• l’attacco DIN (Deutsches Industrie fur Normung) si contraddistingue da una filettatura visibile nella parte interna del breve condotto di uscita dell'aria É possibile passare da un tipo di attacco all’altro per mezzo di apposite riduzioni. Dopo l’uso in acqua di mare, cosi come per tutta l'attrezzatura, anche la bombola va sciacquata con acqua dolce e riposta in un luogo asciutto. Attacco DIN Biattacco Attacco INT Acciaio o Alluminio? Una bombola da 10 litri in acciaio pesa mediamente poco meno di 11 Kg. mentre una di alluminio, di capacità corrispondente, ne pesa quasi tredici!. Questa notevole differenza deriva dal fatto che l’alluminio possiede una minore resistenza meccanica rispetto all’acciaio, è più ‘’tenero’’, e quindi la bombola deve avere pareti e fondo più spessi (circa 12 e 18 mm. rispettivamente, contro i circa 5 mm. di quelle in acciaio) per poter sopportare le stesse sollecitazioni di pressione. Ciò potrebbe indurre a pensare che indossando una bombola in alluminio, essendo più pesante, sia sufficiente indossare meno zavorra, invece avviene l’esatto contrario. L’alluminio, infatti, ha un peso specifico di gran lunga inferiore a quello dell’acciaio ed in acqua, quindi, ha una maggior galleggiabilità; pertanto a parità di capacità, la bombola d’alluminio necessita di 1-2 Kg di zavorra in più. Di contro, però, l’acciaio rispetto all’alluminio va incontro a maggior usura a causa dei fenomeni di corrosione. Sembra incredibile per un oggetto destinato all‘uso in acqua, ma il pericolo numero 1 è proprio l’umidità, in quanto essa agisce come catalizzatore nel processo di ossidazione ed il sale, in quanto igroscopico (attrae l’umidità), peggiora la situazione. Nelle bombole d’acciaio, la ruggine (ossido di ferro) è un vero problema: quella che si forma all’esterno è facilmente rimovibile anche perché ben in vista mentre quella al suo interno è particolarmente dannosa, perciò è bene sempre non scaricare del tutto la pressione nella bombola perché così aumenterebbe al suo interno l’umidità, il principale responsabile del fenomeno. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 31 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency Anche l’alluminio è soggetto ad ossidazione ma in questo caso, a differenza della ruggine che scava in profondità, il sottile strato di ossido che si forma in superficie inibisce l’ulteriore corrosione Le bombole devono essere manipolate con attenzione e trattate delicatamente. Durante il trasporto devono essere fissate saldamente al fine di evitare cadute, rotolamenti e sfregamenti. Erogatore L' erogatore è l'apparato che ci permette di respirare sott’acqua l'aria contenuta nelle bombole Questo dispositivo riduce la pressione dell’aria contenuta nella bombola, la quale, come si è visto, essendo elevatissima è irrespirabile, ad un valore uguale a quello ambiente permettendone l’utilizzo. Il salto di pressione necessario per ridurre la pressione del gas all'interno della bombola a dei valori respirabili avviene in due fasi successive. I moderni erogatori sono composti da 3 parti principali: • Primo stadio • Frusta • Secondo stadio Descriviamoli nel dettaglio. Il primo stadio Il primo stadio è il componente che si fissa al rubinetto della bombola per mezzo di un attacco INT (formato da staffa munita di brida di fissaggio entrambi chiaramente visibili) oppure DIN (un innesto filettato fissato ad una ghiera girevole). La tenuta dell'aria che transita dalla bombola al primo stadio è garantita, per entrambe le tipologie di attacco, da delle piccole guarnizioni chiamate O-R (dall'inglese O-Ring). Questa è posizionata sul terminale della ghiera filettata nell'attacco DIN, mentre l'attacco INT è privo di O-R trovandosi questo direttamente attorno al foro di uscita dell'aria sul rubinetto della bombola. Per queste ragioni anche le rubinetterie DIN e INT delle bombole sono immediatamente riconoscibili: la prima è contraddistinta da un innesto femmina filettato privo di O-R, la seconda da una battuta circolare nella quale è collocato in modo visibile l'O-R. 32 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Le rubinetterie moderne, come già accennato nel paragrafo precedente, hanno il foro di uscita dell'aria già predisposto con attacco DIN e con inserito un nottolino filettato rimovibile per mezzo di una chiave a brugola. Questo deve essere munito di O-R su entrambe le estremità ed è gergalmente chiamato "la caramella". Quando è avvitato nell'alloggiamento di tipo DIN del rubinetto permette la connessione di primi stadi tipo INT Il primo stadio svolge la funzione di ridurre la pressione presente all'interno della bombola (qualunque essa sia) ad una pressione di taratura (costante e determinata) più la pressione ambiente. Solitamente la pressione di taratura si aggira attorno alle 8/10 atmosfere. I primi stadi si dividono in due tipologie: a "pistone" ed a "membrana". Entrambi hanno un pistoncino al loro interno quale responsabile principale della riduzione di pressione, soltanto che nel primo tipo il pistoncino si trova a contatto con l'acqua, mentre nel secondo tipo una membrana lo separa completamente dall'acqua cosi da mantenerlo asciutto. Sono le stesse variazioni di pressione dell'acqua ad agire sul sistema di regolazione della pressione del primo stadio. Pistone o membrana? Il dubbio su quale tipo preferire non può essere basato su motivazioni definitive, in quanto non esiste un sistema migliore in assoluto. In linea di massima possiamo affermare che un primo stadio a pistone è caratterizzato da un'architettura più semplice e per certi aspetti più robusta rispetto al membrana. In ragione di questo le operazioni di manutenzione risultano più semplici. Di contro i primi stadi a membrana, in virtù della funzione "isolante" della membrana, garantiscono maggior protezione al pistone da condizioni usuranti quali la salsedine, la sabbia ed altri agenti dannosi. I progressi più recenti in campo meccanico tendono comunque sempre più ad annullare le differenze "comportamentali" tra le due tipologie. La scelta tra un tipo e l'altro è soprattutto una questione di sintonia personale verso uno dei due sistemi. Benché l'attacco INT sia più diffuso nei centri di immersione di tutto il mondo, l'attacco DIN permette una connessione tra primo stadio e rubinetto molto più salda e sicura proprio in virtù dell'attacco filettato che oltre a fissare il primo stadio mantiene l' O-R in posizione più protetta. Inoltre gli attacchi DIN muniti di filettatura lunga sono in grado di collegarsi a bombole la cui pressione di esercizio arriva fino a 300 atmosfere (purché la filettatura sui rubinetti delle bombole sia altrettanto lunga). L'attacco INT invece è in grado di lavorare con pressioni massime non superiori alle 230 atmosfere ed è più vulnerabile ai colpi eventualmente ricevuti sulla rubinetteria. In buona sostanza gli attacchi tra primo stadio e rubinetteria possono essere sinteticamente descritti nella tabella seguente: Open Water Diver - CMAS-PTA P1 33 Modulo 1 Pure Tech Agency Pure Tech Agency Modulo 1 Tipo INT DIN 230 DIN 300 Caratteristica della connessione Composta da staffa e brida di fissaggio Ghiera filettata corta Ghiera filettata lunga Collocazione O-R Rubinetto bombola Primo Stadio Primo Stadio Pressione di esercizio max Compatibilità con rubinetto bombola 230 atmosfere INT 230 atmosfere 300 atmosfere DIN 230 DIN 230 e DIN 300 Ingresso alta pressione (HP) Filtro Membrana Pistone Uscita bassa pressione (BP) PRIMO STADIO BILANCIATO Uscita alta pressione (HP) PRIMO STADIO NON BILANCIATO Bisogna sempre prestare attenzione affinché non si ecceda la pressione di esercizio di una connessione, e comunque i centri di ricarica non caricano quasi mai le bombole oltre le 220 atmosfere di pressione. Questa regola vale soprattutto per le connessioni di tipo INT: in esse in fatti l'O-R è fissato solo a pressione ed è quindi più soggetto a fuoriuscite con conseguente perdita violenta di aria. Inoltre le bombole munite di attacco DIN a 300 bar, ovvero con filettatura lunga, sono piuttosto rare. Bilanciato e non bilanciato? Primi stai bilanciati o non bilanciati. I primi stadi non bilanciati, diventati una minoranza, sono dei primi stadi a pistone che hanno a loro favore l'assoluta semplicità e convenienza economica, di contro offrono prestazioni inferiori rispetti ai bilanciati. Il meccanismo di regolazione della pressione di erogazione dei primi stadi non bilanciati è meno sofisticato rispetto agli altri, pertanto in alcune condizioni offrono un erogazione meno generosa di aria. I più recenti disponibili sul mercato sono comunque talmente evoluti che, a profondità poco impegnative, non si discostano quasi per nulla dalle prestazioni dei bilanciati, sono molto affidabili, facili e veloci nella manutenzione. Molti centri di immersione offrono ai propri clienti erogatori con primi stadi non bilanciati perché a basse profondità sono comunque validi e sono più economici e semplici da gestire nelle operazioni di manutenzione. 34 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency La frusta è il tubo flessibile che mette in comunicazione il primo stadio con il secondo stadio consentendo il trasporto dell'aria. Queste vanno posizionate in modo tale da non creare grovigli, e che in immersione non sporgano eccessivamente dalla sagoma del subacqueo. Il secondo stadio Il secondo stadio è il componente al quale il subacqueo si connette (addentandolo sul boccaglio) e dal quale si respira. Ha in carico la seconda e finale fase di riduzione della pressione alla sola pressione ambiente. É composto dalle seguenti parti principali: Boccaglio Tasto Dive - Pre-Dive Convogliatore di scarico Pulsante di spurgo Pomolo regolazione sforzo inspiratorio • Una cassa che contiene una membrana che a sua volta, a seconda se stiamo inspirando o espirando, aziona i leveraggi ed una valvola che permettono o interrompono l'erogazione • Un innesto (generalmente filettato) per la frusta • Vie di fuga per l'aria espirata (queste possono trovarsi nella parte inferiore o laterale rispetto al boccaglio) Per poter prendere contatto con un secondo stadio quando si ha già la testa immersa è necessario, dopo averlo addentato, eseguire prima una espirazione e solo successivamente l'inspirazione. Questo per svuotare la cassa dall'acqua ed evitare quindi di ingoiarla. Il secondo stadio è contraddistinto da una vistoso pulsante, (chiamato "push" dall'inglese) generalmente posto nella parte frontale della cassa, con il quale è possibile comandare l'emissione dell'aria da respirare. Il push viene impiegato soprattutto in due situazioni: • Durante l'apertura del rubinetto della bombola per evitare che arrivi al secondo stadio una botta di pressione che potrebbe alla lunga accelerare l'usura delle sue parti interne; • In immersione quando si deve prendere contatto con un erogatore e non si è in grado di eseguire una espirazione prima di incominciare a respirare normalmente per espellere l'acqua penetrata nella cassa del secondo stadio. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 35 Modulo 1 La frusta Pure Tech Agency Modulo 1 Le regolazioni del secondo stadio L'estrema sensibilità del push può portare ad uscite d'aria involontarie, ad esempio quando si nuota in senso contrario alla corrente. Se è presente un regolatore di sensibilità, si può ridurre quest'ultima con l'apposito comando che agisce sulla molla di contrasto. Al contrario, in situazioni diffi cili (grande profondità, un momento di affanno) basta portarlo sulla posizione di massima apertura per facilitare l'erogazione. A sua volta, il regolatore dell'effetto Venturi, ad azione progressiva o con le due posizioni estreme max-min (dive/pre-dive), permette di variare lo sforzo d'inspirazione successivamente al momento d'innesco dell'erogazione (stacco respiratorio o primo stacco) e si apprezza particolarmente alle profondità maggiori. L'erogatore completo Ogni primo stadio è dotato di almeno due uscite di alta pressione (HP = high pressure) alla quali si connette il manometro (che è l'indicatore dell'aria disponibile), e di 4 uscite di bassa pressione (LP = low pressure) alle quali si connettono le fruste con i relativi secondi stadi. Le connessioni frusta-primo stadio avvengono tramite giunzioni maschio femmina filettate. La filettatura delle uscite di bassa pressione e alta pressione sono differenti tra loro per evitare errori nella connessione delle fruste. É bene sapere che non è sempre possibile connettere primi stadi di una determinata marca o modello di erogatore, con i secondi stadi di un altro modello o marca. Le pressioni di taratura dei primi potrebbero essere diverse dai secondi e questo può determinare incontrollate uscite di aria. Esistono numerosi modelli di erogatore: alcuni offrono varie forme di regolazione del flusso e/o della portata dell'aria sul secondo stadio, altri ne sono privi ma questo non significa che siano meno performanti, tutt'altro. Generalmente sono tutti affidabili ed ampiamente collaudati, almeno per le immersioni novizie, quindi decidere quale modello sia migliore di un altro è abbastanza soggettivo. L'esperienza farà preferire un modello piuttosto che un altro. L'erogatore è per ovvie ragioni la parte più importante della nostra attrezzatura. Prima di ogni immersione è opportuno eseguire alcuni atti respiratori, sia in superficie, sia con il volto immerso nell'acqua, per verificarne la perfetta efficienza. Al minimo dubbio di malfunzionamento non si prosegue con l'immersione. 36 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 PULIZIA: Dopo l’uso asciugare, anche con l’aria rimasta nella bombola, il tappo di protezione, per evitare infiltrazioni d’acqua nel primo stadio. Proteggere il filtro sinterizzato coprendolo con il tappo di protezione e sciacquare l’erogatore con acqua dolce. AVVERTENZA: durante l’operazione di risciacquo non premere il pulsante di erogazione manuale del secondo stadio per evitare infiltrazioni d’acqua nella valvola di richiamo. Lasciare asciugare l’erogatore in un luogo asciutto non esposto direttamente ai raggi solari. Riporlo in un luogo protetto da temperature elevate ed assicurarsi che il tubo di bassa pressione, che collega il primo stadio al secondo stadio, abbia un raggio di curvatura non inferiore ai 150 mm. Il fenomeno dell'autoerogazione Per autoerogazione (in inglese free-flow) si intende un uscita incontrollata di aria dal secondo stadio. Questa può essere determinata da vari fattori quali: scarsa o incorretta manutenzione dell'erogatore (pressioni di taratura male impostate), scarsa qualità costruttiva dell'erogatore in relazione alle condizioni d'uso, acqua molto fredda oppure eccessivo uso del push. Solitamente quando questo avviene è necessario intervenire per interrompere il flusso di aria chiudendo il rubinetto al quale l'erogatore è collegato. Si passa quindi alla FAA soprattutto nel caso in cui l'auoterogazione sia cosi intensa da impedire la normale respirazione. In molti casi l'erogatore incorso in autoerogazione tornerà a funzionare normalmente durante l'immersione dopo che si è riaperto il rubinetto. É consigliabile continuare a respirare con la FAA, rimanere molto vicino al compagno, ridurre la profondità ed eventualmente decidere di terminare l'immersione soprattutto nel caso in cui la perdita di aria sia stata importante. Fonte d'Aria Alternativa (FAA) Insieme all’erogatore principale è necessario avere una seconda fonte di aria per avere un margine di sicurezza maggiore durante l’immersione. Disporre di un fonte d'aria alternativa ci permette sia di sostituire l'erogatore principale in caso di malfunzionamento, sia "donare" aria al compagno di immersione nel caso in cui questo si trovi completamente privo di aria oppure impossibilitato a respirare dalla propria attrrezzatura. Questo scenario appena descritto ci fa capire una cosa molto importante, ovvero quali sono le fonti di approvvigionamento dell'aria in immersione in ordine di accessibilità: 1. L'erogatore principale 2. L'erogatore secondario o di emergenza 3. Il compagno di immersione Le fonti di aria alternative per essere tali devono essere costituite da: • Un secondo stadio addizionale: questo viene montato su una delle uscite di bassa pressione (LP) del primo stadio tramite una frusta solitamente più lunga del normale. L'utilizzo del colore giallo per frusta e secondo stadio oltre a renderli maggiormente visibili li qualifica quale fonte d'aria alternativa • Secondo erogatore completo: ogni qual volta le bombole sono munite Open Water Diver - CMAS-PTA P1 37 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency di doppia rubinetteria è possibile e opportuno montare un secondo erogatore completo (primo e secondo stadio) • Essere ed avere un compagno di immersione attento alle proprie ed altrui necessità. Collarino ritentore per secondi stadi Non date retta a chi vi consiglia di acquistare un secondo erogatore di basse prestazioni perché tanto lo si usa solo in emergenza, oppure di acquistare un secondo erogatore di prestazioni ancora migliori del primo. Entrambe le affermazioni sono errate. Vediamo perché: • Un secondo erogatore, essendo impiegato in un ipotetico caso di emergenza, deve essere adeguato proprio alle situazioni più gravose tipiche di un emergenza e quindi deve essere di qualità • Un secondo erogatore migliore del primo finirebbe per essere utilizzato come erogatore primario, perché non avrebbe senso alcuno respirare sempre da un erogatore di basse prestazioni La soluzione corretta è adottare, da subito, due erogatori separati di ottimo livello in modo da alternarne l’uso in immersione (cosi si è sempre sicuri del corretto funzionamento di entrambi), inoltre, sfruttandoli appieno entrambi in modo sincronico, coincideranno i periodi di manutenzione. Consigli per l'acquisto Quando si acquista un erogatore non si deve soltanto guardare la sua portata di aria (spesso sono talmente elevate da soddisfare le esigenze respiratorie di un paio di elefanti in corsa), piuttosto sono da verificare le modalità con cui l’erogatore fornisce aria respirabile, ovvero la qualità dell’erogazione. Se possibile chiedete al negoziante di farvi provare l'unità prima dell'acquisto infatti è importante controllare quanto l’erogatore ci consente di respirare in immersione in maniera naturale. Sia lo sforzo inspiratorio sia lo sforzo espiratorio devono essere molto bassi, l’erogazione deve essere lineare, "nutritiva", senza inutili quanto fastidiose "sparate" d’aria. Se