I disturbi di apprendimento: lettura e comprensione Dott.ssa Tania Mattiuzzo (Psicologa e Psicoterapeuta) Cell 347.9675812 e.Mail [email protected] Ponte di Piave , 09.09.2009 La Lettura : Processi cognitivi specifici necessari per apprendere a leggere Quali sono i meccanismi mentali attraverso i quali un bambino riesce a trasformare la stringa ortografica “mamma” nella corrispondente pronuncia (/m/-/a/-/m/-/m/-/a/)? Esistono due diverse procedure cognitive che il bambino può utilizzare per leggere ad alta voce una di lettura diretta o lessicale (il magazzino lessicale è quello in cui si trova conservata la forma ortografica della parola, la sua pronuncia ed il suo significato), una procedura fonologica, definita come non - lessicale (Coltheart, 1985) perché tiene conto solo della conoscenza dei suoni linguistici. Lettura lessicale si basa su un già avvenuto apprendimento della corrispondenza diretta tra la forma stampata e quella parlata di “mamma” Lettura fonologica si basa, invece, sull’applicazione delle regole di corrispondenza del singolo grafema nel suono, indipendentemente dalla conoscenza del significato della parola stimolo; si tratta di una procedura indiretta Nelle prime fasi di apprendimento della lettura, nelle lingue con una ortografia irregolare, come l’inglese, possono sorgere dei problemi dovuti alla non conoscenza della regola necessaria per la pronuncia di una determinata parola es:in italiano troviamo ad esempio la parola /lager/ il cui suono /g/ si pronuncia generalmente come /gelo/, o come in /gelato/, ma non come /laghetto/ Tra le teorie sui meccanismi di acquisizione della lettura vi è quella di Harris e Coltheart, (1985); secondo questi autori i bambini procedono attraverso quattro fasi distinte nell’acquisizione del linguaggio scritto: la fase del vocabolario visivo, la fase di discriminazione entro la rete, la fase di ricodificazione fonologica, la fase ortografica. 1 fase: Intorno ai quattro, cinque anni il bambino riesce a leggere a voce alta un certo numero di parole utilizzando la procedura diretta, perché ricorre a una specie di vocabolario visivo (detto anche logografico), che egli si è costruito osservando (per es. sui libri di favole, sulle etichette di alcuni prodotti, alla televisione) che particolari parole stampate sono accoppiate invariabilmente a particolari pronunce, es. il proprio nome, il nome dei genitori, alcune sigle, ecc.. 2 fase la “discriminazione entro la rete”, si riferisce al fatto che il bambino, di fronte a una striscia di lettere che gli viene presentata, cerca di ricavare un certo numero di informazioni e quindi seleziona all’interno del suo vocabolario di lettura quelle che secondo lui corrispondono alla striscia di lettere presentata (Marsh e coll.,1981 e Seymour e Elder, 1985) 3 fase “ricodificazione fonologica” o alfabetica (Frith, 1985). A poco a poco emergono i primi tentativi di utilizzazione delle regole di conversione delle lettere in suoni e il bambino comincia a imparare a leggere le non parole ad alta voce; ora non fa più affidamento sul suo vocabolario di lettura, e può leggere anche parole mai incontrate prima; il numero complessivo di parole lette correttamente a voce alta comincia, da questo momento in poi, ad aumentare rapidamente, grazie all’uso delle procedure di conversione fonologica. 4 fase fase ortografica, in cui domina il sistema di scomporre in lettere le parole invece di quello di pronunciarle, che è il metodo dominante nella lettura. in uno studio recente condotto da Maschietto e Vio (1998) è stato trovato che : i bambini italiani acquisiscono progressivamente strategie di fonologia lessicale (lettura di parole), poi tra la 2^ e la 3^ elementare di fonologia non lessicale (lettura non parole) e una volta che queste sono consolidate (intorno alla 5^ classe) emergerebbero le competenze visivo-ortografiche (lettura di omofoni). il processo di lettura può avvenire attraverso due specifici percorsi indicati in letteratura all’interno di modelli a due vie Conoscenza del suono della lettera Processo logografico (riconoscimento/imm. par ol a) Processo alfabeti co (fonemi) Strutt ura Ortografica (es. radice, parte terminale) str uttura morf ografica ( morf emi) Nella lettura, la parola (in questo caso “GATTO”) viene per prima cosa decodificata nei suoi fonemi (/g/-/a/-/t/-/t/-/o/) e identificata. Una volta avvenuto questo processo, intervengono funzioni cognitive