Sociologia
Un‘introduzione
AMBITO DELLA
SOCIOLOGIA
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Sociologia è la disciplina che si occupa della dimensione
specificamente sociale della vita umana, e copre un ambito assai
vasto, che va dagli incontri casuali fra individui per strada (analizzati
da George Simmel o Erving Goffman) fino a processi sociali
complessi come una rivoluzione. Si tratta in ogni caso di forme di
azione.
L’agire viene da Max Weber definito come un comportamento dotato
di senso, ed è sociale quando tale ‘senso’ è orientato verso il
comportamento di altri. Si ha interazione quando due azioni si
incontrano. Come osserva George Herbert Mead, ciascun soggetto
modifica il proprio comportamento in vista del comportamento o
dell’atteggiamento dell’altro. La forma più consueta di interazione è
quella faccia a faccia: i due attori sono compresenti ed esposti l’uno
alla vista dell’altro, e utilizzano prevalente il corpo e la voce come
mezzo per interagire.
SOCIALIZZAZIONE E
CULTURA
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Anche se vi sono elementi biologici che vincolano il
comportamento umano, quest’ultimo, a differenza del
comportamento animale, non è solo geneticamente
cablato, ma prodotto della socializzazione, quell’insieme
di pratiche e istituzioni mediante le quali si perpetua il
patrimonio culturale accumulato, e per mezzo delle quali
la società assicura la propria continuità e persistenza
culturale attraverso le generazioni.
Una cultura non si trasmette con i geni: non è un dato
ma un’elaborazione. Come osserverebbe Alfred
Schutz, a differenza degli esseri umani, gli altri animali
mangiano ma non preparano pasti; corrono ma non
praticano uno sport; esibiscono forme di comportamento
collettivo ma non vanno ai funerali.
SOCIOLOGIA DELLA
COMUNICAZIONE
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La sociologia della comunicazione
appartiene al più vasto campo della
sociologia dei processi culturali. Definiamo
cultura un insieme di simboli, norme,
credenze, modelli di comportamento. Se
questi possono essere condivisi e circolare
è perché vengono comunicati. La cultura si
forma all’interno di circuiti comunicativi.
RIFLESSIVITÀ
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Oltre ad analizzare la sociologia come disciplina scientifica,
occorre riflettere sulla sua origine e sulle sue implicazioni. Il
discorso egemonico su come si parla della società e
dell’essere umano è, da tre secoli, quello occidentale. Una
ricercatrice oggi non mancherebbe di notare che Weber,
Durkheim o Parsons erano bianchi, maschi, nati e cresciuti in
paesi «occidentali».
Anche se la storia della disciplina sociologica è un’impresa
occidentale, ed anche se si fa prevalentemente sociologia
dell’Europa occidentale e del Nord America, non bisogna
scrivere la storia dell’occidente e della sua modernità
escludendo o minimizzando il ruolo svolto da attori e processi
non occidentali.
INTERDISCIPLINARITÀ
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La sociologia ha sempre intrattenuto
rapporti con la storia, la filosofia, l’economia,
l’antropologia, la scienza politica, nonché,
per gli aspetti della comunicazione, con la
linguistica, la semiotica.
Le scienze sociali sono cugine. Un
combattimento di galli a Bali non è peraltro
più esotico di una partita di calcio, un centro
commerciale di Londra, la metropolitana di
Parigi, o Disneyland.
PENSARE
SOCIOLOGICAMENTE
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Imparare a pensare sociologicamente significa guardare da
una visuale più ampia (Talcott Parsons e Niklas Luhmann
direbbero che significa pensare la società come sistema).
Cosa si può dire, da un punto di vista sociologico, di un gesto
apparentemente così banale come il bere una tazza di caffè?
Che il caffè non è solo una bevanda disidratante: ha un valore
simbolico nel quadro dei riti quotidiani (il rituale della
consumazione può essere più importante della consumazione
stessa). Che è una droga ‘socialmente accettata’, a
differenza della marijuana. Che il caffè è inserito in relazioni
sociali ed economiche di vasta portata. E che solo da pochi
decenni è diventato un prodotto di largo consumo e parte
naturale della dieta occidentale.
PERCHÉ LA SOCIOLOGIA?
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A cosa serve la sociologia? A riflettere sul
presente, e a comprendere l’attualità,
risponderebbe la tradizione della Scuola di
Francoforte (Adorno, Horkheimer, Marcuse,
Habermas), di Michel Foucault e di Pierre Bourdieu.