consideriamo quindi l’erogatore sotto questi molteplici aspetti, l’offerta del mercato diventa decisamente più ristretta anche in ragione del fatto che 38 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 a fronte di un’offerta apparentemente molto diversificata, poche sono le novità di rilievo nella produzione. La marina militare americana, la US NAVY, sottopone a dei test abbastanza rigorosi alcuni erogatori presenti sul mercato. Le valutazioni che emergono da questi test forniscono delle indicazioni molto valide anche per i subacquei sportivi. Rivolgiti al tuo Istruttore o Training Facility CMAS-PTA per avere consigli e orientarti nel panorama delle attrezzature subacquee disponibili sul mercato Manometro Il manometro è l'indicatore del livello di pressione all'interno della bombola, ovvero della quantità d'aria disponibile. Grazie al manometro è possibile monitorare i consumi di aria: durante tutta l'immersione così da prevenire il rischio di rimanere senz'aria. Esso si collega tramite una frusta ad una delle uscite di alta pressione (HP) del primo stadio. Il manometro, è parte integrante della strumentazione. É uno strumento la cui lettura deve essere precisa, veloce e comoda. Nella scelta si consiglia un modello poco ingombrante e che abbia un quadrante con una impostazione grafica semplice per avere una lettura immediata. Il manometro deve essere posizionato in modo tale da permettere una rapida presa e la massima comodità di lettura. Chiedi consiglio al tuo Istruttore quali possono essere le soluzioni migliori. GAV - Giubbetto ad Assetto Variabile Il G.A.V. è un apparato che si comporta proprio come la vescica natatoria dei pesci. Esso migliora il galleggiamento del subacqueo, sia in immersione sia in superficie, riducendo gli sforzi necessari per mantenersi ad una determinata profondità oppure in superficie. In buona sostanza ci permette di mantenere una posizione corretta e rilassata a qualunque profondità. I GAV moderni hanno una forma simile ad un giubbotto di salvataggio (jacket) e si compongo di: Open Water Diver - CMAS-PTA P1 39 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency • Un "sacco", ovvero la vescica, che avvolge la schiena ed i reni del subacqueo (oppure solamente la schiena) e che si presta per essere riempito o svuotato di aria • Pulsantiera di comando per il riempimento e svuotamento del sacco (V.I.S. Valvola Immissione Scarico) • Spallacci sulla parte anteriore per essere indossati dal subacqueo • Fasce sul lato posteriore per essere fissate alla bombola Per adempiere alla sua funzione si devono introdurre o evacuare opportune quantità d’aria al fine di compensare le variazioni di volume provocate dall’aumento o dalla diminuzione della pressione ambiente. Scendendo in profondità infatti la muta si schiaccia per l'aumento di pressione, e diminuendo di volume tende a perdere la propria galleggiabilità, mentre la zavorra continuerà a trascinarci verso il basso. Per fermare la discesa si deve immettere nel GAV un quantitativo d'aria tale da farci rimanere immobili a mezz'acqua (le pinne servono principalmente per spostamenti orizzontali). Comando scarico rapido Valvola scarico rapido Corrugato Regola cinghie Fasce di chiusura Sacca Fascia ventrale Fissaggio bombola Tasca Valvola Immissione Scarico Anello fissaggio accessori Per comandare l'immissione o evacuazione dell'aria il GAV è munito di una pulsantiera posizionata sulla parte terminale di un tubo corrugato. Il corrugato è il passaggio principale di entrata ed uscita dell'aria dal sacco, mentre la pulsantiera è collegata per mezzo di una frusta ad una delle uscite di bassa pressione del primo stadio. Una valvola di sicurezza di svuotamento, in grado di azionarsi anche autonomamente, evacua l'aria in caso di eccessivo riempimento. Detto ciò il tutto può sembrare un poco complicato, in realtà appena si avrà acquisito familiarità con questo strumento il suo utilizzo sarà molto spontaneo e naturale, proprio come i pesci fanno con la propria vescica natatoria. 40 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Scarico rapido Modulo 1 Pure Tech Agency Frusta bassa pressione Attacco BP Corrugato Innesto Pulsante di carico Apertura gonfiaggio bocca Pulsante di scarico IL CORRUGATO Sacco a volume posteriore La conformazione del sacco influenza la postura del subacqueo in immersione. I GAV dotati di sacchi che avvolgono anche i reni del subacqueo facilitano il mantenimento della posizione verticale del subacqueo soprattutto in superficie. Esistono dei GAV che hanno il sacco posizionato solamente sulla schiena del subacqueo; questi GAV sono detti a volume posteriore. Questa tipologia di GAV favorisce la posizione orizzontale del subacqueo che li indossa, inoltre in condizione di massimo gonfiaggio non opprimono i fianchi del subacqueo. La scelta di un modello piuttosto che un'altro è soggettiva. Il tuo Istruttore potrà guidarti tra i pregi e le caratteristiche dei vari modelli. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 41 Pure Tech Agency Modulo 1 Come assemblare un gruppo A.R.A. 1 Esamina la condizione globale della bombola e della rubinetteria. Controlla le marcature della bombola (data collaudo). Apri la rubinetteria per pulire l’orifizio e annusa l’aria: deve essere pulita, secca e inodore. Controlla l’O-ring. 2 Monta il GAV sulla bombola in modo che il meccanismo di bloccaggio della bombola sia rivolto verso di te. Sollevando il gruppo ARA tenendo il GAV, la bombola non deve scivolare. Possibilmente bagna le cinghie di nylon prima di stringerle perché il nylon si allunga quando è bagnato. 3 Togli dall’erogatore il tappo di protezione contro la polvere, controlla il filtro del primo stadio e connetti il primo stadio al rubinetto della bombola. La maggior parte degli erogatori devono essere montati in modo tale che le fruste ed i relativi secondi stadi passino sopra la spalla destra del subacqueo e comunque dal lato destro del GAV. 4 Prima di aprire il rubinetto dell’aria tenta di espirare attraverso il secondo stadio. A differenza dell’inspirazione, dovresti essere in grado di espirare facilmente. Se non si riuscisse, sciacqua l’erogatore in acqua e poi riprova. 5 Prima dell'apertura del rubinetto tenta di inspirare da ogni secondo stadio. Se avverti un qualche passaggio di aria potrebbe significare che c'è una perdita di qualche genere nella membrana del secondo stadio. 6 Controlla il manometro che deve indicare zero. 7 Soltanto a questo punto si procede con l'apertura dei rubinetti della bombola. Ruota il manometro verso il basso, allontanandolo da te e dagli altri e lentamente apri il rubinetto della bombola tenendo schiacciato il push. Se non ci sono perdite rilascia il push e apri completamente il rubinetto. Prova a inspirare e espirare controllando il manometro: se l’ago indicatore oscilla, significa che c’è un ostruzione o che il rubinetto non è ben aperto. 8 Una volta che il gruppo ARA è assemblato, se non lo indossi subito sdraialo a terra e raccogli le parti penzolanti in modo ordinato. 42 Open Water Dive Diver er - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Oltre all'ARA è necessario indossare un ulteriore bagaglio di strumenti grazie al quale è possibile monitorare i parametri di un'immersione (profondità e tempo) e non solo. Vediamo nel dettaglio gli strumenti più importanti: • Orologio subacqueo: Serve per monitorare i minuti di immersione, ovvero il tempo di immersione. Quelli a lancette sono muniti di ghiera girevole unidirezionale grazie alla quale si "azzera" la lancetta dei minuti. • Profondimetro: Il profondimetro è lo strumento con il quale si misura la profondità. Più precisamente è un manometro che converte la pressione ambiente in profondità equivalente della colonna d'acqua. co I profondimetri moderni sono di tipo elettronico (digitale) e sono muniti di display a cristalli liquidi (d sui su quali vengono visualizzate sia la profondità sia il tempo di immersione in minuti. Tutti i profondimetri te indicano sia la profondità attuale sia la profondità in raggiunta durante il corso dell'immersione. ra • Boa segna-sub L'utilizzo della boa segna-sub, è indispensabile ed obbligatorio per legge in quanto avverte i natanti della presenza di subacquei sia in immersione sia in superficie. Questa funzione la rende un componente essenziale dell’equipaggiamento, espressamente dedicato alla sicurezza personale in acqua. La presenza della boa con la bandiera segna-sub può evitare pericolose collisioni tra imbarcazioni in transito e subacquei in superficie, oltre a fornire l' individuazione del luogo in cui i subacquei sono immersi. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 43 Modulo 1 1.3 Strumentazione ed accessori Pure Tech Agency Modulo 1 L'obbligo di segnalare la propria presenza sotto la superficie dell'acqua non è dettato solo dal buonsenso, ma in Italia, ed in molti altri stati, è anche prescritto dalla legge. Il DPR n° 1639 del 2 ottobre 1968 "Regolamento per l'esecuzione della Legge 14 luglio 1965, n. 963, concernente la disciplina della pesca marittima", all'articolo 130 prevede che "Il subacqueo in immersione ha l'obbligo di segnalarsi con un galleggiante recante una bandiera rossa con striscia diagonale bianca, visibile ad una distanza non inferiore a 300 metri; se il subacqueo è accompagnato da mezzo nautico di appoggio, la bandiera deve essere messa issata sul mezzo nautico. Il subacqueo deve operare entro un raggio di 50 metri dalla verticale del mezzo nautico di appoggio o del galleggiante portante la bandiera di segnalazione". Va aggiunto che solo dal 2003, con la circolare 82/033465 del 26 maggio 2003 emessa dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto, all'imposizione fatta ai subacquei si contrappone l'imposizione ai natanti di mantenere una distanza di sicurezza dal galleggiante, è infatti solo da quell'anno che il transito di una imbarcazione, ad una distanza inferiore a 100 metri da una boa segna-sub, costituisce un illecito penale. Legislazione all'estero Anche in altri paesi, come ad esempio Stati Uniti e Canada, la bandiera bianca e rossa è obbligatoria per legge. Vi sono però molti altri paesi che invece riconoscono unicamente la Bandiera di segnalazione ALFA. Per questo motivo quando ci si trova all'estero, per evitare possibili sanzioni, è sempre meglio utilizzare entrambe le bandiere di segnalazione. Bandiera di segnalazione ALFA Anche se in alcuni paesi, come ad esempio l'Italia, la sola bandiera di segnalazione internazionale ALFA non è sufficiente,, a anch'essa può essere utilizza per segnalare la o presenza di un sub in immersione, tuttavia il suo uso o e il suo significato sono leggermente diversi. Secondo n la normativa internazionale essa indica infatti un vascello impegnato in operazioni sottomarine e quindii con ristretta capacità di manovra. Di conseguenza, mentre la bandiera di segnalazione ne rossa e bianca ha lo scopo di aumentare la sicurezza del subacqueo, la bandiera di segnalazione ALFA ha lo scopo di prevenire collisioni tra navi. • Boa gonfiabile/Pedagno Il pedagno è un pallone, generalmente di forma allungata, che può essere riempito di aria in immersione in modo tale da poterlo "lanciare" da sott’acqua verso la superficie. In questo modo un subacqueo può segnalare la propria posizione in modo preciso. 44 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Il pedagno non sostituisce la bandiera segna-sub, tuttavia è uno strumento addirittura obbligatorio in alcune località. Ha dimensione piuttosto contenute e può trovare posto in una tasca del GAV o in una eventuale tasca presente sulla muta. Può essere usato agganciato alla cima che ha in dotazione o meglio ancora se viene utilizzato in abbinamento con un mulinello. Il suo uso diventa necessario nel caso in cui si è costretti a riemergere distanti dalla bandiera segna-sub. • Mulinello Il mulinello, chiamato anche reel, trova varie applicazioni alcune importanti. É fatto generalmente in alluminio oppure in acciaio inox, dotato di un rocchetto attorno al quale può essere avvolta una sagola più o meno lunga in considerazione delle sue dimensioni e dello spessore della cima utilizzata. In ambito ricreativo trova il suo naturale uso in abbinamento alla boa segna-sub o con il pallone sparabile (pedagno). Può essere usato anche come filo di arianna purchè ci si addestri in modo adeguato per questo utilizzo. • Torcia subacquea La torcia è uno strumento indispensabile non solo per illuminare gli ambienti scarsamente illuminati o bui, ma anche per comunicare tra subacquei. Con essa è infatti possibile scambiarsi numerosi segnali luminosi percepibili anche da grande distanza. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 45 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency Le tipologie di torce disponibili sul mercato sono sintetizzate nella tabella seguente: Tipologia Alogena Sorgente luminosa Tonalità della luce Efficienza emessa Lampada dotata di Luce dal colore caldo 25 Lumen/W filamento al tungsteno tendente al giallo Lampada priva di filamento Luce dal colore freddo 70-80 Lumen/W HID o scarica di gas costituita da una ampollina tendente all'azzurro di quarzo riempita, a bassa intenso pressione, di gas xeno o miscele di gas affini, all’interno della quale si causa una scarica elettrica allo scopo di creare un plasma di gas che emette luce Led Diodo ad luminosa emissione Luce tendente bianco e azzurro al 40-60 Lumen/W Dalla tabella si evince che i sistemi di illuminazione che utilizzano lampade alogene sono i più energivori, pertanto, a parità di efficienza luminosa, richiedono batterie molto più performanti e quindi voluminose. Lampada alogena Efficienza luminosa = 25 Lumen/W Lampada HID Efficienza luminosa = 70-80 Lumen/W Led Efficienza luminosa = 40-60 Lumen/W TIPI DI SORGENTI LUMINOSE Il lumen (simbolo: lm) è l’unità di misura del flusso luminoso. Detto ciò quanto più un fascio di luce è concentrato maggiore sarà sia la sensazione di potenza percepita dal subacqueo, sia la capacità oggettiva di penetrazione nel buio della luce stessa. Le torce a lampada alogena hanno potenze che variano generalmente tra i 10 ed i 100 watt; anche per le HID la potenza è espressa in Watt, mentre per quelle a LED è più corretto esprimere l'intensità luminosa in lumen. Facciamo alcune considerazioni: Una alogena di 50 watt emette 25 x 50 = 1250 Lumen. Una HID può arrivare anche a 70-80 lumen per ogni watt, quindi una 15w emette all’incirca 80 x 15 = 1200lm. Se ne deduce che con soli 15w ho la 46 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 stessa luminosità di una 50w alogena, oppure con un 50w HID avrei ben 4000lumen, l’equivalente di una alogena da ben 160w. Questi numeri esprimono un rapporto, tra torce alogene e HID, di circa 1 a 3. Questo può essere usato a tutto vantaggio dell’autonomia, a parità di pacco batteria, oppure a vantaggio della luminosità con pari durata del caso alogeno. Altrimenti si privilegiano dimensioni e pesi ridotti del pacco batterie mantenendo resa luminosa e autonomia di una alogena 50 watt. Il maggior difetto delle lampade HID è, oltre al costo, la loro relativa fragilità: un colpo ricevuto anche non troppo forte è in grado di danneggiare l’ampolla tale da rendere necessaria la sostituzione. Tutto ciò detto vale anche per i led, i quali però si differenziano dalle lampade HID in quanto hanno a loro vantaggio il basso costo, la lunghissima durata (intesa come vita operativa dei led, misurabile in migliaia di ore) e la robustezza. Inoltre i led sono da un punto di vista tecnologico in continua evoluzione: tra non molto saranno disponibili led con efficienze paragonabili alle lampade HID o addirittura superiori. Le lampade alogene, per quanto siano le più energivore, sono ancora richieste in virtù della tonalità “calda” della propria luce in grado di far risaltare i colori in modo molto naturale. Per quanto riguarda le batterie ci sono attualmente in commercio svariate tipologie di batterie: nichel-cadmio, nichel–idrati metallici, al piombo, alcaline. I primi due tipi hanno maggiore potenza in proporzione al peso e alle dimensioni, per contro hanno lo svantaggio di una rapida caduta di potenza quando giungono alla fine della loro durata. Le batterie al piombo ed alcaline perdono meno rapidamente la loro potenza. Volt e Ampere. Le batterie si distinguono in base a queste due unità di misura: la prima esprime la tensione, ovvero la forza che spinge la corrente nel circuito, la seconda l’intensità. E’ un po’ come dire “ho un bacino di acqua ad una certa altezza collegato con un tubo di scarico”: la grandezza del dislivello sono i volt mentre l’ampiezza o portata del tubo di scarico sono gli ampere. Oltre alle considerazioni espresse precedentemente, una buona torcia subacquea deve ovviamente essere robusta ed impermeabile. In commercio si trovano numerose torce differenti tra loro per dimensione, efficienza e ovviamente autonomia. É meglio preferire le torce con almeno 50 minuti reali o più di autonomia. Vi sono altri due elementi distintivi principali delle torce: • Torce definite a blocco unico: sono formate in un unico pezzo che contiene sia la sorgente luminosa sia le batterie; Open Water Diver - CMAS-PTA P1 47 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency • Torce con batterie separate: si contraddistinguono dal fatto che la parte contenente la sorgente luminosa è collegata alla parte contenente la batteria per mezzo di un cavo stagno. Il primo tipo ha il vantaggio di non avere cavi che potrebbero impigliarsi, di contro ha lo svantaggio di pesare sul brandeggio. Il secondo tipo permette invece di distribuire meglio il peso della torcia sull’attrezzatura così da avere in mano solo la “testa” più leggera e comoda da brandeggiare. Come utilizzare correttamente le lampade subacquee: • non dirigere la lampada negli occhi di altri subacquei • muovi lentamente la lampada per non creare confusione • non dirigere la lampada direttamente sugli strumenti, sfruttando la fosforescenza dei quadranti per non restare abbagliati dalla luce riflessa • sfrutta la luce riflessa della lampada per indicare i segnali • codificare l’uso della lampada per segnali particolari • movimenti circolari equivalgono ad un OK • movimenti orizzontali servono per richiamare l’attenzione • indirizza la luce della lampada davanti al subacqueo se vuoi attirare la sua attenzione • Coltello subacqueo Il coltello subacqueo è necessario al fine della propria sicurezza. Il suo scopo primario è quello di tagliare eventuali reti, lenze da pesca o cime con le quali un sub, inavvertitamente, può essere entrato in contatto e aggrovigliatosi. Il coltello deve avere una lama affilata, a doppio filo (liscio da una parte, seghettato dall’altra), non deve essere usato impropriamente ad esempio come attrezzo da leva, in quanto ne causerebbe un suo deterioramento e perdita della capacità di taglio. Il coltello deve essere in acciaio inox, con lama passante nel manico; trova la sua migliore collocazione posizionato all'altezza del tronco del subacqueo bacqueo generalmente sul GAV, e in ragione del fatto che deve essere garantita la facilità di estrazione e brandeggio così come un sistema di ritenzione antismarrimento. • Bussola La bussola è uno strumento molto semplice che permette di individuare il nord magnetico. La bussola è costituita da un ago magnetico, libero di ruotare su un piano orizzontale, montato su un perno posto al centro di un quadrante circolare chiamato rosa (nome derivato dalla rosa dei venti), suddiviso in 360 gradi. 