA I moti turbolenti alla base di questo meccanismo non sono però legati ad una turbolenza interna, descritta dal numero di Reynolds, il quale deriva dal confronto tra la pressione inerziale e quella viscosa: - caratteristiche del metallo fuso: viscosità tensione superficiale presenza di inclusioni Re = vl/ percorso di solidificazione dove: - caratteristiche del processo di colata: Re numero di Reynolds v velocità progetto dello stampo densità materiale costituente lo stampo e sua rugosità l lunghezza caratteristica grado di possibile super-riscaldamento viscosità rateo di riempimento meccanismi di trasmissione del calore bensì da una turbolenza superficiale, descritta dal numero di Weber, che deriva dal confronto tra la pressione inerziale e la tensione superficiale: La fluidità può essere misurata attraverso numerosi tipi di test, uno dei quali, mostrato in Figura 10.11, correla la fluidità con la distanza che il metallo fuso percorre lungo il canale spiroidale: la fluidità Lf è misurata dalla (massima) lunghezza percorsa dal metallo fuso entro tale canale. We = v2r/ dove: We numero di Weber v velocità densità r raggio di curvatura locale della superficie tensione superficiale. I valori limite da mantenere, ove possibile, sono: flusso laminare < Re=2000 < flusso turbolento quiete superficiale < We=0,5 < turbolenza superficiale - formazione di superfici di discontinuità interne: specie per le fusioni in lega d’alluminio, anche nei casi in cui non si crea e non si ingloba il film superficiale, la geometria dello stampo può obbligare il flusso di metallo fuso a separarsi per poi riunirsi lungo una superficie remota (Figura 10.10). Una tale separazione e ricongiungimento comporta di norma la formazione di un film che ricopre i due fronti di flusso. Si possono verificare allora le seguenti circostanze: i due fronti non si incontrano affatto; i due fronti si incontrano, ma la giunzione è priva di resistenza; la giunzione ha una resistenza parziale; Figura 10.10 - (a) Esempio di moto di un fluido, separazione e ricongiungimento, attorno una superficie di separazione (b) e (c) esempi di stampi che obbligano la separazione del flusso del metallo fuso. la giunzione ha una resistenza completa. I primi due difetti sono facilmente rilevabili; nel quarto caso il problema non si pone; la terza situazione è la più critica, in quanto il difetto è difficilmente rilevabile e la resistenza solo parziale. Le contromisure risiedono perciò solo in un opportuno progetto del numero e del tipo dei canali di colata. La fluidità dei metalli puri e degli eutettici, che solidificano ad un preciso valore di temperatura, è ben diversa dalla fluidità delle leghe, che solidificano in un ampio campo di temperature (Figura 10.12); inoltre la fluidità di queste ultime dipende dalla percentuale di alligazione (Figura 10.13). Tutti i comportamenti che influiscono sulla capacità di un metallo fuso di riempire uno stampo sono legati alla fluidità, che a sua volta dipende da: Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 5 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Lf = Vtf /2 (*) (lega) Una volta definito m come il modulo del getto, ovvero il rapporto tra il suo volume e la superficie esterna di raffreddamento, si osserva che la fluidità aumenta: all’aumentare della temperatura del fuso; all’aumentare della temperatura dello stampo; all’aumentare dell’isolamento termico dello stampo, per cui risulta, ponendo k e k’ costanti e h rateo di trasmissione del calore attraverso l’interfaccia fuso/stampo metallico: tf = km2 (colata in sabbia) Figura 10.11 – Esempio di strumentazione per la misura della fluidità. tf = k’m/h (colata in conchiglia metallica) da cui risulta: Lf/m = kVm (colata in sabbia) Lf/m = k’V/h (colata in conchiglia metallica) Queste due semplici relazioni consentono di prevedere la possibilità per uno stampo di essere riempito. Infine, si usa il concetto di colabilità per definire la facilità con cui un metallo può essere fuso e colato per ottenere un manufatto di buona qualità: tale concetto comprende non solo la fluidità, ma anche altri aspetti tecnologici quali: il materiale dello stampo e la sua conducibilità termica che ne limita la flussabilità; lo spessore del condotto da riempire che, a causa della tensione superficiale che si genera al suo interno ne limita la riempibilità. Figura 10.12 – Fluidità di leghe Pb-Sn. Ciò giustifica ad esempio il largo utilizzo che viene fatto delle leghe eutettiche Al-Si rispetto alle leghe AlCu: le seconde sono molto più prestanti, mentre le prime sono molto più facilmente colabili. Alla base di questa differenza sta la diversa modalità di solidificazione (Figura 10.14), che nel caso di metalli puri/eutettici consiste nella formazione di fronti di solidificazione piani, che si ricongiungono dalle pareti verso il centro, occludendo il canale, mentre nel caso delle leghe si ha una progressiva formazione di dentriti: quando essi raggiungono il 50% del volume del materiale(*) avviene l’occlusione del canale. Perciò, definendo V e tf rispettivamente la velocità ed il tempo di riempimento, è possibile calcolare nei due casi la massima lunghezza percorsa dal metallo entro il condotto, ovvero la fluidità Lf: Figura 10.13 – Fluidità in funzione della percentuale di alliganti parametrizzata rispetto alla temperatura. Lf = Vtf (metallo puro o eutettico) Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 6 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA flusso di metallo lascerebbe spazio per aspirare aria all’interno dello stampo. Su queste basi è inoltre possibile calcolare il tempo di riempimento tf di uno stampo di volume V: tf = V/Q Poiché si sono trascurate le perdite di carico per attrito, questo tempo deve considerarsi come valore minimo. In termini operativi, la fase di travaso dal crogiolo o dalla siviera allo stampo è la più critica e normalmente è responsabile della nascita della maggior parte di difetti e quindi di scarti in processo di colata. Per prima cosa è necessario verificare se il metallo fuso è in grado di riempire lo stampo. Per le leghe d’alluminio, in genere questo è possibile per sezioni non più sottili di circa 2mm. Il problema può essere quantificato a partire dalla relazione: Figura 10.14 - Modalità di solidificazione. (a) Metalli puri/eutettici (b) Leghe Pi – Pe = (1/r1 + 1/r2) ove: 10.2 Riempimento P1 = pressione interna al fuso e relazioni generali che governano il meccanismo di riempimento dello stampo da parte del metallo fuso sono: L P2 = pressione esterna - il teorema di Bernoulli, che stabilisce la costanza dell’energia totale del fluido in ogni sezione del flusso: r1 = raggio del menisco nel piano 1-1 h1 + p1/g + v12/2g = tensione superficiale r2 = raggio del menisco nel piano 2-2 (perp. a 11) + F1= h2 + p2/ g + v2 /2g + F2 2 Nel caso in cui la pressione di riempimento supera la resistenza dovuta alla tensione superficiale si ha: dove: h altezza Pi – Pe > 2/r densità Pi – Pe > /r p pressione - la legge di continuità, che stabilisce che la portata volumetrica del fluido si conserva in ogni sezione del flusso: queste formule, valide rispettivamente per un condotto circolare di raggio r = r1 = r2 e per un piatto sottile di spessore 2r1 = 2r per cui 1/r2 è nullo, possono venir utilizzate per calcolare l’altezza h da cui deve essere colato il fuso per garantire il riempimento di un meato di spessore 2r durante la colata per gravità a pressione atmosferica. Ponendo la densità del fuso e g l’accelerazione di gravità, la pressione idrostatica all’altezza h è espressa come gh. La pressione totale all’interno del fuso è data dalla somma della pressione idrostatica e della pressione atmosferica Pa. La pressione esterna al fuso è data dalla somma della pressione ambiente e della pressione dei gas contenuti nello stampo in sabbia Pm, per cui la relazione diventa: Q = v1A1 = v2A2 (Pa + gh) – (Pa + Pm) > /r v velocità g accelerazione di gravità F perdita di carico Trascurando le perdite di carico, considerando che il processo avvenga a pressione atmosferica, che la base del canale di colata sia alla quota h2 = 0, che la velocità iniziale del fluido sia v1 = 0, si può calcolare la velocità del flusso: v2 = (2gh1)1/2 ovvero: dove: gh – Pm > /r Q portata volumetrica da ciò si evince che: v velocità l’outgassing degli stampi ne ostacola il riempimento, quindi essi vanno provvisti di fori di drenaggio; A area della sezione Queste ultime due relazioni dimostrano che il canale di colata deve essere rastremato: se così non fosse, all’aumentare della velocità, la ridotta sezione del Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 7 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA la pressione atmosferica non gioca alcun ruolo, così come l’eventuale grado di vuoto; nel caso di colata vacuum-assisted, viceversa il vuoto garantisce l’outgassing degli stampi (Pm=0) e conferisce alla pressione atmosferica un effetto propulsivo: Pa + gh > /r Va notato che quando nella colata in sabbia per gravità, la pressione esterna è tale da vincere la resistenza offerta dalla tensione superficiale, il metallo fuso inizia a riempire lo stampo, ma anche a permeare gli strati più esterni dello stampo in sabbia peggioramento della rugosità superficiale. Per ovviare a questo problema: si usano sabbie di granulometria minore; si riveste la superficie dello stampo Viceversa, nella presso-colata in conchiglia (pressioni tipiche 1000 di bar) e nella colata centrifuga (accelerazioni tipiche di 100g), si ottengono getti con raggi di raccordo sino a 0,001mm. Una volta verificata la possibilità di riempimento dello stampo, è necessario ottimizzarne la procedura in modo da limitare al massimo la generazione di difetti; questo passa attraverso la progettazione ottima del sistema di riempimento, i cui elementi principali sono: Figura 10.15 - Tipologie non ideali/ideali di sistemi di riempimento (sopra e sotto rispettivamente). camera di riempimento (cup/bush) canale di colata (sprue) canale principale di adduzione (runner) canali secondari di riempimento (gates). Un buon sistema di riempimento deve possedere le seguenti caratteristiche (Figura 10.15): dimensioni ed ingombri il più possibile limitati; capacità di riempire lo stampo alla velocità richiesta; capacità di trasferire solo il metallo fuso e non le inclusioni; capacità di evitare la turbolenza superficiale; facilità di rimozione al termine del processo; tolleranza rispetto alle variabilità tecnologiche (velocità di riempimento, temperatura del fuso e dello stampo, etc.). Figura 10.16 – Teorema di Bernoulli applicato al canale di colata. A tal fine, nel seguito, vengono illustrati, componente per componente, i principali accorgimenti di progetto: - canale di colata: il