PRATICHE COLTURALI REALIZZAZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO DA FRUTTO Mappa logica da seguire per la corretta progettazione di un impianto Scelta della cultivar Scelta del portinnesto Scelta della forma di allevamento Scelta delle distanze d’impianto CULTIVAR - PORTINNESTO Per la scelta della cultivar e del portinnesto si rimanda al capitolo “varietà - portinnesti” appositamente dedicato. FORMA DI ALLEVAMENTO La scelta della forma di allevamento va valutata caso per caso sulla base della cultivar, del portinnesto, e delle caratteristiche pedologiche del terreno. Si consiglia di concordare con il proprio tecnico la forma che meglio si addice alla propria singola situazione. Coltura Melo Pero Forma allevamento Osservazioni Asse colonnare - Doppio Asse Da evitare nei terreni sciolti a ridotta fertilità Palmetta - Doppio Asse Da evitare nei terreni sciolti a ridotta fertilità Asse colonnare Pesco Y-U Susino Mantenere una distanza minima tra le piante di 1.5 m Forme di allevamento più gestibili e consigliati in tutti i casi Palmetta libera - Palmetta a U - Vaso ritardato - Vaso tradizionale - Palmetta libera - Palmetta a U - Ciliegio Palmetta libera - Palmetta a U - Actinidia Pergoletta - Albicocco 119 PRATICHE COLTURALI APPROFONDIMENTO SULLA FORMA BIASSE DEL MELO In base all’esperienza maturata in questi anni la forma di allevamento biasse è consigliata: 1. terreni fertili (successione a kiwi/terreni vergini) 2. varietà di elevata vigoria (gruppo Fuji) 3. varietà bicolori (Ambrosia ecc) Mentre va attentamente valutata ed eventualmente sconsigliata: 1. terreni sciolti a ridotta fertilità 2. in caso di reimpianto Per quanto riguarda la gestione colturale della pianta sia in allevamento sia in produzione sono in corso le osservazioni in campo e, sulla base di quanto constatato ad oggi è possibile delineare i seguenti punti fondamentali: CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO Sesti d’impianto consigliati: Distanza fra le piante (m) Distanza tra le file (m) N° piante/ha Red Spur e Standard 1.20 3.7 2300 Gala 1.2 – 1.4 3.7 – 3.9 2250 - 1830 Fuji 1.4 – 1.5 3.7 - 4.0 1930 - 1670 PORTINNESTI CONSIGLIATI Per tutte le varietà standard si consiglia di utilizzare i cloni del Gruppo M9. Per le spur l’MM 106 e M 26 NAK-T per la Jeromine. FASE DI ALLEVAMENTO ✓ devono essere eliminati i rami troppo vigorosi nella parte alta della pianta e in genere quelli mal inseriti ✓ la cima non deve essere spuntata ma lasciata libera di crescere fino al raggiungimento dell’ultimo filo ✓ man mano che la pianta cresce è necessario procedere con una legatura progressiva dei 2 assi ai fili di sostegno. Per quanto riguarda i fili di sostegno si consiglia di aggiungerne uno in più per rendere più stabili i due assi ✓ è necessario piegare i rami più vigorosi nella parte bassa della pianta con allo scopo di creare delle branche basali permanenti per tutta la vita dell’impianto FASE DI PRODUZIONE ✓ come nella fase di allevamento, laddove necessario, vanno eliminate le branche più grosse in modo da favorire i brindilli e le formazioni a media vigoria presenti sull’asse. I tagli non devono essere eseguiti rasi ma è necessario mantenere uno sperone dal quale si svilupperà successivamente un nuovo getto di sostituzione a quello eliminato ✓ I rami produttivi in via di esaurimento vanno raccorciati di 1/3 della loro lunghezza effettuando un taglio su una gemma a fiore: così facendo si rinvigorisce l’intera branca, evitandone l’esaurimento, e si mantiene inalterata la produttività della branca 120 PRATICHE COLTURALI ✓e ventuali succhioni assurgenti presenti su branche di media vigoria vanno opportunamente eliminati ✓ in situazione di scarsa vigoria è consigliabile procedere all’eliminazione delle gemme (exctinction) che consente un irrobustimento dei rami esauriti e il mantenimento di una soddisfacente pezzatura dei frutti ✓q uando la pianta ha raggiunto l’ultimo filo, per evitare l’eventuale inserimento dell’apice della pianta stessa nella rete antigrandine, procedere con una cimatura estiva (metà giugno) a 20 cm sotto la rete stessa ✓d i norma le legature non dovrebbero più essere necessarie nella fase di produzione, tuttavia, negli impianti a maggiore vigoria, si consiglia di eseguire alcune piegature per smorzare ulteriormente la spinta vegetativa della pianta e mantenere la produzione costante DISTANZE D’IMPIANTO Come la forma di allevamento, anche la definizione del sesto d’impianto va valutata caso per caso sulla base della varietà, del portinnesto, delle caratteristiche pedoclimatiche e se si tratta o meno di un reimpianto. Di seguito si riportano le distanze d’impianto consigliate per le diverse specie derivanti dalle esperienze di campo maturate in questi anni dai tecnici del coordinamento CReSO: MELO (ASSE COLONNARE) VARIETA’/gruppo varietale PORTINNESTO DISTANZA D’IMPIANTO (m) N° piante/ ha Gala M9 4 – 4.2 x 1 – 1.3 2000 - 2500 Golden Delicious M9 4.2 – 4.5 x 1.3 – 1.5 1700 - 2000 Ambrosia M9 4 – 4.2 x 1 – 1.3 2000 - 2500 Fuji M9 4 - 4.2 x 1.3 – 1.6 1600 - 1900 Red Delicious (Standard) M9 4 – 4.2 x 1 – 1.3 2000 - 2500 M 26 - Supporter PI80 3.8 x 0.8 - 1 3300 - 2650 MM 106 4 x 1.2 2100 Braeburn M9 4 – 4.2 x 1 – 1.3 2000 - 2500 Granny Smith M9 4 – 4.2 x 1 – 1.3 2000 - 2500 Red Delicious (Spur) PESCO E NETTARINE FORMA DI ALLEVAMENTO Asse colonnare** DISTANZA FRA PIANTE (m) DISTANZA FRA FILE (m) N° piante/ha 1.5 – 1.6 4.3 – 4.5 1400 - 1800 2 – 2.3 4 – 4.3 1000 - 1250 U Y **questa forma d’allevamento è consigliata esclusivamente per le varietà a raccolta medio - tardiva con vigoria ridotta! 121 PRATICHE COLTURALI ACTINIDIA VARIETA’ DISTANZA FRA PIANTE (m) DISTANZA FRA FILE (m) N° piante/ha Hayward 4 5 500 Soreli 3 5 670 SUSINO FORMA DI ALLEVAMENTO DISTANZA FRA PIANTE (m) DISTANZA FRA FILE (m) N° piante/ha Palmetta 2.8 - 3 4.2 850 - 800 FORMA DI ALLEVAMENTO DISTANZA FRA PIANTE (m) DISTANZA FRA FILE (m) N° piante/ha Palmetta 2 – 2.5 4 – 4.2 950 - 1300 Biasse 1.4 – 1.6 4 1560 - 1780 PERO LAVORAZIONE DEL TERRENO L’obiettivo è quello di arieggiare il terreno favorendo i naturali processi microbici ed eliminare eventuali radici presenti. Si consiglia di: ✓ procedere con lavorazioni non troppo profonde di 20 – 30 cm che evitino l’affioramento di pietre e del terreno “crudo” ✓p er l’arieggiamento di suoli compatti e pesanti si segnalano ottimi risultati con l’utilizzo di ripper impiegati nel tardo autunno. ✓ In caso di livellamenti, evitare lo spostamento di importanti masse di suolo fertile a scapito della fertilità complessiva dell’appezzamento. CONCIMAZIONE DI FONDO Nel caso di un reimpianto, ma non solo, è necessario aumentare il livello di sostanza organica del terreno mediante l’apporto di letame maturo (300 – 350 q/ha) oppure utilizzando compost adeguatamente certificati. MESSA A DIMORA DELLE PIANTE Fig. 1 distribuzione del compost all’impianto Un nuovo impianto da frutto può essere realizzato in tardo autunno o ad inizio primavera. Nel primo caso si favorisce l’attività radicale delle piante in inverno facilitandone l’attecchimento a ripresa vegetativa. A fronte di questo vantaggio si possono però verificare danni da gelo, (come è successo nel febbraio del 2012), attacchi da parte dei roditori e nel caso di inverni miti e asciutti la disidratazione dei tessuti. In genere solo per le drupacee si consiglia di mettere a dimora gli astoni in autunno in ragione della loro ripresa vegetativa anticipata. Per le pomacee si consiglia di procedere con l’esecuzione del nuovo impianto in primavera, generalmente nel mese di marzo. Così facendo si evitano le problematiche sopra elencate ma è necessario tenere presente che potrebbero insorgere difficoltà di attecchimento in mancanza di un’adeguata cura delle piante post - impianto. 122 PRATICHE COLTURALI PROFONDITÀ DELL’IMPIANTO La profondità dell’impianto influisce sul futuro sviluppo delle piante e in certi terreni un interramento eccessivo favorisce l’ingresso di patogeni agenti del marciume del colletto. Sia per pomacee sia per drupacee si consiglia di mantenere fuori terra il punto d’innesto onde evitare fenomeni d’infranchimento. La profondità d’impianto, nel caso del melo, dipende dalla varietà, dal tipo di terreno e se si tratti o meno di un reimpianto. In quest’ultimo caso, indipendentemente dalla varietà e tipo di terreno, sarà necessario impiantare le piante sino al punto d’innesto. Nel caso di terreni pesanti, le cultivar di melo appartenenti al Gruppo Red Delicious (Jeromine e Super Chief) vanno impiantate sino al punto d’innesto, diversamente, le cultivar del Gruppo Gala - Fuji e Golden Delicious vanno mantenute più alte con il punto d’innesto fuori terra. Fig. 2 Punto d’innesto fuori terra Fig. 3 Punto d’innesto a filo terra CURE ALL’IMPIANTO A seguito della messa a dimora delle piante sarà necessario iniziare da subito un’adeguata profilassi contro le principali avversità e fitofagi ricorrenti: Patogeni MELO PESCO ACTINIDIA Ticchiolatura Oidio Cancri rameali Marciume del colletto Bolla Oidio Cancri rameali Marciume del colletto Batteriosi (PSA) Marciume del colletto - Xilofagi ( Zeuzera, Cossus, sesia ) Cydia molesta - Fillominatori Cocciniglia di S. Josè Afidi Cecidomia del melo Zeuzera – Cossus Afidi Cocciniglia bianca Cicalina - - Fitofagi/Acari Eriofide Ragnetto rosso Eriofide Ragnetto rosso - Mammiferi Topi e Arvicole Topi e Arvicole Topi e Arvicole Fitofagi 123 PRATICHE COLTURALI LA GESTIONE DELLE MALERBE La gestione delle infestanti successivamente alla fase d’impianto può essere realizzata o meccanicamente (scalzatura e rincalzatura) o con l’ausilio delle sostanze attive diserbanti. La scalzatura e rincalzatura risulta sufficientemente efficace anche se spesso richiede ulteriori passaggi con decespugliatori per eliminare completamente le erbe presenti nel sotto fila. Non può essere realizzata in tutte le situazioni e se non ben gestita, in particolare su melo, data la presenza di portinnesti nanizzanti, può provocare lo sradicamento delle piante. Questa pratica ha il grosso vantaggio di limitare naturalmente oltre che le malerbe anche i roditori le cui gallerie sono interrotte dal mezzo meccanico. Come da disciplinare, nei primi 3 anni di età, è possibile impiegare sostanze attive diserbanti ad azione residuale (vedi capitolo dedicato al diserbo). Questi p.a. mantengono adeguatamente pulito il sotto fila e se utilizzati come da manuale non creano problemi di fitotossicità. Fig. 4 macchina per il controllo meccanico delle infestanti CERTIFICAZIONE DEL MATERIALE VEGETALE Le piante da mettere a dimora devono essere acquistate e prenotate con un certo anticipo, presso vivaisti autorizzati a svolgere l’attività vivaistica, accreditati come fornitori di materiale di moltiplicazione di specie frutticole (D. lgs. 214/2005 e D.lgs 124/2010). I vivaisti “accreditati” all’atto della vendita devono emettere un “Documento di Commercializzazione” che accompagna la merce. Questo documento può essere rappresentato dalla fattura o dal documento di trasporto e deve contenere obbligatoriamente le seguenti indicazioni: ✓ Ragione sociale del vivaio ✓ Numero di piante (portainnesti/astoni), marze, specie e varietà e le diciture: QUALITA’ CE - ITALIA SERVIZIO FITOSANITARIO DEL PIEMONTE CODICE FORNITORE (costituito dalla sigla della provincia del vivaista seguito da 4 numeri, es.: CN0001)* CATEGORIA C.A.C. CODICE PRODUTTORE (P. IVA DEL VIVAISTA) PASSAPORTO DELLE PIANTE CEE 124 PRATICHE COLTURALI Il codice fornitore è rilasciato SOLO ai vivaisti che sono accreditati dal Servizio Fitosanitario regionale e rappresenta il riconoscimento di un vivaio accreditato come fornitore di materiale di moltiplicazione. I vivai non accreditati non possono vendere materiale vivaistico a persone professionalmente impegnate in agricoltura (frutticoltori o altri vivaisti). Nel documento di commercializzazione la specie deve essere indicata con il nome botanico (latino) e