superiori come l’intelligenza, il ragionamento, la competenza lessicale per capire il significato della parola (“piccolo mammifero domestico che fa le fusa, ecc.”). Quelli in grassetto sono i processi cognitivi specifici per la lettura, quelle sottolineate le abilità cognitive remote all’apprendimento in esame. Il ruolo della competenza lessicale viene qui inteso come processo specifico della lettura perché è riferito alla possibilità che ha il lettore di guadagnare il significato della parola attraverso un accesso lessicale cosiddetto diretto senza far intervenire (almeno in prima battuta) il sistema cognitivo (come ad esempio il sistema semantico, es. dove ho conosciuto un gatto, i miei ricordi relativi a quel gatto, ecc.). LETTURA La capacità di riconoscere e nominare velocemente e correttamente le parole che compongono un testo Comprensione e decodifica sono due processi distinti Cattiva decodifica non implica necessariamente una scarsa comprensione Come si manifesta la difficoltà? Velocità: tempi di lettura inferiori rispetto a quelli di bambini con la stessa età cronologica Accuratezza: numero di errori superiore a quelli commessi da bambini della stessa età cronologica La diagnosi di primo livello Il criterio ormai condiviso dai clinici dello sviluppo per definire la presenza di un DAS è quello della discrepanza, anche se un’accurata analisi qualitativa dei processi utilizzati dal bambino per svolgere un determinato compito (es. leggere) è necessaria per completare la valutazione dello stato degli apprendimenti. - PROFILO A - - PROFILO B - Deficit: 1-3% Patologia di confine: 4-8% - PROFILO C - Ritardo: 16/20% Livello di prestazione atteso delle conoscenze (normalità statistica): 70-75% -2 +2 livello di prestazione -PROFILO A – deficit fonologia rallentata, consapevolezza fonemica (o metafonologia) acquisita con ritardo significativa lentezza in compiti automatici di accesso al lessico ridotta memoria uditiva verbale e relativa capacità di elaborazione di item sequenziali elevata comorbilità con altri disturbi apprendimento resistente a training specifici di recupero (cfr il caso di Federico); alle scuole primarie di secondo grado utile prevedere interventi compensativi) automatismo nella decodifica attorno ad 1 -1,5 sillaba/secondo (per lo studio è necessario disporre di uno strumento che riproduca il testo da studiare attraverso una sintesi vocalica: “scannerizzare” il testo da studiare e il computer con un apposito programma lo legge, magari evidenziando il testo che viene letto dalla voce di sintesi) presenza di errori indicativi delle particolari difficoltà di processazione dello stimolo (es. presenza di nonparole, indice di una cattiva processazione fonologica, oppure molti errori visivi, inversioni di sillabe). -PROFILO B – disturbo ad andamento sub-clinico Forma verso il Ritardo: difficoltà di apprendimento poco estesa e poco profonda (le prestazioni oscillano attorno a meno 1.5 dev. stanadard. dalla media); solo alcune competenze (generalmente quelle che richiedono velocità di processazione dello stimolo, es. velocità in lettura, velocità nell’eseguire calcoli a mente, ecc.) sono sensibilmente rallentate. In dettaglio: per quanto riguarda la velocità di lettura la prestazione di un bambino di quinta elementare è invece corrispondente a quella di un bambino di terza (VL(sillabe/tempo)=2.8), la scrittura è corretta negli aspetti fonologici ma ricca di errori visivo-ortografici (es. fusioni illegali, assenza di doppie e/o accenti, non correttamente riprodotte parole omofone non omografe , come ad es. /squola/, /quoco). Verso un livello francamente deficitario: Nessun precedente segnale di ritardo, metafonologia acquisita (diversamente da quanto descritto al punto A), i primi mesi di scuola affrontati in modo apparentemente adeguato, ma le lettura non si avvia. Si determinerà un disturbo profondo, ma circoscritto:generalmente la prestazione in lettura perdura lenta, ma corretta (consigliamo in questo caso di indagare le componenti visive della lettura). disturbo esteso, perché può coinvolgere, oltre a numerosi errori in scrittura, anche la comprensione del testo. . - PROFILO C – ritardo di apprendimento Riguarda una percentuale di bambini piuttosto elevata perché determinata da cause molto differenti: può essere un ritardo secondario ad altre problematiche, come ad esempio, nel caso di comorbilità (non vera perché le problematiche