Dall’ardesia alla lavagna digitale
a cura di Laura Parigi
1.
Vecchie e nuove tecnologia per la lavagna ......................................................2
1.1. La tecnologia dell’ardesia ........................................................................2
1.2. La lavagna digitale .................................................................................3
1.3. Cosa cambia .........................................................................................4
2. Molti “media” e una memoria digitale .............................................................5
2.1. Lo spazio di scrittura ..............................................................................6
2.2. Una lavagna per mostrare.......................................................................6
2.3. Immagini statiche e dinamiche ................................................................7
3. Un “tavolo di montaggio” ..............................................................................9
3.1. L’interattività....................................................................................... 10
4. Tecnologia a Misura di scuola?..................................................................... 11
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1. Vecchie e nuove tecnologia per la lavagna
1.1.
La tecnologia dell’ardesia
La lavagna nera d’ardesia non è solamente è uno degli arredi che rendono
riconoscibile un’aula scolastica. È una tecnologia che serve a:
«presentare fatti e principi da apprendere, illustrare e chiarire passaggi difficili,
assegnare compiti e fare annunci, dare indicazioni per le attività da compiere,
predisporre esami e verifiche, consentire agli studenti di far pratica e per l’espressione
libera»1
La lavagna di ardesia
Fonte Banca dati di Immagini per la Didattica
Questa superficie di condivisione delle informazioni si è dimostrata, negli anni,
una tecnologia efficiente. Simbolo “storico” della scuola, all’epoca della sua
introduzione fu una tecnologia “rivoluzionaria”, dirompente. Anche se oggi è un
oggetto “naturalizzato” nello spazio di apprendimento, una tecnologia divenuta
“invisibile”2, all’epoca della sua diffusione gli educatori scrissero3 circa il potenziale di
questo strumento innovativo auspicando che tutte le scuole e tutte le classi potessero
dotarsene. La lavagna si è dimostrata uno strumento utile per ”parlare a tutti” e,
soprattutto, per “scrivere per tutti”: l’esecuzione di calcoli, l’insegnamento della
lettura, il disegno geometrico hanno potuto essere offerti all’attenzione degli alunni su
un’unica superficie condivisa.
1
R. E. Fildes, Blackboards and Their Use The Elementary School Journal, Vol. 35, No. 10 (Jun., 1935), pp.
760-767, In Buonaiuti G., IWB, uno strumento per l’innovazione della didattica, presentazione per Scuola, Rassegna
Lavagne Interattive Multimediali per la Didattica, 6 e 17 maggio 2007 < http://scuola8.scuole.bo.it/programma.php>
2
Krause S. "Among the Greatest Benefactors of Mankind": What the Success of Chalkboards Tells Us about the
Future of Computers in the Classroom, Computers and the Future of the Humanities (Spring, 2000), pp. 6-16
3
«In the 1830's educators stopped regarding the blackboard as a curious innovation and began to look upon it as
essential to teaching. A lecturer in 1830 listed it as one of four essential apparatuses every school should have. “One
or more of these should be found in every school... This piece of school-furniture is almost invaluable. In some schools
it has been deemed so important as to form part of the WALL, all around the room”. (Adams, 1830, pp. 345-346) The
Connecticut Common School Journal of February 15, 1839, advised its schools: "In all the operations performed by the
pupils... blackboards should be used for demonstrations and illustrations." (CCSJ, 1841,p. 92) In the same journal a
letter from a teacher ventured that "the most useful piece of school apparatus, may be simply a black board painted or
stained black, attached to the wall or to a movable stand.... It is employed in teaching scholars of every stage of
advancement." (CCSJ, 1841, p. 48-49) Notes on the History of Math Teaching and Math Book,
http://www.pballew.net/mathbooks.html, visto il 12 febbraio 2008
2
Nel corso dei decenni la lavagna di ardesia si è perfezionata. Alla superficie nera
e cancellabile, si è affiancata la whiteboard, una versione più moderna, in plastica
bianca lavabile4. Con la lavagna a fogli mobili è stata introdotta la possibilità di
conservare su carta “la scrittura condivisa” attraverso la successione di pagine di
appunti, schizzi e disegni, mentre la lavagna luminosa per la proiezione di lucidi ha
consentito di utilizzare risorse preparate come grafici, tabelle, schemi, semplici
immagini a colori.
1.2.
La lavagna digitale
Da alcuni anni si sono diffuse superfici interattive che, per dimensioni e funzioni
assomigliano alla lavagna tradizionale, ma che coniugano le qualità della scrittura e
del disegno sull’ardesia con la possibilità di visualizzare e manipolare contenuti in
formato digitale.
