CAMPI FLEGREI
Baia, Capo Miseno, Bacoli, Cuma, Arco Felice,
Lago d’Averno, Pozzuoli, Solfatara, Isola di Procida
28 aprile/1° maggio 2016 – 4 giorni - pullman
“Phlegraios” in greco significa ardente; la denominazione del territorio compreso tra Napoli, il capo Miseno e
Cuma, risale ai greci ed è quella del luogo dove gli dei combatterono contro i giganti che avevano tentato la
scalata all’Olimpo. Terra vulcanica dove abbondano crateri poco elevati, laghetti, colline coperte di vigorosa
vegetazione di castagni e viti, che insieme alla varietà delle forme ed alla luce del mare, danno vita a
suggestivi panorami e paesaggi tante volte descritti e sempre degni della loro fama. Per secoli i Campi Flegrei
sono stati una tappa fondamentale del Grand Tour in Italia, come documentano numerosi resoconti e una ricca
iconografia che va dalle incisioni cinquecentesche ai dipinti settecenteschi di pittori italiani e stranieri. La
ricchezza di monumenti (fra questi, le sontuose ville che vi eressero gli imperatori e l’aristocrazia romana) e la
stratificazione delle testimonianze letterarie, ancor prima della scoperta di Ercolano e Pompei, faceva di questi
luoghi uno dei siti in cui meglio si manifestava il “nume” dell’antico, reso vivo dal ricordo dei miti cantati da
Omero e Virgilio. La creazione di una rete museale diffusa sul territorio, che intende ricostruire l’antica realtà
territoriale frammentata dallo sviluppo storico successivo, ha trovato la sua prima realizzazione nell’apertura
del Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia, nei lavori di ristrutturazione di Rione Terra a
Pozzuoli e nel Parco archeologico di Cuma. Il percorso dei Campi Flegrei connette idealmente le tappe di uno
sviluppo civile e culturale che abbraccia l’arco di molti secoli, dalla colonizzazione greca fino all’apogeo di
Roma, in un territorio ancora oggi suggestivo, fra i più ricchi di testimonianze antiche. Qualche difficoltà
potremmo incontrare a cause per le incerte aperture e chiusure, un poco approssimative e delle quali si
hanno notizie spesso imprecise ed incerte.
1° giorno – 28 aprile giovedì - … da Bologna a Pozzuoli. Rione Terra
Ritrovo dei sigg.ri partecipanti a Bologna, stazione autolinee, piazzale interno, pensilina 25 e
partenza alle ore 7.00 via Autostrada del Sole. Sosta durante il tragitto per il pranzo libero in
autostrada. Uscita a Napoli sud, proseguendo poi lungo la
tangenziale che si lascia all’uscita di Pozzuoli. Pozzuoli,
sorta come emporio della potente Cuma, in epoca romana
l’antica “Putèoli” divenne l’approdo più importante del
Mediterraneo, prima come terminale delle rotte del grano
verso Roma, poi con lo sviluppo di importanti strutture
portuali e mercantili, infine, in età imperiale, con la
vocazione “turistica” legata a Baia e Bacoli. Visita a quello che del suo glorioso passato è una delle
testimonianze più importanti e affascinanti, il Rione Terra, uno dei centri storici più belli della
regione a lungo in stato di degrado e abbandono in seguito alla evacuazione della popolazione del
1970 a causa del bradisismo; con lavori di riqualificazione ancora in corso si sta restaurando e
recuperando il tessuto urbano antico; chiuso al turismo per molti anni, ora fortunatamente è di
nuovo vistabile.
Sistemazione in albergo, cena in ristorante, pernottamento.
2° giorno – 29 aprile venerdi – Baia, Miseno, Bacoli
Prima colazione cena e pernottamento in albergo. Pranzo in ristorante.
Giornata di grande fascino ed interesse, durante la quale saranno visitati:
Baia, approdo della potente Cuma , e luogo di villeggiatura prediletto dai Romani, come
testimoniano i sontuosi impianti termali e le ville imperiali. Visita del Parco Archeologico di Baia,
che accoglie parte delle costruzioni realizzate in età tardo-repubblicana e imperiale sulla collina
digradante verso il mare, secondo il modello delle ville d’”otium” che prevedevano passeggiate,
terrazze panoramiche ed edifici di svago. L’imponente complesso è anche identificato come
“Palatium” imperiale, con un’ampia area a destinazione termale.
Il verde degli avvallamenti vulcanici, coperti dalla vegetazione e dai vigneti, il tufo giallo
accecante e la pozzolana che ricorda le terre di Siena e i bruni brillanti di alcuni pittori
fiamminghi, si succedono ai resti colossali delle Terme di Baia e di altri edifici, le cui rovine
celano il segreto della loro identità e dei loro proprietari. Di fronte la solenne monumentalità del
Castello, che nasconde sotto le fondamenta altri ruderi e altre storie, chiude l'emiciclo della rada
di Baia, costellato di tante grotte di laterizi e di opus reticulatum.