di lettura sono secondarie) con il Disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività; può dipendere da fattori esterni al bambino, come ad esempio situazioni di svantaggio socio-culturale oppure da ridotta frequenza scolastica, ecc. Tutte queste problematiche ovviamente possono trarre beneficio da programma specifici di recupero anche realizzati in ambiti scolastico. Dall’analisi della letteratura Indagine eseguita con PsyInfo, banca dati che raccoglie studi di carattere psicologico ed educativo Il deficit fonologico è quello che spiega meglio la dislessia evolutiva, soprattutto nelle prime fasi di apprendimento Vi sono bambini, che acquisiscono adeguatamente abilità fonologiche (es. memoria fonologia a breve termine e consapevolezza fonologica), ma la loro prestazione si caratterizza per problemi nella discriminazione visiva dei grafemi e nella lettura di parole irregolari e nella discriminazione di parole omofone non omografe (cuoco – quoco) Vi sono bambini che possono presentare o meno un deficit fonologico nel senso sopra descritto, ma sono significativamente lenti nella denominazione veloce di figure, un compito che richiederebbe di accedere al lessico per recuperarne significato e pronuncia. In questo caso si tratterebbe di un particolare problema fonologico, come ad esempio non riuscire a segmentare una parola nei rispettivi fonemi (cfr White e al. 2006) oppure di un processo di automatizzazione sottostante il deficit nella lettura (Wolf e Bowers, 1999). La maggioranza dei pazienti, in realtà, presenta deficit in più ambiti, che andrebbero valutati nella loro evoluzione e in relazione al trattamento. Nelle fasi iniziali di apprendimento di un sistema di lettura e scrittura vi possono essere DIFFICOLTA’: Nel recitare l’alfabeto Nel riconoscere correttamente le lettere Nel fornire semplici rime per determinare le parole Nell’analizzare e categorizzare suoni (in presenza di normale acutezza uditiva) In seguito possono presentarsi: Omissioni, sostituzioni, distorsioni o addizioni di parole o parti di parole Lentezza della lettura False partenze, lunghe esitazioni o perdita della posizione nel testo e stile inaccurato Inversione di parole nelle frasi o di lettere all’interno delle parole Tempo di esecuzione di un compito ed analisi degli errori (quali-quantitativa) sono le variabili dipendenti da raccogliere sempre per accertare la presenza, o meno, di un DAS. La diagnosi di secondo livello: la qualificazione funzionale del Disturbo Possiamo categorizzare i sintomi della dislessia considerando 2 livelli (Cornoldi 1999): DIFFICOLTA’ A LIVELLO FONOLOGICO Consapevolezza fonologica:capacità di analizzare separatamente i suoni all’interno della parola) riconoscimento dei suoni associato alle lettere Memoria fonologica a breve termine: ripetizione di suoni linguistici Velocità di articolazione dei suoni DIFFICOLTA’ DI ANALISI VISIVA del testo Analisi e memorizzazione visiva delle forme: confusione nell’orientamento o la sequenza Analisi seriale visiva difficolta’nel discriminare parole all’interno di un testo Integrazione visivo-uditiva: difficolta’ nell’associare la forma delle lettere al suono corrispondente Indicazioni per genitori ed insegnanti in base al livello di acquisizione della lettura e della scrittura Velocità di lettura <.6 Errori nella lettura Numerosi Molte non parole, Inesatta lettura delle parole molte /e/ confuse con /a/, e di altri grafemi simili per luogo e modo di articolazione (es. /t/-/d/…) raramente lessicalizzazioni Scrittura (da verificare attraverso specifiche prove): difficoltà possibili significativa lentezza in compiti di dettato, numerosi errori fonologici, non conoscenza dei grafemi complessi, errori visivo-ortografici, fusioni illegali Assenza di grafemi all’interno della parola Cosa consigliare agli Insegnanti Evitare la lettura ad alta voce in classe Evitare verifiche scritte a scelta multipla Evitare di assegnare i compiti per casa attraverso il dettato Utile valorizzare la verifica orale che deve essere programmata Lo studio di materie (come la storia, la geografia) può essere affrontato solo oralmente, con l’ausilio di molte immagini; può essere utile la registrazione della lezione dell’insegnante attraverso il registratore. Lo studio dell’inglese dovrebbe prevedere forme di apprendimento orali e non scritte. Nel caso in cui l’insegnante verifica il materiale scritto dell’alunno deve