VARROA Caratteristiche della patologia Informazioni Malattia Varroasi (Varroatosi) Varroa destructor Anderson & Trueman. Acaro appartenente alla famiglia Varroidae (Acarina, Mesostigmata), a quattro paia di zampe e con notevole dimorfismo sessuale. Le femmine sono facilmente distinguibili a occhio nudo, di forma ovale-ellissoidale e colore bruno-rossiccio, di dimensioni 1,11,7 x 1,5-1,9 mm. I maschi sono di forma rotondeggiante e di colore bianco-grigiastro, di dimensioni inferiori a quelle delle femmine (0,8 mm). La femmina rappresenta la vera responsabile dell’infestazione, effettando la fase riproduttiva all’interno delle celle di covata, alternata ad una fase foretica di diversa durata a seconda dell’età, delle condizioni climatiche e della presenza o meno di covata. Breve descrizione (max. 10 righe) Originariamente limitata ad Apis cerana, a cui non causava particolari danni, la parassitosi si è diffusa ad Apis mellifera a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Segnalata per la prima volta in Italia nel 1981. Da allora si è diffusa su tutto il territorio nazionale ed è da considerare ubiquitaria. E’ attualmente considerata la più grave parassitosi dell’ape mellifera a livello mondiale, ad esclusione dell’Australia e dell’isola meridionale della Nuova Zelanda. L’acaro si comporta da parassita obbligato per tutto il suo ciclo vitale, che è sincronizzato con quello dell’ape, sia a spese della covata (preferibilmente quella maschile), sia a spese degli adulti (api operaie e fuchi). La malattia, se non contrastata, conduce a morte le famiglie. Le strategie di controllo si basano sull’utilizzo di acaricidi di origine naturale (timolo, acido ossalico) e/o di sintesi (fluvalinate, amitraz), associato a tecniche apistiche quali il blocco di covata naturale o indotto, l’utilizzo di favo-trappola, la formazione di sciami artificiali. Rilevanza della patologia Presenza e frequenza dell’agente eziologico sul territorio regionale / extraregionale Presenza e frequenza della Endemica. Frequenza molto elevata: praticamente tutte le malattia in Regione Lombardia famiglie di api di n determinato territorio sono infestate. Presenza e frequenza della Endemica. Frequenza molto elevata: praticamente tutte le malattia in regioni / Stati famiglie di api di n determinato territorio sono infestate. confinanti Frequenza eventuali epidemie Parassitosi a carattere endemico. (specificare aree) Animali / Vettori / Ambiente Si tratta di un parassita obbligato dell’ape che non presenta vettori e non sopravvive nell’ambiente senza la presenza dell’ape. E.1 E.1.1 Nome patologia E.1.2 Agente/i eziologico/i E.1.3 1 1.1-1.2 1.1.1 1.2.1 1.1.2 1.2.2 1.1.3 1.2.3 1.1.4 1.2.4 Scheda varroa Pag. 1 1.1.5 Eventuali cicli stagionali / focolai 1.2.5 influenzati da anomalie climatiche 1.1.6 1.2.6 1.1.7 1.2.7 1.1.8 1.2.8 1.3 1.3.1 1.4 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.5 1.5.1 1.5.2 1.5.3 1.5.4 1.6 1.6.1 1.6.2 1.6.3 1.7 1.7.1 1.7.2 1.7.3 La dinamica di sviluppo della popolazione di varroa all’interno dell’alveare dipende dal momento stagionale (principalmente primavera/estate) e dalla situazione della famiglia ospite. La riproduzione è legata alla presenza di covata, soprattutto maschile in quanto caratterizzata da un più lungo periodo di opercolatura, ed alla regolarità/stabilità delle temperature. Fattori che favoriscono la presenza La varroa si diffonde da un apiario ad un altro attraverso dell'agente (scarse misure l’introduzione di regine e nuclei, la raccolta di sciami, il igieniche, biosicurezza, nomadismo e i fenomeni di deriva e saccheggio. management, ecc.) Stabilità nell'ambiente dell'agente Nessuna, in assenza di api. eziologico Possibilità di eliminare l'agente L’agente non sopravvive nell’ambiente in assenza di api. dall'ambiente Numero di specie domestiche colpite Numero di specie domestiche Una sola specie: Apis mellifera. colpite (indicare anche quali) Velocità di diffusione Rapidità di diffusione Media. Legata a fenomeni di deriva e saccheggio, e ad nell'allevamento operazioni apistiche quali la riunione di famiglie. Rapidità