DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 7 novembre 2001, n.465 Regolamento che stabilisce le condizioni nelle quali è obbligatoria la vaccinazione antitubercolare, a norma dell'articolo 93, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Gazzetta Ufficiale n. 7 del 9 gennaio 2002) Articolo 1 (Ambito della vaccinazione antitubercolare obbligatoria) La vaccinazione antitubercolare è obbligatoria per: • neonati e bambini di età inferiore a 5 anni, con test tubercolinico negativo, conviventi o aventi contatti stretti con persone affette da tubercolosi in fase contagiosa, qualora persista il rischio di contagio; • personale sanitario, studenti in medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici • Circolare n° 4 del 13 marzo 1998 Protocollo 400.3/26/1189 MISURE DI PROFILASSI PER ESIGENZE DI SANITA’ PUBBLICA Provvedimenti da adottare nei confronti di soggetti affetti da alcune malattie infettive e nei confronti di loro conviventi o contatti www.ministerosalute.it/imgs/C_17_normativa_90_allegato.doc Circolare in cui sono riportate le malattie, raggruppate sulla base delle classi di notifica di cui al D.M. 15 dicembre 1990, per le quali sono applicabili misure di profilassi, oltrechè individuale, collettiva. Ad ogni malattia è stata dedicata una scheda con le informazioni relative ai periodi di incubazione e contagiosità, ai provvedimenti da adottare nei confronti dei malati, dei conviventi e dei contatti, nonché ad altre misure preventive, quando necessarie. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica VARICELLA Periodo di incubazione Periodo di contagiosità Provvedimenti malato nei confronti del Da 2 a 3 settimane, abitualmente 13-17 giorni. Il periodo di incubazione può essere prolungato in caso di soggetti con alterazione dell’immunocompetenza o sottoposti ad immunoprofilassi passiva. Da 5 giorni prima a non più di 5 giorni dopo la comparsa della prima gittata di vescicole. Il periodo di contagiosità può essere prolungato in caso di soggetti con alterazione dell’immunocompetenza o sottoposti ad immunoprofilassi passiva. Isolamento domiciliare per almeno 5 giorni dalla comparsa della prima gittata di vescicole, con restrizione dei contatti con altri soggetti suscettibili, in particolar modo donne in stato di gravidanza e neonati. In caso di ricovero ospedaliero, isolamento stretto, in considerazione della possibilità di trasmissione dell’infezione a soggetti suscettibili immunodepressi. Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti Nessuna restrizione per la frequenza scolastica o di altre collettività. In caso di ricovero ospedaliero dei contatti, per altre cause, è indicata la separazione per un periodo di 10-21 giorni, prolungato a 28 giorni in caso di somministrazione di immunoglobuline specifiche, dall’ultimo contatto con un caso di varicella. Vaccinazione dei soggetti ad alto rischio di complicanze da infezione con virus V-Z secondo le indicazioni della Circolare n° 8 del 10 marzo 1992. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica ROSOLIA Periodo incubazione di Da 14 a 21 giorni, mediamente 16-18 giorni. Periodo contagiosità di Da una settimana prima a non meno di 4 giorni dopo la comparsa dell’esantema. I neonati affetti da sindrome da rosolia congenita possono eliminare rubivirus per molti mesi. Provvedimenti nei confronti del malato Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti Allontanamento dalla frequenza scolastica o dall’attività lavorativa per 7 giorni dalla comparsa dell’esantema. In ambiente ospedaliero o in altre istituzioni, isolamento da contatto ed utilizzazione di stanza separata per 7 giorni dalla comparsa dall’esantema. Sorveglianza sanitaria per l’individuazione di contatti suscettibili, in particolar modo donne in gravidanza, che dovranno astenersi da qualsiasi contatto con il paziente e sottoporsi ad esami sierologici per la determinazione del loro stato immunitario nei confronti della rosolia. La vaccinazione dei contatti non immuni, anche se non controindicata, con l’eccezione dello stato di gravidanza, non previene in tutti i casi l’infezione o la malattia. Un’epidemia di rosolia in ambito scolastico o in altra collettività, d’altra parte, giustifica l’effettuazione di una campagna straordinaria di vaccinazione. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica MENINGITE MENINGOCOCCICA Periodo incubazione di Da 2 a 10 giorni, in media 3-4 giorni. Periodo di contagiosità Provvedimenti malato nei confronti del Fintanto che N. meningitidis è presente nelle secrezioni nasali e faringee. Il trattamento antimicrobico, con farmaci nei confronti dei quali è conservata la sensibilità di N. meningitidis e che raggiungano adeguate concentrazioni nelle secrezioni faringee, determina la scomparsa dell’agente patogeno dal naso-faringe entro 24 ore. Isolamento respiratorio per 24 ore dall’inizio della chemioantibio-ticoterapia. Disinfezione continua degli escreti naso-faringei e degli oggetti da essi contaminati. Non è richiesta la disinfezione terminale ma soltanto una accurata pulizia della stanza di degenza e degli altri ambienti in cui il paziente ha soggiornato. Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti Sorveglianza sanitaria di conviventi e contatti stretti per 10 giorni, con inizio immediato di appropriata terapia al primo segno sospetto di malattia, in particolare modo iperpiressia. Nei conviventi e nei contatti stretti di casi di meningite meningococcica chemioantibioticoprofilassi eseguita mediante impiego dei seguenti farmaci ai seguenti dosaggi: adulti: 600 mg di rifampicina due volte al dì per due giorni, oppure 250 mg di ceftriaxone in dose singola per via i.m., oppure 500 mg di ciprofloxacina in dose singola per os bambini: 10 mg/Kg/die di rifampicina per i bambini di età superiore ad 1 mese, 5 mg/Kg/die per quelli di età inferiore a trenta giorni, oppure 125 mg di ceftriaxone in dose singola per via i.m. Farmaci alternativi debbono essere utilizzati solo in caso di provata sensibilità del ceppo e in situazioni che ostacolino l’uso dei farmaci di prima scelta. La decisione di instaurare un regime di chemioantibioticoprofilassi non deve dipendere dalla ricerca sistematica di portatori di N. meningitidis, che non riveste alcuna utilità pratica ai fini della profilassi. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica SALMONELLOSI NON TIFOIDE Periodo incubazione di Da 6 a 72 ore, abitualmente 12-36 ore. Periodo contagiosità di Da alcuni giorni prima a diverse settimane dopo la comparsa della sintoma-tologia clinica. L’instaurarsi di uno stato di portatore cronico è parti-colarmente frequente nei bambini e può essere favorito dalla somministrazione di antibiotici. Provvedimenti nei confronti del malato Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti Precauzioni enteriche per i pazienti ospedalizzati. Allontanamento dei soggetti infetti sintomatici da tutte le attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l’assistenza sanitaria a pazienti ospedalizzati o istituzionalizzati, l’assistenza alla infanzia. Riammissione alle suddette attività dopo risultato negativo di 2 coprocolture consecutive, eseguite su campioni di feci prelevati a non meno di 24 ore di distanza e a non meno di 48 ore dalla sospensione di qualsiasi trattamento antimicrobico. Ricerca attiva di altri casi di malattia e della fonte di esposizione. Ricerca di casi asintomatici di infezione mediante esame delle feci nei soggetti impegnati in attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l’assistenza sanitaria o a soggetti istituzionalizzati, l’assistenza all’infanzia, con allontanamento dei soggetti positivi fino a risultato negativo di due coprocolture consecutive eseguite secondo la procedura precedentemente descritta. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica EPATITE VIRALE B Periodo incubazione di Da 45 a 180 giorni, mediamente 60-90 giorni. Periodo contagiosità di Provvedimenti nei confronti del malato Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti L’infettività inizia alcune settimane prima del manifestarsi della sintomatologi a e permane per tutta la durata della malattia. Tutti i soggetti HBsAg positivi sono da considerare potenzialmente infettanti. Adozione delle precauzioni standard per prevenire l’esposizione ed il contatto con sangue ed altri fluidi biologici. Vaccinazione di conviventi e partner sessuali di soggetti portatori cronici di HBsAg, secondo le indicazioni del D.M. 4 ottobre 1991 (G.U. n° 251 del 27 ottobre 1991) Immunoprofilassi post-esposizione per tutti i soggetti vittime di lesioni con aghi o oggetti taglienti potenzialmente infetti e di partner sessuali di pazienti cui sia stata diagnosticata l’epatite virale B. Le immunoglobuline specifiche vanno somministrate al più presto dopo il contatto potenzialmente infettante, insieme con il vaccino, secondo gli schemi riportati nel D.M. 3 ottobre 1991 (G.U. n° 251 del 27 ottobre 1991) e successive modifiche ed integrazioni. La profilassi post-esposizione non è necessaria per le persone immunizzate in precedenza che abbiano un titolo anticorpale maggiore o uguale a 10 mUI/ml. In caso contrario, è indicata una dose booster di vaccino, ovvero di immunoglobuline, per la somministrazione delle quali è necessario acquisire il consenso informato. Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica LEGIONELLOSI Periodo di incubazione Periodo contagiosità di Per la Malattia dei Legionari, abitualmente da 2 a 10 giorni, più frequen- temente 5-6 giorni. Per la Febbre di Pontiac da 5 a 66 ore, più frequente-mente 24-48 ore. Non è stato documentato il contagio interumano. Provvedimenti nei confronti del malato Altre misure preventive Non previsti Ricerca attiva della sorgente di infezione e dei soggetti eventualmente esposti. Sorveglianza sanitaria per la ricerca attiva di segni di infezione nei soggetti esposti alla comune sorgente ambientale. Controllo degli impianti di condizionamento e di distribuzione dell’acqua potabile. Bonifica e disinfezione degli stessi mediante clorazione e/o riscaldamento dell’acqua circolante a temperature superiori a 60°C. Pulizia periodica degli impianti di condizionamento e delle torri di raffreddamento con le modalità sopra indicate. Uso di sostanze ad azione biocida per limitare la crescita di microrganismi quali amebe, cianobatteriacee ed alghe microscopiche, che favoriscono lo sopravvivenza e la moltiplicazione delle legionelle.