Se le sale del Sacello degli Augustali e del Ninfeo di Punta Epitaffio saranno aperte, saliremo al
Castello di Baia, edificato dagli Aragonesi a fine ‘400 sul promontorio che chiude a sud
l’insenatura, oggi sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei.
Miseno, oggi piccolo villaggio sul
versante settentrionale dell’omonimo
capo, in epoca romana audace ed
importante
complesso
portuale
militare, dove era installata la base
navale
del
Tirreno.
Virgilio
nell’Eneide canta che l’eroe troiano,
abbandonata Didone a Cartagine,
seppellì qui il proprio araldo Miseno..... resti del teatro e del sacello degli augustali, da dove
provengono le statue ed i reperti visti (si spera) il giorno precedente al Museo Archeologico.
Costeggiando il Lago di Fusaro ed ammirando il bellissimo Casino Reale di caccia, la cosiddetta
“Casina Vanvitelliana”, sopra un isolotto, capolavoro di "Architettura dei riflessi" e dell’arte tardo
- settecentesca, (1782), opera mirabile che l’architetto Carlo Vanvitelli, artista sensibile al fascino
delle rovine, costruisce ispirandosi ai mille ruderi di edifici e di templi che per secoli si erano
riflessi nelle acque del golfo, ci si sposta a
Bacoli, in epoca romana “Bàuli”, dove aneddotica storica, miti classici, suggestive false tradizioni
si intrecciano a paesaggio e rovine. Si può ancora ammirare la possente ampiezza della Piscina
Mirabilis, pensata, costruita ed utilizzata per l’approvvigionamento idrico della flotta. Era in
grado di contenere 12600 m di acqua. Struttura ampia e complessa, è tra le più grandi giunte fino
a noi.
Durante la giornata, secondo disponibilità di tempo e condizioni del mare, potrà esserci la
possibilità facoltativa di una navigazione con un battello dall’ampio ponte e dal fondo finestrato
che consente, navigando, di osservare le ville, i mosaici policromi ed i reperti facenti parte
dell’area archeologico sommersa per il bradisismo.
3° giorno - 30 aprile sabato – Procida, Cuma, Arco Felice, Lago d’Averno
Prima colazione cena e pernottamento in albergo. Pranzo in ristorante.
Imbarco dal porto di Pozzuoli (come gli antichi romani) per l’isola di
Procida che, morfologicamente, è il prolungamento verso il mare di Capo
Miseno ed i Campi Flegrei. Completamente di origine vulcanica, nata
dalle eruzioni di almeno quattro diversi vulcani, oggi completamente
spenti e in gran parte sommersi. Un po’ di libertà a Procida, unico centro
dell’isola, di architetture mediterranee, e, utilizzando i “micro taxi”
tipici di Procida, giro fino al Castello (non visitabile) ed alla Terra
Murata, il punto più elevato dell’isola, con la chiesa di San Michele Arcangelo, decorata da allievi
di Luca Giordano. “Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di
essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in
quell’acqua” (Elsa Morante, L’isola di Arturo). Pranzo in ristorante sull’isola.
Rientrati sulla terra ferma, pomeriggio a Cuma, ricca, potente, colta, sapientemente religiosa,
della quale oggi ancora resta l’imponente Acropoli, il sito di uno dei più importanti santuari
religiosi greci (per giungervi, percorrendo la Via Sacra, si incontrano i resti del tempio di Apollo e
del tempio di Giove) il suggestivo Antro della Sibilla (uno dei
santuari più frequentati dell’Italia antica), e una delle sue porte,
l’Arco Felice. Dalla sommità dell’acropoli, grande panorama, dal
capo Miseno al promontorio di Gaeta, con le isole Pontine ed i monti
Aurunci.
Lago di Averno, che occupa un antico cratere con ripidi pareti,
presso il quale gli antichi, a causa di esalazioni mefitiche, posero
l’entrata agli inferi. Marco Vipsanio Agrippa, sotto Augusto, lo
trasformò in porto-cantiere militare, “Portus Julius”; un canale che
lo univa al lago Lucrino e al mare, lo metteva in diretta comunicazione anche con Cuma mediante
una galleria, chiamata grotta di Cocceio.
4° giorno – 1° maggio domenica – Pozzuoli Solfatara
Prima colazione e pranzo in albergo
Mattinata dedicata al completamento della visita di Pozzuoli: il
Macellum, detto anche Tempio di Serapide (Serapeo), grandioso e
suggestivo edificio puteolano, mercato pubblico specializzato nella
vendita di prodotti alimentari, pesce in particolare. Chi, nel I o II
secolo d.C. si portava al Macellum restava colpito dalla magnificenza
dei suoi elementi architettonici, dalla ricchezza e dalla squisita
fattura artistica delle decorazioni; l’Anfiteatro Flavio, un autentico
gioiello, che i bravi architetti di Vespasiano, gli stessi del Colosseo di
Roma, costruiscono in opus reticulatum e in
laterizio. Il suo sfarzo e la sua estensione lo vedono al terzo posto in
un’ideale graduatoria, dove il primo posto è occupato dal Colosseo e il
secondo dal Campano di Capua; ma è certamente davanti agli anfiteatri
famosi di Verona e di Pompei, di Fidene (crollato ai tempi di Tiberio per
sovraccarico di spettatori) e di Tusculo, di Terni, di Sutri, di Cagliari e di
Piacenza (andato in fiamme per le sue strutture di prezioso legno). Né
ha troppo da invidiare alle arene di Arles, Lione e di Cartagine.