48 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Modulo 1 La terra è attraversata da un potente campo magnetico che ha il suo polo "positivo" leggermente spostato dal Nord geografico (quello della terra) ed è chiamato appunto nord magnetico. Su ogni carta nautica, ad uso locale, viene riportato un angolo (detto di deviazione o declinazione magnetica) che esprime la differenza tra nord magnetico e geografico. É grazie a questa declinazione che i naviganti sono in grado di calcolare la giusta direzione. Nell'uso subacqueo la declinazione magnetica non impone nessuna correzione. L'ago della bussola si orienta esattamente verso il nord magnetico soltanto se nelle vicinanze dello strumento non vi sono masse di acciaio che interferiscono con l'ago magnetico. La bussola ci permette di seguire una determinata direzione anche in assenza di riferimenti. Annotando la lettura direzionale indicata dalla bussola, si è in grado di ripercorrere un percorso reciproco o di effettuare cambi di direzione programmati. Per far si che la bussola dia informazioni corrette si deve: • tenere lo strumento non vicino a masse metalliche o a campi magnetici che influenzerebbero il posizionamento dell'ago magnetico verso il Nord • tenere la bussola in piano, parallela alla superficie dell'acqua, per dare modo all'ago di ruotare liberamente e di non bloccarsi toccando l'interno della cassa • allineare la linea di fede e l'asse del proprio corpo con la direzione da seguire, spostando tutto l’insieme qualora si dovessero effettuare delle correzioni ed evitare di correggere la rotta con spostamenti della sola bussola o di una parte del nostro corpo • effettuare la lettura guardando la bussola al di sopra del quadrante o sulla finestrella laterale della cassa utilizzando sempre i riferimenti dell'ambiente. L'uso di questo strumento non è immediato e richiede una preparazione ed un addestramento specifici. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 49 Modulo 1 Pure Tech Agency • Fischietto É un accessorio importante perché in caso di bisogno permette di segnalare la posizione ad una notevole distanza • Lavagnetta La lavagnetta subacquea permette di comunicare direttamente con il compagno d’immersione qualora si vogliano trasmettere informazioni precise e dettagliate. É composta da una tavoletta in materiale plastico sulla quale si scrive con un normalissimo lapis e si usa una normalissima gomma per cancellare. I compagni devono essere molto vicini in modo da riuscire a leggere anche in condizioni di visibilità limitata. • Borsa o contenitore rigido Per il trasporto dell'attrezzatura ed altro. Inoltre è bene premunirsi di scorta di ricambi minimi contenente: guarnizioni (o-ring), cinghioli per la maschera e le pinne, chiavi inglesi e brugole per il serraggio e la rimozione delle fruste sul primo stadio, sagola e/o cima, colla per mute. 50 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency La preparazione ed il riordino dell'attrezzatura non sono momenti separati dall'immersione, tutt'altro. Dalla preparazione dipende buona parte del buon esito dell'immersione, e durante il riordino, oltre a predisporre l'attrezzatura per l'immersione successiva, si metabolizza e si fa tesoro della gioia e dell'esperienza appena provata. Tutto questo, per quanto possa sembrare banale, di fatto allunga di molto il piacere connesso all'attività subacquea soprattutto in considerazione del fatto che il lasso di tempo in cui siamo effettivamente sott'acqua di rado supera l'ora. La vestizione Muta, calzari e guanti si indossano come qualsiasi altro indumento. Ovviamente le caratteristiche proprie del neoprene, per quanto morbido e foderato, rendono la vestizione talvolta un poco faticosa. Può risultare utile cospargere di talco i punti più difficili quali polsi, caviglie, piedi e collo. Oggi le mute sono abbastanza comode da indossare, ma un tempo taluni usavano eseguire la "saponata" che consisteva in immergere i capi da indossare in un catino di acqua dolce con abbondante sapone. Con l'esperienza si impara ad indossare le mute umide direttamente in acqua persino in galleggiamento. Nelle calde giornate estive è una pratica utile e divertente. La cintura di zavorra è' per ovvie ragioni abbastanza pesante. Nell'indossarla bisogna fare attenzione soprattutto a non farla cadere sui propri piedi. É molto importante controllare che la fibbia sia ben chiusa e propriamente posizionata in modo tale da evitare sganci accidentali: si partirebbe verso la superficie come palloni! Le pinne vanno indossate appena prima di entrare in acqua e bisogna assicurarsi che questo sia fatto in modo da non perdere l'equilibrio e cadere. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 51 Modulo 1 1.4 Preparazione e vestizione dell'attrezzatura Modulo 1 Pure Tech Agency Il cinghiolo della maschera non deve essere troppo stretto ed in caso si indossi anche un cappuccio bisogna fare in modo che il bordo in gomma aderisca sul viso e non sul neoprene. L'aeratore viene fissato alla maschera semplicemente facendolo passare sotto il cinghiolo oppure tramite appositi anelli di ritenzione. Senza questi anelli il rischio di perderlo in immersione è elevato di contro è possibile sfilarlo velocemente e lanciarlo con tanti saluti sulla barca d'appoggio oppure infilarlo in una delle tasche del GAV. Per indossare l’ARA in posizione eretta è meglio poter contare sul compagno il quale solleverà la bombola abbastanza in alto in modo tale da permetterci di infilare le braccia negli spallacci del G.A.V.. Solamente quando gli spallacci saranno indossati e gli agganci rapidi serrati il compagno potrà lasciare la presa. Naturalmente si dovrà rendere il favore! Se il compagno non c'è meglio indossarla da seduti, che è la condizione più comoda ma purtroppo non sempre attuabile sia a terra sia in barca. Un altro sistema abbastanza comodo è quello di indossare l’attrezzatura in acqua, purché non vi sia un eccessivo moto ondoso oppure correnti. Richiede una certa agilità e rapidità altrimenti meglio vestirsi all'asciutto. Configurazione dell’attrezzatura Per Configurazione si intende il modo di disporre l’equipaggiamento che userai per una determinata immersione. In particolare Configurare significa applicare determinate regole, finalizzate a disporre e a gestire al meglio la tua attrezzatura dal punto di vista della: • sicurezza (mezzi per gestire un'emergenza) • operatività (facilità nei movimenti - buona idrodinamicità - possibilità di compiere un lavoro) • comfort (facile accesso ai singoli elementi che compongono il nostro equipaggiamento - corretta distribuzione delle masse) Sarà cura del tuo Istruttore CMAS-PTA verificare la tua configurazione e fornirti indicazioni e consigli per eventuali modifiche o correzioni Le regole che determinano una configurazione, pur dovendo rispondere tutte a requisiti di Sicurezza, Operatività e Comfort, si diversificano tra loro nella fase applicativa dando origine a configurazioni differenti. A ciò, si aggiunge il fatto che le aree occupate rispettivamente da Sicurezza, Operatività e Comfort, spesso si sovrappongono generando così la necessità di dover avvantaggiare l’una rispetto all’altra. Riferendoci all’elenco di tutta l’attrezzatura utilizzabile, dovrai attuare un processo logico che porterà a definire una configurazione personale (tagliata su misura per te e le tue esigenze) ricordandoti che essa dovrà sempre rispondere a requisiti di Sicurezza, Operativita’, Comfort (Obiettivi Primari) e alle generali esigenze logistiche, personali e/o di team (Obiettivi Logistici). 52 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Come si è visto l'attrezzatura è composta da numerose parti. Questo non deve indurre a pensare che il loro uso finirà per limitare il piacere dell'immersione, tutt'altro. Abbiamo detto all'inizio di questo modulo che l'attrezzatura è un po' come una protesi grazie alle quale ci vengono date delle abilità senza le quali sarebbe impossibile esplorare il mondo sommerso. L'attrezzatura quindi diverrà parte di noi stessi, impareremo non soltanto ad utilizzarla in modo adeguato, bensì a sentirla proprio come un estensione del nostro corpo. A questo punto dell'apprendimento è necessario soffermarsi sull'attrezzatura più importante di tutte: il nostro corpo. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 53 Modulo 1 1.5 Conclusioni Pure Tech Agency Modulo 1 Verifica dell'apprendimento inserisci le parole mancanti Le pinne ci restituiscono parte della ............................ consentendoci di spostarci con una certa rapidità senza l’ausilio delle braccia e mani La muta ci permette di limitare la ............................ del corpo umano immerso in acqua in ragione dell’elevata conducibilità termica di quest’ultima (circa .......... volte maggiore rispetto all’aria). L’esatto peso della zavorra è determinato da alcuni fattori: ..................... ............ in uso, comportamento proprio del corpo del subacqueo in acqua Maschera, pinne, muta e zavorra formano il complesso di equipaggiamenti definito come “............................ o di base”, laddove l’................. è l’insieme delle attrezzature che specificatamente ci permettono di respirare sott’acqua Nella parte alta della bottiglia, subito sotto il ....................., vengono stampigliati tutti i dati che servono per il riconoscimento e l’ idoneità della bombola trai quali: ...................., .................... della bottiglia vuota, .................... di matricola, .................... massima di esercizio, .................... di fabbricazione e .................... costruttrice I moderni erogatori sono composti da 3 parti principali: Il primo stadio svolge la funzione di .................... la .................... presente all’interno della bombola (qualunque essa sia) ad una pressione di taratura (costante e determinata) ........ la pressione ambiente Ogni primo stadio è dotato di almeno due uscite di alta pressione (.........= ....................) alla quali si connette il manometro (che è l’indicatore dell’aria disponibile), e di 4 uscite di bassa pressione (........ = ....................) alle quali si connettono le fruste con i relativi secondi stadi Disporre di un fonte d’aria alternativa ci permette sia di .................... l’erogatore principale in caso di malfunzionamento, sia “....................” aria al compagno di immersione nel caso in cui questo si trovi completamente privo di aria oppure impossibilitato a respirare dalla propria attrrezzatura Il G.A.V. è un apparato che si comporta proprio come la ............................ dei pesci. Esso migliora il galleggiamento del subacqueo, sia in immersione sia in superficie, riducendo gli ............................. per mantenersi ad una determinata profondità oppure in superficie La boa segna-sub, è stata considerata, erroneamente, per molto tempo un ...................., ora il suo utilizzo è .................... ed .................... per legge in quanto rende visibile la presenza di persone in immersione 54 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Dalla preparazione dipende buona parte del buon .............................., e durante il riordino, oltre a predisporre l’attrezzatura per l’immersione successiva, si metabolizza e si fa tesoro della gioia e dell’esperienza appena provata Le regole che determinano una configurazione, pur dovendo rispondere tutte a requisiti di ...................., .................... e ...................., si diversificano tra loro nella fase applicativa dando origine a configurazioni differenti Open Water Diver - CMAS-PTA P1 55 Modulo 1 Pure Tech Agency Modulo 1 Pure Tech Agency 56 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Modulo 2 Pure Tech Agency MODULO 2 Fisiologia del corpo umano e leggi fisiche Panoramica • • • • • • • • • Cenni sull'immersione in apnea La respirazione L'Apparato respiratorio e circolatorio Corretta eliminazione dell'anidride carbonica Le leggi fisiche Effetti dell'aumento di pressione: la compensazione Effetti della diminuzione di pressione La vista L'udito Obiettivi Al termine di questo modulo avremo appreso: • • • • • Cenni sull'immersioni in apnea Alcune conoscenze di base relative al corpo umano; Le informazioni di base di alcune leggi fisiche inerenti alcuni fenomeni relativi all'attività subacquea; Gli effetti che questi fenomeni hanno sul corpo e sull'attrezzatura; I comportamenti da adottare sott'acqua per armonizzare le nostre azioni con le limitazioni imposte dalle leggi fisiche. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 57 Pure Tech Agency Modulo 2 Considerazioni generali Il corpo umano è un meccanismo meraviglioso grazie al quale possiamo fare moltissime cose e tra queste l'andare sott'acqua è una delle più emozionanti. Per fare questo con cognizione di causa è necessario imparare cosa avviene al nostro corpo quando scendiamo in profondità. Inoltre questa conoscenza deve essere completata dallo studio di alcune leggi fisiche in ragione del fatto che queste leggi spiegano i fenomeni che avvengono sott'acqua, e soprattutto ci consentono di fare delle previsioni su cosa accadrà o potrà accadere allorquando siamo in immersione. I paragrafi che seguono sono una descrizione molto semplificata di questi fenomeni, e benché questi siano spesso già patrimonio conoscitivo di base della maggior parte delle persone, essi ci forniscono le informazioni necessarie per andare sott'acqua in modo consapevole. 58 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency L'immersione in apnea è il più antico, semplice e puro metodo di immersione subacquea. Purtroppo consente permanenze sotto la superficie dell'acqua piuttosto brevi, misurabili in decine di secondi, dato che l'unica scorta d'aria disponibile è quella contenuta nei nostri polmoni. Eppoi se sott'acqua è richiesto un certo lavoro fisico questo tempo si riduce ulteriormente. I fenomeni che avvengo allorquando un subacqueo, trattenendo il fiato, si immerge, sono stati studiati sotto molteplici aspetti: fisiologico, chimico, fisico e mentale. Oggi, immergersi in apnea, almeno oltre certi livelli di abilità, è una vera e propria "arte" che coinvolge diversi aspetti della preparazione psicofisica di un atleta. La capacità di conoscere e percepire il proprio corpo in modo approfondito, l'abilità di muoversi sott'acqua in modo armonioso senza sprecare energie in movimenti inefficaci, sono solo alcuni degli aspetti che contraddistinguono questa disciplina. Indipendentemente dal proprio livello di preparazione per immergersi in apnea vi sono 2 regole di base che devono essere sempre rispettate: Regola n. 1: Verificare le proprie condizioni psicofisiche. Un vita sana, allenamento, giusto riposo e serenità sono le basi per immergersi in modo gioioso ed in sicurezza; Regola n. 2: Mai da soli in acqua. Il compagno ci osserverà costantemente dalla superficie equipaggiato con pinne, maschera e aeratore durante tutta la nostra sommozzata e una volta raggiunta la superficie fino a quando non comunichiamo un chiaro segnale di "tutto a posto". Egli è il nostro angelo custode, noi faremo altrettanto quando sarà il suo turno di immersione. Gli apneisti sono degli ottimi subacquei perché sviluppano elevate doti di acquaticità e di controllo della respirazione. Per queste ragione l'allenamento di base per le immersioni in apnea è anche un eccellente preparazione per le immersioni con ARA. Uno dei fenomeni più particolari che avviene nel corpo umano nelle discese profonde in apnea, è lo spostamento del sangue dalle zone periferiche del nostro corpo (mani, braccia, piedi, gambe), verso il torace. Questa vera e propria migrazione di sangue viene chiamata in inglese "blood shift", essa determina all'interno dei nostri polmoni una massa liquida incomprimibile che ne impedisce lo schiacciamento. Questa particolare capacità di adattamento accomuna l'uomo a tutti i mammiferi marini. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 59 Modulo 2 2.1 Cenni sull'immersione in apnea Pure Tech Agency 2.2 La Respirazione Modulo 2 La respirazione è la funzione biologica attraverso la quale scambiamo l'aria fra il nostro corpo e l'ambiente esterno. Dall'aria libera nell'ambiente esterno ci "rifocilliamo" di Ossigeno (inspirazione) ed in cambio gli cediamo un po' di Anidride Carbonica (espirazione). "Deep Breath" di Melanie Weidner L'aria è il gas che avvolge il nostro pianeta. Pur con una certa approssimazione possiamo dire che essa è composta principalmente da due gas distinti: Azoto ed Ossigeno. La percentuale di Azoto è pari al 78% del totale, quella dell'Ossigeno è pari al 21%. Il restante 1% è composto da altri gas. Scopo della respirazione è proprio quello di introdurre l'Ossigeno indispensabile alla vita ed espellere l'Anidride Carbonica prodotta dal nostro corpo. Grazie all'Ossigeno il nostro corpo è in grado di utilizzare i cibi di cui ci nutriamo come carburante per le nostre attività: le sostanze nutritive, in forma di carboidrati, proteine e grassi, vengono "bruciati" dai nostri muscoli e dagli organi del nostro corpo i quali producono come scarto l'Anidride Carbonica, la quale deve essere per l'appunto espulsa. 