Silvia Ciampi Isfol Il percorso di analisi autovalutativa nelle regioni Convergenza e in Sardegna: Prime considerazioni di sintesi Finalità • Osservare la coerenza e la funzionalità dell’attuazione rispetto alla strategia dei PO • Rimuovere nodi e criticità rilevabili • Rafforzare gli aspetti di coordinamento tecnico-istituzionale rilevanti per l’attuazione dei PO Il metodo • Metodo condiviso con Uval – DPS • I punti di forza: – Coinvolgimento diretto di tutti coloro che intervengono nell’attuazione dei PO; costruzione di una visione collettiva dell’andamento del PO – Definizione condivisa delle azioni da intraprendere e delle responsabilità per superare eventuali criticità – Supporto “terzo” che sostiene il processo e orienta l’autovalutazione Unità di rilevazione e Campo di applicazione • Insieme di attività finalizzate al raggiungimento di ob. spec. • Metodo applicabile per ogni PO • Conclusa la regione Sardegna • In fase conclusiva Calabria e Puglia • Auspicabile coinvolgimento di tutto l’ob. Conv. Il percorso di analisi autovalutativa prima fase Sistematizzazione informazioni disponibili su strategia e attuazione (POR – RAE – MONIT VALUTAZIONI) analisi desk seconda fase terza fase quarta fase Individuazione di criticità interne / esterne / strutturali Condivisione di giudizi sintetici su capacità attuativa e funzionalità strategica Elaborazione di ipotesi di miglioramento e azioni da intraprendere incontri – colloqui – lavoro individuale referenti regionali Attualità dei PO L’analisi del contesto socio-econ. suggerisce di: – Attenzione alta per disoccupazione, soprattutto maschile, attraverso misure di contrasto – Attenzione particolare per target giovanile (attivi e inattivi), in particolare femminile – Necessità di ricalibrare azioni a sostegno occup. femminile a livello territoriale Avanzamento dei PO • Sofferenza degli assi Adattabilità e Occupabilità • Buona capacità attuativa per l’asse Capitale umano • Blocco evidente per gli assi Transnazionalità e Capacità istituzionale • Situazione differenziata tra le regioni per l’Asse Inclusione sociale Primi risultati:una visione generale AVVICENDAMENTO POLITICO DELEGA ALLE PROVINCE FATTORI ESTERNI Primi risultati:una visione generale MODALITÀ DI PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI AVVIO DISOMOGENEO DEGLI ASSI ORGANIZZAZIONE UFFICI E RESPONSABILITÀ TEMPI PROCEDURE ISTRUTTORIE FATTORI INTERNI TRASFERIMENTO DATI AL LIVELLO CENTRALE Primi risultati:una visione generale PROROGA PROGRAMMAZIONE 2000-2006 CRISI ECONOMICA FATTORI STRUTTURALI Gli assi: Adattabilità • Perdita della centralità del tema legato alla formazione per occupati in seguito alla crisi • Continuità con il passato; difficoltà nel mettere in campo azioni di interesse e innovative per il sistema produttivo locale; ridare corpo al rapporto con i sistemi di imprese Gli assi: Occupabilità • Ritardi dovuti alla necessità di comprendere la portata della crisi e approntare le procedure per le misure che integrano attivo e passivo; ora buone le prospettive di spesa per le misure anticrisi • Scarsa funzionalità della delega alle province, soprattutto nei contesti meno avanzati • Coinvolgimento delle parti sociali quando effettuato elemento di successo delle iniziative • Buone prospettive per le politiche di sostegno all’autoimpiego (in alcuni contesti) Gli assi: Inclusione sociale • Forte continuità con il passato e scarsa programmazione strategica • Positiva la prassi di concertazione sviluppata nel tempo con i soggetti impegnati nelle politiche a sostegno delle categorie svantaggiate • Buone le prospettive di alcuni strumenti come il microcredito in alcuni contesti regionali Gli assi: Capitale umano • Buona capacità attuativa di due linee di intervento (interventi rivolti alle scuole e alta formazione) • Debole il presidio del collegamento con le imprese e tra il sistema formativo e le imprese • non decollata ancora strategia più articolata, come previsto nei PO Quali azioni intraprendere: la valutazione • Evidenti ritardi delle attività di valutazione • Tendenza a riproporre vecchi schemi • Utilizzare al meglio gli strumenti (PUV) e migliorare i raccordi tra la AdG e coloro che nella amm.ne si occupano di valutazione (nucleo di valutazione e/o altri referenti) • Istituire comitati di pilotaggio e coinvolgere le strutture tecniche di valutazioni centrali (ad es. Isfol) • Effettuare periodicamente autovalutazione del programma Quali azioni intraprendere: integrare i sistemi e creare reti Prevedere raccordi strutturati, ricorrenti e finalizzati per migliorare il raccordo tra – i sistemi dell’istruzione e delle imprese – le università, i centri tecnologici, il mondo produttivo e istituzionale Quali azioni intraprendere: i rapporti con le imprese Da sviluppare nuovi filoni di riflessione anche funzionali al post 2013: – Gestione del capitale umano ad alta qualificazione nelle imprese – Raccordo università-imprese – Capacità di intercettare i bisogni delle imprese e tradurli in strumenti di attuazione e in tipologie di azione da implementare nei PO