canale di colata deve avere forma tronco-conica convergente. Spesso i canali di colata sono sovradimensionati, con la conseguenza di aspirare ossidi, scorie e soprattutto aria entro lo stampo. Per dimensionare il canale di colata occorre fissare il rateo di riempimento sulla base del tempo di solidificazione delle sezioni più sottili. In base al teorema di Bernoulli un liquido inizialmente in quiete che cade liberamente dalla quota h - camera di riempimento: piuttosto che da un imbuto conico, è opportuno essa sia costituita da una camera prismatica (Figura 10.15), che consente di sedimentare le scorie e garantisce un regime laminare all’ingresso del canale di colata grazie all’alimentazione indiretta; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 8 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA acquisisce la velocità v1/2 = 2gh; perciò, con riferimento alla Figura 10.16, risulta: - canali secondari di riempimento: per evitare flussi turbolenti essi né devono essere in corrispondenza della sezione terminale del canale di colata, né devono connettersi direttamente alla cavità dello stampo, bensì provvedere ad un’alimentazione dal basso, cosiddetta indiretta (Figura 10.21); v22 – v12 = 2g(h2 – h1) poiché la portata volumetrica deve rimanere costante: v1A1 = v2A2 - trappole/filtri per le inclusioni: per evitare l’ingresso di inclusioni (scorie, ossidi, residui di sabbia) si usano trappole dross traps (Figura 10.22), che sedimentano le scorie più dense sul fondo e swirl traps (Figura 10.23), che, per centrifugazione, segregano al centro le scorie meno dense prima di eliminarle. Allo stesso scopo sono usati anche filtri, costituiti da reti di fili di acciaio o vetro, da schiume o sinterizzati ceramici (Figura 10.24). si ottiene: h2/h1 = A1/A2 In pratica, il canale di colata deve essere un singolo condotto liscio, verticale, rastremato, la cui dimensione più importante per controllare il rateo di colata è la sezione terminale. La base del canale (Figura 10.17) deve evitare le turbolenze del flusso e la contrazione della vena; a tal fine può essere necessaria una strozzatura. Fino a questo punto si è considerato il comportamento del solo fuso durante il riempimento dello stampo: è però importante conoscere anche il comportamento di quest’ultimo durante tale fase, per evitare inconvenienti che potrebbero generare difettosità dei getti. Quando il metallo fuso riempie lo stampo, questo con violenza: avvengono fenomeni di deformazione termomeccanica, pressurizzazione, outgassing, cracking, esplosione ed attacco chimico; essi vengono illustrati nel seguito: Infine il canale di colata può essere esterno (Figura 10.18) o, per minimizzare gli ingombri, interno (Figura 10.19); - canale principale di adduzione: per consentire la tranquillizzazione del fuso, l’eliminazione delle bolle e la sedimentazione delle scorie, esso deve prevedere il riempimento dal basso dello stampo; la sua sezione dovrebbe essere doppia rispetto alla sezione terminale del canale di colata e pari alla metà della sezione dei canali secondari di riempimento. Infine, nel caso questi ultimi fossero multipli, il canale di adduzione dovrebbe avere una sezione variabile a gradini (Figura 10.20); deformazione dello stampo: essa costituisce uno dei fenomeni più rilevanti e consiste nella sovrapposizione di diversi effetti (Figura 10.25). Figura 10.17 - Alcune tipologie di basi per il canale di colata. Si notino i fenomeni di turbolenza (a) e della contrazione della vena (b). In (c), (d), (e) e (f) si mostrano gli accorgimenti per ridurre tali effetti. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 9 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA A causa dell’espansione, si possono verificare diverse conseguenze: - danneggiamenti dello stampo: specie per gli stampi in sabbia, lo strato esterno, soggetto al riscaldamento diretto del fuso, si infragilisce e cede per peeling, anche a causa di fenomeni di fatica termica (ovvero cicli ripetuti di riscaldamento/raffreddamento, che causano degrado chimico/fisico e alternanza di sforzi residui di origine termoplastica); - deformazioni differenziali tra stampo e anima: lo stampo possiede una massa termica molto elevata ed è in contatto con la massa fluida solo sulla superficie interna, mentre l’anima ha una massa termica minore ed è completamente circondata dal metallo fuso, perciò essa si espande più dello stampo, riducendo lo spessore della parete del getto racchiusa tra stampo e anima; Figura 10.18 – Canale di colata esterno. - deformazioni differenziali tra stampo e getto: quando il fuso riempie lo stampo il contatto tra i due è perfetto. Figura 10.19 – Canale di colata interno. Le conseguenze sono: deformazioni del getto aumentata esigenza di metallo fuso Le contromisure consistono in: stampi più rigidi e resistenti alimentazione del metallo fuso potenziata Si noti che, mentre stampi di forma semplice vanno soggetti a espansioni termiche omogenee (Figura 10.26), stampi di forma più complessa si possono deformare verso l’interno (zone convesse) o verso l’esterno (zone concave) (Figura 10.27); le grandezze responsabili di tali fenomeni sono: Figura 10.20 - Canale di adduzione principale. Modalità non corretta (a) e ottimale (b) di riempimento dello stampo. Si noti la diversa forma. espansione termica del materiale costituente lo stampo; Nel periodo successivo, come mostrato in Figura 10.28, il fuso dapprima si espande e poi si contrae a causa del raffreddamento e della solidificazione. contenuto termico del fuso (tanto più è elevato, tanto maggiore è l’espansione); modulo elastico del materiale del getto (tanto più è elevato, tanto maggiore è l’espansione). Al contrario, lo stampo si espande con continuità, in misura dipendente dal tipo di materiale che lo costituisce, ma comunque maggiore del getto: questo porta alla creazione di un meato tra stampo e getto. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 10 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA - spinta idrostatica: i metalli possiedono un’elevata densità e quindi esercitano un’elevata spinta idrostatica sui corpi completamente immersi. Tale forza sollecita in special modo i supporti delle anime. Figura 10.21 – Canali secondari di riempimento di tipo indiretto. Introduzione dal basso del fuso: laterale (a) e centrale (b). Figura 10.23 - Swirl traps. Condotto di entrata e uscita: (a) tangenziali/opposti (non corretto) e (b) tangenziali/frontali (corretto). Altezza del condotto di uscita rispetto a quello di entrata: non corretto (c) e corretto (d). Figura 10.22 – Drop traps. Si noti, in (a), come la forma determini la formazione di un vortice che è il responsabile della separazione delle scorie dal fuso. (b) Drop traps a forma di cuneo. pressurizzazione dovuta al fuso: il riempimento da parte del fuso induce diverse sollecitazioni idrauliche, che concorrono a deformare ulteriormente lo stampo: Figura 10.24 - Tipologie di filtri per inclusioni. (a) filtro generico (b) reti di fili di acciaio o vetro (c) schiume o sinterizzati ceramici. - pressione statica: il fuso esercita sulle parerti dello stampo una pressione dipendente dalla quota e dalla densità del metallo, espressa come: pressurizzazione negli stampi e nelle anime: i gas dovuti alla vaporizzazione degli additivi della sabbia concorrono a sollecitare ulteriormente lo stampo: ps = gh - pressione dinamica: il flusso di metallo fuso che riempie lo stampo esercita sulla zona d’impatto una pressione dinamica dipendente dalla velocità del getto e dalla densità del metallo, espressa come: - outgassing: il riscaldamento istantaneo dovuto al contatto con il fuso provoca l’immediata evaporazione dei materiali volatili (leganti, lubrificanti) contenuti nel materiale degli stampi in sabbia. La permeabilità degli stampi consente in genere una rapida evacuazione dei gas; al contrario le anime, completamente circondate dal fuso e pd = V2 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 11 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA reazioni esplosive: si tratta di reazioni dovute ai gas di reazione tra fuso e stampo o all’acqua contenuta negli stampi stessi; in genere non sono fenomeni dirompenti grazie alle capacità smorzanti della sabbia: soggette ad un forte riscaldamento vanno incontro ad un forte aumento della pressione interna; - formazione di bolle: quando la pressione del gas all’interno dell’anima aumenta sino a superare la pressione del liquido che la circonda, si forma una grossa bolla (diametro 10-100mm) che si va a situare immediatamente sotto la superficie superiore del getto e talvolta viene confusa con la porosità da ritiro; - esplosioni dovute ai gas: i prodotti di reazione entro la cavità dello stampo possono comprendere sostanze infiammabili e esplosive, quali idrocarburi e alcoli, o reattive, quali idrogeno e monossido di carbonio: l’esplosione avviene solo se la sostanza infiammabile si combina in rapporti stechiometricamente opportuni con una sostanza ossidante, come l’ossigeno dell’aria; - esplosioni dovute all’acqua: nelle fasi finali del riempimento di uno stampo in sabbia, si genera un impulso di pressione che a sua volta è responsabile di un aumento localizzato di trasmissione di calore verso lo stampo (e quindi della temperatura). Ciò può provocare l’evaporazione esplosiva dell’acqua contenuta nello stampo. Figura 10.25 - (a) Esempio di stampo rigido per evitare fenomeni di deformazione termo meccanica, pressurizzazione, outgassing, cracking, esplosione ed attacco chimico. (b) Si notino gli effetti di tali fenomeni nei confronti di uno stampo meno rigido. Figura 10.27 - Esempio di deformazioni, verso l’interno (zone convesse) o verso l’esterno (zone concave), a cui è soggetto uno stampo di forma complessa. reazioni chimiche: sono meccanismi che alterano o addirittura modificano la composizione chimica dello strato superficiale a contatto tra stampo e getto: - stampi inerti: non esistono veri e propri stampi inerti nei confronti del metallo colato al loro interno. Ciò accade in casi specifici, specie per basse temperature, come per le leghe leggere colate in stampi in ghisa; - stampi in sabbia: l’acqua ed i leganti organici che sono contenuti nella sabbia, specie ad alta temperatura, reagiscono con il magnesio e l’alluminio per costituire uno strato di ossido superficiale ed idrogeno libero, il quale diffonde entro il fuso e dà luogo all’accumulo di micro-porosità sub-superficiali; Figura 10.26 - Diagramma delle espansioni termiche omogenee per stampi semplici. Per inciso, si considera un anello. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 12 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA decarburazione: in presenza di alte percentuali di H2/CH4, l’idrogeno decarburizza gli acciai a 925°C; stesso risultato deriva dall’ossidazione del carbonio con il vapore acqueo. A causa di ciò, peggiora la macchinabilità del getto - atmosfera all’interno dello stampo: nei casi di colata delle leghe leggere, grazie alla bassa temperatura, in genere si produce solo idrogeno libero in aggiunta all’atmosfera di ossigeno e azoto, mentre la colata di ghisa e acciaio (a temperatura più alta) entro stampi in sabbia dà luogo ad un’atmosfera ricca in idrogeno, CO e CO2. La tecnologia lost foam (con stampo evaporativo in polistirene espanso) costituisce un caso a sé. La colata delle leghe leggere a bassa temperatura provoca solo la sublimazione del polistirene solido in stirene gassoso. Al contrario, l’alta temperatura intrinseca nella colata degli acciai provoca l’ulteriore scomposizione dello stirene in metano, idrogeno e carbonio: quest’ultimo, oltre ad ostacolare l’avanzamento dei fronti di colata, viene solubilizzato nell’acciaio e crea delle dannose tasche di lega a lato carbonio. Per questo motivo la colata lost foam è particolarmente popolare tra le leghe leggere, ma non tra gli acciai; solforizzazione: tipica degli acciai colati in sabbia legata con resine furaniche catalizzate con acido solforico; fosforizzazione: tipica degli acciai colati in sabbia legata con resine furaniche catalizzate con acido fosforico. - reazioni sulla superficie dello stampo: la pirolisi di diversi tipi di leganti della sabbia porta alla formazione di carbonio che, essendo scarsamente bagnabile da parte del metallo liquido, si deposita sulla superficie dello stampo, conferendo al getto una miglior finitura superficiale. In alcuni casi, acciai contenenti stagno o manganese vengono depauperati superficialmente in quanto questi elementi vanno a formare ossidi del tipo (FeO)2 o (MnO)2 con i prodotti di pirolisi dei leganti. Infine vanno menzionate le trasformazioni a carico della sabbia, che, in virtù del gradiente di temperatura lungo lo spessore della parete assume diverse strutture. E’ tipica la reazione ad alta temperatura (colata degli acciai) della silice SiO2 con l’ossido di ferro FeO (wusite) per produrre la fayalite Fe2SiO4. - reazioni sulla superficie del getto: la reazione di questo tipo più comune e più importante è la reazione del metallo con il vapore acqueo o con gli idrocarburi, che produce ossidi superficiali ed idrogeno (il quale può solubilizzarsi e diffondere fino alla profondità di 10mm sotto la superficie, a formare microporosità). Lo stesso accade nel caso i leganti della sabbia contengano ammoniaca, la quale, ad alta temperatura, si decompone Figura 10.28 - Espansione differenziale tra stampo e fuso. NH3 N + 3H 10.3 Solidificazione e produce, oltre all’idrogeno, anche azoto libero che incrementa la micro-porosità sub-superficiale. U n aspetto fondamentale delle tecniche di fusione risiede nei fenomeni di trasmissione del calore durante il ciclo completo di colata, solidificazione e raffreddamento a temperatura ambiente. Il flusso di calore tra le diverse parti del sistema è un fenomeno complesso, che dipende da numerose grandezze legate al materiale del getto e dello stampo, nonché ai parametri del processo: per esempio, nelle sezioni sottili del getto, la velocità del flusso di metallo fuso deve essere tanto elevata da impedire solidificazioni premature, ma non così alta da provocare turbolenze. La Figura 10.29 riporta una tipica distribuzione di temperatura all’interfaccia ossidazione: tipica della reazione degli acciai con il vapore acqueo. Nel caso del magnesio può avvenire un’ossidazione catastrofica, con incendio del getto; per evitare l’evenienza si aggiungono alla fusione zolfo o acido borico; carburazione: è tipica della colata delle leghe di titanio e degli acciai inossidabili entro stampi in acciaio al carbonio: la zona affetta va eliminata con lavorazioni di macchina; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 13 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA immediatamente dopo la colata, si forma all’interfaccia un sottile strato di metallo solidificato, il cui spessore aumenta attorno al fuso man mano che la solidificazione progredisce dall’esterno verso l’interno. Il rateo di tale processo di congelamento dipende dalle proprietà termiche del metallo e dalla trasmissione del calore entro lo stampo. Il metallo che forma il primo strato esterno solidificato è stato raffreddato rapidamente a causa dell’estrazione di calore attraverso la parete dello stampo freddo: a causa di ciò, i grani sono fini, equi-assiali e disposti in maniera randomatica. Man mano che il raffreddamento prosegue, si formano ulteriori grani, i quali crescono dall’esterno verso l’interno della massa fusa, secondo la direzione del gradiente termico (Figura 10.31). aria/stampo/solido/fuso. Il calore dal metallo fuso viene trasferito allo stampo e di qui all’atmosfera circostante. Figura 10.29 - Diagramma della distribuzione tipica di temperatura in corrispondenza dell’interfaccia aria/stampo/solido/fuso. Il calo di temperatura alle interfacce aria/stampo e stampo/metallo è dovuta alla presenza dello strato limite, nonché al contatto imperfetto (imputabile alla rugosità superficiale), che incrementa la superficie nel caso di trasmissione del calore per convezione/irraggiamento e riduce le sezioni di passaggio nel caso di trasmissione per conduzione. Figura 10.30 – Diagramma di raffreddamento per un metallo puro. Dopo essere stato colato entro lo stampo, il metallo fuso si raffredda e si solidifica. I principali aspetti di tale processo sono: tempo di solidificazione, contrazione volumetrica e solidificazione direzionale. La solidificazione comporta la ri-trasformazione del metallo fuso allo stato solido; il processo differisce a seconda che si consideri un metallo puro, di una lega o di un eutettico: - metalli puri: solidificano ad una temperatura costante, che coincide con il punto di congelamento, uguale al punto di fusione; il processo si completa in un certo intervallo di tempo, come mostrato nella Figura 10.30 (curva di raffreddamento). Figura 10.31 - Tipologia/distribuzione dei grani in base alla direzione del gradiente termico. Il congelamento vero e proprio avviene in un certo periodo, detto tempo di solidificazione locale, durante il quale il calore latente di fusione viene rilasciato nello stampo circostante. Il tempo di solidificazione totale è il periodo di tempo che intercorre tra la colata e la completa solidificazione. Al completamento della solidificazione, il raffreddamento prosegue secondo il rateo indicato dalla pendenza della curva di raffreddamento. In conseguenza dell’azione raffreddante delle pareti dello stampo, Essi assumono la forma di aghi che si accrescono e formano rami laterali orientati a 90°, i quali generano ulteriori rami, orientati a loro volta a 90° (Figura 10.32): si crea una struttura dendritica (tipica dei metalli puri, ma anche delle leghe), che viene progressivamente riempita durante il congelamento del metallo che continua a depositarsi sino a completa solidificazione; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 14 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA differenza di temperatura fra liquidus e solidus, tale crescita dendritica dà luogo ad una zona di avanzamento dove metallo liquido e solido coesistono: la parte solida è costituita dalla struttura dendritica vera e propria, che intrappola isole di metallo fuso. Questa regione mista ha una consistenza cedevole (mushy zone): in dipendenza delle condizioni di congelamento, può occupare solo uno strato sottile oppure la quali totalità del materiale entro lo stampo. Tale situazione è promossa da una bassa conducibilità termica del metallo e/o da una elevata differenza tra le temperature del solidus e del liquidus. Gradualmente, le isole liquide nella matrice dendritica si solidificano quando la temperatura del getto scende sotto quella del solidus per la lega specifica. Un ulteriore fattore di complicazione dipende dalla composizione dei dentriti, che sono ricchi degli alliganti a più alta temperatura di fusione. Man mano che la solidificazione progredisce, si verifica uno sbilanciamento crescente tra la composizione chimica del materiale già solidificato e di quello ancora liquido: per la lega completamente solidificata ciò comporta segregazioni, che possono essere microscopiche o macroscopiche: segregazione microscopica: la composizione chimica varia all’interno di ogni singolo grano perché gli aghi dendritici hanno una certa composizione, poi si ramificano usando lega con composizione diversa ed infine inglobano le residue isole di lega fusa, di composizione ulteriormente diversa; Figura 10.32 - Struttura dendritica tipica dei metalli fusi e di alcune leghe. - leghe: la gran parte delle leghe non congela ad una precisa temperatura, bensì in un range di temperature, la cui estensione dipende dalla composizione della lega stessa. Si considerino ad esempio il diagramma di fase e la curva di raffreddamento di una certa lega, riportati in Figura 10.33. Al diminuire della temperatura, il congelamento inizia alla temperatura di liquidus e si completa alla temperatura di solidus. Così come per i metalli puri, si crea uno strato solido al contatto con la parete dello stampo a causa del forte gradiente termico; poi la struttura dendritica cresce allontanandosi dalla parete, ma, a causa della segregazione macroscopica: la composizione chimica varia su tutto il volume del getto perché lo strato corticale, che si congela per primo, è ricco di alliganti alto-fondenti, di cui viene deprivata la rimanente parte del getto; in questo caso la sezione ha l’aspetto mostrato in Figura 10.34. Figura 10.33 - Diagramma di fase (a) e curva di raffreddamento (b) di una lega. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 15 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA La costante dello stampo Cm, il cui valore viene determinato in base a prove sperimentali, dipende da: materiale dello stampo conducibilità termica); (calore specifico, proprietà termiche del metallo fuso (calore specifico, conducibilità termica, calore latente di fusione); temperatura di colata rispetto alla temperatura di fusione del metallo. Dalla relazione di Chvorinov si evince che tanto più è elevato il rapporto volume/superficie esterna, tanto più il getto si raffredda e solidifica lentamente. Questo dato di fatto viene tenuto in conto quando si progettano i canali di efflusso e di colata (e quindi le materozze1) di un getto. Infatti, per svolgere correttamente la propria funzione di alimentazione della cavità principale, il canale di colata deve mantenere al suo interno il metallo fuso più a lungo di quanto non accada entro il getto, ovvero: Figura 10.34 - Tipologia/distribuzione dei grani a seguito di un fenomeno di segregazione macroscopica per una lega. Non vanno altresì dimenticati altri tipi di segregazione e difettosità, quali: TTS (canale di colata) > TTS (getto) poiché Cm è il medesimo per il canale di colata e per il getto, dovrà quindi risultare: segregazione per gravità: la lega liquida che rimane intrappolata entro la struttura dendritica ha una composizione variabile in dipendenza della temperatura e si muove sotto l’azione della gravità, cosicché le fasi meno dense tendono a galleggiare, quelle più dense a precipitare. Per evitare questo fenomeno è opportuno ridurre il tempo di solidificazione; (V/A) (canale di colata) > (V/A) (getto) Le materozze rappresentano materiale di sfrido, che dovrà essere separato dal getto e ri-fuso per colate successive: per questo motivo, è opportuno che il loro volume sia minimo. Poiché la geometria dei canali di colata è generalmente progettata per massimizzare il rapporto V/A, ne discende che il volume debba essere ridotto il più possibile. Un buon progetto può portare a canali di colata di volume pari al 10-20% del volume del getto, con tempi di solidificazione del 15-25% più lunghi. Come mostrato nel paragrafo dedicato al riempimento, i canali di colata possono essere posti in alto o lateralmente (soluzione preferibile), aperti o chiusi (soluzione preferibile); porosità sub-superficiale: dovuta a reazioni chimiche che si producono all’interfaccia tra stampo e metallo fuso, generano gas il quale rimane intrappolato sotto forma di bolle (microporosità) poste immediatamente al di sotto della superficie del getto solidificato. - eutettici: essi costituiscono un’eccezione, in quanto rappresentano quelle leghe di composizione particolare per cui le temperature di solidus e liquidus coincidono. Perciò la solidificazione avviene, come per i metalli puri, a temperatura costante anziché entro un range di temperature come per le leghe. contrazione volumetrica – dipende dalla variazione di temperatura (Figura 10.35) ed avviene in tre momenti mostrati in Figura 10.36, che si riferisce alla colata per gravità di un getto cilindrico in uno stampo aperto: 1) contrazione del liquido durante il raffreddamento, prima della solidificazione tempo di solidificazione – come detto, il tempo totale di solidificazione è il tempo che intercorre tra la colata e la completa solidificazione. Esso dipende dalle dimensioni e dalla forma del getto secondo la relazione empirica di Chvorinov: 2) contrazione durante la trasformazione di fase da liquido a solido, detta contrazione di solidificazione; 3) contrazione termica del getto solidificato durante il raffreddamento sino a temperatura ambiente. TTS = Cm(V/A)n ove: TTS = tempo totale di solidificazione Cm = costante dello stampo 1 Le materozze sono le porzioni di materiale che rimangono, a solidificazione completata, entro i canali di colata; questi ultimi hanno il compito di alimentare la cavità dello stampo con metallo fuso durante la solidificazione, per compensare la contrazione volumetrica, raccogliendo allo stesso tempo sulla propria superficie gli ossidi e le impurità. La loro presenza è necessaria per dimostrare il completo e corretto riempimento dello stampo. V = volume del getto A = area della superficie esterna del getto n = costante, generalmente posta uguale a 2 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 16 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA dipende dal coefficiente di dilatazione termica del metallo solido, che in questo caso si considera con il segno negativo. La Tabella 10.1 riassume i valori tipici di contrazione volumetrica per alcuni metalli da colata, limitatamente alla contrazione di solidificazione 2) e alla contrazione allo stato solido 3). La contrazione di solidificazione avviene in quasi tutti i metalli, poiché la fase solida ha densità maggiore rispetto alla fase liquida; infatti la trasformazione di fase che accompagna la solidificazione causa la riduzione del volume per unità di massa del metallo. La contrazione 1) del metallo liquido durante il raffreddamento dalla temperatura di colata a quella di congelamento causa la riduzione dell’altezza del liquido rispetto al livello iniziale; il valore di tale contrazione si aggira usualmente attorno allo 0,5%. La contrazione di solidificazione 2) ha un duplice effetto: in primo luogo essa provoca un’ulteriore riduzione del livello del liquido. In secondo luogo la quantità di metallo fuso disponibile per alimentare la parte centrale superiore del getto si riduce; poiché in genere tale zona è l’ultima a solidificare, la carenza di materiale crea un vuoto proprio in questa posizione. L’unica eccezione riportata in Tabella 10.1 è costituita dalla ghisa ad alto contenuto di carbonio, che, per altro, non è di interesse aerospaziale. Tabella 10.1 - Valori tipici di contrazione volumetrica per alcuni metalli da colata. La contrazione dovuta alla solidificazione viene tenuta in conto sovradimensionando la cavità dello stampo, ricordando che la contrazione è volumetrica mentre le dimensioni dello stampo sono espresse linearmente. A questo fine, la cavità viene disegnata utilizzando scale “false”, aumentate cioè dell’1-5% in dipendenza del metallo che si intende utilizzare. Figura 10.35 - Esempio di diagramma di contrazione volumetrica in funzione della temperatura. solidificazione direzionale – per limitare gli effetti deleteri della contrazione, è preferibile che le zone del getto più lontane dai canali di colata congelino per prime e che la solidificazione progredisca poi da tali regioni verso il punto di alimentazione; in tal modo il metallo fuso è continuamente disponibile ed è possibile evitare la creazione di vuoti da solidificazione. Questi risultati si ottengono mettendo in atto una tecnica di solidificazione direzionale, la quale presuppone: l’applicazione della relazione di Chvorinov nella progettazione del getto; l’opportuna orientazione del getto entro lo stampo; l’accurato progetto dei canali e del sistema di alimentazione. Figura 10.36 - Fasi della contrazione volumetrica di un getto cilindrico. Per inciso, lo stesso è ottenuto per colata per gravità Per esempio, posizionando le sezioni del getto a più basso valore di V/A il più lontano possibile dai canali di alimentazione, esse congelano per prime, permettendo al canale di fornire metallo fuso fino alla completa solidificazione anche delle sezioni più massicce. Una volta solidificato 3), il getto subisce un’ulteriore riduzione di altezza e diametro; tale contrazione Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 17 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA attendere la solidificazione; Un’ulteriore tecnica per promuovere la solidificazione direzionale consiste nell’utilizzo dei già citati pozzi di calore, che inducono una repentina solidificazione di parti localizzate; essi possono essere: rompere ed eliminare lo stampo; rimuovere e liberare il getto: interni: sono piccole porzioni di materiale simile a quello del getto, che vengono preliminarmente posizionate all’interno della cavità e promuovono la solidificazione in-situ; Gli aspetti salienti della tecnica sono trattati di seguito: sabbia – viene utilizzata in virtù della sua elevata resistenza ad alta temperatura; può essere naturale (SiO2) o sintetica. Quest’ultima viene usata più spesso perché la sua composizione può essere più facilmente controllata. In genere essa viene additivata con argilla per aumentarne la coesività, zirconia, olivina e silicato di ferro per ridurre l’espansione termica, cromite per migliorare la conducibilità termica. In generale, sabbia di granulometria fine conferisce miglior finitura al getto e maggior resistenza allo stampo (perché può venir meglio compattata), ma ne riduce la permeabilità ai gas. Esistono diversi modi di utilizzo della sabbia: esterni: sono inserti metallici che vengono inseriti nelle pareti degli stampi in sabbia e, grazie alla propria maggior capacità di estrarre calore, localizzano la solidificazione. Così come è importante promuovere la solidificazione lontano dai canali di alimentazione, è allo stesso modo necessario evitare la solidificazione in prossimità degli stessi, tramite l’opportuno progetto dei canali secondari di riempimento (cfr. paragrafo sul riempimento), che devono essere limitati in lunghezza e di sezione generosa, onde beneficiare del flusso termico sia dal canale principale di adduzione, sia dalla cavità principale del getto. green sand mould: la sabbia additivata con argilla è mantenuta ad una certa percentuale di umidità (70% sabbia, 7% argilla, 3% acqua) durante la colata: è il metodo più economico; dry sand mould: la sabbia è asciugata (200-320 °C) per conferire maggior resistenza allo stampo; skin-dried: la sabbia viene riscaldata ed asciugata superficialmente (10-25mm): lo stampo diventa più resistente, ma può dar luogo a distorsioni; 10.4 Colata in sabbia T radizionalmente, le tecniche di colata si suddividono in tecniche con stampo temporaneo (sabbia, gesso, ceramica), nelle quali lo stampo viene distrutto per estrarre il getto e tecniche con stampo permanente (metallo), nelle quali lo stampo viene riutilizzato molte volte. E’ evidente come, da un punto di vista tecnico-economico, le prime tecnologie siano adatte alla produzione prototipistica o di piccole serie, le seconde alla produzione in grande serie. Fra le tecniche con stampo temporaneo, la colata in sabbia costituisce la metodologia più antica ed ancora oggi più usata. Essa consiste nei seguenti passi: cold-box: la sabbia viene additivata con leganti chimici: lo stampo garantisce miglior accuratezza dimensionale, ma maggior costo; no-bake: la sabbia è additivata con resine che reticolano a temperature ambiente; stessi pro contro della tecnica cold-box. modelli – essi hanno la forma del getto e consentono di creare la cavità all’interno dello stampo; possono essere realizzati in legno, polimero, metallo (Tabella 10.2) in base al numero atteso di utilizzi (tenendo conti dei problemi di usura, degrado e distorsione). In genere essi sono dotati di un opportuno angolo di spoglia e sono ricoperti di un agente distaccante per facilitarne l’estrazione dalla sabbia una volta creata la cavità. posizionare nella sabbia un modello con forma del getto, per creare lo stampo con una cavità; creare un sistema di riempimento; riempire la cavità con il metallo fuso; Tabella 10.2 - Caratteristiche dei materiali usati per i modelli. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 18 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA migliore qualità e maggior ripetibilità vengono invece utilizzate procedure automatizzate, alcune delle quali sono mostrate in Figura 10.38. Altre tecniche comportano la compattazione per mezzo di: Possono essere costituiti da una o più parti a seconda della complessità della cavità che si vuole ottenere. Oggigiorno essi sono spesso realizzati con le tecniche di prototipazione rapida (cfr. Cap.54) vapore ad alta pressione; anime – esse devono essere utilizzate nel caso in cui il getto presenti delle cavità; esse vengono posizionate entro lo stampo, rimangono in posizione durante la colata e vengono rimosse a solidificazione completata; normalmente sono realizzate con lo stesso materiale e con le stesse tecniche dello stampo. Esse vengono collegate allo stampo stesso inserendole in opportuni recessi (core prints) ed ulteriormente vincolate tramite opportuni supporti (chaplets), mostrati in Figura 10.37; onde di compressione dovute controllata di miscele gassose; all’esplosione vuoto (V process): il modello è ricoperto da un film polimerico impermeabile; la superficie superiore del contenitore della sabbia è chiusa con lo stesso film; il contenitore è collegato ad un impianto a vuoto; si applica la depressione che compatta la sabbia e le imprime la forma del modello; stampi – il metodo classico per la realizzazione degli stampi consiste nella compattazione manuale della sabbia attorno al modello. Oggigiorno, per garantire Figura 10.37 - Metodi per il posizionamento delle anime. A sinistra l’anima si fissa esclusivamente tramite i core prints. A destra, si utilizzano sia i core prints sia i chaplets. Figura 10.38 - Procedure automatizzate per la realizzazione degli stampi. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 19 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.39 – Colata in sabbia. canali di riempimento e di efflusso vengono rimossi; procedura – la procedura della colata in sabbia è illustrata dalla sequenza di Figura 10.39, relativa alla produzione di raccordo flangiato per una tubazione idraulica: il modello viene posizionato all’interno della parte inferiore del contenitore della sabbia; la sabbia viene compattata ed il modello viene rimosso, lasciando la cavità complementare; il punto di partenza è costituito dal disegno del componente e relativo file CAD, che tengano conto della contrazione volumetrica e degli angoli di spoglia; l’anima viene posizionata all’interno della cavità complementare; le parti superiore ed inferiore del contenitore della sabbia vengono assiemate con precisione grazie alle spine di centraggio e mantenute solidali per resistere alla spinta idrostatica Si del metallo fuso, data da (Pm – Pa), dove Pm è il peso del metallo, Pa il peso dell’anima; tramite il file CAD viene prodotta la metà superiore del modello (per rapid prototyping); tramite il file CAD viene prodotta la metà inferiore del modello (per rapid prototyping); tramite il file CAD si producono gli stampi (in negativo) dell’anima; viene effettuata la colata; a raffreddamento avvenuto lo stampo viene distrutto ed il getto estratto; si collegano le due metà dell’anima (in sabbia) prodotte con tali stampi; viene estratta l’anima, tolti meccanicamente i residui dei canali di riempimento e di efflusso, eliminate le bave di colata tramite sabbiatura. nella parte superiore del contenitore della sabbia vengono posizionati i modelli dei canali di riempimento e dei canali di efflusso dell’aria, che verranno parzialmente riempiti dal metallo fuso a formare la materozze; A conclusione di questo iter, possono essere riparati eventuali piccoli difetti superficiali tramite materiale riportato per saldatura e vengono infine effettuati i trattamenti termici per eliminare gli sforzi residui. la parte superiore del contenitore viene riempita dalla sabbia, che viene compattata; i modelli dei Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 20 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Tabella 10.3 – Caratteristiche di un getto colato in sabbia. colata con stampo a guscio – si tratta di una tecnica che consente di ottenere a basso costo getti di buona accuratezza dimensionale e bassa rugosità superficiale. Come mostrato in Figura 10.40, viene realizzato uno stampo metallico, ricoperto di distaccante siliconico, riscaldato a 175-370 °C e poi fissato all’interno di un contenitore parzialmente riempito con sabbia additivata con 3-4% di legante polimerico. In Tabella 10.3 vengono confrontate le caratteristiche di un getto colato in sabbia con quelle ottenibili tramite altre tecnologie. L’accuratezza dimensionale può non essere ottimale, così come la rugosità superficiale, che comunque dipende dal materiale dello stampo. Ad ogni modo, la colata in sabbia consente la realizzazione di pezzi anche molto intricati, in piccola serie, a costi contenuti. 10.5 Altri processi temporaneo con Il contenitore viene ruotato affinché la sabbia ricopra il modello. Una successiva permanenza in forno consente la solidificazione di un guscio di spessore controllato (5-10 mm), che viene poi separato dal modello. stampo In genere si realizzano due semi-gusci, che vengono poi incollati assieme e dotati di fori di drenaggio, in considerazione della bassa permeabilità del guscio. Quest’ultimo viene supportato esternamente da sabbia. Il getto che si ottiene può avere forma intricata e bassi spessori di parete. Inoltre la buona accuratezza dimensionale e la bassa rugosità superficiale riducono la necessità di finitura alla macchina utensile. L a tecnica di colata entro uno stampo distruggibile (o temporaneo), che ha la sua espressione più tradizionale nella colata in sabbia, ha dato luogo ad una serie di tecnologie più sofisticate, che ne conservano gli aspetti positivi, eliminandone gli inconvenienti; qui di seguito ne vengono illustrate le principali: Figura 10.40 – Colata con stampo a guscio. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 21 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.41 – Colata con stampo evaporativo. il modello in polistirene ricoperto dal guscio ceramico è posto in un contenitore riempito di sabbia asciutta, collegato ad un impianto a vuoto; In casi particolari, questa tecnica può far uso di: gusci compositi, costituiti da diverse parti realizzate in sabbia o gesso o metallo o grafite; il metallo fuso viene colato direttamente nel guscio ceramico senza rimuovere il modello; il polistirene sublima, e produce stirene gassoso, che è aspirato dall’impianto a vuoto attraverso la sabbia. gusci in sabbia additivata con silicato di sodio, solidificata in atmosfera di anidride carbonica; gusci in grafite, quando si debbano colare metalli (titanio) reattivi con la sabbia silicea; La velocità del flusso del metallo fuso dipende dalla velocità dei degradazione del polistirene, ma il regime rimane laminare (Re = 400-3000). colata con stampo evaporativo – questo è un processo diventato molto comune, specie per le fusioni delle leghe d’alluminio nell’industria motoristica. Le fasi sono dettagliate qui di seguito (cfr. anche Figura 10.41): Il calore latente di sublimazione comporta però un forte raffreddamento all’interfaccia metallo/polimero, che riduce la fluidità del fuso ed influisce sulla microstruttura finale. Il processo presenta numerosi vantaggi: perle di polistirene vengono poste entro uno stampo metallico riscaldato, avente una cavità di forma corrispondente al modello di colata; semplicità, per l’assenza di canali di riempimento ed efflusso; le perle si espandono e si fondono; una volta raffreddato lo stampo, si estrae il modello; modelli di forma complessa possono essere costituiti da diverse parti incollate; basso costo del modello in polistirene e del contenitore della sabbia; getti quasi net-shape (necessitano di minime lavorazioni di finitura); il modello viene immerso in una soluzione acquosa di ceramica, in maniera che si ricopra di un guscio sottile, che viene poi solidificato in forno; facilmente automatizzabile produzione di grande serie; ed adatto alla Figura 10.42 – Colata con stampo in ceramica. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 22 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA a) cera sintetica viene iniettata entro la cavità di uno stampo metallico per ottenere un modello avente la forma del getto da ottenere; colata con stampo in gesso – lo stampo è costituito da un impasto liquido di gesso, talco, polvere di silice e acqua, che viene versato sul modello (in alluminio, ottone o zinco, ma non in legno); poi il modello viene rimosso; lo stampo viene dapprima lasciato consolidare e poi asciugato in forno a 120-260 °C. Lo stampo possiede bassissima permeabilità (quindi la colata va effettuata in vuoto) e ridotta resistenza termica (max. temperatura 1200 °C), perciò questa tecnica è adatta alla colata delle leghe di alluminio, magnesio e zinco. Per contro i getti così ottenuti hanno buona precisione e finitura superficiale, possono avere parete sottile (fino a 1-2,5mm) e, in virtù della bassa conducibilità termica del gesso, microstruttura omogenea, conseguente al lento raffreddamento; b) al consolidamento, il modello viene estratto e l’operazione (che ha tempo ciclo molto breve) viene ripetuta; c) i modelli in cera così ottenuti vengono uniti ad uno stelo pure in cera, in modo da ottenere un grappolo; d) il grappolo viene immerso in un impasto liquido di materiale refrattario, per ottenere in sottile strato superficiale; e) il grappolo con lo strato di refrattario viene ricoperto da stucco in polvere per aumentarne lo spessore; colata con stampo in ceramica – è un processo simile al precedente (Figura 10.42), eccezion fatta per l’impasto di partenza, che, essendo costituito da zirconia ZrSiO2, alumina Al2O3 e silice SiO2, dà luogo ad un materiale refrattario adatto alla colata di metalli alto-fondenti. Dopo solidificazione lo stampo è rimosso, asciugato e consolidato in forno. Per conferire maggior resistenza al guscio ceramico, sovente esso è collegato a strutture di supporto in materiale refrattario. f) si ottiene il guscio, non ancora consolidato ed ancora contenente i modelli in cera; g) il guscio refrattario viene dapprima riscaldato a 90-175 °C in posizione invertita per 12 ore per fondere e evacuare la cera, poi consolidato in forno a 650-1050 °C per 4 ore; h) il metallo fuso viene colato entro il guscio; i) al consolidamento, il guscio viene distrutto per azione meccanica, vibrazioni o ultrasuoni; Il processo produce getti accurati dimensionalmente e di bassa rugosità, anche di grandi dimensioni, ma a costi elevati; j) al termine dell’operazione si ottengono getti di ottima accuratezza e rugosità, forma intricata, parete sottile, tutti uguali fra loro ed identici al modello di partenza. colata in cera persa (microfusione) – si tratta di un processo già usato dagli scultori rinascimentali, la cui sequenza operativa (Figura 10.43) è dettagliata di seguito: Figura 10.43 – Colata in cera persa (microfusione). Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 23 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA estremamente intricate e le pareti estremamente sottili, poiché il guscio ceramico durante la colata può essere mantenuto in forno per il tempo necessario alla temperatura di super-heating, che minimizza la fluidità e massimizza la colabilità. È una tecnica adatta alle produzioni di grande serie. Il procedimento è adatto a tutti i tipi di metallo e di lega, può produrre getti del peso da 1g a 1000 kg (in tal caso il guscio deve essere supportato esternamente da sabbia, entro un opportuno contenitore depressurizzato) le forme possono essere estremamente intricate e le pareti estremamente sottili, poiché il guscio ceramico durante la colata può essere mantenuto in forno per il tempo necessario alla temperatura di super-heating, che minimizza la fluidità e massimizza la colabiltà. E’ una tecnica adatta alle produzioni di grande serie. colata in vuoto – è un processo alternativo alla microfusione ed è particolarmente adatto per getti di forma intricata, di parete sottile (fino a 0,5 mm), di massa fino a 75 kg, in acciaio legato o inossidabile, metalli reattivi (alluminio, titanio, zirconio e afnio), superleghe. Come mostrato in Figura 10.44, viene realizzato uno stampo in sabbia e uretano, solidificato su modello metallico con vapori amminici. Tale stampo è parzialmente immerso nel bagno di metallo (in aria processo CLA o in vuoto processo CLV), mantenuto fuso a 55 °C sopra la temperatura di liquidus in un forno ad induzione. La depressione (0.6 bar) ne provoca il riempimento; dopo la solidificazione, che avviene in una frazione di secondo, lo stampo viene ritirato ed il getto rimosso. Figura 10.44 - Colata in vuoto. 10.6 Colata in conchiglia T utte le tecniche di colata con stampo temporaneo non sono economicamente convenienti in caso di grandi serie produttive; inoltre esse possono presentare caratteristiche inadeguate in termini di ripetibilità, accuratezza dimensionale e finitura superficiale. Per questo motivo trovano sempre più sovente applicazione le tecniche di colata con stampo permanente, prima fra tutte la colata in conchiglia. Il procedimento è adatto a tutti i tipi di metallo e di lega, può produrre getti del peso da 1g a 1000kg (in tal caso il guscio deve essere supportato esternamente da sabbia, entro un opportuno contenitore depressurizzato), le forme possono essere Figura 10.45 – Colata in conchiglia. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 24 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA processi più sofisticati, i principali dei quali sono nel seguito illustrati: La conchiglia è costituita da due metà, progettate per potersi aprire e richiudere, facilmente, così da formare all’interno una cavità completa di canali di riempimento ed efflusso. Esse sono lavorate di macchina in modo da garantire ottima precisione di forma e dimensioni ed una buona finitura superficiale. Per le colate di leghe d’alluminio, rame e magnesio le conchiglie sono in ghisa, per le colate in ghisa sono in acciaio, per le colate in acciaio sono in metalli refrattari. Le anime possono essere metalliche o, in caso di difficoltà di rimozione, in sabbia: in tal caso si parla di stampo semipermanente. colata a bassa pressione – contrariamente a quanto accade nella colata per gravità, questa tecnica prevede il riempimento dello stampo dal basso, grazie ad una bassa pressione di circa 0,1 MPa, come mostrato nella Figura 10.46. I passi di una colata in conchiglia sono illustrati in Figura 10.45: 1) lo stampo viene pre-riscaldato (150-200 °C) per facilitare il flusso lungo i canali di colata e la superficie viene ricoperta con uno strato di grafite a scopo di barriera termica e di lubrificazione per facilitare la sformatura del getto; 2) l’anima viene inserita e lo stampo viene chiuso; 3) viene effettuata la colata per gravita; 4) dopo la solidificazione lo stampo viene aperto; 5) il getto viene sformato con eiettori pneumatici o idraulici prima del verificarsi di apprezzabili contrazioni, per evitare la nascita di cricche. Figura 10.46 - Colata in bassa pressione. Così facendo, viene utilizzata solo la porzione più centrale del volume di metallo fuso, evitando inclusioni, ossidazioni e porosità, colata ad alta pressione – questa tecnica consiste nel riempire lo stampo con metallo ad alta pressione (7-350 MPa) in maniera da ottenere getti di forma intricata, con pareti sottili e con microstruttura omogenea e priva di porosità, dato che la pressione viene mantenuta durante tutta la fase di solidificazione. La tecnica è facilmente automatizzabile ed è adatta alla produzione in serie. Inoltre la rapida solidificazione comporta una struttura cristallina più fine e quindi metalli più resistenti e tenaci. D’altra parte, in genere la tecnica è limitata a getti di massa limitata (circa 25 kg) realizzati con metalli basso-fondenti. Infine, a causa della necessità di sformatura, non si possono produrre forme complicate con sotto-squadri. Nel caso di getti cavi, è possibile evitare l’utilizzo di anime adottando la tecnica dello slush casting. E’ noto che, entro uno stampo, il fuso si solidifica prima nella zona corticale a contatto con le pareti, formando uno strato che si ispessisce progressivamente. Gli stampi sono realizzati in acciai maraging o in metalli refrattari; essi devono essere dotati di fori di drenaggio e di eiettori per la formatura del getto; possono recare una cavità singola o cavità multiple. I vantaggi della pressofusione sono: alti ratei produttivi tolleranze dimensionali strette (+/0,075mm) buona finitura superficiale possibilità di realizzare pareti sottili (0,5mm) microstruttura fine rapida solidificazione Applicando questa tecnica, dopo un certo lasso di tempo, la conchiglia viene capovolta, il residuo metallo ancora fuso viene evacuato e la conchiglia aperta. La metodologia è adatta a metalli bassofondenti, per manufatti il cui spessore non è critico ai fini del dimensionamento. 10.7 Altri processi permanente con Il processo è condotto, utilizzando presse orizzontali in grado di mantenere chiuse le due metà dello stampo durante l’iniezione del metallo, secondo due differenti metodologie: - in camera calda (Figura 10.47): il metallo è fuso in una camera a parte e iniettato nello stampo da un pistone tuffante alla pressione di 7-35 MPa. Il funzionamento dell’impianto è particolarmente critico, in quanto deve funzionare in parziale immersione. Per questo, la tecnica è limitata ai metalli basso-fondenti. I ratei produttivi sovente possono raggiungere i 500 pezzi/ora. stampo L a tecnica di colata in conchiglia nel tempo è stata ottimizzata, portando allo sviluppo di una serie di - in camera fredda (Figura 10.48): in questo caso il metallo fuso è versato in una camera non riscaldata e Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 25 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA fuso e lo distribuiscono nelle cavità dello stampo. Vi sono tre diverse tecniche: iniettato nello stampo da un pistone alla pressione di 14-140 MPa. Il rateo produttivo è inferiore rispetto all processo in camera calda, ma la tecnica può essere estesa dai metalli basso-fondenti anche all’alluminio ed al magnesio; - colata centrifuga (Figura 10.49): il metallo fuso è colato in uno stampo orizzontale rotante, in modo da produrre manufatti tubolari (tubi, boccole, anelli). La rotazione può iniziare contemporaneamente alla colata oppure alla sua conclusione. colata centrifuga – si tratta di un processo ove le forze d’inerzia dovute alla rotazione pressurizzano il metallo Figura 10.47 - Colata ad alta pressione: camera calda. Figura 10.48 - Colata ad alta pressione: camera fredda. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 26 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.49 – Colata centrifuga. tramite una lavorazione alla macchina utensile (ruote e pulegge); si possono usare anche stampi temporanei; Grazie alle elevate forze d’inerzia la forma esterna del manufatto sposa perfettamente quella dello stampo (circolare, ottagonale, esagonale), la forma interna è circolare e lo spessore uniforme. Per calcolare il regime di rotazione necessario, si scrive: - induction skull melting – ISM (Figura 10.51): lo stampo è disegnato in maniera tale che le cavità da riempire siano poste lontane dall’asse di rotazione e non rechino porosità o inclusioni; l’assialsimmetria del getto non è richiesta; la tecnica è particolarmente adatta a parti di piccole dimensioni, disposte a raggiera (per esempio valvole di motori a ciclo Otto o Diesel); F = mv2/R dove: F = forza centrifuga m = massa del metallo fuso v = velocità periferica R = raggio interno dello stampo essendo la forza di gravità pari al peso W: W = mg ove g è l’accelerazione di gravità, il rapporto GF tra la forza centrifuga ed il peso vale: GF = mv2/Rmg = v2/Rg poiché, essendo N la velocità di rotazione, la velocità v può essere espressa come: v = 2RN/60 = RN/30 Figura 10.50 – Colata semicentrifuga. sostituendo risulta: GF = [R(N/30)2]/g Risolvendo in termini di velocità di rotazione N e usando il diametro interno dello stampo D risulta: N = 30/ [(2gGF)/D]1/2 Se il valore di GF è troppo basso, il metallo non riesce a rimanere aderente alla metà superiore dello stampo: si verifica uno scorrimento tra metallo e stampo, poiché la velocità di rotazione di quest’ultimo è maggiore. In base a considerazioni empiriche, valori accettabili di GF sono compresi tra 60 ed 80; - colata semicentrifuga (Figura 10.50): le forze d’inerzia sono sfruttate per ottenere getti solidi e non tubolari; il regime di rotazione porta ad accelerazioni di circa 15g; poiché la densità del materiale nella parte centrale è minore rispetto a quella più esterna a causa di porosità, la tecnica è adatta a produrre manufatti il cui centro deve essere asportato in un secondo tempo Figura 10.51 - Induction skull melting. squeeze casting e semisolid metal forming – si tratta di due tecnologie che consistono nella combinazione della colata e della forgiatura (cfr. Cap.11): Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 27 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.52 - Squeeze casting o liquid metal forging. la base dello stampo è collegata ad una piastra raffreddata ad acqua (pozzo di calore); dopo che la lega è stata colata, tale piastra viene abbassata lentamente: i cristalli iniziano a accrescersi dalla superficie di contatto con la piastra di raffreddamento, con una forma di grani colonnari. La struttura è direzionale, essendo costituita solo da grani longitudinali e non trasversali: resiste meglio alla forza centrifuga ( creep e