Le numerose necropoli ritrovate: da Pozzuoli fino a Quarto si snoda la via Consularis Campana
che, come molte strade antiche, era fiancheggiata da mausolei funerari. Lungo di essa si trovano
la Necropoli di Via Celle, del Fondo Di Fraia e la Necropoli di San Vito. La Necropoli di Via Celle è
costituita da quattordici edifici, del I-II sec. d.C. con destinazione funeraria o connessa con la
celebrazione dei riti funebri, tra i quali, di particolare interesse, il colombario.
Infine la Solfatara. Solo visitando il vulcano
della
Solfatara
si
potrà
pienamente
comprendere l’attività vulcanica dei Campi
Flegrei, che dall’antichità ai giorni nostri ha
determinato non solo la sua formazione
geomorfologia, ma anche la sua storia.
"Vi è, tra Neapolis e i vasti campi di Dicearchia,
un luogo posto nel fondo di un abisso cavo,
bagnato dalle acque del Cocito; infatti ne fuoriescono impetuosamente vapori, che si spargono
intorno con soffocante calore. Mai in autunno questa terra verdeggia, né il fertile campo fa
crescere l’erba, mai a primavera i teneri cespugli risuonano della discordante armonia del canto
degli uccelli; ma lo squallore e le rocce coperte di nera lava gioiscono, circondate dal funebre
cipresso”. (Satyricon, CXX,67-75).
Partenza per il rientro e, prima di entrare in autostrada, salita ai 457 mt dell’eremo di Camaldoli,
punto più elevato dei Campi Flegrei, per un’ultima occhiata d’insieme all’area. Vastissimo il
panorama che spazia dal golfo di Napoli, chiuso a sud dai Monti Lattari, sul mar Tirreno fino a
Gaeta, sul gruppo del Matese e sul Vesuvio.
Si riprende l’autostrada del sole per il rientro a Bologna con arrivo previsto in serata.
Se ce ne sarà l’occasione ed il tempo, sarà effettuata anche la visita ad un vigneto dei
Campi Flegrei con degustazione di vini locali noti per l’eccellente qualità delle uve e fertilità del terreno.
Quota di partecipazione individuale:
- minimo 25 persone paganti
- minimo 20 persone paganti
- minimo 15 persone paganti
€ 655,00.=
€ 725,00.=
€ 840,00.=
Senza i tre pranzi, riduzione di
€
75,00.=
Supplemento camera singola:
€
60,00.=
La quota comprende:
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Viaggio in pullman gran turismo, inclusi pedaggi e parcheggi
Sistemazione in albergo GLI DEI – 4**** - Pozzuoli – www.hotelglidei.com
camere a due letti con servizi privati,
trattamento mezza pensione con prima colazione a buffet;
tre pranzi in ristorante
prenotazioni ed ingressi per Parco archeologico e castello di Baia; Macellum, Anfiteatro Flavio e
necropoli di Pozzuoli; zona archeologica di Cuma; Solfatara.
Accompagnatore tecnico ARTEVIAGGI
Ottima guida locale (dr. Paolo Mazzarella, storico dell’arte)
Traghetto a/r per Procida e micro taxi sull’isola
Assicurazione medico sanitaria, furto bagagli e annullamento viaggio (no malattie pregresse;
franchigia 15%)
La quota non comprende:
pranzo primo giorno, eventuali ulteriori ingressi a pagamento, bevande ai pasti, extra personali, mance,
facoltativi, quanto non espressamente indicato

NUMERO MASSIMO PARTECIPANTI:
30 PERSONE
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ACCONTO ALL’ATTO DELLA
PRENOTAZIONE: €. 220.=
SALDO ENTRO IL 28 MARZO
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POSTI PULLMAN ASSEGNATI
RISPETTANDO L’ORDINE DI
PRENOTAZIONE

PER NECESSITA’ OD OPPORTUNITA’
L’ORDINE DELLE VISITE PUO’ ESSERE
MODIFICATO

PER PAGAMENTO TRAMITE BONIFICO:
IBAN: IT68 O 0611 5024 0000000000 2376
ARTEVIAGGI BOTTIGIANI – Via Frassinago 15/b – 40123 Bologna - Tel. 051584498 –
Fax 0516449175 - E Mail: [email protected]; sito internet: www.arteviaggi.it
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