la varietà va sempre riportata. IL FRUTTICOLTORE PUÒ ACQUISTARE IL MATERIALE VIVAISTICO (ASTONI, MARZE E PORTAINNESTI) SOLO DA VIVAISTI ACCREDITATI DAL SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE. Il “Documento di Commercializzazione” garantisce il materiale commercializzato dal punto di vista: 1) fitosanitario: devono essere esenti dagli organismi nocivi inseriti negli della quarantena e della qualità (cioè altri organismi o malattie che potrebbero danneggiarne la qualità); 2) genetico: devono corrispondere realmente alla specie e alla varietà dichiarate; 3) fenologico: devono avere vigore e dimensioni soddisfacenti e un adeguato equilibrio tra radici, steli e foglie. Per quanto riguarda i fruttiferi le piante di categoria C.A.C. sono controllate per gli organismi di quarantena (per esempio il virus “Sharka” delle drupacee) e per alcuni altri organismi di qualità di cui è possibile controllare la presenza già nel materiale di partenza e che potrebbero causare danni sulla qualità del prodotto. Solo il materiale prodotto nella filiera della certificazione volontaria fornisce la garanzia di esenzione per un numero maggiore di organismi nocivi con una normativa ulteriore rispetto alle precedenti. COME RICONOSCERE IL MATERIALE PRODOTTO CON LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA? Il materiale commercializzato solo dai vivaisti accreditati oltre al “documento di commercializzazione” deve essere accompagnato da un cartellino in cui è riportata la dicitura: ✓ Virus esente (v.f. = virus free): tale materiale è esente da virus, fitoplasmi, viroidi ed altri agenti infettivi sistemici, dei quali è nota la presenza sulla specie considerata al momento dell’entrata in vigore della normativa sulla certificazione; ✓ Virus controllato (v.t. = virus tested): tale materiale è esente da virus, fitoplasmi, viroidi ed altri agenti infettivi specifici di particolare importanza economica così come indicato nelle specifiche normative certificazione delle singole specie. I vivaisti accreditati e autorizzati a produrre materiale C.A.C., virus esente e virus controllato garantiscono che il materiale è conforme alla prescrizione di legge. Si ricorda che solo quando la presenza di organismi nocivi si verifica al primo anno (o in alcuni casi al secondo come massimo) se ne può imputare la causa alla filiera vivaistica. In caso di riscontro di materiale non conforme il frutticoltore deve informare tempestivamente il proprio tecnico di riferimento (quello di base o della cooperativa o del magazzino) e/o il Settore Fitosanitario Regionale. In caso in cui gli accertamenti dovessero far risultare che il vivaista non ha prodotto seguendo la normativa verranno adottate le misure necessarie e previste dalla legge naturalmente per rispondere all’acquirente dei danni procuratigli: si ricorda ancora che allo scopo di rendere valida questa procedura, l’acquirente dovrà sempre conservare tutta la documentazione di accompagnamento delle piante. Per fare in modo però che questo sia possibile è necessario: ✓ pretendere sempre dal vivaista il rilascio del Documento di commercializzazione C.A.C. e conservarlo per due anni; 125 PRATICHE COLTURALI ✓ se il materiale è delle categorie Virus esente o Virus controllato le piante devono essere etichettate singolarmente; se sono vendute a gemma dormiente sono etichettate a mazzi di 10 piante; conservare sempre i cartellini; ✓ se si rilevano sintomi in campo (il primo o il secondo anno dall’impianto) richiedere l’intervento del tecnico. ✓ se le analisi rilevano la presenza di organismi nocivi consegnare tempestivamente al Settore Fitosanitario copia del documento C.A.C. e copia dei cartellini (virus esente o virus controllato). Attenzione: si raccomanda di non effettuare sostituzioni o integrazioni di piante nei frutteti con piante acquistate da vivaisti non accreditati da venditori al dettaglio in quanto quel materiale non è soggetto a nessun controllo e quindi i rischi di portare in frutteto gravi malattie possono essere anche molto elevati. MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE DI DRUPACEE Si informa che il decreto di “Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus (PPV), agente della «Vaiolatura delle drupacee» (Sharka).” del 28 luglio 2009 (Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9-10-2009), prevede che l’autoproduzione di piante di drupacee o la produzione vivaistica in conto lavorazione per i frutticoltori, anche se a gemma dormiente, sia consentita esclusivamente utilizzando materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del decreto ministeriale 20 novembre 2006, fatto salvo quanto previsto dall’art. 9, comma 4. Quindi è vietato, sia per i frutticoltori sia per i vivaisti su tutto il territorio italiano, anche nelle zone indenni dal virus Sharka, prelevare le gemme da frutteti innestandole sui portainnesti acquistati. MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE DI POMACEE Si ricorda che per il melo, il pero e i portainnesti di pomacee, oltre al documento di commercializzazione, il materiale di moltiplicazione deve essere obbligatoriamente accompagnato dal passaporto delle piante con la sigla ZP (zona protetta), in quanto il Piemonte è tutt’ora zona protetta per l’organismo nocivo Erwinia amylovora. 126 PRATICHE COLTURALI COPERTURA ANTIGRANDINE La frequenza con cui sono verificati, in questi ultimi anni, gli eventi grandinigeni sul nostro territorio, rende indispensabile l’adozione, sulle specie frutticole più sensibili, di reti antigrandine. Di conseguenza, nel caso del melo, nel territorio cuneese oltre il 90 % dei 4000 ha di meleti sono protetti da reti. I particolari relativi alla realizzazione di un impianto sono stati dettagliamene riportati nell’edizione della Guida 2014. In questa sede ci si limiterà a riportare in forma sintetica i principali dati costitutivi dell’impianto ponendo in risalto le attenzioni da adottare al fine di limitare il più possibile eventuali cedimenti della struttura. PALIFICAZIONE TIPI DI PALI CONSIGLIATI IN BASE ALLA LORO FUNZIONE Pali di legno trattato Sistema di protezione Pali Interni Pali di Testata (diametro in cm) (diametro in cm) Con elastici 8 - 10 10 - 12 8-9 Con placchette e V5 10 - 12 10 -12 8-9 Distanza (m) Pali di cemento Elastici – Placchette – V5 **consigliati a 6 trecce Pali Interni** Pali di Testata** (diametro in cm) (diametro in cm) 8x8 8 x 12 Distanza (m) 9 ANCORAGGI Tipologie: Con base in cemento dimetro 40 cm: per tutti i tipi di terreno. Base da 40 cm, asta da 14 mm, l 1,5 m. A elica: solo per terreni compatti privi di scheletro. Piatto diametro 30 x 0,8 cm. Fig. 1 Ancoraggio con base di cemento Fig. 2 Ancoraggio ad elica 127 PRATICHE COLTURALI Disposizione e numero degli ancoraggi Palificazione Pali perimetrali Pali angolari Pali di testata Cemento Tutti 3 1 Legno *nel sistema ad elastico Tutti o alternati* 2 1 Distanze degli ancoraggi dal palo Altezza palo fuori terra (m) Distanza (m)** 4 1 – 1.2 4.5 1.2 – 1.5 5 1.5 – 1.8 **misure indicative su 1 ha d’impianto: vedere tabella carichi e resistenze su Guida CReSO 2014 RETE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI UNA RETE ANTIGRANDINE La rete antigrandine deve rispondere a determinati requisiti che sono codificati nelle norme di certificazione UNI EN 10406 sui materiali e, per la resistenza, UNI EN 13206 e che comunque si possono così riassumere: ✓ Materiale: polietilene (HDPE) ✓ Lavorazione: giro inglese ✓ Diametro dei fili: minimo 0.28 mm, consigliata 0,32 Fig. 3 Corretto ancoraggio del palo esterno e di ✓ Maglia: non superiore a 2.8 x 8 mm ✓ Peso unitario: 36 g/mq ±5 %, con filo 0,28 - quelli laterali 48 con filo 0,32 ✓ Durata: non specificata, ma normalmente (alcune garanzie) 10 anni per la nera, 5 anni per quella bianca. In realtà la durata con materiali di buona qualità è quasi sempre maggiore. ✓ Colore: nero (-20% di luce); bianco (-8-10% di luce); grigio (-12% di luce); altri colori: ombreggiamento tra grigio e nero, ma con influenza sui diversi parametri (°Brix, colore: in corso di accertamento). Esistono poi altri parametri che caratterizzano la qualità della rete e che le società produttrici più serie normalmente riportano: a titolo esemplificativo riportiamo una scheda accompagnatoria. Caratteristiche fisiche Rete Nera 128 Rete Grigia Rete Kristall Polimero HDPE 100% HDPE 100% HDPE 100% Disegno maglia Rettangolare Rettangolare Rettangolare Dimensioni maglia 2,8x8 mm 2,8x8 mm 2,8x8 mm Imballo Film di politene Film di politene Film di politene Colore Nero Ordito: Kristal Trama: Nero Kristal Lavorazione Giro inglese Giro inglese Giro inglese PRATICHE COLTURALI Caratteristiche dimensionali Unità di misura Rete Nera Rete Grigia Rete Kristall Fili Ordito N° fili/cm 2,16 2,16 2,16 3.2 3.2 3.2 Fili Trama N° fili/cm Diametro filo mm Denaro dr Peso unitario g/mq 0.28 consigliato 0.32 650 +/- 5% 650 +/- 5% 650 +/- 5% Rete 0.28: 36 g/mq – Rete 0.32: 38 g/mq Caratteristiche meccaniche Unità di misura Monofila Nero Monofila Kristall 8 7-8 Scala dei blu Solidità alla luce del colore (1=scarso, 8=ottimo) Resistenza agli U.V. Kly Circa 750 Kly Circa 500-550 Kly Allungamento a rottura % 40% ca. 40% ca. Tenacità a rottura gr/den 5 ca. 5 ca. Rientro in acqua a 100°C % 3,5% - 4% ca. 3,5% - 4% ca. Distanza Placchette (m) Distanza Elastici (m) - 2.5 1.5 - 1.5 3 Dimensione rete e disposizione placchette/elastici Sistema Distanza tra le file** (m) Larghezza Rete (m) 4 5.4 – 5.6 4.5 5.8 – 6 4 4.5 4.5 5 4 4.8 4.2 5 Elastici Placchette V5 **per ottenere la massima stabilità e protezione L/H > o uguale a 1 (L: distanza fra le file – H: altezza del palo) Scelta della colorazione della rete in base alle cultivar di melo Golden Delicious Gala Red Delicious Fuji Braeburn Ambrosia Rete NERA NO SI SI SI SI SI Rete BIANCA SI NO NO NO NO NO 129 PRATICHE COLTURALI Durata e ombreggiamento della rete Colore Durata Ombreggiamento Nera 15 – 20 anni 15 – 20 % Bianca 8 – 10 anni 5–8% Grigio (composta da fili di ordito bianco e filo di trama nero) - 10 – 12 % Colorate E’ ancora prematuro fornire un giudizio sull’effettiva portata sulla qualità della produzione in quanto vi sono ancora prove in corso OSSERVAZIONI ✓ Sistema di copertura: ogni tipologia presenta i suoi lati positivi e negativi; seguire la tabella riassuntiva e scegliere in base alle proprie esigenze ✓ Palificazione: il miglioramento qualitativo dei manufatti in cemento (palo precompresso) ha fatto sì che il grado di affidabilità sia elevato estendendo la durata della struttura anche a più cicli produttivi: per ottenere questo però è indispensabile predisporre una tenso-struttura con fili trasversali e relativi ancoraggi ✓ Profondità dei pali: in legno 80 – 100 cm, quelli in cemento max 70 cm ✓ Rete: deve essere quella antigrandine giro inglese ✓ Altezza dell’impianto: di norma un impianto antigrandine non dovrebbe superare i 4 metri di altezza: infatti, con altezze maggiori la forza laterale del vento e la tensione al carico della grandine risultano maggiori. Con altezze oltre i 4 m si dovrà dunque aumentare la distanza degli ancoraggi dei pali perimetrali (oltre 1.5 m) e, nel caso dei pali in cemento predisporre un secondo filo trasversale. Fig. 4 Sistema ad elastici a rete incrociata Fig. 5 Sistema V5 130 Fig. 6 Sistema a struttura semplificata PRATICHE COLTURALI PRINCIPALI SISTEMI DI COPERTURA ADOTTATI IN PIEMONTE A CONFRONTO SITEMI Capannina semplificata (con placchette) Sistema ad elastici a reti incrociate VANTAGGI - Idonea per impianti di qualunque - altezza - Buona efficacia protettiva - Possibilità di velocizzare le operazioni di apertura/chiusura rete attraverso sistemi di automatizzazione (sistema misto a placchette e a elastici) Esigenza di una struttura di sostegno di assoluta affidabilità (ancoraggi perimetrali, ecc) - Possibile formazione di sacche di grandine con elevata tensione di carico sulla rete - Formazione di sacche in