Poliambulatorio Privato
CENTRO BIOMEDICO
LORENZ 2 - Modena s.r.l.
Applicazioni di Biofeedback
Terapia Lorenz
PRESENTAZIONE
Il Centro Biomedico Lorenz si trova a Maranello in
una laterale di via Giardini, la strada che collega
Maranello a Modena, a 200 metri circa dallo
stabilimento Ferrari.
Il centro commerciale in cui è situato il
poliambulatorio è dotato di ampi parcheggi ed è di
facile accessibilità.
Inaugurato il 16 maggio 1994, conta ormai
un'esperienza
ultraventennale usando
esclusivamente la metodica di neurostimolazione
Lorenz a Biofeedback.
Questa metodica si è ormai diffusa a livello
nazionale ed ha suscitato interesse in svariate strutture
universitarie e di ricerca che si sono occupate dei vari ambiti
clinici in cui trova le sue applicazioni.
Direttore Sanitario Dott.
Maria Chiara Cuoghi Spec.
in Endocrinologia
P. IVA: 02199200367
Via Garibaldi, 36 - 41053
MARANELLO (Modena) - Tel.
0536 948327 - Fax 0536
948342
e-mail: [email protected]
www.centrobiomedicolorenz.it
Una pubblicazione dell’Istituto Ortopedico Toscano del 1997
dimostra come sia ottima la risposta in tutto il complesso e
variegato campo della patologia Ortopedico - Traumatologica.
Ricerche condotte presso il l Polo Universitario Sacco di Milano
pongono in evidenza come la metodica Lorenz porti a risultati
sorprendenti nelle Neuropatie e Vasculopatie, in particolare
diabetiche che, come sappiamo, sono particolarmente difficili da
trattare e spesso portano a mutilazioni e amputazioni.
Un'altra patologia in cui è stata clinicamente dimostrata
l’efficacia è il trattamento delle piaghe da decubito, qualsiasi sia
la causa che le abbia provocate.
1
In un convegno tenutosi ad Umbertide, in Umbria, nel Maggio 2000, l’istituto
Prosperius Tiberino ha comunicato e pubblicato i lusinghieri risultati ottenuti
dalle applicazioni del Metodo Lorenz nel corso del trattamento e della
riabilitazione in traumatologia sportiva.
La cattedra di Reumatologia dell’Università degli studi di Modena e Reggio
Emilia ha effettuato una sperimentazione, presso il nostro centro, per il
trattamento delle FIBROMIALGIE, di cui tutti conoscono il difficoltoso
approccio terapeutico, con risultati incontrovertibili che sono stati pubblicati
in una tesi di laurea per l’Anno Accademico 2001-2002.
L’8 Aprile 2004 si è svolto un Convegno organizzato da Policlinico San Marco
di Zingonia (BG) intitolato “Vecchi problemi Nuove terapie” per evidenziare i
risultati ottenuti dalla terapia fisica a neurostimolazione Lorenz,
assolutamente innovativa ed applicabile nei campi più disparati: neurologici
e reumatologici, gastroenterologici e urologici, favoriti dall’assoluta
tollerabilità della stessa e dalla mancanza di controindicazioni ed effetti
collaterali.
Caratteristica di questa Terapia è di agire sui meccanismi di base dei
fenomeni reattivi cellulari.
Presso il reparto di Medicina Nucleare dell’ospedale “S. Eugenio” di Roma è
stato recentemente portato a termine uno studio che conferma, ancora una
volta, l’efficacia del sistema e la tollerabilità per l’organismo trattato con
questa metodica.
Nell'ambito del Congresso dell'AISD (Associazione italiana Studi sul Dolore)
dell' 8-9-10 Maggio 2008 sono stati presentati i risultati ottenuti con
l'apparecchiatura “PBK2C” presso la Cattedra di Anestesia e Rianimazione
dell'Università degli Studi dell'Aquila e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria
Policlinico Tor Vergata.
Presso la prima struttura sono stati descritti i risultati nel trattamento della
Fibromialgia; presso la seconda struttura è stata utilizzata l'apparecchiatura
per patologie dolorose di origine vascolare ed artrosica. Le conclusioni, in
entrambi i casi, riportano una risposta significativa nel controllo del dolore e
nella riduzione della limitazione motoria, unite ad una buona tollerabilità ed
assenza di effetti collaterali indesiderati.
Al 32° Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana per lo studio del
Dolore tenutosi a Silvi Marina il 28-29-30 Maggio 2009 sono stati presentati
esiti di trattamenti eseguiti con l'apparecchiatura che abbiamo in dotazione
PBK-2C, condotti presso l'Istituto di Anestesiologia, Terapia Intensiva e
Medicina del Dolore – Università Tor Vergata, Roma (Direttore Prof. A. F.
Sabato).
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Il primo caso riguarda un paziente di 77 anni con ulcera diabetica dolorosa,
edema nell'area circostante e dolore intenso.
Alla fine del trattamento (10 sedute) si è osservata la totale guarigione
dell'ulcera, l'induzione del tessuto di granulazione e totale remissione dei
sintomi dolorosi.
Il secondo caso riguarda il trattamento di 52 pazienti (20 maschi, 32
femmine) con cefalea muscolo-tensiva che sono stati sottoposti a 10 sedute
di terapia.
Alla fine del trattamento si è notato un significativo miglioramento con
riduzione di durata e frequenza dei sintomi e significativa riduzione della
disabilità senza che si siano presentati indesiderati effetti collaterali.
Il terzo studio è stato effettuato su 304 pazienti (142 femmine, 162 maschi)
affetti da osteoartrosi (artrosi della spalla, artrosi della mano, artrosi del