La lavagna digitale in funzione
La lavagna digitale, detta Lavagna Interattiva Multimediale (in inglese,
Interactive Whiteboard) è la periferica di un computer. Si tratta di una speciale
superficie su cui è riprodotto, mediante l’uso di un proiettore, il contenuto che appare
sullo schermo di un computer.
Il sistema Lavagna: proiettore-pc-superficie interattiva
4
Cremascoli, F., Gualdoni, M., La lavagna elettronica Guida all'insegnamento multimediale, Laterza, Roma-Bari, 2000,
< http://www.laterza.it/laterza/libri-online/cremascoli/cremascoli.htm >.
3
La proiezione visualizzata sulla lavagna digitale è interattiva. Grazie a
speciali tecnologie che permettono di mappare l’immagine sulla superficie, la lavagna
“comunica” al computer collegato le operazioni che sono eseguite sull’immagine
utilizzando dispositivi (penne speciali, oggetti comuni, le dita): il clic eseguito su un
file o su una cartella, le modifiche realizzate all’interno di un software, la digitazione di
un testo etc.
1.3.
Cosa cambia
Cosa cambia se il più tradizionale degli strumenti dell’insegnante si veste di
tecnologia digitale? E perché la scuola dovrebbe\potrebbe aver bisogno di innovare la
vecchia lavagna d’ardesia che a lungo si è dimostrata facile da usare, efficace ed
efficiente?
Nella sua “forma fisica” e nelle dimensioni, la LIM assomiglia alla vecchia
lavagna nera e sembra ereditarne il ruolo: essere una superficie di condivisione
delle informazioni e la didattica con il gruppo classe (whole class teaching).
Tuttavia, le diverse prospettive sull’utilità e l’efficacia di questa lavagna nuova
convergono su un punto: la LIM è uno strumento che rende più sostenibile
l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel
contesto scolastico, facilitandone l’uso nelle discipline e nelle pratiche della
didattica. Attraverso un oggetto che ibrida lavagna e computer, anche il bit e il pixel, il
digitale, possono diventare supporti didattici facili da portare in classe alla stregua del
gesso, della carta e della penna.
4
2. Molti “media” e una memoria digitale
Fin dal primo approccio, la LIM si mostra come una “superficie di scrittura”
diversa dall’ardesia. Gestito attraverso i software presenti sul computer connesso alla
LIM, il tratto a mano libera può avvalersi di colori, spessori e segni grafici
differenti.
Colore e tratto per chiarire i diversi significati di un’ambiguità sintattica.
Anche le forme possono contribuire a costruire il significato di una
rappresentazione. Figure, colori ed altri elementi grafici possono avere una funzione di
supporto alla creazione di diagrammi e mappe concettuali, linee temporali, modelli,
esercizi.
Una mappa concettuale per la classificazione dei poligoni (da SMART Board and AirLiner Activities)
Questa “scrittura potenziata”, che ottimizza e innova le prestazioni di una
comune lavagna di ardesia, è codificata in formato digitale e quindi diventa
memorizzabile e riutilizzabile come qualunque documento realizzato con il
computer.
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2.1.
Lo spazio di scrittura
Con l’ardesia, la superficie di scrittura è delimitata dalle dimensioni fisiche della
lavagna: una volta riempita d’informazioni è necessario cancellarla per far posto a
nuovi contenuti. La possibilità di creare schermate in successione, di duplicare infinite
volte lo spazio di scrittura, consente di non perdere i contenuti elaborati nei
diversi momenti della lezione.
La successione di schermate in un materiale didattico per Scienze
Per gli insegnanti che utilizzano la lavagna digitale, la creazione di schermate è
utile a “dosare” l’informazione che funziona da riferimento o complemento alla
comunicazione “a voce” o al libro di testo. Navigando tra le “pagine” possono essere
messe in atto strategie di riepilogo e recupero dei concetti attraverso le immagini
e le figure, oltre che con le parole dell’insegnante.
2.2.
Una lavagna per mostrare
Con un click sulla superficie interattiva, i file memorizzati nel computer
collegato alla LIM possono essere visualizzati per tutta la classe e offrirsi come
materiali didattici a supporto della strategia del docente.