di diffusione tra Media. Trasmissione rapida tra apiari legata alla allevamenti movimentazione di api. Capacità di diffondersi senza Nessuna. movimentazione di animali Vettori come reservoir e potenziali fonti di contagio Ciclo della patologia influenzato da Non esistono vettori noti dell’acaro. vettori Presenza del vettore sul territorio Nessuna. regionale / nazionale Presenza del vettore legata a Nessuna. determinate aree / condizioni climatiche Capacità del vettore di Nessuna. sopravvivere, riprodursi, trasmettere l'infezione, fungere da reservoir Rischio di contagio nelle specie sensibili Probabilità di trasmissione Alta. Modalità di trasmissione Contatto diretto con api infestate. Particolari condizioni che Fenomeni di deriva e saccheggio a partire da apiari infestati che si trovino nel raggio di 3 km. Introduzione di api regine e favoriscono la trasmissione nuclei infestati. Specie selvatiche reservoir e potenziali fonti di contagio Specie colpite Nessuna. Interazioni selvatici / domestici / Nessuna. uomo Eventuali specie in pericolo colpite Nessuna. Scheda varroa Pag. 2 1.8 Potenziale diffusione silente La sintomatologia è dipendente dal livello di infestazione e attraverso i segni clinici dalla presenza di infezioni concomitanti. La sintomatologia apprezzabile riguarda sia la covata (irregolarità, presenza di opercoli bucherellati e infossati, nascita di api più piccole del normale e deformi) sia le api adulte (difficoltà di volo, riduzione della popolazione). In presenza di infestazione elevata, i danni sono gravi ed evidenti. In presenza di infestazione media o bassa, alcuni segni clinici, peraltro non sempre patognomonici, sono di solito rilevabili in seguito ad un controllo attento. In ogni caso, la presenza del parassita è sempre rilevabile tramite attenta osservazione delle api. Diffusione attraverso soggetti sub- La presenza del parassita nelle famiglie/api asintomatiche è clinici / asintomatici sempre rilevabile tramite adeguate metodologie di verifica che sono direttamente applicabili dall’ apicoltore. Periodo d'incubazione Variabile a seconda del momento stagionale e dallo stato della famiglia, comunque inferiore all’anno. Variabilità dell’agente Specie / Tipi conosciuti Si tratta di una specie complessa, suddivisa in alcune sottospecie/aplotipi, solo due delle quali sono state descritte in modo dettagliato: l’aplotipo coreano (più aggressivo, e diffuso in Europa, Asia continentale, Africa settentrionale e America settentrionale) e l’aplotipo giapponese (meno aggressivo, e diffuso in Giappone, Indonesia e America meridionale). Mutazioni Sono descritte mutazioni di geni bersaglio di acaricidi quali il fluvalinate, che conferiscono resistenza al relativo trattamento. Interazioni ospite-patogeno Grado di conoscenza scientifica L’azione patogena è proporzionale all’intensità sulla patogenesi dell’infestazione ed è rappresentata sia dal danno diretto arrecato alle api in via di sviluppo ed adulte, sia dalla trasmissione di infezioni secondarie in particolare diverse virosi, sia dall’azione negativa nei confronti del sistema immunitario. Conoscenza della risposta immunitaria Totale / parziale / nessuna Più che di immunità a livello individuale nei confronti conoscenza dell'immunità umorale dell’acaro, si fa riferimento alla cosiddetta immunità sociale, cioè alla difesa collettiva della famiglia volta a ridurre gli effetti dell’infestazione, attraverso determinate strategie di tipo comportamentale, fra cui preminente risulta il comportamento igienico (che riguarda l’individuazione ela rimozione delle larve infestate o morte dalle cellette) e il grooming (che riguarda la rimozione dell’acaro, operata da una ape, dal corpo della medesima ape o di altre api della famiglia). Totale / parziale / nessuna Si rimanda a quanto riportato a proposito dell’immunità conoscenza dell'immunità cellulo- umorale. mediata 1.8.1 Riconoscibilità della patologia 1.8.2 1.8.3 1.9 1.9.1 1.9.2 1.10 1.10.1 1.11 1.11.1 1.11.2 Scheda varroa Pag. 3 Impatto socio-economico 2 2.1 Impatto della patologia sulle produzioni 2.1.1 Perdite produttive (mortalità / Altamente variabili in base all’andamento stagionale e alle scarti) 2.1.2 2.1.3 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4 2.3 2.3.1 2.3.2 2.3.3 2.3.4 2.3.5 2.3.6 3 3.1 3.1.1 3.2 3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 3.2.5 3.2.6 metodologie di controllo messe in atto, possono arrivare alla morte/eliminazione di buona parte o tutte le famiglie dell’apiario, e alla perdita parziale o totale dei relativi prodotti Danni al reddito Altamente variabili, da lievi a elevati. Minacce alla sopravvivenza Le strategie di controllo, se applicate puntualmente ed dell'industria omogeneamente su una determinata base territoriale, consentono di limitare gli effetti negativi dell’infestazione sul comparto; in assenza di tali strategie, l’infestazione è potenzialmente letale per il comparto. Impatto economico diretto (costi cumulativi inclusi) Riduzioni e divieti alla produzione Nessuno. Mezzi di controllo (vaccinazione e Esistono diversi formulati acaricidi caratterizzati da differente costo ed efficacia terapeutica; inoltre va considerato il costo terapia medica / Test-and-cull / Stamping out) dei dispositivi apistici quali le gabbiette per il blocco di covata. Costi delle eventuali misure di Apprezzabili in termini di tempo lavorativo necessario alla monitoraggio valutazione dello stato di infestazione e dei dispositivi apistici quali le arnie dotate di fondo mobile. Costi degli eventuali interventi di Significativi in termini di costo dei formulati acaricidi, dei controllo dispositivi apistici quali le gabbiette per il blocco di covata, e del tempo lavorativo necessario a realizzare gli interventi. Impatto economico indiretto (sociale, commerciale) Conseguenze sulla distribuzione dei Nessuna. prodotti Riduzione del prezzo di mercato Nessuna. Divieto di distribuzione a livello Nessuno. nazionale Costi dei trattamenti e del controllo Non applicabile. della patologia negli esseri umani Riduzioni del turismo e della Non applicabile. biodiversità Restrizioni sul sistema produttivo Nessuna. Impatto sulla salute pubblica Presente in normativa Se presente ambito territoriale Presente nella normativa internazionale, UE, nazionale e interessato regionale. Potenziale zoonosico Possibilità di trasmissione agli Nessuna. esseri umani Frequenza di trasmissione agli Nulla. esseri umani Modalità di trasmissione agli esseri Irrilevante. umani (diretto, indiretto, vettori, alimenti, aerogena) Barriere di specie Irrilevante. Fattori di patogenicità Irrilevante. Eventuale sottostima dei casi Irrilevante. umani Scheda varroa Pag. 4 Probabilità di contagio Nessuna. 3.3 3.3.1 Animali vivi, prodotti di origine animale, ambiente, alimenti 3.4 Trasmissibilità tra esseri umani 3.4.1 Modalità di trasmissione tra esseri Non trasmissibile. umani (diretta / indiretta) 3.4.2 Probabilità di trasmissione tra esseri umani Non trasmissibile. 3.5 Impatto sulla salute umana 3.5.1 Gravità della sintomatologia clinica Nessuna. Non colpisce l’uomo. dei soggetti colpiti 3.5.2 Durata della sintomatologia e dell'eventuale interruzione dell'attività lavorativa 3.5.3 Danni permanenti 3.5.4 Mortalità 3.6 3.6.1 Probabilità d'infezione / tossinfezione / intossicazione attraverso gli alimenti 3.6.2 Dosi necessarie per causare infezione / tossinfezione / intossicazione 3.6.3 Precauzioni richieste Nessuna. Non colpisce l’uomo. Nessuno. Non colpisce l’uomo. Nessuna. Non colpisce l’uomo. Impatto sulla sicurezza alimentare Nessuna. 3.7 3.7.1 Potenziale dannoso dell'agente sull'uomo 3.7.2 Reperibilità dell'agente 3.7.3 Facilità d’impiego e conservazione 4 4.1 4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.1.4 Nessuna. Nessuna. Potenziale bioterroristico Nessuno. Trattasi di agente innocuo per l’uomo. Facilmente reperibile. Facilmente mantenibile in alveari con famiglie di api. dell'agente (laboratori / personale specializzato / singoli individui) Impatto sugli scambi commerciali Impatto scambi regionali legato alle normative vigenti Blocco / limitazione al commercio Fa riferimento alla normativa nazionale: Il DM 17 febbraio (singolo animale, mandria, area 