ginocchio, artrosi della caviglia e artrosi del piede), l'intensità del loro dolore
andava da media a intensa (indice VAS medio: 716).
Dopo due settimane di trattamento si sono riscontrati significativi
miglioramenti dei sintomi clinici, quali la riduzione del dolore, la riduzione
della limitazione della mobilità, la riduzione della rigidità e la riduzione
dell'insufficienza globale delle funzioni motorie.
“Mediante la modulazione del sistema nervoso autonomo e con la
progressiva riduzione di infiammazione ed edema, il PBK-2C produce
un'efficace terapia coadiuvante per le patologie croniche degenerative
dolorose”.
METODO LORENZ INNOVATIVO PER LA RISOLUZIONE DEL DOLORE
Noi fondatori del Centro Biomedico Lorenz siamo molto orgogliosi di aver
compreso, tra i primi, le enormi potenzialità di questo sistema e di aver
acquisito una così grande esperienza che ci permette di proporci all’utenza
con una elevatissima aspettativa di risoluzione, o miglioramento, di
complesse patologie.
Secondo la più recente definizione dell’O. M. S. il dolore è una sgradevole
esperienza sensoriale legata alla presenza di un danno tissutale presente o
potenziale.
Tale definizione rivoluziona il precedente concetto di dolore che per lo più
veniva considerato come sintomo (più o meno come la febbre) e usato dalla
classe medica come guida nella definizione della diagnosi di patologia in atto.
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Quello che è cambiato sostanzialmente è che il dolore non è più considerato
sintomo ma come vera e propria malattia esso stesso in grado a volte di
automantenersi anche in assenza di patologia in atto.
Queste affermazioni, concettualmente semplici, sono il frutto di lunghi e
complicati studi sui meccanismi di produzione e mantenimento del dolore,
solitamente correlati all’attivazione e alla propagazione del processo
infiammatorio da parte di numerosi mediatori chimici dell’infiammazione, che
propagano lo stimolo doloroso lungo le vie nervose fino alla parte cosciente
del cervello. Tutto ciò innesca a livello del sistema nervoso centrale, con
direzione verso la periferia, una serie di meccanismi e di “blocchi” volti ad
eliminare, o quantomeno a ridurre, gli effetti negativi del dolore.
La farmacologia agisce sui vari punti descritti e con meccanismi diversi ma
tutti volti o a dominare la reazione infiammatoria o a potenziare i dispositivi di
controllo del dolore (valga per tutte l’ azione delle endorfine).
La elettroterapia a Biofeedback secondo il metodo Lorenz interviene là dove
lo stimolo doloroso viene a formarsi ed inibendolo ne impedisce la
propagazione; gli effetti biochimici più studiati sono quelli che coinvolgono il
VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) che viene attivato, dalla
stimolazione da parte di treni di impulsi inviati dalla apparecchiatura, a livello
delle pareti dei piccoli vasi.
L’aumento di tale sostanza (VEGF) induce una immediata permeabilità
vascolare e una vasodilatazione a carico del microcircolo, il che si traduce in
una rimozione efficace dei fattori biochimici dell'infiammazione e quindi
nell’abolizione alla radice dello stimolo doloroso.
Se ci si limitasse a ciò il risultato sarebbe solo momentaneo, ma il dato
importante è che l’azione ritardata del VEGF si traduce nella formazione di
nuovi piccoli vasi sanguigni là dove ce ne sia l’esigenza, e quindi ai distretti in
difficoltà viene garantito un elevato apporto di sangue che consente di
neutralizzare e “di lavare” i mediatori chimici dell’infiammazione, che
altrimenti tornerebbero ad innescare l’infiammazione e a scatenare il dolore.
Non è dato sapere se anche altre metodiche fisioterapiche abbiano un
meccanismo simile, dato che in tal senso non sono stati fatti studi, ma è
certo che per le altre metodiche la penetrazione degli stimoli nell’organismo è
limitata e non supera l’ordine di qualche centimetro.
Al contrario i treni d’impulsi a partenza dalla nostra apparecchiatura sono in
grado di penetrare e di esplicare la loro azione in qualsiasi distretto
dell’organismo, anche quelli apparentemente inaccessibili come lo speco –
vertebrale, fino a raggiungere le radici e il midollo spinale protetti da un
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formidabile “astuccio” osseo, come pure è in grado di raggiungere i tessuti
cerebrali attraversando perciò la scatola cranica.
Molti altri sono gli studi soprattutto neurofisiologici in corso dato che il
meccanismo d’azione sopra descritto non è sufficiente a spiegare il successo
terapeutico della metodica ma non vi sono ancora studi conclusivi.
In particolare l’esperienza ultradecennale che abbiamo accumulato ci
consente di poter affermare che la metodica risulta essere efficace e con
benefici duraturi in svariate patologie mediamente nel 90% dei casi.
Le patologie che più comunemente ci troviamo a trattare sono di pertinenza
ortopedica, reumatologica, vascolare e il settore riabilitativo dopo insulti
vascolari cerebrali (dalle paralisi cerebrali infantili, agli ictus e ai traumi
cerebrali).
ELENCO DELLE PATOLOGIE PREVALENTEMENTE TRATTATE