I sociologi classici come Weber ma pure Norbert
Elias si interrogavano sulla transizione dalla
premodernità alla prima modernità,
sociologicamente intesa come il momento del
superamento di una società (quella feudale) basata
su forme di potere tradizionali e indiscutibili (Dio, il
re, l’imperatore…) a favore di una società costruita
dagli uomini.
PERCHÉ LA SOCIOLOGIA?
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Oggi con l’avvento della modernità globalizzata, assistiamo a
trasformazioni ulteriori. Come ha detto Karl Marx nel
Manifesto del partito comunista, scritto con Engels nel 1848,
“tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria”. Fino a pochi
decenni fa la vita sociale era scandita da tre elementi stabili:
l’uscita dai processi di formazione, l’ingresso nel mondo del
lavoro e la costituzione di un nucleo famigliare. Oggi non più.
Perché? Con quali conseguenze?
Il presente peraltro non può essere compreso senza rivolgere
lo sguardo indietro. Gettati nell’attualità, non vediamo fino a
che punto il presente è prodotto del passato. Quelle che a
noi oggi appaiono scelte soggettive, ad esempio se sposarsi e
con chi vivere; che tipo di lavoro fare; dove abitare e con chi;
quale religione professare, in passato erano sottratte alla
decisione individuale ed imposte come parte di ordini sociali
più ampi.
NASCITA DELLA
SOCIOLOGIA
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Vi è sempre stato un pensiero sui fatti sociali ed il vivere
associato (i filosofi greci offrono riflessioni sulla famiglia, le
leggi, le città), ma la società diventa oggetto di scienza (una
scienza della società) solo nell’Ottocento, quando c’è
qualcosa di nuovo da guardare, qualcosa di inspiegabile con
gli strumenti a disposizione.
Questo qualcosa di nuovo è largamente riconducibile a due
eventi storici. La rivoluzione politica francese e la rivoluzione
industriale inglese. Tali eventi accentuano la percezione del
mutamento: il mondo non appare più garantito dalla
tradizione, né può più essere dato per scontato. Di qui la
necessità di interpretare il mutamento (di coglierne il senso).
Di qui l’emergere di un sapere sociologico.
NASCITA DELLA
SOCIOLOGIA
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Benché “Fisica sociale” (1835) sia termine
introdotto da Quételet, “Sociologia” fu
coniato dal filosofo francese Auguste
Comte, padre fondatore del movimento
positivista.
Fra il 1890 ed il 1910 la sociologia si
istituzionalizza come disciplina accademica
(nascono associazioni e riviste, come Année
sociologique, si diffondono le prime
cattedre)
COME SI FORMA IL SAPERE
SOCIOLOGICO?
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Attraverso il ricorso a teorie, concetti, metodi e
tecniche di ricerca, ossia procedure codificate per
acquisire conoscenza. Tali procedure possono
avere taglio qualitativo, come nel caso dell’indagine
etnografica e dell’intervista discorsiva praticate
dalla Scuola di Chicago (R.E. Park, W. I. Thomas),
o taglio quantitativo, come nel caso del questionario
o dell’analisi statistica.
Già Dukheim scrisse sulle regole del metodo
sociologico, e Weber ha discusso i fondamenti
epistemologici della sociologia
PROFILO
degli autori a cui dobbiamo
teorie, concetti e metodi che
sono rimasti patrimonio del
sapere sociologico
COMTE
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AUGUSTE COMTE,
(MONTPELLIER, 1798
- PARIGI, 1857),
OPERE PRINCIPALI:
CORSO DI
FILOSOFIA
POSITIVA, 1830 1842.
MARX
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KARL MARX
(TREVIRI 1818LONDRA 1883)
OPERE
PRINCIPALI:
IL CAPITALE 1867
WEBER
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MAX WEBER
(ERFURT, 1864 MONACO, 1920)
OPERE PRINCIPALI:
L’ETICA
PROTESTANTE E LO
SPIRITO DEL
CAPITALISMO (19041905);
ECONOMIA E
SOCIETÀ (1922)
DURKHEIM
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EMIL DURKHEIM (ÉPINAL, 1858
– PARIGI,1917
E’ IL PRIMO STUDIOSO A
INSEGNARE SOCIOLOGIA IN
UN’UNIVERSITÀ
OPERE PRINCIPALI:
LA DIVISIONE DEL LAVORO
SOCIALE (1893)
LE REGOLE DEL METODO
SOCIOLOGICO (1895)
LE FORME ELEMENTARI DELLA
VITA RELIGIOSA (1912)
SIMMEL
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
GEORGE SIMMEL
(BERLINO 1858,
STRASBURGO
1919)
OPERE
PRINCIPALI.
FILOSOFIA DEL
DENARO (1900)
LA MODA (1905)
PARK
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
ROBERT EZRA PARK
(HARVEYVILLE, 1864 –
NASHVILLE, 1944).
CON THOMAS ET AL FA
PARTE DELLA
COSIDDETTA SCUOLA DI
CHICAGO
OPERE PRINCIPALI.
THE CITY.
SUGGESTIONS FOR THE
INVESTIGATION OF
HUMAN BEHAVIOR IN
THE URBAN
ENVIRONMENT (1916)
THOMAS



