Introduzione Il presente lavoro è il risultato di un’attività didattica svolta con i ragazzi della classe IV A dell’Istituto d’arte di Jesi . Partendo dai risultati prodotti dalla Rivoluzione francese sul piano dell’affermazione dei diritti individuali e politici, abbiamo pensato di ripercorrere le tappe più significative che hanno portato alla presa di coscienza e alla conquista dei diritti del cittadino e della persona. Il lavoro è stato fatto a gruppi rispettando gli interessi dei ragazzi. Attraverso la ricerca in vari manuali scolastici e la lettura di alcuni documenti, si è ottenuta questa sintesi che naturalmente non può essere esaustiva dell’argomento, ma solo uno spunto per la presentazione del tema ad un ipotetico uditorio. Percorso di cittadinanza e Costituzione Dall’Antico regime alla Dichiarazione universale dei diritti umani cl. IV A Istituto d’arte “E. Mannucci” sede di Jesi Coordinamento prof.ssa Stefania Sparaciari I diritti umani durante l’Antico regime L’ antico regime era un tipo di società fondata sulla disuguaglianza: esistevano uomini che per legge godevano di privilegi e altri che non avevano nessun tipo di diritto. La società dell’antico regime era organizzata in ordini e i diritti erano intesi come privilegi. Il clero e la nobiltà chiamate rispettivamente primo e secondo stato praticamente non pagavano tasse, imponevano tributi e servitù ai contadini, potevano essere giudicati da tribunali speciali , avevano impieghi riservati, potevano lavorare a corte o guidare l’ esercito. Il resto della popolazione era detto terzo stato, un gruppo sociale vasto e diversificato economicamente che comprendeva borghesi e contadini, ai membri del terzo stato erano precluse le carriere più prestigiose, dovevano pagare le tasse. Ai membri del terzo stato erano precluse le carriere più prestigiose, dovevano pagare le tasse ed erano sfruttati dai nobili. Per tutti i secoli dell’antico regime la nobiltà mantenne saldamente il primato sociale. La sua potenza era formata sul controllo delle terre; all’epoca vivere nobilmente significava sperperare il denaro e non pensare di risparmiare, chi non lo faceva rischiava la derogazione cioè l’eliminazione dei ranghi sociali e nobiliari. I diritti e privilegi di cui godevano nobili e clero nell’antico regime: -la sostanziale esenzione dalle tasse -privilegi onorifici -diritto di essere giudicati solo da tribunali speciali -impieghi riservati ELENCO DEI TRE STATI SOCIALI: -1° stato = clero -2° stato = nobiltà -3° stato = contadini e borghesia LE TAPPE EVOLUTIVE LA MAGNA CHARTA LIBERTATUM In Inghilterra dopo la sconfitta di Bouvines (1214) Giovanni senza terra dovette affrontare la reazione dell’opinione pubblica e della nobiltà inglese. Grande era il malumore anche per la decisione del re di dichiarare il regno feudo della Chiesa. La protesta crebbe e investì la stessa Londra: baroni e grandi ecclesiastici passarono alla rivolta, imponendo al re la concessione della famosa Magna Charta nel 1215. Con essa il sovrano si impegnava a: 1. Rispettare i diritti di cui godevano i nobili, gli ecclesiastici e tutti i liberi del regno 2. Mantenere le concessioni operate nel passato dai suoi predecessori a favore di Londra e delle altre città. 3. Concedere il diritto dei sudditi di condizione libera di essere giudicati da tribunali di loro pari. Non imporre nuove tasse senza l’approvazione della nobiltà e del clero, riuniti nel consiglio comunale del regno. La Magna Charta può considerarsi all’ origine dell’istituzione parlamentare, i rivoltosi, comunque, non volevano introdurre un nuovo regime politico ma garantire il rispetto della tradizione. L’HABEAS CORPUS AD SUBICENDUM Carlo II re d’inghilterra aveva molte difficoltà ad instaurare un regime assolutista e incontrò molti ostacoli con l’opposizione parlamentare. La legge più importante fu approvata nel 1679: L’habeas corpus ad subiciendum. Gli aspetti più innovativi furono: 1. L’abolizione del carcere preventivo 2. L’arresto solo sulla base di motivi penalmente perseguibili 3. Il divieto di qualsiasi restrizione arbitraria o illegale. Si tratta della legge fondamentale degli stati moderni dopo la caduta dell’assolutismo. La dichiarazione d’indipendenza degli Stati uniti d’America La Dichiarazione D’Indipendenza del 1776fu ispirata ai principi dell’illuminismo e fu elaborata da Thomas Jefferson. In questa dichiarazione si affermava che: *Gli uomini sono