CEFALEA MUSCOLOTENSIVA, CEFALEA, EMICRANIA,

CERVICALGIA, ARTROSI CERVICALE, CERVICOBRACHIALGIA,

COLPO DI FRUSTA RACHIDE CERVICALE

FIBROMIALGIA
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
PERIARTRITE SPALLA (CON LESIONI CUFFIA)

PERIARTRITE SPALLA (SENZA LESIONI CUFFIA)

EPICONDILITE-EPITROCLEITE

TUNNEL CARPALE-CANALE DI GUYON

DE QUERVAIN

RIZOARTROSI

LOMBALGIE (ACUTE
LOMBOCRURALGIE

ERNIA DISCALE O DEGENERATIVA – ESITI DI INTERVENTO PER ERNIA
DISCALE

STENOSI VERTEBRALI

SACRO ILEITE

COXARTROSI – COXALGIE

PUBALGIA
E
CRONICHE)
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LOMBOSCIATALGIE
E

GONALGIA TRAUMATICA – GONALGIA DEGENERATIVA

IPERPRESSIONE FEMOROTULEA OSTEOCONDROSI GIOVANILE

PATOLOGIA TIBIO TARSICA ( DEGENERATIVA) PATOLOGIA TIBIO TARSICA
(TRAUMATICA)

PODALGIE (ALLUCE VALGO, ARTROSI, SPERONI, FASCITE PLANTARE)

RIGIDITA' ARTICOLARE (ESITO DI IMMOBILIZZAZIONE)
Anche altre patologie possono essere efficacemente trattate:

retinopatie

malattie dermatologiche

nefropatie

effetti collaterali del diabete

ulcere atrofiche e da decubito

patologie del sistema nervoso centrale

esiti da ictus

aneurisma

lesioni neonatali

paraplegie traumatiche

nevralgie del trigemino

cefalee a grappolo

trattamenti dell'insonnia
7

trattamenti della circolazione agli arti inferiori

trattamenti di tonificazione estetica-anti cellulite.
INTERVISTE
Intervista a: Dott. Eugenia Misley
Presidente del Centro Biomedico Lorenz
I RISULTATI DELL'ELETTROTERAPIA
Rivista: La Città Del Secondo Rinascimento, n. 22 (gennaio 2007) - “La cura
del tempo”.
Intervista di Anna Spadafora
- Com'è nato il Centro Biomedico Lorenz e quali metodi usa per le terapie
riabilitative?
Abbiamo inaugurato il centro il 16 maggio 1994, suscitando l'interesse di
varie strutture universitarie e di ricerca. Qui usiamo esclusivamente la
metodica di neurostimolazione Lorenz e Biofeedback, ormai diffusa a livello
nazionale. Le potenzialità di tale metodica sono state illustrate da studi e
ricerche del Polo Universitario Sacco di Milano sui risultati nelle neuropatie e
vasculopatie anche gravi che possono portare all'amputazione , oppure,
l'attenzione rivolta dalla prestigiosa rivista internazionale “International
Journal of Experimental and Clinical PhatoPhisiology and Drugs Research”.
Inoltre in un convegno tenutosi a Umbertide nel maggio del 2000, l'istituto
Prosperius Tiberino ha comunicato e pubblicato i risultati ottenuti nel corso
del trattamento e della riabilitazione in traumatologia sportiva.
- Rispetto al dolore, come interviene il metodo Lorenz?
Secondo la più recente definizione dell'O.M.S., il dolore è un'esperienza
sensoriale legata alla presenza di un danno tissutale presente o potenziale.
Questo nuovo approccio rivoluziona il precedente concetto di dolore,
considerandolo non più un sintomo ma una vera e propria malattia. La
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farmacologia agisce cercando di dominare la reazione infiammatoria o di
potenziare i dispositivi di controllo del dolore. L'elettroterapia a Biofeedback
secondo il metodo Lorenz interviene dove si forma lo stimolo doloroso e,
inibendolo, ne impedisce la propagazione.
- Può spiegare come agisce l'elettroterapia a Biofeedback?
Phyback è un dispositivo terapeutico composto da un sofisticato generatore
di impulsi a due canali, variabili secondo la patologia e la risposta del
paziente, in grado d'incrementare la produzione di citochine specifiche per la
ricostruzione di meccanismi metabolici imperfetti. Si coinvolge il VEGF (fattore
di crescita dell'endotelio vascolare), la cui azione ritardata porta alla
formazione di nuovi, piccoli vasi sanguigni dove ce n'è l'esigenza. Ai distretti
in difficoltà viene quindi garantito un elevato apporto di sangue che consente
di neutralizzare e “lavare” i mediatori chimici dell'infiammazione che
altrimenti tornerebbero a innescare l'infiammazione e a scatenare il dolore.
- Quali patologie ottengono i maggiori benefici grazie al metodo Lorenz?
Le patologie trattate più comunemente sono di pertinenza ortopedica,
reumatologica, vascolare e riabilitativa. Il rilascio di VEGF stimola la
produzione endoteliale di ossido nitrico. La sintesi di queste sostanze ha un
effetto antinfiammatorio che porta all'eliminazione del dolore locale. Inoltre, il
rilascio di VEGF può aumentare diverse funzioni protettive degli endoteli
essenzialmente intatti. Possono essere trattate efficacemente patologie del
sistema nervoso centrale, esiti da ictus, aneurisma, lesioni
neonatali,paraplegie traumatiche, nevralgie del trigemino, cefalee a grappolo,
insonnia, circolazione agli arti inferiori e tonificazione estetica anticellulite.
- Può citare qualche caso particolare in cui il metodo Lorenz ha ottenuto
risultati imprevedibili?
I casi sono tanti e lo testimoniano gli stessi clienti che sono soddisfatti del
nostro lavoro, ma posso citarne due per fare qualche esempio concreto: il
primo è molto recente, mentre l'altro risale a qualche anno fa ed è stato
monitorato costantemente.

Un uomo di 35 anni accusava da quindici giorni una violenta
lombosciatalgia da ernia paralizzante fra la quarta e la quinta vertebra,
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con deficit di muscoli estensori del piede (paresi). Un caso in cui
l'intervento chirurgico sembrava urgente e inevitabile, tanto che
quando ha iniziato il trattamento, ci ha comunicato che era stato
inviato a visita neurochirurgica urgente. Il neurochirurgo lo vide dopo
poche sedute e, notando già un notevole miglioramento, gli consigliò di
proseguire il trattamento al nostro centro. Dopo venti sedute, la paresi
era regredita e il dolore si era risolto completamente.

