Diakonia
La Diaconia è un’azione sociale
in accordo ai principi dell'etica
cristiana. Si fonda sul precetto
dell'amore e del servizio verso il
prossimo secondo l'esempio di
Gesù Cristo.
Il termine deriva dal
greco διàκονια
(diaconia,
letteralmente "servizio")
e trova nei
Vangeli
il suo fondamento.
Molte sono
le pericopi evangeliche
nelle quali si fa
riferimento esplicito alla
diaconia.
Senza dubbio la più
eloquente è contenuta in
Gv 13,3-17 la lavanda
dei piedi, nella quale
Cristo mette in pratica
il farsi servo.
“Gesù,
sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da
Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e
se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i
piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne
dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a
me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai
dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù:
«Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore,
non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto
il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri,
ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse
loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore,
e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i
piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio,
infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi
dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi
lo ha mandato.
Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.”
Il servizio ai fratelli
costituisce un
elemento essenziale
della cura che
Gesù rivolge ai
discepoli e a tutti.
É parte integrante
della cura delle
anime.
Fin dai primi secoli del
cristianesimo esistevano
le funzioni
di diacono e diaconessa,
uomini e donne che
collaboravano all'assistenza
dei poveri, al conferimento
del battesimo e ad altre
cerimonie liturgiche.
Fin dai primissimi
anni della Chiesa,
l'assistenza ai
poveri fu svolta
soprattutto
dai diaconi, scelti
dagli apostoli.
Dagli Atti degli apostoli (6,1-5)
“In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli,
quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua
ebraica perché, nell'assistenza quotidiana, venivano
trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il
gruppo dei discepoli e dissero: "Non è giusto che noi
lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense.
Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona
reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali
affideremo questo incarico.
Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio
della Parola". Piacque questa proposta a tutto il gruppo
e scelsero…….
…Stefano,
uomo pieno
di fede
e di Spirito
Santo.”
Nel tempo, poi, tale
attività assunse sempre
maggiore importanza
dando luogo, nella
seconda metà del IV
secolo ad un'istituzione
particolare, caratterizzata
alla distribuzione di aiuti in
natura agli indigenti.
Le “diaconie" così formatesi
si diffusero in Egitto,
in Palestina,
a Costantinopoli e in Italia,
sia come
istituzioni monastiche,
sia come
istituzioni diocesane.
Con il crollo dell’impero romano scomparve
anche l’organizzazione civile che aveva
consentito, per secoli, la sopravvivenza dei
più sfortunati.
Fu allora che le istituzioni della Chiesa, come
i vescovati, si presero in carico questo
delicato aspetto della vita sociale. Nel VI
secolo, san Benedetto creò il monachesimo
che per secoli sarebbe stato un sicuro rifugio
per i bisognosi.
BENEDETTO
patrono d’Europa,
invitava i suoi monaci a
“prendersi cura prima di
tutto e sopra tutto dei
malati. Bisogna servirli
come fossero Cristo
stesso, che veramente è in
essi e che in essi viene
veramente servito. Perché
Egli ha detto: “ciò che
avrete fatto al più piccolo
di costoro, lo avrete fatto a
me.”
Di San Basilio (329-379)
ricordiamo che fu il
fondatore del primo
e più grande ospedale
in Oriente.
In esso trovavano rifugio
poveri, lebbrosi, bambini
abbandonati ….
Verso l’anno 1000 in Europa sorsero le confraternite
(che assumevano nomi e caratteristiche differenti nelle
diverse nazioni); erano legate al clero diocesano, al
vescovo, alle chiese e ai santuari.
Il loro ruolo è stato importantissimo per alleviare le
condizioni di chi aveva fame o non aveva una casa. Esse
offrivano sicurezza anche ai loro associati. In caso di
malattia o bisogno, i confratelli erano obbligati all’aiuto:
pagavano i debiti, i conti del medico, provvedevano al
sostentamento della famiglia caduta in miseria. In molti
casi, organizzarono dei veri e propri ostelli, e non era raro
che poveri aiutati in questo modo riuscissero a
risollevarsi dal loro stato.
La storia delle Confraternite in
Europa affonda le sue radici nell’Alto
Medioevo, in Francia, ove si trovano
testimonianze risalenti al VII-VIII
secolo, mentre in Italia arrivarono
soltanto dopo l’anno Mille, durante gli
anni bui del Medioevo, ricchi di eresie,
sette più o meno segrete, crociate ed
inquisizioni.
Solo nel 1200 Francesco d’Assisi e
Domenico di Guzman crearono nuovi
ordini di vita religiosa, votati alla povertà e
alla predicazione, i cui frati si facevano
poveri tra i poveri dandosi come scopo
l’aiuto ai bisognosi e agli ammalati. Non a
caso, i conventi venivano costruiti
all’interno delle città, a differenza dei
monasteri che sorgevano per lo più in
luoghi isolati.
Francesco d‘Assisi
Domenico di Guzmàn
Con la sua prima
Enciclica,
“Deus Caritas est”,
Papa Benedetto
XVI
ne dà una mirabile e
sintetica
spiegazione.
L’amore di Dio verso l’uomo si traduce nel
servizio della carità, che rappresenta uno
stile di vita e come tale è intriso dell’amore
“che cerca il bene integrale dell’uomo. (…)
Amore è pertanto il servizio che la Chiesa
svolge per venire costantemente incontro alle
sofferenze e ai bisogni, anche materiali, degli
uomini”.
“L'intima natura della Chiesa si esprime in un
triplice compito: annuncio della Parola di Dio
celebrazione dei Sacramenti , servizio della
carità (diakonia).
Questi sono compiti che si presuppongono a
vicenda e non possono essere separati l'uno
dall'altro. La carità non è per la Chiesa una
specie di attività di assistenza sociale che si
potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene
alla sua natura, è espressione irrinunciabile
della sua stessa essenza.”
È perciò molto importante che
l'attività caritativa della Chiesa
mantenga tutto
il suo splendore
e non si dissolva nella comune
organizzazione assistenziale,
diventandone
una semplice variante.
Ma quali sono,
ora, gli elementi
costitutivi che
formano l'essenza
della carità
cristiana ed
ecclesiale?
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti
che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo
mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima
strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita,
giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che
era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli
si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo
sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il
giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore,
dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al
mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che
è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».
«Va'
e anche tu
fa' lo
stesso» !
Oggi vediamo nascere tante forme di
volontariato che si esprimono in una
molteplicità di servizi e di opere.
Se vissuto nella sua verità di servizio
disinteressato al bene delle persone,
specialmente le più bisognose e le più
dimenticate dagli stessi servizi sociali, il
volontariato deve dirsi una espressione
importante di apostolato, nel quale i fedeli laici,
uomini e donne, hanno un ruolo di primo piano.
Se uno
vuol essere il primo,
sia l’ultimo di tutti e
il servo (diakonos)
di tutti - ”
( Mc 9,35 ).
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