60 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Composizione dell'aria Simbolo chimico Aria inspirata Aria Espirata Ossigeno O2 21,00% 16,00% Azoto N2 78,00% 78,00% Anidride Carbonica CO2 1,00% 6,00% Altri Gas Modulo 2 Un po' come fanno i motori degli autoveicoli con il tubo di scappamento: bruciano benzina ed espellono gas di scarico. Nella tabella che segue vengono confrontati i dati di composizione tra aria inspirata, ovvero dell'ambiente, ed aria espirata. per la restante parte Osservando la tabella possiamo dire: • Il quantitativo di Ossigeno dall'aria espirata è minore rispetto a quello dell'aria inspirata; • Il quantitativo di Azoto rimane invariato; • Il quantitativo di Anidride Carbonica dell'aria inspirata è praticamente zero, mentre aumenta nell'aria espirata. Le variazioni dell'Ossigeno e dell'Anidride Carbonica sono dunque dovute al fatto che questi gas prendono parte alle reazioni metaboliche che avvengono all'interno del nostro corpo, mentre l'Azoto ne rimane del tutto estraneo. Questo non significa che l'Azoto sia un gas che dobbiamo ignorare, tutt'altro, ma le modalità con cui questo gas interagisce con il nostro corpo le vedremo successivamente. 2.3 l'Apparato respiratorio e circolatorio L’apparato respiratorio è responsabile della funzione respiratoria. Esso cattura l'ossigeno dall'atmosfera e lo distribuisce a tutti i muscoli e tessuti del corpo per mezzo dell'apparato circolatorio. Apparato circolatorio e respiratorio assolvono anche alla funzione di espellere l'anidride carbonica dal corpo verso l'atmosfera. Possiamo immaginare i polmoni come una grossa spugna contenuta in un mantice. I movimenti ritmici di contrazione ed espansione del mantice comprimono e rilassano la spugna cosicché l'aria che riempie i polmoni viene continuamente sostituita con aria nuova. L'apparato respiratorio è composto dalle seguenti parti: • Le vie aeree superiori: hanno il compito principale di convogliare l'aria verso i polmoni e sono composte dalla bocca, naso, seni paranasali e frontali, faringe e laringe. Tutte queste sono delle vere e proprie cavità tutte collegate tra loro, all'interno delle quali l'aria è sempre in moto, da e verso i polmoni, tranne ovviamente quando tratteniamo il respiro. Quasi tutte possiedono un certo grado di elasticità tranne i seni in quanto sono cavità completamente rigide posizionate nella parte frontale della scatola cranica. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 61 Pure Tech Agency Modulo 2 • Le vie aeree inferiori: sono la parte più profonda dell'apparato respiratorio e sono composte da trachea, bronchi, bronchioli e alveoli; ovverosia i polmoni. In buona sostanza i compiti dell'apparato respiratorio e circolatorio sono quelli di catturare l'ossigeno dall'atmosfera, distribuirlo in tutto il corpo ed espellere l'anidride carbonica. Lo scambio dell'ossigeno tra l'apparato respiratorio e circolatorio avviene negli alveoli. Possiamo immaginare gli alveoli come piccole sacche riunite in grappoli all'interno dei polmoni. Gli alveoli sono la "soglia" che mette in comunicazione l'apparato circolatorio con quello respiratorio permettendo quindi l'assorbimento dell'ossigeno e l'espulsione dell'anidride carbonica. Raffigurazione schematica di un alveolo Una persona in stato di riposo ventila circa 0,5 litri per atto respiratorio ed in un minuto esegue una dozzina di atti respiratori (ovvero 6 litri al minuto in quiete). Quando sottoposta ad un leggero sforzo passa a 20-25 litri al minuto. L'apparato circolatorio a sua volta è composto dal cuore, dalle vene, dalle arterie ed ovviamente dal sangue che è preposto al trasporto dell'ossigeno e della CO2. Esso è suddiviso in due parti: • Piccolo circolo: "mette a sistema" il cuore con i polmoni, ovvero porta il sangue dal cuore ai polmoni e viceversa; • Grande circolo: dal cuore si diffonde in tutto il corpo con una via di andata (le arterie nelle quali scorre il sangue ricco di ossigeno) e ritorno (le vene nelle quali scorre il sangue carico di anidride carbonica). Si comprende come il cuore sia centrale nello schema dell'apparato circolatorio: esso riceve il sangue ossigenato dai polmoni per pomparlo successivamente nelle arterie. Simultaneamente riceve il sangue ricco di anidride carbonica dal resto del corpo attraverso le vene, per essere pompato verso i polmoni cosicché si possa ossigenare e cosi via. 62 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Alcuni dei compiti del sistema circolatorio sono: Trasporto dell’Ossigeno dai polmoni ai tessuti Trasporto dell’Anidride Carbonica dai tessuti ai polmoni Trasporto di alimenti, vitamine ecc Distribuzione del calore nell’organismo Modulo 2 • • • • Schema dell'apparato cardio-respiratorio L'apparato respiratorio viene più o meno sollecitato in funzione del livello di attività del nostro corpo. Un intenso lavoro muscolare comporta un elevato consumo di energia e quindi un elevata produzione di anidride carbonica. Lo stimolo ad una serie più o meno prolungata di profondi e frequenti atti respiratori, così come l'aumento della frequenza cardiaca, ci viene dato proprio dall'aumento di anidride carbonica nel sangue. Maggiore sarà la produzione di questo gas e maggiore sarà la risposta del nostro corpo per espellerlo. Difatti lo stimolo ad una respirazione sostenuta incomincia poco dopo aver intrapreso uno sforzo e termina dopo un certo tempo dall'aver lo concluso. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 63 Pure Tech Agency Le varie condizioni che identificano le quantità di ossigeno ed anidride carbonica all'interno del nostro corpo sono sintetizzate nella tabella seguente. Condizione Modulo 2 Ipercapnia Ipocapnia Ipossia Iperossia Descrizione Effetto sull'individuo Aumento dello stimolo della respirazione, sensazione di fame d'aria. Diminuzione dello stimolo della Bassa concentrazione di CO2 respirazione. Sensazione di lieve nel sangue vertigine. Progressiva riduzione delle capacità Bassa concentrazione di O2 percettive, stato confusionale, nel sangue svenimento (sincope) Elevata o eccessiva concentrazione di CO2 nel sangue Riscontrabile solamente in condizioni Eccessiva concentrazione di estreme, impossibili nelle immersioni O2 nel sangue subacquee ricreative Lo stimolo ad un'intensa respirazione non è provocato dalla scarsità di ossigeno nell'organismo, ma da un abbondanza di anidride carbonica nel sangue É molto importante che gli atti respiratori in immersione siano "calmi" e prolungati al fine sia di eliminare efficacemente l'anidride carbonica, sia di "nutrirsi" adeguatamente di ossigeno. Atti respiratori corti e frequenti sono inefficaci e portano ad un innalzamento progressivo dell'anidride carbonica nel corpo. Questa condizione è definita come affanno ed appena si presenta (a seguito magari di uno sforzo prolungato oppure per un innalzamento improvviso della tensione emotiva), è bene fermarsi, concentrarsi sul respiro e fare in modo che gli atti respiratori ritornino ad essere lunghi e profondi soprattutto in espirazione. Approfondiamo questo aspetto della respirazione nel paragrafo seguente. 2.4 Per un'efficace eliminazione dell'anidride carbonica L’apporto di aria fresca all’interno dei polmoni non ricambia totalmente l’aria "vecchia" ricca di anidride carbonica, bensì soltanto una parte. Affinché vi sia un ricambio quanto più ottimale di aria nei polmoni occorre "lavare" i polmoni dall’anidride carbonica. L’unico metodo efficace per fare ciò è respirare in modo calmo e profondo, in modo che l’aria fresca, ricca di ossigeno, possa giungere anche negli angoli interni più lontani dei polmoni dove altrimenti può trattenersi aria ricca di anidride carbonica. Respirare in modo frettoloso, corto e superficiale non ricambia l’aria viziata dai polmoni: all'opposto non fa altro che amplificare la sensazione di bisogno di aria, altrimenti detta fame d'aria, in modo pressante. Il soggetto in crescente affanno respira in modo rapido, corto, le bolle in uscita dall'erogatore sono pressoché continue, e questo lo porta in breve tempo in uno stato di malessere 64 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency 1°) Eccessivo impegno muscolare dovuto ad esempio da: nuoto controcorrente, lavoro fisico, prestare soccorso a un altro sub. 2°) Respirazione scorretta, ovvero rapida e superficiale. 3°) Stress. Una o più intense emozioni posso determinare la perdita del controllo della respirazione e passare repentinamente da un respirazione rilassata a una respirazione affannata. 4°) Erogatore malfunzionante o poco performante. 5°) Zavorratura eccessiva sia in immersione sia in superficie, oppure postura poco idrodinamica tali da aumentare lo sforzo fisico. Proviamo ad immaginare un professore di ginnastica che impone degli esercizi dal notevole impegno fisico. Dopo un certo tempo il professore interviene fermando gli studenti ed incitandoli ad inspirare ed espirare profondamente facendo ridurre nel contempo quasi tutte le attività. Il risultato di tale comportamento potrebbe essere definito come una tecnica di rilassamento respiratorio estremamente efficace, un vero e proprio antidoto contro l’affanno. Difatti, dopo pochissimo tempo la respirazione torna regolare senza più alcuna traccia dell’affanno. In immersione se ci troviamo in una condizione di affanno dobbiamo interrompere ogni sforzo fisico, cercare di rilassarci magari adagiandoci o aggrappandoci ad un punto accessibile del fondale marino (se non riusciamo a mantener un assetto neutro) e riprendere un regolare e profondo ritmo respiratorio. Risalire lentamente verso la superficie, anche solo di qualche metro, può risultare utile. L’anidride carbonica non deve tuttavia essere considerata come un nemico della respirazione, tutt’altro. Essa regola il nostro ritmo respiratorio ed agisce come spia di allarme di eventuali anomalie della respirazione. Senza di essa rischieremmo di finire la benzina proprio come l'autista di un automobile priva della spia della riserva In questo modulo abbiamo appreso come sia la quantità di anidride carbonica a stimolare la sensazione di fame d'aria (durante la fase iniziale di aumento della concentrazione di questo gas nell'organismo) ed il ritmo respiratorio (se la concentrazione continua ad aumentare). La carenza di ossigeno invece, non produce gli stessi effetti. Per queste ragioni è molto pericoloso eseguire una sommozzata in apnea se questa è preceduta da numerosi e profondi atti respiratori, ovvero se si esegue la manovra di iperventilazione. Tale manovra spesso produce una leggera sensazione di vertigine, ma non necessariamente, e se questa viene avvertita non si deve procedere con la sommozzata. L'iperventilazione serve solamente ad abbassare il livello di anidride carbonica nell'organismo, ma al contempo non aumenta il livello di ossigeno. Questo significa che un apnea prolungata preceduta da iperventilazione può condurre ad una ipossia profonda prima che si manifesti ipercapnia. Se questa condizione ha luogo si verifica uno svenimento subacqueo, ovvero la sincope da apnea prolungata. Se non si interviene immediatamente, riportando il malcapitato in superficie, il subacqueo colto da sincope è destinato ad annegare in quanto si troverà sott'acqua al momento della ripresa dell'attività respiratoria. MAI EFFETTUARE APNEE PRECEDUTE DA IPERVENTILAZIONE Open Water Diver - CMAS-PTA P1 65 Modulo 2 respiratorio (come se l'aria respirata non fosse in grado di apportare ossigeno) e di elevato stress. Le più comuni cause scatenanti l'affanno sono: Pure Tech Agency 2.5 Cenni di anatomia Modulo 2 Come abbiamo detto le vie aeree superiori sono composte da numerose cavità collegate tra loro. Tra tutte due gruppi ricoprono un ruolo distintivo durante i cambiamenti di profondità a cui un subacqueo è soggetto durante un'immersione. Questi sono i seni e l'orecchio. Descriviamoli più approfonditamente. I seni I seni sono cavità all’interno delle ossa del cranio. Svolgono un ruolo importante nella respirazione in quanto agiscono come sistema di filtraggio dell'aria inspirata dal naso e contribuiscono a rendere il cranio più leggero. Queste cavità sono irrorate di muco il quale trattiene le polveri ed i batteri che vengono inspirati; inoltre riscaldano e umidificano l’aria inspirata. I seni sono 5 per lato e si distinguono in base alla posizione in cui si trovano nel cranio cosi come illustrato in figura. seni sfenoidali/ etmoidali L'orecchio Più complesso il caso dell'orecchio. Esso è l'organo dell'udito ed è composto dalle seguenti parti: • Orecchio esterno: è la parte visibile composta dal padiglione auricolare ed il condotto uditivo che termina con il timpano. É il condotto da cui entrano i suoni; • Orecchio medio: oltre il timpano vi è una cavità piena d'aria in cui sono contenuti dei piccoli ossicini che trasmettono le vibrazioni del suono catturate dal timpano Orecchio Orecchio Orecchio all'orecchio interno. É il tramite esterno medio interno tra l'esterno e l'interno; • Orecchio interno: sede di terminazioni nervose che hanno l'incarico di trasformare le vibrazioni sonore catturate dal timpano e trasmesse dagli ossicini, in impulsi elettrici. Questi vengono quindi trasmessi al cervello sotto forma di “informazione suono”. Qui sono contenuti anche organi deputati al controllo dell'equilibrio e del senso della posizione dell'individuo. 66 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Modulo 2 In buona sostanza possiamo dire che al termine del condotto uditivo il timpano, che è una sottile membrana sensibile alle onde sonore che vengono a infrangersi su di essa, trasmette le vibrazioni sonore agli ossicini che con il loro movimento “stimolano” le terminazioni nervose poste nell'orecchio interno. Gli ossicini sono contenuti in una cavità, l'orecchio medio, che comunica con la faringe (la parte posteriore del naso) per mezzo di un condotto chiamato Tromba di Eustachio. 2.6 Le leggi fisiche La pressione Il termine "pressione", ed il significato ad esso associato, è onnipresente nel mondo della subacquea. Esso è espressione di un fenomeno al quale sia il subacqueo sia l'attrezzatura sono soggetti. Definizione di Pressione: è la forza che esercitano i fluidi (liquidi e gas) sui corpi con cui vengono a contatto. Più precisamente parleremo di PRESSIONE IDROSTATICA quando la forza in questione è quella esercitata da un liquido (acqua dolce o salata) su di un corpo in essa immerso, mentre più in generale parleremo di PRESSIONE AMBIENTE quando ci riferiamo alla pressione del luogo nel quale ci troviamo, sia aereo sia acquatico. É noto a tutti che la Pressione Ambiente a livello del mare è leggermente superiore della pressione che avremo in alta montagna, laddove invece aumenta man mano che si scende in profondità. Questo fenomeno è chiaramente avvertito come dolore o fastidio ai timpani delle orecchie sia nuotando in apnea verso il fondo, sia percorrendo in auto una strada di montagna. Esistono diversi sistemi di misurazione per esprimere la pressione. Alcune tra quelle Confronto tra le pressioni esercitate su un piano di più comunemente usate sono due corpi identici ma differentemente disposti le atmosfere (atm) oppure i chilogrammi su centimetro quadrato (kg/cm²). La pressione esprime un valore che è direttamente collegato con il peso e la forma del corpo che la esercita. Ciononostante due corpi identici di forma e peso possono esercitare pressioni diverse cosi come illustrato nella figura. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 67 Pure Tech Agency Modulo 2 La pressione esprime un valore che è direttamente collegato con il peso e la forma del corpo che la esercita. Ciononostante due corpi identici di forma e peso possono esercitare pressioni diverse cosi come illustrato nella figura seguente. La pressione è la forza che imprime un corpo per unità di superficie. In altre parole è il peso che esercita il corpo sulla superficie di appoggio. Esistono diversi sistemi di misurazione per esprimere la pressione dei gas. Quelli che più comunemente vengono utilizzati sono: • • • • • atmosfere (atm) chilogrammi su centimetro quadrato (kg/cm²) bar (bar) libbre su pollice quadrato (psi) millimetri di mercurio (mmdhg) 1 atm 1 kg/cm² = = 1 kg/cm² 1,013 bar 1 bar = 14,5083 psi 1 atm = 760 mm di hg Le conversioni tra le varie unità di misura sono sintetizzate nella seguente tabella. La pressione esercitata dai fluidi Per comprendere ulteriormente il fenomeno della pressione è necessario indagare quando questa viene manifestata dai fluidi. Con il termine "fluido" si intende uno stato della materia che comprende sia i gas (come l'aria) sia i liquidi (come l'acqua di mare o di un lago). La tabella seguente illustra le caratteristiche principali dei fluidi. Fluido Liquido Gas Volume Forma Proprietà Prende la forma del contenitore che Incomprimibile lo contiene Definito Tende ad occupare lo spazio a sua disposizione Indefinita Comprimibile Stato della materia. Per stato della materia si intende una classificazione convenzionale della materia che si basa sulle seguenti differenze qualitative: - materia allo stato solido: ha un volume e una forma propria - materia allo stato liquido: ha un volume proprio ma acquisisce la forma del recipiente che lo contiene - materia allo stato gassoso: non ha nè volume nè forma propria, ma si espande fino ad occupare tutto lo spazio disponibile. 