stati creati uguali; * che essi sono creati dal loro Creatore con taluni diritti inalienabili, fra i quali il diritto alla vita, alla libertà, alla ricerca della felicità; *che i governi sono costituiti allo scopo di garantire questi diritti; *che i governi derivano i loro poteri legittimi dal consenso dei governati; *che ogni qualvolta un governo tenda a negare lo scopo per il quale è istituito, è il diritto del popolo abbatterlo e sostituirlo con un nuovo governo, corrispondente ai propri desideri. La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (26 agosto 1789) Il 26 agosto fu approvata dall’assemblea nazionale, il documento più importante, della rivoluzione che sarà un punto di riferimento per tutti i regimi liberali e per tutte le democrazie moderne. Questo documento definisce gli atti del potere legislativo ed esecutivo, rispettando i principi di libertà, ed uguaglianza segnando l’atto di morte dell’ancien regime. Gli articoli sono in totale 17. LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO ART. 1- Uomini neri e bianchi sono tutti uguali e hanno stessi diritti, lavoro, scuola, tasse. ART. 2- Il governo deve occuparsi dei diritti naturali che sono la libertà, la sicurezza, la resistenza all’oppressione, la proprietà. ART. 3- Al di sopra di tutto c’è la nazione cioè il popolo ART. 4- La libertà consiste nel fare ciò che si vuole senza fare danni agli altri. ART. 7-Nessun uomo può essere accusato arrestato o detenuto se non nei casi contemplati dalla Legge e secondo le forme che essa prescrive. Coloro che promuovono, trasmettono, eseguono e fanno eseguire ordini arbitrari debbono essere puniti; ma ogni cittadino, chiamato o arrestato a forza della Legge, deve obbedire all’istante. Egli si rende colpevole resistendo. ART. 8-La Legge non deve stabilire che pene strettamente ed evidentemente necessarie e nessuno può essere punito se non in forza di una Legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto e legamente applicata. ART.10- Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose purchè la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge. ART.17- La proprietà, essendo un diritto inviolabile e sacro, non potrà essere tolta in nessun caso, salvo quello in cui la necessità pubblica, lo esiga chiaramente e sempre con la condizione d’una precedente giusta indennità. E LE DONNE? IL PROBLEMA DELLA CITTADINANZA FEMMINILE In Francia nel periodo rivoluzionario e nelle Dichiarazioni dei diritti che precedono le diverse Costituzioni si fa riferimento solo alla parola “uomo” che non viene usato per indicare tutta l’umanità,ma solo le persone di sesso maschile. Le donne erano prive di diritti, ma furono attive in ogni fase della rivoluzione,anche se la loro partecipazione politica in sedi formali viene in più occasioni impedita. Per rivendicare l’accesso alla politica le militanti si giustificano sul possesso di specifiche virtù:capacità intellettuali e razionali, la loro attitudine a portare le armi in difesa della patria e la maternità che dà la possibilità di concepito un cittadino. Fra il 1789 e il 1804 le donne che avevano preso parte ai circoli rivoluzionari e alle manifestazioni presero la parola e la penna, scrivendo dei Cahiers de dolèances in cui rivendicavano, per la prima volta, la condivisione dei diritti politici e denunciavano emarginazione e soprusi. Olympe de Gouges era un’intellettuale,autrice di testi teatrali ed arrivò a formulare una Dichiarazione dei diritti della Donna e della cittadina(1791) in cui chiedeva che la dichiarazione dei diritti dell’uomo venisse estesa anche alle donne; fu però respinta dalla Convenzione. Olympe ebbe il coraggio di opporsi a Roberspierre e venne condannata alla ghigliottina. Olympe de Gouges I DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina costituisce un'imitazione critica della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che elenca i diritti validi solo per gli uomini, allorché le donne non dispongono del diritto di voto, dell'accesso alle istituzioni pubbliche, alle libertà professionali, ai diritti di possedimento, ecc. L'autrice difende, non senza ironia sulle considerazioni dei pregiudizi maschili, la causa delle donne, scrivendo che « La donna nasce libera e ha uguali diritti all'uomo ». Olympe de Gouges criticò la Rivoluzione francese per aver dimenticato le donne nel suo progetto di libertà e di uguaglianza. “Metà della specie umana viene