tener presente che gli errori non sono frutto di scarso impegno, di assente motivazione all’apprendimento, ma di un vero e proprio disturbo su base biologica e quindi regolarsi di conseguenza. I bambini della scuola primaria che rientrano in questo gruppo sono ancora lontani dall’autonomia nell’organizzare il proprio materiale di lavoro attraverso istruzioni scritte; a questo proposito, potrebbe essere utile affidarsi alle istruzioni impartite a memoria o alla possibilità di registrare la lezione in forma digitale, così da poterla trasferire anche al computer. Velocità di lettura >.6 e < 1 Errori nella lettura Numerosi Scrittura(da verificare attraverso specifiche prove): difficoltà possibili non vi dovrebbero essere sostanziali modificazioni rispetto alla precedente valutazione Cosa consigliare ai genitori e agli insegnanti Le indicazioni sono le stesse proposto per la fase precedente. Il bambino che si avvicina ad una velocità di lettura di circa una sillaba al secondo dà l’impressione che sia sufficiente l’esercizio per uscire dal Disturbo. Infatti, generalmente la rilettura dello stesso brano diviene un po’ più veloce e più scorrevole della lettura a prima vista. In realtà, è bene ricordare che il processo non è ancora automatico e quindi suscettibile di regressioni (es. lo stesso brano letto alcuni giorni dopo viene decodificato quasi come se fosse del tutto nuovo, oppure durante le vacanze scolastiche la prestazione in lettura rallenta e diviene meno accurata). Questo livello di prestazione, poiché i processi di lettura non sono ancora sufficientemente automatici, richiede un costante controllo del processo di decodifica e quindi comporta un elevato consumo di energia (stanchezza, rifiuto della lettura); il bambino evidenzia in ogni caso estrema lentezza nell’esecuzione di compiti che utilizzano elaborazione di materiale linguistico, spesso anche di natura numerico (es. calcoli a mente, lettura dell’orologio, ecc.). E’ importante aggiungere che si considera il valore di 1 del rapporto sillabe/tempo raggiunto in terza elementare come un quadro clinico di Disturbo di grado lieve (Stella, Cerruti e Biondino, 2002) Velocità di lettura >1 e < 1,5 Errori nella lettura Scrittura Profilo lento ma accurato Pochi errori Profilo lento e con molti errori specie per parole a bassa frequenza Errori misti (fonologici, visivi, fonetici) Profilo lento ma accurato E’ una eventualità poco frequente e può essere giustificata dal fatto che il bambino utilizza in modo esclusivo la via non lessicale della lettura (si tratta del Disturbo percettivo secondo il modello di Bakker, 1992); la scrittura potrebbe essere caratterizzata da pochi errori, ma da lentezza esecutiva. Si consiglia quindi di far eseguire (meglio se a domicilio) cicli di 3/6 mesi di esercizi specifici per velocizzare la lettura (es. Winabc con cicli ripetuti fino a quando vi è un guadagno che supera l’evoluzione spontanea come sopra indicato). Profilo lento e con molti errori Siamo in una fase di lettura che può essere definito di fonologia intermedia: il bambino è in grado di leggere alcune parole velocemente (soprattutto se ad alta frequenza), per le altre invece è costretto a ricorrere al sistema di conversione grafema – fonema; la scrittura è caratterizzata da errori misti (fonologici, visivo- ortografici) Cosa consigliare agli Insegnanti la lettura ad alta voce è ancora sconsigliata, a meno che il bambino non si sia preparato adeguatamente (ad esempio, letto un po’ prima della richiesta della lettura) le verifiche scritte dovrebbero essere semplificate e dovrebbero prevedere un minor numero di domande per compensare la lentezza di decodifica; può essere utile, se vi sono le condizioni, un aiuto strategico per favorire le procedure di accesso diretto alla lettura LA COMPRENSIONE DEL TESTO SCRITTO Per decodifica si intende la capacità di riconoscere e pronunciare correttamente le parole di un testo, per comprensione intendiamo invece la capacità di coglierne il significato Capire un testo non significa semplicemente riuscire a trovare il significato di una frase aggiungerlo a quello della frase successiva, e ripetere questa operazione fino alla fine del brano; esperimenti ormai classici della psicologia cognitiva (Brandsford e Johnson, 1973) hanno infatti dimostrato come il lettore possa comprendere senza alcuna difficoltà un brano ad un livello superficiale (Kintsch e van Dijk, 1978), ma