qualunque situazione con protezione incompleta della parte inferiore della parete fruttifera in caso di grandinate prolungate - Adattabilità alla maggior parte di - strutture già esistenti - Riduzione dei tempi di realizzazione - Grazie alla flessibilità degli elastici, l’impianto sopporta l’azione anche di - violenti temporali - V5 INCONVENIENTI - Presenta il minimo ostacolo al - passaggio di mezzi meccanici Elevata sollecitazione della rete per la formazione e la persistenza di sacche di grandine Necessità della sostituzione elastici ogni 5 - 6 anni degli Maggior ombreggiamento in particolare con la rete nera per sovrapposizione dei teli Maggiore difficoltà e tempi di lavoro nelle operazione di apertura e chiusura rete - Da evitare negli impianti con h > 4 m - Necessità di almeno il 30 % in più di rete rispetto alla larghezza del filare - Maggiore possibilità di scarico della - grandine rispetto agli altri sistemi - Velocizzazione nelle operazioni di - apertura e chiusura rete Esigenza di una struttura di sostegno di assoluta affidabilità (ancoraggi perimetrali, ecc) - Buona efficacia protettiva Costo di realizzazione lievemente superiore e maggior complessità esecutiva 131 PRATICHE COLTURALI ASSISTENZA TECNICA PRODOTTI E SERVIZI PER L’AGRICOLTURA IUSEPPE & C. s.a.s. agrofarmaci, concimi, reti antigrandine Impianti d’irrigazione Via Papò, 104 - VERZUOLO (Cn) - Tel. 0175.85935 - Fax 0175.88541 e-mail: [email protected] 132 PRATICHE COLTURALI IL PRIMO IMPIANTO GARANTITO ANCHE QUANDO MADRE NATURA ECCEDE, SENZA COSTI AGGIUNTIVI! PAURA DELLE TROMBE D’ARIA? PER FRUTTETI E VIGNETI Scegliere un impianto SIKURO Valente vuol dire scegliere un sistema certificato, garantito, progettato e costruito con materiali sicuri. Non solo. Significa non doversi preoccupare più di nulla! Neppure dei danni causati da eventi di straordinaria violenza. Uragani, tornado… ci pensiamo noi! Scegli SIKURO Valente. Assicurati che il frutto del tuo lavoro e il tuo investimento siano preservati e garantiti, anno dopo anno, PER SEMPRE. CONTATTACI · Tel. 049 556 5855 VALENTE SRL Via Galvani, 2/4 - 35011 Campodarsego (PD) - ITALY - Tel. +39 049 5565855 - Fax +39 049 9200548 www.valentepali.com - [email protected] 133 PRATICHE COLTURALI FABBISOGNO IDRICO Il fabbisogno idrico delle colture frutticole può essere determinato in diverse modalità. Molto semplicemente può essere utilizzato il metodo del bilancio idrico semplificato che prevede la restituzione della quota di acqua evapotraspirata attraverso le irrigazioni sommate alla quantità di acqua scesa al suolo secondo la seguente formula: Bilancio Idrico = [(pioggia utile) + (irrigazione) ] – (evapotraspirazione) DETERMINAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI Oltre all’impiego di capannine meteorologiche, le precipitazioni sono misurabili meno precisamente attraverso l’uso di pluviometri “non ufficiali” facilmente reperibili in commercio. La pioggia caduta si misurerà in mm, come si esprimono i valori d’ acqua forniti con l’irrigazione. Per cui: 1 mm/mq = 1 litro/mq = 10.000 litri/Ha = 10m3 / Ha DETERMINAZIONE DELL’EVAPOTRASPIRATO Per evapotraspirazione si intende la perdita d’acqua da una coltura per evaporazione dal terreno e per traspirazione dalle foglie. La misura dell’evapotraspirato può essere eseguita manualmente attraverso l’evaporimetro oppure con stazioni meteo automatizzate. L’evaporimetro è una vasca riempita di acqua attraverso la quale vengono misurati giornalmente i millimetri persi per evaporazione. Questi ultimi moltiplicati per i coefficienti colturali delle diverse specie consentono di determinare l’evapotraspirato reale, cioè il volume d’acqua da apportare alla coltura. Fig. 1 Vasca evaporimetrica Tab.1: Coefficienti colturali (Kc) Specie Mesi Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre ALBICOCCO 0.5 0.4 0.4 0.4 0.4 PESCO 0.6 0.8 0.8 0.6 0.6 MELO 0.6 0.8 0.8 0.7 0.6 PERO 0.5 0.6 0.6 0.5 0.5 ACTINIDIA 0.8 1 1 0.8 0.7 ATTENZIONE: I coefficienti colturali indicati in tabella sono bibliografici, osservazioni del centro CReSO hanno posto in evidenza la necessità di diminuirli per una maggior rispondenza nel nostro areale (la loro modifica è in corso di valutazione) CALCOLO DELLA PORTATA D’IMPIANTO E DELLE ORE DI FUNZIONAMENTO DI UN IMPIANTO LOCALIZZATO PORTATA DELL’IMPIANTO (L/h/m2) N° erogatori frutteto x portata erogatore (L/h) ____________________________________ N° piante frutteto x sesto impianto 134 PRATICHE COLTURALI ORE DI FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO Acqua da erogare (mm fabbisogno idrico) ________________________ Portata dell’impianto (l/h/mq) UMIDITÀ DEL SUOLO Il contenuto d’acqua nel terreno è definito come il volume d’acqua presente in un determinato volume di suolo cioè 1 metro cubo. L’umidità può essere misurata con diversi strumenti, i quali presentano tutti il limite di fornire una misura puntuale riferita al luogo in cui sono collocati: TENSIOMETRI Il funzionamento di questi si basa sulla valutazione dello sforzo che compie la radice per assorbire l’acqua dal terreno. Per poter avere un dato attendibile è necessario posizionare almeno 2 tensiometri ad una profondità di 15 e 30 cm nel terreno, lungo la fila ad una distanza di 15 cm dal gocciolatore. I tensiometri possono essere a lettura manuale oppure a lettura digitale. I tensiometri manuali necessitano di una manutenzione costante, di una lettura giornaliera da parte dell’operatore e non sono impiegabili su terreni sciolti. I tensiometri elettronici forniscono un dato digitale che può anche essere letto a distanza su un portale internet, richiedono manutenzione limitata, non presentano limitazioni relativamente al tipo di suolo ma sono più costosi. Fig. 2 Tensiometri elettronici (watermark) SONDE DI UMIDITA’ DEL TERRENO Questi strumenti definiscono il contenuto idrico del terreno (umidità) dando un dato in %, ad esempio: suolo umido 50 % di umidità – suolo secco 5 % di umidità. Rispetto ai tensiometri esprimono un dato più “reale” e facilmente comprensibile da tutti gli operatori, tuttavia evidenziano un andamento delle stato idrico del suolo più costate e di più difficile interpretazione. Come per i tensiometri elettronici la loro lettura può essere fatta a distanza via internet. Fig. 3 Sonde di umidità piazzate nel terreno a diverse profondità 135 PRATICHE COLTURALI CONTROLLO DELLE INFESTANTI IMPIANTI IN PRODUZIONE Il glifosate rimane il prodotto di riferimento. La sua applicazione non sempre è possibile (impianti giovani o in presenza di polloni) e richiede attenzione. Negli impianti in produzione sono necessari 2 - 3 interventi a seconda della stagione. Timing d’intervento consigliato con il glifosate EPOCA D’INTERVENTO DOSAGGIO CONSIGLIATO A ETTOLITRO (f.c. al 30,4 %) Fine marzo/Inizio aprile Fine maggio/giugno Ottobre 800 ml 800 ml 500 ml ✓In impianti con forte presenza di polloni: prima di intervenire con glifosate (Roundup 30.4 % ecc) si consiglia di eliminare manualmente i polloni o di precedere il trattamento con uno spollonante: carfentrazone (Spotlight ecc) o pyraflufen – etile (Evolution, Pyramax EC) attivi entrambi anche su dicotiledoni a foglia larga. ✓Fluroxipir (Tomahawk ecc) e MCPA (Mistral ecc) su melo, pero consentono di arginare lo sviluppo delle erbe di più difficile controllo (Equiseto, Epilobio, Romice, Cirsium, Tarassaco, Ortica, Cipero, ecc) per cui si consiglia di impiegarli in miscela con glifosate. ✓In presenza di monocotiledoni perennanti (graminacee) è possibile intervenire con i graminicidi ciclossidim (Stratos Ultra ecc) su melo, pero, pesco, albicocco e fluazipop - p - butile (Fusilade Max) su susino, ciliegio. IMPIANTI IN ALLEVAMENTO Vista l’impossibilità di utilizzare il glifosate nei primi anni d’impianto, in post emergenza su dicotiledoni a foglia larga, le molecole a disposizione sono: ✓ carfentrazone (Spotlight, Affinity ecc) diserbante di contatto per dicotiledoni a foglia larga ✓ pyraflufen – etile (Evolution, Pyramax EC ecc), diserbante di contatto utilizzabile su albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco e susino. Negli impianti in allevamento si consiglia inoltre di utilizzare dei p.a. residuali (metà – fine marzo) i quali limitano lo sviluppo delle infestanti già al momento della germinazione dei semi. Le sostanze attive presenti nel disciplinare di produzione sono: oxadiazon, pendimetanil e l’oxyfluorfen, quest’ultimo come indicato in etichetta deve essere impiegato 20 giorni prima del germogliamento. Nel 2015 è entrato nelle linee tecniche un nuovo p.a. residuale Diflufenicam in miscela con glifosate utilizzabile esclusivamente nei per i primi tre anni. Data la presenza del glifosate porre molta attenzione. VOLUME DI DISTRIBUZIONE In presenza di erbe infestanti con un certo sviluppo, il volume adeguato di miscela diserbante è di circa 250 litri per ettaro di superficie diserbata. SPOLLONANTI EPOCA D’INTERVENTO Carfentrazone Pyraflufen - etile 136 Intervenire quando i polloni hanno una lunghezza compresa tra 15 – 20 cm DOSAGGI Dosaggio ettolitro 150 ml 300 ml Dosaggio ettaro 1 l/ha/anno Indipendentemente dall’utilizzo 1.6 l/ha/anno Indipendentemente dall’utilizzo X X X X X X X X Fumaria comune (Fumaria officinalis) X X X X X X X FLUROXIPIR X X X X X X X X X X X X X X X X OXADIAZON Epilobio (Epilobium spp). Centocchio (Stellaria media) Vilucchio bianco (Calystegia sepium) Borsa del pastore (Capsella bursapastoris) Billeri primaticcio (Cardamine pratensis) Rafano comune (Raphanus raphanistrum) Falsa ortica (Lamium purpureum) X X X X X X OXIFLUORFEN X X Farinaccio (Chenopodium album) X X X X PYRAFLUFEN ETILE X X Soffione (Taraxacum officinalis) X X X CARFENTRAZONE X X Grespone comune (Sonchus asper) Vilucchio comune (Convolvolus arvensis) X X X GLIFOSATE Senecione comune (Senecio vulgaris) Amaranto comune (Amaranthus retroflexus) Saeppola canadese (Conyza canadensis) DICOTILEDONI Efficacia degli erbicidi CICLOSSIDIM X X X X X X X X X X X X MCPA X X X X X X X PENDIMETANIL FLUAZIPOP – P - BUTILE X X X X X X X X X X X GLIFOSATE + DIFLUFENICAM PRATICHE COLTURALI 137 138 Agropiro comune (Agropyrum repens) Gramigna (Cynodom dactylon) Sanguinella comune (Digitaria sanguinalis) Giavone (Echinocloa crus-galli) Pabbio comune (Setaria viridis) Fienarola annuale (Poa annua) X X X X X X OXADIAZON X X X X X X X X X X X X X X X X X CICLOSSIDIM X X X X X X X X X X FLUROXIPIR MONOCOTILEDONI X X X X X X OXIFLUORFEN X X X X X X PYRAFLUFEN ETILE X X X X X Acetosella (Oxalis spp.) X X X Malva (Malva sylvestris) X X Favagello (Ranuncolus ficaria) X X X Cinquefoglie comune (Potentilla reptans) X X X Erba porcellana (Portulaca oleracea) X X X Romice (Rumex obtusifolium) CARFENTRAZONE X X Poligono degli uccelli (Polygonum aviculare) Erba morella (Solanum nigrum) Ortica (Urtica dioica) Piantaggine (Plantago major) Veronica comune (Veronica persica) GLIFOSATE DICOTILEDONI X X X X X X X X X X MCPA X X X X X X X X PENDIMETANIL X X X FLUAZIPOP – P - BUTILE X X X X X X X X X PRATICHE COLTURALI X X X X Panico (Panicum dicotomiflorum) Loietto (Lolium perenne) Sorghetta (Sorghum halepense) Carice (Carex spp.) Coda di cavallo (Equisetum arvense) X Fienarola comune (Poa pratensis) X X X PTERIDOFITE X X X X X X X Da Seme X X X X X X PRATICHE COLTURALI 139 PRATICHE COLTURALI LE PRINCIPALI SPECIE INFESTANTI DEL FRUTTETO Dicotiledoni 140 Fig. 1 Amaranthus retroflexus Fig. 2 Conyza canadensiS Fig. 3 Senecio vulgaris Fig. 4 Sonchus asper Fig. 5 Taraxacum officinale Fig. 6 Chenopodium album Fig. 7 Convolvulus arvensis Fig. 8 Calystegia sepium Fig. 9 Capsella bursa-pastoris Fig. 10 Cardamine pratensis Fig. 11 Raphanus raphanistrum Fig. 12 Lamium purpureum PRATICHE COLTURALI Fig. 13 Stellaria media Fig. 14 Epilobium spp Fig. 15 Fumaria officinalis Fig. 16 Polygonum aviculare Fig. 17 Rumex obtusifolium Fig. 18 Portulaca oleracea Fig. 19 Potentilla reptans Fig. 20 Ranunculus ficaria Fig. 21 Veronica persica Fig. 23 Cynodon dactylon Fig. 24 Digitaria sanguinalis Mocotiledoni Fig. 22 Agropyron repens 141 PRATICHE COLTURALI Fig. 25 Echinocola crus-galli Fig. 26 Setaria viridis Fig. 27 Poa annua Fig. 28 Poa pratensis Fig. 29 Panicum dichotomiflorum Fig. 30 Lolium perenne Fig. 31 Carex spp. Pteridofite Fig. 32 Equisetum arvense 142 PRATICHE COLTURALI Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, leggere attentamente le istruzioni riportate in etichetta. Efcacia acida nel rispetto degli insetti utili! Unico prodotto per spollonatura e diserbo Teppeki: Un prodotto di Spotlight Plus: Un prodotto di: FMC CHEMICAL sprl Aggiungiamo valore al vostro business. 