Risale a sei anni fa invece il caso di una neonata di 5 mesi , che
presentava piede torto posturale e avrebbe dovuto essere operata di
allungamento del tendine d'Achille a destra e forse anche a sinistra.
Venuta a conoscenza del nostro centro, la madre si rivolse a noi per
impostare un trattamento mirato ad elasticizzare il tendine in ambedue
gli arti inferiori. Già dopo dieci sedute, il tendine risultava non più
patologico. Controllata periodicamente con un follow up di sei anni, oggi
possiamo dire che la bambina non presenta recidive o problemi.
Comunque, vorrei ricordare che il metodo Lorenz non è utile soltanto quando
si riesce ad evitare l'intervento chirurgico, ma anche come cura preventiva nei
casi in cui l'operazione si renda necessaria, poiché prepara i tessuti
contribuendo a ridurre il sanguinamento, limitare il trauma e rendere più
rapido il processo di guarigione postoperatoria.
- I risultati sono molto soddisfacenti e propongono una valida alternativa alle
terapie più conosciute. Come cercherete di potenziarne la diffusione?
L'efficacia della terapia Lorenz, insieme all'impegno degli operatori della
struttura, ha portato al conseguimento di un notevole successo, cui hanno
contribuito i pazienti stessi che lo hanno pubblicizzato. Il futuro incremento di
tali risultati dipenderà dalla capacità dei medici di approfondirne la
conoscenza e prescriverla nei casi in cui le terapie tradizionali sono poco
efficaci o non esistono.
Intervista a: Dott. Eugenia Misley
Presidente del Centro Biomedico Lorenz
I VANTAGGI DELL'ELETTROTERAPIA A BIOFEEDBACK
Rivista: La Città Del Secondo Rinascimento, n. 33 (aprile 2009) - “La crisi e la
riuscita”.
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Intervista di Anna Spadafora
- In quindici anni di attività, il Centro Biomedico Lorenz 2, con la
neurostimolazione Lorenz a Biofeedback, ha dato un apporto essenziale alla
cura di malattie di natura ortopedica, reumatologica, vascolare e derivanti da
insulti vascolari cerebrali (dalle paralisi cerebrali infantili agli ictus e ai traumi
cerebrali), per le quali comunemente vengono utilizzati metodi piuttosto
blandi come una semplice fisioterapia o, al contrario, metodi decisamente
drastici come l’intervento chirurgico. Eppure, la ricerca universitaria ha
riconosciuto il metodo da voi utilizzato come il più efficace e il meno invasivo
in assoluto…
Per citare uno dei tanti studi che confermano l’efficacia del metodo Lorenz, la
cattedra di Reumatologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha
effettuato una sperimentazione, presso il nostro Centro, per il trattamento
delle fibromialgie, di cui tutti conoscono il difficoltoso approccio terapeutico,
con risultati incontrovertibili, che sono stati pubblicati in una tesi di laurea per
l’anno accademico 2001-2002.
Più recentemente a Roma in occasione del Congresso Nazionale A.I.S.D.
tenuto l'8/10 maggio 2008 sono stati illustrati i risultati molto positivi
ottenuti oltre che nella cura della fibromialgia (relazione presentata dal Prof.
Varrassi dell'ospedale S. Salvatore dell'Aquila) nel trattamento del dolore
neuropatico da ulcera ed in severe patologie ortopediche (relazioni
presentate dal Policlinico Tor Vergata Dir. Prof. A. Gatti). Sicuramente occorre
diffondere maggiormente l’informazione, ma è anche vero che, come sempre,
la ricerca fa passi da gigante, che la pratica medica recepisce con grande
lentezza. Questo naturalmente comporta un enorme spreco, non solo per le
persone che devono convivere con malattie invalidanti che spesso le
costringono a lasciare il lavoro, ma anche in termini economici per la
comunità che deve sostenere l’onere di assistenza a persone che con il
nostro metodo riuscirebbero a guarire in quindici, venti sedute.
- Accade spesso di sentire qualcuno che, a causa di una periartrite, per
esempio, sopporta dolori a una spalla che non lascia riposare di notte…
Al nostro Centro si recano persone che hanno trascorso anche periodi lunghi
con questa sofferenza: hanno assunto farmaci e hanno provato altre terapie
senza risultati, ma già la prima notte dall’inizio della nostra terapia per
fortuna riescono a dormire. Poi, naturalmente, perché il miglioramento si
11
stabilizzi, occorre un numero congruo, anche se mai eccessivo, di sedute. Fra
i casi recenti, possiamo citare quello di una giovane professionista che aveva
avuto un trauma da caduta alla spalla e, quando si è rivolta al nostro Centro,
non riusciva più a svolgere la sua attività, nonostante le varie terapie a cui si
era sottoposta. L’abbiamo curata e adesso è tornata la persona di prima,
gioiosa, tranquilla e impegnata nel lavoro. È tornata alla vita.
Spesso bastano poche sedute, come per le numerose persone che curiamo
per una cervicalgia o per una contrattura del trapezio. Ma mi preme precisare
che di solito le persone si trascinano questi problemi per anni. Per non
parlare delle artrosi alle ginocchia o alle anche, soprattutto negli anziani.