Utilizzando testi trasferiti dal cartaceo in formato digitale o reperiti in Internet è
possibile, dunque, “leggere insieme” alla classe anche i testi che non sono contenuti
sul libro adottato senza dover realizzare, ad esempio, delle fotocopie. Nell’attività di
lettura socializzata possono essere utili alcuni strumenti software che accompagnano
tipicamente la LIM e che agevolano l’evidenziazione e l’annotazione, che servono a
svelare progressivamente l’informazione o a selezionarla.
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Sullo schermo, la lettura può essere guidata anche attraverso segni e strumenti
Questi dispositivi, come molte funzioni dei software e della superficie
interattiva, non sono risolutori nella trasformazione di una lezione in una buona
lezione, ma possono contribuire, sui testi e sulle immagini, a costruire una “regia”
dell’attenzione.
2.3.
Immagini statiche e dinamiche
Risorse come schemi, modelli, mappe e carte geografiche, documenti storici,
fotografie, animazioni o clip video assecondano finalità e strategie diverse in funzione
delle discipline e dell’età degli studenti, ma costituiscono contenuti attraverso cui
integrare la comunicazione visiva nella didattica
Come accade per i testi, anche le immagini possono essere “lette insieme”
alla classe. Figure, fotografie e animazioni possono contribuire alla comprensione
rappresentando le conoscenze attraverso sistemi di segni diversi dalla parola
scritta e parlata.
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L’utilizzo delle immagini sulla LIM
può chiarire un concetto
Le immagini, statiche e dinamiche, possono essere utilizzate per modellare la
comprensione, in particolare nel caso di argomenti che richiedono un alto livello di
astrazione o che possono contenere elementi di ambiguità.
Il lavoro con risorse fotografiche o audiovisive può rendere più “concreto” un concetto astratto
(da Patterns:configurazioni geometriche nella vita reale
Prof. ssa Palmira Ronchi, IISS “Vivante”, Bari – l’esperienza è documentata in formato video)
Anche per la costruzione delle interazioni, per la comunicazione tra
studenti e nella cooperazione, le immagini socializzate sulla LIM possono essere
pensate in funzione strategica. Oltre ad illustrare e a fornire esempi le immagini
mostrate alla classe sulla LIM possono creare occasioni per la discussione o la
partecipazione della classe ad attività.
Una strategia simile è stata attuata anche da J. Chalmers, insegnante
elementare inglese che ha introdotto l’argomento delle distanze astronomiche
utilizzando un video come base per la formulazione di ipotesi, e un modello “simulato”
con la sovrapposizione di semplici immagini (sfondi, icone e gif animate) per guidare
gli studenti nella verifica.
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L’insegnante J. Chalmers (primaria) utilizza animazioni e immagini statiche per stimolare la
formazione di ipotesi e la loro verifica.
La documentazione video dell’esperienza è disponibile su Teachers.TV
3. Un “tavolo di montaggio”
La superficie interattiva della lavagna digitale mette l’insegnante e la classe
nella condizione di utilizzare, insieme, lo “stesso computer”: discutendo sui
contenuti e operando, a turno, su di essi.
Due setting tecnologici a confronto; personal computer per l'apprendimento individuale e LIM per
la didattica frontale in classe
(Cuthell, 2003)
Delineando le linee guida per la preparazione di materiali didattici, alcuni autori
(Warren 2003, Cuthell 2003) hanno messo in evidenza l’importanza di coniugare
l’integrazione dei contenuti digitali con la didattica in presenza evitando
strutture rigide, strumenti di autovalutazione e materiali troppo esaustivi che
potrebbero rischiare di imbrigliare l’insegnante in un ruolo gregario o che potrebbero
privare la classe degli spazi di elaborazione condivisa.
Trasformate e combinate tra loro, le “particelle elementari” di contenuti possono
diventare versatili e flessibili. Per fare un esempio, le immagini statiche possono
essere rese dinamiche attraverso alcune semplici operazioni possibili con i programmi
specifici per la LIM (i software autore) o con strumenti per la realizzazione di slide. La
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sovrapposizione tra una fotografia e una figura può trasformare una
immagine in uno strumento “funzionante” da usare per dimostrazioni ed esercizi
“alla lavagna”.
L’immagine in formato.gif di una squadra diventa uno strumento per “misurare”
(Da Un esempio per mostrare l'uso della Lavagna Digitale nella matematica di Palmira Ronchi)
3.1.
L’interattività
L’interattività della lavagna digitale dovrebbe esercitare un invito ad “usare” i
contenuti, trasformarli aggiungendo annotazioni, operando trasformazioni. Se colto,
questo invito può risultare decisivo affinché l’insegnante e la classe possano
interpretare lo strumento come un “tavolo di montaggio della conoscenza”
(Biondi, 2007) e non la nuova versione di una tecnologia di presentazione.