143 www.belchim.com PRATICHE COLTURALI FERTILIZZAZIONE Nel 2015, a seguito dell’entrata in vigore del PAN, è stata introdotta un’importante distinzione tra le aziende che aderiscono alla difesa integrata volontaria rispetto alle restanti operanti nell’ambito della difesa integrata obbligatoria. Di seguito s’illustrano in sintesi le 2 diverse normative: DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA Le aziende che non aderiscono alle misure agroambientali del PSR, comprese quelle iscritte ad una OO.PP, non hanno l’obbligo di sottostare alle limitazioni previste dalla difesa integrata volontaria (vedi capitolo successivo). Tuttavia, è necessario che anche queste aziende si adoperino a non eccedere nelle concimazioni che, come noto, sono in grado di incidere negativamente sia sulla vigoria delle piante sia sulla qualità e conservabilità dei frutti. L’esperienza maturata dal servizio tecnico in Piemonte ha consentito di elaborare, in forma tabellare, le unità di N, P, K che sono necessarie a garantire un buon equilibrio della pianta e una produzione di qualità. Di seguito sono presentati le restituzioni annue massime consigliate (organiche + minerali) per le diverse colture: COLTURA N P2O5 K 2O melo 90 40 100 pero 130 40 150 pesco 120 45 130 susino 90 45 130 albicocco 90 45 130 ciliegio 90 45 130 actinidia 100 40 140 In caso di frutteti di vigoria elevata, come è noto, è necessario ridurre gli apporti azotati che, a titolo indicativo, sono riportati nella tabella seguente, tenendo però conto che in talune situazioni estreme (impianti scarichi per alternanza o per eventi atmosferici) potrebbero essere anche azzerati: COLTURA N melo 70 pero 110 pesco 110 susino 80 albicocco 80 ciliegio 80 actinidia 90 DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA Viene di seguito riportata una sintesi non completa delle norme tecniche di Produzione Integrata - allegato Fertilizzazione, redatte dalla Regione Piemonte (Assessorato Agricoltura) e conformi alle Linee Guida Nazionali per la produzione integrata valide per la misura agroclimatico-ambientale PSR a premio, nonché per l’applicazione del marchio previsto dal 144 PRATICHE COLTURALI Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI). Dal 2015 sarà possibile determinare la quota di restituzione di N, P, K mediante due diverse modalità, tenendo conto per entrambe della produzione attesa e dell’analisi chimica del terreno: ✓Metodo bilancio semplificato ✓Scheda a dose standard Per la gestione della fertilizzazione dei fruttiferi è necessario tenere presenti i seguenti aspetti: ✓definire i quantitativi di macroelementi distribuibili annualmente per coltura tramite un piano di fertilizzazione basato sul bilancio e sulla dotazione del terreno per P e K; in alternativa adottare il metodo delle schede a dose standard (vd. relativo paragrafo) ✓eseguire l’analisi dei terreni secondo quanto previsto al paragrafo “Istruzioni per il campionamento dei terreni e l’interpretazione delle analisi” delle Norme Tecniche (http://www.regione. piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/fitopatologia/disciplinari.htm) ✓frazionare le dosi di azoto per apporti superiori a 60 kg/ha ✓valutare asporti e ritmi di assorbimento degli elementi nutritivi, in relazione alle diverse specie ✓considerare le diverse tipologie di fertilizzanti impiegati. METODO BILANCIO SEMPLIFICATO Impianti in produzione La quantità di nutrienti (N, P2O5 e K2O) da apportare alle colture viene calcolata moltiplicando la produzione attesa (q/ha) per i relativi asporti specifici (kg/q) di elementi nutritivi (tabella 1). Salvo diversamente indicato, concorrono al raggiungimento dei limiti di concimazione gli apporti annui derivanti dalla somma delle forme minerali e di quelle presenti nei fertilizzanti organici. Tab. 1 – Livello produttivo medio e asporti di N, P2O5 e K2O per le principali colture frutticole (kg/q di prodotto utile) Tipologia coltura Coltura Livello produttivo medio (q/ha) Fruttiferi actinidia albicocco susino ciliegio melo pero pesco nocciolo 240 160 230 90 450 300 300 20 Asporto (kg/q prodotto utile) N P2O5 K 2O 0,5 0,6 0,36 0,45 0,17 0,34 0,4 3,2 0,2 0,2 0,16 0,25 0,11 0,12 0,22 1,7 0,56 0,7 0,6 0,7 0,36 0,43 0,65 3,7 Esempio Pesco: per una produzione attesa di 300 q/ha, applicando il relativo coefficiente si ricava che l’azoto apportabile potrà essere pari a 120 unità. DOSE UTILE DI AZOTO L’azoto da apportare alle colture, salvo altra specifica indicazione, deve derivare dal seguente bilancio semplificato: (Y X B) = (kc X Fc) + (ko X Fo) 145 PRATICHE COLTURALI dove: Y è la produzione attesa della coltura; viene determinata sulla base della produzione ordinaria attesa o stimata (vedi Tabella 1) o delle medie produttive aziendali delle tre annate precedenti; B è il coefficiente unitario di asportazione/assorbimento di azoto espresso in kg di azoto per unità di prodotto utile secondo i valori riportati in Tabella 1; Fc è la quantità di azoto apportata col concime minerale; kc è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante minerale (Fc); esso deve essere valutato pari al 100 % del titolo commerciale del concime azotato; Fo è la quantità di azoto apportata con fertilizzanti di origine organica (effluenti zootecnici, ammendanti compostati, matrici organiche ecc.); ko è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante organico, il cui valore può essere ricavato da tabella 5 così come descritto nel paragrafo sulla fertilizzazione organica. Nel caso di utilizzo di ammendanti compostati quale il compost, si stima invece un’efficienza media del 30%. L’equazione di cui sopra costituisce una forma semplificata di bilancio azotato e può essere sostituita per qualsiasi azienda da formule di maggiore dettaglio. Solo per le aziende aderenti alla misura 214.1 del PSR 2007-2014 è inoltre vigente un ulteriore limite alla quantità di azoto distribuibile, come da tabella 2: Tab. 2 - Limiti massimi di fertilizzazione azotata in kg/ha/anno Coltura Azoto (N) melo 60 pero 70 pesco 120 susino 85 albicocco 90 ciliegio 85 actinidia 100 Esempio Melo: per una produzione attesa di 500 q/ha, applicando l’opportuno coefficiente, si ricava che le unità di azoto apportabili potranno essere al massimo 60 e non 85 come deriverebbe dal calcolo. Nel caso di utilizzo di concimi azotati minerali, gli apporti dovranno essere frazionati senza superare i 60 kg/ha per intervento. Si ricorda inoltre che non è consentita la concimazione con N minerale nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Le concimazioni fogliari non vanno conteggiate ai fini del rispetto dei limiti massimi previsti, ad eccezione delle somministrazioni autunnali di urea. DOSE TOTALE DI P e K Come evidenziato in Tabella 3, i suoli poveri o mediamente dotati in fosforo e/o potassio possono ricevere una quantità di elementi nutritivi pari alla quantità asportata dalla coltura (quota di mantenimento); tuttavia nel caso di ricorso ai soli fertilizzanti organici essi potranno essere utilizzati fino al raggiungimento del limite previsto per l’azoto. Nei suoli ricchi in fosforo e potassio si prevede la sospensione della fertilizzazione minerale, sino a quando un’ulteriore analisi non evidenzi l’abbassamento del contenuto in quel parti146 PRATICHE COLTURALI colare elemento nutritivo fino all’intervallo di dotazione media. E’ invece possibile apportare fertilizzanti organici fino alla restituzione degli asporti azotati. Tab. 3 - Criteri per la fertilizzazione fosfatica e potassica Tipologia di fertilizzanti Dotazione del suolo in P e K Dotazione elevata (vd tabelle interpretazione analisi) Dotazione bassa o media (vd tabelle interpretazione analisi) Solo minerale Sospensione degli apporti Mantenimento: quantità corrispondente agli asporti Organico o minerale + organico Non è ammessa la concimazione minerale. Solo se si apportano fertilizzanti organici si può concimare fino alla restituzione degli asporti azotati Il fertilizzante organico può essere distribuito, nel rispetto del limite di N (vd par. “La fertilizzazione organica”). Se l’organico non esaurisce gli asporti sono ammessi i concimi minerali finchè la somma di minerale + organico non raggiunga la quota di mantenimento. POSSIBILE AUMENTO DI RESTITUZIONI DI P e K: E’ consentito apportare, su indicazione del tecnico, un quantitativo massimo di 20 kg/ha di P2O5 o 50 Kg/ha di K2O nei suoli ricchi in P e/o K o nei casi in cui la concimazione organica abbia già esaurito gli asporti previsti di P e K della coltura, se si verifica uno dei seguenti casi: ✓situazioni di elevata immobilizzazione dell’elemento, dovuta a caratteristiche fisico-chimiche del terreno (es. per il fosforo nel caso di terreni con pH inferiore a 6,1, superiore a 7,9 o calcarei); ✓necessità di raggiungere migliori standard qualitativi del prodotto, assicurati dalla presenza di elevate dotazioni in fosforo e/o potassio. I casi di concimazione sopra elencati devono essere motivati in una breve nota all’interno del Registro degli Interventi di concimazione. La fertilizzazione organica Tale pratica consiste nell’apportare sostanza organica (S.O.) di varia origine (letami, compost, liquami, digestato) per migliorare la fertilità del terreno in senso lato. Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono principalmente due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima si esplica con la messa a disposizione delle piante degli elementi nutritivi in forma più o meno pronta e solubile (forma minerale), la seconda permette invece di migliorare la fertilità fisica del terreno. Il tenore in elementi nutritivi degli effluenti zootecnici, in particolare in azoto, potrà essere desunto da un’analisi chimica del materiale o dalla comunicazione presentata ai sensi del Regolamento 10/R. In assenza di analisi o nei casi in cui i dati relativi alla comunicazione non siano reperibili, si farà riferimento alla seguente Tabella. Tab 4 - Dati di composizione per i principali effluenti zootecnici Tipologia % ss letame (kg/t tq) N P2O5 K 2O % ss liquame (kg/t tq) N P2O5 K 2O media suini 25 5.8 3.8 6.3 3 2.7 1.6 2.3 media bovini 25 4.9 4.4 6.5 10 3.8 2.8 3.6 media avicoli 70 38.5 19.0 15.5 10 10.5 10.4 5.4 147 PRATICHE COLTURALI Per gli ammendanti compostati, la cui composizione media è assai variabile, si deve fare riferimento al contenuto in elementi nutritivi indicato nell’analisi che accompagna il prodotto. In assenza di alcuni parametri nell’analisi, è possibile fare riferimento a dati bibliografici. Questi prodotti devono comunque rispondere agli standard qualitativi previsti dalla normativa vigente. Ai fini del calcolo degli apporti di macroelementi, devono essere conteggiati il totale di P e K presenti nella matrice organica, mentre per l’azoto è da considerare la quota efficiente, che si ottiene moltiplicando il valore dell’azoto totale per il coefficiente Ko, desumibile dalla tabella seguente. Tabella 5 - Efficienza degli apporti di azoto organico per le colture arboree in funzione del tipo di refluo, dell’epoca e modalità di distribuzione (Ko) Efficienza per Efficienza per materiali NON materiali palabili* palabili Modalità di distribuzione Epoca di distribuzione su coltura in atto, suolo inerbito primavera 0.70 0.70 su coltura in atto, suolo non inerbito, con