1995 tuttora in vigore recita: nei casi di varroasi, il sindaco delimitata, totale) ricevuta la denuncia dispone il divieto di rimuovere o vendere alveari o api vive e di introdurre nell'apiario infestato nuove famiglie, prima che i relativi impianti siano stati disinfestati Lista di prodotti vietati Non sono poste restrizioni alla utilizzazione o all’eventuale trasferimento del miele Perdita di indennità Non applicabile Difficoltà e tempistica del recupero Non applicabile di eventuali indennità perse Scheda varroa Pag. 5 4.2 Impatto scambi nazionali / comunitari legato alle normative vigenti 4.2.1 Blocco / limitazione al commercio La OM 17 febbraio 1995 (GU 04/04/95 n. 79) tuttora in vigore (singolo animale, mandria, area delimitata, totale) 4.2.2 4.2.3 4.3 4.3.1 4.3.2 4.3.3 4.3.5 4.4 4.4.1 5 5.1 5.1.1 5.2 5.2.1 5.3 5.3.1 5.3.2 5.4 5.4.1 recita: nei casi di varroasi, il sindaco ricevuta la denuncia dispone il divieto di rimuovere o vendere alveari o api vive e di introdurre nell'apiario infestato nuove famiglie, prima che i relativi impianti siano stati disinfestati. L’OM 31 marzo 1978 contiene le norme per l’importazione dall’estero di api vive e di covate di api ai fini della prevenzione della varroasi. REGIONE LMBARDIA Lista di prodotti vietati Non sono poste restrizioni alla utilizzazione o all’eventuale trasferimento del miele. Perdita di indennità Non applicabile. Impatto scambi internazionali legato alle normative vigenti Blocco / limitazione al commercio L’OM 31 marzo 1978 contiene le norme per l’importazione (singolo animale, mandria, area dall’estero di api vive e di covate di api ai fini della delimitata, totale) prevenzione della varroasi. Lista di prodotti vietati Non sono poste restrizioni alla utilizzazione o all’eventuale trasferimento del miele. Perdita di indennità Non applicabile. Paesi con legislazioni REGIONE LOMBARDIA particolarmente restrittive Possibilità di creare aree di controllo Estensione dell'area Nessuna Benessere animale Impatto sul benessere animale (durata) Presenza e durata dei danni al Permanente, per tutta la vita dell’ape e della famiglia. benessere animale Frequenza di animali sofferenti/feriti/stressati a causa della patologia In condizioni non limite, le api sofferenti sono meno del 20% Se presenti indicare la percentuale dei membri della famiglia. Severità / reversibilità della malattia Le infestazioni con presenza di sintomatologia evidente sono Gravità clinica / reversibilità della difficilmente controllabili e portano frequentemente alla malattia perdita della famiglia. Nella maggior parte delle famiglie senza sintomatologia eclatante, la malattia è controllabile con adeguati trattamenti Interventi terapeutici e loro periodici, pur senza poter eradicare il parassita. Comunque, efficacia una parte delle famiglie (variabile a seconda delle modalità gestionali e delle condizioni concomitanti, e ipotizzabile fra il 5 e il 10%) viene perduta ogni anno a causa dell’infestazione. Impatto sulle libertà animali Non applicabile. Libertà animali impedite Scheda varroa Pag. 6 Strumenti di controllo 6 6.1 Adeguatezza degli strumenti per la diagnosi 6.1.1 Kit validati disponibili in Italia Non esistono kit diagnostici validati. 6.1.2 Normative che regolano la Ministero della Salute: Piano Nazionale Integrato 2011-2014,. diagnostica 6.1.3 6.1.4 6.2 6.2.1 6.2.2 6.2.3 6.2.4 6.2.5 6.2.6 6.3 6.3.1 6.3.2 Regione Lombardia: Indicazioni operative per la lotta alla varroa per l’anno 2011. Metodologie diagnostiche descritte Il “Manual of Diagnostic Tests and Vaccines for Terrestrial da enti internazionali (OIE, UE) Animals”, OIE , 6°ed. 2008, riporta al capitolo 2.2.7 la metodologia diagnostica basata: a) sulla ricerca visiva del parassita fra i detriti ritrovabili sul fondo mobile dell’arnia, anche previo arricchimento per flottazione, b) sull’esame della covata, e c) sull’esame diretto delle api, per la rilevazione della sintomatologia e dell’acaro (anche tramite particolari metodologie di separazione). Possibilità / Obbligo di effettuare Non applicabile. test DIVA (vaccini marker) Adeguatezza