68 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Si deve all'opera di due noti scienziati del 600', Evangelista Torricelli e Blaise Pascal, la comprensione del fenomeno della pressione nei gas e nei liquidi. Sintetizziamone, non senza approssimazioni, il pensiero: La terra è circondata da uno strato d'aria chiamato atmosfera. Dato che tutti i gas hanno un peso proprio, anche se minimo, questo strato d’aria esercita sulla superficie terrestre una pressione detta pressione barometrica o atmosferica, la cui unità di misura è il "bar" o il "mm hg" (millimetri di mercurio). L’aria, essendo comprimibile, presenta la sua massima densità nei suoi strati inferiori (ovvero da quota zero fino a circa 10mila metri di quota), dove è compressa dallo spessore totale dell’atmosfera (che si estende fino a 20mila metri sopra la superficie terrestre). Le variazioni di pressione nell’atmosfera non sono costanti in quanto al variare dell’altezza varia anche la densità dell’aria, e quindi il suo peso. In altre parole la pressione barometrica varia al variare dello spessore dello strato gassoso ed è massima al livello del mare, dove lo spessore della colonna d'aria sovrastante è massimo, e dove potremo rilevare 1 Bar di pressione ambiente. Dal momento che l’acqua possiede densità sostanzialmente costante, e quindi un "peso costante", quando si scende in profondità, l’incremento della pressione, altrimenti detta pressione idrostatica, è costante ed è pari ad 1 atmosfera ogni 10 metri. Per determinare con precisione la pressione a cui è soggetto un corpo che nuota sotto il pelo dell'acqua è necessario quindi sommare la pressione barometrica con la pressione idrostatica e più precisamente: PRESSIONE ATMOSFERICA PRESSIONE ASSOLUTA PRESSIONE IDROSTATICA Open Water Diver - CMAS-PTA P1 69 Modulo 2 Torricelli Pure Tech Agency La terminologia corretta per identificare a quale pressioni ci si riferisce è la seguente: Modulo 2 • ATA: pressione assoluta ovvero determinata dalla somma di colonna d'acqua + colonna d'aria • ATR: pressione idrostatica o relativa, ovvero quella determinata dalla sola colonna d'acqua • ATM: pressione atmosferica o barometrica, ovvero quella determinata dalla sola colonna d'aria La figura qui a lato sintetizza quanto fin qui esposto. Pascal Abbiamo visto poc'anzi l'intensità con la quale si manifesta la pressione, ora descriviamo le modalità: "La pressione esercitata su un punto qualsiasi di un fluido si trasmette in tutte le direzioni con uguale intensità". In buona sostanza questo sta a significare che un corpo immerso in un fluido, quale può essere un subacqueo in immersione, viene uniformemente avvolto dalla pressione che lo circonda. Sempre rapportando il principio all'attività subacquea, si ha lo stesso fenomeno nel corpo umano quando la pressione dell’aria respirata da una bombola si trasmette sempre con la stessa intensità in tutte le direzioni e in tutte le cavità delle vie aeree. 70 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Modulo 2 Un corpo immerso in un fluido non viene quindi schiacciato dalla colonna di fluido che lo sovrasta, bensì la pressione tende ad avvolgerlo esercitando un'uguale forza su tutta la sua superficie. Questo consente di sopportare pressioni altrimenti impensabili. Basti pensare che nella normale vita di tutti i giorni siamo sottoposti ad una pressione barometrica complessiva di circa 15.000 kg confortevolmente distribuiti sul metro quadrato e mezzo di pelle del nostro corpo. Per visualizzare il Principio di Pascal si è soliti citare un esperimento che prevede di riempire d'acqua una bottiglia di plastica alla quale vengono praticati una corona di fori lungo una sua circonferenza. I fori generano degli zampilli in tutte le direzioni e tutti i getti arrivano alla stessa distanza dalla bottiglia. Da questo si deduce che a parità di "quota", ovvero di profondità, la pressione all'interno del fluido è uguale in tutte le direzioni. La legge di Archimede o spinta idrostatica Archimede, il noto scienziato dell'antichità, enunciò la seguente legge: "Un corpo immerso nell'acqua riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso dell'acqua che sposta, ovvero pari al peso del volume d'acqua occupato dal corpo stesso". In parole semplice un corpo a contatto con l'acqua può comportarsi nei seguenti modi: • Galleggia: l'acqua spostata ha un peso superiore rispetto al corpo, il quale tende ad andare verso la superficie, se non vi è già, ed una volta raggiunta rimane in galleggiamento. Condizione di ASSETTO POSITIVO. • Affonda: l'acqua spostata ha un peso inferiore rispetto al corpo, il quale si muovere verso il fondo. Condizione di ASSETTO NEGATIVO. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 71 Pure Tech Agency Modulo 2 • In equilibrio: l'acqua spostata ha un peso identico a quello del corpo, il quale non subirà alcun spostamento in verticale. Condizione di ASSETTO NEUTRO. Positivo Neutro Negativo Una delle abilità che deve acquisire il subacqueo è la valutazione del proprio equilibrio idrostatico in funzione dell'equipaggiamento indossato. La chiara comprensione di questo fenomeno è la base per avere un assetto in immersione il più possibile neutro e, di conseguenza, una maggiore sicurezza ed un miglior comfort. Per conseguire tutto ciò occorre considerare che: • L'attrezzatura è formata da parti che hanno assetto sia positivo sia negativo; • L'acqua può essere dolce o salata, quindi produrrà una minore o maggiore spinta idrostatica (l'acqua salata peso di più rispetto all'acqua dolce); • Il corpo umano tende ad assumere un assetto positivo o negativo a seconda che i polmoni siano pieni d'aria (inspirazione) oppure collassati (espirazione). 72 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Nella tabella seguente troviamo un elenco di attrezzature, del loro assetto ed il relativo comportamento in immersione. Assetto Comportamento Muta Positivo Man Mano che si scende in profondità l'aumento della pressione ambiente schiaccia la muta. Diminuendo di volume tenderà a perder parte del proprio assetto positivo. Zavorra Negativo Sempre negativo. GAV Positivo e neutro É la parte di attrezzatura preposta al mantenimento di un assetto neutro. Avendo la capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi, e quindi di variare il proprio volume, è in grado di aumentare di molto la propria capacità di spinta idrostatica, oppure di ridurla a zero. Bombola Le bombole hanno assetto negativo all'inizio dell'immersione, quando sono piene di aria che ha un Negativo, neutro e peso. Man mano che l'aria si esaurisce tenderanno positivo. ad acquisire inizialmente un assetto neutro finanche lievemente positivo (soprattutto le bombole in alluminio). Strumentazione Negativo Sempre negativo. Osservando la tabella precedente si comprende benissimo come la zavorra deve essere calibrata per annullare tutte le "spinte positive" ed il GAV debba essere abbastanza capace al fine di contrastare tutte le spinte negative. Per calibrare correttamente il peso della zavorra è necessario eseguire una prova in acqua: il nuotatore, con indosso l'attrezzatura leggera, in posizione verticale, espirando non dovrebbe affondare oltre la linea degli occhi. La legge di Boyle e Mariotte La legge di Boyle e Mariotte descrive il comportamento dei gas soggetti a pressione. Essa afferma che "a temperatura costante il prodotto della pressione di un gas per il volume che esso occupa è costante, ovvero che in condizioni di temperatura costante la pressione di un gas è inversamente proporzionale al suo volume". Questa legge spiega perché un palloncino gonfio d'aria se venisse portato ad una profondità di 10 metri (2 ATA di pressione ambiente) lo vedremmo rimpicciolire della metà del suo volume di partenza, a 20 metri (3 ATA) di un terzo, a 30 metri (4 ATA) di quarto e cosi via. Al contrario se fossimo in grado di riempire un palloncino a 10 metri di profondità, lo vedremmo raddoppiare di volume appena giunto in superficie. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 73 Modulo 2 Attrezzatura Pure Tech Agency DISCESA Modulo 2 profondità pressione volume 0m 1 bar 1 10m 2 bar 1/2 20 m 3 bar 1/3 30 m 4 bar 1/4 volume non compensato volume compensato RISALITA profondità pressione volume polmoni aperti volume chiuso aumento di volume 0m 1 bar x4 10m 2 bar x2 20 m 3 bar x 1+1/3 30 m 4 bar x1 In termini matematici la legge di Boyle e Mariotte si esprime come segue: P1 x V1 = P2 x V2 = K (costante) Riprendiamo l'esempio del palloncino ed immaginiamo che questi avesse un volume di 10 litri in superficie, avremo: 1 ATA in superficie 74 x 10 Volume in superficie = 2 ATA a 10 metri x 5 Volume a 10 metri Open Water Diver - CMAS-PTA P1 = 3 x 3,3 e cosi via = ... Pure Tech Agency Esempi applicativi: la carica delle bombole Esempio 1. Si vuole calcolare il volume di gas a pressione atmosferica contenuto in una bombola da 18 litri caricata a 200 atm. = = = = 200 atm 18 litri 1 atm ? V2 = (P1 x V1)/P2 = (200 x 18)/1 = 3.600 litri. Esempio2. Si vuole calcolare il massimo volume di gas trasferibile, per mezzo di una frusta di travaso, da una bombola di 40 litri (V1) caricata a 200 bar (P1 iniziale) ad una bombola di 12 litri vuota (V2). La risoluzione di questo esercizio richiede qualche passaggio in più. P1 iniziale = 200 atm V1 = 40 litri P2 iniziale = 0 atm V2 = 12 litri P1 finale = P2 finale = ? Le bombole messe a sistema per mezzo di una frusta di connessione hanno un volume complessivo di 52 litri, pertanto gli 8.000 (200 x 40) litri contenuti in P1 si diffonderanno in questo maggior volume disponibile e la pressione del sistema si ridurrà a circa 154 atm (8.000/52). Il volume di gas contenuto in V2 sarà di circa 1 .846 litri (154 x 12). Le operazioni eseguite vengono schematizzate nella tabella seguente. P1 x V1 200 x 40 = = (154 x 12 ) + (154 x 40) P finale x V sistema = 154 x 52 Questi esercizi descrivono matematicamente l'atteggiamento mentale più comune in questo genere di operazioni: riportare il volume di un gas contenuto in una bombola a pressione ambiente. La pressione è influenzata dalla temperatura. Se una bombola carica viene lasciata al sole, la pressione al suo interno aumenta, per ritornare poi ai valori di partenza appena la si raffredda; ad esempio mettendola in acqua. É per questo che i controllo sulla pressione di carica devono essere eseguiti considerando questo aspetto. Non lasciare mai le bombole cariche al sole, ne tanto meno all'interno di un veicolo se esposto al sole e con i finestrini chiusi. L'aumento di pressione, al seguito dell'aumento di temperatura, potrebbe eccedere le capacità di contenimento del gas da parte della rubinetteria. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 75 Modulo 2 P1 V1 P2 V2 Pure Tech Agency Modulo 2 La densità dei fluidi e la respirazione L'acqua è più densa dell'aria. Cosa vuol dire? Scientificamente la densità esprime il rapporto tra la massa di un corpo ed il suo volume. L'acqua è molto pesante quindi a parità di volume avrà una densità ben maggiore rispetto all'aria. Nei fluidi (ovvero i liquidi ed i gas) i corpi con densità minore galleggiano nei corpi con densità maggiore e questo è la base della legge di Archimede. L'acqua di mare essendovi disciolto in essa il sale, è più densa dell'acqua dolce perché a parità di volume pesa di più, conseguentemente è in grado di produrre una maggiore spinta di galleggiamento. Ecco perchè, nel caso in cui avessimo calibrato la nostra zavorra in acqua dolce, dovremmo aggiungere almeno un paio di chili se ci immergessimo nel mare. Un fluido più è denso e maggiore sarà l'attrito che questo manifesta sui corpi che lo attraversano o che lo incanalano. Un aereo può sfrecciare veloce nell'aria perchè questa sviluppo poco attrito, laddove una barca non può essere altrettanto veloce di un aereo in quanto l'acqua sviluppa un attrito ben maggiore (avete mai provato a trainare una barca con una corda dalla riva? Scoprirete quanto sia faticoso farle acquistare una certa velocità e mantenerla). Benchè esistano delle similitudini tra densità e peso specifico essi non vanno confusi in quanto esprimono due concetti un poco differenti: la densità non è influenzata dalla gravità mentre il peso specifico si. Senza addentrarci ulteriormente in questioni scientifiche possiamo dire che la densità dell'acqua ha principalmente a che fare con il galleggiamento, mentre la densità dell'aria con la facilità di respirazione. La galleggiabilità non viene influenzata dalla profondità mentre la respirazione si, vediamo come. Abbiano già parlato dell'affanno, ebbene questo fenomeno è favorito o anche dalla densità dell'aria che e respiriamo. Se siamo a 10 metrii o di profondità l'aria che respiriamo a avrà una densità doppia di quella n che si respira normalmente in a superficie perchè doppia è la sua o massa a parità di volume ventilato n (legge di Boyle e Mariotte). In o ragione di ciò l'attrito prodotto à dall'aria respirata in profondità e sulle pareti interne delle nostre vie a aeree superiori aumenta in maniera a direttamente proporzionale alla n profondità stessa. Tutto questo non n significa necessariamente che in profondità "si fa fatica a respirare",, o semplicemente ci conferma quanto a sia importante adottare una respirazione corretta in immersione. 76 Open Water er Diver Dive er - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency La legge di Dalton La legge di Dalton afferma che "la pressione totale esercitata da una miscela di gas è uguale alla somma delle pressioni parziali che sarebbero esercitate dai gas che la compongono se occupassero da soli tutto il volume a disposizione". Modulo 2 In termini matematici si esprime come segue: Ptot = Pp1 + Pp2 + Pp3 + ... + Ppn Pensiamo all'aria: essa è composta da Azoto per il 79% e da Ossigeno per il 21%. Questo significa che se ho un volume V di aria ad 1 bar di pressione esso sarà cosi composto: 0,79 bar di N2 e 0,21 bar di O2 Se lo stesso volume di aria lo porto ad una profondità di 10 metri avremo che il volume è diventato V/2 e la pressione è diventata 2 bar, da cui avremo: (0,79 x 2) bar di N2 e (0,21 x 2) bar di O2 ovvero 1,58 bar di N2 e 0,42 bar di O2 ovvero 2 bar di aria 1, 58 e 0,42 sono le pressioni parziali di Azoto ed Ossigeno dell'aria a 10 metri di profondità. La somma delle pressioni parziali deve essere ovviamente identica alla pressione ambiente. Calcoliamo le pressioni parziali dell'aria contenuta in una bombola caricata a 150 bar: avremo (0,79 x 150) = 118,5 bar di N2 (0,21 x 150) = 31,5 bar di O2 come verifica sommiamo 118,5 + 31,5 = 150 bar di aria Questa legge ci offre la possibilità di prevedere gli effetti che l'Azoto e l'Ossigeno, presi singolarmente, hanno sul nostro organismo quando scendiamo in profondità. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 77 Pure Tech Agency Modulo 2 2.7 Effetti dell'aumento di pressione: la compensazione Abbiamo appreso grazie alla legge di Boyle e Mariotte come sottoponendo un contenitore elastico pieno di gas ad un aumento della pressione ambiente questo tende a collassare su se stesso. Per mantenerne inalterato il volume del contenitore occorrerà aumentare la pressione interna fino ad equilibrarla con quella esterna: abbiamo effettuato una manovra di compensazione seguendo quanto stabilito da Boyle e Mariotte. Come si è detto il nostro corpo contiene delle cavità piene di aria. Queste, per la maggior parte, e se si è in condizioni generali di buona salute, quando vengono sottoposte ad un aumento di pressione si compensano spontaneamente per il semplice fatto di essere a contatto con l'aria fornita dall'erogatore. Altre, come lo stomaco e l'intestino, pur contendendo aria, si compensano grazie alla loro elasticità e solitamente la compensazione non impone di eseguire manovre di un qualche tipo da parte del subacqueo. Diverso è il caso dell’orecchio medio. Esso è, come già descritto precedentemente, una cavità piena di aria compresa tra il timpano e la tromba di Eustachio. Questa è un condotto che mette in comunicazione l'orecchio medio con la gola. A causa della costrizione della tromba di Eustachio, la cavità dell'orecchio medio si trova isolata dalle vie aeree "irrorate" dalla aria a pressione ambiente respirata dall'erogatore; questa condizione la rende quindi incapace di compensarsi in modo autonomo. L'aumento della pressione esterna dell'acqua comporta una flessione del timpano verso l’interno man mano che si scende in profondità. Per evitare questo occorre introdurre aria per riportare il volume dell’orecchio medio alle dimensioni originali ed il timpano in posizione naturale, mediante una manovra di compensazione. Le manovre più usate ed efficaci per ottenere la compensazione sono: • Valsalva (espirazione forzata con naso e bocca chiusi, sviluppa una notevole pressione intrapolmonare). • Marcante-Odaglia (compressione dell’aria contenuta nel retrofaringe). • Deglutizione (È la manovra più semplice, purtroppo poco efficace ai fini dell'immersione subacquea) La manovra di Valsalva, più facile da apprendere, ha come inconveniente quello di richiedere l’uso dei muscoli preposti all'espirazione con conseguente contrazione del torace. La Marcante-Odaglia si esegue chiudendo il naso e portando la base della lingua in alto e indietro verso il palato molle; è una manovra efficace perchè provoca il movimento delle pareti faringee cosi da facilitare l’apertura delle trombe di Eustachio. Ciò si ottiene con l’uso di pochi muscoli potenti, con minimo sforzo e senza interferire con la circolazione. 