Cinque anni fa, a una signora che era già in lista d’attesa per un intervento di
protesi all’anca abbiamo eseguito un trattamento di dieci sedute per tentare
di evitare l’intervento. Ha tratto benefici già con il primo ciclo e da allora
ripete il trattamento due volte l’anno, continuando a stare bene, senza
effettuare nessun intervento.
- Avete curato casi di persone con malattie gravi che hanno tratto benefici dal
metodo Lorenz?
Da un anno seguiamo un bambino a cui è stata diagnosticata un’artrite
idiopatica giovanile, una malattia molto rara a eziologia sconosciuta. È un
caso particolare che va seguito nel tempo, senza porci obiettivi eccessivi ma
con la consapevolezza di poter migliorare le condizioni del piccolo paziente.
Tuttavia, possiamo dire che abbiamo avuto risultati enormi. Quando la
mamma l’ha portato qui, non camminava più a causa del forte dolore.
All’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, dove avevano diagnosticato la
malattia, prescrivevano infiltrazioni dell’articolazione a livello delle ginocchia,
delle caviglie e dei gomiti. Sembrava che fosse migliorato, ma in brevissimo
tempo aveva già avuto una ricaduta. La mamma conosceva i danni che le
infiltrazioni potevano causare, allora, quando è stata informata dell’esistenza
del nostro Centro, ci ha portato subito il bambino. Noi abbiamo preso a cuore
il caso, il primo di questo tipo per noi, e insieme all’ortopedico abbiamo
stabilito un programma terapeutico per eliminare il dolore e l’infiammazione e
poi anche per rafforzare il sistema immunitario in generale. A un anno di
distanza, il bambino cammina benissimo: le sue caviglie, prima rigide e
dolenti, sono ora mobili e flessibili, mentre le sue condizioni di partenza
avevano fatto prospettare un intervento chirurgico. C’era già un programma
molto pesante per questo bambino, che invece prosegue la nostra terapia
con risultati sempre più sorprendenti.
12
Se pensiamo che, dopo le infiltrazioni, gli era già stato impostato un
trattamento col methotrexate, che è un immunosoppressore, possiamo
immaginare il vantaggio di cui può usufruire oggi. Come ha scritto anche
l’ortopedico: “La terapia farmacologia risultava molto impegnativa anche in
considerazione della giovanissima età, mentre il trattamento elettroterapico
Lorenz ha consentito di evitare la terapia immunosoppressiva, che avrebbe
avuto effetti collaterali importanti”. Con il meccanismo dell’elettroterapia a
Biofeedback, quindi, da una parte si agisce in senso generale come
immunomodulatore, dall’altra si agisce localmente sulle articolazioni colpite
dominando il processo infiammatorio, che si gestisce.
Intervista a: Dott. Riccardo Benussi
Medico, spec. In Ortopedia e Traumatologia, Centro Biomedico Lorenz 2,
Maranello (MO)
IL METODO LORENZ PER LA CURA DI ARTROSI E DI DANNI ALLA CARTILAGINE
Rivista: La Città Del Secondo Rinascimento n. 42 (gennaio 2011) - “Per
ragioni di salute”.
Intervista di Anna Spadafora
- Nato nel 1994, il Centro Biomedico Lorenz 2 è stato pioniere
nell’applicazione dell’elettroterapia a biofeedback, che nel corso degli anni
ha ottenuto non solo risultati impensabili in gravi patologie di natura
ortopedica, reumatologica e vascolare, ma anche importanti riconoscimenti
accademici che confermano l’efficacia del sistema e la sua tollerabilità per
l’organismo trattato. Tra i più recenti, citiamo i risultati ottenuti nel 2008 con
l’apparecchiatura PBK-2C presso la Cattedra di Anestesia e Rianimazione
dell’Università degli Studi dell’Aquila e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria,
Policlinico Tor Vergata, e quelli ottenuti nel 2009 presso l’Istituto di
Anestesiologia, Terapia Intensiva e Medicina del Dolore, Università Tor
Vergata, Roma.
Può darci qualche informazione sul metodo, in qualità di specialista in
Ortopedia presso il Centro?
In oltre quindici anni, abbiamo ottenuto risultati positivi nell’applicazione del
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metodo Lorenz a patologie afferenti l’apparato osteoarticolare, che
risultavano particolarmente difficili da risolvere in maniera conservativa,
evitando così ai pazienti di ricorrere all’intervento chirurgico. L’elettroterapia
a biofeedback si diversifica dalle altre elettroterapie per l’elevata frequenza e
per l’alto coefficiente di penetrazione degli impulsi inviati da una macchina
gestita attraverso un computer. Fondamentale per il buon funzionamento è
una diagnosi clinica corretta, in quanto viene inviato lo stesso treno di impulsi
per tutte le patologie, mentre la diversificazione avviene in un secondo
momento, attraverso la gestione unitaria del computer e la collaborazione del
paziente, che dosa la quantità di impulsi. Si tratta, quindi, di una terapia
modulare mai uguale fra i diversi pazienti e fra una seduta e l’altra. Il sistema
di funzionamento è piuttosto complesso da descrivere mentre è
maggiormente interessante parlare delle principali caratteristiche dimostrate
scientificamente: nella pratica avviene una stimolazione attraverso un