privata dei suoi diritti naturali ed è precisamente quella che gli antichi considerano sacra perché ne valutano l’essenza e i benefici. Adesso la donna langue in uno stato peggiore della schiavitù. Anticamente in Gallia, in Grecia e in Germania vi erano i modelli della perfezione sociale. Tra i membri dello stato erano comprese quelle che adesso nascono, soffrono, producono e muoiono in un vero e proprio asservimento; l’astuzia dei preti si servì dello spirito sottile e metafisico delle donne per introdurre i dogmi di un culto che ben presto divenne dominante. Era il periodo in cui le madri della patria sedevano ancora nelle assemblee legislative, le pratiche religiose invece strapparono le donne alle occupazioni politiche, esse si “consacravano all’umiltà” , furono cancellate le tracce degli usi e delle leggi, si istituirono pratiche e regole dettate dall’abilità o comandate dalla forza. I preti crearono despoti al servizio dei loro disegni, non pensarono mai ad altro che a sottomettere la razza umana. La forza morale è un dono che la natura accorda alla donna per rendere l’essere sensibile a fargli sopportare al tempo stesso i mali che la natura gli infligge. Sottomettere questa forza è esattamente quello che ha fatto la politica dei nostri antichi tiranni; hanno ispirato il gusto di virtù estreme, creato false virtù, spingendo la donna a cercare la felicità nella dipendenza servile; hanno indotto l’uomo a diventare duro e orgoglioso accordandogli un potere smisurato. Dopo essere fuorviate dalle illusioni religiose, le donne furono sviate da falsi omaggi che fecero loro perdere la consapevolezza di se stesse. Se si vuole che le donne si onorino allora bisognerebbe restituire a loro diritti e proprietà che sono sacrosanti come quelli dell’uomo. Ancora al giorno d’oggi la lotta delle donne per la parità dei sessi continua e, per fortuna, ha avuto molti sviluppi positivi, ad esempio, nel 1946 in Italia la donna ha ottenuto il diritto al voto. Oggi la donna può votare e può scegliere la propria vita. Questo purtroppo avviene solo nel mondo occidentale infatti nei paesi più in difficoltà le donne subiscono numerose molestie sessuali, vengono maltrattate dai mariti-padroni… Le discriminazioni sono soprattutto predominanti in alcuni paesi del Medio Oriente, dove le donne non hanno diritti e gli uomini possono fare quello che vogliono. La figura femminile, inoltre, viene considerata inferiore anche in campo lavorativo; basti pensare alle cariche pubbliche italiane, anzi mondiali! Fino a poco tempo fa, nessuna donna ricopriva cariche pubbliche di rilievo, ma ora si è dimostrato che la donna è più competente dell’uomo. Piano piano le donne stanno riuscendo a eliminare i pregiudizi riguardanti il sesso femminile alimentando la speranza di un mondo in cui uomini e donne vengono trattati paritariamente. LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO (10 DICEMBRE 1948) La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo nasce dopo la seconda guerra mondiale con le potenze vincitrici che formarono l’ORGANIZZAZIONE delle NAZIONI UNITE (ONU) e il 10 dicembre 1948 approvarono la DICHIARAZIONE UNIVERSALE dei DIRITTI UMANI, con lo scopo di rispettare l’uguaglianza senza distinzioni perché tutti sono titolari di diritti fondamentali. La Dichiarazione viene suddivisa in 4 categorie: -le libertà individuali: ART. 1- Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. -i diritti politici: ART. 19- Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. -i diritti economici, sociali e culturali: ART. 22- Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l’organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità. -i diritti fondamentali o diritti-base: ART. 28- Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati. Lavoro svolto dalla classe IV A I Diritti Umani durante l’Antico Regime: Anthony Bufali Pietro Santolini Magna Charta Libertatum e l’Habeas corpus: Simone Schiavoni Andrea Trivellini La Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane: Chiara Zepponi La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino: Nicola Tittarelli Dennis Ciarmatori Marta Cerioni Discussioni durante la rivoluzione: Naomi Carletti Olimpia Vespignani I Diritti della donna e della cittadina: Alessandra Morosetti Viola Silicati La Dichiarazione universale dei diritti umani : Elisa Ceccacci Giulia Pettinari Coordinamento prof.ssa Stefania Sparaciari