Alcune semplici operazioni realizzate sulla superficie interattiva, come il
trascinamento di oggetti digitali, lo spostamento, la rotazione o la sovrapposizione
possono essere la base “tecnica” per la costruzione di esercizi di associazione,
ordinamento e riconoscimento (Miller, 2005).
Un semplice esercizio di ordinamento per la didattica della geometria (dal progetto Digiscuola)
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L’associazione di informazioni in un esercizio sulle sillabe del verso.
4. Tecnologia a Misura di scuola?
Come la lavagna di ardesia, la LIM è percepita come una tecnologia
efficiente soprattutto per integrare le ICT nella didattica delle discipline.
L’integrazione delle ICT è un progetto che la scuola tenta di realizzare da decenni, con
grande fatica.
«Quella del rapporto tra le ICT e la scuola è una storia recente, non priva di
contrasti e contraddizioni, durante la quale la scuola ha spesso cercato di esorcizzare
l’elemento innovativo intrinseco delle ICT [..]e ha cercato di assorbirle in modo
indolore, trasformandole di volta in volta in una materia nuova, riducendole a
semplice strumento o assegnando loro un’aula speciale, comunque togliendole dal
quotidiano, da quello che avviene appunto in aula.»5
Possono essere molte le ragioni che stanno alla base delle “occasioni mancate”
del rapporto tra tecnologia, cultura e scuola. Anche la tecnologia potrebbe avere le
sue colpe. In tutti questi anni, le ICT hanno avuto nel computer l’unico, o il principale,
veicolo. Lo stesso oggetto è arrivato nelle scuole, nelle case, negli uffici, per gli usi più
disparati: scrivere, comunicare, cercare, raccogliere, archiviare, organizzare,
guardare, ascoltare, giocare, lavorare.
Questo strumento è stato concepito per essere trasversale ai contesti e ai
compiti, come un “coltellino svizzero” digitale. Tuttavia:
«cucinare su un fuoco all’aperto avendo a disposizione soltanto un coltello, una
forchetta, un cucchiaio e una pentola. Si può fare: in campeggio, ad esempio. Ma la
miriade di particolari utensili da cucina, fornelli, piani cottura, forni e quant’altro,
esistono per una ragione precisa: rendono più semplice la vita.»6
Anche trasferire una classe in un’aula multimediale per guardare e
commentare in classe una lectura dantis o in un laboratorio di informatica per
utilizzare una simulazione “si può fare”, ma spesso significa riorganizzare il
percorso affrontato con gli studenti in funzione della disponibilità degli spazi. Allo
stesso modo, mantenere l’attenzione sul compito, può rivelarsi complicato con gli
alunni di fronte ai loro computer: gestire la tecnologia e la comunicazione faccia a
faccia con l’ostacolo del monitor, “piccolo schermo”, può essere l’occasione per
l’insegnante di “tornare a girare tra i banchi” come prima dell’invenzione dell’ardesia,
ma rende difficile “parlare a tutto il gruppo” e socializzare l’apprendimento.
In questo scenario irto di difficoltà, la lavagna digitale è un oggetto tecnologico
sembra riuscire ad entrare in classe e ad ambientarsi bene nel “quotidiano”, malgrado
si presenti “carico” di nuovi media digitali e interattivi. È una diversa interfaccia
5
6
Biondi G., La scuola dopo le tecnologie, Milano, Apogeo, 2007
Norman D., Il computer invisibile, Milano, Apogeo, 2005
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attraverso cui accedere all’informazione digitalizzata7, costruita per lo scenario
a cui essa è destinata. Sebbene sia stata ideata per contesti aziendali, infatti, la LIM
risponde ad un modello di progettazione degli artefatti tecnologici che si sforza di
comprendere i bisogni delle persone e dei compiti a cui i diversi dispositivi dovranno
rispondere.
L’introduzione della LIM trasforma l’aula in un ambiente più ricco di “stimoli”, di
sistemi di segni, codici e media. Oltre ad avvicinare la classe agli strumenti e ai
processi culturali che esistono fuori dalla scuola, ciò può facilitare la comunicazione e
l’apprendimento. La multimodalità e l’interattività sono tuttavia virtuali, potenziali:
condizioni di innesco.
7
Bonsiepe G., Dall’oggetto all’interfaccia. Mutazioni del design, Milano, Feltrinelli, 1995 in G. Riva, Psicologia
dei nuovi media.
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