degli strumenti per la prevenzione Ostacoli / incentivi alla prevenzione La prevenzione dell’infestazione nel territorio regionale è sostanzialmente inapplicabile, fermo restando che pressoché l’intero patrimonio apistico è da considerarsi infestato. E’ possibile controllare l’eccessivo sviluppo dell’infestazione ed i relative effetti negativi, mediante apposite strategie di trattamento. Possibili mezzi di prevenzione e loro Da un punto di vista teorico, un apiario esente non deve efficacia essere soggetto a vicinanza di apiari infestati nel raggio di 3 km, ed eventuali introduzioni di api adulte dall’esterno dovrebbero essere effettuate previa somministrazione di trattamento acaricida, peraltro presumibilmente non efficace al 100%. Disponibilità di vaccini commerciali Non disponibili. a livello Europeo / Internazionale Disponibilità di vaccini marker a Non disponibili. livello Europeo / Internazionale Efficacia della vaccinazione Non applicabile. Normative che regolano gli Non esistono vaccini. interventi vaccinali Adeguatezza degli strumenti per il controllo Ostacoli / incentivi al controllo Il beneficio derivante dall’adozione tempestiva di adeguate strategie di controllo è indiscutibile. Peraltro sono riportati diversi fenomeni di resistenza farmacologica. Al fine di ridurre questi ultimi, è consigliabile alternare l’impiego degli acaricidi negli anni o combinare l’utilizzo di diversi acaricidi nello stesso anno , ed inoltre integrare i trattamenti con adeguate tecniche apistiche. Possibili mezzi di controllo e loro Non sono ipotizzabili piani di eradicazione ma solamente di efficacia monitoraggio e di contenimento del livello dell’infestazione e dei relativi effetti. Scheda varroa Pag. 7 6.3.3 Normative che regolano i mezzi di controllo Scheda varroa Con la OM 16 giugno 1980, la varroasi è stata aggiunta all’elenco delle malattie a carattere infettivo e diffusivo di cui all’art. 1 del Regolamento di Polizia veterinaria. Sono tuttora in vigore l’OM 21 aprile 1983, secondo cui la varroasi è malattia soggetta a denuncia e la OM 17 febbraio 1995 che recita: nei casi di varroasi, il sindaco ricevuta la denuncia dispone: a) il divieto di rimuovere o vendere alveari o api vive e di introdurre nell'apiario infestato nuove famiglie, prima che i relativi impianti siano stati disinfestati; b) l'esecuzione di opportuni trattamenti disinfestanti nell'apiario parassitato ove non si ritenga piu' conveniente ordinare la distruzione dello stesso o di parte degli alveari nei casi di incontrollabile infestazione. Il sindaco dispone, altresi', l'esecuzione degli interventi diagnostici per l'accertamento del livello della parassitosi negli apiari situati in un raggio di almeno 5 chilometri dal focolaio individuato. provvedimenti sanitari disposti dal sindaco sono revocati dopo accertamento ufficiale dei risultati degli interventi effettuati da valutarsi mediante controlli clinici e parassitologici ovvero dopo l'avvenuta distruzione dell'apiario o di parte degli alveari.E’ in attesa di emanazione un nuovo decreto in base al quale la Varroasi non dovrebbe più essere considerata malattia soggetta a denuncia, bensì ad obbligo di notifica al Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente. I servizi veterinari delle Regioni e Province autonome stanno adottando piani regionali o provinciali pluriennali di controllo alla Varroatosi in funzione delle diverse tipologie produttive e dell'ecosistema del territorio di competenza. I piani di cui sopra contengono in particolare istruzioni sul numero di trattamenti acaricidi annuali, sulla tempistica di esecuzione nonché sulle diverse opzioni di trattamento individuate in funzione della tipologia produttiva nonché indicazioni sulle buone pratiche di conduzione degli apiari.In data 28/04/2009 è stato pubblicato il decreto n°4120 della Direzione Generale Sanità per la “Realizzazione della rete di monitoraggio in apicoltura sul territorio della Regione Lombardia”. L’obiettivo della rete è di acquisire informazioni e dati sullo stato sanitario del patrimonio apistico regionale e sulle possibili cause