“Buongiorno a tutti da Radio Ghost. Oggi ci occuperemo di un personaggio molto speciale: Evariste Galois, noto matematico francese. Ma lasciamo subito la parola alla nostra inviata speciale Giada, che per intervistare lo studioso si è recata, udite udite, nell’aldilà …speriamo non abbia problemi per il ritorno!” “Buongiorno signor Galois la trovo in ottima forma… Poiché posso fermarmi in sua compagnia solo per poco tempo cominciamo subito con l’intervista, se non le dispiace.” “Prego, prego, faccia pure.” “Quali sono gli studi da lei intrapresi?” “A 17 anni ho cercato di essere ammesso all'École Polytechnique ma ho fallito l'esame d'ammissione. Ritentai l'anno successivo, ma venni nuovamente bocciato, sempre all'esame d'ammissione. Fui, tuttavia, ammesso all’Ecole Normale.” “Sa che esiste una leggenda su queste sue bocciature?” “Davvero, non lo sapevo, me ne parli, la prego.” “Si dice che lei, signor Galois, considerasse gli esercizi di matematica banali e non interessanti e che, quindi, si rifiutasse di risolverli; esasperato dall'esaminatore che gli voleva imporre di risolvere quegli esercizi, lei gli avrebbe scagliato contro il cancellino utilizzato per pulire la lavagna. Ma è vero tutto questo?” “Ah ah … davvero divertente. In realtà mi sono semplicemente rifiutato di giustificare affermazioni e passaggi che, secondo me, erano banali.” “Parliamo ora della sua teoria innovativa, di cosa si tratta?” “Dopo vari studi sono riuscito a determinare un metodo generale per scoprire se un’equazione è risolvibile o meno con operazioni quali somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, elevazione di potenza ed estrazione di radice, risolvendo così un problema della matematica vecchio di millenni. Spero che il mio contributo sia servito alle generazioni che mi hanno succeduto!” “Ma come, non lo sa che il suo lavoro ha posto le basi per la teoria che porta il suo nome, la Teoria di Galois e che rientra in un'importante branca dell'algebra astratta?” “Non lo sapevo … purtroppo la mia genialità non mi è stata riconosciuta in vita!” “Ma come è possibile?” “Inizialmente feci pervenire il mio lavoro a Cauchy. Questi lo esaminò e mi disse di modificarlo dato che coincideva in alcuni punti con un lavoro di Abel. Dopo averlo modificato lo inviai a Fourier, verso l'inizio del 1830, per poter competere al Gran Premio indetto dall'Accademia. Sfortunatamente Fourier morì ed il premio fu assegnato ad Abel e a Jacobi. Nonostante la delusione decisi di pubblicare quell'anno tre lavori nei quali gettavo le basi della mia teoria. Nel gennaio 1831, inviai al matematico Poisson un breve riassunto dei miei lavori chiedendogli di presentarli all'Accademia. Nello stesso anno, mentre ero in carcere, ero e sono un rivoluzionario convinto, ricevetti la risposta di Poisson che rifiutava il mio lavoro poiché l'esposizione non era chiara e non poteva valutare con chiarezza la rigorosità. Mi invitava, quindi, a rendere il lavoro più rigoroso e comprensibile.” “C’è un’altra leggenda che avvolge il suo personaggio e riguarda la sua morte. Ce ne vuole parlare?” “Mi dica lei cosa si dice circa la mia morte. ” “Si racconta che lei morì durante un duello, combattuto per salvare l'onore di una donna che amava. Tuttavia, vi sono altre versioni che accusano la polizia segreta del Re della responsabilità del duello, affermando che la motivazione dell'onore fu solo una copertura per nascondere un omicidio politico.” “Se non le dispiace vorrei mantenere il segreto su questo argomento.” “No, la prego, non può darci neppure un piccolo indizio?” “No, cara, vorrei lasciare almeno un velo di mistero intorno alla mia persona.” “Sono una giornalista e quando svolgo le interviste vorrei poter soddisfare la curiosità dei miei ascoltatori. Non ci crederà, ma quando è trapelata la notizia che avrei avuto l’onore di intervistarla, la nostra redazione è stata sommersa di lettere in cui si chiedeva di far luce sul mistero della sua morte.” “Non sapevo di avere tanti fans … E va bene le confesserò un piccolo segreto, ma la prego di non farmi ulteriori domande. Il giorno del duello ero sicuro di morire, al punto che ho trascorso tutta la notte precedente a cercare di sistemare i miei lavori matematici e ho aggiunto delle annotazioni in cui affermavo che mi mancava il tempo per un'esposizione più completa e chiara. Il 30 maggio 1832 di prima mattina venivo colpito da un proiettile all'addome e il giorno seguente morivo all'ospedale di Cochin. Le ultime parole, dette a mio fratello Alfred, furono: «Non piangere! Ho bisogno di tutto il mio coraggio per morire a vent'anni».” “La sua giovane morte ha colpito tutti profondamente e, personalmente, la ritengo una grande perdita. Chissà cosa avrebbe potuto elaborare ancora una mente geniale come la sua!” Con il sorriso sulle labbra Galois mi risponde: “C’est la vie, mon amie” “Questo è tutto, per oggi. Radio Ghost vi saluta e vi da’ appuntamento alla prossima settimana con un’altra straordinaria intervista!!!”