78 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Inoltre anche una leggera introflessione del timpano può comunque causare danni all’orecchio (otite barotraumatica). A certi individui particolarmente fortunati basta la semplice deglutizione, magari effettuata tenendosi il naso tappato, per produrre una efficace compensazione. I seni sono collegati con il naso e si compensano spontaneamente nel momento stesso in cui si respira aria la cui pressione aumenta man mano. Nel caso in cui vi è in corso un raffreddore, oppure una sinusite magari con eccessiva produzione di muco, è altamente possibile che i seni vengano ostruiti rendendo impossibile e fastidiosa la loro compensazione. Alcune persone particolarmente sensibili sperimentano dolore nella zona frontale della testa sia in discesa che in risalita anche nel caso in cui l'orecchio medio sia stato agevolmente compensato. Non è infrequente avere delle piccole perdite di sangue dal naso dovute alla rottura di capillari sanguigni all'interno dei seni. Se questo fenomeno dovesse persistere è meglio consultare un medico al riguardo. É bene porre l'attenzione su due aspetti importanti della compensazione: il primo è che una leggera introflessione del timpano può comunque causare un'otite barotraumatica, il secondo è che la manovra deve svolgersi in modo sostanzialmente agevole, ovvero che se per compensare si rende necessario uno sforzo "sproporzionato" questo dovrebbe indurci a riflettere sull'opportunità di rinunciare all'immersione. Se non si riesce a compensare si deve rinunciare all’immersione Compensazione della maschera Durante l’immersione, mentre si scende in profondità, avviene una riduzione del volume tra maschera e viso in ragione dell'aumento della pressione ambiente. Questa riduzione, ovvero una parziale compensazione, può avvenire fino ad un certo punto grazie al contorno elastico che aderisce al viso. Oltre una certa pressione la riduzione di volume si arresta t (il ttelaio l i rigido i id viene i a contatto con il viso) e si ha cosi una differenza di pressione tra ambiente esterno ed interno della maschera tale da determina un vero e proprio "effetto ventosa" sui tessuti molli del viso e soprattutto sui capillari del Open Water Diver - CMAS-PTA P1 79 Modulo 2 Qualunque sia la tecnica scelta, la compensazione deve essere effettuata prima che compaia dolore all’orecchio, in quanto, se si attende troppo, si può verificare una diminuzione del volume dell’aria all’interno dell’orecchio medio tale da rendere difficoltosa la manovra. Pure Tech Agency bulbo oculare. Per evitare ciò, basta ricordarsi di soffiare un poco di aria nella maschera attraverso il naso, per mantenerne costante il volume interno equilibrando così la pressione interna con l'esterna. Benché sia un incidente fastidioso e che provoca arrossamento degli occhi, di norma l'assorbimento dell'ematoma avviene spontaneamente dopo qualche giorno. Modulo 2 Sintesi delle raccomandazioni Una tra le più frequenti patologie che possono coinvolgere tutti coloro che praticano attività subacquea, indipendentemente dalle profondità raggiunte, è la lesione timpanica talvolta di tipo perforativo. Questo trauma è causato da variazioni di pressione sulla membrana timpanica non controbilanciate da una corretta manovra di compensazione. Esistono varie tecniche di compensazione ma tutte con il fine di introdurre aria, attraverso la tuba di Eustachio fino alla membrana del timpano. Qualunque manovra si decida di eseguire, è comunque opportuno compensare prima di avvertire qualunque fastidio all’orecchio (e tantomeno dolore). Inoltre è sempre buona norma non insistere troppo e in maniera ostinata nel tentativo di compensare l’orecchio se questo non riesce con semplicità. Se proseguendo nella discesa, si continuano ad avvertire dolori alle orecchie, non bisogna assolutamente forzare la compensazione, bensì si deve risalire di qualche metro e ritentare la manovra di compensazione. Infine non deve essere dimenticato quanto è stato già appreso a proposito del cappuccio, ovvero bisogna allagare il condotto uditivo all'inizio di ogni immersione. Se nonostante tutto le difficoltà di compensazione permangono, è tassativo interrompere immediatamente l’immersione, per evitare di incorrere in incidenti che possono avere conseguenze anche molto serie. Infatti, quando viene impedito il riequilibrio della pressione nelle cavità dell’orecchio medio, si ha una progressiva introflessione verso l’interno della membrana timpanica, che provoca già nei primi metri della discesa forti dolori, fino alla sua lacerazione. In questo caso, oltre al forte dolore, si deve considerare il violento passaggio di acqua, in genere piuttosto fredda, nelle cavità dell’orecchio medio, causando una alterazione del normale funzionamento del senso dell’equilibrio, con conseguente perdita di orientamento, oltre a vertigini, nausea e disturbi dell'udito. Chiaramente, con la rottura della membrana timpanica dovranno essere assolutamente evitate le immersioni finché non vi sarà una cicatrizzazione completa della membrana stessa. 80 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Come si è detto le variazioni di volume sono inversamente proporzionali all’aumento della pressione. Durante la risalita, ed in particolar modo negli ultimi 10 metri di profondità, occorrerà prestare molta attenzione in quanto l’aumento di volume dei gas all’interno del nostro corpo sarà sempre elevato. Per questa ragione il subacqueo durante tutta l'immersione ed in particolar modo durante la risalita deve continuare a respirare regolarmente dall'erogatore, senza mai trattenere il respiro. Nel caso non si abbia l'erogatore in bocca, è necessario continuare ad espirare, ovvero emettere delle bolle, mantenendo aperte le vie aeree per evitare che i nostri polmoni si dilatino come un palloncino in risalita. I nostri polmoni difatti non sono elastici come lo è un palloncino e finirebbero per lacerarsi se in risalita non ci si attiene a questa fondamentale regola di sicurezza. L'incidente che avviene trattenendo il respiro in risalita è chiamato sovradistensione polmonare, e benché sia uno degli incidenti più grave che possa capitare ad un subacqueo esso è il più facile e semplice da prevenire: basta continuare a respirare normalmente. Essere sempre presenti e concentrati su quest'aspetto dell'immersione è da considerarsi come la prima regola generale di sicurezza delle immersioni con ARA: mai trattenere il respiro. REGOLA GENERALE DI SICUREZZA delle immersioni con ARA: mai trattenere il respiro, bensì continuare a respirare regolarmente dall'erogatore. Espira sempre un poco di aria quando l'erogatore non è in bocca Un altro fenomeno che può avvenire durante la risalita è la vertigine alternobarica: essa è è una vera e propria vertigine dovuta ad un disequilibrio tra le pressioni dei due orecchi medi. É un fenomeno che può avere una notevole intensità ma di solito dura pochi istanti e non comporta nessuna conseguenza. In caso di vertigine alternobarica è utile interrompere la risalita e dare il tempo alle orecchie di equiparare la pressione. Può essere utile, nel caso in cui la vertigine sia molto forte, aggrapparsi a se stessi (o ad un qualunque appiglio fisso) oppure guardare verso un punto fisso (ammesso che ve ne sia uno a disposizione). In ultimo è importante descrivere la sovradistensione intestinale, chiamata anche colica del palombaro ed il barotrauma dei denti. La colica, benchè sia un fenomeno estremamente raro, è dovuta alla formazione di gas da digestione nell'intestino che espandendosi in risalita possono procurare qualche fastidio. Se questo avviene, e se è possibile farlo, una sana pernacchia dovrebbe risolvere la situazione. Come prevenzione sarebbe meglio evitare quelle pietanze che sappiamo ci procurano una certa flatulenza. Il barotrauma dei denti, benché non sia di per se pericoloso, può risultare talvolta doloroso. I denti che in conseguenza di carie hanno subito un intervento nel quale è stata applicata un'otturazione possono avere al loro interno delle micro-cavità Open Water Diver - CMAS-PTA P1 81 Modulo 2 2.8 Effetti della diminuzione di pressione Pure Tech Agency di aria. In risalita questa può espandersi e provocare dolore interferendo con le terminazioni nervose e può persino far saltare l'otturazione. L'età dell'otturazione o la cattiva qualità dell'intervento odontoiatrico possono influire sull'insorgenza di questo evento. Modulo 2 2.9 La vista Il nostro occhio a contatto con l'acqua non è in grado di mettere a fuoco gli oggetti. Affinchè sia possibile conseguire una visione nitida è necessario frapporre uno strato d'aria tra l'occhio e l'ambiente marino. La maschera assolve proprio la funzione di circondare gli occhi di uno strato di aria. Per rifrazione si intende un fenomeno tale per cui quando un raggio luminoso passa da un'ambiente con un indice di rifrazione ad un altro ambiente con un diverso indice di rifrazione, il raggio luminoso subisce una deviazione. Questo fenomeno è chiaramente osservabile quando dirigiamo il fascio luminoso di una torcia verso un contenitore pieno d'acqua; gli indici di rifrazione di versi di aria ed acqua producono una deviazione del fascio luminoso. La visione così ottenuta è dunque chiara ma soffre di leggere alterazioni che sono prodotte dalla diversa densità dei materiali che i raggi luminosi debbono attraversare per arrivare all’occhio: acqua, cristallo della maschera ed aria. Queste alterazione sono dovute proprio ai diversi indici di rifrazione dei vari materiali attraverso i quali passa il raggio luminoso. Gli oggetti osservati sott'acqua per mezzo di una maschera appaiono quindi più vicini e più grandi di circa un terzo. L’acqua inoltre assorbe la luce, non permettendogli di penetrare oltre una certa profondità, fino ad arrivare al buio assoluto degli abissi. Questo fenomeno ha importanti conseguenze sulla visione dei colori. Per esempio il colore rosso già a 5 metri perde di brillantezza ed a 15 metri si presenta scurissimo, quasi nero. Il secondo colore che viene assorbito è l’arancione, poi il giallo, il verde e il blu, fino ad avere una colorazione per lo più grigia o nera. 82 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Modulo 2 Per questa ragione per poter vedere i colori reali di ciò che si sta osservando si deve usare una torcia subacquea. Puntando gli oggetti con la luce della nostra torcia questi riprendono il colore proprio originale. 2.10 L'udito La velocità di propagazione e la distanza percorribili dai suoni in acqua sono molto più elevati rispetto a quanto avviene in superficie in ragione della maggiore densità dell'acqua rispetto all'aria. Il suono prodotto per richiamare l’attenzione del compagno battendo con il coltello sulla bombola, può essere udito anche da grande distanza. Di contro sott'acqua è molto difficile capire la provenienza di un suono, ovvero i suoni udibili avvolgo il subacqueo quasi in modo uniforme. In superficie siamo in grado di capire la direzione di un suono perché esso raggiunge r prima un orecchio e poi l'altro. l' Questa differenza di tempo, benché b piccolissima, è percepita ed elaborata dai nostri sensi i quali ci e forniscono una direzione di fo provenienza. Sott'acqua, essendo la p velocità di propagazione dei suoni v molto elevata, la differenza del m tempo di "ricezione" tra un orecchio t e l'altro si assottiglia troppo oltre la nostra n capacità di elaborazione e percezione i d della ll provenienza i d dell suono. Si comprende benissimo perché si debba prestare sempre molta attenzione durante la risalita al rumore prodotto delle imbarcazioni a prescindere dalle nostre sensazioni di vicinanza o lontananza: non si può mai essere sicuri dell'esatta posizione della fonte di emissione di un suono. La velocità del suono varia a seconda del mezzo (ad esempio, il suono si propaga più velocemente nell'acqua che non nell'aria), e varia anche al variare delle proprietà del mezzo, specialmente con la sua temperatura. Nella tabella seguente vengono riportati i valori della velocità del suono in aria e in acqua. mezzo Velocità (metri al secondo) Aria 331 Acqua 1450 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 83 Pure Tech Agency Verifica dell'apprendimento inserisci le parole mancanti Modulo 2 Uno dei fenomeni più particolari che avviene nel corpo umano nelle discese profonde in apnea, è lo spostamento del sangue dalle .............................. del nostro corpo (mani, braccia, piedi, gambe), verso il ....................... Dall’aria libera nell’ambiente esterno ci rifocilliamo di ....................... (inspirazione) ed in cambio gli cediamo un po’ di ................................. (espirazione) L’apparato respiratorio è responsabile della ................................... Esso cattura l’................ dall’atmosfera e lo distribuisce a tutti i muscoli e tessuti del corpo per mezzo dell’apparato circolatorio Lo scambio dell’ossigeno tra l’apparato respiratorio e circolatorio avviene negli ....................... L’apparato circolatorio a sua volta è composto dal .................., dalle ................, dalle ................. ed ovviamente dal sangue che è preposto al trasporto dell’ossigeno e della ............ Più precisamente parleremo di ............................. quando la forza in questione è quella esercitata da un liquido (acqua dolce o salata) su di un corpo in essa immerso, mentre più in generale parleremo di ............................ quando ci riferiamo alla pressione del luogo nel quale ci troviamo, sia aereo sia acquatico L’aria, essendo comprimibile, presenta la sua massima densità nei suoi strati inferiori (ovvero da quota zero fino a circa ................. metri di quota), dove è compressa dallo spessore totale dell’atmosfera (che si estende fino a .................. metri sopra la superficie terrestre) “La pressione esercitata su un punto qualsiasi di un fluido si trasmette in tutte le .................. con uguale intensità”. Archimede, il noto scienziato dell'antichità, enunciò la seguente legge: “Un corpo immerso nell’acqua riceve una spinta dal ....................... verso l’....................... pari al peso dell’acqua che sposta, ovvero pari al ....................... del ....................... d’acqua occupato dal corpo stesso”. Al contrario se fossimo in grado di riempire un palloncino a 10 metri di profondità, lo vedremmo ....................... di volume appena giunto in superficie 84 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency L’acqua di mare, essendovi disciolto il sale, è ....................... dell’acqua dolce perché a parità di volume pesa di più, conseguentemente è in grado di produrre una ....................... spinta di galleggiamento 1. ....................... 2. ....................... 3. ....................... Il naso e seni paranasali costituiscono il primo tratto delle ......................., e comunicano per mezzo delle narici con l’ambiente esterno Per questa ragione il subacqueo durante la risalita deve continuare a ....................... regolarmente dall’erogatore, senza mai trattenere il respiro Gli oggetti appaiono più vicini e più grandi di circa un ....................... Open Water Diver - CMAS-PTA P1 85 Modulo 2 L’orecchio, è composto da tre parti Modulo 2 Pure Tech Agency 86 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Modulo 3 Pure Tech Agency MODULO 3 Adattamento all'Ambiente e Riconoscimento dei Problemi Panoramica • • • • • • • La legge di Henry Assorbimento e cessione dell'Azoto La patologia da decompressione La narcosi di Azoto Riconoscimento dei problemi e incidenti subacquei Gestione delle emergenze Lo stress Obiettivi Al termine di questo modulo avremo appreso: • • • I fenomeni che avvengono nel nostro corpo al seguito dell'aumento di pressione ambiente; I comportamenti da adottare durante le diverse fase di un'immersione; Come prevenire gli incidenti subacquei. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 87 Pure Tech Agency Considerazioni generali Come si è ormai chiaramente capito durante una esplorazione subacquea si è soggetti a dei repentini cambiamenti delle condizioni ambientali. Questi cambiamenti si manifestano in quanto si hanno variazioni di: Modulo 3 • Temperatura: in quanto l'acqua disperde calore maggiormente dell'aria e spesso la temperatura tende a diminuire con l'aumento della profondità; • Intensità luminosa: in quanto l'acqua assorbe la luce; • Pressione: in ragione dell'aumento o diminuzione della profondità. Temperatura e luce si controllano grazie all'utilizzo di adeguate attrezzature (una idonea muta ed una buona torcia), mentre le variazioni di pressione si affrontano grazie a specifici comportamenti ed azioni. É necessario ora comprendere ulteriori aspetti relativi agli effetti che i singoli gas componenti la miscela aria, ovvero azoto ed ossigeno, hanno sul nostro corpo quando questi vengono respirati ad alta pressione. Apprenderemo come una parte di questi effetti si prevengono grazie ad una attenta programmazione dell'immersione, mentre gli altri si controllano attraverso un attento e corretto comportamento da adottare quando si è in immersione. 3.1 La Legge di Henry Pur con una certa approssimazione possiamo dire che l'aria è composta dal 21% di ossigeno e dal 79% di azoto. Per la Legge di Dalton la pressione totale esercitata da una miscela di gas è uguale alla somma delle singole pressioni parziali dei gas componenti la miscela stessa. A livello del mare, quindi alla pressione di 1 Bar, la pressione parziale dell’Ossigeno sarà di 0,21 Bar, mentre quella dell’Azoto sarà di 0,79 Bar. Quando un subacqueo è in immersione e respira dalla bombola, la pressione dell’aria che respira è maggiore della tensione dell'azoto presente nel corpo (vedi paragrafo 3.2 - concetto e differenze tra pressione e tensione). La pressione dell'azoto nell'aria respirata "vince" sulla tensione dell'azoto presente nel corpo cosicché una certa quantità di azoto si introduce, ovvero si scioglie nel corpo umano. Più il subacqueo si spinge in profondità e più tempo vi rimane, più azoto si discioglie nell’organismo. Mentre l’Ossigeno viene in larga parte metabolizzato dal corpo umano e trasformato in Anidride Carbonica, l’Azoto non viene utilizzato, per cui rimane nel sangue ad una pressione parziale di 0,79 Bar. Il subacqueo in immersione respira aria a pressione ambiente. Alla profondità di 10 metri la pressione all’interno dei polmoni è equivalente alla pressione ambiente, ovvero 2 bar. In queste condizioni i nostri polmoni conterranno una quantità di gas doppia rispetto a quella respirata normalmente in superficie a parità di volume. Anche le pressioni parziali di ossigeno ed azoto saranno ovviamente doppie, ovvero: 88 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Pressione parziale ossigeno 0,21 x 2 = 0,42 bar Pressione parziale di azoto 0,79 x 2 = 1,58 bar 2,00 bar Abbiamo già accennato al fatto che l'ossigeno viene utilizzato dal nostro organismo mentre l'azoto, in quanto gas inerte, non viene metabolizzato dal nostro organismo. Esso si trova nella condizione di venir assorbito dal nostro corpo per il semplice fatto di venirsi a trovare a contatto con il sangue all'interno degli alveoli. Difatti è scientificamente provato che un gas viene assorbito da un liquido, proprio come potrebbe fare una spugna con l'acqua, quando la pressione del gas che viene a contatto con il liquido è superiore alla pressione del liquido stesso. La legge di Henry descrive in modo scientifico proprio questo fenomeno: "un gas che esercita una pressione sulla superficie di un liquido, vi entra in soluzione finché avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso". In buona sostanza tutto ciò significa che aumentando la profondità aumentano di conseguenza le quantità di ossigeno e di azoto nel sangue. Mentre l’aumento di ossigeno, nelle immersioni alle quali abilità questo corso, non comporta alcuna ripercussione durante e dopo l’immersione (possono manifestarsi dei problemi molto seri solamente oltre profondità molto elevate, per la precisione oltre i 66 metri di profondità), l'aumento di azoto nel sangue determina un conseguente assorbimento di questo gas da parte dei tessuti con i quali il sangue viene a contatto. Le modalità con cui questo gas viene assorbito e rilasciato dal nostro corpo sono trattate nel prossimo paragrafo. 