fatica) applicata alla paletta - squeeze casting (Figura 10.52): detto anche liquid metal forging, consiste nella solidificazione del metallo fuso sotto alta pressione. L’impianto comprende una pressa, uno stampo, un punzone e degli eiettori. La pressione mantiene in soluzione i gas disciolti, mentre la rapida solidificazione conferisce al getto una micro-struttura fine. Le pressioni applicate sono inferiori a quelle tipiche della pressofusione in camera calda. Possono essere trattate sia le leghe ferrose che non-ferrose per produrre getti quasi netshape, di forma complessa e con buona finitura superficiale; - struttura monocristallina b-c): la paletta viene colata con un sistema identico a quello del caso precedente; la sola differenza consiste nel fatto che lo stampo, dopo la prima zona a contatto con la piastra di raffreddamento presenta un restringimento a forma di cavatappi, la cui sezione è tanto ridotta da consentire il passaggio di un solo cristallo (quello orientato più favorevolmente) tra le strutture colonnari che si sono create all’interfaccia. Abbassando con rateo lento e controllato la piastra, tale monocristallo si accresce all’interno dello stampo e dà luogo ad una struttura priva di superfici di bordo grano, caratterizzata perciò da eccellente resistenza al creep ed alla fatica termomeccanica; - semisolid metal forming: all’interno dello stampo il metallo/lega possiede una fine struttura non-dendritica, all’incirca sferica. Inoltre esibisce un comportamento tissotropico (ovvero la sua viscosità diminuisce quando viene agitato) per questo il processo viene anche chiamato thixoforming. Il processo combina la colata e la forgiatura, utilizzando billette che vengono forgiate quando sono per 30-40% allo stato di liquidus. In questo modo, vengono prodotti manufatti in magnesio in impianti che combinano il processo di pressofusione e lo stampaggio per iniezione dei polimeri. Un’altra tecnica dello stesso tipo è il rheocasting, nel quale in un mixer viene prodotto un impasto liquido di metallo, inviato poi ad un impianto di pressofusione; single crystal – le caratteristiche dei metalli a struttura monocristallina sono state trattate nel Cap.9. Qui di seguito ne viene illustrato il processo tecnologico di produzione, riferendosi ad un caso tipico, quello delle palette di turbina, generalmente realizzate in superlega nickel-cobalto. Le tecnologie di produzione delle palette sono riassunte in Figura 10.53: Figura 10.53 - Tecnologie di produzione delle palette. (a) struttura direzionale (b) e (c) struttura monocristallina. - colata convenzionale: la paletta viene colata in uno stampo ceramico. La lega comincia a solidificare e dà luogo ad una struttura policristallina. La presenza delle superfici di bordo grano rende la paletta suscettibile di cedimenti per fatica e per scorrimento viscoso a causa della sollecitazione centrifuga e dell’alta temperatura; rapid solidification – le leghe metalliche amorfe, o vetri metallici, mostrano proprietà particolari, descritte nel Cap.9. Esse sono prodotte per rapid solidification, ovvero raffreddando il metallo fuso con ratei di circa 106 °C/s, in modo che esso non abbia tempo sufficiente per cristallizzare; come risultato, il materiale mostra una estesa solubilità solida, un raffinamento del grano e una riduzione delle micro-segregazioni. In uno dei processi - struttura direzionale a): la paletta è colata nello stesso stampo ceramico, che viene mantenuto alla temperatura di fusione da una muffola radiante; inoltre Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. 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Figura 10.54 - Rapid solidification: Melt spinning. 10.8 Qualità dei getti L a qualità di un getto dipende dall’accuratezza di forma/dimensione e dall’eventuale difettologia. accuratezza – come per tutte le tecnologie produttive, anche nel caso della colata, l’inaccuratezza dipende da cause sistematiche e da cause accidentali ed in genere è quantitativamente proporzionale alle dimensioni del getto. Essa è legata a: inaccuratezza dello stampo (degrado dovuto a usura, fatica, shock termici cfr. Tabella 10.4); inaccuratezza del modello e dell’anima (usura, distorsioni igro-termiche, incrostazioni); espansione e/o contrazione dello stampo a causa delle variazioni di temperatura e/o pressione; espansione del getto dovuta alla precipitazione di fasi meno dense, quali grafite o gas; contrazione del getto al raffreddamento, che porta a: modificazione delle dimensioni globali del getto per raffreddamenti uniformi; distorsione della forma del getto a causa di vincoli o raffreddamento non uniformi; modificazione delle dimensioni globali del getto in conseguenza di trattamenti termici o invecchiamenti lenti a temperatura ambiente; Figura 10.55 - Errori di assemblaggio. (a) stampo e controstampo per l’ottenimento di un pezzo relativamente semplice. (b) e (c) possibilità di realizzare un medesimo elemento con assemblaggi diversi. Si noti come in funzione della complessità del sistema stampo/controstampo si possa incorrere in facili errori. distorsione della forma del getto a causa di inappropriate modalità di tempra (gradiente disomogeneo o raffreddamento troppo rapido) Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 29 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA causa del materiale, della progettazione del getto, della procedura tecnologica: di conseguenza si generano difetti, di tipo estetico o strutturale. Per evitare definizioni equivoche, l’International Committee of Foundry Technical Association ha stabilito una terminologia standard, che prevede sette categorie base di difetti di colata: Il controllo metrologico finale del getto viene eseguito tramite dime, comparatori analogici o sistemi digitali di rilevazione, come mostrato in Figura 10.56. Tutti questi metodi richiedono comunque tre piani o sei punti di riferimento rispetto ai quali azzerare inizialmente le misure (Figura 10.57). - protuberanze metalliche: bave, protrusioni, rugosità molto rilevate; - cavità: vuoti interni o superficiali, di forma regolare o frastagliata, incluse le cavità da ritiro; - discontinuità: cricche da ritiro, fratture da strappo a caldo ed a freddo, giunti freddi dovuti al ricongiungersi di due o più fronti di riempimento dello stampo; - difetti superficiali: inglobamento di sabbia o di ossidi, pieghe, sovrapposizioni, incisioni; - colate incomplete: difetti di riempimento dovuti a insufficiente quantità del materiale, solidificazione precoce, fuoriuscita del metallo durante la colata; - forme o dimensioni scorrette: dovute a contrazione irregolare, errori nell’assemblaggio delle anime o nel progetto dello stampo; - inclusioni: generalmente non metalliche, dovute alla interazione con l’atmosfera esterna e/o con il materiale del crogiolo. Un discorso a sé merita la micro-porosità, che può essere dovuta a: - contrazione macroscopica o inter-dendritica: le cavità hanno forma irregolare e superficie scabra. Esse vengono eliminate aumentando ed omogeneizzando il gradiente di raffreddamento (con raffreddatori interni o esterni) oppure effettuando una successiva pressatura isostatica a caldo (hot isostatic pressing – HIP); Figura 10.56 - Controllo metrologico del getto. (a) dime, (b) comparatori analogici e (c) sistemi digitali di rilevazione. - riduzione della solubilità dei gas alla solidificazione: il gas in eccesso viene espulso e rimane intrappolato nel solido sotto forma di minuscole bolle. Le cavità hanno forma regolare (sfere) e superficie liscia. Esse vengono eliminate operando in vuoto, oppure flussando il fuso con gas inerte oppure de-ossidandolo. Una possibilità alternativa per descrivere i difetti di colata consiste nel dividerli tra: - difetti comuni a tutte le tecnologie; con riferimento alla Figura 10.58: a) misruns: riempimento incompleto; Figura 10.57 - Punti di riferimento per l’azzeramento prima dell’inizio del controllo metrologico. b) cold shuts: riunione di fronti freddi; c) cold shots: globuli metallici inglobati; Questi ultimi fungono anche da punti di vincolo per le successive lavorazioni alla macchina utensile e consentono un serraggio stabile e forte, senza il pericolo di indentare localmente il getto. d) shrinkage cavities: cavità da ritiro; e) microporosity: microporosità; f) hot tearing/hot cracking: cedimenti dovuti ad impedita contrazione da parte dello stampo; difettologia - vi sono numerose possibilità che qualcosa vada storto durante le operazioni di colata, a Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 30 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA - difetti tipici della colata in sabbia; con riferimento alla Figura 10.59: controlli visivi per individuare difetti superficiali macroscopici; a) sand blow: macrocavità superficiale dovuta al rilascio del gas contenuto nello stampo; analisi chimiche, fisiche e metallurgiche per verificare le caratteristiche intrinseche; b) pinholes: piccole cavità dovute al rilascio del gas contenuto nello stampo; test di pressurizzazione, per evidenziare eventuali perdite, e quindi vuoti, nel getto; c) sand wash: irregolarità superficiale dovuta all’erosione dello stampo durante la colata; controlli non distruttivi (radiografici, con particelle magnetiche, con liquidi penetranti fluorescenti) per rilevare difetti interni/esterni; d) scabs: irregolarità superficiali dovute ad incrostazioni di sabbia e di ossidi; prove meccaniche per misurare grandezze quali la resistenza e la durezza superficiale. e) penetration: irregolarità superficiali dovute ad eccessiva fluidità del metallo, che penetra nello stampo in sabbia; Nel caso vengano rilevati difetti non troppo gravi, questi possono essere riparati (previo accordo con il committente) tramite lavorazione di macchina (nel caso di esuberi di materiale) oppure apporto di materiale per saldatura seguito da lavorazione di macchina (nel caso di mancanze di materiale). f) mold shift: difetto di forma/dimensioni dovuto allo spostamento dello stampo; g) core shift: difetto di forma/dimensioni dovuto allo spostamento dell’anima; Le dimensioni del difetto in sé sono spesso molto meno importanti della forma e della posizione del difetto stesso all’interno del getto, così il metodo più efficace per controllare le prestazioni di un getto consiste nel suddividerlo in diverse regioni, in ciascuna delle quali non devono essere presenti difetti di dimensioni superiori a quelle accettabili per la specifica regione. Ad ogni modo, la presenza di difetti influisce sulle seguenti caratteristiche meccaniche: h) mold crack: cedimento e fessurazione dello stampo, entro cui penetra il metallo fuso a creare una protuberanza. - sforzo di snervamento: non è particolarmente affetto dalla presenza di difetti; il