meccanismo ormonale che dilata e amplia il letto microcircolatorio e
moltiplica la creazione di nuovi piccoli vasi, che consentono un aumento della
circolazione sanguigna. Il corpo umano è maggiormente nutrito quanto
maggiore è l’afflusso di sangue e, in particolare nel sistema scheletrico,
l’afflusso di sangue favorisce la rimozione delle sostanze dannose che
provocano il dolore, i mediatori biochimici dell’infiammazione.
Successivamente all’applicazione diretta della terapia, con un’azione dilatata
nel tempo, la moltiplicazione dei capillari in profondità mantiene una
maggiore irrorazione della zona e consente l’abolizione alla radice dello
stimolo doloroso.
- Un luogo comune molto diffuso è che la degenerazione della cartilagine sia
irreversibile. Con il metodo Lorenz è possibile invece introdurre una svolta nel
processo degenerativo?
Le patologie degenerative del tipo osteoartrosico sono fra le più frequenti a
essere trattate in questo centro: osserviamo il danno fondamentale a carico
della cartilagine articolare che, evolvendosi, coinvolge il tessuto osseo sotto
la cartilagine, fino a giungere alle altre strutture cosiddette molli che
circondano un’articolazione. Abbiamo un’ampia casistica a questo riguardo e
riceviamo spesso pazienti già in lista d’attesa per interventi chirurgici di
sostituzione protesica del segmento interessato: anche nei pochi casi in cui
non abbiamo provocato la guarigione completa del processo artrosico, gli
esami strumentali eseguiti dopo il trattamento attestano che ne abbiamo
arrestato l’evoluzione. Inoltre, esistono patologie più rare – come
l’osteocondrite, che può colpire vari distretti – in cui la cartilagine presenta un
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danno visivo, mentre, in realtà, il problema è di origine sottocontrale, cioè
sotto la cartilagine. Non esistono cause che comprovano il meccanismo di
formazione di questa lesione, ma solo ipotesi più o meno probabili. Ad
esempio, negli sportivi, si può verificare un’associazione di microtraumi
ripetuti con un disturbo vascolare profondo nel tessuto osseo che provoca
una necrosi, cioè la morte di un cono di osso che non dà più appoggio alla
cartilagine che, a sua volta, comincia a perdere tono, si evolve nel crollo delle
trabecole ossee in profondità e, quindi, come in un vulcano a scudo
rovesciato, anch’essa crolla e muore in mezzo al tessuto osseo. Arrivati a
questo punto l’unica soluzione è quella chirurgica. Questa patologia non è
molto frequente, pertanto, nemmeno la sua evoluzione è esattamente nota. I
pochi casi giunti alla nostra osservazione non hanno, finora, necessitato di
interventi chirurgici perché non si è verificato il danneggiamento della
cartilagine. Aggiungo, inoltre, che non sempre l’intervento porta i risultati
sperati – si ricordi, in proposito, l’esempio del famoso calciatore olandese
Van Basten che fu operato numerose volte presso i migliori centri europei
senza ottenere altro risultato che quello di abbandonare il gioco del calcio
proprio per una patologia di osteocondrite dell’astragalo.
- Fra i casi giunti alla vostra osservazione di recente, ce n’è qualcuno di
particolare interesse?
Il caso più recente è proprio analogo a quello di Van Basten, rispetto al quale
vari specialisti del settore si erano già pronunciati sulla probabile necessità di
ricorrere a intervento chirurgico. Il paziente è stato sottoposto a un
trattamento di elettroterapia a biofeedback, dopo il quale la risonanza
magnetica ha evidenziato una modifica favorevole della situazione: una parte
di osso sofferente non era più circondata dall’alone edematoso e, quindi, non
era più imbibito di liquidi funzionalmente non validi, che testimoniano la
tendenza del processo patologico all’allargamento che, in breve tempo, porta
al crollo della cartilagine. L’ultima risonanza magnetica effettuata ha
mostrato una cartilagine perfettamente sana: obiettivo massimo che si possa
raggiungere in una patologia di questo tipo.
Intervista a: Monia Marchetti
Operatrice sanitaria e socia del Centro Biomedico Lorenz 2, Maranello (MO)
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COME CURA IL METODO LORENZ
Rivista: La città del Secondo Rinascimento n. 47 (Febbraio 2012) – “Il
pensiero e la qualità della vita”.
Intervista di Anna Spadafora
- Lei lavora al Centro Biomedico Lorenz 2 fin dalla sua apertura nel 1994,
diciotto anni in cui avete curato tutte le patologie articolari muscoloscheletriche, anche quando si rivolgevano a voi persone che avevano provato
qualsiasi altro metodo, con risultati scarsi o addirittura assenti, per di più con
la rassegnazione, spesso suggerita dagli stessi medici consultati, che
dovevano imparare a convivere con il dolore…
Per fortuna, i risultati raggiunti in questi anni mettono in discussione la
convinzione che ci sia chi debba imparare a convivere con il dolore. Come
specifica la più recente definizione dell’O.M.S., il dolore è un’esperienza