interramento primavera 0.70 0.70 preimpianto autunno 0.55 0.30 su coltura in atto, suolo inerbito autunno 0.55 0.55 su coltura in atto, suolo non inerbito, con interramento autunno 0.55 0.55 *per i materiali palabili, è compreso anche l’effetto fertilizzante attivo negli anni successivi a quello della distribuzione Nel caso di utilizzo di ammendanti compostati quale il compost, si stima un’efficienza media del 30%. Nei calcoli utili per il bilancio o per le schede a dose standard, come elemento-chiave si considererà l’azoto: gli apporti di effluenti zootecnici cioè sono consentiti fino al raggiungimento degli asporti per questo elemento. Una volta fissata la quantità massima di fertilizzante organico basandosi sull’azoto, si passa ad esaminare gli apporti di fosforo e potassio. Nella pratica si possono verificare le seguenti situazioni: ✓le quote di P e K apportate con la distribuzione dei fertilizzanti organici determinano il superamento dei limiti ammessi. In questo caso il piano di fertilizzazione è da ritenersi conforme, ma non sono consentiti ulteriori apporti in forma minerale (salvo eccezioni previste) ✓le quote di P e K da fertilizzanti organici non esauriscono la domanda di elemento nutritivo, per cui è consentita l’integrazione con concimi minerali, fino a coprire il fabbisogno della coltura. Concimazioni di fondo Nel caso di nuovi impianti, la concimazione di fondo non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2O5 e K2O, considerata la scarsa mobilità di questi elementi e l’opportunità di dislocarli nella parte di suolo esplorata dalle radici, in terreni con dotazioni scarse o normali è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i 250 Kg/ha di P2O5 e i 400 Kg/ha di K2O, da somministrarsi preferibilmente sotto forma organica. 148 PRATICHE COLTURALI Se la dotazione è elevata le anticipazioni con concimi minerali con P e K non sono, in genere, da ammettere; fanno eccezione quei casi in cui l’esubero di detti elementi nel terreno non è particolarmente consistente: in questi casi è possibile anticipare una quota di P2O5 e K2O non superiore rispettivamente a 125 e 200 Kg/ha. E’ comunque ammissibile l’utilizzo di matrici organiche, che possono avere un ruolo positivo sulla microflora e nel contrastare fenomeni di stanchezza. Fase di allevamento Nella fase di allevamento gli apporti di azoto devono essere localizzati in prossimità delle radici e devono venire ridotti rispetto alle quantità di piena produzione. Per l’azoto, indicativamente, nel primo anno di allevamento non si deve superare il 40% dei quantitativi previsti nella fase di piena produzione; il 50% nel secondo anno e negli eventuali anni successivi di allevamento. L’apporto di P2O5 e K2O può essere effettuato anche in assenza di produzione di frutti, al fine di assicurare un’adeguata formazione della struttura della pianta; devono comunque essere rispettati i quantitativi massimi indicati in Tabella 6. Tabella 6 - Apporti di fosforo e potassio negli impianti in allevamento (come % dell’apporto totale consentito nella fase di produzione) P2O5 K 2O I anno II anno I anno II anno 30% 50% 20% 40% Qualora la fase di allevamento si prolunghi non è ammesso superare le dosi indicate per il secondo anno. SCHEDE A DOSE STANDARD In alternativa all’applicazione della formula del bilancio possono essere utilizzate le schede “a dose standard”. La dose standard va intesa come la dose di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni ritenute ordinarie di resa produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche. La dose standard così definita può essere modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione; pertanto sono possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono: una maggiore produzione rispetto a quella definita come standard, scarsa dotazione di sostanza organica, casi di scarsa vigoria, carenze nutritive, fisiopatie, ecc. dilavamento da forti piogge nel periodo autunno-invernale, casi di cultivar tardive, ecc.. Diversamente, si eseguono delle riduzioni alla dose standard laddove sussistano condizioni di minore produzione rispetto a quella individuata come standard (ordinaria), si apportino ammendanti in anni precedenti, si riscontri un’eccessiva vigoria o lunghezza del ciclo vegetativo, un elevato tenore di sostanza organica, dotazioni elevate nel terreno, ecc. Come nel calcolo del bilancio, concorrono al raggiungimento dei valori così determinati gli apporti annui derivanti dalla somma delle forme minerali e di quelle presenti nei fertilizzanti organici, secondo modalità operative uguali a quelle indicate nei paragrafi precedenti (per es. uso del coefficiente Ko per gli organici, ruolo dell’azoto come elemento chiave ecc). 149 PRATICHE COLTURALI ACTINIDIA – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard K2O Potassio P2O5 - Fosforo N - Azoto Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 19-29 t/ha: Note incrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 35 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 50 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha DOSE STANDARD: 115 kg/ha di N -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività Per aziende aderenti a. 214.1 nel vegetativa 2015 apporto massimo di 100 -20 Kg: in caso di apporti di letame Kg/ha l’annata precedente 10 -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha -30 Kg: in caso di terreni con dotazione DOSE STANDARD: 50 kg/ha di P2O5 elevata kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha. -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha DOSE STANDARD: 130 kg/ 30 kg: se si prevedono produzioni ha di K2O superiori a 29 t/ha -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 25 kg/ha; 2° anno: 55 kg/ha. ALBICOCCO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: Note incrementi Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 10-18 t/ha: Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) N - Azoto (barrare le opzioni adottate) -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente DOSE STANDARD: 85 kg/ ha di N Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 90 Kg/ha 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 50 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 35 kg/ha; 2° anno: 45 kg/ha 150 PRATICHE COLTURALI 10 P2O5 - Fosforo kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha DOSE STANDARD: 30 kg/ha di P2O5 -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) K2O - Potassio Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 10 kg/ha; 2° anno: 15 kg/ha. -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha DOSE STANDARD: -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata 95 kg/ha di K2O 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha. CILIEGIO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: Note incrementi Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 7-11 t/ha: (barrare le opzioni adottate) (barrare le opzioni adottate) 15 kg: se si prevedono produzioni N - Azoto -20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha superiori a 11 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) DOSE STANDARD: -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 85 Kg/ha -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. 70 kg/ha di N 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 30 kg/ha; 2° anno: 35 kg/ha P2O5 - Fosforo 10 kg: se si prevedono produzioni -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha -15 superiori a 11 t/ha DOSE STANDARD: 30 kg/ ha di P2O5 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) K2O Potassio Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 10 kg/ha; 2° anno: 15 kg/ha. -20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha DOSE STANDARD: 50 kg/ ha di K2O 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha -30 kg: in caso di terreni con dotazione elevata Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha. 151 PRATICHE COLTURALI MELO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 32-48 t/ha: (barrare le opzioni adottate) (barrare le opzioni adottate) 25 kg: se si prevedono produzioni -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha N - Azoto Note incrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. superiori a 48 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa 20 kg: in caso di scarsa dotazione di DOSE STANDARD: 75 kg/ ha di N Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 60 Kg/ha -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 45 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 35 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha P2O5 - Fosforo 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha -10 kg: se si prevedono produzioni 10 kg: nel caso di concimazioni inferiori a 32 t/ha -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2O5 prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) K2O - Potassio Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 20 kg/ha. -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha -40 kg: in caso di terreni con dotazione elevata DOSE STANDARD: 90 kg/ha di K2O 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 35 kg/ha. PERO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: N - Azoto (barrare le opzioni adottate) -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 22 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 2234 t/ha: Note incrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 34 t/ha 20 kg: in caso di scarsa dotazione DOSE STANDARD: 80 kg/ ha di N Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 70 Kg/ha di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 35 kg/ha; 2° anno: 45 kg/ha 152 P2O5 - Fosforo PRATICHE COLTURALI 10 kg: se si prevedono produzioni -10 kg: se si prevedono DOSE STANDARD: 30 kg/ ha di P2O5 produzioni inferiori a 22 t/ha -15 Kg: in caso di terreni con superiori a 34 t/ha 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con dotazione elevata elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) K2O - Potassio Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 10 kg/ha; 2° anno: 15 kg/ha. -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 22 t/ha DOSE STANDARD: 100 kg/ha di K2O -50 kg: in caso di terreni con dotazione elevata 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 34 t/ha Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha. PESCO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Note incrementi N - Azoto Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) Quantitativo (N, P O5, K2O) che potrà essere alla dose standard in funzione delle diverse Apporto standard (N, P2O5, K2O) aggiunto (+) alla 2dose standard in funzione in situazione normale per una condizioni: delle diverse condizioni. produzione di: 20-30 t/ha: (barrare le opzioni adottate) (barrare le opzioni adottate) -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente 30 kg: se si prevedono produzioni superiori DOSE STANDARD: 100 kg/ha di N a 30 t/ha 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 120 Kg/ha a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 50 Kg/ha K2O Potassio P2O5 - Fosforo Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 50 kg/ha -15 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha -30 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2O5 15 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) 10 Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 20 kg/ha. -40 kg: se si prevedono produzioni DOSE STANDARD: 40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha superiori a 30 t/ha 100 kg/ha di K2O -50 kg: in caso di terreni con dotazione elevata Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha. 153 PRATICHE COLTURALI SUSINO – CONCIMAZIONE Scheda a dose standard Note decrementi Quantitativo (N, P2O5, K2O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: Note incrementi Apporto standard (N, P2O5, K2O) in situazione normale per una produzione di: 18-28 t/ha: (barrare le opzioni adottate) N - Azoto -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente Quantitativo (N, P2O5, K2O) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) 25 kg: se si prevedono produzioni DOSE STANDARD: 80 kg/ha di N superiori a 28 t/ha 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.1 Fertilizzazione interpretazione delle analisi) 20 kg: in caso di scarsa attività Per aziende aderenti a. 214.1 nel 2015 apporto massimo di 85 Kg/ha vegetativa 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobrefebbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha Concimazione Azoto in allevamento 1° anno: 35 kg/ha; 2° anno: 45 kg/ha P2O5 - Fosforo 10 kg: se si prevedono produzioni -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha -25 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata superiori a 28 t/ha DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2O5 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) K2O - Potassio Concimazione Fosforo in allevamento: 1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 20 kg/ha. -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata DOSE STANDARD: 100 kg/ha di K2O 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 28 t/ha Concimazione Potassio in allevamento: 1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha. 154 PRATICHE COLTURALI INTERPRETAZIONE DI PARAMETRI PREVISTI DALL’ANALISI DEL SUOLO (Versione completa disponibile su: http://www.regione.piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/fitopatologia/disciplinari.htm) Sostanza organica Dotazione di Sostanza organica (%) (S.O.=1,72 x Carbonio Organico) Terreni sabbiosi Terreni medio impasto Terreni argillosi e Giudizio limosi (S-SF-FS) (F-FL-FA-FSA) (A-AL-FLA-AS-L) basso normale elevato <0,8 0,8 – 2,0 > 2,0 < 1,0 1,0 – 2,5 > 2,5 < 1,2 1,2 – 3,0 > 3,0 Fosforo assimilabile Dotazioni di P assimilabile (ppm) (P2O5=2,291 P) Giudizio molto basso basso normale elevato Valore P Olsen <5 5-10 10-25 > 25 Valore P Bray-Kurtz <12,5 12,5-25 25,1-62,5 >62,5 Potassio scambiabile Giudizio basso Dotazioni di K scambiabile (ppm) (K2O=1,2 K) Terreni sabbiosi Terreni medio impasto Terreni argillosi e (S-SF-FS) (F-FL-FA-FSA-L) limosi (A-AL-FLA-AS) < 80 < 100 < 120 medio 80-120 100-150 120-180 elevato > 120 >150 >180 Basi di scambio (calcio, magnesio e potassio) Valutazione della capacità di scambio (CSC) sulla base della presenza dei principali cationi K+ (ppm) Mg++ (ppm) Ca++ (ppm) % sulla CSC < 1,5 <1 < 35 molto basso 1,5-3 1-3 36-55 basso 3-4 3-10 56-70 medio >4 > 10 (*) > 70(*) elevato (*) nei suoli calcarei non prendere in considerazione la saturazione in Ca e Mg 155 PRATICHE COLTURALI Metodologia integrata di nutrizione e protezione per il melo nutrizione Concimi per applicazione fogliare Protezione Fitoregolatori Ferro EDDHA per via radicale Fungicida a base di Fosetil Alluminio Concimi organo-minerali a base torba Protezione dalla Carpocapsa SCAM S.p.A. Strada Bellaria 164 - 41126 Modena Tel. 059 586511 - Fax 059 460133 - [email protected] - www.scam.it 156 Insetticida a base di Bacillus Thuringiens PRATICHE COLTURALI Rende forti così ! Patentkali è un concime granulare per la concimazione al terreno. Subito disponibile per le radici, fornisce potassio, magnesio e zolfo in un rapporto ideale (30 % K₂O, 10 % MgO, 42,5 % SO₃ ) – per una maggiore resistenza a stress idrici e da alte/basse temperature. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.kali-gmbh.com K+ S Italia S.r.l. · Tel. 045 597977 · [email protected] Una Società del Gruppo K+ S 157 PRATICHE COLTURALI La nutrizione è la prima difesa! I prodotti ideali per abbassare la residualità Novità 2015: CERYS il concime organo-minerale biologico che esalta la qualità Italpollina spa Località Casalmenini • 37010 Rivoli Veronese (VR) • Tel. +39 045 6205511 • Fax +39 045 6205555 • [email protected] • www.italpollina.it 158 Responsabile di zona Sig. Luca Baldizzone - cell. 331 490 7887 PRATICHE COLTURALI 159 PRATICHE COLTURALI FERTIRRIGAZIONE La fertirrigazione è uno dei sistemi più efficienti di nutrizione delle colture in grado di soddisfare le esigenze nutritive delle piante nelle diverse fasi fenologiche limitando al minimo la perdita degli elementi minerali nel suolo. Si tratta di una tecnica molto efficiente che richiede però particolari attenzioni da parte del frutticoltore in quanto se non ben gestita potrebbe anche determinare un danno alla produzione per eccesso di salinità. L’azienda che decide di fertirrigare deve dotarsi di: ✓un buon sistema microirriguo ✓un pratico sistema di solubilizzazione dei concimi idrosolubili ✓un’affidabile attrezzatura di iniezione della soluzione concentrata nel sistema irriguo A differenza della Guida 2014, laddove la fertirrigazione era stata trattata più approfonditamente, nel presente manuale si analizzeranno sinteticamente gli aspetti più importanti quali la preparazione della soluzione e l’indicazione dei piani di fertirrigazione per melo, pesco e actinidia. PREPARAZIONE DELLA SOLUZIONE CONCENTRATA L’ottima preparazione della soluzione concentrata risulta fondamentale al fine di garantire una efficiente fertirrigazione proporzionale: ✓Utilizzare acque con temperature superiori i 10 °C ✓Evitare concentrazioni particolarmente elevate: si consiglia di sciogliere circa 10-15 kg di concime in 100 litri di acqua (con temperature >15 °C si può salire fino a 20 kg) ✓Temperatura dell’acqua e solubilità dei concimi sono direttamente proporzionali pertanto, più l’acqua è fredda e più lungo sarà il tempo di agitazione e preparazione della miscela ✓Nella preparazione di soluzioni concentrate è preferibile sciogliere per primi i concimi in polvere e lasciare quelli liquidi (generalmente più facilmente solubili) per ultimi. ✓É consigliato lasciar riposare la soluzione concentrata per alcune ore prima di iniettarla nel sistema per poter controllare l’eventuale formazione di grumi che dovranno essere eliminati ✓Il concime è bene che venga versato gradualmente nel recipiente con l’acqua in agitazione per evitare il formarsi di depositi nel fondo del recipiente ✓Nella miscelazione di prodotti fare sempre attenzione alle tabelle di compatibilità tra concimi; nel caso si miscelino dei concimi contenenti solfati con concimi a base di potassio non superare la concentrazione finale Fig. 1 Immissione del concime idrosolubile nel data dalla somma dei concimi del 10% p/v sistema di solubilizzazione (kg/100 litri). 160 PRATICHE COLTURALI NPK-SOP NPK-PN POLI-K UF SOP MgS N+Mg PN MAP PA CN AS AN UR MKP Tabella della compatibilità nella preparazione di soluzioni concentrate dei principali concimi idrosolubili in polvere Urea UR Nitrato Ammonico AN Solfato Ammonico AS Nitrato di Calcio CN Acido Fosforico 85% [C] PA Fosfato Monoammonico MAP Fosfato Monopotassico MKP Nitrato di Potassio PN Nitrato di Magnesio N+Mg Solfato di Magnesio MgS Solfato di Potassio SOP UF POLI-K NPKPN NPKSOP Urea Fosfato Polifosfato di Potassio NPK a base PN NPK a base SOP compatibile limitata compatibilità - precipitati alte concentrazioni Non compatibile limitata compatibilità - solubilità ridotta alte concentrazioni Limitata compatibilità – con pH della soluzione concentrata < 2 Definire la concentrazione della soluzione madre in funzione della concentrazione voluta sulla pianta (acqua in uscita dal gocciolatore); si ricorda che lavorando sulla concentrazione della soluzione madre e sulla portata della pompa di ferti-iniezione si può modificare la concentrazione voluta nella soluzione finale; tale aspetto è molto importante per poter gestire al meglio la conducibilità finale sulla pianta (mS/cm). IPOTESI DI PIANO DI FERTIRRIGAZIONE Anche se viene programmata la fertirrigazione è buona norma prevedere comunque un apporto di concime granulare al terreno, possibilmente con parte dell’azoto a cessione controllata, nella ragione di circa il 20÷30 % dell’apporto totale in NPK, a fine inverno inizio primavera, così da accompagnare la coltura nelle prime fasi della ripresa vegetativa e sfruttare tutto il potenziale assorbente dell’apparato radicale delle piante. Anche per la fertirrigazione ci si dovrà attenere alle quote di restituzione indicate nel capitolo della “fertilizzazione” limitando gli apporti in caso di suoli eccessivamente dotati e/o piante troppo vigorose. In terreni acidi si consiglia in fertirrigazione l’utilizzo del nitrato di calcio, facendo attenzione a non miscelarlo nelle soluzioni concentrate insieme a concimi fosfatici e concimi completi NPK. 161 PRATICHE COLTURALI IPOTESI PIANO DI FERTIRRIGAZIONE PER MELO EPOCA (n° decadi) Da mazzetti fiorali a caduta petali (da 3° aprile a 2° maggio) Da Caduta petali a inizio accrescimento frutto (da 3° maggio a 1° giugno) Accrescimento frutto (da 2° giugno a 1° luglio) Fine accrescimento e maturazione frutto (da 2° luglio a 3° settembre) Post raccolta (entro 2° ottobre) VANTAGGI, FINALITÀ, ASPETTI APPLICATIVI Ottimale risveglio vegeto-produttivo evitando sviluppi eccessivi, tali da squilibrare la coltura, favorendo la fioritura. N° 1÷2 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 3,0:4,5:1,0 + Mg) Ottimale allegagione evitando sviluppi che squilibrino la coltura e ritardare l’entrata in produzione. Ottimale fotosintesi prevenendo carenze di magnesio e contrastare filloptosi estiva. N° 2÷3 fertirrigazioni - (rapporto N:P:K 2,5:1,0:1,5 + Mg+Ca) Accrescimento equilibrato dei frutticini e dei germogli. Predisposizione della pianta per una ottimale differenziazione delle gemme, garantendo l’accrescimento completo ed equilibrato dei frutti e un’adeguata fotosintesi e prevenendo carenze di magnesio al fine di contrastare la filloptosi estiva. N° 2÷3 fertirrigazioni. - (rapporto N:P:K 3,0:1,0:4,0 + Mg+Ca) Garantire l’accrescimento completo ed equilibrato dei frutti, per avere produzioni superiori e di ottima qualità (contenuto in zuccheri, acidità, consistenza e conservabilità). N° 1÷2 fertirrigazioni. - (rapporto N:P:K 1,0:0,0:3,5) Garantire l’accumulo delle riserve azotate e di potassio (resistenza al freddo delle gemme e minori antagonismi in primavera con assorbimento del calcio) e pulizia delle ali gocciolanti con acido ortofosforico, ottenendo così anche un accumulo nelle piante delle riserve fosfatiche. N° 1 fertirrigazione.