degli episodi di moria e spopolamento segnalati nel recente passato. Sono stati selezionati 50 apiari stanziali, costituiti da almeno 10 alveari, distribuiti sul territorio regionale in modo da essere rappresentativi delle diverse realtà geografiche, agronomiche e delle varie zone nettarifere, da sottoporsi a 4 controlli a cadenza trimestrale . All’atto di ciascun controllo il decreto prevede il prelievo di campioni di api, covata, miele e polline da sottoporsi ad analisi immediata in situazioni che richiedano approfondimento diagnostico e stoccaggio in laboratorio presso l’IZSLER per eventuali successivi quadri di indagine. Ai fini di una raccolta organica dei dati è stato approntato, previa georeferenziazione degli apiari, un apposito modulo nel SIE accessibile via WEB dai tecnici e veterinari referenti abilitati. Le attività della rete di monitoraggio vengono Pag. 8 rimodulate di anno in anno sulla base dei riscontri ottenuti. In Lombardia il Gruppo di lavoro regionale per la tutela sanitaria e l’incremento dell’apicoltura emana ogni anno le indicazioni operative per la valutazione della situazione sanitaria degli apiari nei riguardi della varroasi attraverso il controllo periodico delle condizioni delle famiglie, effettuato secondo modalità codificate. Nel caso si manifestino sintomi di grave infestazione, gli apicoltori devono informare il Servizio di Medicina Veterinaria della ASL al fine di consentire alla Commissione Apistica Provinciale di valutare gli eventuali interventi di emergenza e di fornire le relative indicazioni. 6.4 Adeguatezza degli strumenti per la terapia 6.4.1 Sistemi terapeutici in uso (cura e I prodotti acaricidi registrati per il trattamento della varroasi prevenzione) comprendono principi attivi di sintesi (fluvalinate, amitraz) o di origine naturale (timolo). E’ inoltre stato recentemente registrato un prodotto di origine naturale a base di acido ossalico somministrato per gocciolamento. Questi trattamenti vengono effettuati solitamente in assenza di covata, naturale (nel periodo invernale) o indotta mediante pratiche apistiche (blocco di covata tramite ingabbiamento della regina), al fine di massimizzarne l’efficacia, che comunque non è mai totale. Pratiche apistiche complementari alle strategie di controllo sono rappresentate dall’impiego del favo trappola, dalla riduzione della presenza di favi con celle maschili (ottenuta tramite asportazione selettiva della covata maschile), dalla sostituzione razionale delle regine, e dalla formazione di nuclei. I trattamenti vanno eseguiti contemporaneamente nell’intero apiario, in modo da minimizzare i rischi di reinfestazione, e dovrebbero essere effettuati in modo coordinato all’interno della stessa realtà territoriale. 6.4.2 Normative che regolano la terapia In Lombardia il Gruppo di lavoro regionale per la tutela medica sanitaria e l’incremento dell’apicoltura emana ogni anno le indicazioni operative per l’esecuzione dei trattamenti antivarroasi, rivolte agli apicoltori presenti sul territorio regionale, alle loro Associazioni e ai Responsabili dei Dipartimenti di Prevenzione. Queste indicazioni vengono formulate sulla base dei risultati dei trattamenti effettuati l’anno precedente, dei dati raccolti nell’ambito della Rete di monitoraggio regionale, e della situazione sanitaria degli apiari alla ripresa primaverile dell’anno corrente. Attualmente, lo schema di trattamento si basa su due trattamenti con prodotti farmacologici registrati: uno estivo e uno autunnale. Il trattamento estivo, effettuato subito dopo la fine dei raccolti principali, è finalizzato ad abbattere in modo significativo la presenza di varroe per consentire alle famiglie di arrivare all’autunno in buone condizioni. Il trattamento autunnale è finalizzato a minimizzare il carico di varroa che la famiglia presenterà alla successiva ripresa primaverile. Gli apicoltori vengono invitati a verificare l’efficacia dei trattamenti. 6.4.3 Eventuali residui / tempi di I trattamenti attualmente ammessi dalla normativa nazionale vanno effettuati in assenza di melario. sospensione Scheda varroa Pag. 9