suo valore può essere ridotto di pochi punti percentuali a causa della sezione ridotta; - duttilità: come esemplificato dal semplice modello di necking riportato in Figura 10.60, essa è fortemente ridotta a causa della presenza di inclusioni/porosità, nel modo sintetizzato dalla relazione approssimata: allungamento duttile = (1 – f1/2) / n1/2 Figura 10.58 – Difetti comuni a tutte le tecnologie. ove: n = numero di cavità per unità di area f = frazione di porosità rispetto all’area resistente - sforzo di rottura: esso dipende dallo sforzo di snervamento e dal contributo di incrudimento che si manifesta durante l’allungamento duttile: poiché questo si riduce in presenza di difetti, anche lo sforzo di rottura ne risulta affetto allo stesso modo; - tenacità a frattura: è un’altra proprietà dei materiali indipendente dalle dimensioni dei difetti. Tramite il fattore di intensificazione degli sforzi K o il crack opening displacement COD (rispettivamente per la meccanica della frattura lineare elastica LEFM o per quella plastica YFM) è invece possibile determinare, conoscendo la tenacità a frattura e lo sforzo applicato, la massima dimensione del difetto che può essere tollerata. E’ quindi necessario adottare tecniche di controllo non distruttivo in grado di rilevare tale soglia, che può essere pari a decimi di millimetro; Figura 10.59 – Difetti tipici della colata in sabbia. Tutte queste tipologie possono comunque essere ricondotte alle sette categorie definite dalle normative. Le principali tecniche di controllo difettologico dei getti di colata, dettagliate nel Cap.59, sono: Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 31 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA alcune tecnologie di colata sono di tipo net shape (non sono richieste ulteriori operazioni tecnologiche) oppure near net shape (sono richieste solo operazioni tecnologiche minori); - resistenza a fatica: in genere essa è ridotta dalla presenza di difetti; in particolare, viene accelerata la fase di innesco della cricca a partire dalla coalescenza di micro-difetti, mentre può essere rallentata la fase di propagazione stabile, grazie alla struttura irregolare dei getti di colata; possono essere realizzati componenti di massa molto piccola (pochi grammi) o molto grande (centinaia di tonnellate); - tenuta pneumatica: viene ridotta dalla presenza, non tanto di porosità (infatti i singoli pori non comunicano l’uno con l’altro), bensì da film di ossido ripiegati su se stessi, che generano contatti “secchi” in corrispondenza dei quali nasce una certa permeabilità ai gas; possono essere utilizzati tutti i metalli e leghe aventi una temperatura di fusione; alcune tecnologie di colata sono adatte alla produzione prototipistica, alcune altre alla produzione di massa. - sforzi residui: dovuti alle modalità di raffreddamento e difficili da evidenziare con metodi non distruttivi, spesso danno luogo a stati di sforzi ben più pericolosi di quelli dovuti ai difetti: richiedono necessariamente trattamenti termici di distensione post-colata. Per contro, le tecnologie di colata, in taluni casi, possiedono anche degli svantaggi, quali: presenza di difetti e porosità; limitate prestazioni meccaniche; scarso livello di accuratezza dimensionale e finitura superficiale pericolosità nei confronti degli operatori e criticità nei confronti dell’ambiente. E’ quindi chiaro che la conveniente applicazione delle tecniche di colata richiede l’attenta considerazione di un gran numero di parametri, tra i quali: le caratteristiche del metallo/lega metallica; la specifica tecnologia di colata adottata; il materiale ed il progetto dello stampo; i parametri di colata (il flusso del metallo fuso, il tipo di alimentazione, il rateo di raffreddamento, la formazione di gas, etc.). Dal punto di vista progettuale, le metodologie si sono sviluppate nel tempo sulla base dell’esperienza, ed in questi ultimi tempi sono state ulteriormente ottimizzate grazie alle moderne tecniche di CAD-CAM e di virtual manufacturing. Sebbene i processi di colata siano adatti a produrre anche manufatti di forma complessa, la semplificazione migliora la colabilità, aumenta la resistenza e riduce i costi. In particolare, il progetto degli stampi deve riservare particolare attenzione a: - angoli e spessori: devono essere evitati spigoli vivi e brusche variazioni di spessore, che inducono dapprima problemi di riempimento, poi concentrazioni di sforzo e cricche (Figura 10.61). Figura 10.60 - Modello di necking per la frattura duttile in funzione delle dimensioni del difetto. (a) se il difetto ha dimensione l paragonabile a quella del provino, (b) con un singolo difetto di larghezza d e (c) presenza di difetti multipli con spaziatura s. I raggi di raccordo devono essere i più ampi possibile (325mm). La posizione dei cerchi maggiori inscrivibili nelle sezioni (Figura 10.62) è particolarmente critica per quanto riguarda il rateo di raffreddamento, la contrazione e le cavità da ritiro. 10.9 Aspetti progettuali ed economici A lcuni tra i principali vantaggi delle tecnologie di colata sono: possono essere realizzate geometrie complesse, gestendo sia la forma interna che quella esterna; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 32 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA - partizionamento: specie nella tecnica della colata in sabbia, lo stampo è diviso in due parti; è preferibile che tale partizione avvenga su di un piano (Figura 10.65), in corrispondenza di un angolo o di un bordo e non lungo una superficie piana, per evitare che la bava sia visibile - angoli di spoglia: per facilitare l’estrazione del getto dallo stampo è necessario prevedere angoli di spoglia (Figura 10.66) variabili da 0,5° a 2° (superfici esterne); tali valori vanno raddoppiati per le superfici interne onde tener conto della contrazione; - tolleranze: le tolleranze dimensionali dipendono dalla tecnica di colata, tipo di stampo e dimensioni del getto; per motivi economici, è opportuno siano le maggiori possibili, compatibilmente con la funzionalità del getto: +/-0,8 mm per getti piccoli, +/-6 mm per getti grandi; Figura 10.61 - Progetto di uno stampo. In (a) e (b) si evidenziano gli accorgimenti da considerare nei confronti della variazione di sezione e/o spessore. - sovrametallo: il sovrametallo è lo spessore di metallo lasciato in eccedenza sulla superficie per consentire ulteriori lavorazioni di macchina: esso dipende dal tipo e dalle dimensioni del getto: 2-5 mm per getti piccoli, fino a 25 mm per getti di grandi dimensioni; - sforzi residui: per evitare distorsioni dovute a ratei di raffreddamento diversi è opportuno prevedere dopo la colata trattamenti termici di distensione. Figura 10.62 - Progetto di uno stampo. (a) e (b) posizione dei cerchi inscrivibili. (c), (d) e (e) accorgimenti da adottare nei confronti dei massimi cerchi inscrivibili in funzione della forma del pezzo da realizzare. In (e) si evidenzia una cavità ottenuta con un’anima. Essi rappresentano le zone a più lento raffreddamento, e sono quindi definiti hot spot. Le cavità da ritiro e gli hot spot possono essere evitati mediante l’utilizzo di piccole anime che danno luogo a delle cavità di forma e dimensioni controllate e non influiscono in maniera significativa sulle prestazioni del pezzo. La Figura 10.63 mostra altri accorgimenti atti ad eliminare il problema indotto dagli hot spot: in particolare il metal padding aumenta il rateo di raffreddamento nelle zone critiche perché a più alto spessore. In generale è opportuno mantenere la maggior omogeneità possibile delle sezioni e degli spessori, come mostrato in Figura 10.64; - zone piane: vanno evitate il più possibile, in quanto danno luogo a distorsioni dovute al raffreddamento; ove possibile vanno interrotte con nervature; contrazione: per evitare criccature da raffreddamento, nel progetto dello stampo si deve tener conto della contrazione, i cui valori per i principali metalli sono riportati nella Tabella 10.5; Figura 10.63 - Tecniche per l’eliminazione del problema indotto dagli hot spot. In (a), (b) e (c) se ne riportano tre esempi, mentre dalla figura più in basso si evince il metodo chiamato metal padding. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 33 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA Figura 10.65 - Colata in sabbia. (a) esempio di partizionamento non corretto dello stampo (b) partizionamento corretto. Figura 10.64 - Accortezze da introdurre per il mantenimento dell’omogeneità dello spessore e delle sezioni. Tabella 10.5 - Valori di contrazione percentuale per i principali metalli in uso. Figura 10.66 - Angoli di spoglia consentono una maggiore semplicità nella rimozione del pezzo. Infine, va ricordato che la scelta tra diverse modalità produttive (per esempio lavorazione alla macchina utensile e colata) e tra diverse tecniche specifiche (per esempio colata in sabbia e colata in conchiglia) spesso dipende anche da fattori economici, nei quali giocano un ruolo importante, tra gli altri: Per quanto riguarda le leghe metalliche che possono essere convenientemente trasformate con le tecniche di colata, qui di seguito ne viene riportato un semplice elenco: per una disamina più approfondita delle loro caratteristiche si rimanda ai capitoli specifici. la necessità di investimenti preliminari - leghe da colata non-ferrose: leghe di alluminio l’onerosità di stampi ed attrezzature specifiche leghe di magnesio la necessità di manodopera qualificata leghe al rame la durata dei tempi-ciclo leghe allo zinco il costo della materia prima Su queste basi, la Tabella 10.6 mette a confronto diverse tecniche di colata. leghe per alta temperatura (titanio, superleghe, metalli refrattari). - leghe da colata ferrose: Tabella 10.6 – Confronto delle diverse tecniche di colata. ghise ghisa grigia ghisa nodulare ghisa bianca ghisa malleabile CGI (compacted graphite iron) acciai legati Le tecniche caratterizzate da bassi costi d’impianto ed attrezzatura, ma basso rateo produttivo (colata in sabbia) acciai inossidabili Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 34 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 10 - TECNOLOGIE DI COLATA sono adatte per produrre prototipi o piccole serie, mentre le tecniche che richiedono elevati costi per l’impianto e l’attrezzatura, sono poco labour-intensive, ovvero con ridotto impiego di manodopera, e offrono elevati ratei produttivi (colata in conchiglia) sono adatti alla produzione in serie. Bibliografia [1] Bidwell, H.T.: “Investment Casting” The Machinery Publishing Co. Ltd., Brighton – Sussex, 1969 [2] Black, S.C., Chiles, V., Lissaman, A.J., Martin, S.J.: “Principles of Engineering Manufacture” Arnold, Londra, 1996. 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