sensoriale legata a un danno tissutale presente o potenziale. Dunque,
eliminare o ridurre notevolmente il dolore vuol dire eliminare non più un
sintomo ma una vera e propria malattia. La farmacologia agisce cercando di
dominare la reazione infiammatoria o di potenziare i dispositivi di controllo
del dolore. L’elettroterapia a Biofeedback secondo il metodo Lorenz
interviene dove si forma lo stimolo doloroso e, inibendolo, ne impedisce la
propagazione.
Ecco perché con questo metodo si riesce a fare molto di più: le
apparecchiature emettono impulsi che penetrano in profondità nei tessuti ed
esplicano un’importante azione vascolarizzante, andando a ossigenare e a
dare nuovo nutrimento ai tessuti stimolati. In questi diciotto anni, sono
centinaia i casi di periartrite che abbiamo curato, nonostante non
rispondessero alle terapie tradizionali, compreso l’intervento. Noi partiamo
sempre dal presupposto che, laddove c’è un problema e si prova un dolore,
alla base c’è sempre una scarsa o una mancata irrorazione sanguigna,
quindi, una scarsa vascolarizzazione.
- Ma nel corso degli anni avete ottenuto risultati soddisfacenti anche per
patologie diverse da quelle osteo-articolari?
Con il metodo Lorenz possono essere trattate efficacemente, per esempio,
patologie del sistema nervoso centrale, esiti di ictus, aneurisma, lesioni
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neonatali, paraplegie traumatiche, nevralgie del trigemino, cefalee a
grappolo, insonnia, fino alla tonificazione estetica anticellulite.
Negli ultimi tempi constatiamo una sempre maggiore incidenza delle malattie
autoimmuni, come le artriti reumatoidi e, fra le malattie reumatiche, la
fibromialgia. Chi soffre di fibromialgia non presenta alcuna patologia in
particolare, il dolore è reale e diffuso, ma dagli esami effettuati non si trova
alcuna patologia concreta. Tuttavia, considerando la sua notevole incidenza,
a prevalenza femminile, da qualche anno è stata classificata come vera e
propria malattia, con disturbi che riguardano anche il sonno e dolori articolari
che arrivano a condizionare la vita sociale e lavorativa.
- In che modo intervenite rispetto alle fibromialgie?
Oltre ad agire sui sintomi, di recente abbiamo messo a punto un altro
approccio, considerando che, come risulta da studi scientifici, le persone che
soffrono di questa patologia hanno un’alterata percezione dello stimolo
doloroso: iniziamo il trattamento con una stimolazione generale sul sistema
nervoso centrale, in modo da potenziare il sistema immunitario, per rinforzare
l’organismo e metterlo in condizioni di rispondere meglio alle aggressioni
della patologia; solo in un secondo momento, interveniamo in periferia, sulle
zone che solitamente sono più colpite, l’area cervicale o quella lombare.
Questo approccio può essere esteso anche alle altre patologie che si
suppone abbiano alla base un indebolimento delle difese immunitarie, come
alcune forme di nevriti e le artriti a etiologia sconosciuta. Il metodo Lorenz
diviene quasi una forma di automedicamento che l’organismo attiva grazie
agli impulsi che risvegliano tutte le potenzialità dei sistemi vascolare,
endocrino e immunitario.
Il dolore cosiddetto nevropatico ha origine da una sorta di memoria che viene
mantenuta, anche quando non c’è più una causa o non c’è mai stata. Ecco
perché in questi casi occorre intervenire a livello centrale, inviando impulsi
mirati a interrompere il circolo vizioso del dolore. Lo stesso obiettivo che
tentano di raggiungere alcuni farmaci, i cui effetti collaterali sono ormai noti,
studiati appositamente per inviare i corretti impulsi dal cervello alla periferia.
- Gli impulsi inviati dalle apparecchiature usate nel Centro Lorenz non hanno
effetti collaterali e, soprattutto, sono più mirati per ciascuna persona, mentre
un farmaco è come un proiettile lanciato per colpire milioni di persone, come
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se fossero tutte uguali…
Per ciascuna persona, a parità di patologia, impostiamo una terapia
personalizzata, che modifichiamo seguendo il percorso del dolore nelle sue
fasi evolutive e nelle sue risposte, ascoltando quanto riferisce la persona e
adattando la terapia secondo l’occorrenza.
- Qual è l’ultima novità nelle vostre applicazioni?
Abbiamo scoperto che il metodo Lorenz funziona anche per la roncopatia, la
patologia del russare, che è un disturbo del sonno non solo del partner o di
chi dorme accanto, ma anche del russatore stesso, ignaro degli scompensi
cui può andare incontro: oltre a essere spesso accompagnata da apnee
notturne, la roncopatia può portare problemi respiratori, ipertensione
arteriosa e cardiopatie. Allora, noi interveniamo con una stimolazione dei seni
paranasali per ossigenare maggiormente la zona e rendere la respirazione
molto più fluida.
P. IVA: 02199200367
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Direttore Sanitario Dott.
Maria Chiara Cuoghi Spec.
in Endocrinologia
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