non riuscire a ritrovare il senso di quello che legge. COMPRENSIONE DEL TESTO: processo finalizzato a cogliere il significato del testo comprendere significa trovare e costruire il significato, e i due termini sottendono un percorso attivo. Il significato di un testo si costruisce attraverso una rappresentazione mentale di ciò che si legge, possibile grazie all’integrazione di conoscenze già possedute (di tipo lessicale, semantico, sintattico), con le informazioni che il testo offre. tutte le frasi vanno inserite in un collage per creare un modello mentale. Comprendere è: Un’ attività costruttiva, interattiva e attiva che richiede l’integrazione delle informazioni nuove, contenute nel testo, all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore o dall’ascoltatore (De beni e Pazzaglia, 1995; de Beni, Cisotto e Carretti, 2001) “Se i palloncini scoppiassero il suono non raggiungerebbe più la sua meta perché il tutto verrebbe a trovarsi troppo lontano dal piano giusto. Anche una finestra chiusa impedirebbe al suono di arrivare poiché la maggior parte degli edifici tende ad essere ben isolata. Dato che l’intera operazione dipende da un flusso continuo di elettricità, nel caso si rompesse, questo anche creerebbe dei problemi. Naturalmente l’individuo potrebbe urlare, ma la voce umana non arriva così lontano. Un ulteriore problema è che la corda dello strumento potrebbe rompersi. Se ciò succedesse non ci sarebbe più accompagnamento del messaggio. È chiaro che la situazione migliore richiederebbe una minore distanza, allora ci sarebbero meno problemi potenziali. Meglio di tutto sarebbe se ci fosse contatto a faccia a faccia.” . Adesso si capisce quanto scritto? Tra i processi cognitivi della comprensione si usa distinguere quelli cosiddetti “bottom-up” (dal basso all’alto) da quelli “top-down (dall’alto al basso). Al primo gruppo appartiene la capacità di decodifica del testo scritto, al recupero del significato delle parole, all’assemblaggio in frasi significative. I processi invece che procedono dall’alto consentono l’attivazione di schemi e conoscenze pregresse (chiamati anche “Organizzatori anticipati”) che possono guidare la comprensione del testo (una strategia tipica di questi processi è ad esempio l’anticipazione del significato di una parola o di un testo). Le abilità cognitive necessarie alle comprensione del testo possono pertanto essere riassunte nelle seguenti abilità: inferenze lessicali (ricavare il significato delle parole in base al contesto e alle proprie conoscenze), inferenze semantiche (es. capire le cose non dette implicite nel testo, come risalire ad un periodo di storia in base alla presenza dei personaggi del racconto, immaginare la conclusione del racconto in base agli indizi introdotti nel testo); seguire la struttura sintattica del periodo ( con particolare riferimento all’uso della negazione, dell’attivo/passivo, al collegamento tra proposizioni , l’acquisizione delle congiunzioni avversative “sebbene” e “ma”, condizionali come “se”, ecc.) saper correggere le incongruenze (il soggetto cioè dovrebbe riuscire mentre legge a ritornare sulle informazioni precedenti qualora incontri delle informazioni in contrasto con una interpretazione data in precedenza), oppure nel caso di un passaggio non chiaro, essere in grado di sospendere le ipotesi e utilizzare successive informazioni per chiarirlo; riuscire ad individuare personaggi, luoghi e tempi, essere in grado di seguire la sequenza dei fatti (es. l’ordine sequenziale degli enunciati) saper cogliere gli elementi importanti e arrivare all’idea centrale, attraverso la selezione delle informazioni di dettaglio e ripetuto rispetto a quelle fondamentali per la comprensione; saper collegare le idee (es. cogliere nessi causali e implicativi; assegnare le informazioni di dettaglio alle informazioni generali; costruire proposizioni che raggruppano diverse idee contenute nel testo, ecc.) . È importante non dimenticare l’importanza dell’ ATTIVAZIONE DI SCHEMI e delle CONOSCENZE PREGRESSE nel guadagnare il significato del testo scritto Gli schemi dunque assolvono una funzione di riferimento (es. trattenere le informazioni importanti da quelle irrilevanti), forniscono una struttura ordinata in cui immagazzinare le nuove informazioni, permettono di trarre inferenze dal testo, facilitano il compito di memorizzazione. La comprensione di un testo non richiede dunque il solo mantenimento