3.2 Assorbimento e cessione dell'Azoto Gli studi scientifici che indagano le modalità di assorbimento dell'azoto nei tessuti del corpo a seguito di aumento di pressione sono notevoli, ma mai quanto gli studi che sono stati condotti per capire come, finita la fase di assorbimento, l'azoto venga rilasciato. Un subacqueo inizia ad assorbire azoto nell'istante in cui incomincia la discesa verso il fondo. Pur con una certa approsimazione possiamo dire che questa fase di assorbimento termina allorquando si incomincia la risalita verso la superficie. La fase di assorbimento-discesa non implica alcun particolare accorgimento da parte del subacqueo, mentre la fase di rilasciorisalita deve essere gestita dal subacqueo in modo adeguato. Per capire come l'azoto si libera nel nostro corpo proviamo ad immaginare una bottiglia di acqua gasata sigillata. Aprendola noteremo la formazione di numerose bolle (sono composte da anidride carbonica che viene addizionata proprio per ottenere la "gasatura") le quali, dopo un certo tempo, tenderanno a diminuire cosi come illustrato nel disegno seguente. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 89 Modulo 3 totale Pure Tech Agency Descriviamo dettagliatamente il fenomeno delle bollicine nella bottiglia: Modulo 3 A. Fase disciolta ovvero di saturazione: il gas si trova disciolto nel liquido. La pressione all'interno del collo della bottiglia, grazie al tappo, è identica alla tensione del gas all'interno del liquido. Tensione e pressione nel collo della bottiglia sono superiori alla pressione ambiente all'esterno della bottiglia. ll' t d ll b tti li B. Fase libera il gas disciolto nel liquido, a seguito della rimozione repentina del tappo, migra in modo repentino verso l'atmosfera formando numerose bollicine. C. La tensione tende, nel tempo, a diminuire fino ad eguagliare la pressione ambiente. Dopo un certo numero di ore l'acqua non sarà più gassata. La differenza tra pressione e tensione può essere sintetizzata in questo modo: - Pressione: la esercita il gas sui liquidi oppure i corpi con cui è a contatto; - Tensione: la esercita il gas nel liquido in cui è disciolto. Si comprende benissimo come sia importante evitare che all'interno del nostro corpo si formino delle bollicine analoghe a quelle nella bottiglia. DOMANDA: come possiamo impedire la formazione di bolle nella bottiglia, ovvero nel nostro corpo? RISPOSTA: dobbiamo aprire il tappo molto, ma molto, lentamente, ovvero dobbiamo eseguire la risalita con lentezza. SECONDA REGOLA GENERALE DI SICUREZZA delle immersioni con ARA. La velocità di risalita non deve superare i 9/10 metri al minuto e questo significa che se ci troviamo a 20 metri di profondità impiegheremo due minuti a raggiungere la superficie. Provate a coprire a piedi la distanza di 10 metri in un minuto: ci si renderà conto di quanto lenta debba essere la risalita. In immersione quindi la tensione di azoto nel nostro corpo tenderà ad eguagliare la pressione di azoto che stiamo respirando istante per istante dall'erogatore. In risalita invece l'azoto accumulato tenderà a dirigersi verso la parte del sistema circolatorio che convoglia il sangue verso i polmoni (sistema venoso) e da li, per mezzo degli alveoli, si libererà nell'ambiente con l'aria espirata. 90 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency La quantità di azoto assorbita o ceduta dipende invece dal tempo. Si comprende benissimo come PROFONDITÁ E TEMPO SIANO I PARAMETRI FONDAMENTALI DI OGNI IMMERSIONE. Dopo l'uscita dall'acqua il nostro corpo conterrà ancora una certa quantità di azoto in eccesso da espellere e ci vorranno non meno di 12 ore per fare in modo che questo avvenga. Questo è un aspetto molto importante che verrà approfondito in seguito. Benché l'azoto in fase desaturativa tenderà a formare comunque delle bolle, queste nella stragrande maggioranza dei casi non determinano alcun effetto visibile; queste bolle sono definite "asintomatiche". Se la dimensione delle bolle raggiunge però dimensioni fisiologicamente ragguardevoli (parliamo sempre di bolle piccolissime), queste possono creare delle vere e proprie patologie, specificatamente definite Patologie da Decompressione o PDD. La gravità di queste patologie è in relazione con il tipo di tessuto nel quale si forma la bolla. 3.3 La Decompressione Per decompressione si intende una tecnica grazie alla quale si rilascia in modo controllato l'eccesso di azoto accumulato nei tessuti durante l'immersione. La decompressione deve compiersi prima dell'uscita dall'acqua e di fatto si svolge durante tutta la fase di risalita finale verso la superficie. CORRETTA DECOMPRESSIONE = DESATURAZIONE ASINTOMATICA Possiamo distinguere due gruppi principali di immersioni che si distinguono tra di loro a seconda del tipo di decompressione che si deve effettuare. Descriviamo questi due gruppi. I) Immersioni in curva di non decompressione/sicurezza: sono immersioni che richiedono soltanto il rispetto della velocità di risalita ed una sosta ad una profondità di 5 metri per almeno 3 minuti; II) Immersioni fuori curva di non decompressione/sicurezza: sono immersioni che richiedono, oltre al rispetto della velocità Open Water Diver - CMAS-PTA P1 91 Modulo 3 I tempi con cui un tessuto tende a diventare saturo di azoto, ovvero essere in condizione di saturazione, variano da tessuto a tessuto. Le ossa hanno tempi di saturazione molto elevati, mentre il sangue, anche in ragione del fatto che è un liquido, ha tempi di saturazione piuttosto rapidi dell'ordine di pochi minuti. I tempi di saturazione e desaturazione sono uguali a parità di tessuto, e sono noti per numerose tipologie di tessuti. La velocità di saturazione, e quindi di desaturazione, è direttamente proporzionale al valore della differenza tra pressione e tensione e viceversa; ovvero alta pressione e bassa tensione significa velocità di saturazione elevata; pressione di poco superiore alla tensione significa bassa velocità di saturazione. Pure Tech Agency di risalita, di effettuare una o più soste a determinate profondità e per determinanti tempi. Le profondità ed i tempi di queste soste si determinano grazie ad apposite tabelle definite tabelle di immersione, oppure per mezzo delle indicazioni fornite dai computer da immersione (approfondiremo nei paragrafi successivi questo argomento). Il corso P1 PTA-CMAS abilita ad immersioni condotte entro la curva di non decompressione. Modulo 3 3.4 La Patologia da Decompressione (PDD) Il termine "Patologia Da Decompressione" identifica la formazione di bolle d’Azoto nei tessuti e nei vasi sanguigni. L’Azoto che è assorbito durante l’immersione, essendo un gas inerte e non metabolico, non è utilizzato dal corpo e, al momento dell’emersione, deve essere eliminato attraverso il normale atto respiratorio. Più è alta la pressione della miscela di gas che respiriamo, tanto più questa si discioglie ed entra in soluzione nel sangue; durante questa fase i tessuti del nostro corpo assorbono una quantità di Azoto superiore al normale, pertanto raggiunta la saturazione, cominciano a rilasciarlo nel circolo sanguigno. Durante la risalita l’Azoto, soggetto ad una minore pressione, ritorna allo stato gassoso aggregandosi in bolle di varie dimensioni che possono provocare danni laddove si depositano. Nel caso in cui il salto tra tensione e pressione sia troppo rapido queste bolle raggiungono dimensioni notevoli anche in ragione del fatto che tendono ad unirsi tra di loro. Queste bolle di fatto si comportano come delle ostruzioni che impediscono la libera circolazione del sangue in un determinato punto. L’ingresso dell’Azoto nel nostro corpo avviene tramite gli alveoli polmonari, dove la superficie di contatto è molto estesa e il gas può passare per osmosi nel circolo sanguigno con estrema rapidità. Per questo motivo si considera il sangue come il tessuto più "rapido" per ciò che riguarda l’assunzione d’Azoto. Dal sangue il gas è distribuito in tutto il corpo umano; in generale i tessuti più irrorati, (muscoli, organi interni, ecc.), saranno quelli che si saturano più velocemente, mentre quelli meno irrorati (grasso, cartilagini ecc.) saranno i più lenti. La PDD è la diretta conseguenza di un’inadeguata desaturazione, il processo desaturativo comprende sia una corretta risalita, la sosta di sicurezza e l'intervallo di superficie. Poiché le bolle d’Azoto possono formarsi od essere trasportate ovunque nel corpo, i segni e sintomi di una loro presenza in quantitativi e dimensioni patologiche sono i più vari: 92 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Nel 50% dei casi circa i sintomi della PDD compaiono entro 30’ dopo l’uscita dall’acqua e in ogni modo nel 95% dei casi entro 3 ore. Tieni sempre presente che un corretto intervento prevede di agire anche nel dubbio in quanto il comportamento umano in questi casi è distorsivo: tende ad allontanare il problema adducendo la responsabilità dei dolori, dei malesseri o della spossatezza ad uno sforzo fisico, a problemi digestivi o a qualunque altra presunta causa. La malattia da decompressione può sopraggiungere, anche se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza. Il subacqueo deve segnalare ogni sintomo che accusa senza per questo pensare di fare brutta figura o di rovinare la giornata agli altri (aspettare peggiorerà l’evoluzione della malattia). La PDD rimane un evento piuttosto raro, nelle immersioni condotte entro i 18 metri di profondità. Fattori di predisposizione alla PDD I processi descritti fino ad ora sono aggravati e velocizzati da condizioni ambientali e personali particolari quali: FATTORI DI PREDISPOSIZIONE ALLA PDD • sforzo fisico durante e dopo l’immersione • scarsa forma fisica • obesità • freddo durante e dopo l’immersione • disidratazione • problemi circolatori generali o locali • uso di farmaci, droghe ed alcool • fumo • lesioni varie (traumi, strappi, lussazioni, rotture) • precedenti episodi di PDD • Risalita troppo rapida • Profilo dell'immersione a yo yo (ovvero notevoli e ravvicinati cambi di profondità) • Omessa sosta di sicurezza • Immersioni in apnea dopo un'immersione con ARA • Portarsi in quota dopo un'immersione oppure viaggiare in aeroplano Evitare i comportamenti sopra citati riduce il rischio che si verifichi una PDD. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 93 Modulo 3 SEGNI E SINTOMI DELLA PDD • stato di stanchezza persistente • fastidioso prurito alla pelle • eruzione a macchie sulle pelle • insensibilità, formicolio e paralisi locale • dolore articolare alle braccia e alle gambe • dolore al torace o alle giunture • vista annebbiata • difficoltà d’udito e pronuncia • capogiri e vertigini • incapacità di orinare • difficoltà respiratorie • aerofagia; colpi di tosse • collasso, perdita dei sensi Pure Tech Agency NOTA DI PRIMO SOCCORSO Il trattamento per una PDD è l’immediato ricovero in camera iperbarica preceduto da visita medica specialistica. Gli interventi da effettuarsi in attesa dei soccorsi, che devono essere allertati prima di ogni altra azione, sono la somministrazione di ossigeno e liquidi. La respirazione di ossigeno puro garantisce una migliore ossigenazione dei tessuti allontanando i rischi di un loro danneggiamento (talvolta la sola somministrazione di ossigeno risolve le PDD di tipo lieve). La somministrazione all’infortunato di notevoli quantitativi di liquidi migliora la fluidità del sangue con una più facile eliminazione delle bolle. Modulo 3 3.5 La Narcosi di Azoto Benché sia un fenomeno non ancora del tutto compreso a livello scientifico, ne sono ben noti gli effetti a livello corporeo. Respirare azoto ad alte pressioni può provocare un rallentamento o distorsione delle capacità percettive di un individuo. Questo fenomeno è abbastanza soggettivo ed in genere non avviene prima dei 30/35 metri di profondità. É difficile per il subacqueo novizio riconoscere tali sintomi che comunque si presentano a profondità ben maggiori di quelle per le quali si è abilitati nel corso P1. Rimanere entro i limiti del proprio brevetto sottrae il subacqueo da questo fenomeno potenzialmente pericoloso. Questo argomento verrà approfondito nei corsi successivi quando si affronteranno le problematiche connesse con l'immersione profonda. 3.6 Riconoscimento dei problemi e incidenti subacquei Una poderosa opera documentale prodotta da diverse agenzie di addestramento, assicurazione ed istituzioni scientifiche dimostra come praticare l’attività subacquea sia più sicuro di molti altri sport ben più popolari. Intorno all'attività subacquea si sono prodotti spesso timori ingiustificati, paragonabili a quelli che si hanno per il volo aereo, nonostante questo sia incontestabilmente più sicuro di qualsiasi altro mezzo di trasporto. Quasi tutti gli incidenti che avvengono sott'acqua sono imputabili al superamento dei propri limiti di addestramento oppure il ritenere che le cose che si apprendono non hanno un valore decisivo ma soltanto indicativo. Talvolta le iniziative che promuovono l’attività subacquea ai principianti tendono ad "ammorbidire" le informazioni riguardanti il rischio e/o le probabilità di incidente in questa nostra disciplina sportiva. Il rischio, ovviamente, come in tutte le attività esiste e con esso anche le probabilità di incorrere in un incidente. Benché sia difficile calibrare questo genere di informazioni senza che queste generino un senso di diffidenza verso l'attività stessa, anche un argomento cosi "difficile" deve essere affrontato in modo chiaro nei corsi per il conseguimento delle certificazioni subacquee. Affinché qualsiasi attività (sportiva o professionale) sia il più possibile sicura e con rischi ridotti, è importante conoscere gli aspetti 94 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 negativi e pericolosi e soprattutto conoscere i sistemi per prevenirli e trattarli (Primo Soccorso e Autosoccorso). Soltanto cosi è possibile rendere questa disciplina estremamente piacevole e con una bassa percentuale di rischio. Per quanto possa sembrare assurdo, il più delle volte, il rischio si genera proprio dall'eccessiva confidenza con l'ambiente acquatico. La subacquea ricreativa è semplice, rilassa e questo tende ad abbassare il livello di attenzione del praticante. L'emozione di scalare anche solo una piccola parete di roccia "tiene vigili" nei confronti delle proprie azioni e dell'ambiente, mentre l'attività subacquea al contrario "assopisce" la nostra soglia di attenzione proprio per la sua godibilità. Due basilari quanto semplici regole sono dei veri salvavita in moltissime situazioni: 1 Non eccederò i limiti imposti dal mio brevetto e dal mio livello di preparazione 2 Farò in modo che le mie azioni non obblighino il mio compagno ad eccedere i limiti imposti dal suo brevetto e dal suo livello di preparazione Con il termine "incidente" ci si riferisce ad un evento che, in modo più o meno repentino, interrompe o disturba il regolare procedere di un'immersione. Questi eventi talvolta non sono la causa diretta del nostro rischio o danno, piuttosto lo sono gli effetti della reazione che noi stessi inneschiamo per contrastarli. Facciamo un esempio pratico: Evento Reazione Risultato Malfunzionamento dell'erogatore primario Passare all'erogatore secondario o FAA (fonte d'aria alternativa) il quale è stato mantenuto in buono stato e pronto all'uso Si raggiunge la superficie con tranquillità e si completa l'immersione come da addestramento Malfunzionamento dell'erogatore primario La FAA non è raggiungibile perché messo in posizione scorretta oppure è anch'essa malfunzionate, il compagno di immersione non è nelle vicinanze. Il livello di stress sale a razzo, si cerca di raggiunge la superficie come siluri, spesso in preda al panico, con tutti i rischi derivanti dalla legge di Boyle e Mariotte oppure di Henry (incidenti meccanici e PDD) Si comprende benissimo come un banale evento, peraltro piuttosto raro, possa avere due ben distinti risultati. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 95 Modulo 3 Pure Tech Agency Pure Tech Agency Incidenti di tipo meccanico afferenti alla legge di Boyle e Mariotte Descrizione Modulo 3 Sovradistensione polmonare Fase immersione Risalita Causa Trattenere il fiato in risalita Rottura alveoli polmonari Prevenzione Respirare sempre mai trattenere il respiro EGA Risalita Embolia Gassosa Arteriosa (vedi paragrafo 3.7) Sovradistensione Respirare polmonare sempre mai trattenere il Gas nel circolo respiro arterioso Rispettare la velocità di risalita Colpo di ventosa della maschera non si compensa la maschera Barotraumi dell' orecchio Barotrauma dei denti Vertigine alternobarica Discesa Discesa Soprattutto in risalita Rapide e frequenti variazioni di quota 96 Risalita Somministrare ossigeno trasporto urgente ospedale Tosse, difficoltà respiratoria, perdita di coscienza, coma Somministrare ossigeno trasporto urgente ospedale Rottura dei capillari del viso e occhi Dolore all'orecchio, vertigini Rottura del timpano Interrompere l'immersione Visita medica successiva Interrompere l'immersione Visita medica successiva Informare il proprio dentista della propria attività di subacqueo Dolore al dente, l'otturazione può "saltare" in bocca Interrompere l'immersione Corretta compensazione Perdita di orientamento Assistenza del compagno Vertigini Fermarsi e guardare un punto fisso Compensazioni unilaterali Sovradistensione intestinale (coliche) Azioni di soccorso Tosse, difficoltà respiratoria, rigonfiamento del collo, Esalare un poco Fastidio nella di aria dal naso zona degli nella maschera occhi Omessa Eseguire compensazione corretta manovra di compensazione Discesa/risalita Otturazione dentale debole Sintomi/ Effetti Movimenti NON coordinati Visita medica successiva Visita medica successiva Alimenti Espulsione Produzione gas Accortezza assunti prima naturale dei gas intestinali nell'assunzione dell'immersione di cibi Scendere e/o Dolori risalire piano addominali flettendo le gambe Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Incidenti di tipo fisco afferenti alla legge di Henry Descrizione PDD Fase immersione Risalita e/o dopo emersione Causa Prevenzione Sintomi Eccessiva velocità di risalita, omessa tappa di sicurezza, profilo immersione a yo yo, disidratazione Corretta velocità di risalita, sosta di sicurezza, corretta idratazione Da lievi quali pruriti e dolori articolari a gravi quali sensazione di formicolio, paralisi Azioni di soccorso Somministrare ossigeno trasporto rapido in camera iperbarica Incidenti di tipo chimico afferenti alla legge di Dalton Fase immersione Causa Prevenzione Sintomi Azioni di soccorso Affanno Tutte Scorretta respirazione, eccessivo sforzo fisico Limitare gli sforzi, mantenere un atteggiamento rilassato, respiri lenti e profondi Respiro corto, fame d'aria Autosoccorso: interrompere ogni attività che comporta sforzo, eseguire atti respiratori profondi ed espirazioni prolungate. Narcosi In profondità La profondità stessa Limitare la profondità Rallentamento delle capacità analitiche Risalire a quote poco profonde Il compressore ha immesso aria non pura Rivolgersi a centri di ricarica di qualità Mal di testa, sensazione di disagio Autosoccorso: interrompere l'immersione. Avvelenatutte mento da CO (monossido di carbonio) Dopo aver analizzato la casistica degli incidenti si comprende benissimo come tutti siano direttamente correlati con il nostro modo di condurre l'immersione. Di rado soltanto la PDD lascia margini, seppur minimi, alla sfiga. L'avvelenamento da monossido di carbonio è una tipologia di incidente molto rara. Nei casi più gravi la sensazione di mal di testa persiste per cui è meglio consultare un medico nel qual caso potrebbe essere necessario la somministrazione di Ossigeno in camera iperbarica. Molte persone soffrono di mal di testa, per cui stabilire se effettivamente questo ne sia la causa è difficile. Dovrebbe capitare a tutti i subacquei che hanno caricato le bombole nella medesima stazione di ricarica. 