Ricerca e sperimentazione Cprv Vigneto sostenibile/2 Bio e biodinamico: un test sulle uve Sangiovese Cresce la domanda di prodotti sani e naturali. Le prove condotte dimostrano che è possibile ottenere vini di qualità, migliorando anche tipicità e gradevolezza I vini prodotti mediante una gestione altamente sostenibile del vigneto, come quella biologica e biodinamica, rappresentano una nicchia di mercato in forte crescita per consumatori che ricercano un prodotto sano, naturale e a basso impatto ambientale. Il metodo di coltivazione biodinamico si differenzia da quello biologico per alcuni interventi colturali: in particolare per l’uso di specifici preparati naturali, la maggior parte dei quali proposti da Rudolf Steiner (1861-1925), ritenuti in grado di migliorare la qualità del suolo e delle colture e ottenuti da processi fermentativi di diversi organi animali e differenti specie vegetali, opportunamente diluiti, dinamizzati e distribuiti sul terreno e sulle piante. Niente chimica L’agricoltura biodinamica e quella biologica non consentono l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e il regolamento europeo (CE, 2012) sancisce che i vini biologici debbano essere prodotti esclusivamente da uva biologica (CE, 2007). Al contrario, non è attualmente disponibile una regolamentazione europea per la viticoltura e la vinificazione biodinamica; vuoto normativo al quale suppliscono protocolli redatti da organizzazioni private di certificazione. Gli standard di questi protocolli prevedono l’esclusiva vinificaottobre 2014 063-064Agr_10.indd 63 zione di uve biodinamiche certificate, fermentazione spontanea senza inoculo (non consentito dunque l’impiego di lieviti selezionati commerciali) o partenza della fermentazione attraverso uso di pied de cuve da uve aziendali, impiego di batteri malolattici indigeni, scarso utilizzo di anidride solforosa, mentre è proibito l’impiego di nutrienti in fermentazione. La sperimentazione eseguita in collaborazione con il Crpv, grazie al contributo finanziario della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della legge 28/98, si è svolta in un vigneto di Sangiovese allevato a cordone speronato, situato a Tebano (Ra), con l’obiettivo di valutare l’effetto dei preparati biodinamici sulle caratteristiche dei vini. Le uve bio e biodinamiche prodotte sono state vinificate secondo il protocollo proposto dall’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), di seguito brevemente descritto: le uve, dopo la pigiatura, sono state poste in serbatoi di acciaio inox e aggiunte con SO2, nutrienti complessi e impiego di lieviti selezionati in fermentazione (Saccharomices cerevisiae). Al termine della fermentazione alcolica i vini sono stati chiarificati e dopo la fermentazione malolattica, avvenuta spontaneamente, conservati per le successive analisi fisico-chimiche e sensoriali. In particolare le differenze sensoriali sono state valutate mediante uso del test triangolare GIUSEPPINA PAOLA PARPINELLO, ALESSIA UMBERTA MATTIOLI, ANDREA VERSARI, DISTAL - Università di Bologna ADAMO DOMENICO ROMBOLÀ DipSA - Università di Bologna GIOVANNI NIGRO Crpv - Cesena 63 12/10/14 10.30 Ricerca e sperimentazione Vigneto sostenibile/2 Grafico 1 – Composizione dei vini bio e biodinamici: vendemmie 2009 e 2010. Valori medi due vinificazioni da 200 kg legenda: TAV = Titolo Alcolometrico Volumico; AT: Acidità Totale; ES: Estratto Secco Totale; SO2T: Anidride Solforosa Totale; SO2 L: Anidride Solforosa Libera. Lettere uguali indicano differenze non significative Grafico 2 – Composizione dei vini bio e biodinamici vendemmie 2009 e 2010. Valori medi di due vinificazioni da 200 kg Legenda: SR: Sostanze Riducenti; AV: Acidità Volatile; DO: Densità Ottica; IC: Intensità Colorante; TO: Tonalità. Lettere uguali indicano differenze non significative (ISO, 2004), mentre la preferenza è stata valutata mediante test di confronto a coppie eseguito su un gruppo di consumatori (Iso, 2005). Le prove L’impiego dei preparati non ha influenzato la resa media per ceppo. Per entrambe le gestioni (bio e bdn) la resa media per pianta è stata inferiore nel 2009 (4,5 kg) rispetto al 2010 (6 kg). Ciò è riconducibile alle diverse condizioni climatiche nelle due annate, che hanno determinato un effetto significativo sullo sviluppo/maturazione delle bacche (2009: scarsa piovosità – 19 mm – tra invaiatura e raccolta e temperatura media di 24,5°C; 2010: elevata piovosità – 123 mm – e temperatura media di 21,3°C nel periodo consi64 063-064Agr_10.indd 64 derato), influenzando anche il grado zuccherino delle uve: rispettivamente 23 e 17 Babo nel 2009 e 2010. Indipendentemente dalla gestione adottata (bio e bdn) le fermentazioni nelle due annate sono entrambe giunte a termine regolarmente. Per quanto concerne i vini (grafici 1 e 2), nel 2009 i preparati biodinamici hanno determinato una riduzione del contenuto in alcol (-1,6%), dell’acidità volatile (-0,05 g/l) e del colore (DO 420 nm: -0,64 AU, DO 520 nm: -1,69 AU), mentre si è registrato l’aumento dell’acido lattico (+0,6 g/l). Tutti gli altri parametri enologici erano simili. Tuttavia al termine del secondo anno di impiego dei preparati biodinamici (vendemmia 2010), le differenze si riducevano e i due tipi di vino presentavano caratteristiche chimiche simili per la maggior parte dei parametri considerati (alcol, pH, colore, estratto secco). Nei vini di entrambe le annate non sono state riscontrate tracce di composti nocivi per la salute, quali ocratossina A e ammine biogene. Studi recenti condotti su uve Sangiovese prodotte in Romagna hanno confermato che la gestione biodinamica può avere un effetto significativo sulla composizione delle bacche e anche sui vini, in particolare infleunzando il contenuto di alcuni aminoacidi (prolina, acido aspartico e valina), alcoli e polifenoli. La valutazione sensoriale eseguita in entrambe le annate dagli assaggiatori ha rilevato differenze di colore tra i vini (bio>bdn), mentre al test di preferenza sono risultati ugualmente graditi ai consumatori. La sperimentazione, che prevedeva la valutazione degli effetti dell’impiego dei preparati biodinamici sul vigneto, uva e vino, ha altresì consentito di acquisire dati sperimentali sul comportamento vegeto-produttivo, sulla suscettibilità ai patogeni e agli stress ambientali delle viti. I metodi di coltivazione adottati hanno gradualmente contribuito a far raggiungere alle viti un equilibrio vegeto-produttivo, evidenziato da rese soddisfacenti, produzioni di elevata qualità, ottimo stato nutrizionale e sanitario (Rombolà, 2014) generata da una migliorata risposta della vite a stress biotici come la botrite (Rombolà, 2012). I risultati ottenuti indicano che metodi di coltivazione a elevata sostenibilità ecologica ed economica, senza uso di composti chimici di sintesi, consentono di ottenere vini di qualità. Ulteriori indagini sono necessarie per valutare l’effetto dell’adozione della gestione biodinamica sulla composizione e sulla microflora indigena delle uve, per investigare i meccanismi biologici, affinare le strategie agronomiche e le pratiche enologiche in grado di esaltare la tipicità, la gradevolezza, gli effetti benefici del vino e valorizzare così le potenzialità del Sangiovese. ottobre 2014 12/10/14 10.30