- (rapporto N:P:K 1,0:1,2:3,5) IPOTESI PIANO DI FERTIRRIGAZIONE PER PESCO EPOCA (n° decadi) 162 VANTAGGI, FINALITÀ, ASPETTI APPLICATIVI Da prefioritura a fine scamiciatura Ripresa della attività vegeto-produttiva N° 1 fertirrigazione (rapporto N:P:K 2,2:3,0:1,0 + Mg) 1° Prima fase ingrossamento frutti – divisione cellulare Predisposizione alla migliore produzione N° 1÷2 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 5,6:3,0:1,0 + Mg+Ca) 2° Fase ingrossamento frutti – inizio indurimento nocciolo Predisposizione alla migliore produzione e consistenza dei frutti N° 1 fertirrigazione (rapporto N:P:K 3,0:4,5:1,0 + Mg+Ca) 2° Fase ingrossamento frutti – fine indurimento nocciolo Predisposizione alla migliore produzione, differenziazione gemme senza antagonismi e consistenza dei frutti N° 1 fertirrigazione (rapporto N:P:K 4,9:1,0:6,0+Ca) 3 ° Fase Ingrossamento frutti – inizio distensione cellulare (prima e seconda decade di giugno) Predisposizione alla migliore produzione e differenziazione gemme senza antagonismi N° 2÷3 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 3,9:1,0:6,0 + Mg) 3 ° Fase Ingrossamento frutti – fine distensione cellulare (da terza decade di giugno a seconda decade di luglio) Predisposizione alla migliore produzione favorendo l’ottimale ed equilibrato accrescimento del frutto N° 3÷4 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 10,9:1,0:25,0 + Mg) Post raccolta Garantire l’accumulo delle riserve azotate e di potassio (resistenza al freddo delle gemme e minori antagonismi in primavera con assorbimento del calcio) e pulizia delle ali gocciolanti con acido ortofosforico, ottenendo così anche un accumulo nelle piante delle riserve fosfatiche N° 1 fertirrigazione (rapporto N:P:K 1,8:1,0:6,3) PRATICHE COLTURALI IPOTESI PIANO DI FERTIRRIGAZIONE PER ACTINIDIA EPOCA (n° decadi) VANTAGGI, FINALITÀ, ASPETTI APPLICATIVI Germogliamento (da prima decade di aprile a primi di maggio) Ottimale risveglio vegeto-produttivo evitando sviluppi eccessivi, tali da squilibrare la coltura N° 2÷3 fertirrigazioni con dosi decrescenti (rapporto N:P:K 1,0:3,0:1,0 + Mg) Da prefioritura a fine fioritura (da inizio maggio a seconda decade di maggio) Favorire la fioritura evitando sviluppi eccessivi, garantendo ottimale fotosintesi e prevenendo carenze di magnesio N° 2÷3 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 1,6:1,0:1,2 +Mg) Da allegagione a inizio allungamento frutti (da terza decade di maggio a metà giugno) Ottenere la migliore allegagione, favorire una ottimale fotosintesi prevenendo carenze di magnesio N° 2÷3 fertirrigazioni rapporto N:P:K 4,8:1,0:1,6 +Mg+Ca) Allungamento e ingrossamento frutti (da metà giugno a fine luglio) Favorire la moltiplicazione cellulare e l’intenso accrescimento del frutto, evitando rotture nel flusso nutrizionale, al fine di migliorare la consistenza del frutto N° 5÷6 fertirrigazioni (rapporto N:P:K 4,4:1,0:1,6 +Mg+Ca) Crescita lenta frutti (agosto) Garantire l’ottimale formazione dei semi e un accrescimento completo ed equilibrato dei frutti, per ottenere produzioni superiori e di ottima qualità (contenuto in zuccheri, acidità, consistenza e conservabilità) e migliorare la consistenza del frutto N° 1÷2 fertirrigazioni con dosi decrescenti (rapporto N:P:K 1,0:0,0:3,4) Ripresa accrescimento frutti (settembre) Favorire il completamento dell’accrescimento frutti e la migliore maturazione per ottenere frutti di ottima qualità (contenuto in zuccheri, acidità, consistenza e conservabilità) e l’accumulo di riserve nella pianta N° 1÷2 fertirrigazioni con dosi decrescenti (rapporto N:P:K 1,0:0,0:3,4) 163 PRATICHE COLTURALI Pioneering Products Concimi Speciali per la Frutticoltura di Qualità. • Concimi NK e NPK a cessione controllata, tecnologia MultiCoTechTM (MCTTM). • Concimi NK e NPK granulari a pronta assimilabilità, a base di potassio nitrato. • Concimi idrosolubili di massima purezza, solubilità ed efficienza. • Concimi fogliari con azione fisionutrizionale a pronto effetto. Pioneering the Future Haifa Italia Srl 164 Tel: 051.338.011 E-mail: [email protected] www.haifa-group.com PRATICHE COLTURALI DIRADAMENTO DEL MELO CON FITOREGOLATORI PRODOTTI DISPONIBILI METAMITRON Da quest’anno è disponibile una nuova molecola diradante metamitron (Brevis). Il suo meccanismo di azione risulta diverso rispetto ai prodotti attualmente a disposizione: infatti, il metamitron riduce l’attività fotosintetica della pianta attivando un “effetto ombra” prolungato che provoca la cascola dei frutticini. L’effetto diradante è amplificato se a seguito della sua applicazione si verificano giornate nuvolose, al contrario, se con giornate terse, diminuisce. La luce risulta quindi il fattore ambientale più importante seguito dalle temperature e umidità (vedi tabella). Per quanto riguarda il timing di applicazione si consiglia un primo intervento a 10 – 12 mm su tutta la pianta e un successivo a 14 mm preferibilmente localizzato nella parte alta. Il dosaggio consigliato in Piemonte, su tutte le varietà, in presenza di una buona fioritura, va da 1.7 a 2.2 kg/ha per trattamento per un totale di 3.5 - 4.4 kg/ha. Nelle prove eseguite è stato osservato che la quantità di acqua distribuita a ettaro può condizionare l’efficacia del trattamento; con volumi inferiori a 10 hl/ha non si hanno risultati soddisfacenti, pertanto il volume di riferimento è compreso fra i 13 – 15 hl/ha. Fattori che agiscono sull’efficacia diradante del metamitron: MAGGIORE EFFICACIA MINORE EFFICACIA Minore radiazione solare Elevata radiazione solare (nuvolosità elevata) (giornate soleggiate) Alte temperature notturne Basse temperature notturne (maggiore consumo di fotosintetati) (minore consumo di fotosintetati) Clima Umido Clima secco Piante giovani Impianti vecchi Attualmente non si hanno esperienze del metamitron in miscela con altre molecole e quindi non è possibile fornire indicazioni in tal senso. NAD (amide) ✓è il fitoregolatore di riferimento per la Golden Delicious. ✓non va utilizzato, neppure accidentalmente per deriva, sulle cv. Red Delicious e Braeburn. ✓è impiegabile da caduta petali fino ad un diametro medio dei frutticini centrali, di 5 - 6 mm, anticipando il periodo se ne esalta l’azione. ✓su Gala va impiegato con cautela (max 60-70 g e su piante con oltre 4 anni di età per ridurre il rischio della comparsa dei frutti pigmei) ✓è da evitare l’aggiunta dell’olio 165 PRATICHE COLTURALI NAA (acido) ✓è impiegabile preferibilmente sulle Golden Delicious e sul gruppo Gala. Si consiglia la miscela con la benziladenina su Fuji e Braeburn. Se ne consiglia l’impiego: In condizioni avverse all’utilizzo del NAD (es. temperature troppo basse, umidità insufficiente, piogge persistenti) o in caso di frutteti misti con varietà sensibili al NAD. Il prodotto è applicabile su frutticini aventi un diametro medio di 7 - 10 mm in miscela con benziladenina (BA). In tal caso impiegare i dosaggi inferiori consigliati nella tabella in allegato per evitare il rischio di comparsa dei frutti pigmei. ETEPHON ✓insieme ad ATS rimane una delle poche possibilità di prodotti diradanti da impiegare in epoca precoce su Fuji e Red Delicious anche se i risultati non sono sempre costanti. ✓impiegare questo prodotto senza bagnante ed a una temperatura di almeno 12 °C ma non superiore ai 20 °C per evitare un sovra-diradamento ✓la sua migliore attività è svolta su Fuji a bottoni rosa, stessa applicazione su Red Delicious con risultati più altalenanti BENZILADENINA (BA) ✓temperature di 19 - 20°C dopo la sua applicazione ne esaltano l’azione senza arrivare, nella nostra realtà ad un sovra-diradamento; E’ invece diffusa la possibilità di un azione insufficiente se non esistono le condizioni climatiche ideali. ✓la finestra applicativa va da da 8 a 14 mm; si tenga però presente che con i diametri più elevati aumenta il rischio di frutti pigmei su Fuji e Red Delicious; di conseguenza si consiglia l’applicazione a 10 - 12 mm. ✓L’aggiunta di olio bianco o bagnanti lo rende più efficace. ✓Un’eventuale ripetizione di BA a 14 mm successiva all’applicazione a 8 - 10 mm può essere realizzata nelle situazioni più difficili AMMONIO TIOSOLFATO (ATS) ✓il meccanismo di azione si basa unicamente sull’azione fitotossica nei confronti dei fiori non ancora fecondati: un fiore è fecondato dopo 24 - 36 ore dalla sua completa apertura ✓l’applicazione ottimale è a circa il 50% dei fiori aperti su legno di 2 anni ✓sono necessari 2 interventi distanziati di 1 – 2 giorni ✓l’utilizzo più idoneo è quello nei confronti di varietà sulle quali il NAD non può venire impiegato (Fuji, Red Delicious, Braeburn) ✓si consiglia di evitare l’utilizzo del prodotto su vegetazione bagnata o in previsione di una pioggia imminente (fitotossicità). La temperatura ottimale è compresa tra i 18 - 20 °C. OSSERVAZIONI ✓temperature fra i 15 e 20°C per alcune ore dopo il trattamento, e umidità relativa superiore al 70%, sono i presupposti per una buona riuscita del diradamento chimico con i prodotti fitoregolatori. ✓è necessario scegliere con oculatezza il giorno per eseguire l’intervento; è preferibile 166 PRATICHE COLTURALI ritardare l’intervento, operando in condizioni di buona umidità, piuttosto che centrare perfettamente il periodo ma in condizioni non ottimali. Nella generalità dei casi sarà sempre preferibile intervenire a sera tardi o a mattino presto. Si tenga presente che i formulati a base di NAD liquidi (Geramid) richiedono solo 2 - 3 ore di elevata umidità per essere assorbiti; diversamente i formulati in polvere necessitano di 8 - 10 ore di umidità e quindi il loro impiego dovrà essere posizionato alla sera. ✓E’ consigliabile usare i diradanti fitoregolatori sempre da soli, non in miscela con altri prodotti soprattutto per ragioni di volumi d’acqua. ✓L’impiego di Promalin o altri prodotti similari, contemporaneamente o a breve distanza da un fitoregolatore diradante, accentua l’efficacia di quest’ultimo. SCHEMA RIEPILOGATIVO PER LE STRATEGIE DI DIRADAMENTO GRUPPO GALA Strategia Epoca intervento Fiore centrale aperto e fecondato Opzione A Principio attivo Ger Ats (60 %) ATS* 8 - 10 mm Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio Opzione B formulazione liquida ATS (90 %) formulazione in polvere 12 kg/ha 500 100 Gerba 4 LG (4%) 250 olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 100 NAD Amid Thin W, Diramid (8%) 60-70 Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 500 Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 100 Gerba 4 LG (4%) 250 vari 100 Eventuale NAA** 8-10 mm olio bianco o bagnanti 8-10 mm metamitron 12 – 14 mm 15 kg/ha Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 6 - BA Opzione C Dose (g-ml\hl) Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 6 – BA + (Carico abbondante) Formulato commerciale Brevis 2 – 2.2 kg/ha 2 – 2.2 kg/ha * se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di 1 – 2 giorni al fine di garantire l’efficacia della strategia adottata **E’ disponibile la miscela di NAA + BA (4 %) nel formulato DIRA-MAX LG 167 PRATICHE COLTURALI GRUPPO GOLDEN DELICIOUS Fioritura Principio attivo Epoca intervento Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio Normale Opzione A NAD Amid Thin W, Diramid (8%) Geramid neu (4%) Diradone 6 - BA 10-12 mm olio bianco o bagnanti Normale Opzione B Formulato commerciale 500 Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 100 Gerba 4 LG (4%) 250 vari 100 Brevis 12 – 14 mm Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio NAD NAA Abbondante 8-10 mm 6 - BA* olio bianco o bagnanti 100 170-200 Max 400 g/ha Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 8-10 mm metamitron Dose (g-ml\hl) 1.8 – 2.2 kg/ha 1.8 – 2.2 kg/ha Amid Thin W, Diramid (8%) Geramid neu (4%) 100 170-200 Diradone Max 400 g/ha Nokad (4%) ecc Dirager (3.3%) ecc 10-12 10-15 Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 500 Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 100 Gerba 4 LG (4%) 250 vari 100 *E’ disponibile la miscela di NAA + BA (4 %) nel formulato DIRA-MAX LG NOTA: nel caso non sia possibile utilizzare NAD come prima trattamento impiegare successivamente NAA a 8 – 10 mm a dosi normali d’etichetta RENETTA 168 Strategia Epoca intervento Principio attivo Unica Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio NAD Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Amid Thin W, Diramid (8%) 100 Geramid neu (4%) 170 - 200 PRATICHE COLTURALI GRUPPO RED DELICIOUS Strategia Epoca intervento Bottoni rosa OPPURE Fiore centrale aperto e fecondato Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Etephon Ethrel, ecc 25 Ger Ats (60 %) ATS* 12 kg/ha Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 500 Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 100 Gerba 4 LG (4%) 250 olio bianco o bagnanti vari 100 metamitron Brevis 6 - BA 8-10 mm 8-10 mm ATS (90 %) formulazione in polvere Opzione A Opzione B 15 kg/ha formulazione liquida 12 – 14 mm 1.8 – 2.2 kg/ha 1.8 – 2.2 kg/ha * se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di 1 – 2 giorni al fine di garantire l’efficacia della strategia adottata GRUPPO FUJI Strategia Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Bottoni rosa Etephon Ethrel, ecc 25 OPPURE Fiore centrale aperto e fecondato Ger Ats (60 %) ATS* formulazione liquida ATS (90 %) formulazione in polvere Opzione A 6 - BA 8-10 mm olio bianco o bagnanti metamitron 12 – 14 mm 12 kg/ha Maxcel, Exilis, Gerbathin 2 LG (2%) 500 Brancher Dirado, Agrimix top (9.4%), Separo 100 Gerba 4 LG (4%) 250 vari 100 Brevis 2 – 2.2 kg/ha 2 – 2.2 kg/ha 8-10 mm Opzione B 15 kg/ha ** se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di qualche giorno al fine di garantire l’efficacia del prodotto 169 170 welcomeadv.it Prodotto fitosanitario Autorizzato dal Ministero della Salute. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto con particolare attenzione alle prescrizioni supplementari, ai pittogrammi e le frasi di pericolo per un uso sicuro del prodotto. PRATICHE COLTURALI Finalmente una soluzione semplice e affidabile per il dirado di melo e pero: Brevis® per ottimizzare il tuo profitto grazie a produzioni di qualità. Adama Italia S.r.l. Via Zanica, 19 - 24050 Grassobbio (BG) - Italia - www.adama.com Continuità di una esperienza consolidata PRATICHE COLTURALI I nostri prodotti per la coltura del melo Obsthormon 24 a Diramid Geramid Neu Dirager GerBA 4 LG Diramax Gerephon SL GerBAthin 2 LG Progerbalin LG Gerlagib LG La Gobbi da più di 50 anni ha prodotto, produce e continuerà a produrre fitoregolatori per mele di qualità Specialità per l’Agricoltura Via Vallecalda, 33 - 16013 Campo Ligure (GE) Tel.: +39 010 920 395 Fax: +39 010 921 400 e-mail: [email protected] www.lgobbi.it 171 PRATICHE COLTURALI DIRADAMENTO MANUALE DI PESCO E MELO NETTARINE Corretto carico produttivo per “Nettarine Precoci” con calibro prevalente A – AA (Big Top ecc) Sesto d’impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N° frutti per pianta Produzione per pianta (kg) 4.5 x 2 1100 Y 170 - 200 30 - 36 4.5 X 1.5 1500 Asse colonnare 140 - 150 24 - 26 Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 350 - 400 130 - 150 Corretto carico produttivo per “Nettarine Tardive” con calibro prevalente A – AA (Orion ecc) Sesto d’impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N° frutti per pianta Produzione per pianta (kg) 4.5 x 2 1100 Y 180 - 210 35 - 40 4.5 X 1.5 1500 Asse colonnare 130 - 140 25 - 27 Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 400 - 450 150 - 170 PESCHE Corretto carico produttivo per “Pesche” con calibro prevalente AA - AAA (Vista Rich, Rome Star ecc) Sesto d’impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N° frutti per pianta Produzione per pianta (kg) 4,5 x 2 1100 Y 150 - 170 35 4,5 X 1.5 1500 Asse colonnare 120 - 130 25 Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 380 - 400 150 MELO Corretto carico produttivo per gruppo varietale e anno di età dell’impianto 172 Gruppo varietale n° piante/ ha PIANTE al 2o ANNO N° frutti/ pianta PIANTE al 3o ANNO n° frutti/pianta GALA 2000 2500 25 - 30 50 - 55 GOLDEN D. 1600 1800 30 - 35 55 - 60 FUJI 1600 1800 20 - 25 45 - 50 RED D. standard 2100 2500 25 - 30 RED D. spur 2600 3000 10 - 15 PIENA PRODUZIONE n° frutti/ pianta PIENA PRODUZIONE q.li/ha PIENA PRODUZIONE q.li/gta 500 - 550 190 - 210 470 - 500 180 - 200 120 - 130 470 - 500 180 - 200 50 - 55 120 - 130 500 - 550 190 - 210 25 90 - 105 450 - 550 180 - 200 130 - 150 PRATICHE COLTURALI Consigli operativi: ✓Iniziare a diradare prima le varietà del gruppo Fuji (da fine maggio); ✓Iniziare per tempo l’operazione; i passaggi tardivi (da luglio in avanti) sortiscono minor efficacia anche solo per la finalità della pezzatura; ✓Approfittare di questa operazione per eliminare i frutti piccoli, deformati, danneggiati, rugginosi, ecc; lasciare preferibilmente frutti singoli (circa ogni 15 - 20 cm) e ben distribuiti sulla pianta. Su piante che hanno fiorito poco lasciare più frutti per mazzetto senza mai superare il numero di massimo di 2-3; ✓Al primo anno di vita dell’impianto eliminare tutti i frutti e nel secondo limitarli al minimo; ✓Allo scopo di valutare la correttezza dell’operazione in corso si consiglia di fare un conteggio dei frutti rimasti almeno su una pianta facendo riferimento ai dati nelle tabelle sopra. DIRADAMENTO MECCANICO Gradualmente da qualche anno si stanno diffondendo le macchine per il diradamento meccanico anche nel nostro territorio: infatti, in particolare nel pesco, questa pratica consente un sensibile risparmio di manodopera. Fig. 1a Macchina tradizionale Fig. 1b Macchina ad asse sdoppiato MODALITÀ APPLICATIVE Epoca intervento Velocità di avanzamento della trattrice* Velocità di rotazione del mandrino MELO PESCO Piena fioritura Da evitare interventi più precoci (stadio D,E), in quanto eliminerebbero completamente il mazzetto fiorale o più tardivi, per possibili danni ai frutti Inizio scamiciatura Questo ritardo nell’intervento consente di diminuire i rischi derivanti da gelate tardive e non arreca danno ai frutti 6.5 - 7 km/h 6.5 - 7 km/h Non sono consigliabili velocità maggiori di 8 km/h in quanto ne risulta una più difficile conduzione della macchina 200 - 250 giri/min 160 - 200 giri/min 173 PRATICHE COLTURALI Si sottolinea: ✓L’efficacia diradante aumenta con la velocità di rotazione e cala al crescere della velocità di avanzamento. ✓Le velocità di avanzamento della trattrice e di rotazione del mandrino vanno decise in funzione del carico produttivo presente in pianta e della cultivar. VANTAGGI E LIMITI 174 VANTAGGI LIMITI Su melo questa tecnica rappresenta una reale alternativa al chimico Le forme di allevamento in volume (taille longue) non si adattano al passaggio della macchina e richiedono un adattamento con una razionale potatura Su pesco, diminuisce significativamente il tempo necessario per il diradamento manuale da un 30 a un 50 % Non è applicabile nel caso in cui il piano di campagna sia sconnesso o presenti pendenza elevata E’ indipendente dalle condizioni meteo Una cima poco sviluppata (es. gruppo Red) può rompersi o essere sovra-diradata E’ impiegabile nel biologico L’acquisto della macchina non è conveniente per un’azienda di piccole dimensioni Il tempo necessario per il passaggio della macchina va da 1,2 a 1,5 ore/ha, per cui il costo dell’intervento risulta molto contenuto - PRATICHE COLTURALI FITOREGOLATORI MELO ALLUGAMENTO DEI FRUTTI Per favorire il miglioramento della forma dei frutti delle varietà appartenenti al gruppo Red Delicious, è possibile intervenire con prodotti a base di gibberelline + BA nella fase di fioritura. La strategia d’intervento si differenzia a seconda dell’entità della fioritura: se questa risulta omogenea si consiglia un unico trattamento a 50 - 60 % dei fiori aperti se invece questa risulta scalare si consiglia di sdoppiare il trattamento intervenendo con dosi dimezzate al 20 e al 70 % dei fiori aperti. Strategia d’intervento Tipo di Fioritura Epoca Omogenea 50 - 60 % fiori aperti Scalare 20 % fiori aperti 70 % fiori aperti Prodotto Dose 100 ml/hl Promalin NT ecc 50 ml/hl 50 ml/hl Raccomandazioni: ✓si ricorda che l’azione dei fitoregolatori è migliore in condizioni di temperatura superiore a 10°C e di UR oltre il 60% al momento dell’applicazione (intervenire preferibilmente di sera). ✓è sempre consigliata l’aggiunta di un bagnante. RIDUZIONE DELLA RUGGINOSITÀ Per i gruppi varietali Golden, Gala e Fuji è possibile ridurre la rugginosità sui frutti attraverso l’utilizzo di prodotti a base di gibberelline (Promalin NT ecc e Regulex ecc) a partire dalla fase di caduta petali con un ciclo di 2 – 3 interventi distanziati di 8 – 10 giorni uno dall’altro. Si consiglia inoltre di prendere in considerazione tutti quegli elementi atti a limitare l’insorgenza del fenomeno: ✓evitare l’applicazione di prodotti insetticidi liquidi (formulazioni EC), soprattutto se a dosaggi elevati nei periodi critici (da allegagione a fine luglio), ma preferire l’uso di prodotti WG e WDG; ✓evitare miscele con prodotti non compatibili o di diverso tipo di formulato. Se questo non è realizzabile seguire il seguente ordine di miscelazione: granuli idrodispersibili (WG-WDG), polvere (PB WP), flow (SC), liquido (EC), per ultimo olio – concimi fogliari - bagnanti; ✓evitare applicazioni su pianta bagnata; ✓evitare uso di ditiocarbammati e rame dopo la fioritura. CONTENIMENTO DELLA VIGORIA Limitatamente ai meleti in cui la vigoria delle piante sia eccessiva (in particolare Fuji e Gala) e che abbiano raggiunto la fase di piena produzione (dopo i 3 anni) è possibile utilizzare il proexadione – calcium (Regalis) distanziandolo opportunamente (3 - 4 giorni) da altri fitoregolatori: Promalin e similari e NAD. 175 PRATICHE COLTURALI Modalità applicative Per un effetto più marcato: 1° applicazione fine fioritura/inizio caduta petali a 80 g/hl (800 – 1000 g/ha) 2° applicazione, circa dopo 10 giorni, sempre a 80 g/hl Attendere per valutare un terzo intervento: in molti casi il secondo passaggio e l’eventuale terzo può limitarsi alla parte superiore dell’albero. In caso di piante scariche si consiglia di anticipare il primo trattamento ad inizio fioritura per aumentare la tenuta dei frutti. Effetto di mantenimento Situazioni in cui si è già operato negli scorsi anni sono sufficienti 60 g/hl con i primi due interventi di cui l’ultimo solo nella parte alta. AVVERTENZE ✓preferibile acidificare l’acqua con 30 g/hl di acido citrico prima di aggiungere il prodotto. ✓distanziare l’intervento di almeno 3 giorni da NAD, Ethrel e Gibberelline (Promalin e similari) e di almeno 6 giorni da prodotti contenenti calcio ✓evitare l’impiego del prodotto su piante in allevamento prima dei 3 anni! PERO METODI PER FAVORIRE L’ALLEGAGIONE DEI FRUTTI Questa fase di fondamentale importanza risulta estremamente dipendente dalle condizioni meteorologiche. Infatti, in condizioni normali con un meteo favorevole non sono necessari interventi specifici, diversamente, se prevalgono condizioni umide e piovose che rendono problematica la normale fecondazione dei fiori si consiglia di intervenire con prodotti a base di gibberelline. Questo trattamento è bene riservarlo per la varietà Abate fétel in quanto sulle altre cultivar può provocare un allungamento eccessivo dei frutti. Si riportano di seguito i punti essenziali da seguire per l’applicazione del suddetti trattamento: ✓Si dovrà sempre distinguere la strategia da seguire sulla base del vigore delle piante. ✓Per garantire una buona fecondazione dovranno esserci impollinatori compatibili in quanto le principali varietà sono auto incompatibili ed i frutti che comunque si originerebbero per partenocarpia avrebbero caratteristiche inferiori a quelli regolarmente fecondati. ✓L’impiego di fitoregolatori non deve mai costituire un abuso in quanto si potrebbero avere conseguenze negative sulla qualità dei frutti (forma irregolare, tenuta ecc.) Strategia applicativa 1. Applicazione di Promalin o Promalin simili al 10% di fiori aperti a 15 ml/hl + alghe 2. Applicazione di Promalin o Promalin simili ad inizio caduta petali a 10ml/hl + alghe NOTE: ✓A dosaggi maggiori di Promalin possono aversi frutti deformati!! ✓Il miglior effetto si ha con temperature sufficientemente elevate (12 - 15 °C) ✓E’ consigliabile aggiungere prodotti a base di alghe ACTINIDIA Anche su questa specie è possibile intervenire per aumentare la pezzatura dei frutti. Il p.a. utilizzabile è il forchlorfenuron utilizzabile 20 giorni dopo la fioritura. Non si consiglia un suo impiego in appezzamenti con produzioni insufficienti onde evitare problemi di forma dei frutti. 176 PRATICHE COLTURALI Titolare della registrazione: Tecnologia per la natura Aut. Ministero della Salute n. 12828 del 02/10/2006. Estensione per l’uva da tavola autorizzata il 16/01/2012. www.alzchem.com Benefici per l‘actinidia Calibro più grande e forma ideale del frutto Distributore per l’Italia: Agricola Internazionale Srl Via Bellatalla n. 50 I - 56124 Pisa Tel. +39 050 598703 Elevati valori di sostanza secca e degli zuccheri Ottima conservabilità in frigo ed in shelf-life www.agricolainternazionale.it [email protected] Per informazioni tecniche per il l‘Italia Sud e Isole: Tel.: +39 335 326001 per l‘Italia Nord e Centro: +39 0473 550 634 Benefici per l‘uva da tavola Incremento del peso e delle dimensioni dell’acino Mantenimento delle caratteristiche varietali Maggiore conservabilità in campo e in post-raccolta 177