Mele, aumenta la resa
ma 1 costi ancora di più
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CIes? circa 600 produttori ieri alla giornata della Frutticoltura delle Valli di Non
Produrre su 4 ettari costa 25mila euro l'ettaro, pari a 0,46 euro al chilo
di Carlo Bridi
Ancora una volta, per la 18a la
giornata sulla "Frutticoltura delle Valli del Noce", svoltasi ieri al
polo scolastico di Cles e in diretta streaming in biblioteca, ha registrato il tutto esaurito con la
presenza di oltre 600 frutticoitori e tecnici della Valle di Non. Di
attualità i temi affrontati con
grande professionalità dai tecnici della Fem che hanno dimostrato un salto di qualità anche
nel modo di presentare le loro
relazioni. Introdotti dal direttore Mauro Pezzi, si sono susseguiti sul palco: Flavio Pinamonti,
Massimo Prantil, Matteo de
Concini e Gianluca Giuliani, a
nome dei rispettivi team che
hanno redatto le relazioni. Le
conclusioni a Alessandro Dalpiaz direttore di Apot.
«17.000 ettari di frutteto delle
valli del Noce sono coltivati da
6.700 coltivatori mentre i soci di
Melinda, le famiglie in questo caso, sono 3.859», ha affermato Pinamonti. «Ma pur in presenza di
un costante aumento di resa ad
ettaro, siamo passati da meno di
400 quintali ai 600, a fronte dei
costi di produzione unitari in costante crescita siamo passati ad
un margine per le aziende sempre inferiore. Oggi - ha ricordato
il relatore - i costi di produzione
sono pari per un azienda di 4 ettari, a 25 mila euro l'ettaro fra
macchine agricole che sole assorbono il 20% dei costi, assicurazione grandine, irrigazione,
mano d'opera extra aziendale,
costi d'impianto, quote d'ammortamento macchine ed altre
piccole spese, portando il costo
a 0,46 euro al chilo con una resa
ad ettaro di 550 quintali».
Massimo Prantil ha affrontato
il tema del dirado come strategia
per ottenere raccolti regolari,
senza alternanze, di pezzature
ottime e di lata qualità. Da una
parte è stato riservata molta attenzione alla nuova molecola
per il dirado chimico il Metamitron (Brevis), molto consigliato
particolarmente per le nuove varietà quali la Fuji e la Gala, che
presentano dei problemi nel dirado, oltre che sulla varietà dominate la Golden nei casi in cui i
diradanti usati in fioritura non
facciano un effetto soddisfacente. Importante anche il dirado
meccanico che però non è praticabile in molti terreni della Valle
di Non per la pendenza dei terreni.
Altro tema affrontato che si è
acuito nel 2014 a causa delle
condizioni meteo, è stato quello
del marciume del cuore delle
mele causato da funghi che penetrano nel cuore della mela nel-
le prime fasi di sviluppo e poi si
espandono. «Si è provveduto
all'individuazione dei patogeni ha affermato Matteo de Concini
a nome del team che ha redatto
la relazione - e si sono identificati alcuni funghi appartenenti al
genere Fusarium e Botriosphaeria. Nei prossimi mesi saranno
condotte delle ricerche specifiche con lo scopo di valutare l'efficacia di diversifitofarmacinei
confronti dei patogeni, per trovare una strategia più sostenibile per combattere il fenomeno».
In ultimo è stato affrontato il
tema scopazzi che ha dimostrato una non sufficiente attenzione dei frutticoitori nell'estirpare
le piante malate, al punto che il
consiglio provinciale ha approvato lo scorso mese una legge
che prevede che nel caso in cui
dopo diffida i frutticoitori non
estirpano le piante colpite l'operazione può essere disposta
dall'ente pubblico, in forza di un
decreto legge nazionale. Sull'argomento hanno relazionato sia
Gianluca Giuliani della Fem che
il direttore dell'Apot, Alessandro
Dalpiaz che ha fatto un puntuale resoconto sui controlli eseguiti in campo lo scorso autunno, e
su quello che partirà a breve: chi
non avrà estirpato le piante segnate subirà una sanzione di
400 euro per ettaro coltivato.
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