3.7 Gestione delle emergenze Per gestire una emergenza in modo adeguato è necessario seguire dei corsi specifici. Detto questo anche il subacqueo novizio può rendersi utile nel caso in cui sia necessario un suo intervento per portare assistenza ad un infortunato. Abbiamo già elencato una casistica di possibili problemi che si possono riscontrare sott'acqua nel precedente paragrafo. La maggior parte di essi non richiedono un tempestivo ricorso alle strutture sanitarie, altri Open Water Diver - CMAS-PTA P1 97 Modulo 3 Descrizione Pure Tech Agency Modulo 3 richiedono invece un intervento immediato ed un rapido oppure urgente trasporto verso una struttura sanitaria. Ovviamente possono capitare degli incidenti in immersione, per esempio un malore di qualche genere, non direttamente collegati all'attività subacquea, ma in ragione del fatto che questi capitano sott'acqua il loro riconoscimento e gestione diventano più problematici. Le ferite, con conseguente perdita di sangue, sono un evento piuttosto raro, cosi come traumi di natura fisica (salvo che ci cada una bombola su un piede!), è comunque importante avere a disposizione una cassetta di pronto soccorso con almeno disinfettante, cerotti e bende. Il sangue in profondità, salvo che sia illuminato da una torcia, assume, in conseguenza dell'assorbimento dei colori prodotto dall'acqua, una colorazione verdastra, scura. Potrebbe quindi non essere riconosciuto immediatamente come tale. Gli infortuni più seri sono la Sovradistensione polmonare, l'EGA ed i casi gravi di PDD. La sovradistensione polmonare L'aria respirata in profondità, come abbiamo appreso, è a pressione ambiente. Al diminuire di tale pressione, ovvero risalendo verso la superficie, quest'aria, per la legge di Boyle e Mariotte, si espande aumentando di volume. Tale aumento può causare la rottura degli alveoli polmonari provocando il passaggio di quest'aria nella cavità pleurica con conseguente collasso del polmone (pneumotorace). Talvolta questo collasso avviene tra il polmone destro e il polmone sinistro (mediastino) e nell'eventualità peggiore, questo collasso determina un passaggio di bolle d'aria (emboli) direttamente nel circolo arterioso; questo evento è definito Embolia Gassosa Arteriosa-EGA. I sintomi che si manifestano a seguito di sovradistensione polmonare sono la fuoriuscita di schiuma rossastra da bocca o naso, debolezza muscolare o paralisi, convulsioni, perdita di coscienza, arresto respiratorio. Benchè ve ne siano di altri e diversi (senso di vertigine, senso di debolezza, problemi alla vista, dolore al torace, disorientamento, alterazioni della personalità o paralisi), tutti si manifestano immediatamente. Anche solo interrompere la respirazione per pochi metri di risalita espone il subacqueo a rischio di sovradistensione polmonare; questo rischio si presenta soprattutto in vicinanza della superficie dove il gradiente di diminuzione di pressione è massimo. 98 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Invero possono sussistere alcuni stati patologici, quali la bronchite, l'asma, che possono provocare l'intrappolamento di aria in zone polmonari circoscritte. Per questo è sempre doveroso non immergersi in presenza di tali patologie ed effettuare ricorrenti controlli medici. EGA L'embolia gassosa arteriosa è una patologia molto seria. Essa si manifesta a seguito di sconfinamento di bolle di aria all'interno della circolazione sanguigna dai polmoni. La principale causa dell'EGA è un'estrema sovradistensione polmonare che arriva al punto di provocare una lacerazione nel tessuto polmonare stesso. Questo fa penetrare nella circolazione arteriosa degli emboli gassosi che possono occludere la normale circolazione del sangue verso il cervello. L'EGA si manifesta in forma traumatica in risalita ed i sintmi più frequenti sono: vertigini, difficoltà respiratoria, disturbi cardiaci, vari problemi neurologici, perdita di conoscenza e coma. Soltanto un urgente trattamento in ospedale può risolvere la situazione. Analizziamo differenze ed identità tra sovradistensione polmonare, EGA e PDD di tipo grave. Infortunio Zona del corpo Manifestazioni gravi Azioni di soccorso Sovradistensione Polmonare Lacerazione dei polmoni Difficoltà respiratorie; Rigonfiamenti del collo; Dolore al petto; Tosse persistente Trasporto in ospedale; Somministrare Ossigeno. Ega Aria nel circolo arterioso (a seguito di sovradistensione polmonare) Paralisi di un emicorpo (ovvero parte sinistra o destra); Coma; Trasporto in ospedale; Somministrare Ossigeno. PDD di tipo grave Formazione di bolle Paralisi di metà corpo di azoto nei tessuti (paralisi alle gambe); nervosi. Dolori al petto; Dolori in genere; Vertigini e nausea; Intorpidimenti Difficoltà respiratorie; Perdita di conoscenza. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Trasporto in ospedale; Somministrare Ossigeno 99 Modulo 3 Il trattamento di una sovradistensione polmonare è di pertinenza medica e prevede un intervento di drenaggio polmonare e Ossigenoterapia iperbarica. Pure Tech Agency Soltanto personale medico specializzato è in grado di prestare le adeguate cure a questo genere di infortuni. Noi possiamo soltanto contattare le strutture sanitarie e assistere l'infortunato in attesa dei soccorsi. In tutti i casi comunque la somministrazione di ossigeno è molto utile soprattutto durante l'attesa dei soccorsi. Benché anche la somministrazione di ossigeno debba essere fatta da persone che hanno d rricevuto una adeguata istruzione in tal senso (come ad esempio i corsi DAN: http://www.daneurope.org/web/ e guest/training/ofa), questa rimane il più efficace metodo g di soccorso a disposizione. d Modulo 3 Per eseguire in modo adeguato tale procedura dobbiamo P disporre di una bombola di ossigeno di tipo medicale d ccosì come illustrato nella fotografia. Queste sono dotate di una mascherina da posizionare sul volto e da un d dispositivo “ad offerta” continua di ossigeno. Questo tipo d di bombole sono necessarie soprattutto nel caso in cui d l'infortunato è incosciente, quindi non sarebbe in grado l' di respirare da un semplice erogatore di qualche tipo d ccollegato ad una bombola di ossigeno. Per queste ragioni dobbiamo pretendere che il centro di P immersioni a cui ci rivolgiamo abbia a disposizione tale im apparecchiatura e che il personale sia qualificato per a usarla. u IIl tuo istruttore CMAS-PTA ti saprà dare indicazioni sspecifiche al riguardo. ogni subacqueo dovrebbe essere addestrato a praticare il BLS (Basic Life Support) e a somministrare Ossigeno normobarico. Nella pagina successiva viene riportata la procedura di emergenza da eseguire nel caso comparissero dei sintomi di qualche tipo, anche dubbi, a seguito di un'immersione 100 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Modulo 3 Pure Tech Agency Sia l'EGA sia le PDD richiedono trattamenti in camera iperbarica. La camera iperbarica è un'ambiente confinato in grado di aumentare la pressione dell'aria al suo interno e di ospitare una o più persone. In questo modo è possibile sottoporre ad un trattamento iperbarico (che prevede la respirazione di Ossigeno puro ad alte pressioni) subacquei colpiti da PDD o EGA. La terapia iperbarica è la più efficace per il trattamento di patologie derivanti da attività subacquee. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Istituto Iperbarico di Zingonia (BG) 101 Pure Tech Agency Modulo 3 3.8 Lo stress Lo stress è una condizione emotiva che p può influenzare di molto l'andamento di un'immersione. Aldilà dell'accezione che questo termine ha nella contemporaneità, la sua conoscenza e la sua gestione rappresentano un fattore di importanza fondamentale nella gestione della sicurezza in acqua. Di solito il termine stress si usa per indicare una condizione nella quale non ci sentiamo a nostro agio; la sua azione è applicabile a tutte le manifestazioni h assume neii varii contesti t ti sono della nostra vita, anche se i significati che abbastanza diversi. É bene precisare che nella subacquea lo stress non è sempre qualcosa di negativo: esiste infatti una fase iniziale dello stress, quando il suo livello è basso e sotto controllo, che facilita la concentrazione e l’applicazione verso un compito da svolgere. In buona sostanza questo stresso positivo è un’energia attiva che ci tiene in stato di vigilanza. In ambiente subacqueo quando il livello di stress aumenta ben oltre questa soglia di positività, il suo effetto benefico si annulla fino a sviluppare proprio l'effetto contrario, ovvero incapacità a risolvere anche compiti molto semplici. Le più comuni cause di stress sono: • Cause fisiche dovute alla fatica; • Cause dovute all'equipaggiamento malfunzionante che impongono manovre di emergenza; • Cause ambientali come il freddo, la scarsa visibilità, il buio, il moto ondoso; • Cause psicologiche dovute al ritenere un compito eccessivo per le nostre capacità del momento; • Mancanza di capacità tecniche e livello di preparazione inadeguato a svolgere un determinato compito. Conoscere le cause che possono portare allo stress significa avere uno strumento per disattivare la catena di eventi che portano una situazione ad essere incontrollabile. Infatti non è mai un solo fattore stressante a causare un incidente, bensì una serie di concause. L'effetto più evidente quando un alto livello di stress ci coglie impreparati è l'affanno. Lo stress può produrre affanno, l'affanno produce stress e via il cane che si morde la coda: compiti facili diventano difficili. Si dice che la calma è la virtù dei forti, noi possiamo aggiungere che "la calma è anche la virtù migliore del subacqueo". 102 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency AFFANNO - STRESS - PANICO Non è solo un evento stressante a causare un incidente, ma il concatenarsi di più fattori stressanti che, se non riconosciuti e risolti, espongono al possibile incidente. Riprendiamo alcuni aspetti riguardanti la prevenzione e rimedi dell'affanno. Nel caso ci si trovi in una condizione di affanno in immersione, occorre: • Sospendere ogni attività • Respirare profondamente curando particolarmente l’espirazione e riposare. L’affanno può presentarsi anche in superficie: in questo caso occorre stabilire prima possibile un galleggiamento positivo gonfiando il GAV, chiedere assistenza al proprio compagno d’immersione e valutare se sia necessario persino sganciare e abbandonare la zavorra. Insistere con uno sforzo controcorrente mentre si vede la barca appoggio allontanarsi sempre di più genera un certo stress ed affanno. Meglio valutare se non sia il caso di smettere di pinneggiare, assicurarsi un buon assetto positivo e segnalare opportunamente la propria condizione agli occupanti della barca Prevenire l’Affanno significa ridurre un fattore di rischio. É Per questa ragione che bisogna incominciare l'immersione sempre in uno stato di calma vigile. Utilizzando un corretto sistema di coppia (vedremo in seguito di cosa si tratta) unito ad una sana consapevolezza dei propri limiti, ad un buon allenamento, ad un corretto equilibrio idrostatico, ad una respirazione tranquilla si rende l’immersione ancora più sicura. Questa è la ricetta giusta per tutte le immersioni. Open Water Diver - CMAS-PTA P1 103 Modulo 3 Un trittico esplosivo! Pure Tech Agency Gestione dello stress Sullo stress, sebbene sia un tema di approfondimento di corsi successivi, è importante sapere fin da subito un suo aspetto fondamentale: esso è gestibile proprio come un qualunque altro aspetto dell'immersione ed in quanto tale si può imparare a mantenerlo sotto controllo e ben entro la sua soglia di positività. Modulo 3 Il vecchio detto "Prevenire è meglio che curare", insegna: non si deve mai esporsi a livelli di tensione che eccedono il nostro livello di preparazione. Per fare questo, occorre quindi allenarsi a valutare lo stress presente in noi nelle varie situazioni, nei nostri compagni e, soprattutto, riuscire a capire i propri limiti. Alla luce di quanto appreso e discusso fin qui con il tuo Istruttore, le due regole esposte nel paragrafo 3.6 ("riconoscimento dei problemi") assumono un significato ancora più indiscutibile. Se raggiungere un punto di immersione comporta un impegnativo percorso di avvicinamento a nuoto, prima di incominciare l'immersione è importante rilassare il ritmo respiratorio e solo successivamente iniziare la discesa 104 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Verifica dell'apprendimento inserisci le parole mancanti Più il subacqueo ............................. nell’organismo si spinge in vi rimane, più ............................. e più azoto si ............................. Un subacqueo inizia ad assorbire azoto nell’istante in cui ............................. .............................. Questa fase di assorbimento di fatto termina allorquando si ............................. Respirare azoto ad alte pressioni può provocare un ............................. o ............................. delle capacità percettive di un individuo Quasi tutti gli incidenti che avvengono sott’acqua sono imputabili al ....... .............................................. di addestramento oppure il ritenere che le cose che si apprendono non hanno un ............................. ma soltanto indicativo Tale aumento può causare la rottura degli ............................. provocando il passaggio di quest’aria nella cavità pleurica con conseguente ............................. (pneumotorace) L’embolia gassosa arteriosa è una ........................................ a cui può andare incontro un subacqueo. Essa si manifesta a seguito di sconfinamento di bolle di aria all’interno della ...................................... dai polmoni In ambiente subacqueo quando il livello di ............................. aumenta ben oltre questa soglia di positività, il suo effetto benefico si ................... fino a sviluppare proprio l’effetto contrario, ovvero ................... a ................... anche compiti molto semplici L’affanno può presentarsi anche in ...................: in questo caso occorre stabilire prima possibile un ........................... gonfiando il GAV, chiedere ................... al proprio compagno d’immersione e valutare se sia necessario persino ................... e ................... la zavorra Open Water Diver - CMAS-PTA P1 105 Modulo 3 Il termine “Patologia Da Decompressione” identifica la formazione di ......... .................................... e nei vasi sanguigni Modulo 3 Pure Tech Agency 106 Open Water Diver - CMAS-PTA P1 Pure Tech Agency Modulo 4 MODULO 4 Tabelle di immersione e Computer subacquei Panoramica • Pianificazione dell'immersione: Tabelle • Pianificazione dell'immersione: Computer subacqueo Obiettivi Al termine di questo modulo avremo appreso: • • • La conoscenza delle tabelle di immersione La conoscenza del computer di immersione Come pianificare un'immersione utilizzando le tabelle e i computer di immersione Open Water Diver - CMAS-PTA P1 107 Pure Tech Agency 4.1 Pianificazione dell'Immersione: Tabelle Profondità e tempo sono i parametri principali di una immersione. Entrambi vengono monitorati per mezzo di profondimetro e timer. Questo però non ci solleva dalla responsabilità di programmare in anticipo lo svolgimento dell'immersione che ci accingiamo a fare. Prima di ogni immersione è quindi necessario porsi le seguenti domande: • quanto profondo mi spingerò? • per quanto tempo? É ormai chiaro che per portare a termine un’immersione in modo corretto si deve consentire all’azoto accumulato nei tessuti per effetto dell'aumento di pressione, di uscire dal nostro organismo senza produrre bolle di dimensioni o quantità tali da provocare una malattia da decompressione. Per ottenere questo bisogna attenersi a due regole fondamentali: 1. Modulo 4 2. Rispettare la velocità di risalita per permettere ai tessuti, tramite il sangue, di liberarsi dall’azoto con la semplice respirazione. Effettuare una sosta di sicurezza, ovvero una pausa dalla risalita, di almeno 3 minuti a 5 metri di profondità. Dai 5 metri alla superficie è opportuno risalire in un minuto e comunque non meno di 30 secondi. Il corso sommozzatore P1 della CMAS abilita ad effettuare immersioni entro la curva di non decompressione. Durante lo svolgimento di questo corso vengono trattati solo casi di immersioni effettuate rispettando i limiti di non decompressione. Ovviamente queste due regole da sole non bastano: bisogna infatti dare al subacqueo la possibilità di stabilire con certezza se esso si trovi, durante lo svolgersi di una immersione, all'interno oppure all'esterno della curva di non decompressione. Nel corso degli anni sono state quindi sviluppate delle tabelle di immersione che forniscono i dati grazie ai quali ogni subacqueo è in grado di stabile in quale “posizione decompressiva” esso si trovi in ogni istante dell'immersione. Le tabelle da immersione altro non sono che un prospetto di informazioni numeriche, ovvero un tabulato in cui sono corelati a dei valori di profondità i relativi tempi i permanenza entro i quali il subacqueo deve attenersi per rimanere all'interno della curva di non decompressione. Le tabelle forniscono anche i dati per eseguire una corretta decompressione nel caso in cui si uscisse erroneamente dalla curva di non decompressione (così come spiegato nel paragrafo 3.3) e non solo. Le prime tabelle, di cui si ha avuto la disponibilità , sono state quelle della US Navy (Marina Militare degli Stati Uniti) pubblicate da John Scott Haldane, Arthur Boycott e Guybon Damant nel 1912. 108 Open Water Diver - CMAS-PTA P1