LEONARDO DA VINCI
Come si arrivò al Cenacolo
Leonardo fu invitato ad
affrescare il Refettorio dal Duca
di Milano, Ludovico il Moro, che
era molto amico della comunità
ed, in particolare, del suo priore,
al punto da spingerlo a fare del
convento il mausoleo di famiglia.
La sua collocazione
Si colloca sulla
parete
settentrionale
del Refettorio.
L’opera nel Refettorio
Poiché sulla parete sud era già stata affrescata la grande
Crocifissione di Giovanni Donato Monfortano, nel 1495
(di cui parleremo più in seguito), non rimase a Leonardo
che l’altro tema iconografico, quello dell’Ultima Cena.
La presenza di Ludovico il Moro come mecenate – ed
anche come sincero credente cristiano – è testimoniato,
nel Cenacolo leonardesco dagli stemmi ducali che sono
dipinti nelle tre lunette che sovrastano l’ultima cena.
I lenti lavori per la realizzazione …
L'elaborazione del Cenacolo è abbastanza lenta,
nonostante le sollecitazioni del Moro e del priore:
Leonardo impiega, infatti, circa quattro anni (1494-1498)
utilizzando una tecnica a secco, cioè a tempera, come se
si trattasse di una grande tavola (4,60x8,80m). Per prima
cosa decide di non affidarsi alla consolidata tecnica
dell'affresco, ha invece bisogno della massima libertà
nella fase esecutiva per correggere, modificare e
ottenere particolari effetti cromatici. Inoltre la tecnica
dell'affresco non si concilia con il suo bizzarro
temperamento che lo porta ad alternare periodi di
intensa attività ad altri di completo riposo.
Le innovazioni del Cenacolo
L’Ultima Cena è presentata da Leonardo in forma
completamente innovativa: non solo è modificata
radicalmente l'impostazione della scena, ma la novità più
assoluta è data dall'impressionante realismo con cui è
narrato l'episodio evangelico.
Alcuni dettagli della raffigurazione
L’opera conclusa
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