passivo delle informazioni lette nella memoria a breve termine, richiede anche l’elaborazione del contenuto. Sappiamo che la memoria a breve termine ha una capienza limitata, ciò significa che occorre selezionare e tenere a mente solo le informazioni importanti; così la rappresentazione mentale inizia ad essere costruita dai primi elementi del testo, in base ai loro contenuti si attivano alcune informazioni in memoria, che saranno mantenute solo se, procedendo nella lettura, esse risulteranno ancora coerenti, altrimenti la costruzione mentale inizierà nuovamente da altri elementi. Costruire più substrutture mnemoniche rende più difficile la comprensione, questo è evidente nei cattivi lettori, i quali non riescono ad inibire le informazioni irrilevanti e sovraccaricano la memoria a breve termine con troppe substrutture che appesantiscono la rappresentazione globale del testo. Con quali ripercussioni? questo significa, ad esempio, che cattivi lettori si concentrano sulla decodifica e sono poco consapevoli di dover cercare il significato di ciò che leggono, non conoscono cioè lo scopo dell’attività di lettura. Non si tratta di possedere strategie in quantità minore, piuttosto si tratta di essere meno abili nell’applicarle in modo flessibile e adeguato. Questi soggetti possono non accorgersi che non hanno capito, non “vedere” che il testo presenta incongruenze o anomalie; potremmo in un certo senso dire che sono orientati alla prestazione. Metacognizione e comprensione Il termine metacognizione significa letteralmente “riflessione sui processi mentali” e indica, nella sua accezione più ampia: 1. La conoscenza da parte del soggetto delle proprie abilità cognitive 2. Il controllo che è in grado di esercitare su di esse Metacognizione e comprensione Gli aspetti metacognitivi differenziano studenti più o meno abili. Studenti con difficoltà di comprensione del testo si caratterizzano per: 1. Avere un minore controllo sulla loro comprensione,(sono meno abili nell’individuazione di anomalie testuali, nel correggere segni di punteggiatura sbagliati e nel ricostruire brani confusi) 2. Avere minori conoscenze sulle strategie su quelle più adatte per raggiungere un determinato scopo 3. Essere meno capaci di cogliere gli indizi offerti dal testo e di esprimere giudizi di difficoltà di due brani 4. Sono meno consapevoli del fatto che lo scopo della lettura è comprendere Importante distinzione DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE Si riferisce a manifestazione in cui il problema e’ ascrivibile a fattori quali l’istruzione, contesto familiare o livello socio-culturale (fattori temporanei e reversibili) DISTURBO DI COMPRENSIONE L’influenza di questi fattori non e’ rilevante,ma i sintomi non si manifestano come conseguenza di situazioni svantaggianti. Considerando la letteratura…. I modelli teorici suggeriscono: Nella comprensione sono coinvolti differenti processi cognitivi Memoria a lungo termine Attenzione Memoria di lavoro Tutti i modelli concordano nel sostenere che: LA COMPRENSIONE DEL TESTO E’ UN PROCESSO ATTIVO DI COSTRUZIONE DEL SIGNIFICATO DEL TESTO CHE DIPENDE DA 1. Le informazioni provenienti dal testo 2. Le informazioni possedute dal lettore Cosa consigliare agli insegnanti Promuovere l’abilità di individuare le informazioni principali di un testo La struttura di un testo Individuare le caratteristiche che rendono un testo più facile o più difficile Abilità di trarre inferenze lessicali e semantiche È quindi importante, per supportare una comprensione del testo carente, focalizzarci su questi processi: L’attivazione: consente di mantenere attive le informazioni rilevanti La soppressione: diminuisce l’attivazione di quelle irrilevanti La decodifica: in assenza di decodifica non può esserci comprensione Inferenze: che mantengono la coerenza Sistema attivo di memoria di lavoro: capacità di mantenere e contemporaneamente di elaborare il contenuto del testo La metacognizione: conoscenze che un soggetto ha sui propri processi mentali e al controllo che è in grado di esercitarvi Monitoraggio del livello di comprensione Concludendo….: Le ultime ricerche affermano che il destino scolastico dei cattivi lettori è orientato nella scelta di istituti professionali e tecnici. Pur sottoponendoli a trt specifici la percentuale di abbandoni è simile a quella degli abbandoni dei cattivi lettori che hanno mantenuto la difficoltà di comprensione.