WILLIAM ISAAC
THOMAS (1863
RUSSELL COUNTY,
VIRGINIA, USA; 1947
BERKELEY,
CALIFORNIA)
OPERE PRINCIPALI.
IL CONTADINO
POLACCO IN
EUROPA E IN
AMERICA (19181920)
MEAD



GEORGE HERBERT
MEAD (SOUTH
HADLEY, MASS.,
1863 - CHICAGO,
1931), FILOSOFO E
PSICOLOGO
SOCIALE
STATUNITENSE
OPERE PRINCIPALI:
MENTE, SÉ E
SOCIETÀ (1934)
ADORNO




THEODOR
WIESENGRUND
ADORNO
(FRANCOFORTE;
1903; VISP 1969),
OPERE PRINCIPALI:
STUDI SUL
PREGIUDIZIO (1950 )
MINIMA MORALIA
(1951)
HORKHEIMER




MAX HORKHEIMER
(ZUFFENHAUSEN,
1895, NÜRNBERG;
1973),
OPERE PRINCIPALI:
DIALETTICA
DELL’ILLUMINISMO
(1947)
FILOSOFIA E TEORIA
CRITICA (1970)
MARCUSE




HERBERT MARCUSE
(BERLINO, 1898 1975)
OPERE PRINCIPALI:
EROS E CIVILTÀ
(1955),
L’UOMO A UNA
DIMENSIONE (1964)
HABERMAS




HABERMAS,
JÜRGEN
(FRANCOFORTE,
1929),
FILOSOFO E
SOCIOLOGO
TEDESCO.
OPERE PRINCIPALI:
TEORIA DELL’AGIRE
COMUNICATIVO
(1981)
PARSONS





TALCOTT PARSONS
(COLORADO
SPRINGS, 1902MONACO DI
BAVIERA, 1979)
OPERE PRINCIPALI:
LA STRUTTURA
DELL’AZIONE
SOCIALE (1937),
IL SISTEMA SOCIALE
(1951),
ELIAS




NORBERT ELIAS
BRESLAVIA, 1897 –
AMSTERDAM, 1990
OPERE PRINCIPALI:
IL PROCESSO DI
CIVILIZZAZIONE
(1939)
SCHUTZ




ALFRED SCHUTZ
VIENNA 1899,
NEW YORK, 1959
OPERE
PRINCIPALI:
LA
FENOMENOLOGIA
DEL MONDO
SOCIALE (1932)
GOFFMAN






ERVING GOFFMAN
(MANVILLE, CANADA,
1922 - PHILADELPHIA,
1982)
OPERE PRINCIPALI:
LA VITA QUOTIDIANA
COME
RAPPRESENTAZIONE,
(1959)
STIGMA (1963)
FRAME ANALYSIS (1974)
ASYLUMS (1961)
LUHMANN




NIKLAS LUHMANN
LÜNEBERG 1927,
OERLINGHAUSEN
1998
OPERE
PRINCIPALI:
SISTEMI SOCIALI
(1984)
BOURDIEU




PIERRE BOURDIEU,
(DENGUIN, 1930 –
2002)
OPERE PRINCIPALI:
LA DISTINZIONE
(1979)
FOUCAULT





MICHEL FOUCAULT
(POITERS, 1926 PARIGI, 1984),
STORICO E
FILOSOFO
FRANCESE.
OPERE PRINCIPALI:
ORIGINE DELLA
FOLLIA NELL’ETÀ
CLASSICA(1966)
SORVEGLIARE E
PUNIRE (1975)
HALL



STUART HALL (32-1932,Kingston,
Jamaica)
OPERE
PRINCIPALI:
QUESTIONS OF
CULTURAL
IDENTITY (1996)
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Sociologia - Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive