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Bollettino della Comunità
Scientifica in Australasia
Dicembre 2003
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II
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Introduzione
Come introduzione a questo numero del Bollettino, ho il piacere di presentarvi il
discorso di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Dino Volpicelli, pronunciato durante la
cerimonia di apertura della Conferenza FEAST “Networking for Excellence” del 13
Novembre 2003. Tale discorso contiene numerosi temi interessanti per tutti.
Discorso di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Dino Volpicelli
Sin dalle sue origini, la Comunità Europea ha sempre incoraggiato la cooperazione
scientifica. Da Archimede a Galileo, da Copernico ad Einstein, l’Europa ha prodotto
grandi scienziati nel corso dei secoli, nonostante la nostra riluttanza nel promuovere le
loro scoperte!
Nel Giugno 2002, il 6° Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico è
stato inaugurato con un budget di 17.5 miliardi di Euro. Considerando che il primo
Programma Quadro svoltosi dal 1984 al 1988 contava un budget di 3.75 miliardi di
Euro, potete notare quanto le cose siano migliorate e quanto seriamente l’Unione
Europea si impegna nella Ricerca.
Il 6° Programma Quadro è lo strumento primario per realizzare i progetti dello Spazio
Europeo della Ricerca, che rappresenta la “dichiarazione d’intenti” (vision statement)
dell’Europa per il futuro della scienza. Tale dichiarazione d’intenti e’ stata sviluppata
durante il Consiglio di Lisbona nel Marzo 2000, dove l’Unione Europea si è posta
l’obiettivo di diventare la “società della conoscenza” più competitiva e dinamica nel
mondo, con uno sviluppo economico sostenibile accompagnato da un miglioramento
quantitativo e qualitativo a livello di occupazione, favorendo quindi una maggiore
coesione sociale.
A Barcellona, nel 2002, il Consiglio Europeo ha nuovamente ribadito che le spese per
la R&S e l’innovazione nell’Unione dovrebbero aumentare fino a raggiungere il 3% del
PIL entro il 2010; due terzi di questo nuovo investimento dovrebbero provenire dal
settore privato. Attualmente l’UE investe circa 1.9% del suo PIL nella Ricerca e
Sviluppo e nella Tecnologia.
Appare evidente che l’Europa è in continuo mutamento. Negli ultimi due decenni
abbiamo assistito ad una serie di notevoli passi avanti nell’integrazione economica, fra
cui la nascita del Mercato Comune ed ovviamente la moneta comune. Ora l’Europa è
impegnata nel processo di creazione della propria Costituzione. Il prossimo anno l’UE
si espanderà, accogliendo 10 nuove nazioni portando a 25 il numero degli Stati
Membri, con una popolazione superiore a 450 milioni di persone.
La Commissione prevede che l’allargamento potrebbe aumentare la crescita annuale
del GDP dei nuovi stati dal 1.3% al 2.1%, mentre la crescita del GDP degli Stati
Membri sarà pari a 0.7%.
Si stima che la ricerca e la tecnologia rappresenteranno tra il 25% ed il 50% della
crescita economica e ciò pone lo sviluppo tecnologico e della ricerca fra le priorità
politiche sull’agenda economica.
Le politiche della ricerca, sviluppo ed innovazione sono al momento completamente
aperte al processo di globalizzazione; al giorno d’oggi non è più concepibile parlare di
scienza a livello dei singoli stati. La scienza e la tecnologia sono attività globali ed il
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loro sviluppo è costantemente influenzato dall’informazione e dalle conoscenze
presenti nel mondo. Varie analisi suggeriscono che l’Unione Europea è oggi altamente
competitiva a livello internazionale. Tuttavia dobbiamo guardare al nostro futuro.
L’innovazione tecnologica crea le professioni del domani, e la ricerca crea quelle dei
giorni successivi.
Lo Spazio Europeo della Ricerca mira a rimodellare i rapporti fra i diversi enti
istituzionali della ricerca nell’UE – a livello della Comunità, degli stati membri e a
livello regionale – al fine di promuovere un quadro delle politiche complessivo più
coerente. Esso mira a reinventare il panorama europeo della Ricerca, ridefinendo i
ruoli di ciascun membro (comprese le autorità pubbliche ed gli operatori privati) e
rinnovando i processi e le politiche che sostengono gli sforzi della ricerca. Così
facendo, si spera che possa nascere un nuovo processo di collaborazione fra tutti
coloro che sono coinvolti. In questo contesto, l’Europa non è una Fortezza. Al
contrario, essa è aperta al mondo.
A tale proposito, abbiamo come obiettivo la costruzione di reti e progetti integrati su
larga scala. Il punto chiave non è allargare la ricerca a ogni settore e disciplina per
raggiungere un primato scientifico e tecnologico in specifiche aree della ricerca, ma è
superare la frammentazione della ricerca europea creando una rete che colleghi la
notevole quantità di risorse e competenze necessarie per promuovere la leadership
europea. Lo Spazio Europeo della Ricerca vuole dare la possibilità ai Ricercatori
Europei di accedere alle conoscenze ed alla tecnologia prodotte in altre parti del
mondo. Intende altresì unire le risorse S&T dell’UE con quelle del resto del mondo,
per condurre assieme iniziative che offrano delle risposte ai problemi globali. Vuole
inoltre promuovere attività S&T sulla base di un’equa collaborazione e si propone di
formare un’Europa che attragga maggiormente gli scienziati di tutto il mondo, in
modo da diventare un punto di riferimento pienamente riconosciuto.
La cooperazione fra Europa ed Australia si è sviluppata nel corso degli anni. Con il
Quarto Programma Quadro sono stati approvati circa 34 progetti nell’ambito di
diverse discipline, per un ammontare pari a circa 40 milioni di euro. Con il Quinto
Programma Quadro sono stati approvati approssimativamente 46 progetti per un
valore di circa 100 milioni di euro. Tre di questi progetti erano in collaborazione con la
Nuova Zelanda. Con il primo “Bando” del VI Programma Quadro ci sono stati più di
130 progetti in collaborazione con l’Australia e quindi auspichiamo una sempre
maggiore partnership fra i due Paesi.
Ma cosa possiamo fare per ampliare questa collaborazione? L’Europa è il partner
scientifico più importante per l’Australia, attraverso progetti sia bilaterali che
multilaterali. Nel 2000, la Commissione Europea e le missioni diplomatiche che
rappresentano l’Unione Europea in Australia, in collaborazione con il Department of
Education, Science and Training (DEST) e con le maggiori Agenzie S&T australiane
hanno costituito il “Forum for European Australian Science and Technology
cooperation”, noto come FEAST.
FEAST si propone di valorizzare e migliorare l’attuale cooperazione S&T multilaterale
e bilaterale fra Europa ed Australia attraverso l’identificazione delle priorità ed
accrescendo la qualità, la quantità e le prospettive di azioni future. Il primo evento, che
ha avuto luogo nel Maggio del 2001, è stata una conferenza dal titolo “Enhancing
Research through Collaboration and Linkages”. L’evento di oggi, intitolato
“Networking for Excellence”, è la naturale continuazione del primo. Networks of
Excellence è un nuovo strumento del Sesto Programma Quadro (FP6), ideato per
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rafforzare le competenze in particolari aree della ricerca, riunendo ricercatori e risorse
di tutte le discipline e settori.
A tale proposito, le priorità dell’Europa per quanto riguarda S&T non sono diverse da
quelle dell’Australia o di altri paesi: innanzitutto la capacità di agevolazione della
tecnologia per creare uno stile di vita sano in un ambiente sostenibile e sicuro,
predisponendo e rafforzando tutti i settori della società; in secondo luogo un
approccio salutare, consistente e saggio.
A tale scopo, le priorità dell’Australia in materia di Ambiente, Salute, Materiali
Intelligenti ed Australia Sicura, sono in sintonia con quattro delle sette priorità del
FP6, ovvero Scienze Naturali, Genomica e Biotecnologia, Nanotecnologie e Sviluppo
Sostenibile. Ma il punto chiave di tutte le collaborazioni é il “networking”.
Questa Conferenza ci offre quindi l’opportunità di riflettere sull’importanza del
networking non solo nell’ambito delle nostre discipline, bensì in altri settori e
soprattutto in altri paesi, al fine di raggiungere un approccio realmente globale verso le
sfide affrontate oggigiorno dalle nostre società.
Per concludere consentitemi di condividere con voi due esempi di networking che si
sono dimostrate particolarmente efficaci per la cooperazione S&T fra i nostri due
continenti. ARIA (The Association for Research between Italy and Australasia) e
FEAST FRANCE. Queste organizzazioni, che inizialmente hanno avuto successo a
livello locale, si sono poi diffuse a macchia d’olio per raggiungere i vari angoli del
globo. Così come si comportano i capillari nel corpo umano, allo stesso modo fanno
le organizzazioni scientifiche nel mondo, trasportando il sangue vitale rappresentato
dalla conoscenza e dall’esperienza per affrontare le sfide di questo secolo e di quelli
futuri.
Nel corso degli ultimi tre anni, l’esperimento FEAST in Australia ha prodotto risultati
evidenti e concreti nella promozione della collaborazione S&T fra i nostri due
continenti. Sono a conoscenza del fatto che un progetto simile si sta sviluppando in
Canada ed in India e dovremmo essere tutti orgogliosi del successo di questa
organizzazione a cui tutti noi abbiamo contribuito. Vi auguro di assistere ad una
conferenza informativa e produttiva durante questi due giorni.
Nicola Sasanelli
Addetto Scientifico
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Introduction
As introduction to this issue of the Bollettino, it is my pleasure to present the speech
of His Excellency Ambassador Dino Volpicelli, that was given at the opening session
of the FEAST Conference “Networking for Excellence” on November 13, 2003.
The speech has a rich source of interesting themes for everybody.
Speech by the His Excellency Ambassador Dino Volpicelli
From its earliest beginnings the European Community has always encouraged
cooperation in scientific issues. From Archimedes to Galileo, Copernicus to Einstein,
Europe has produced great scientists across the ages, although we have not always
been so keen to promote their findings!
In June 2002, the 6th Framework Programme for Research and Technological
Development was announced with a budget of 17.5 billion Euro. Considering that the
first Framework Programme which ran from 1984-1988 had a budget of 3.75 billion
euro, you can see how far we have come and how serious the European Union is
about its commitment to Research.
The 6th Framework Programme is the primary tool to carry out the work of the
European Research Area, Europe’s vision statement for the future of science. This
vision grew out of the Lisbon Council in March 2000 where the European Union set
itself the goal to become the most competitive and dynamic knowledge society in the
world, capable of sustainable economic development, accompanied by a quantitative
and qualitative improvement in the level of employment, thereby supporting a greater
social cohesion.
And again in Barcelona in 2002 the European Council agreed that overall spending on
R&D and innovation in the Union should be increased with the aim of reaching 3%
of GDP by 2010; two-thirds of this new investment is expected to come from the
private sector. Currently the EU spends about 1.9% of its GDP on Research
Technology and Development.
It can be observed that Europe remains in a state of flux. Over the last two decades it
has taken a number of remarkable steps towards the integration of its economies
including the completion of the Single Market and of course the single currency. Now
it is in the process of creating its own Constitution. Next year the EU will enlarge to
include a further 10 countries increasing its Member States to 25 and its population to
more than 450 Million people.
The Commission estimates that enlargement could increase the yearly growth in GDP
of the Accession countries by between 1.3% and 2.1% but will increase the growth in
GDP of existing Member States by 0.7%.
Research and technology have been estimated to account for between 25% and 50%
of economic growth and this puts research and technology development policy as a
top political priority on the economic agenda.
Research, development and innovation policies are now fully open to the globalisation
process; it is no longer conceivable today to talk of science at a country level. Science
and technology are global activities and their development is constantly shaped by
information and knowledge flowing across the world. Analysis suggests that the
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European Union is today broadly competitive at the international level. But we need
to have our eyes on the future. Technological innovation creates the jobs of
tomorrow, and research creates those of the day after tomorrow.
The European Research Area aims to reshape the relationships between the different
institutional research actors in the EU – at a Community level as well as at member
states and regional levels - so as to promote a more coherent policy framework
overall. It aims to re-invent the European research landscape, in re-defining the roles
of each of the players (including public authorities and private operators) and reconfigure the processes and policies that underpin the research effort. In so doing, it
is hoped that a new partnership process will arise among all those involved. In this
context, Europe is not a Fortress. It is open to the world.
To this end, we are aiming to build networks and integrated projects on a large scale.
The focus is on integrating research across all sectors and disciplines to achieve
scientific and technological excellence on specific research topics. Our goal is to
overcome the fragmentation of European research by networking together the critical
mass of resources and expertise needed to promote European leadership. The
European Research Area seeks to enable European Researchers to access knowledge
and technology produced elsewhere in the world; to harness the S&T resources of the
EU and the rest of the world to work together in initiatives to provide responses to
global problems.
It seeks to promote S&T activities on the basis of an equitable partnership and it seeks
to make Europe more attractive to scientists all over the world so that it becomes a
fully recognizable centre of reference.
Cooperation between Europe and Australia has grown over the years. Under the 4th
Framework Programme there were approximately 34 approved projects at full or sub
contractual level across several different disciplines amounting to about 40 million
euro. Under the 5th Framework Programme, there were approximately 46 approved
projects with a value of approximately 100 million euro. Three of these projects were
with New Zealand partners. Under the first Call for Proposal for the 6th Framework
Programme there were over 130 projects with Australian partners and so we look
forward to an ever increasing collaboration between us.
But what can we do to further this collaboration? Europe is Australia's largest
scientific partner, through both bilateral and multilateral projects. In 2000, the
European Commission, the diplomatic missions representing the European Union in
Australia, in association with DEST and the major Australian S&T Agencies formed
the Forum for European Australian Science and Technology cooperation,
affectionately known as FEAST.
FEAST aims to highlight and improve existing multilateral and bilateral S&T
cooperation between Europe and Australia through identifying priorities and
enhancing the quality, quantity and visibility of future action. The first event, held in
May 2001, was a conference entitled Enhancing Research through Collaboration and
Linkages. Today’s event, entitled Networking for Excellence, is a natural follow on
from that first one. Networks of Excellence are a new instrument under FP6 designed
to strengthen excellence on particular research topics by bringing together researchers
and resources from all disciplines and sectors.
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European priorities in S & T are not so different from Australia’s, or anyone else for
that matter - the facilitation of technology to bring about a healthy lifestyle in a
sustainable and safe environment enabling and empowering all sectors of society - the
healthy wealthy and wise approach.
To this end, the Australian priorities of Environment, Health, Clever Materials and a
Secure Australia, sit very well with four of the 7 FP6 priorities - Life Sciences,
Genomics and Biotechnology; Information Technologies, Nanotechnologies, and
Sustainable Development. But the driving force for all collaboration is networking.
Therefore this Conference offers us an opportunity to reflect on the importance of
networking not just within our own disciplines but across sectors and more
importantly across borders to achieve a truly global approach towards the challenges
facing our societies today.
Allow me in conclusion to share with you two examples of networking which have
shown themselves to be particularly effective for S & T cooperation between our two
continents. ARIA (The Association for Research between Italy and Australasia) and
FEAST FRANCE. These networks which started off being successful locally, have
spread out like ripples in a pond to reach across the globe. As capillaries are to the
body, so scientific networks are to the world, carrying the lifeblood of knowledge and
experience to meet the challenges of this and future centuries.
In the course of these last three years, the FEAST experiment in Australia has
produced clear and tangible results in the promotion of S & T collaboration between
our two continents and has become a model for other countries. I understand that a
similar project is being considered in Canada and in India and we should all be justly
proud of the success of this organisation in which we have all played a part. I wish you
all a very informative and productive conference during these two days.
Nicola Sasanelli
Addetto Scientifico
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INNOVATION ACCESS PROGRAMME – INTERNATIONAL
SCIENCE AND TECHNOLOGY
The Department of Education, Science and Training has as its vision “A
better future for all Australians through learning, science and innovation”.
One programme that it delivers to achieve these goals in the area of science
is the Innovation Access Programme – International Science and
Technology.
The Innovation Access Programme aims to promote innovation and
competitiveness by increasing Australian access to global research and
technologies and facilitate their uptake by Australian researchers and firms,
particularly Small to Medium Enterprises (SMEs).
This program has several elements including:
Competitive Grants for international research and development
cooperation and related activities (this includes the European
Union Framework Fund and support for international
conferences) and
Strategic Policy for bilateral and multilateral consultations and
strategic fora.
More information is available from:
https://sciencegrants.dest.gov.au/IAP/ASP/AvailableFunding.asp
Questions on these components of the Innovation Access
Programme should be directed to: [email protected]
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Bollettino della Comunita’
Scientifica in Australasia
Dicembre 2003
Direttore responsabile:
ing. Nicola Sasanelli
Responsabile e coordinamento editoriale:
dott.ssa Alessandra Iero
Comitato di Redazione:
dott. Bob Brockie
dott. Michael Cantoni
dott. Antonio Cerone
dott.ssa Anna Maria Fioretti
dott. Stefano Girola
dott. Bruno Mascitelli
dott.ssa Daniela Rubatto
dott.ssa Marilena Salvo
dott. Massimiliano Tani
Traduzioni a cura di: Enrico Zorzella
XI
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Ambasciata d’Italia in Canberra
Ufficio dell’Addetto Scientifico
Comitato di Redazione
12 Grey Street
DEAKIN ACT 2600
Tel. (+61) (2) 6273 3333
Fax (+61) (2) 6273 2406
http://www.scientific.ambitalia.org.au/
[email protected]
ISSN 1446 - 9588
Il Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia si basa sul libero apporto dei ricercatori. Per
tale motivo gli autori se ne assumono interamente la responsabilità.
The Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia is based on the free contribution of
researchers. For this reason, the authors take on full responsibilities.
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EVENTI
Promossi dall’ufficio Scientifico dell’Ambasciata d’Italia in Canberra
[email protected]
ü 1-5 February 2004, Muramarang, NSW
Italian-Australian Specialist Workshop on Plasma Treatment of Materials
The workshop will be held within the Gaseous Electronics Meeting (GEM), to
highlight research and cooperation on the processes that can involve the basic
research (diagnostic, new materials) and industrial in many other sectors: textile, glass,
anticorrosion, electronic, automobile components, prosthesis, valves, membranes and
other devices for medical applications, aerospace, ships, mobile phones, optical
ophthalmology.
ü September 2004, Canberra
Bilateral Workshop Australia-Italy on Bio-Security
The workshop will explore the following themes: Improved crop protection systems
based on biological control methods for safer low input production systems;
Toxigenic fungi and their products in the food chain; Fungal Biodiversity; Molecular
tools for contamination diagnosis; Improvement of the reliability and the speed of
diagnosis is a key for safety of plants and plant products; Bio-Contaminants: analytical
and detection methods; Mediterranean–Australian trading of agro products:
contamination problems and risks; Quarantine protocols; GMO co-existence analysis;
Environmental risk and impact of the introduction of alien species; Characterization
of genetic resources as a strategy for the preservation of plant biodiversity;
Underutilized crop species in the management of sustainable agriculture;
ü November 2004, Brisbane
Workshop on marine parks in Italy and Australia: a comparison of research and
management methods
In Italy, Marine Protected Areas (MPA) have recently been the focus of a particular
attention from both the scientific community and the environmental agencies, leading
to the institution of a total of more than twenty national MPA, distributed along the
entire peninsula. The first two marine protected areas were officially instituted in
middle eighties, but the process undertook a strong accelerations during the nineties.
This process has involved a considerable part of the Italian marine scientific
community to deal with new and complex problems such as site identification, habitat,
community and biodiversity assessment, as well as the appropriate methodologies to
address them.
In 2001, central environmental agencies have launched an interdisciplinary research
project (AFRODITE) aimed at the study of the above mentioned problems in all the
Italian MPAs. The results so far available have pointed out a number of scientific and
management issues that deserve closer scrutiny. In this frame, it is considered of the
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utmost utility the confrontation and critical analysis of the Italian experience with that
gained in other natural and social contexts. It is clear that Australia in one of the most
promising grounds where to performe a confrontation and critical exercise, due to its
well established MPA patrimony and the experience related to research, planning and
management issues.
ü December 2004, Melbourne
Italian Australian workshop on environmental restoration and industrial archeology
The workshop will aim to highlight tools and techniques for remediation of big
contaminated sites, treatment of contaminants and restoration of the industrial sites.
Many of these sites can be recovered and be part of cultural heritage as industrial
archeology.
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Department of the Premier and Cabinet
The Office of Science and Innovation
Rich in natural resources, with vast open spaces, striking landscapes and a good climate, the
State of Western Australia boasts a high quality of life due to its strong economy.
With only 10% of Australia’s total population, Western Australia (WA) contributes
approximately 28% of the nation’s exports (2002/03) and last year generated 11.1% ($77.5
million) of the nation’s output. The State’s economy is driven by mining and energy activities,
which alone contribute 22% to Gross State Product.
In order to enhance and sustain growth, the Government of Western Australia has moved to
diversify its economic base by further development of science and innovation. The
Government’s commitment is evident in its nomination of the Premier as the State’s first
Minister for Science and an investment of $100 million over five years above pre -existing
support as part of its InnovateWA policy statement of 2001.
Lead by the Chief Scientist, and with independent guidance from the Premier’s Science Council,
the Office of Science and Innovation (OSI) provides active support to the Premier and Cabinet
on policy formulation and decision making in relation to science and innovation. OSI was
established in July 2002 as a division of the Department of The Premier and Cabinet.
OSI’s Phillip Murray refers readers to WA’s science policy, InnovateWA, which is responsible
for the delivery of enduring programs to build the State’s science capability and attracting
international science collaborations, details at www.sciencecouncil.dpc.wa.gov.au/ and
www.ministers.wa.gov.au/policies/InnovateWA.pdf
Chief Scientist, Dr Bruce Hobbs, believes investment in high impact research has many positive
outcomes for the State of WA, including great opportunities for international collaboration.
Already, major internationally beneficial discoveries have flowed from WA, such as that of
Australian of the Year 2003 Prof. Fiona Stanley’s research on folate and spina bifida.
OSI’s resources are applied to improving Western Australia’s knowledge base and
infrastructure. In 2003, the OSI supported the pro vision of $24.4 million over 5 years to the
Scitech Discovery Centre www.sciencewa.net.au/ which provides an interactive science portal
for the community. State funds are also strategically invested into high impact research and
innovation such as the Centres of Excellence (COE) in Science and Innovation and the new WA
Major Research Facility Program. These target significant beneficial outcomes including new
intellectual property, employment, growth in exports and expanded science capability.
OSI’s Dr Joseph Patroni advises the COEs supported by OSI include:
§AJ Parker CRC for Hydrometallurgy
§Australian Centre for Geomechanics
§Australian CRC for Renewable Energy
§Australian International Gravitational Observatory
§Centre for Exploration & Production Geophysics
§Centre for Global Metallogeny
§Centre for High-Throughput Agricultural Genetic
Analysis
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§Australian Research Centre for Medical Engineering
§Australian Telecommunications CRC
§Centre of Excellence in Mass Spectometry
§Centre of Excellence in Natural Resource Management
§Centre for Sustainable Mine Lakes
§Centre for Organic Waste Management
§Centre for Water Research
§CRC for Biological Control of Pest Animals
§CRC for Coal in Sustainable Development
§CRC for Dry Land Salinity
§CRC for Landscape Environments & Mineral Exploration
§CRC for Predictive Mineral Discovery
§CRC for Sheep
§Environmental Technolo gy Centre
§International Environmental Technology Centre
§Nanostructural Analysis Network Organisation
§Centre for Intelligent Process Operations &
Management
§Centre for Land Rehabilitation
§Centre for Management of Arid Environments
§Centre for Marine Science & Technology
§National Networked Tele-Test Facility
§WA State Agricultural Biotechnology Centre
§WA Biomedical Research Instit ute
§WA Centre for Electromagnetic Compatibility
Technology
§WA Centre in Industrial Optimisation
§WA Centre for Microscopy
§WA Centre for Petroleum Geology
§WA Centre for Semiconductor Optoelectronics &
Microsystems
§WA Geotectonic Mapping Facility
(CRC = National Cooperative Research Centre)
The latest COE is associated with the Australian International Gravitation Observatory and is
developing close links with international collaborators including researchers of Universities of
Pisa, Rome and INFN Frascati. See www.gravity.uwa.edu.au and www.gdc.asn.au/.
OSI is working very closely with the CSIRO Australia National Telescope Facility (ATNF)
Division in a concerted effort to attract the international Low Frequency Array (LOFAR) and
the Square Kilometre Array (SKA) radio telescopes to WA.
A joint LOFAR bid by OSI and CSIRO for the LOFAR project has been ranked first in the
world based on science and technical grounds. A final decision on the location of LOFAR will
be made in the first quarter of 2004. For more information OSI’s Rob Gates refers readers to
http://www.lofar.org/archive/meetings/mar2002/.
The SKA project is ten times the scope of the LOFAR project and if the bid for it is successful it
will turn most of Australia into one enormous telescope with its base in WA.
See www.skatelescope.org/.
The WA advantage in future astronomy research was also recognised by the European Space
Agency when it commenced operating its first deep space ground station at New Norcia north of
Perth in March 2003.
Major new initiatives in marine science are also underway. The Intergovernmental
Oceanographic Commission (IOC) of UNESCO, OSI and the Bureau of Meteorology are also
collaborating to establish Indian/Pacific Oceans research activities in Perth.
For more information please contact:
Dr Bruce Hobbs, Chief Scientist and/or in Italian to Dr Joseph Patroni, Manager - Science
Capability Development, Office of Science and Innovation
Department of Premier and Cabinet, Government of Western Australia
Governor Stirling Tower, 197 St. George’s Terrace PERTH WA 6000
Tel: +61 8 9222 9888 Fax: +61 8 9222 8888
Email: [email protected] URL: http://www.dpc.wa.gov.au
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THE VENETO REGION
Veneto Region is one of the most dynamic areas in Italy and Europe. Its
unemployment rate amounts to 3,7% while the European average rate is 7,5 %. The
regional economy is based on a very special entrepreneurial attitude and, in
consequence, on a large number of Small and Medium Enterprises: about 447.000
companies, that is 1 company every 10 inhabitants
Veneto Region produces about 15% of total Italian export while its GDP and population are near 8%.
There are many industrial clusters such as:
Textile & clothing, Wood & furniture, Shoes (elegant and sporty), Tanning industry,
Electro-mechanics, Eyeglasses, Marble working, Gold and silver working, Artistic
glass, Wine and Agro – food, Industrial machinery, and many others.
R&D and Innovation are basic for regional economic growth.
To foster these factors Veneto Government set up Veneto Innovazione in 1991.
Veneto Innovazione is the regional agency promoting the collaboration between
Research and Enterprises.
Its stockholders are the Veneto Region, the Regional Enterprise Unions, the Veneto Union of the
Chambers of Commerce, and the four Veneto Universities.
Veneto Innovazione is also in charge to promote and to co-ordinate the regional
participation in the Sixth European Framework Programme on Research and
Technological Development. So it will be considered very important to find
international partnerships, both scientific and economic, with third countries in
Australia and Asia.
For further information please contact:
VENETO INNOVAZIONE SPA
REGIONE DEL VENETO
c/o VEGA SCIENCE & TECHNOLOGY
SEGRETERIA REGIONALE AFFARI GENERALI
PARK
Via della Libertà 5/12
Cannaregio, 168 Palazzo Sceriman
30175 MARGHERA VE - ITALIA
Tel. + 39 041 5093023
Fax +39 041 5093078
30123 VENEZIA - ITALIA
Tel. + 39 041/2792701
Fax +39 041/2792785
e-mail:
[email protected]
http://www.regione.veneto.it
e-mail: [email protected]
http://www.venetoinnovazione.it
XVII
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CANBERRA
THE VENETO RESEARCH & INNOVATION SYSTEM
High educational system
4 Universities
–2 in Venice, Padua, Verona;
24 Faculties
–Economics, Law, Medicine and Veterinary Medicine, Literature and Foreign
Languages, Chemistry, Science & Mathematics, Pharmacy, Agricultural Science,
Engineering, Architecture, Psychology, Political Sciences, Statistics;
University Centres:
Venice International University – studies on management, learning , and environment.
University Consortium for Chemistry in the Environment
Consorzio Venezia Ricerche - projects on new materials, ICT, and cultural heritage.
Consorzio Padova Ricerche - projects on industrial automation, ICT, and
telecommunication.
Public Research structures
CNR - National Research Council;
ENEA - Italian National Agency for
New Technology, Energy&
Environment;
INFM - National Institute for the
Physics of Matter;
INFN - National Institute for Nuclear
Physics;
GLASS EXPERIMENTAL STATION.
VENETO AGRICOLTURA – Regional
Agency for Innovation &
Agriculture
ARPAV - Regional Agency for
Environment
CORILA – Centre for Venice
Lagoon
Science and Technology
parks
VEGA - Venice STP;
Galileo - Padua STP;
STAR - Verona SP.
Industrial SMEs and
handcrafts Associations
Confindustria del Veneto;
FederVeneto API;
Confartigianato del
Veneto;
CNA Veneto.
Innovation Centres
Politecnico Calzaturiero for the shoe
industry
Certottica for the eyeglasses industry
Ritex for Proofs for textile
Thetis for marine technology
Venezia Tecnologie
Eurobic Dolomiti – business innovation
centre
Eurobic Adriatico - business innovation
centre
Polesine Innovazione
Tecnologia & Design for Rapid prototyping
CERT for proofs on wood and textile for
furniture
Treviso Tecnologia
Centro Produttività for patent searches
Verona Innovazione for training courses
Tecnopadova for design
VENETO IS ALL THAT AND MUCH MORE………………
XVIII
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Sommario
La Fondazione Microsearch d’Australia
Microsearch Foundation of Australia
Marco Lanzetta
pag. 1
pag. 4
Il trapianto di mano. Risultati preliminari e considerazioni generali
Hand Transplant. Preliminary Results and General Considerations
Marco Lanzetta
pag.7
pag.13
Applicazioni cliniche dell’elettromiografia di superficie. Un’esperienza
di interazione tra ricerca di base e applicata
Clinical applications of the surface electromyography. An experience
of interaction between basic and applied research.
Alberto Rainoldi, Roberto Merletti
L’utilizzo dei dati satellitari per il monitoraggio della qualità delle acque
del lago di Garda
Employing satellite data to monitor water quality in Lake Garda
Vittorio E. Brando, Claudia Giardino
Studio di ricerca per la creazione di un Scientific WebService per il
Trasferimento Tecnologico
Research study concerning the development of a Technology Transfer
Web-aided Services
Emanuele Fiore
pag.17
pag.23
pag.28
pag.32
pag.34
pag.43
Convegno internazionale: “Rete tra imprese siciliane ed estere per lo sviluppo
economico”. Le opportunita’ per gli imprenditori siciliani in Australia, Palermo,
24-26 ottobre 2003
pag.49
International conference on “Network between Sicilian and foreign companies
for economic development”. Opportunities for Sicilian entrepreneurs in Australia,
Palermo, 24-26 October 2003
pag.56
Bruno Mascitelli
Riciclo di fluido e di elementi nel mantello Terrestre durante la subduzione
Recycling of fluids and elements into the Earth’s mantle during subduction
Marco Scambelluri
pag.61
pag.65
Collegare le funzioni nel “cervello diviso”
Piecing together split brain processing
Royal Society of New Zealand, Marsden Fund, Wellington
pag.67
pag.69
XIX
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
Conferenza FEAST “Networking for Excellence” Canberra - 12-14
Novembre 2003
FEAST Conference “Networking for Excellence”, Canberra - 12-14
November 2003
Alessandra Iero, Nicola Sasanelli
FEAST CONFERENCE Program
pag.71
pag.74
pag.77
Fuga di cervelli e politica sull’immigrazione
“Brain drain” and immigration policy
Massimiliano Tani
pag.81
pag.83
Una finestra sull’economia
A window on the Economics
Bruno Mascitelli
pag 87
pag 89
La scienza: una finestra aperta sulla cultura
Science: a window open on culture
Stefano Girola
pag.91
pag.94
Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio dell’Australasia
Universita’ di Adelaide
pag.96
Journey in the Academic and Research world of Australasia
University of Adelaide
pag.108
Alessandra Iero
Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio italiano
Istituto di Geoscienze e Georisorse
Journey in the Academic and Research world of Italy
The Institute of Geosciences and Georeseources
Anna Maria Fioretti
XX
pag.123
pag.127
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Notizie flash dal mondo delle riviste tecnico-scientifiche Australiane
ü Attualità
pag 135
•
Il database geologico Australiano diventa internazionale
•
Inaugurato il nuovo laboratorio Boeing all’Università del Queensland
•
Diffusa una nuova specie di grano che tollera la siccita’
ü Ricerca, Sviluppo e Inno vazione
pag 136
•
Energia eolica Australiana all’avanguardia
•
Il CSIRO coinvolto in un nuovo ritrovamento di petrolio in Papua
ü Nuove Tecnologie e Nuovi materiali
•
Nuovo sistema di saldatura ultrarapido
•
Protezione dei circuiti di comunicazione
ü Information Technology
pag 137
pag 138
•
Tool per l’analisi statistica di microarrays
•
Tool per la diagnosi di malattie neurologiche
ü Sanità
pag 139
•
Studio globale sui danni dovuti al tabacco
•
Studio sulla corteccia cerebrale
•
Studio sulle azioni del fosfato
•
La salute dell’Asia studiata in Australia
ü Ambiente
pag 140
•
I potenziali nemici dei mari australiani.
•
La barriera corallina a rischio
•
Misurazione della Circumpolare Antartica
•
Nuova chiave tassonomica disponibile sul web
ü Spazio
pag 142
•
Upgrade per il telescopio di Parkes
•
Scoperto legame tra scoppi di raggi gamma e le supernova
XXI
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News from the Italian technical-scientific journal
ü Current Affairs
pag 145
•
K2: Celebrating 50 years from the first Italian expedition
•
Roots of olive oil industry found in Cyprus
ü Research, Development, Innovation
•
Light from Molecules
ü New Technologies - New Materials
•
pag 146
pag 147
New scintigraphic device for small tumors localization. Italian
Patent n° RM 2001A000279
ü Medicine
pag 148
•
A vaccination strategy to cure autoimmune diseases
•
Discovery of a mechanism responsible for which Parkinsons’ disease become
chronic
•
Cholera: the body protect itself by producing endocannabinoids.
•
Hacking cellular protein networks
ü Environment and Earth Science
pag 150
•
Hunting for emeralds on the internet
•
Italy and the Ocean Drilling Project
•
The African tropical monsoon is suffocating Europe
•
Models in Meteorology and Climate Change studies: a virtual laboratory for
understanding a complex system
ü Space
pag 152
•
Discovered the closest galaxy to the Milky Way
•
The archive of comets is online
Programma delle Conferenze scientifiche in Australasia
pag 153
Principali siti Web
pag 157
XXII
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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CANBERRA
La Fondazione Microsearch d’Australia
Marco Lanzetta
Nell’ambito della cooperazione S&T tra Italia ed Australia, l’attivita’ nel settore della
Medicina e chirurgia assume una rilevanza strategica. A tutti e’ noto che oltre il 30%
delle pubblicazioni scientifiche australiane sono nell’ambito della medicina e
farmacologia, pertanto l’Australia e’ un punto di riferimento internazionale in diverse
discipline. Inoltre, ormai da diversi anni, alcuni istituti di ricerca australiani hanno
avviato interessanti programmi di formazione professionale rivolti anche a
partecipanti stranieri.
In particolare, la Microsearch Foudation of Australia di Sydney risulta essere un
riferimento nel settore della microchirurgia. L’applicazione della microchirurgia ai vari
campi della chirurgia ricostruttiva trova un altissimo riscontro ad esempio nei casi di
ricostruzione funzionali dopo l’asportazione di neoplasie o nel caso di incidenti sul
lavoro o stradali che esitino in devascolarizzazioni/amputazioni di segmenti scheletrici
che debbono essere rivascolarizzati/reimpiantati nel più breve tempo possibile, o
ancora nel nuovissimo campo dei trapianti salva-funzione (mano-laringe-etc).
Al momento quindi in quasi tutte le chirurgie specialistiche la microchirurgia permette
di affrontare con maggiore efficacia alcune malattie invalidanti.
Fondata nel 1975, la Microsearch Foundation svolge due importanti compiti didatticoscientifici nel campo della microchirurgia ricostruttiva. Da una lato si occupa di
programmi di ricerca originali su modelli sperimentali animali, che siano trasferibili in
ambito clinico e sull’uomo in tempi brevi. Dall’altro da anni si impegna in programmi
di insegnamento delle tecniche microchirurgiche di base o avanzate rivolti a giovani
ricercatori internazionali che vengono selezionati seguendo rigidi criteri di scelta, siano
essi chirurghi plastici, ortopedici o generali. Questi ricercatori vengono assunti come
"Research Fellows" ed a loro vengono affidati dei programmi di ricerca di solito della
durata di 12-24 mesi che prevedono una o più pubblicazioni scientifiche al termine
della fellowship.
Le attività di ricerca della Microsearch Foundation sono al momento concentrate su 4
grandi settori:
Trapianto sperimentale di arto
Rigenerazione dei nervi periferici dopo lesioni traumatiche
Microchirurgia fetale
Sviluppo di sistemi di sutura microchirurgica alternativi
In particolare i protocolli sperimentali sono in dettaglio elencati di seguito:
Rigenerazione nervosa periferica
Identificazione di fattori di crescita e loro visualizzazione immunoistochimica
Utilizzo di condotti artificiali
Stimolazione della crescita nervosa
Applicazione Di Protesi Sintetiche Microvascolari
Neoendotelizzazione interna
Incremento delle percentuali di pervietà
1
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Utilizzo di sistemi di anastomosi meccanica
Impianto arterioso e venoso
Utilizzo di fattori di crescita endoteliale
Endothelial cell seeding
Fistole artero-venose
Sviluppo di un sistema di microscopia confocale computerizzato
Identificazione di coloranti vitali specifici
Analisi istologica tissutale non bioptica-in vivo
Mappatura dell’ organismo mediante analisi confocale
Sviluppo di un composto proteico per le anastomosi vascolari laser assistite
Anastomosi arteriose e venose
Determinazione della forza di rottura
Rigenerazione endoteliale ed assorbimento proteico
Sistemi di sutura meccanica microvascolare
Suture arteriose, venose ed innesti vascolari
Dinamica del flusso sanguigno
Neoendotelializzazione
Pervieta’ a breve e lungo termine
Prefabbricazione di osso sintetico
Identificazione delle componenti necessarie
Localizzazione tissutale
Neovascolarizzazione
Trapianto
Riparazione nervosa in chirurgia dentale
Riparazione immediata o ritardata
Valutazione degli innesti nervosi
Microchirurgia fetale
Correzione intrauterina di malformazioni congenite
Sviluppo di tecniche anestesiologiche e chirurgiche
Perfezionamento del monitoraggio ecografico
Trapianto di arto
Sviluppo e perfezionamento di modelli sperimentali animali
Valutazione di terapie immunomodulanti dedicate
Valutazione dell’induzione di tolleranza/chimerismo
Valutazione dei risultati funzionali (sensitivi e motori)
Se da un lato è ormai riconosciuto come le moderne tecniche di microchirurgia
permettano di trattare con risultati superiori a quelli ottenibili con tecniche più
tradizionali una grande varietà di patologie, è altrettanto vero che tali tecniche sono al
2
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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momento precluse alla stragrande maggioranza dei giovani chirurghi che si preparano
alla loro vita professionale.
Nel corredo formativo dei moderni giovani chirurghi non devono mancare le
competenze specifiche in questo settore, a rischio di non essere al passo con i
chirurghi di altri paesi. Purtroppo tale iter formativo prevede un lungo periodo di
training su modelli sperimentali e in strutture specializzate. Al momento questo non è
possibile in Italia e tutto viene quindi lasciato all’iniziativa personale dei singoli, con
difficoltà spesso insormontabili.
Un discreto numero di giovani chirurghi italiani ha potuto, fin dal 1990, sviluppare
alcune attivita’ di ricerca e di formazione nell’ambito di un programma bilaterale. In
tale contesto e’ nato, e si e’ sviluppato, il protocollo sperimentale che ha dato vita al
programma Italiano di trapianto di mano.
Al momento, presso il centro di ricerca di Sydney, sono coinvolti, in una fase di
formazione, due giovani chirurghi italiani che trascorrerano un periodo di studio
acquisendo nuove tecniche di microchirurgia ricostruttiva del sistema nervoso
periferico.
Tale periodo prevede un corso intensivo in sala operatoria e l’esecuzione di interventi
di precisione su modelli sperimentali animali, con l’ausilio di un microscopio
operatore. E’ auspicabile che la collaborazione con Enti ed Istituzioni Italiane si
rafforzi ulteriormente in modo da rendere possibile per un maggior numero di
ricercatori e chirurghi italiani la frequenza di questo centro di valore internazionale.
Prof. Marco Lanzetta
Deputy Medical Director
Microsearch Foundation of Australia
Direttore, Centro di Chirurgia della Mano e
Microchirurgia Ricostruttiva
Ospedale San Gerardo, Monza
Professore Associato in Ortopedia
Università Milano-Bicocca
3
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Microsearch Foundation of Australia
Marco Lanzetta
Within the S&T cooperation between Italy and Australia, the activity in the medicine
and surgery sector is strategically important. Everyone knows that over 30% of
Australian scientific publications regard medicine and pharmacology and therefore
Australia is an international point of reference in various disciplines. In addition, for
several years some Australian research institutes have had interesting vocational
training programs open also to foreign participants.
In particular, the Microsearch Foundation of Australia in Sydney is a leader in the
microsurgery sector. The application of microsurgery to the various fields of
reconstructive surgery is particularly relevant to cases
such as functional
reconstruction after the removal of tumours or following working and road incidents,
which need devascularisation/amputation of skeletal segments. These segments must
be revascularised/reimplanted in the shortest time possible. Reconstruction is also
important in the most recent field of function-saving transplants (hand-larynges-etc.)
At the moment, in almost every specialized branch of surgery, microsurgery makes it
possible to handle some disabling diseases more effectively.
Founded in 1975, the Microsearch Foundation has two important educationalscientific tasks concerning reconstructive microsurgery. On the one hand, it manages
original research programs on experimental animal models, which can be quickly
applied in the clinical area and on humans. On the other hand, it is involved in
teaching programs on basic or advanced microsurgery techniques, addressed to young
international researchers, who are selected according to rigid criteria, whether they are
plastic, orthopaedic or general surgeons. These researchers are employed as “Research
Fellows” and undertake research programs that usually last for 12-24 months and
include one or more scientific publications at the end of the fellowship.
The Microsearch Foundation’s research activities are currently focused on 4 main
sectors:
Experimental limb transplant
Regeneration of peripheral nerves after traumatic lesion
Fetal microsurgery
Development of alternative microsurgery suture systems
The experimental protocols are listed in detail below:
Peripheral nervous system regeneration
Identification of growth factors and their immunohistochemical visualisation
Use of artificial ducts
Stimulation of nervous growth
Application of synthetic microvascular prosthesis
Internal neoendothelization
Increase in percentage of patency
Use of mechanical anastomosis systems
Arterial and venous implant
4
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Use of endothelial growth factors
Endothelial cell seeding
Arterial-venous fistulae
Development of a computerized confocal microscopy system
Identification of vital specific colorants
Non bioptic-in vivo histological tissue analysis
Mapping of the organism through confocal analysis
Development of a protein compound for laser assisted vascular anastomosis
Arterial and venous anastomosis
Determination of breaking load
Endothelial regeneration and protein absorption
Microvascular mechanical suture systems
Arterial, venous sutures and vascular grafts
Blood flow dynamics
Neoendothelization
Short and long term patency
Prefabrication of synthetic bone
Identification of necessary components
Tissue location
Neovascularization
Transplant
Repair of the nervous system in dental surgery
Immediate or delayed repair
Evaluation of nervous grafts
Fetal microsurgery
Intrauterine correction of congenital malformations
Development of anaesthesiologic and surgical techniques
Improvement of ultrasound monitoring
Limb transplant
Development and improvement of experimental animal models
Evaluation of immunomodulant dedicated therapies
Evaluation of tolerance/chimerism induction
Evaluation of functional results (sensible and motor)
If, on the one hand, people recognise that modern microsurgery techniques allow the
treatment of a great variety of pathologies with better results than more traditional
techniques, it is also true that such techniques are at the moment forbidden to the
majority of young surgeons who are learning their profession.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Dicembre 2003
CANBERRA
Specific competence in this sector should be part of the education for modern young
surgeons, in order to be on the same wavelength as the surgeons from other countries.
Unfortunately this type of education includes a long training period on experimental
models in specialized centres. At the moment this is not possible in Italy and
everything is left to the student’s personal initiative, with insurmountable difficulties.
Since 1990 a number of young Italian surgeons have been able to develop some
research and training activities through a bilateral program. In this context it was
possible to create and develop an experimental protocol, which started the Italian
hand transplant program.
Two young Italian surgeons, who are spending a study period acquiring new
reconstructive microsurgery techniques for the peripheral nervous system, are
currently involved in a training session by the research centre in Sydney.
The study period includes an intensive course in the operating theatre and the
performance of precision surgery on animal experimental models, with the help of an
operating microscope. It is hoped that the cooperation with Italian organizations and
institutions will increase, in order to give the opportunity to a larger number of Italian
researchers and surgeons to attend this internationally recognized centre.
Prof. Marco Lanzetta
Deputy Medical Director
Microsearch Foundation of Australia
Director, Hand Surgery Centre and Reconstructive
Microsurgery
San Gerardo Hospital, Monza
Associate Professor in Orthopaedics
Milano-Bicocca University
6
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CANBERRA
Il trapianto di mano
Risultati preliminari e considerazioni generali
Marco Lanzetta
L’ iniziale esperienza clinica del trapianto della mano è altamente positiva. I casi
effettuati finora in 8 centri al mondo hanno dato risultati incoraggianti sia dal punto di
vista immunologico che del recupero funzionale. Qualora i criteri di scelta dei pazienti
candidati a questa procedura siano estremamente selettivi e tengano conto di diversi
fattori tra i quali il tipo ed il livello di amputazione, l’età del paziente, le alternative
protesiche, lo stato psicologico, il consenso informato, il trapianto di mano può
rappresentare una valida soluzione terapeutica per amputazioni fortemente invalidanti
Summary
L’esperienza clinica di trapianto di mano comprende finora 19 casi dei quali 6 bilaterali
per un totale di 25 mani trapiantate, in 8 diversi centri al mondo (Tabella 1). Le equipe
che hanno effettuato questi interventi si sono avvalse di competenze multidisciplinari
comprendenti esperti di chirurgia dei trapianti, microchirurgia ricostruttiva e dei
reimpianti di segmenti corporei, immunologia, psicologia clinica, medicina legale,
neurologia, rieducazione funzionale, bioetica. 1
L’aspetto organizzativo riveste una importanza fondamentale nell’allestimento di un
programma di trapianto di mano, in quanto è necessario un coordinamento continuo
con le strutture che sovrintendono l’attività di donazione e trapianto di organi, e
prevede inoltre uno stato di allerta da parte di una quantità notevole di operatori
sanitari ed amministrativi.
Le problematiche attinenti al trapianto di mano sono in parte assimilabili a quelle che
si affrontano per altri tipi di trapianto, mentre altre sono uniche in quanto legate al
concetto di trapianto non salva vita, ma salva funzione o per la qualità di vita.2-4 In
questo senso, da un punto di vista bioetico, i trapianti non salva vita vengono
giustificati solamente qualora abbiano un fine terapeutico e non puramente cosmetico.
La valutazione dei benefici di procedure che restituiscano l’integrità anatomica
all’individuo e ne aumentino l’indipendenza funzionale non può prescindere dagli
eventuali rischi che sono in gran parte legati alla terapia immunosoppressiva.
Risultati e considerazioni generali
I primi casi effettuati e i risultati ottenuti permettono alcune considerazioni di ordine
vario e che rappresentano solo una parte degli aspetti che tali trapianti presentano:
Il consenso informato
Deve essere il più esaustivo possibile, comprendere tutti gli aspetti legati a questa
nuova procedura, in modo da permettere al paziente una scelta assolutamente libera.
Affinchè tale scelta si possa effettuare si deve dare una adeguata informazione sui
rischi ed i benefici a breve ed al lungo termine, noti e meno noti, sulla procedura nella
sua interezza, sulle implicazioni di ordine lavorativo, sociale e familiare, sul periodo di
rieducazione, e ciò in maniera precisa ed idonea al grado culturale e sociale del
soggetto.
I trapianti per la qualità della vita
Questo concetto, cosi’ predominante nel caso dei trapianti di mano, è però già stato
abbondantemente introdotto nel caso dei trapianti di organi monotissutali come il
rene od il pancreas, laddove non si trapianti al fine esclusivo di far sopravvivere un
7
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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CANBERRA
individuo ma soprattutto per migliorare la sua qualità di vita. Allo stato attuale, molti
dei trapianti di rene vengono effettuati in pazienti ancora prima della dialisi. Il rigetto
di un rene o di un pancreas non causa la morte ma il ritorno a condizioni di inferiore
qualità di vita.
Il trapianto di ricostruzione funzionale
Rappresenta una novità logica e largamente comprensibile, laddove le strade
tradizionali non possano essere perseguite (reimpianto al momento del trauma,
trapianto ricostruttivo autologo di tessuti composti), per evidenti limiti legati alla
dimensione della parte persa ed alla complessità della funzione che si intende
ripristinare. Fa seguito anche alla scarsa soddisfazione di alcuni pazienti rispetto alle
protesi, nonostante i miglioramenti della tecnologia in questo settore.
Differenze con i trapianti salva vita
Nel caso di un trapianto salva vita un eventuale irreversibile rigetto dell’organo
trapiantato (cuore) conduce alla morte del paziente. In maniera simile, un effetto
collaterale molto grave pone il paziente nella condizione di dover affrontare la malattia
sopraggiunta e che va aggravandosi, non potendo in alcun modo interrompere la
terapia immunosoppressiva. Nel caso di un trapianto di mano la percezione del
sopraggiungere di un effetto collaterale grave e dannoso per la salute generale, deve
portare alla immediata sospensione della terapia immunologica e, se necessario, alla
riamputazione della parte. Uno stato di tolleranza conseguente alla interruzione della
terapia immunosoppressiva non può essere valutato nel caso dei trapianti salva vita,
mentre nel caso dei trapianti di mano sarebbe giustificabile, anche per prevenire effetti
collaterali a lungo termine, interrompere la terapia antirigetto ad un temine prefissato,
confidando nella tolleranza dovuta ad un chimerismo stabile.
Si può allora ragionevolmente affermare che un trapianto non salva vita di mano non
è neanche un trapianto potenzialmente “perdi-vita”.
Una seconda grande differenza, resa evidente con il passare del tempo, è la mancanza
di effetti collaterali nei pazienti sottoposti a trapianto di mano. Ciò è probabilemente
spiegabile dal fatto che chi è in attesa di un trapianto salva vita (cuore-fegato) si trova
in uno stato di salute generale talvolta cosi’ compromesso da avere una spettanza di
vita estremamente ridotta. Un organismo cosi’ debilitato non possiede le risorse
necessarie a contrastare gli effetti di una potente terapia antirigetto, ed è perciò più a
rischio dell’insorgenza di effetti collaterali. Al contrario, i pazienti sottoposti a
trapianto di mano, al di là del loro grave stato patologico dovuto alla deformità,
possiedono tutte le forze in grado di contrastare la terapia immunosoppressiva.
La terapia immunologica
L’utilizzo di combinazioni di farmaci immunosoppressori nella terapia immunologica
postoperatoria ha permesso di diminuire le dosi dei singoli componenti, di ottenere un
effetto sinergico e di sottrarre uno o più di questi farmaci durante il trattamento
postoperatorio. I risultati provenienti dalla grandi casistiche mondiali che si riferiscono
a trapianti di organi monotissutali mostrano una diminuzione degli effetti collaterali in
parallelo ad un migliore effetto immunosoppressivo.5-7 Un primo importante dato
che si ottiene da questi primi casi clinici di trapianto di mano è che questi farmaci
sono in grado di controllare molto bene l’attività antigenica della cute, sia nei casi
monolaterali sia nei casi dove l’area della cute trapiantata sia doppia.
8
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L’intervento chirurgico
Dal punto di vista chirurgico, il trapianto di mano assomiglia molto ad un reimpianto
autologo eseguito in emergenza subito dopo una amputazione traumatica, di solito sul
lavoro. Dal punto di vista tecnico vi sono però delle differenze sostanziali che lo
rendono più complesso. Innanzitutto una delle differenze più importanti riguarda il
fatto che l’equipe chirurgica deve procedere ad un prelievo secondo dei criteri che
riflettono le condizioni cliniche del ricevente (livello dell’amputazione, stato del
moncone, mancanza di tessuto cutaneo o distrofia della cute, altro). In secondo luogo
mentre nel caso di un reimpianto i tessuti da riparare combaciano nelle loro
dimensioni, qualità ed età fisiologica, nel caso di un trapianto bisogna aspettarsi un
certo grado di diversità tra le due parti da congiungere. Questa diversità deve essere
minimizzata, scegliendo un donatore compatibile per età, quando possibile, per
dimensioni dell’arto, per colore della pelle, per sesso, e per morfologia in generale. Da
un punto di vista strettamente tecnico, un avambraccio amputato da poco non
presenta tutte quelle caratteristiche negative dei monconi di arto, soprattutto qualora
l’amputazione sia avvenuta parecchi anni prima. In questi casi ci si deve aspettare una
quantità di fibrosi anche notevole soprattutto a livello tendineo e muscolare, dove i
piani di scorrimento sono del tutto irriconoscibili. I nervi presentano necessariamente
dei neuromi terminali, che costringono a resezioni più prossimali del tessuto nervoso
in cerca di situazioni più favorevoli. La nostra esperienza clinica (4 casi-5 mani) ci ha
insegnato che durante l’ intervento chirurgico è sempre necessario procedere a delle
variazioni o delle ricombinazioni soprattutto a livello delle suture tendinee, talvolta
anche effettuando dei transfer tendinei primari. Un’altra differenza importante
riguarda gli assi vascolari che mentre in acuto (reimpianto) presentano dimensioni
uguali e di solito non richiedono innesti, nel caso di un trapianto le arterie vanno
ricercate molto più prossimalmente rispetto al limite periferico del moncone e dello
scheletro, mentre le vene sono sempre di qualità scarsa sia per dimensioni sia per
portata, e quindi questo aspetto presenta forse le difficoltà maggiori in questo tipo di
interventi.
La rigenerazione nervosa
Nel periodo immediatamente seguente al primo trapianto di mano, commenti
speculativi non sostanziati da prove indicavano come la impossibilità di rigenerazione
nervosa in questi pazienti rendesse questi trapianti solamente un puro atto tecnico
senza valore funzionale. Al momento attuale invece l’aspetto sicuramente più
favorevole del trapianto di mano è il grado di rigenerazione nervosa sia sul versante
sensitivo che su quello motorio. Ciò è dovuto oltre che alla evidente capacità di un
nervo periferico di riattivare una crescita distale se opportunamente stimolato dalla
periferia, cosa d’altra parte già clinicamente testata nei casi di trapianto di dita dal piede
a distanza di qualche anno, anche alla azione neurostimolante del Tacrolimus, che
abbina l’azione immunosoppressiva ad una neurotrofica dovuta alla rimozione di
alcuni barriers inibenti la crescita assonale. .8
Il programma italiano di trapianto di mano
L’approvazione Ministeriale della domanda di autorizzazione al trapianto di mano
presso l’ Ospedale San Gerardo di Monza dell’Università di Milano-Bicocca ci ha
posto nelle condizioni di portare un contribuito fattivo all’esperienza mondiale in
questo settore. Il programma prevede un numero di 5 casi nel periodo di 4 anni. I
criteri di selezione sono estremamente rigidi e prevedono:
− La perdita della mano dominante o preferibilmente entrambe le mani
− Un’età compresa tra i 18 ed i 50 anni
9
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− Un amputazione traumatica a livello del polso
− Un rifiuto motivato delle alternative protesiche, sia estetiche che funzionali
− La capacità di esprimere un pieno consenso informato
− Uno stato psicologico non compromesso
− Una compliance con il periodo di rieducazione postoperatoria
Al momento abbiamo effettuato due trapianti monolaterali (mano destra dominante)
in due pazienti di 35 e 32 anni, maschi. In entrambi i casi abbiamo atteso un donatore
estrememente compatibile sia dal punto di vista morfologico che da quello dell’età e
delle dimensioni della mano. Si è trattato in entrambi i casi di donatori giovani, dello
stesso sesso, con dimensioni della mano praticamente identiche, senza traumi
precedenti né patologie che direttamente o indirettamente potessero inficiare la
funzione manuale (artrosi, diabete, malattie cutanee, malformazioni congenite).
La terapia immunosoppressiva del protocollo italiano è stata messa a punto in
collaborazione con il Dipartimento dei Trapianti degli Ospedali Riuniti di Bergamo, e
comprende una combinazione di Tacrolimus (FK506), Micofenolato Mofetile (MMF)
e steroidi. L’induzione viene effettuata con anticorpi monoclonali (Simulect).
La riabilitazione mediante un programma dedicato di fisioterapia
Tabella 1: Esperienza mondiale di trapianto di mano
Centro
Monolaterali
Bilaterali
Totale
mani
Inizio
programma
Lione
Louisville
Guangzhou
Guangxi
Innsbruck
Kuala-Lumpur
Monza
Harbin
Bruxelles
1
2
2
3
1
3
1
2
1
2
1
-
5
2
4
3
4
1
3
2
1
Set 1998
Gen 1999
Mar 1999
Gen 2000
Mar 2000
Mag 2000
Ott 2000
Gen 2001
Jun 2002
Totale
13
6
25
10
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Dicembre 2003
CANBERRA
Figura 1. Trapianto di mano destra. Aspetto comparativo con la mano naturale a 3
mesi dall’innesto
Fig. 1. Right hand transplant. Comparison with the natural hand 3 months after the graft
Figura 2. Trapianto di mano. Situazione preoperatoria
Fig. 2. Hand Transplant. Presurgery condition
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CANBERRA
Figura 3. Trapianto di mano. La mano poco prima dell’innesto e della
successiva rivascolarizzazione
Fig. 3. Hand transplant. Hand before the transplant and following revascularisation
Figura 4. Trapianto di mano. Conclusione dell’intervento
Fig. 4. Hand transplant. End of surgery
Prof. Marco Lanzetta
Deputy Medical Director
Microsearch Foundation of Australia
Director, Hand Surgery Centre and Reconstructive
Microsurgery
San Gerardo Hospital, Monza
Associate Professor in Orthopaedics
Milano-Bicocca University
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Hand Transplant
Preliminary Results and General Considerations
Marco Lanzetta
Clinical results of hand transplantation are extremely encouraging. The vast majority
of the operations performed in 8 centers around the world have shown more than
satisfactory results both immunologically and functionally. The patient’s selection
criteria must be very rigid and should include type and level of traumatic amputation,
age of the patient, previous experience with prosthetic alternatives, psychological
status, a complete informed consent. Hand transplantation can then be a valid
solution for highly impairing deformities.
Summary
The clinic experience of hand transplant includes so far 19 cases, 6 of which are
bilateral, for a total of 25 hands transplanted in 8 different centres around the world
(Tab.1). The teams that have operated could count on multidisciplinary competence
that included transplant surgery experts, reconstructive microsurgery and reimplants
of body segments, immunology, clinical psychology, legal medicine, neurology,
functional rehabilitation, bioethics.
The organisational aspect is extremely important for the preparation of a hand
transplant program, as it is necessary to have a continuous coordination with the
structures in charge of the donation and the organ transplant activities, and requires
that many health and administrative workers remain on the alert.
The problems regarding hand transplants are partly similar to the ones that other types
of transplant present, while others are unique because linked to the concept of
function-saving transplant or life quality rather than life-saving transplant. In this
sense, from a bioethical point of view, non life-saving transplants are justified only
when they have a therapeutic purpose and are not just purely cosmetic. The evaluation
of procedure benefits that will restore anatomic integrity to the individual and will
increase the functional independence cannot ignore the possible risks linked to the
immunosuppressive therapy.
Results and general considerations
The first transplants carried out and the results obtained give rise to various
considerations that cover only some of the issues raised by:
Informed consent
It must be as exhaustive as possible and include all aspects of this new procedure, in
order to allow a completely free choice of the patient. To make a decision, patients
should be adequately informed about short and long term, known and less known
risks and benefits, about the whole procedure, about working, social and family
implications and about the rehabilitation period. All this should be done in a precise
way, suitable to the cultural and social level of the patient.
Life quality transplants
This concept is very common in hand transplants, but it has already been widely
introduced in transplants of mono-tissue organs such as the kidney or pancreas, where
transplants do not exclusively intend to save an individual, but aim above all to
improve life quality. Currently, most kidney transplants are carried out on patients
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before dialysis. A kidney or pancreas rejection does not cause death, but the return to
lower life quality conditions.
Functional reconstruction transplant
It is a logical and readily comprehensible innovation, when traditional procedures
cannot be used (reimplant at the time of the trauma, autologous reconstructive
transplant of compound tissues), because of obvious limits related to the dimensions
of the lost part and to the complexity of the function that needs to be restored. This
innovation is also a response to poor patient satisfaction after prosthesis, despite the
improvement of technology in this sector.
Differences from life-saving transplants
With a life-saving transplant an irreversible rejection of the transplanted organ (heart)
causes the patient’s death. Similarly, a very serious side effect forces the patient to face
a new and progressively worsening disease, as the immunosuppressive therapy cannot
be stopped in any way. With hand transplant, when a serious and unhealthy side effect
is about to occur, the immunology therapy must be immediately suspended and, if
necessary, the part reamputated. A state of tolerance following the
immunosuppressive therapy’s discontinuation cannot be taken into account in lifesaving transplants; in hand transplants it could be justifiable, also to prevent long term
side effects, to interrupt the antirejection therapy at a fixed term, the rationale being
the likelihood of tolerance resulting from a stable chimerism.
It is therefore reasonable to state that a non life-saving hand transplant is not even a
potentially life-losing transplant.
The lack of side effects in patients subjected to hand transplant is another big
difference which emerges over time. This can be explained by the fact that people
who are waiting for a life-saving transplant (heart-liver) are usually in very poor health
and therefore life expectancy is extremely reduced. Their debilitated organism does
not possess the resources necessary to contrast the effects of a powerful antirejection
therapy and therefore the risk of side effects is greater. On the contrary, patients
subjected to hand transplant, despite their serious pathologic state due to deformity,
possess the strength to allow immunosuppressive therapy.
Immunological therapy
By using combinations of immunosuppressing medicines in the postoperative
immunologic therapy, it has been possible to reduce the dose of single components, in
order to obtain a synergic effect and to subtract one or more of these medicines
during the postoperative treatment. The results coming from worldwide series of
monotissue organ transplants show a decrease of side effects alongside a better
immunosuppressive effect. A first important fact emerging from the first clinical cases
of hand transplant is that these medicines are able to control the antigenic skin activity
very well, both in monolateral cases and where the transplanted skin covers a double
area.
Surgery
As far as surgery is concerned, hand transplant is similar to an autologous reimplant
carried out in a state of emergency after a traumatic amputation, usually at work.
Technically speaking, however, there are significant differences that make it more
complex. Firstly, one of the most important differences lies in the fact that the surgery
team has to take a sample according to criteria reflecting the recipient’s clinical
condition (amputation level, condition of stump, lack of skin tissue or skin dystrophy,
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etc.). Secondly, whereas tissue dimensions, quality and physiologic age match in case
of tissue reimplant, with a transplant a certain degree of diversity between the two
parts has to be expected. This diversity must be minimised, by choosing a donor as far
as possible compatible for age, limb dimensions, skin colour, sex, and general
morphology. From a strictly technical point of view, a recently amputated forearm
does not present all the difficulties of limb stumps, especially when the amputation
took place many years before. In these cases a high quantity of fibrosis has to be
expected, particularly in tendons and muscles, where the sliding surfaces are
completely unrecognisable. Nerves inevitably present terminal neuroma, requiring
more proximal resections of the nervous tissue to look for a better site. Our clinical
experience (4 cases-5 hands) has taught us that during surgery it is always necessary to
operate some variations or recombinations, especially regarding tendon sutures,
sometimes through primary tendon transfers. Another important difference concerns
the vascular axis. Whereas in acute (reimplant) cases their dimensions are equivalent
and usually they do not require grafts, in a transplant the arteries must be identified
much more proximally than the peripheral limit of the stump and of the skeleton. At
the same time, vein size and capacity are poor. This therefore arguably implies the
main difficulties in this kind of operation.
The nervous regeneration
During the period immediately following the first hand transplant, speculative
comments not supported by evidence indicated how the impossibility of nervous
regeneration in these patients made the transplant a purely technical act with no
functional value. At present, the most promising aspect of hand transplant is the
degree of nervous regeneration both on the sensitive and motor level. This is due to
the evident capacity of a peripheral nerve to reactivate a distal growth if adequately
stimulated from the periphery, which has already been clinically tested in the cases of
toe transplant with a follow-up of some years. It is also due to the action of
Tacrolimus neurostimulation, which combines immunosuppressive and neurotrophic
actions due to the removal of some barriers inhibiting axonal growth.
Italian program of hand transplant
The Ministerial approval for the request of authorisation for hand transplant by the
San Gerardo Hospital in Monza of the Milano-Bicocca University gave us the
opportunity to give a substantial contribution to the world experience in this sector.
The program consists of 5 cases in a period of 4 years. The selection criteria are
extremely rigid and include:
Loss of dominant hand or preferably both hands
Age between 18 and 50 years
A traumatic amputation at wrist level
A motivated refusal of prosthetic alternatives, both aesthetic and functional
The capacity to express full informed consent
A stable psychological state
Compliance with the period of postoperative rehabilitation
So far we have carried out two single transplants (dominant right hand), in two male
patients aged 35 and 32. In both cases we waited for a highly compatible donor with
the same morphology, age and hand dimensions. In both cases the donators were
young, of the same sex and with identical hand dimensions, with no previous injuries
or pathologies that could directly or indirectly invalidate hand function (arthritis,
diabetes, skin diseases, congenital malformations).
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CANBERRA
The immunosuppressive therapy of the Italian protocol was completed in cooperation
with the Department of Trasplants of Ospedali Riuniti di Bergamo, combining
Tacrolimus (FK506), Mycophenolate Mofetil (MMF) and steroids. The induction is
carried out with monoclonal antibodies (Simulect).
Table 1: World experience in hand transplant
Centre
Single
Bilateral
Total
hands
Program
start
Lyon
Louisville
Guangzhou
Guangxi
Innsbruck
Kuala-Lumpur
Monza
Harbin
Bruxelles
1
2
2
3
1
3
1
2
1
2
1
-
5
2
4
3
4
1
3
2
1
Sept 1998
Jan 1999
Mar 1999
Jan 2000
Mar 2000
May 2000
Oct 2000
Jan 2001
June 2002
Total
13
6
25
Fig 1-2, pag 11
Fig 3-4, pag 12
Prof. Marco Lanzetta
Deputy Medical Director
Microsearch Foundation of Australia
Director,
Hand Surgery Centre and Reconstructive
Microsurgery
San Gerardo Hospital, Monza
Associate Professor in Orthopaedics
Milano-Bicocca University
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Applicazioni cliniche dell’elettromiografia di superficie.
Un’esperienza di interazione tra ricerca di base e applicata.
Alberto Rainoldi, Roberto Merletti
Nel 1998 è stato siglato un accordo formale tra il Politecnico di Torino (Italia) e l’Università
del Queensland, Brisbane (Australia), allo scopo di sviluppare una collaborazione tra le due
Istituzioni nel settore dell’ingegneria del sistema neuromuscolare. I partner italiani erano il
Dipartimento di Elettronica (diretto dal Prof. Canavero) e il Laboratorio di Ingegneria del
Sistema Neuromuscolare e della Riabilitazione Motoria (LISiN) diretto dal Prof. Roberto
Merletti, PhD. L’attività del LISiN è focalizzata allo sviluppo dell’elettromiografia di
superficie (sEMG), una tecnica non invasiva utilizzata per lo studio del sistema
neuromuscolare, in grado di descrivere, per esempio, condizioni patologiche e di valutare nel
tempo l’efficacia di trattamenti riabilitativi, dell’allenamento e delle alterazioni indotte
dall’invecchiamento.
Il partner australiano era il Dipartimento di Fisioterapia (diretto dalla Prof. Margaret Bullock)
della School of Health and Rehabilitation Science (diretta dal Prof. Bruce Murdoch) presso
l’Università del Queensland.
Scopo principale dell’accordo era il trasferimento, dal laboratorio italiano all’università
australiana, della conoscenza relativa alle tecniche di prelievo, analisi e interpretazione dei
segnali sEMG. Tale aggiornamento ha permesso al Dipartimento di Fisioterapia di realizzare
protocolli di ricerca in grado di aumentare la conoscenza sulle alterazioni indotte sul sistema
neuromuscolare da differenti condizioni patologiche.
La prima esperienza di scambio
Nel 1999 Alberto Rainoldi, PhD ha trascorso tre mesi a Brisbane allo scopo di realizzare il
primo trasferimento di conoscenza e tecnologia. In quel periodo di tempo il programma di
ricerca è stato sviluppato in collaborazione con una ricercatrice australiana, Joanne BullockSaxton, e focalizzato sullo studio degli arti inferiori. E’ stato allestito un protocollo di misure
elettromiografiche su soggetti normali durante contrazioni isometriche volontarie del
muscolo quadricipite. L'obiettivo principale di questo progetto è stato valutare la ripetibilità
delle misure elettromiografiche ottenute da due dei muscoli del quadricipite, il vasto mediale
obliquo (VMO) e il vasto laterale (VL). Tale informazione è cruciale per stabilire il reale
grado di applicabilità della misura elettromiografica negli arti inferiori in campo clinico e
offre, al tempo stesso, una base dati di controllo per il confronto con analoghi protocolli su
pazienti. Le misure sono state effettuate su nove soggetti giovani (età 19-38 anni), ripetute in
tre giorni diversi, due volte nello stesso giorno, su entrambe le gambe. Tutte le misure sono
state effettuate con il soggetto seduto su un lettino dotato di un misuratore di coppia
collegato alla caviglia e un dispositivo di biofeedback utilizzato per visualizzare e mantenere il
target richiesto. In ogni sessione giornaliera è stato stabilito il valore corrispondente alla
massima contrazione volontaria (MVC) ottenuto come valor medio di tre prove ripetute alla
distanza di cinque minuti una dall’altra. Le contrazioni sono state al 50%MVC con durata
pari a 50 secondi.
I valori di coppia, i valori iniziali e le pendenze delle variabili del segnale EMG di superficie
(velocità di conduzione CV, frequenza media dello spettro del segnale MNF e valore
rettificato medio ARV) costituiscono la base dati per la determinazione dei coefficienti di
ripetibilità sia in termini di ANOVA e Coefficiente di Correlazione Interclasse (ICC) sia in
termini di errore standard della media normalizzato (coefficiente di variazione percentuale).
I risultati ottenuti mostrano per i due muscoli di entrambe le gambe una buona ripetibilità
(definita come risultato del test di Fisher sul rapporto errore intersoggetto- errore
intrasoggetto) dei valori iniziali di MNF e di ARV, mentre la ripetibilità della CV risulta
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particolarmente bassa, tranne che per il VL bilateralmente. Una stima della precisione con cui
sono effettuabili le misure si ottiene valutando gli errori standard della media che, nel caso dei
valori iniziali, sono risultati pari al 4% per MNF, al 8% per ARV e al 8% per CV. Per quanto
riguarda i valori di forza registrati, è stato possibile valutare, in questo campione di soggetti
normali, che non vi sono differenze statisticamente significative tra la gamba dominante e la
non dominante. L'errore standard della media in queste misure di MVC ripetute è inferiore al
6%. In tal modo si è ricavato un importante valore di riferimento per altri protocolli in cui si
confrontino soggetti sani e patologici siano messi a confronto.
Il secondo passo: identificazione di una patologia di interesse
Come conseguenza del primo contatto avuto in Australia, l’Unità di Ricerca “Cervical Spine
and Whiplash” del Dipartimento di Fisioterapia ha deciso di incrementare l’utilizzo del
sEMG come strumento di valutazione della perdita di funzionalità muscolare in pazienti con
dolore al collo e per la valutazione dell’efficacia dei trattamenti riabilitativi.
Sotto la supervisione di Gwen Jull, PhD della Unità di Ricerca “Cervical Spine and
Whiplash” e ora Capo del Dipartimento di Fisioterapia, due ricercatori hanno visitato il
LISiN per tre mesi nel 2001. Paul Dall’Alba e Deborah Falla, PhD, hanno sfruttato
quell’occasione per progettare e realizzare alcuni protocolli di ricerca, descritti brevemente
nel seguito.
Localizzazione delle zone di innervazione in alcuni muscoli antero-laterali del collo
L’elettromiografia di superficie (sEMG) è usata per l’analisi non invasiva dei muscoli
sternocleidomastoideo e scaleno anteriore nella ricerca di base e in clinica, allo scopo sia di
fornire informazioni correlate con le condizioni muscoloscheletriche sia per valutazioni
ergonomiche e delle funzioni respiratorie. I risultati raccolti dagli studi in questi settori hanno
dimostrato la validità della sEMG per l’indagine delle funzioni musco lari. Tuttavia, gli ultimi
sviluppi delle tecniche sEMG hanno messo in evidenza la necessità di posizionare gli
elettrodi con maggior precisione al fine di evitare la zona di innervazione (ZI) e per
ottimizzare l’accuratezza e la validità dei segnali sEMG raccolti sia nell’ambito clinico sia in
quello di ricerca.
L’identificazione della ZI e la posizione ottima degli elettrodi dovrebbero, teoricamente,
essere stabiliti per ciascun soggetto utilizzando le schiere multicanale. La realizzazione di
atlanti o linee guida realizzati allo scopo, renderebbe estremamente più agevole e pratica
l’attività di ricerca e specialmente quella clinica. Fino ad ora non erano disponibili
informazioni di tal genere per lo sternocleidomastoideo e per lo scaleno anteriore.
Con questo protocollo si è voluto identificare le ZI dello sternocleidomastoideo e dello
scaleno anteriore e stabilire un metodo per descrivere la loro posizione per l’utilizzo futuro
nelle applicazioni cliniche e di ricerca. Sono stati registrati i segnali elettromiografici dal capo
sternale e clavicolare dello sternocleidomastoideo e dallo scaleno anteriore in entrambi i lati
durante flessioni isometriche del collo su 11 soggetti sani (nove maschi e due femmine).
I risultati hanno mostrato che la ZI si trova generalmente nella porzione superiore di ciascun
muscolo (cioè nella parte più vicina alla testa). Rispetto ad una linea di riferimento che unisca
il processo sternale e quello mastoideo, la ZI si trova in media al 62-68% di distanza
dall’estremità distale d el muscolo. In sole 2 delle 66 misure effettuate, la ZI si trovava sotto la
metà del muscolo.
I risultati di questa analisi dimostrano che gli elettrodi dovrebbero essere posizionati nella
porzione superiore del ventre muscolare, certamente non nella zona centrale, come
comunemente fatto negli studi precedenti. I risultati di questa ricerca hanno permesso la
realizzazione di raccomandazioni per il posizionamento di elettrodi sul capo sternale e
clavicolare dello sternocleidomastoideo e dello scaleno anteriore. In conclusione, la
localizzazione delle ZI dovrebbe essere effettuata su base soggettiva usando elettrodi lineari,
18
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ma in alcune situazioni questa condizione non è realizzabile. La definizione di queste
raccomandazioni ha lo scopo di assistere clinici e ricercatori nelle applicazioni EMG future e
assicurare la qualità dei risultati ottenuti e aumentarne la validità.
Ripetibilità delle variabili EMG nei muscoli flessori cervicali superficiali
La diffusione delle tecniche di elettromiografia in campo clinico e riabilitativo è condizionata
da un’oggettiva valutazione del grado di ripetibilità delle misure, al fine di permettere il
confronto di dati raccolti in laboratori diversi e da operatori diversi. Unitamente al problema
del corretto posizionamento degli elettrodi e alla localizzazione delle zone di innervazione in
ciascun muscolo, questo tema costituisce l’obiettivo principale del processo di
standardizzazione, iniziato con il progetto europeo SENIAM (Surface EMG for Non
Invasived Assessment of Muscles, 1996-1999).
E’ stato allestito un protocollo di ripetibilità su due muscoli flessori superficiali del collo: lo
sternocleidomastoideo (il capo sternale, SSH) e lo scaleno anteriore (AS). Lo scopo è quello
di stabilire quale delle variabili del segnale EMG sia meno influenzata dalla ripetizione di
misure nella stessa giornata e al riposizionamento degli elettrodi in giorni diversi.
Le misure sono state effettuate su 9 soggetti sani (età 21-28 anni) ripetute due volte nella
stessa giornata e in tre giorni diversi per verificare la ripetibilità delle variabili EMG.
Uno speciale apparato per la misura della forza è stato appositamente progettato e fissato ad
un lettino. Sdraiato in posizione supina, il soggetto appoggia la testa su un supporto
preformato e, per mezzo di fasce di Velcro fissate sulla fronte, ha la testa bloccata per poter
effettuare le contrazioni isometriche dei flessori del collo. Il dispositivo meccanico è stato
progettato per misurare le forze generate dai muscoli flessori del collo durante contrazioni
volontarie massimali (MVC) ed è dotato di un feedback visivo usato dal soggetto per
mantenere costante la forza al 50% MVC durante una contrazione di 15 secondi.
Durante tale contrazione i segnali elettromiografici sono stati registrati dal SSH e AS destri
usando due sonde a quattro contatti. I coefficienti di ripetibilità sono stati calcolati per i valori
di forza, per i valori iniziali e il tasso di variazione delle variabili EMG (velocità di conduzione
CV, frequenza media dello spettro del segnale MNF e valore rettificato medio ARV)
utilizzando sia l’ANOVA sia l’Interclass Correlation Coefficient (ICC).
I risultati ottenuti mostrano un errore standard normalizzato della media per le variabili CV e
MNF sempre inferiore al 5% (con minimi dell’1%) a dimostrazione di una elevata ripetibilità
intesa come precisione della misure ripetute. Si osservano ICC maggiori del 60% solo per i
valori iniziali di MNF (ICC=71%) e solo nel muscolo AS. Come già descritto altrove, questo
comportamento dimostra la capacità di stimare le variabili del segnale EMG con estrema
precisione, ma limita il loro utilizzo come parametri utili a distinguere le proprietà muscolari
tra soggetti sani. In tal modo però offre uno strumento normativo per distinguere tra soggetti
sani e patologici.
Manifestazioni mioelettriche di fatica in soggetti con dolore cronico ai muscoli del
collo
Con questo studio ci si è posti l'obiettivo di aumentare la comprensione dei danni indotti nei
muscoli flessori del collo in soggetti affetti da dolore muscolare cronico. Sono stati studiati il
muscolo sternocleidomastoideo (SCM) e il muscolo anteriore scaleno (AS) durante flessioni
cervicali sub-massimali in 10 soggetti patologici (età media 28.7 anni, SD 9.2 anni) e 10
soggetti di controllo (età media 30.1 anni, SD 7.6 anni).
I segnali mioelettrici (EMG) sono stati registrati dal capo sternale del SCM e dal AS in
entrambi i lati durante flessioni cervicali isometriche al 25% e 50% dello sforzo massimale
(MVC). Per quantificare le manifestazioni mioelettriche di fatica sono state stimate la
frequenza media (MNF), il valore rettificato medio (ARV) del segnale EMG di superficie e la
velocità di conduzione muscolare (CV).
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Il test statistico U di Mann-Whitney ha mostrato che le stime dei valori iniziali e di pendenza
di MNF sono significativamente maggiori in entrambi i muscoli (p<0.05) nei soggetti con
dolore muscolare. La stessa differenza è stata riscontrata sia al 25% MVC sia al 50% MVC.
Questi risultati si prestano a due possibili spiegazioni: a) vi è una predominanza di fibre di
tipo II nei soggetti patologici e/o b) i muscoli flessori dei soggetti patologici mostrano un
maggiore grado di affaticabilità. Tali risultati sono in accordo con altri ottenuti da biopsie in
soggetti con dolore cervicale, in cui si è identificato un aumento del numero di fibre di tipo
IIC (fibre di transizione) derivanti dalla trasformazione di fibre ossidative a twitch lento (tipo
I) in fibre glicolitiche a twitch veloce (tipo II), unitamente a osservazioni di diminuita
endurance dei flessori cervicali in pazienti di questo tipo. Questi risultati confermano
ulteriormente l'esistenza di una forte correlazione tra la costituzione in fibre del muscolo
scheletrico e la variazione nel tempo delle variabili del segnale EMG di superficie durante
contrazioni isometriche.
Analisi EMG dei muscoli flessori cervicali profondi durante una flessione craniocervicale
Recentemente è stata messo a punto una nuova tecnica che permette una misura diretta dei
muscoli flessori cervicali profondi (DCF). Essa è ottenuta dalla combinazione della tecnica
EMG a schiere di elettrodi con la procedura della aspirazione naso faringea. Il dispositivo è
ottenuto applicando elettrodi a contatto ad un catetere da aspirazione che viene applicato
sulla parete faringea posteriore passando attraverso il naso. Poiché i muscoli DCF si trovano
direttamente dietro la parete faringea è possibile registrare i segnali EMG da essi prodotti. Lo
scopo di questo studio è valutare questa nuova tecnica elettromiografica per l’analisi dei
muscoli DCF.
Dieci soggetti volontari sani hanno partecipato a questo protocollo. I segnali EMG sono stati
registrati dai muscoli DCF, dallo sternocleidomastoideo (SCM) e dal muscolo scaleno
anteriore (AS) durante l’esecuzione del test di flessione cranio cervicale (C-CF). Questo test è
costituito da cinque livelli di contrazione incrementali, stabiliti da cinque livelli di pressione
compresi tra 22 e 30 mmHg, raggiunti e mantenuti aumentando l’intervallo di movimento
della flessione cranio-cervicale che costituisce l’azione anatomica dei muscoli DCF.
La potenza normalizzata (nRMS) del segnale è stata calcolata per i muscoli DCF, SCM e AS
durante l’esecuzione del test C-CF. La ripetibilità delle stime di nRMS è stata valutata con
l’uso del Coefficiente di Correlazione di Intraclasse (ICC) e dell’Errore Standard della Media
normalizzato (nSEM). Ogni soggetto ha ripetuto il protocollo sperimentale tre volte in giorni
non consecutivi, effettuando il test C-CF due volte nello stesso giorno.
E’ stata trovata una forte correlazione lineare (p<0.0001) tra l’ampiezza del segnale del
muscolo flessore cervicale profondo e i livelli incrementali del test C-CF. I valori di nRMS
sono risultati significativamente maggiori per i muscoli DCF in tutti i livelli di contrazione del
test C-CF rispetto ai valori registrati dal SCM e dal AS (p<0.001). I valori di nSEM per le
stime di nRMS nei muscoli DCF sono risultati nell’intervallo 6.7 to 10.3%, fornendo così la
prova di un’accettabile grado di ripetibilità in termini di precisione delle misure ripetute.
Questo approccio innovativo per la registrazione diretta dei muscoli flessori del collo sembra
piuttosto promettente per le future applicazioni EMG in questo settore.
Linee di ricerca correnti
Nel 2002 Deborah Falla, PhD è ritornata al LISiN per una visita di altri tre mesi per
progettare nuovi protocolli e nuovi set up sperimentali allo scopo di aumentare la varietà di
test a disposizione per lo studio della perdita della funzione muscolare in pazienti con dolore
al collo.
Nei protocolli descritti in precedenza, le contrazioni muscolari erano sempre ottenute in
condizioni isometriche per diminuire i possibili fattori che contribuiscono a “inquinare” i
20
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risultati, in conseguenza del movimento articolare. Un passo avanti è stato effettuato nel
2002 con lo sviluppo di un protocollo sperimentale volto a valutare le attivazioni spazio temporali dei muscoli sternocleidomastoideo (SCM) ed estensore cervicale (CE) rispetto
all’attivazione del muscolo deltoide durante rapidi movimenti volontari dell’arto superiore in
soggetti sani. Poiché le risposte posturali costituiscono un meccanismo che il Sistema
Nervoso Centrale utilizza per regolare il controllo motorio e della stabilità, le alterazioni
nell’attivazione muscolare rispetto a condizioni di normalità possono costituire un paradigma
di studio in soggetti patologici.
Infine è stato messo a punto un nuovo protocollo per valutare l’attività sEMG in soggetti
normali e sintomatici durante compiti di tipo dinamico. Presso il LISiN, infatti, è stata
recentemente messa a punto una tecnica promettente per lo studio del segnale EMG
registrato in condizioni dinamiche. In questo modo sarà possibile studiare soggetti sani e
sintomatici durante attività funzionali con protocolli sperimentali più vicini alle “condizioni
di vita reale” di quanto non siano le attuali “condizioni di laboratorio”. Alcuni studi pilota
sono stati realizzati nel 2003, mentre le misure definitive verranno realizzate nel 2004.
Conclusioni
La collaborazione tra il Politecnico di Torino e l’Università del Queensland è stata
particolarmente produttiva (una prova è data dalla lista delle pubblicazioni e presentazioni a
congressi internazionali allegata) e innovativa, sia dal punto di vista tecnico-scientifico sia
clinico.
Il lavoro portato a termine nei tre anni passati rappresenta un esempio paradigmatico del
trasferimento di conoscenza tra istituzioni accademiche di paesi diversi. Siamo estremamente
onorati e orgogliosi di aver avuto l’opportunità di condividere questi anni di attività in
comune e di proseguire su questa strada nel prossimo futuro.
Pubblicazioni su riviste internazionali
Rainoldi A., Bullock-Saxton J.E., Cavarretta F., Hogan N., Repeatability of maximal voluntary force
and of surface EMG variables during voluntary contraction of quadriceps muscles in healthy subjects, J
Electrom Kinesiol, 11(6):425-438, Dic 2001.
Falla D., Dall’Alba P, Rainoldi A., Merletti R., Jull G., Location of innervation zones of
sternocleidomastoid and scalene muscles - a basis for clinical and research electromyography
applications, Clinical Neurophysiology, 113(1):57-63, Jan 2002.
Falla D., Dall’Alba P, Rainoldi A., Merletti R., Jull G., Repeatability of surface EMG variables in the
sternocleidomastoid and anterior scalenus muscles, Eur J Appl Phys, (87):542-549, 2002.
Falla D, Rainoldi A, Merletti R, Jull G. Myoelectric manifestations of sternocleidomastoid and anterior
scalene muscle fatigue in chronic neck pain patients Clinical Neurophysiology, 114(3):488-495, 2003.
Falla D., Jull G, Dall’Alba P, Rainoldi A., Merletti R., An electromyographic analysis of the deep
cervical flexor muscles in performance of cranio-cervical flexion, Physical Therapy, 83(10):899-906,
2003.
Falla D, Jull G., Rainoldi A, Merletti R, Neck flexor muscle fatigue is side specific in patients with
unilateral neck pain, Eur J Pain, in press.
Falla D., Rainoldi A., Merletti R., Jull G., Spatio-temporal evaluation of neck muscle activation during
postural perturbations, J Electrom Kinesiol, in press.
Falla D., Jull G., Stavrou G., Tsao H., Rainoldi A., Correlation between fatigability of the
sternocleidomastoid and anterior muscles and duration of symptoms in cronick neck pain patients,
Neurophysiologie Clinique/Clinical Neurophysiology, submitted.
Falla D, Edwards S, Koh K, Jull G, Rainoldi A. Neuromuscular efficiency of the sternocleidomastoid
and anterior scalene muscles in patients with chronic neck pain, Disability and Rehabilitation, in press.
21
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
Presentazioni a congressi internazionali
Falla D, Dall’Alba P, Rainoldi A, Merletti R, Jull G. Location of innervation zones of
sternocleidomastoid and scalene muscles. MPAA Biennial Conference - More Than Skin Deep; South
Australia, Australia, November 21-24, 2001, pag.95.
Falla D, Rainoldi A, Merletti R, Jull G. An investigation of superficial cervical flexor muscle fatigue in
patients With Chronic Unilateral Neck Pain. 10th World Congress on Pain; San Diego, California
2002.
Falla D, Dall'Alba P, Rainoldi A, Merletti R, Jull G. Repeatability of surface EMG variables in the
sternocleidomastoid and anterior scalene muscles. XIV Congress of the International Society of
Electrophysiology and Kinesiology, Vienna, Austria, June 22-25, 2002, pg.124-125, ISBN3-900928-061.
Falla D, Rainoldi A, Merletti R, Jull G. Myoelectric manifestations of sternocleidomastoid and anterior
scalene muscle fatigue in chronic neck pain patients. XIV Congress of the International Society of
Electrophysiology and Kinesiology, Vienna, Austria, June 22-25, 2002, pg.188-189, ISBN3-900928-061.
Falla D, Edwards S, Koh K, Jull G, Rainoldi A. Neuromuscular efficiency of the sternocleidomastoid
and anterior scalene muscles in patients with chronic neck pain. 2nd World Congress of the
International Society of Physical and Rehabilitation Medicine; Prague, Czech Republic, May 18-22,
2003.
Falla D, Jull G, Dall’Alba P, Rainoldi A, Merletti R. An electromyographic analysis of the deep cervical
flexor muscles in performance of cranio-cervical flexion. New Zealand Manipulative Physiotherapists
Association Bi-annual Scientific Conference – Back to Clinical Relevance; Auckland, New Zealand,
August 9-10th 2003.
Alberto Rainoldi, PhD
Politecnico di Torino
LISiN Centro di Bioingegneria
Via Cavalli 22 H
10138 Torino
Italy
[email protected]
Roberto Merletti, PhD
Politecnico di Torino
Dipartimento di Elettronica
C.so Duca degli Abruzzi 24
10129 Torino
Italy
[email protected]
Gwen Jull, PhD
The University of Queensland
Physiotheraphy Department
S.Lucia Campus
Brisbane
4072 QLD
[email protected]
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Clinical applications of the surface electromyography.
An experience of interaction between basic and applied research.
Alberto Rainoldi, Roberto Merletti
In 1998 a formal agreement between the Politecnico of Torino, Turin, Italy and the
University of Queensland, Brisbane, was signed to start and develop the collaboration
between the two Institutions in the field of neuromuscular system engineering. The Italian
partners were the Department of Electronics (chaired by Prof. Canavero) and the
Laboratory of Engineering of Neuromuscular System and Motor Rehabilitation (LISiN)
directed by professor Roberto Merletti, PhD. The activity of LISiN is focused on the
development of surface electromyography (sEMG), a non invasive technique used to study
the neuromuscular system, allowing to describe, for instance, pathological conditions and to
monitor the effect of rehabilitation treatments, training exercises and age deconditioning.
The Australian partner was the Physiotherapy Department (chaired by professor Margaret
Bullock) of The University of Queensland’s School of Health and Rehabilitation Sciences,
Brisbane, lead by Professor Bruce Murdoch.
The main aim of the agreement was to transfer knowledge of sEMG signal recording,
processing and data interpretation from the Italian institution to the Australian University.
This knowledge could then be used by the Department of Physiotherapy to conduct
research to increase their knowledge of the neuromuscular system function and dysfunction
in various pathological conditions.
The first exchange experience
In 1999 the Italian researcher Alberto Rainoldi, PhD spent three months in Brisbane to
facilitate the first transfer of knowledge and technology. In that period of time the research
program was conducted in collaboration with an Australian researcher, Joanne BullockSaxton, PhD, and focused on research of the lower limb. A protocol for electromyographyic
measures during isometric voluntary contractions was set up on healthy subjects. The main
goal of this project was the assessment of the repeatability of surface EMG measures
recorded from the vastus medialis oblique (VMO) and vastus lateralis muscles (VL). This
information is of particular interest for the daily clinical use of the technique of sEMG
recording for the lower limb and, it offers the researcher a reference database for use of the
same protocol with patients.
The measures were collected on nine young healthy subjects (19-38 years old) and were
repeated on three different days, twice a day, on both legs. All measures were performed
with the subject lying on a bed instrumented with a load cell and a biofeedback device to
match and hold a force target level. The maximum contraction level (MVC) was defined
daily as the mean value of three contractions separated by a rest time of five minutes. The
experimental contractions were set at 50% MVC and lasted 50 seconds. The repeatability
coefficients were calculated for torque values, initial values and slopes of the EMG variables
(conduction velocity CV, mean spectral frequency MNF and average rectified value ARV)
using ANOVA or normalized standard error of the mean.
Results demonstrated a good level of repeatability (defined as the result of a Fischer's test on
the between error - within error ratio) in both muscles and legs for initial values of MNF and
ARV and for the slope of ARV, while the CV repeatability was in general lower, except for
the VL bilaterally. An estimate of the measurement accuracy was provided by the standard
error of the mean, which, for the initial values, was equal to 4% for MNF, to 8% for ARV
and to 8% for CV.
The recording of force values allowed the investigators to determine that, in this group of
healthy subjects, no statistical difference was present between the dominant and non
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dominant leg. The standard error of the mean of these measures was below 6%. This study
provided important reference values for other protocols in which healthy and pathological
subjects are compared.
The second step: identification of a pathology of interest
As a consequence of the first joint project developed in Australia, the Cervical Spine and
Whiplash Research Unit of the Department of Physiotherapy decided to enhance their use
of sEMG to evaluate muscle impairment in people with neck pain and to assess
rehabilitation efficacy.
Under the supervision of Gwen Jull, PhD, Cervical Spine and Whiplash Research Unit and
now also Head of the Department of Physiotherapy, two researchers visited LISiN, Italy for
three months in 2001. Paul Dall’Alba and Deborah Falla, PhD used that period of time to
design and conduct different research protocols, briefly described in the following.
Location of innervation zones of selected antero-lateral neck muscles
Surface electromyography (sEMG) for the non-invasive analysis of the sternocleidomastoid
and anterior scalene muscles has been used in research and clinical applications to provide
information relating to musculoskeletal conditions, ergonomic evaluation and respiratory
function. The results of such studies demonstrate the utility of sEMG in investigation of
muscle function. However, advances in sEMG techniques provide a clear indication that
refinement of electrode location relative to innervation zones (IZ) is required in order to
optimize the accuracy and relevance of sEMG signals obtained in clinical and research
settings.
Ideally, IZs and optimal electrode position should be identified on a subject by subject basis
using multi-channel electrode arrays, although the use of electrode placement guidelines
based on previous research may be more practical in some clinical and research settings. No
guidelines were available for sternocleidomastoid and anterior scalene muscles.
The aim of this study was to identify the IZs for the sternocleidomastoid and anterior
scalene muscles and provide guidelines for positioning of electrodes in future clinical and
research applications.
Myoelectric signals were acquired from the sternal and clavicular head of the
sternocleidomastoid muscle and the anterior scalene muscles bilaterally, during isometric
cervical flexion contractions in eleven volunteer subjects (nine males, two females).
The results of this study demonstrated that the position of the IZ is consistently in the
superior portion of each muscle studied – i.e. the portion of the muscle closer to the head.
The mean position of the IZ along the reference line from the sternal notch to the mastoid
process, ranged between 62-68% for all muscles and in only 2 of the 66 recordings, the IZ
was recorded below 50% of such a line.
The results of this investigation suggest that electrodes should be positioned over the lower
portion of the muscle belly and certainly not the mid-point, which has been commonly used
in previous studies. The outcomes of this research have therefore facilitated the
establishment of recommendations for sensor placement on the sternal and clavicular head
of sternocleidomastoid and the anterior scalenes.
It is acknowledged that the location of the IZ varies among individuals and subsequently the
location of the IZ should be identified on a subject by subject basis using a linear electrode
array. In some situations however, this may not always be feasible. Guidelines have therefore
been established, to assist investigators and clinicians in future EMG applications to ensure
the consequent results are optimised with improved validity.
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Repeatability of EMG variables in the superficial cervical flexor muscles
The diffusion of the electromyography techniques in clinical and rehabilitation fields is
related to an objective assessment of the degree of measurement repeatability, in order to
allow comparison of data collected in different laboratories and by different operators. In
addition to suitable electrode positioning based on the localization of the innervation zones,
the reliability of EMG measurements represents the main goal of the standardization process
initiated by the European concerted action SENIAM (Surface EMG for Non Invasived
Assessment of Muscles, 1996-1999).
A repeatability protocol was applied to two superficial neck flexor muscles: the sternal head
of sternocleidomastoid (SSH) and the anterior scalenus (AS). The main goal was to assess
which EMG variable estimates are less affected by electrode replacement between days and
within day test repetitions.
To assess EMG variable repeatability, data was collected from 9 healthy volunteers (21-28
years old) during two 50% sub-maximal isometric cervical flexion contractions, repeated
twice over three different days producing a total of six contractions per subject.
A custom designed force measurement apparatus was anchored to a plinth. Positioned in
supine crook lying, the subject’s head rested on a padded head support and an adjustable
Velcro strap was fastened across the forehead acting to stabilise the head and provide
resistance during isometric neck flexion contractions. This device was designed to measure
force generated by neck flexor muscles during maximal voluntary contractions (MVC) and
was equipped with a visual feedback display used by the subject to maintain flexion force for
15 seconds at 50% MVC.
Myoelectric signals were detected from the right SSH and AS using linear arrays of 4
electrodes. Repeatability indexes were obtained for the force values and for the initial values
and rate of change of the EMG variables (conduction velocity CV, mean spectral frequency
MNF and average rectified value ARV) by using both the ANOVA and the Interclass
Correlation Coefficient (ICC) techniques.
Results demonstrate a normalized standard error of the mean for the CV and MNF
variables, always less than 5% (and as low as 1%) as evidence of high repeatability in terms of
repeated measurement precision. It was possible to obtain ICC values greater than 60% only
for initial values of MNF (ICC=71%) and only for the AS muscle. As described elsewhere,
this fact is related to the capability of estimating the EMG variables with very high precision
but represents a limitation for their use to distinguish different muscular properties among
healthy subjects. However it could offer a valuable ‘normative’ tool to differentiate between
healthy and pathological subjects.
Myoelectric manifestations of neck muscle fatigue in chronic neck pain patients
The purpose of this study was to further the understanding of neck flexor muscle
dysfunction in patients with neck pain by studying the fatigue patterns of two neck flexor
muscles, the sternocleidomastoid (SCM) and anterior scalene (AS) during sustained submaximal cervical flexion contractions in 10 chronic neck pain subjects (mean 28.7 years, SD
9.2 years) and 10 normal matched controls (mean 30.1 years, SD 7.6 years).
Myoelectric signals were recorded from the sternal head of SCM and the AS muscles
bilaterally during sub-maximal isometric cervical flexion contractions at 25% and 50% of the
maximum voluntary contraction (MVC). The mean frequency (MNF), average rectified
value (ARV) and muscle fiber conduction velocity (CV) of the surface EMG signal were
calculated to quantify myoelectric manifestations of muscle fatigue.
The Mann-Whitney U test revealed significantly greater estimates of the initial value and rate
of change of the MNF for both the SCM and AS muscles of neck pain patients (p<0.05).
This difference was observed for contractions at both 25% and 50% of MVC.
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These results suggest: a) a predominance of type II fibres in the neck pain patients and/or b)
greater fatigability of the superficial cervical flexors in neck pain patients. These results are in
agreement with previous biopsy studies in subjects with cervical spine pain, which identified
an increase in the number of type-IIC transitional fibres (resulting from transformation of
slow-twitch oxidative type-I fibres into fast-twitch glycolytic type-IIB fibres), as well as with
clinical observation of reduced endurance in the cervical flexors in neck pain patients. The
results of this research provides additional evidence of a relationship between fibre
constituency and initial values and rate of change of sEMG variables during sustained
isometric contractions.
An electromyographic analysis of the deep cervical flexor muscles in performance of
cranio-cervical flexion
A novel approach has been developed which allows a direct measure of the deep cervical
flexor (DCF) muscles to be obtained. The technique consists of modified EMG
methodology combined with the procedure of nasopharyngeal suctioning. The apparatus
consists of electrode contacts attached to a suction catheter, which are placed on the
posterior oro-pharyngeal wall using a nasopharyngeal application controls. The DCF
muscles lie directly posterior to the oropharyngeal wall allowing myoelectric signals to be
detected from these muscles. The purpose of this study was to evaluate this novel
electromyographic technique for the assessment of the DCF muscles.
Ten healthy volunteer subjects participated in this study. EMG signals were detected from
the DCF muscles, the sternocleidomastoid (SCM) and the anterior scalene (AS) muscles
during performance of the cranio-cervical flexion (C-CF) test. This test involves performing
five levels of contraction to progressively target and hold the five pressure levels between 22
and 30 mmHg, increasing cranio-cervical flexion range of motion - the anatomical action of
the DCF muscles. Root mean square (RMS) values were calculated for the DCF, SCM and
AS muscles during performance of the C-CF test. Repeatability estimates of normalised
RMS values were obtained by evaluating Intraclass Correlation Coefficients (ICC) and the
normalised Standard Error of the Mean (nSEM). Each subject repeated the experimental
protocol three times over non-consecutive days performing the C-CF test twice each day.
A strong linear relationship was evident between the amplitude of deep cervical flexor
muscle activation and the incremental stages of the C-CF test (p <0.0001). Significantly
greater normalised RMS values were identified for the DCF muscles for all five stages of the
C-CF test compared to SCM and AS (p<0.001). nSEM in the range 6.7 to 10.3% were
obtained for the normalised RMS values for the DCF muscles providing evidence of
acceptable repeatability for these variables in terms of repeated measure precision.
This novel approach for obtaining a direct measure of the deep neck flexor muscles looks
promising for the evaluation of these muscles in future EMG applications.
Current studies
In 2002, Deborah Falla, PhD returned to LISiN for a second three month. During that time,
new protocols and new experimental set ups were designed to increase the spectrum of the
tests to be used to studyneck muscle impairment in patients with neck pain. In the protocols
described above muscular contractions were obtained in isometric condition, to diminish the
confounding factors related to the limb movement. Advancement was made in 2002 with
the development of an experimental protocol aimed to assess the spatio-temporal activation
of the sternocleidomastoid (SCM) and cervical extensor (CE) muscles with respect to the
deltoid muscle onset during rapid voluntary upper limb movement in healthy volunteers.
Since postural responses are a mechanism employed by the Central Nervous System to
regulate motor control of muscles and contribute towards the maintenance of stability,
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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alteration in muscle activation with respect to normal conditions can be studied in
symptomatic subjects.
A new protocol aimed to test sEMG activity in normal and neck pain subjects during
dynamic tasks was designed. Recent developments at LISiN provide a promising technique
allowing the analysis of the EMG signal in dynamic conditions. In such a way it will be
possible to study the subjects during functional activities with experimental protocols
representing “real life conditions” rather than “laboratory conditions”. Pilot trials were
conducted in 2003 and the definitive measure session will be carried in 2004.
Conclusions
The collaboration between the Politecnico of Torino and The University of Queensland has
shown to be extremely productive (see the list of publications and congress presentations in
the following) and innovative, both from the technical and from the clinical point of view.
The work completed over the past three years represents a paradigmatic example of
knowledge transfer between academic institutions in different countries. We are extremely
proud to have had the chance to share these years of common experience and to continue it
in the future.
Publications list pag 22
Alberto Rainoldi, PhD
Politecnico di Torino
LISiN Centro di Bioingegneria
Via Cavalli 22 H
10138 Torino
Italy
[email protected]
Roberto Merletti, PhD
Politecnico di Torino
Dipartimento di Elettronica
C.so Duca degli Abruzzi 24
10129 Torino
Italy
[email protected]
Gwen Jull, PhD
The University of Queensland
Physiotheraphy Department
S.Lucia Campus
Brisbane
4072 QLD
[email protected]
27
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L’utilizzo dei dati satellitari per il monitoraggio della qualità delle acque
del lago di Garda
Vittorio E. Brando, Claudia Giardino
Introduzione
Le tecniche di telerilevamento satellitare offrono un importante strumento
d’integrazione alle metodologie tradizionali nell’analisi delle dinamiche spaziali e
temporali dei parametri di qualità delle acque. Numerosi lavori in letteratura [es. 1-2]
illustrano infatti come l’energia retrodiffusa da un bacino idrico nelle diverse
lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico (principalmente nella parte visibile e
dell’infrarosso vicino, ovvero tra 380 e 900 nm) porti con sé informazioni sulle
concentrazioni di fitoplancton, sedimento solido sospeso e sostanze organiche
disciolte, ossia dei parametri otticamente attivi responsabili della colorazione delle
acque. Al fine di esplicitare le funzioni che legano la radianza misurata dai sensori
satellitari e le concentrazioni dei parametri di qualità dell’acqua si può ricorrere sia a
procedure basate su analisi di tipo statistico, sia ad approcci fisicamente basati. Nel
primo caso si cerca la migliore correlazione tra le osservazioni satellitari e i valori dei
parametri (es. profondità del disco di Secchi), questi ultimi misurati in prossimità del
sorvolo satellitare; nel secondo caso si risolvono le equazioni di trasporto radiativo che
fisicamente relazionano le concentrazioni dei parametri, alla radianza emergente dalla
colonna d’acqua e, propagata attraverso l’atmosfera, misurata dal sensore. La scelta se
applicare un approccio statistico oppure fisicamente basato (e di altre strategie che si
collocano a metà strada) dipende da diversi fattori (es. disponibilità dei valori delle
proprietà ottiche inerenti del bacino oggetto di studio, risoluzione
spettrale/radiometrica del sensore) comunque, in entrambi i casi, il risultato si traduce
in una mappa dei parametri di qualità oggetto di studio (dalla concentrazioni di
clorofilla-a alle profondità del disco di Secchi).
In questo contesto, l’articolo qui proposto descrive la campagna di misura svolta nel
luglio 2003 sulle acque del lago di Garda nell’ambito dell’attività di ricerca prevista dai
progetti NINFA, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e MELINOS,
finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), entrambi coordinati dal CNR-IREA.
Le attività di campo, svolte da un gruppo di ricerca con rappresentanze italiane,
australiane e del Centro Comune di Ricerca di Ispra, erano in particolare finalizzate
alla raccolta e analisi dei dati necessari alla stima dei parametri di qualità dell’acqua
mediante un approccio fisicamente basato.
Area di studio
Il lago di Garda, con i suoi 368 km2 di estensione superficiale e 49 km3 di invaso
rappresenta una risorsa ambientale di estrema im portanza per svariati scopi,
dall’irrigazione, alla navigazione all’approvvigionamento d’acqua ad uso potabile. In
questi ultimi anni però la qualità delle sue acque, unitamente alla crescita della
vegetazione sommersa, soprattutto nella porzione meridionale del bacino, sono
divenuti problemi sempre più significativi, specialmente nel periodo estivo. Per queste
ragioni il lago, accogliendo ogni anno più di 16 milioni di turisti da tutta Europa, che
costituiscono una fondamentale risorsa economica per Lombardia, Veneto e Trentino
Alto Adige, necessita di un estesa e continua gestione della qualità delle acque, atta ad
evitare il progressivo deterioramento delle stesse che comprometterebbe non solo
l’attività turistica ma soprattutto lo sfruttamento per usi potabili e irrigui.
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I dati sperimentali
In data 22 e 23 luglio 2003, si è svolta la campagna di misura volta alla raccolta di tutte
le informazioni necessarie per la mappatura dei parametri di qualità della acque del
bacino gardesano. Il rilievo ha visto coinvolto diversi gruppi di ricerca le cui
competenze hanno permesso di eseguire le misurazioni elencate di seguito al fine di
caratterizzare le proprietà ottiche delle acque del Benaco:
−CNR-IREA: misure delle proprietà ottiche apparenti in superficie,
campionamenti in continuo di fluorescenza, attenuazione e temperatura, misura
dello spessore ottico dell’ aerosol presente in atmosfera, firme spettrali della
vegetazione sommersa (Fig. 1).
−CNR-ISMAR: misure delle proprietà ottiche apparenti in superficie e lungo la
colonna d’acqua, misure delle proprietà ottiche inerenti lungo la colonna d’acqua
(attenuazione e assorbimento).
−JRC: misure delle proprietà ottiche inerenti lungo la colonna d’acqua
(retrodiffusione).
−CSIRO: misure delle proprietà ottiche apparenti lungo la colonna d’acqua e in
acque basse.
Parallelamente a questi rilievi le autorità locali preposte al monitoraggio del Garda e
partner di progetto, ovvero l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente
(APPA) di Trento e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto
(ARPAV) hanno svolto i campionamenti e le analisi di laboratorio per il calcolo della
concentrazione di clorofilla, sedimento solido e assorbimento spettrale delle
componenti otticamente attive.
Le immagini da satellite
Le attività di ricerca dei progetti NINFA e MELINOS hanno come obiettivo l’uso
quantitativo dei dati telerilevati per il monitoraggio della acque lacustri, in particolare
del Garda, ad integrazione delle misurazioni eseguite con tecniche tradizionali. A tale
scopo si stanno elaborando i dati acquisiti dall’ultima generazione dei sensori satellitari
le cui caratteristiche radiometriche, spettrali e geometriche ben si prestano a tale
scopo. In particolare, il 22 luglio, contemporaneamente ai rilievi in situ sono state
acquisite tre immagini, due dai sensori Hyperion (Fig 2) ed ALI a bordo del satellite
della NASA Earth Observing One (EO-1) e una dal sensore MERIS a bordo del
vettore europeo Envisat-1. Questi dati saranno analizzati mediante una procedura [3]
sviluppata per le acque costiere di Moreton Bay (Queensland, Australia) e applicata a
dati Hyperion con buoni risultati, che verrà trasferita e testata sulle acque dolci del
Garda, al fine di mapparne il contenuto di clorofilla, di sedimento solido, di sostanze
organiche disciolte e del disco di Secchi. Tali stime saranno valutate sia in base ai
risultati delle analisi idrobiologiche eseguite il giorno stesso dei rilevi che all’analisi dei
dati di fluorescenza e torbidità campionati in continuo la cui risoluzione spaziale
meglio si presta al confronto con i prodotti spazialmente distribuiti e sinottici ottenuti
da satellite. Infine, una volta valutata l’affidabilità, la metodologia verrà applicata ai
tutti i dati satellitari acquisiti sul lago al fine di valutare la dinamica temporale dei
parametri di qualità, in modo spazialmente distribuito.
Riferimenti bibliografici
[1] Lindell, T., Pierson, D., Premazzi, G., Zilioli, E., 1999. Manual of lake monitoring in
Europe by means of the remote sensing techniques. Luxembourg: Office for Official
Publications of the European Communities, EUR Report n. 18665 EN, 164 .
29
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[2] Dekker A. G., Brando V. E., Anstee J. M., Pinnel N., Kutser T., Hoogenboom H. J.,
Pasterkamp R., Peters S. W. M., Vos R. J., Olbert C., Malthus T. J., 2001. Imaging
spectrometry of water, in Imaging Spectrometry: Basic principles and prospective applications,
vol. IV, Remote Sensing and Digital Image Processing. Dordrecht: Kluwer Academic
Publishers, 2001, pp. 307-359.
[3] Brando V. E. and Dekker G. A., 2003. Satellite hyperspectral remote sensing for estimating
estuarine and coastal water quality, IEEE Transaction on Geoscience and Remote Sensing,
Vol. 41, N. 6, pp. 1-10.
Dr Vittorio E. Brando,
CSIRO-Land and Water,
Environmental Remote Sensing Group,
Canberra, Australia
Email: [email protected]
Dr Claudia Giardino
CNR-IREA, Remote Sensing Dept.,
Milan, Italy
Fig. 1: Firma spettrale di Vallisneria, campionata il 23 luglio 2003 nelle acque basse del
Garda
Fig. 1 : Spectral signature of Vallisneria, sampled on 23 July 2003 in the shallow waters of Lake
Garda
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Fig. 2: Traccia del transetto e localizzazione delle stazioni sull'immagine Hyperion del
22 luglio 2003 del lago di Garda.
Fig. 2: Transect path and stations location on the Hyperion image of 22 July 2003 of Lake Garda.
31
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Employing satellite data to monitor water quality in Lake Garda
Vittorio E. Brando, Claudia Giardino
Introduction
Satellite remote sensing provides an m
i portant integrative tool in addition to traditional
methods of spatial and temporal analysis of water quality parameters. Several scientific works
[e.g. 1-2] illustrate how energy which is backscattered by a water basin in the various
wavelengths of the electromagnetic spectrum (mainly in the visible near infrared range, i.e.
between 380 and 900 nm) carries with it information on the concentrations of the optically
active parameters responsible for water colour, i.e. phytoplankton, suspended sediments, and
dissolved organic substances. In order to explain the functions linking the radiance measured
by satellite sensor systems and the concentration of water quality parameters, it is possible to
use either procedures based on statistic analysis or physically-based approaches. In the case
of the former, by looking for the best correlation between satellite observations and the
values of parameters (e.g. Secchi Disk depth) measured by the satellite overflight; in the latter
case, by solving the equations of radiative transport, which physically link the concentration
of the parameters to the radiance emerging from the water column and, propagated through
the atmosphere, measured by the sensing system. The choice whether to apply a statistic or a
physical approach (and other strategies in between) depends on different factors (e.g. the
availability of information on the values of optical properties concerning the studied basin,
the sensor’s spectral/radiometric resolution etc.). However, in both cases, the result is the
production of a map of the studied quality parameters (from the concentration of
chlorophyll-a to the depths of the Secchi Disk). In such a context, this article describes the
measurement research carried out in July 2003 on the waters of Lake Garda in the research
activity included in the NINFA projects, funded by the Italian Spatial Agency (ASI) and
MELINOS, funded by the European Spatial Agency (ESA), both coordinated by CNRIREA. Field activities, carried out by a research group comprising researchers from Italy
(CNR-IREA and CNR-ISMAR), the European Joint Research Centre of Ispra, and from
Australia (CSIRO Land & Water), were mainly aimed at the collection and analysis of data
necessary to estimate the quality parameters through a physically-based approach.
Area of study
Lake Garda, with a surface area of 368 km 2 and a water volume of 49 km 3 represents an
extremely important environmental resource for a variety of purposes such as irrigation,
navigation, water supply and drinking water. Moreover, the lake welcomes every year more
than 16 million tourists from all over Europe, representing a fundamental economical
resource for the Lombardia, Veneto and Trentino Alto Adige regions. In the last few years
however, the water quality, together with the growth of submerged vegetation, especially in
the southern part of the basin, have become increasingly significant problems, particularly in
the summer season. For these reasons the lake requires extensive and continuous water
quality management, aimed at avoiding its progressive deterioration, which would affect not
only tourism, but above all, its function for drinking and irrigation purposes.
Experimental data
On 22 and 23 July, a measurement programme took place, designed for the collection of all
the information necessary for the mapping of water quality parameters of the Garda basin.
The study saw the participation of different research groups to carry out the measurements
listed below in order to define the optical properties of Lake Garda:
−CNR-IREA: measurement of optical properties above the surface, continuous
sampling of fluorescence, attenuation and temperature, measurement of the optical
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thickness of aerosol present in the atmosphere, underwater vegetation spectral
indications (Fig. 1 on pag 30).
−CNR-ISMAR: measurement of optical properties above the surface and along the
water column, measurement of the relevant optical properties along the water column
(attenuation and absorption).
−JRC: measurement of the relevant optical properties along the water column
(backscattering).
−CSIRO Land & Water: measurement of the optical properties along the water column
and in shallow waters.
The local authorities in charge of the monitoring of Lake Garda took part to this field work
as project partners. The Provincial Environmental Protection Agency of Trento (APPA)
and the Regional Environmental Protection Agency of Veneto (ARPAV) carried out the
sampling and laboratory analysis for the retrieval of the concentration of chlorophyll,
suspended sediment and spectral absorption of optically active components.
Satellite images
Research activities of NINFA and MELINOS projects have as a goal the quantitative use of
remote sensing data for the monitoring of fresh waters, in particular Lake Garda, integrating
measurements carried out with traditional methods. For this reason researchers are
elaborating the data acquired in the last generation of satellite sensors whose radiometric,
spectral and geometric features are very suitable for this purpose. In particular, on 22 July, at
the same time of in situ surveys, three images were obtained, two from Hyperion (Fig. 2, on
page 31) and ALI sensors on Earth Observing One (EO-1) NASA satellite and one from
sensor MERIS on the European Space Agency satellite Envisat-1. This data will be analysed
through a procedure [3] developed for costal waters in Moreton Bay (Queensland, Australia)
and applied to Hyperion data with good results. This procedure will be transferred and tested
on Lake Garda fresh waters, in order to map the co ntent of chlorophyll, suspended
sediment, dissolved organic substances and the Secchi Disk. Such estimations will be
evaluated according to both the results of hydrobiological analysis carried out on the same
day of the surveys and the analysis of fluorescence and turbidity achieved with continuous
sampling, whose spatial resolution is more suitable for the comparison with spatially
distributed and synoptic products obtained from the satellite. Finally, once its reliability has
been assessed, spatially distributed methods will be applied to all satellite data obtained on
the lake in order to evaluate the temporal dynamics of quality parameters.
Bibliographic references on pag 29
Dr Vittorio E. Brando,
CSIRO-Land and Water,
Environmental Remote Sensing Group,
Canberra, Australia
Email: [email protected]
Dr Claudia Giardino
CNR-IREA, Remote Sensing Dept.,
Milan, Italy
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Studio di ricerca per la creazione di un Scientific WebService per il
Trasferimento Tecnologico
Emanuele Fiore
Abstract Progetto di Ricerca
Obiettivo della ricerca è la sperimentazione di una procedura innovativa di Attivazione
del processo di trasferimento di nuove tecnologie da un centro di Ricerca al sistema
produttivo a livello locale. Questa procedura sarà basata Sulla creazione di uno
scientific webservice come strumento a disposizione Dell'istituto di chimica e
tecnologia dei polimeri (ictp) del cnr di pozzuoli (na) per: - Attività di
informazione/divulgazione: approcciare in modo sistematico il tema Della
generazione di un flusso continuo di informazione sul know-how sviluppato
All'interno dell'istituto - attività di ''formazione'': definire i metodi più opportuni Per
guidare l'utenza della rete nella comprensione delle potenzialità applicative E
dell'utilizzo dei risultati di progetti di ricerca, e promuovere lo sfruttamento Della
strumentazione scientifica in possesso dell'istituto, anche attraverso Esemplificazioni
didattiche sul loro utilizzo per specifiche misurazioni di Interesse industriale - attività
di trasferimento tecnologico: sperimentare ed Implementare le modalità operative via
web a supporto delle azioni di Trasferimento delle tecnologie/conoscenze sviluppate
dall'ictp nel sistema di Imprese locali. Con la strutturazione del centro virtuale di
trasferimento di Tecnologia, l'ictp si propone allora di realizzare un collegamento
efficace ed Efficiente tra domanda ed offerta di tecnologie innovative e di servizi
avanzati Alle imprese, rafforzando l'azione di coordinamento tra il mondo della ricerca
e Quello della produzione industriale anche grazie all'attivazione di una Procedura
innovativa in grado di stimolare e semplificare la ricerca di Innovazione da parte delle
imprese, così da favorire un miglioramento competitivo Ed alimentare le capacità
tecniche del tessuto industriale locale. Oggetto del Trasferimento saranno tecnologie e
risultati della ricerca scientifica con Particolare attenzione alla valorizzazione degli
stessi dal punto di vista Economico, mentre beneficiari del servizio saranno in primis
le imprese, in Particolare le pmi, non trascurando però possibili implicazioni derivanti
dalla Circolazione dell'informazione anche fra differenti operatori nel campo della
Ricerca. Per quel che concerne il lato industriale, la nuova modalità di diffusione
Dell'innovazione di per se stessa è garanzia del potenziamento della cultura
Imprenditoriale locale ma può avere anche benefici indiretti per lo sviluppo
Competitivo del territorio quali: - la generazione di nuova occupazione - la Nascita di
nuove imprese start-up in settori industriali ad elevato potenziale di Sviluppo (spin-off
industriali e/o dal centro di ricerca) - l'ammodernamento del Business in settori
industriali maturi basato sull'utilizzo e l'implementazione di Nuove tecnologie per il
controllo e la gestione dei processi produttivi. Il Progetto, inoltre, rappresenta per
l'ictp una modalità nuova di verificare sia la Validità di esperienze e competenze
accumulate nell'attività di ricerca Istituzionale sia l'opportunità offerta dal partecipare
attivamente al vivace Processo di trasformazione culturale del tessuto imprenditoriale
locale, ed in Più un'occasione propizia per affiancarsi in maniera proattiva ad altri
soggetti Istituzionalmente preposti a gestire i processi di sviluppo del sistema
produttivo Campano.
Obiettivo del Programma di Ricerca
L'ICTP, con la strutturazione di uno Scientific WebService (SWS), si propone di
realizzare uno strumento innovativo destinato ad organizzare ed integrare funzioni ed
attività che alimentano i processi innovativi attraverso il potenziamento e lo sviluppo
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della cooperazione tra i soggetti che operano nelle diverse fasi del processo
d'innovazione (Università, Centri di Ricerca, Centri di Formazione, Centri di servizi
alle imprese, imprese innovative). L'obiettivo è coerente con un ruolo nuovo e sempre
più richiesto ai Centri di Ricerca, e cioè quello di operare come integratore di sistema,
promuovendo attività legate alla valorizzazione ed alla diffusione della cultura
scientifica in materia di trasferimento di tecnologia e di sviluppo di progetti innovativi.
Il trasferimento di tecnologia sarà uno "strumento" utilizzato non soltanto per favorire
la diffusione dell'innovazione nel tessuto industriale del territorio, ma anche per
supportare le azioni del ICTP volte a favorire la nascita di nuove imprese in settori
industriali ad elevato potenziale di sviluppo. La natura operativa del servizio,
nell'ambito dell'organizzazione funzionale attuale e futura dell'ICTP, assicura
d'altronde la creazione e la gestione di modalità operative del tutto aderenti ad una
logica nuova di mercato, anche solo in questo prefigurando il carattere innovativo
dell'attività che si intende svolgere. L'azione del SWS sarà in tal senso rivolta da un
lato al monitoraggio e alla classificazione dei risultati della ricerca applicata (maturi per
il trasferimento al sistema produttivo), e dall'altro all'assistenza alle imprese nella fase
di ricerca dell'innovazione. Si potrà così iniziare e consolidare un dialogo concreto tra
gruppi di ricerca ed imprese, grazie alla progettazione ed alla sperimentazione di canali
di informazione bidirezionali ed interattivi e delle più opportune modalità di
comunicazione. La realizzazione del nuovo strumento operativo permette quindi il
raggiungimento dei seguenti obiettivi: &#61692; organizzare, promuovere e
valorizzare i risultati della ricerca e sviluppo; &#61692; stimolare la rete di relazioni tra
produttori ed utilizzatori di tecnologia. &#61692; favorire l'incontro e la
collaborazione, su specifici progetti, dei fattori all'origine del processo innovativo
(formazione, ricerca, servizi tecnologici, imprese); &#61692; favorire la diffusione di
prodotti e processi industriali innovativi; &#61692; favorire la nascita di fornitori di
innovazione e più in generale di nuove imprese, soprattutto hi-tech, creatrici di
ricchezza e valore aggiunto; &#61692; potenziare la capacità di attrazione dell'area nei
confronti delle imprese portatrici di innovazione e in grado di sviluppare un tessuto di
fornitori di alta qualità.
Presupposti Scientifici
In uno scenario economico in rapido e continuo cambiamento, le imprese devono
continuamente accettare nuove sfide per rimanere competitive. Fra queste sfide, le più
importanti riguardano: - la riduzione del ciclo di vita di tecnologie e prodotti - la
capacità di avere accesso a nuove tecnologie - il cambiamento dell'enfasi da
un'economia di produzione ad un'economia basata sulla conoscenza. In questo
contesto, l'innovazione come capacità di convertire la nuova conoscenza in
incremento della produttività e creazione di nuovi prodotti/servizi, è di vitale
importanza in quanto motore della crescita dell'occupazione e della competitività, e
strumento a disposizione delle politiche e delle strategie aziendali. La potenza offerta
oggi dalla rete nel veicolare informazioni ed idee da commerciare e/o scambiare in
modo pressoché istantaneo, annullando ogni distanza, è forse il simbolo più
facilmente riconoscibile dell'attuale economia knowledge-driven: rappresenta, infatti,
una enorme opportunità per imprese di ogni settore e dimensione. Un così rapido
cambiamento ha avuto logicamente un impatto notevole anche sullo sviluppo dei
servizi dedicati al trasferimento di tecnologia, dal momento che quanto dapprima
veniva ''transato'' da brokers di tecnologia o consulenti, oggi ha a disposizione nei
portali web dedicati al technology transfer vie più facili e veloci per raggiungere
l'utenza finale. Le aree critiche per lo sviluppo ulteriore di un servizio realizzato
secondo questa modalità, sono: - Il ''trattamento'' dell'informazione. Le nuove
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tecnologie non rappresentano la sola opportunità di crescita per un'impresa, e di solito
i manager devono confrontarsi con la costrizione rappresentata da risorse limitate da
destinare agli scopi più pressanti. La presentazione delle tecnologie deve garantire loro,
perciò, una visibilità chiara ed immediata dei benefici economico-finanziari e/o d'altra
natura per il business dell'azienda, spingendoli ad approfondire ulteriormente
l'opportunità proposta. Per questa ragione, un centro servizi il cui obiettivo sia quello
di operare come interfaccia fra ricerca ed impresa nel generare il necessario interesse
per possibili applicazioni di una nuova tecnologia, deve assolutamente essere in grado
di integrare abilmente l'informazione nell'ambito di un servizio offerto che sia facile,
utile e veloce. - ''Adattamento'' dei servizi di trasferimento di tecnologia ai bisogni
delle imprese. Per essere efficace, il sistema informativo sull'offerta di tecnologia deve
essere strutturato in base alle esigenze del tessuto produttivo locale (facilità d'uso,
modo di presentazione dei contenuti, ecc.) e progettato per esaltare l'esperienza degli
operatori nel trasferimento di tecnologia nell'identificazione dei bisogni dell'utenza già
nella fase iniziale di prima comunicazione sulla rete. Gli imprenditori non sono
scienziati, hanno bisogno di risposte chiare e comprensibili ma anche di supporto nel
formulare le proprie domande. Per giocare allora un ruolo chiave nel processo di
trasferimento, un centro servizi deve essere inizialmente capace di identificare con
chiarezza le opportunità tecnologiche da prospettare all'utenza (fase di technology
assessment), così come pronto, dopo, a raccogliere rapidamente le informazioni di
ritorno per suggerire soluzioni future. - ''Costruzione'' delle procedure per attivare il
processo di trasferimento di tecnologia. Le competenze necessarie nelle differenti fasi
di un processo molto sofisticato che va ben al di là della pura informazione sulle
opportunità tecnologiche o del semplice matching fra acquirente/venditore di
tecnologia. Le imprese richiedono un pacchetto integrato di servizi che comprenda
studi sulla tecnologia e sul business, negoziazione di contratti, ricerca di finanziamenti,
consulenza legale, ecc. che possa con successo implementare un possibile progetto. La
sfida è realizzare un simile pacchetto integrato di servizi sul Web, vale a dire un
incubatore virtuale di tecnologia che possa guidare gli imprenditori attraverso l'intero
processo di sviluppo del business tecnologico e collegarli alle risorse critiche e ai
differenti fornitori di servizi.
Descrizione del Programma di Ricerca
Quello che si vuole realizzare è uno Scientific WebService (SWS) attraverso il quale
l'Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP) del CNR di Pozzuoli (NA)
possa effettuare un efficace trasferimento tecnologico verso il mondo produttivo del
suo know-how, mettendo inoltre a disposizione il suo parco di apparecchiature
scientifiche per specifiche misurazioni. Il progetto di ricerca è finalizzato alla
realizzazione di una piattaforma interoperabile/estensibile basata su standard W3C per
la gestione remota di dati. Il progetto s'inserisce nella linea di ricerca di applicazioni
web come logica evoluzione delle pagine dinamiche, rispondendo all'esigenza dello
sviluppo di nuove conoscenze verso sistemi integrati e sofisticati, sfruttando le
possibilità offerte da linguaggi server side, per la costruzione di siti sempre più
complessi e la relativa gestione dei contenuti direttamente sul web, che risponda
appieno alle accresciute necessità dei fruitori. Questo studio permetterà di acquisire il
know-how necessario alla realizzazione di futuri e sempre più efficienti strumenti di
trasferimento tecnologico. L'attività consiste, quindi, nella progettazione e
realizzazione di un WebService che rappresenta la base per la sperimentazione,
l'implementazione e la gestione di un framework di applicazioni web indirizzate al
trasferimento tecnologico, cioè di applicazioni che utilizzano il web per presentare la
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loro interfaccia utente, permettendo di essere utilizzate con la stessa facilità del web
stesso. In tal senso la prima fase sarebbe caratterizzata nella progettazione
dell'architettura del WebService, mentre la seconda sarebbe caratterizzata dalla scelta
dell'opportuno strumento di sviluppo software con cui sviluppare il WebService. Una
volta realizzata la struttura di base del WebServer occorre effettuare l'inserimento delle
informazioni necessarie. In sintesi tutte le informazioni riguardanti brevetti,
pubblicazioni, in pratica tutto il know-how dell'ICTP verrà inserito nell'archivio
"know-how" dello Scientific WebService, mentre tutto ciò che riguarda il parco
macchine scientifiche verrà inserito nell'archivio "strumentazioni" del WebService.
L'accesso sarà riservato e avverrà tramite una Login e una Password opportunamente
fornite agli utenti dell'ICTP. La funzione di gatekeeper sarà assicurata mediante un
sistema on line che permetta alle aziende in piena autonomia di inserire nell'archivio
"esigenze imprese" le informazioni riguardanti le loro richieste di know-how,
tecnologia e strumentazione scientifica avanzata. L'intero WebService reagisce ad ogni
nuova immissione dati, sia dal lato imprese che dal lato del CNR, effettuando il
matching dell'intero sistema. Ad ogni correlazione individuata corrisponderà una
nuova voce nell'archivio ''trasferimento tecnologico'' costituita dalle informazioni
sull'Impresa e sul gruppo di ricerca, in particolare sull'offerta e sulla richiesta
effettuata, in modo da poter attivamente operare per il trasferimento tecnologico vero
e proprio. Inoltre, l'archivio ''trasferimento tecnologico'' costituirà la base essenziale
per effettuare una serie di studi statistici sulle dinamiche soggiacenti i meccanismi di
trasferimento tecnologico, nonché sulle migliori modalità operative per la
realizzazione di un realmente efficace trasferimento tecnologico. Nella fase finale del
progetto è prevista un'opportuna diffusione di informazioni sullo Scientific
WebService per il Trasferimento Tecnologico tramite banner, brochures e locandine.
Verranno inoltre individuate aziende potenzialmente interessate, si prevede di
organizzare un workshop esteso a potenziali partners commerciali (Enti, Aziende,
ecc...) e di presentare il WebService a Convegni internazionali ed a Fiere. Il sistema
verrà realizzato in ambiente Microsoft, per cui il sistema operativo sarà
Windows.NET Server mentre lo sviluppo software sarà realizzato con l'ambiente di
sviluppo VisualStudio.NET. Per la realizzazione della parte hardware occorre disporre
di una rete LAN (Local Area Network) a 100 Mbit collegata alla rete Internet per
mezzo di una banda di accesso di almeno 1 Mbit con un router che coordinerà l'
afflusso dei dati ai vari computer locali. Alla LAN verranno collegati 4 computer di
classe Pentium IV ad almeno 2GHz. Il primo farà da Web Server, il secondo farà da
gestore DNS, il terzo proteggerà da eventuali attacchi hacker per mezzo di un
Firewall, il quarto servirà da consolle per l'inserimento dati. Per il backup dei dati
occorre una unità DVD-ROM, mentre per la stampa sono necessarie una stampante
laser B/N e una stampante a colori. Nella definizione delle modalità operative di
erogazione del servizio di trasferimento occorre in primo luogo identificare l'SWS nel
ruolo specifico di broker di tecnologia, sottolineando come il trasferimento preveda
principalmente una attività di intermediazione fra domanda ed offerta di tecnologia.
Questo significa che l'SWS funziona da gatekeeper fra ICTP e Università, Centri di
Ricerca, Laboratori pubblici e/o di imprese private ed il sistema delle imprese come
potenziale utilizzatore di nuove tecnologie, facilitando il processo di individuazione
delle opportunità per cui la tecnologia generata in un determinato contesto può essere
trasferita, e/o implementata, per il soddisfacimento dei bisogni di un altro specifico
contesto. Una delle principali attività sarà quella di costruire un network fra tutti i
principali attori del territorio coinvolti nei processi di trasferimento di tecnologia, per
tutti gli aspetti connessi a tali processi, sulla base di tutte le possibili esigenze dei
settori industriali del territorio. Poiché però la costruzione di un network a dimensione
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locale non può esaurire la gamma della casistica ipotizzabile in prima approssimazione,
la capacità di soddisfacimento del "cliente" utilizzatore di tecnologia, inteso non solo
come sistema impresa ma anche come centro di ricerca e/o laboratorio, sarà misurata
dalla futura capacità dell'SWS di interagire a livello nazionale/internazionale con
strutture analoghe così come con "venditori"/"acquirenti" di tecnologia. I limiti
evidenti alla strutturazione ed alla gestione di un network i cui nodi non siano se non
quelli di prima e/o reiterabile attivazione, rende ragione della necessità di avviare
precise azioni di marketing dell'immagine che contribuiscano in maniera determinante
e mirata alla costruzione di una "visibilità" a tutto campo dell'SWS. stesso, da potersi
proficuamente rivendere in occasione di precise opportunità. La presente proposta
progettuale intende descrivere finalità e modalità di erogazione del servizio di
trasferimento di tecnologia da realizzare nell'ambito delle attività previste per il ICTP
Le azioni previste da tale progetto riguardano: attività di informazione/divulgazione,
quali l'organizzazione di seminari, convegni e workshops sia locali che a livello
nazionale; attività di formazione, quali la realizzazione di specifici corsi volti a guidare
l'utenza nell'utilizzo dei risultati progettuali; attività di trasferimento tecnologico, quali
la definizione ed attuazione di veri e propri piani di trasferimento per la
sperimentazione e la diffusione di nuove tecnologie. Il portfolio dei servizi (strumenti)
che saranno sperimentati on line sarà così composto: auditing tecnologico mediante
realizzazione di reports sul know-how, anche per possibili utilizzi esterni delle
strumentazioni dei laboratori; ricerca partners per la realizzazione di progetti congiunti
di R&S sia in ambito nazionale che comunitario; assistenza per la redazione di progetti
industriali di innovazione; creazione di un Catalogo della Ricerca per favorire il
matching tra domanda e offerta di tecnologie innovative. Alcuni di questi servizi
saranno considerati accessori e/o preliminari (auditing tecnologico e/o problem
solving finalizzato all'individuazione delle aree tematiche da sviluppare mediante
progetti di ricerca e sviluppo e/o alla valutazione del potenziale tecnologico
"vendibile"). Per poter far funzionare il sistema sopra descritto sarà necessario in
primis agevolare l'intermediazione fra domanda/offerta di tecnologia, cioè la ricerca
della controparte complementare alla domanda/offerta di tecnologia. A tal fine si
prevede di utilizzare, mediante strumenti e/o aree dedicate sul web, il network di
relazioni con università, centri di ricerca, laboratori e altri centri di trasferimento di
tecnologia, nonché del Catalogo della Ricerca (vedi punto successivo). In un'altra area
dedicata saranno attivati una serie di strumenti interattivi per favorire la creazione di
un database delle imprese che manifestano il proprio interesse alle innovazioni
pubblicate on line. Le azioni necessarie per strutturare ed organizzare in maniera
funzionale tale database sono: definizione dei criteri di storage (immagazzinamento)
dei dati; strutturazione del database; preparazione questionari e brochure di
presentazione dell'iniziativa; raccolta delle informazioni e relativa sistematizzazione;
strutturazione dei reports differenziati; definizione delle modalità di aggiornamento del
database; Si procede, ora, ad illustrare, seppur in maniera sintetica, gli ''strumenti''
oggetto della sperimentazione indicando la metodologie che si prevede di seguire per
la strutturazione dei differenti servizi innovativi. Auditing tecnologico Il servizio in
oggetto sarà diretto non solo alle imprese che ne facciano espressa richiesta ma anche
a laboratori di ricerca pubblici e privati, ad Enti, Organizzazioni ed Associazioni. In
tutti i casi l'Auditing tecnologico sarà strutturato in un'apposita area del web dedicata e
accessibile solo a mezzo registrazione utente e consisterà nell'implementazione on line
delle seguenti attività: analisi di impianti, macchinari, attrezzature; analisi del ciclo
produttivo; analisi dei processi aziendali; analisi del sistema Qualità. Il tutto sarà
realizzato mediante apposite schede da compilare on line e alle quali
corrisponderanno, a seconda delle risposte fornite, dei reports tecnici. Naturalmente il
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sistema rappresenta solo il primo punto di partenza di un'attività che prevede,
successivamente, le seguenti azioni: sopralluogo dell'impresa/centro di ricerca;
redazione di una relazione tecnica ulteriore incontro in azienda/centro dove verificare
e validare i contenuti della relazione; stesura del report finale. L'auditing tecnologico
viene inteso come un servizio accessorio funzionale alla chiarificazione delle esigenze
manifestate dal cliente, e come tale da erogarsi anche a monte della intermediazione
fra domanda/offerta. Ricerca partners L'attività in oggetto è diretta a soddisfare un
bisogno specifico di imprese e Centri di ricerca soprattutto nel caso di realizzazione di
partenariati per progetti comunitari, tuttavia può essere un utile servizio per aziende e
per spin/off universitari per quanto concerne partner industriali. Il servizio, erogabile
solo a mezzo di autentificazione, sarà strutturato sotto forma di un forum interattivo
all'interno del quale l'utenza potrà verificare la disponibilità di partenariato e/o
collaborazione su specifici progetti. L'area sarà accuratamente gestita da un
moderatore esterno che avrà il compito di aggiornare, catalogare e divulagare le
richieste di partnership e agevolare l'incontro tra ''domanda'' e ''offerta''. Redazione e
Gestione di progetti Il servizio di gestione del progetto può prevedere una serie di
azioni da fruire direttamente on line e che rappresentano una guida per l'impostazione
di un progetto di innovazione, in particolare: scheda preliminare per impostazione del
progetto; elaborati tecnici per sistema di valutazione tecnico-scientifico sui risultati
intermedi raggiunti; scheda per la predisposizione dei rapporti tecnici intermedi e
finali; guida per la redazione della rendicontazione contabile intermedia e finale.
L'area su indicata ha l'obiettivo finale di agevolare l'utenza nella redazione di progetti
di ricerca e di innovazione seguendo le linee guida per la redazione, gestione e
rendicontazione di progetti di ricerca a valere su leggi di finanza agevolata sia a livello
nazionale sia regionale. Infine, il ''Catalogo della Ricerca'' sarà strutturato come un
vero e proprio database che prevedrà un percorso guidato di accesso mediante query
preventivamente stabilite a partire da un ordine coerente di ricerca. Tale ordine
prevede come dato fondamentale il matching fra ipotesi di sviluppo applicativo delle
tecnologie e possibili ricadute su prodotti/processi produttivi e, di conseguenza,
settori industriali di riferimento. Questa organizzazione logica dei dati presuppone uno
sforzo di analisi tecnico-scientifica da parte del gruppo di lavoro dell'ICTP per
precostituire un vantaggio competitivo su prodotti similari attualmente disponibili,
avendo come obiettivo principale la effettiva decodifica dell'informazione da bypassare per l'utenza finale, cioè le imprese. Come per altre banche dati sull'argomento,
si procederà poi a strutturare le altre informazioni di carattere generale, quale gruppo
di ricerca, dipartimento, università, ricerche in atto, ricerche passate e così via. Il
Catalogo della Ricerca, nella sua struttura completa, costituirà un know-how
dell'ICTP, ma alcune delle informazioni in esso contenute verranno opportunamente
veicolate all'esterno secondo i canali di comunicazione normalmente attivati dal CNR.
Lo strumento si presta anche operativamente ad approcciare il sistema della ricerca a
livello nazionale e internazionale, permettendo una interazione con altri operatori nel
campo del brokeraggio di tecnologia. Il Catalogo della Ricerca sarà accessibile
all'utenza (imprese, ma anche operatori della ricerca) solo per le informazioni che
permettano alla stessa di maturare un primo interesse di massima. La specifica di
dettaglio delle attività connesse alla strutturazione del catalogo è: Catalogazione del
know how disponibile presso la struttura del CNR, in particolare saranno realizzate
schede tecniche descrittive delle diverse tecnologie disponibili indicando anche i
prevedibili settori di sviluppo e lo stato della ricerca; archiviazione e catalogazione
delle informazioni raccolte; strutturazione del database; realizzazione dell'interfaccia
utente; informazione e promozione del catalogo della ricerca.
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Dott. Emanuele Fiore
Dip Chimica e Tecnologia dei Polimeri ICTP
C.N.R. Pozzuoli (Na)
Tel. 0818675097 Fax 0818675230
e-mail: [email protected]
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Research study concerning the development of a Technology Transfer
Web-aided Services
Emanuele Fiore
Abstract
The research aim is the experimentation of an innovative procedure of activation Of
the technology transfer process from a research centre to the productive System in the
regional area. This procedure will be based on the creation of a Scientific web service
as a tool at disposal of the istituto di chimica e tecnologia Dei polimeri (ictp) of cnr in
pozzuoli (na) to: - training/exploitation activity: to Approach in a systematic way the
thematic concerning the generation of a Continuous flux of information from the
know-how developed inside the Institute; - training activity: to define the best
methods to drive the users of the Web to understand the application and utilisation
potentialities of the scientific Results, and to promote the utilisation of the scientific
instrumentation of the Institute, also by didactic exemplification about their utilisation
for specific Measurements of industrial interest. - technology activities:
experimentation And implementation of the operative modalities via web supporting
the transfer Of the technologies/know how developed by ictp to the regional
company system. Structuring a virtual technology transfer centre, ictp is proposing to
realise An effective and efficient link among the demand and supply of innovative
Technologies and advanced services to the companies, enforcing the Co-ordination
action between the research and the industrial production, Thanks to the activation of
an innovative procedure stimulating and simplifying The innovation research of the
companies, in such a way to perform a competitive Enhancement and to feed the
technical capacities of the regional industrial net. The object of the transfer activity
will be the technologies and the results of The scientific research focusing especially
their valorisation from the Economical point of view, while the users of the offered
services will be firstly The companies, in particular sme, not forgetting also the
possible implications Coming from the information spreading to various operators in
the research Field. In what concern the industrial aspect, the new modality to diffuse
the Innovation guarantees a powering of the local entrepreneur culture but may
Induce also indirect benefits for the competitive development of the region, that Is: generation of new occupation; - spinning off new companies in industrial Sectors
having high development potentiality (industrial spin off, research spin Off); business modernisation in mature industrial sectors based on the Utilisation and
implementation of new technologies controlling and managing Productive processes.
Moreover, for ictp, this project represents a new Modality to verify both the validity of
experiences and competencies grown During the institutional research activity and the
opportunity offered in Participating actively to the lively process of cultural
transformation of the Local entrepreneurial net, and moreover a very important
occasion to work Proactively together other subjects institutionally in charge to
manage the Development processes of the productive system in campania.
Obiettivo del Programma di Ricerca
ICTP, structuring a Scientific Web Service (SWS), would like to realise an innovative
tool to organise and integrate functions and activities feeding the innovative processes
by powering and developing a cooperative behaviour among the subjects working in
the various phases of the innovation process (Universities, Research Centres, Training
Centres, SMEnterprise Services Centres, innovative companies). The aim of the
project is coherent with the new role and more and more asked to research centres,
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that is to operate as a system integrator, promoting activities connected to the
valorisation and to the diffusion of the scientific culture in the field of technology
transfer and innovative project developer. Technology transfer will be a tool used not
only to help the diffusion of the innovation in the industrial regional framework, but
also to support ICTP actions which aim is to help the growing of new enterprises in
industrial fields having a very high developing potential. The operative nature of the
service, in the frame of the present and future ICTP functional organisation,
moreover it is assuring the development and the management of ways to operate
totally in line to the new logic of the market, at least for this aspect foreseeing the
innovative character of the activity that we want to perform. The SWS action will be
directed, from this point of view, from one side to the monitoring and to the
classification of the results of applied research (ready to be transferred to the
productive system), and from the other side to the company helping in the research
and innovation phase. It will be possible, in this way, to begin and consolidate a
concrete dialogue among research groups and companies, thanks to the projecting and
experimentation of bi-directional and interactive information channels and of the best
communication modalities. Thus the realisation of the new operative tool permits to
reach the following objectives: -) organising, promoting and exploiting Research and
Development results; -) stimulating the web of relations among technology producers
and end users; -) stimulating the connections and synergies, on specific projects, of the
factors that are at the origin of the innovation processes (training, research,
technology services, companies); -) stimulating diffusion of innovative products and
processes; -) stimulating the grow up of innovation supplier and more generally the
spinning off of new companies, especially high tech, creating richness and added
value; -) powering the attraction capacity of the area towards the companies bringing
innovation and being able to develop a tissue made by high quality suppliers.
Presupposti Scientifici
The rapidly and continuously changing global economic scenario asks for companies
that timely adjust to new challenges to stay competitive. These challenges include:
shortening life cycle of technologies and products new technologies exploitation
capability shift of emphasis from manufacturing to knowledge-based economies In
this context, innovation, i.e. the capacity to assimilate and convert new knowledge to
improve productivity and to create new products and services ? is of critical
importance, since it acts as the engine that stimulates growth in employment and
competitiveness, as well as determines enterprise policy and strategy. The power of
the World Wide Web, which allows information and ideas to be traded and exchanged
instantly, across any distance, is the most recognisable symbol of today's knowledgedriven economy. It offers equally challenging opportunities to firms of all sizes as well
as of all sectors. These rapid changes have naturally had a major impact even on the
development of technology transfer services, because what was traditionally traded
mainly through individuals (e.g. technology brokers and business consultants) has now
found easier and faster routes to target users through Web-based portals dedicated to
the technology transfer. Key-areas in the further development of this service are: How to manage the information. New technologies are not the only companies'
opportunities, and managers usually have limited resources thus being required to
devote them to the most pressing tasks. Technologies' presentation should allow them
to clearly see financial and/or other benefits for their business, to make them further
investigate this specific technology opportunity. So, a service centre that aims to act as
the necessary interface in generating a keen interest in a new technology application,
should skilfully integrate the information into a easy, fast and useful service package; 44
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Tailoring of technology transfer services to the needs of enterprises. Effective
technology information systems should be tailored to the local business environment
(i.e. HW technology complexity, user-friendliness, contents' presentation, etc.) and
designed to raise technology transfer expertise in rapidly identifying business needs
even during the initial web communication process. Since managers aren't scientists
but businessmen, they need clear answers as well as they need to be aided to make
clear questions. Therefore, acting as a stakeholder in the process of delivery of
technologies to enterprises, the service centre should be initially able to locate needed
technology opportunities for clients/companies (technology assessment phase), so
being ready to rapidly collect useful feedback information and suggest future
solutions. - Technology Transfer Chain. Technology transfer is a very sophisticated
process requiring substantial expertise in various areas. Just information on technology
opportunities and simple matching of technology buyers and sellers doesn't produce
desirable results in most cases. SMEs require an integrated technology transfer service
package, that would include technology and business studies, contract negotiation,
finance syndication, and legal advise to successfully implement such projects.
Establishing such an integrated service package on Internet is a very challenging task,
a virtual technology incubator that can guide new tech-entrepreneurs through the
whole process of their technology business development and link them to critical
resources and service providers.
Descrizione del Programma di Ricerca
We want to realise a Scientific Web Service (SWS) by which the Istituto di Chimica e
Tecnologia dei Polimeri (ICTP) of CNR in Pozzuoli (NA) should perform an
effective technology transfer of its know how toward the productive world, furnishing
the use of its scientific instrumentation to perform specific measurements. The
research project is finalised to realise a platform with quality of interoperability and
extensibility based on W3C standard for the remote management of data. This project
is in the framework of the research line concerning web applications as a natural
evolution of dynamical pages, answering to the request to develop new knowledge
concerning integrated and sophisticated systems, using the possibilities offered by
server side languages, to build web sites more and more complex and the connected
management of the contents directly on the world wide, corresponding totally to the
enhanced users necessities. This research will permit to acquire the necessary know
how to realise future and more and more efficient tools for technology transfer. Thus,
the activity consist in designing and realising a Web Service that has to be the base to
experiment, implement and management of a web applications framework addressed
to technology transfer, that is applications using the web to show their user interface,
permitting to use them so easily as the same world wide web. In this direction, the
first phase is characterised by designing the Web Service architecture, and the second
phase is characterised by the choose of the best software tool to develop the Web
Service. After realising the Web Service basic structure it is necessary to perform the
input of the necessary information. Synthetically, all the information regarding patents,
scientific papers, that is the whole ICTP know-how will be the input for the Scientific
Web Service archive ''know how'', and everything regarding the scientific
instrumentation will be the input for the Scientific Web Service archive
''instrumentation''. The access will be confidential and it will be possible by a Login
and a Password furnished by ICTP to the users. The gatekeeper function will be
assured by a system on line permitting to the companies, totally autonomously, to
input - in the archive ''companies requirement'' ? the information concerning their
know how requests, technology and advanced scientific instrumentation. The whole
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Web Service reacts to every data input, both from the companies side, and from the
CNR side, performing the whole system matching. To each new individuated
correlation, a new voice in the ''technology transfer archive'' will be born, constituted
by the information about the Company and about the research group, in particular on
the offers and the requests performed, in such a way to be able to perform a real,
active technology transfer action. Moreover, the ''technology transfer'' archive will be
the fundamental basis both to perform various statistical studies on the dynamics
underlying technology transfer mechanisms, and to understand the better practises to
realise a really effective technology transfer. In the final phase of the project we
propose to perform an exploitation of the information about the Scientific Web
Service (SWS) for the Technology Transfer by banners and brochures. Moreover, we
will individuate the potentially interested companies, and we propose organise a
workshop extended to potential commercial partners (Institutions, Companies, etc...)
and to exploit the Web Service in the frame of International Conferences and
Expositions. The system will be realised using Microsoft software, so the operative
system will be Windows.NET Server, and the software development will be done
using VisualStudio.NET. To make the hardware it is necessary to have a 100 Mbit
LAN (Local Area Network) connected to Internet by a wide access band (1 Mbit at
least) with a router co-ordinating data input to the various local computers. At least
Four PC Pentium IV (at least 2GHz) will be connected to the LAN. The first one will
be the Web Server, the second one will be the DNS manager, the third one will
protect the system against eventual hacker attacks by a firewall, the fourth one will be
a console to insert data. It will be necessary a DVD-ROM unit to backup data, a laser
printer B/W and a colour printer. In order to define the operative modalities of
furnishing the technology transfer service it is necessary first to identify the Scientific
Web Service as technology broker, focusing on the main role of the technology
transfer as a brokerage activity between the technology demand and supply. This
means that the Scientific Web Service is working as gatekeeper between ICTP,
University, Research Centres, Public Laboratories and /or private companies and the
companies net as potential user of new technologies, facilitating the process of
opportunities individuation for which the developed technology in a certain frame can
be transferred and/or implemented in order to satisfy the needs of another specific
frame. One of the principal activities will be the development of a network between
all main regional players involved in the process of technology transfer, for all aspects
connected to these processes, on the base of all possible needs of the regional
industries. Considering that the development of a network of local dimension cannot
exhaust the range of possible cases in first approximation, the capacity to satisfy the
technologies users, not only as companies net but also as research centre and /or
laboratory, will be measured by the future capacity of the SWS to interact at a
national/international level with analogous structures and also ''seller''/''furnisher'' of
technology. The evident limitations in structuring and managing a network whose
knots are those ones of first activation and/or by reiteration, make understand why it
is necessary to start focalised marketing actions contributing in a fundamental way to
build a good visibility of the SWS, in such a way to be usefully used for exact
opportunities generation. This project want to describe aims and modalities of
furnishing the service of technology transfer to perform in the frame of ICTP
activities. The actions foreseen in this project are: Training/exploitation activities, as
organisation of workshops, conferences, in a regional area as well in a national
context; Training activities, as organisation of specific lessons directed to train the
users to use the project results; Technology transfer activities, as defining and
actuating strategies to transfer and experiment and diffuse new technologies. The
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services portfolio experimented on line will be: Technological auditing by writing
reports about know -how, considering also the possibility to use the scientific
instrumentation for private companies necessities; Partners search to realise R&D
projects in a national and UE framework; Advice to realise industrial and innovation
projects; Realisation of a Research Catalogue to help the matching among supply and
demand of innovative technologies. Some services will be considered as preliminary
and/or accessory (technological auditing and/or problem solving finalised to the
individuation of the thematic areas to develop by research projects and development
and/or to evaluate the ''sellable'' technological potential). To be able to make this
system to work it will be necessary first to help the brokering among supply and
demand of technologies. To do this we foresee to use, by tools and areas dedicated on
web, the relations network with universities, research centres, laboratories and others
technology transfer centres, and also the Research Catalogue (see next section). In
another area we will activate various interactive tools to help the growing of a database
of the companies interested to the innovations on line. The necessary actions to
organise in an effective way the database are: Data storage criteria definition; Database
structuring; Schedules and brochures preparation; Collecting and organising
information; Structuring specialised reports; Definition modalities of data-base
working; Now, in the following, we will show, sintetically, the ''tools'' object of the
experimentation indicating the methodologies that we want to follow structuring the
various innovative services. Technological Auditing This service will be addressed not
only to the companies asking this explicitly but also to research laboratories public and
private, Institutions, Organisations and Associations. In all cases the technological
auditing will be structured in an appropriate web area dedicated and accessible only by
user identification code, consisting of the on line implementation of the following
activities: analysis of the plants, machines and devices; analysis of the producing cycle;
analysis of the company processes; analysis of the Quality system. Everything will be
realised by specific schedules to be written on line and to which will correspond, in
function of the given responses, specific technical reports. Naturally the system
represents only the first step in an activity that stipulates successively the following
actions: inspections of the company/research centre; technical reports and following
meetings in the company where to verify and to validate the contents of thereport;
drawing up of the final report. The technological auditing must be seen as a
supplementary service in order to clarify the asking of the client, ensuring also the
brokerage between demand/supply. Partners search The activity we are speaking
about is directed to satisfy a specific need of the companies and Research Centres
above all in the case of developing partnerships for UE projects, being also an useful
service for companies and university spin/off in what concern the industrial partners.
The service, usable only after furnishing a personal id code, will be structured as an
interactive forum in the frame of which the user can verify the disposability to the
partnership and/or collaboration for specific projects. The area will be accurately
managed by an external moderator that will refresh, catalogue and spread the
partnership requests, facilitating the meeting between the demand and offer. Writing
and management of the projects The project management may foresee various actions
to use directly on line representing a guide for the formulation of an innovative
project, as following: preliminary schedule for the project formulation; technical
report for the technical-scientific evaluation system of the intermediary reached
results; schedule to prepare intermediary and final technical reports; guide for the
writing (formulation) of the intermediary and final statement of expenses. The final
aim of the above mentioned area is to facilitate the users to write research and
innovation projects The ''Research Catalogue'' will be structured as a real database that
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will foresee a guided route to access by ''query'' fixed starting from a coherent research
request. This request has the fundamental input consisting in the matching among
application development hypotheses of the technologies and possible fall out on
products/productive processes and, in consequence, industrial reference sectors. This
logic organisation of the data means a technical-scientific analysing effort of the ICTP
working group in order to found a competitive advantage on similar products at
disposal nowadays, having as main objective the effective decoding of the information
to by-pass for the end users, that is the companies. As for other data bases, it will
follow then the structuring of other information of general character i. e. research
group, department, university, researches under development, past researches and so
on. The Research Catalogue will be a know -how of ICTP, but some of the
information will be opportunely spread on the communication channels normally
developed by CNR. This tool is also operatively useful to approach the research
system at national and international level, ensuring the interaction with other
operators in the field of technology brokering. The Research Catalogue will be
accessible to be used by companies and also by research operators. The specifics of
the activities concerning the catalogue structuring are: Cataloguing of the know how
available at CNR, being realised in particular the technical schedules describing the
available technologies, indicating also the possible fields in development and the
research state (status of the art); archiving and cataloguing the collected information;
database structuring; realisation of the user interface; information and promoting of
the Research Catalogue.
Literature Reference pag 40
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Convegno internazionale: “Rete tra imprese siciliane ed estere per lo
sviluppo economico”
Le opportunita’ per gli imprenditori siciliani in Australia,
Palermo, 24-26 ottobre 2003
Bruno Mascitelli
Quadro introduttivo dell’Australia
L’Australia si trova a oltre 20.000 km dall’Italia, grande quanto tutta l’Europa
occidentale. Come l’isola piu’ grande del mondo, L’Australia e’ un paese di distanze
enormi; tra l’estremita’ Est ed Ovest del paese ci sono oltre due ore e mezza di
differenza di fuso orario. Comunemente riconosciuta fra gli italiani come “la terra dei
canguri” e fra gli australiani come “la terra scottata dal sole”. Con i suoi 20 milioni di
abitanti, l’Australia e’ uno dei paesi piu’ urbanizzati del mondo con 90% della
popolazione che vive sulla costa per motivi storici e a causa della scarsezza dell’acqua.
La geografia politica di questa nazione e’ composta da sei stati e due territori. La
capitale dell’Australia e’ Canberra, ed altre citta’ importanti sono Sydney, Melbourne e
Brisbane, tutte situate nella costa orientale. Come esempio del suo multiculturalismo e
presenza italiana, l’Australia ospita quasi un milione di italiani, di cui 250,000 residenti
a Melbourne mentre la cifra per Sydney e’ intorno 220,000.
Fino al 1949 l’Australia era sostanzialmente una nazione abitata predominatamente
dagli anglo-sassoni. Dopo l’introduzione del programma immigratorio, la
composizione della popolazione dell’Australia e’ cambiata notevolmente. Mentre
l’Inglese e’ la lingua ufficiale della nazione, l’italiano e il cinese sono le seconde lingue
piu’ parlate.
L’Australia non e’ semplicemente un’isola meravigliosa ma e’ un paese con una
ricchezza di nuove opportunita’ con un futuro economico molto promettente capace
di creare un oasi di nuovi interessi economici, scientifici, culturali, e tecnologici.
Quadro economico generale dell’Australia
Tra i paesi dell’OCSE, l’economia australiana e’ una di quelle che, negli ultimi anni, si
e’ distinta per la sua performance economica. E’ riuscita a dimostrare un’estrema
resistenza al generale andamento negativo dell’economia mondiale causato dai recenti
eventi internazionali. Inoltre nel 2002 l’Australia si e’ qualificata come seconda nazione
piu’ competitiva al mondo (l’Italia al 17? posto). Questo e’ dovuto soprattutto a una
buona combinazione negli ultimi vent’anni di una politica economica audace,
responsabile e una profonda riforma fiscale.
Nell’arco degli ultimi dieci anni di media il Pil Australiano girava attorno al 4% di
crescita annuale; durante il 2002 e’ aumentato del 3,5%. Il debito pubblico ha
raggiunto il 5% del Pil, un ottimo risultato che ha permesso l’applicazione di tassi di
interessi piu’ bassi e una riduzione della pressione fiscale. Alla fine dell’anno 2002-03
l’Australia ha registrato un surplus di $A7* miliardi nella bilancia pubblica. Inoltre, il
tasso di disoccupazione nel 2002 era 6,3% mentre il tasso d’inflazione e’ calato al
2,8%.
Il clima commerciale favorevole di questa nazione permette alle aziende di operare in
un clima politica stabile. L’Australia possiede un sistema finanziario sofisticato ed un
saldo sistema di protezione dei diritti di proprieta’ intellettuale. La struttura
commerciale e’ anche caratterizzata da un sistema moderno di telecomunicazione, e
una struttura di porti molto efficace, fra i piu’ attivi nell’Oceania.
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Interessante notare che, tra le nazioni con le economie piu’ sviluppate, l’Australia e’
una delle nazioni che meno risparmia al mondo e di conseguenza spende di piu’.
Durante il 2002 il livello dei risparmi privati e’ stato solo del 1%, confronto all’Italia
con il 16%. Nonostante qualche recente difficolta’ economica che colpisce le
economie piu’ sviluppate, l’investimento per la ‘ricerca e lo sviluppo’ in Australia
rimane un impegno strategico. Durante il 2002, l’Australia ha speso il 2% del valore
del Pil nazionale sulla R&S, (l’Italia in confronto ne ha speso la meta’).
Andamento del sistema produttivo nazionale
Una certa importanza ha il settore dell’agricoltura che rappresenta il 3% del PIL.
L'estensione delle aree coltivate è pari al 6% del territorio, la produzione agricola
copre interamente il fabbisogno interno e alimenta consistenti flussi di esportazione in
alcuni settori, ad esempio il frumento, la lana, il cotone, la carne e la canna da
zucchero.
Il settore industria mineraria contribuisce in misura rilevante alle esportazioni, con una
produzione assai diversificata: dal sottosuolo del paese si estraggono alluminio, uranio,
zinco, nickel e oro. La produzione locale di petrolio soddisfa circa il 95% della
domanda interna. Le risorse minerarie e le risorse energetiche rappresentano una
buona fetta del totale delle esportazioni nazionali. E’ da notare inoltre che sono molte
le risorse non ancora sfruttate nel territorio australiano.
Per quanto riguarda il settore secondario, diverse sono le industrie che si
caratterizzano per la loro vitalita’ come quella tessile, alimentare, automobilistica,
l'industria del legno e della carta. Nella composizione del Pil l’industria rappresenta il
27% del totale.
L’economia australiana come la maggioranza dei paesi piu’ avanzati presenta un
settore dei servizi molto sviluppato. Nel 2002 ha coperto quasi il 70% dell’intero Pil
nazionale. I settori che maggiormente spiccano sono quello finanziario e dei trasporti
e comunicazioni. L’informatica e’ uno dei settori che sta crescendo piu’ velocemente e
l’Australia e’ leader nel settore ed e’ inoltre la nazione piu’ avviata nel campo del EBusiness in Asia.
L’ Australia nel mondo
Nonostante il leggero declino negli utimi anni a causa di un insieme di fattori come la
guerra in Iraq, l’epidemia di SARS e la siccita’, tradizionalmente l’Australia e’ stata una
forte partner commerciale; piu’ recentemente pero’ ha cominciato ad importare un
valore piu’ alto a confronto con le esportazioni. I suoi partners commerciali maggiori
sono il Giappone, l’USA e la Cina. Comunque come area, l’Unione Europea e’ la piu’
grande partner commerciale dell’Australia con un 18% della quota totale.
I prodotti principali di esportazione dall’Australia durante il 2002-03 sono stati:
carbone, petrolio grezzo, oro, minerali ferrosi e alluminio. I principali mercati di
destinazione sono il Giappone, gli Stati Uniti, la Corea del sud e la Cina.
Le importazioni principali sono state: autoveicoli, petrolio grezzo, apparecchi aerei,
computers e medicinali (inclusi veterinari); riguardo ai mercati di importazione per
l’Australia nel 2002, l’Unione Europea rappresenta il principale fornitore con l’ 24%
del totale e l’Italia si colloca al terzo posto in questa classifica dopo Regno Unito e
Germania. Altri fornitori sono l’USA, il Giappone, la Cina e la Germania.
Nonostante le sue forze nel settore primario, negli ultimi anni l’Australia si e’ sforzata
molto per sviluppare una propria industria manifatturiera, infatti buoni risultati sono
stati raggiunti nel settore dei prodotti ad alta tecnologia come attrezzature scientifiche
e mediche, telecomunicazioni, biotecnologie, software e prodotti aerospaziali.
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Analizzando i dati dell’import-export relativi agli ultimi cinque anni si e’ osservato un
andamento economico in crescita grazie soprattutto all’applicazione, da parte del
governo australiano, di una politica di apertura verso l’estero: infatti le esportazioni
rappresentano circa il 22% del PIL e le importazioni il 23%.
Nel 2002 il livello degli investimenti diretti esteri globali attraverso l’Australia si e’
triplicato rispetto ad un calo del 20% in tutte le altre nazione OCSE. I principali
investitori in Australia nel 2001-02 erano l’Europa (40%) e gli Stati Uniti (25%). Gli
investimenti diretti esteri (IDE) in Australia sono concentrati maggiormente nei settori
finanziario ed assicurativo e manifatturiero.
Il rapporto commerciale Italia/Australia
L’Unione Europea e’ stata per lungo tempo il partner economico piu’ rilevante per
l’Australia, la maggiore fonte di investimenti diretti e la fornitrice piu’ importante per
l’Australia. In questo blocco economico, l’Italia si colloca al terzo posto, fornendo
merci per un valore di $A3,7 miliardi nel 2002, subito dopo la Germania e il Regno
Unito. Vice verso, l’Italia e’ il secondo piu’ grande mercato di esportazioni in Europa
per l’Australia, subito dopo il Regno Unito.
Sebbene manchi un approccio strategico e regionale, il rapporto commerciale tra
l’Australia e l’Italia occupa un vero, sebbene modesto, posto nei rapporti complessivi
multilaterali di entrambe paesi.
E da notare che l’economie di questi paesi sono diversi, tuttavia hanno delle similarita’.
Entrambi i mercati riflettono le notevoli differenze dei loro rispettivi mercati dal
punto di vista della grandezza sia della popolazione, che del PIL. Ognuno si colloca in
un area economico strategica – L’Italia in Europa - l’Australia nel Oceania/Asia.
Import/export fra le due nazioni
L’Italia ha una forte presenza in Australia tramite il “Made in Italy” con un totale
valore di esportazioni italiane di $A3,8 miliardi posizionando l’Italia al 15esimo posto
come mercato di esportazione per l’Australia. Le maggiori esportazioni italiane verso
l’Australia nel corso del 2002-03 sono state nei mercati di: medicinale e farmaceutico
(incluso veterinario), macchinari e prodotti per l’edilizia.
Le maggiori esportazioni australiane verso l’Italia nel 2002-03 valevano circa $A2
miliardi e si sono registrate specialmente nei settori della lana ($A547 milioni);
carbone, lo zinco, ferro e cotone. Il bilancio commerciale (merci) tra l’Australia e
l’Italia per il periodo 2002 e’ a favore dell’Italia per $A1,742 milioni.
Investimenti Italia/Australia
Data la forte presenza di importazioni italiane in Australia e anche di una alta
componente immigratoria italiana, era possibile aspettarsi una presenza
equivalentemente forte di investimenti italiani in Australia. Questo sfortunatamente
non c’e’ stato.
Fino ad ora, l’Italia ha svolto un ruolo di secondo piano negli investimenti australiani.
In Australia nel 2002 gli investimenti italiani sono stati solo $A187 milioni, cioe’
l’0,01% del totale europeo, a confronto con il Regno Unito che ha investito $A49
miliardi o la Germania con $A8 miliardi. In qualche modo non dovrebbero
sorprendere questi dati visto che l’Italia come paese investitore non raggiunge livelli
dei partner europei.
Un sondaggio effettuato dalla ICE ha registrato che ci sono 89 aziende italiane
presenti in forma stabile in Australia. Questo e’ un indicatore che certifica come,
nonostante gli scarsi investimenti italiani in Australia, siano numerose le aziende
italiane che hanno deciso di entrare in mercati australiani in modo stabile, con un
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
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ottica di lungo periodo. Di queste 89 aziende, 44 si sono integrate completamente
nell’economia australiana dove sono utilizzate solamente le risorse locali per produrre
il tale prodotto; 27 di queste sono presenti con filiali, 9 sono presenti con uffici di
rappresentanza (tra cui due istituti Bancari:Banca Nazionale del Lavoro e Banca Intesa
BCI) e 4 delle aziende hanno svolto una joint-venture internazionale (tra questa la
Barilla, Parmalat, Luxottica, Pirelli e Ferrero). La Parmalat ha sviluppato la sua base in
Australia in modo assiduo tramite forte investimenti nell’industria del latte e inoltre nei
campi dello sport, affari sociali e attivita’ culturali. Versace ha scelto di stabilire il suo
nome in Australia nella costruzione del suo piu’ lussuoso hotel.
Per quanto riguarda gli investimenti australiani in Italia, l’Australia ha investito nel
2002 $A2,3 miliardi, circa 10 volte l’investimento italiano. Questo viene evidenziato,
ad esempio, dalla presenza della Macquarie Bank che ha acquistato il 26%
dell’aeroporto di Roma; altri enti che hanno avuto successo sono L’AMP australiana,
che ha investito nel settore finanziario.
Se si cercano prospettive per futuri investimenti e joint-venture tra i 2 paesi, si
dovrebbe guardare a potenziali settori in sviluppo. Ad esempio l’Australia e’ una forte
fornitrice di prodotti grezzi (verso l’Italia), tipo la lana, il pellame e il cuoio. Le
tecnologie all’avanguardia dell’Italia in questi mercati permetterebbero a questa
nazione di trasformare tale prodotti e produrne di piu’ raffinati. Per esempio,
l’Australia produce la lana piu’ pregiata al mondo e l’Italia con le sue abilita’ e tecniche
esperte trasforma il prodotti producendo gli abiti piu’ pregiati al mondo.
La strada per migliorare il rapporto commerciale italiano/australiano
La distanza fra l’Italia e l’Australia ha nel passato mostrato degli ostacoli, superabili,
per lo svolgimento e lo sviluppo del rapporto commerciale fra di loro. Bisogna
comprendere comunque che l’Australia, nonstante i legami con il Regno Unito e gli
USA, e’ un mercato aperto a tutti i paesi con tecnologie e know-how da offrire. Nello
stesso tempo bisogna permettere agli imprenditori italiani di avere a loro disposizione
fonti piu’ aggiornate su potenziali opportunita’ di commercio o di investimenti in
Australia.
Ci deve essere uno sforzo comune per conoscere entrambi i mercati e per realizzare le
opportunita’ esistenti. In ultima analisi, le potenziali di collaborazione tra l’Italia e
l’Australia si verificano dai propri vantaggi competitivi, cercando i propri punti
complementari tra una realta’ economica e l’altra.
Quadro introduttivo della Sicilia
Ci sono circa 100.000 abitanti siciliani in Australia. Una gran parte della popolazione
siciliana in Australia e’ dovuta all’immigrazione nel dopoguerra. E’ da notare che
l’approccio dell’Australia nel promuoversi all’Italia e’ sempre stato concentrato nella
parte settentrionale, dando minima importanza all’Italia meridionale, limitando, e
anche forse impedendo, le opportunita’ esistenti e future tra entrambi i mercati.
Prima di proseguire e’ importante sapere che in tutti questi anni, i veri ambascatori
siciliani sono stati gli immigrati piu’ delle aziende stesse. Infatti, ancora oggi c’e’ una
scarsa presenza di prodotti e di aziende siciliane in Australia. Lo stesso vale per la
presenza di prodotti e aziende australiane in Sicilia. Entrare nel mercato australiano
non e’ poi cosi’ differente dalle modalita’ di entrata nel mercato italiano. La scelta del
distributore e’ molto simile all’Italia e si puo’ ottenere sia un agente nazionale che uno
locale. Come in Italia, un buon rapporto con il distributore e’ fondamentale - quando
ce l’hai, devi tenerlo stretto.
Sarebbe molto presuntuoso con questo discorso affermare esattamente le aree di
know-how e i punti di forza dell’economia siciliana. Un’indagine iniziale ci fa pensare
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Dicembre 2003
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che esistono possibilita’ in alcuni settori come l’agroalimentare, l’ottica, il gioielliero, il
materiale edile, la tecnologia per la produzione del vino e l’olio d’oliva. Questa
presentazione e’ un tentativo di dare una visione d’insieme e quindi mettere in luce
alcune opportunita’ per gli imprenditori siciliani nel mercato australiano.
Opportunita’ di export per l’industria agricola
L’agroalimentare in Sicilia
Settore di fondamentale importanza per la regione Sicilia, agli occhi degli australiani,
appare il comparto agricolo. Il settore agricolo, coinvolto in un processo di crescente
specializzazione dei prodotti, usa le proprie competenze per garantirsi piu’ sbocchi nei
mercati mondiali.
L’industria degli agrumi offre vaste opportunita’ ai coltivatori siciliani, specialmente
per quanto riguarda i mercati delle arance, limoni e mandaranci. Nonostante il clima
adatto, l’Australia infatti non investe abbastanza nella produzione di frutta come le
arance rosse, i cachi e i fichi d’India.
Questo significa avere la possibilita di esplorare il mercato australiano non solo
attraverso la vendita diretta di prodotti agricoli sfruttando l’inversione delle stagioni
dell’emisfero australe, ma anche attraverso il possible trasferimento di conoscenze e
macchinari nel continente australiano. Inoltre gli australiani stanno cominciando a
riconoscere l’importanza della dieta mediterranea, consumando maggiori quantita’ di
frutta e verdura. L’accordo tra il mercato di Milano e quello di Melbourne, con un
commercio di $A4 milioni annualmente ci fa pensare che ci siano prospettive in questa
nicchia.
In Australia, la produzione e il consumo del vino in particolare si stanno dimostrando
come industrie in pieno sviluppo. Entrambe hanno registrato un tasso di crescita
fenomenale durante gli ultimi 15 anni. Secondo l’Istituto per il Commercio Estero, le
imprese italiane nel 2002 hanno esportato verso l’Australia un valore di circa 15
milioni di euro di vino, e negli ultimi 3 anni circa 100 milioni di euro di prodotti
alimentari (incluso olio di oliva). Lo scopo per potenzare il rapporto ci pare evidente.
Nel settore di frutta/verdura le industria siciliane hanno un grosso vantaggio a
confronto con quelle australiane. Specialmente l’industria del vino e dell’olio d’oliva si
avvalgono di secoli di esperienza nel settore, mentre l’industria del vino australiana
puo’ definirsi ‘appena nata’ quindi troppo giovane per poter competere con il
prodotto siciliano.
La tecnologia ed il know -how siciliani potrebbero essere integrati nelle prime fasi della
lavorazione specialmente nei prodotti agroalimentari e della produzione dell’olio di
oliva; anche probabilmente nella tecnologia della produzione del vino. L’esperienza e
la conoscenza possono essere quindi fattori di fondamentale importanza per
migliorare i rapporti commerciali Sicilia/Australia.
Opportunita’ di esportazione nell’industria ottica
L’industria ottica australiana si sta sviluppando rapidamente. La richiesta per tali
prodotti non e’ mai stata cosi’ consistente come lo e’ ora. Negli ultimi 5 anni le vendite
di questi prodotti sono cresciute del 38%. Questo grazie alle forti campagne
pubblicitarie e a un recente aumento di richieste per occhiali di stile europeo. Secondo
alcuni esperti dell’industria ottica in Australia, i prodotti italiani sono visti come
superiori nel nostro mercato.
Societa’ consociate come la Bollè e la Rip Curl sono state sopraffate dalle marche
internazionali e infatti ora contribuiscono solamente al 21% del numero totale di
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vendite di occhiali. Luxottica e’ una ditta che ha beneficiato di questo trend del
mercato australiano. L’azienda ha cominciato a esportare i suoi prodotti in Australia
nel 1998 in piccola scala. Tale e’ stato il successo dell’inziativa che adesso Luxottica sta
negoziando un accordo per acquistare una grande quota del mercato attualmente
appartenente alla OPSM (‘gigante’ nel mercato ottico australiano).
Opportunita’ in australia per il marmo e l’artigianato
L’Australia ha una scarsa risorsa di marmo di alta qualita’. Allo stesso tempo Australia
sta vivendo un “boom dell’edilizia” che ha aumentato il mercato dei complementi
d'arredo e dei materiali utilizzati per le costruzioni in modo particolare, il marmo. Di
conseguenza le vendite di ceramiche e marmi italiani hanno subito un rialzo. L’Italia e’
stata la principale fornitrice di marmo e mattonelle e anche di macchinari per la
lavorazione del marmo.
Si nota che in una provincia siciliana, il piccolo distretto industriale del marmo e’
specializzato particolarmente nel taglio di lastre di marmo per pavimenti e
rivestimenti. Inoltre, si parla molto del “perlato di sicilia” e del “perlatino sicilia gem”
come possibili prodotti di esportazione in Australia; e ci sono altri prodotti offerti
come: piani di cucina, piani di bagno, tavoli esterni e interni, camini, complementi
d'arredo e lavabi .
Le tecniche di lavorazione sono le stesse tramandate nei secoli dai maestri ceramisti
siciliani e questo processo conferisce una originalita’ unica. Bisogna far conoscere
all’Australia la lavorazione del corallo e della ceramica artistica e le altre forme
artigianali che tuttora sono completamente sconosciute.
Opportunita’ di esportazione nel mercato dei gioielli
L’industria dei gioielli in Australia sta cambiando e crescendo. La richiesta, piu’
selettiva, e’ cresciuta del 21% durante gli ultimi 5 anni. Ma per soddisfare questa
crescente richiesta le risorse naturali sono limitate restringendo percio’ l’ammontare di
articoli di gioielleria che possono essere lavorati in Australia. Per esempio, il corallo e’
importato perche’ il Governo Australiano proibisce l’estrazione del materiale dai suoi
mari, mentre la Sicilia non soffre di queste restrizioni.
L’Australia ospita numerose imprese italiane di gioielli. Raffaele Ferrone esporta
gioielleria Veneziana e prodotti di vetro dalla sua casa in Treviso, distribuendoli
tramite una compagnia australiana. Un altro esempio e’ ‘Autore Company’, la seconda
piu’ grande impresa al mondo per la produzione e manifattura di perle.
Turismo in Sicilia
Per gli australiani, la Sicilia è un’isola che continua ad essere percepita prevalentemente
come “prodotto mare”, nonostante l’immagine complessiva della Sicilia si caratterizzi
anche per la sua componente artistica e culturale.
Lo sfruttamento delle risorse culturali siciliane come patrimonio turistica è per la
regione un plus sia in termini economici che d’immagine. Per questo la Regione Sicilia
si dovrebbe impegnare, anche verso l’Australia, in un programma di promozione
turistica del patrimonio culturale con un collegamento tra arte, ambiente, tradizioni e
mare, con l'obiettivo di offrire un sistema turistico diversificato e di qualità. Infatti
l’Australia, come noto, gode di ottime spiaggie, una natura incontaminata e splendidi
paesaggi. Ma non ha la risorsa piu’ grande che la Sicilia offre: la storia. L’australiano
deve vedere la Sicilia come bacino storico-culturale del mediterraneo e di tutta la
civilta’ europea.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Inoltre la Sicilia significa per molti australiani anche riscoperta delle proprie origini
italiane. Non meno importante e’ l’aspetto che la Sicilia puo’ essere visitata
comodamente quasi tutta, ed eventualmente scoprire poi anche le altre citta’ italiane;
cosa non molto facile in Australia, dove a causa delle enormi distanze, una vacanza e’
molto dispendiosa sia economicamente che a livello di tempo, quindi le destinazioni
sono limitate.
Siciliani di successo in Australia.
Per concludere questo discorso ci pare interessante citare alcuni nomi di persone
siciliane che in Australia hanno potuto ottenere grande successo nel campo del
business. Fra questi ci sono il Commendatore Paolo Mirabella, presidente della
Camera di Commercio italiana a Melbourne e fondatore della Mirabella International.
George Mascara, uno dei primi fondatori del pastificio “Pasta di Casa” che produce e
distribuisce una vasta gamma di pasta dal 1988. Il commendatore Sebastiano
Pitruzzello, fondatore dalla “Pantalica Cheese”, che produce, distribuisce e vende
formaggio in Australia dal 1973. Sam Tarascio, imprenditore nel settore trasporti con
“Westgate Logistics” e Giovanni Guzzardi, nel settore marmo con la “Peraway
Marble”.
Conclusione
Le aziende che si sentono pronte a confrontarsi con il mercato australiano, fanno bene
a ricordare che in Australia troveranno assistenza tramite 5 camere di commercio,
situate a Melbourne, Sydney, Brisbane, Perth e Adelaide. Inoltre possono chiedere
l’assistenza dell’ ICE cosi’ come degli addetti commerciali dell’ ambasciata e dei
consolati dislocati in tutto il paese. Sono sicuro che troverete la sfida del mercato
australiano molto piu’ interessante e vantaggiosa di quanto vi sareste mai aspettati. Vi
auguro successo nei vostri progetti. Grazie per l’ascolto e buon lavoro.
Bruno Mascitelli
Swinburne University,
Melbourne, Australia
Nota: * $A ha un valore di $US 0.69
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CANBERRA
International conference on “Network between Sicilian and foreign
companies for economic development”
Opportunities for Sicilian entrepreneurs in Australia
Palermo, 24-26 October 2003
Bruno Mascitelli
Introduction to Australia
Australia is located more than 20,000 Km from Italy and it is as big as the whole of
Western Europe. The biggest island in the world, Australia is a country of enormous
distances; there are three time zones between the east coast and the west coast. It is
commonly known among Italians as “the land of kangaroos” and among Australians
as “the sun-kissed land”. With a population of 20 million people, Australia is one of
the most urbanised countries in the world, where 90% of the population lives by the
coast for historical reasons and because of water shortage. The nation is divided into 6
States and two Territories. Australia’s capital is Canberra and other important cities
are Sydney, Melbourne and Brisbane, all located on the east coast. An example of
multiculturalism and multiethnic society, Australia is home for almost one million
Italian people, 250,000 of whom live in Melbourne an 220,000 in Sydney.
Until 1949 Australia was a nation where most inhabitants were Anglo-Saxons. After
introducing the immigration program, the composition of Australia’s population has
changed considerably. Whilst English is the nation’s official language, Italian and
Chinese are the most widely spoken second languages. Australia is not simply a
marvellous island, but also a country with many new opportunities and with a very
promising economic future, able to create an oasis of new economic, scientific,
cultural and technological interests.
General economic framework of Australia
Compared to the OECD countries, the Australian economy is one that, in the last few
years, has stood out for its economic performances. It has managed to show an
extreme resistance to the general negative trend of the world’s economy, caused by
recent international events. In addition, in 2002 Australia was indicated as the second
most competitive country in the world (Italy was 17th). This is mainly due to a good
combination over the last twenty years of an audacious and responsible economic
policy and a thorough-going taxation reform.
Within the last ten years, Australian GDP has grown on average at around 4%
annually; during 2002 it increased by 3.5%. The public debt reached 5% of GDP, a
very good result that allowed the application of lower interest rates and a reduction in
taxation. At the end of 2002-2003 Australia registered a surplus of $A7,000* million.
In addition, the unemployment rate in 2002 was 6.3%, whereas the inflation rate went
down to 2.8%. The favourable commercial atmosphere of this nation allows its
companies to operate in stable political conditions. Australia has a sophisticated
financial system and a strong system of protection for intellectual property rights. The
commercial structure is also characterised by a modern telecommunication system,
and a very efficient system of harbours, amongst the most active in Oceania.
It should be noted that Australia is one of the nations which saves least and therefore
spends most, among the countries with the most developed economy. During 2002,
the level of private savings was only 2%, compared to 16% in Italy. Despite some
recent economic difficulties which have hit the most developed economies,
investment for “research and development” in Australia remains a strategic
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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commitment. During 2002, Australia spent 2% of the national GDP on R&D, (Italy
spent half of this).
Trend of the national system of production
The agricultural sector, which corresponds to 3% of the GDP, is particularly
important. Cultivated areas represent 6% of the territory. Agricultural production
covers the domestic demand completely and supplies consistent export trades in some
sectors, as for example wheat, wool, cotton, meat and sugar cane.
The mining sector contributes considerably to exports, with a highly varied
production: aluminium, uranium, zinc, nickel and gold are extracted from the ground.
The local production of oil meets 95% of the internal demand. Mining and energy
resources represent a big portion of total national exports. There are however many
resources in Australia that are not being exploited yet.
As regards the secondary sector, there are various dynamic industries such as textiles,
food, cars, wood and paper. In the GDP composition, industry represents 27% of the
total. The Australian economy, like the majority of most advanced countries, presents
a highly developed service sector. In 2002 it covered almost 70% of the whole
national GDP. The main sectors are finance, transportation and communication.
Computer science is one of the sectors which is growing most rapidly; Australia is a
leader in this sector and is the most active nation in the E-Business field in Asia.
Australia in the world
Despite the small crisis over the last few years due to a series of factors such as the
war in Iraq, the SARS epidemic and the drought, Australia has traditionally been a
strong trading partner; more recently however, imports have been higher than exports.
Its major trading partners are Japan, the USA and China. In terms of extension,
however, the European Union is Australia’s biggest trading partner with 18% of the
total share.
The main products exported from Australia during 2002-2003 were: coal, crude oil,
iron minerals and aluminium. The main markets of destination are Japan, the United
States, South Korea and China. The main imports were: cars, crude oil, aircraft
instruments, computers and medicines (except veterinary); as regards Australia’s
import markets in 2002, the European Union was the main supplier with 24% of the
total. Italy is third in the list after the United Kingdom and Germany. Other suppliers
are the USA, Japan, China and Germany.
Despite its strengths in the primary sector, in the last few years Australia has made
strong efforts to develop its own manufacturing industry, and good results have been
achieved in the sector of high technology products, such as scientific and medical
equipment, telecommunication, biotechnology, software and aerospace products.
Analysing the import-export numbers of the last five years it has been possible to
observe a growing economic trend, mainly as a result of an open foreign policy by the
Australian government: exports represent about 22% of the GDP and imports 23%.
In 2002 the level of global foreign direct investments in Australia tripled compared to
a 20% fall in all the other OECD nations. The main investors in Australia in 2001-02
were Europe (40%) and the United States (25%). Foreign direct investments (FDI) in
Australia are concentrated mainly in the finance, insurance and manufacturing sectors.
Italian/Australian trading relationship
The European Union has long been the most significant economic partner, the major
source of direct investments and the most important supplier for Australia. In this
economic bloc, Italy is in the third place, suppling goods for a value of $A3,700
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million in 2002, immediately after Germany and the United Kingdom. Vice versa, Italy
is the second largest export market in Europe for Australia, immediately after the
United Kingdom.
Despite the lack of a regional and strategic approach, the trading relationship between
Italy and Australia occupies a proper, yet modest place in the overall multilateral
relationships of both countries. It should be noted that although these two countries’
economies are different, they present some similarities. Both markets reflect the major
differences of their respective markets in terms of size, population and GDP. Each
places itself in a strategic economic area – Italy in Europe – Australia in Oceania/Asia.
Import/export between the two nations
Italy has a strong presence in Australia through the “Made in Italy” label with a total
value of Italian exports of $A3,800 million, placing Italy in the 15th place as an export
market for Australia. The major Italian exports to Australia during 2002-2003 were in
the following markets: medical and pharmaceutical (including veterinary), machinery
and building materials. The major Australian exports to Italy in 2002-2003 were worth
about $A2,000 million and were seen mainly in the wool sector ($A547 million), coal,
zinc, iron and cotton. The commercial balance (goods) between Australia and Italy for
2002 is in Italy’s favour by $A1,742 million.
Italian/Australian investments
Considering the strong presence of Italian imports in Australia and also the substantial
component of Italian immigration, an equally marked presence of Italian investment
in Australia has to be expected. Unfortunately, this has not happened.
Until now, Italy has had a secondary role in Australian investment. In Australia in
2002 Italian investments were only $A187 million, that is 0,01% of the European
total, compared to the United Kingdom which invested $A49,000 million or Germany
with $A8,000 million. These numbers should not come as a surprise considering that
Italy, as an investor, does not reach the level of its European partners.
A survey carried out by the Italian Trade Commission (ICE) indicated that there are
89 permanently integrated Italian companies in Australia. This figure shows how,
despite limited Italian investment in Australia, there are many companies which have
decided to enter the Australian markets in a stable way and in a long-term perspective.
Amongst these 89 companies, 44 have integrated completely in the Australian
economy and only local resources are used to manufacture a product; 27 of them have
branches, 9 have agencies (including two Banks, the Banca Nazionale del Lavoro and
the Banca Intesa BCI) and 5 companies have established an international joint-venture
(including Barilla, Parmalat, Luxottica, Pirelli and Ferrero). Parmalat is well-grounded
in Australia thanks to big investments in the milk industry, and also in the sports field,
social affairs and cultural activities. Versace chose to establish his name in Australia by
constructing its most prestigious hotel.
As regards Australian investment in Italy, Australia invested in 2002 $A2,300 million,
about 10 times the Italian investments. This is evident, for instance, in the presence of
the Macquarie Bank, which purchased 26% of the Roma airport; other successful
institutions are the Australian AMP, which has invested in the finance sector.
Perspectives for future investments and joint-ventures between the two countries
should be considered by looking at potential developing sectors. For example,
Australia is a strong supplier of unfinished goods (to Italy), such as wool, skins and
leather. Italy’s state-of-the-art technologies in these markets would allow her to
transform these products and to produce more finished ones. For instance, Australia
produces the most precious wool in the world and Italy, with its expert abilities and
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techniques transforms the products by manufacturing the most valuable clothes in the
world.
The way to improve the Italian/Australian commercial relationship
The distance between Italy and Australia was, in the past, an insurmountable obstacle
for carrying out and developing the commercial relationship between them. It is
necessary to understand, however, that Australia, despite the relationship with the
United Kingdom and the USA, is a market open to all the countries offering
technology and know -how. At the same time Italian entrepreneurs should have more
updated information about the opportunities for trade or investment in Australia.
There must be a common effort to become familiar with both markets and to make
use of the existing opportunities. Finally, potential collaborations between Italy and
Australia emerge from their competitive advantages, looking for common features
between one economic reality and the other.
Introduction to Sicily
There are about 100,000 Sicilians in Australia. A large portion of the Sicilian
population in Australia is due to post-war immigration. It should be noted that
Australia’s approach aimed at promoting relationships with Italy has always concerned
northern Italy. Little importance was given to southern Italy, limiting and perhaps
preventing existing and future opportunities between both markets.
Before continuing, it is important to know that during all these years, the true Sicilian
representatives have been the immigrants more than the companies. Indeed, today
there is still only a limited presence of Sicilian products and companies in Australia.
The same applies to the presence of Australian products and companies in Sicily. To
join the Australian market is not very different from the way to join the Italian market.
To choose a distributor is very similar to Italy and it is possible to obtain either a
national agent or a local one. As in Italy, a good relationship with the distributor is
fundamental – when you have one, hold on tight to it.
It would be very pretentious to identify exactly the areas of know-how and the
strengths of the Sicilian economy with this discussion. Initial research indicates
possibilities in some sectors such as the agricultural and food industry, optics,
jewellery, building material, and technologies for the production of wine and olive oil.
This presentation is an attempt to give a comprehensive view and therefore to
highlight some opportunities for Sicilian entrepreneurs in the Australian market.
Export opportunities for the agricultural industry
The Agricultural and food industry in Sicily
In the eyes of Australians the agricultural sector appears extremely important for
Sicily. The agricultural sector, involved in a process of growing specialisation in its
products, uses its knowledge to guarantee greater opportunities in world markets. The
citrus industry offers great opportunities to Sicilian farmers, especially in the markets
of oranges, lemons and clementines. Despite its suitable climate, Australia does not
invest enough in the production of fruit such as blood oranges, persimmons, and
prickly pears.
This means having the opportunity to explore the Australian market not only through
the direct selling of agricultural products, taking advantage of inverted seasons in the
southern hemisphere, but also through the possible transfer of knowledge and
machinery to the Australian continent. In addition, Australians are beginning to
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recognise the importance of the Mediterranean diet, consuming greater quantities of
fruit and vegetables. The agreement between the Milan and Melbourne markets, with
an annual trade of $A4000 million offers good prospects.
In particular, wine production and consumption are in full development in Australia.
Both have registered an exceptional growth rate during the last 15 years. According to
the Italian Trade Commission (ICE), in 2002 Italian companies exported to Australia
wine to the value of 15 million euros, and in the last 3 years food products (including
olive oil) worth 100 million euros. The attempt to strengthen the relationship is
evident. In the fruit/vegetables sector, Sicilian industries have a big advantage
compared to Australian industries. Wine and olive oil industries in particular count on
centuries of experience in the field, whereas the Australian wine industry can be
considered “newborn” and therefore too young to compete with Sicilian products.
Sicilian technology and know-how could be integrated in the first phase of
production, especially in the agricultural and food products and in the olive oil
production; and maybe in the technology of wine production. Experience and
knowledge could therefore be extremely important factors for improving the
commercial relationship between Sicily and Australia.
Export opportunities in the optical industry
The Australian optical industry is developing rapidly. The demand for optical products
has never been as high as it is now. In the last 5 years sales of these products have
grown by 38%. This, thanks to strong advertising campaigns and to a recent increase
in the demand for European-style glasses. According to some experts on optical
industry in Australia, Italian products are considered superior in our market.
Subsidiary companies such as Bollè and Rip Curl have been overwhelmed by
international brands and now contribute to the extent of 21% of the total sales of
glasses. Luxottica is a company which has benefited from this Australian market’s
trend. The company started to export its products to Australia in 1998 in small
quantities. The initiative was so successful that Luxottica is now negotiating an
agreement to purchase a big share in the market currently belonging to OPSM (“the
giant” in the Australian optical market).
Opportunities in Australia for marble and handicrafts
Australia has few resources of high quality marble. At the same time Australia is
experiencing a “building boom” which has enlarged the markets for furniture and
construction materials, marble in particular. Consequently, sales of Italian ceramics
and marble have increased. Italy has been the main supplier of marble, tiles and
machinery for marble carving.
In a Sicilian province, the small industrial sector of marble is specialised in cutting
slabs of marble for flooring and panelling. In addition, possible export products to
Australia are “perlato di Sicilia” and “perlatino Sicilian gem”; and there are other
products offered such as kitchen tops, bathroom tops, indoor and outdoor tables,
fireplaces, furniture and washbasins.
Working techniques have been passed on down the centuries by Sicilian ceramic
masters and this process gives a unique originality. Coral carving, artistic ceramic
production and other handicraft products that are still completely unknown must be
introduced in Australia.
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CANBERRA
Export opportunities in the jewellery market
The jewellery industry in Australia is changing and growing. The more selective
demand has grown up by 21% during the last 5 years. But to satisfy this growing
demand natural resources are now limited, thereby reducing the number of jewellery
articles that can be manufactured in Australia. For example, coral is imported because
the Australian Government forbids extraction from Australian coasts, whereas Sicily
does not suffer these restrictions.
The exploitation of Sicilian cultural resources as a tourist heritage is an incentive for
the region, both in terms of economic growth and image. This is why the Sicilian
Region should engage itself, together with Australia, in a program of tourist and
cultural heritage promotion combining art, environment, tradition and sea, with the
objective of offering a varied and quality tourism system. As everyone knows,
Australia has wonderful beaches, a pristine nature and beautiful landscapes. But it
does not have the greatest resource Sicily has to offer: history. Australians must look
to Sicily as an historical-cultural reserve of the Mediterranean and of the whole
civilisation of Europe.
In addition, for many Australians Sicily also means to rediscover their own Italian
origins. Another important aspect is that Sicily can be comfortably visited in its totality
and perhaps the other Italian cities can also be discovered; this is not very easy in
Australia where, due to the enormous distances, a holiday can be very expensive and
time consuming. Destinations are therefore limited.
Successful Sicilians in Australia
To conclude this discussion, it might be of interest to mention some Sicilian people
who have been able to obtain great success in the business fields in Australia.
Amongst these are: Commendatore Paolo Mirabella, president of the Italian Chamber
of Commerce in Melbourne and founder of Mirabella International; George Mascara,
one of the first founders of “Pasta di Casa” pasta factory, which has produced and
distributed a wide range of pasta since 1988; Commendatore Sebastiano Pitruzzello,
founder of “Pantalica Cheese”, which has produced, distributed and sold cheese in
Australia since 1973; Sam Tarascio, entrepreneur in the transportation sector with
“Westgate Logistics” and Giovanni Guzzardi, in the marble sector with “Peraway
Marble”.
Conclusion
The companies that fell ready to enter the Australian market should remember that in
Australia they will find assistance through 5 Chambers of Commerce, located in
Melbourne, Sydney, Brisbane, Perth and Adelaide. In addition, they can ask for
assistance from the ICE, as well as from commercial attachés of the embassy and
consulates throughout the country. I am sure that you will find the challenge of the
Australian market much more interesting and profitable than you have ever expected.
I wish you every success in your projects. Thank you for listening and good luck with
your job.
Bruno Mascitelli
Swinburne University, Melbourne, Australia
Note: *$A is equal to $US 0.69
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Riciclo di fluido e di elementi nel mantello terrestre durante la
subduzione
Marco Scambelluri
Il mantello terrestre costituisce un involucro di rocce pressurizzate ad alta temperatura
compreso tra la sottile crosta esterna ed il nucleo metallico della Terra. La dinamica
del mantello è guidata dalla convezione: il motore dei principali processi geologici a
grande scala quali la migrazione delle placche, la formazione ed espansione degli
oceani, il vulcanismo. La fusione parziale delle rocce del mantello terrestre in risposta
ai movimenti convettivi genera la gran maggioranza dei magmi: questi ultimi vengono
accumulati in superficie portando all’accrescimento della crosta continentale. Il
ripetersi di questi processi nelle ere geologiche ha generato il progressivo
impoverimento del mantello terrestre nei componenti che vengono concentrati nei
magmi e nella crosta terrestre. Il flusso di materia dal mantello verso la superficie della
Terra è stato ed è controbilanciato dall’ immissione di rocce crostali nel mantello sino
a profondità di circa 600 km in corrispondenza delle zone di subduzione (Fig1),
localizzate ai margini delle placche in collisione. Durante la subduzione l’acqua
incorporata nelle rocce in seguito all’interazione con fluidi superficiali e/o con l’acqua
di mare, diventa progressivamente instabile nei minerali. Il riscaldamento delle rocce
causa il rilascio dell’acqua mediante reazioni di disidratazione che scandiscono la
trasformazione metamorfica dei minerali idrati in altri minerali, più anidri e più densi.
Il fluido acquoso rilasciato dalle placche subdotte risale verso la superficie migrando
nel mantello soprastante causandone l’idratazione, abbassandone il punto di fusione
parziale e quindi innescando la formazione di magmi. La disidratazione delle placche
subdotte può inoltre generare sismi di profondità intermedia, localizzati tra 50 e 200
km di profondità. I processi suddetti sono considerati tra le cause principali delle
attività sismiche e vulcaniche che caratterizzano i margini tra placche convergenti.
Queste evidenze hanno fortemente accresciuto nell’ultimo decennio l’importanza
dell’acqua nei minerali del mantello terrestre attirando l’interesse dei ricercatori sul
ruolo giocato dai fluidi nella dinamica del mantello. Numerosi studi hanno inoltre
documentato che la disidratazione delle placche subdotte è accompagnata dal riciclo
nel fluido di componenti quali cloro, boro, litio ed altri elementi incompatibili nelle
rocce subdotte e presenti in basse quantità nelle rocce del mantello. Questi elementi
vengono attualmente usati (i) come traccianti del passaggio di fasi fluide nel mantello,
(ii) per ricostruire le interazioni fluido/roccia ed i processi che accompagnano il flusso
di fluidi ed elementi nel mantello, (iii) per definire il ciclo degli elementi a scala globale.
Non esiste un modo per osservare direttamente i processi che avvengono nel mantello
e le informazioni disponibili derivano principalmente dalla sismologia, dall’analisi
geochimica dei magmi eruttati in superficie, da simulazioni sperimentali e numeriche.
Esistono inoltre crescenti prove che le rocce affioranti in superficie in alcune catene
montuose siano importanti testimoni di antichi processi di subduzione sino a
profondità estreme > 100-200 km. Queste eccezionali condizioni hanno favorito la
cristallizzazione minerali quali il diamante, la coesite e alcune forme di altissima
pressione dell’olivina e del granato. Queste rocce conservano le tracce delle
trasformazioni metamorfiche avvenute durante la subduzione e contengono ancora
minute inclusioni dei fluidi liberati in profondità. Lo studio dei minerali e dei fluidi
costituenti queste rocce è al momento attuale un’importante frontiera nel campo delle
Scienze della Terra poiché aiuta a decifrare processi che avvengono in ambienti
inaccessibili e che determinano fenomeni parossistici quali il vulcanismo e la sismicità
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in zone di convergenza tra placche. L’applicazione allo studio di queste rocce delle più
moderne tecnologie per l’analisi dell’acqua e degli elementi in traccia nei singoli
minerali e nelle inclusioni di fluido, consente di ricostruire il flusso di fluidi ed
elementi nelle zone di subduzione e permette di monitorare le interazioni tra questi
fluidi e il mantello soprastante la zone di subduzione.
L’Università di Genova e la Research School of Earth Sciences (RSES) dell’Australian
National University di Canberra studiano da tempo questi processi sia mediante
l’analisi di rocce naturali, sia mediante esperimenti di laboratorio che simulano le
condizioni termiche e bariche caratteristiche della subduzione. Particolarmente
significative sono state le sinergie per lo studio della subduzione delle serpentiniti,
rocce abbondanti nella litosfera oceanica e particolarmente ricche di acqua. La stabilità
delle serpentiniti sino a circa 200 km di profondità durante la subduzione ha permesso
di identificare queste rocce quali i più importanti serbatoi profondi per il rilascio di
acqua nel mantello. Le collaborazioni tra l’Università di Genova e la RSES di Canberra
hanno riguardato il ruolo di queste rocce negli ambienti di subduzione e la natura dei
fluidi rilasciati (Scambelluri et al., 1995, Geology, 23, 459-462; 2001; Scambelluri et al.,
2001, Earth Planet. Sci. Lett., 192, 457-470 ; Hermann et al., 2000, Tectonophysics,
327, 225-238).
Nell’ambito di questa collaborazione il Prof. Marco Scambelluri ha condotto uno stage
di ricerca presso la Research School of Earth Sciences, The Australian National
University di Canberra. Lo stage si e’ concentrato sull’applicazione di nuove tecnologie
allo studio dei principali minerale costituenti il mantello terrestre, mediante l’utilizzo di
tecnologie Laser-Ablation ICP-MS, spettroscopia ad infra-rosso e microsonda
elettronica, disponibili presso la RSES. In particolare il progetto di collaborazione ha
riguardato il trasferimento dalla crosta al mantello terrestre di acqua e di elementi in
traccia durante la subduzione di crosta continentale, e l’influenza di questi processi
nella dinamica del mantello terrestre. Il progetto è stato condotto in collaborazione
con il Dr. Joerg Hermann. Durante lo sviluppo del progetto sono avvenute
significative interazioni con altri ricercatori e con lo staff tecnico della RSES.
Il progetto ha affrontato i seguenti temi principali:
1) i differenti stili di idratazione e metasomatismo registrati dalle scaglie di peridotiti di
mantello affioranti nella Valle di Ultimo (Bolzano, Italia). Queste rocce registrano
stadi crescenti di idratazione e di scambio di elementi con le rocce crostali in ambienti
di subduzione e sono un materiale unico e di grande importanza per chiarire i processi
di movimento delle scaglie di mantello verso le placche crostali subdotte. Il progetto e’
inserito in una collaborazione tra le Universita’ Italiane di Genova e di Bologna, ed è
stato recentemente cofinanziato da parte del MURST. La collaborazione intrapresa dal
Prof. Scambelluri con la RSES dell’ANU è quindi rivolta a dare un approfondimento e
un allargamento internazionale al progetto suddetto.
2) La subduzione e’ lo scambio di elementi tra rocce crostali e di mantello ad altissime
pressioni. La ricerca e’ stata condotta sulle rocce a granato e coesite della catena
Dabie-Shan – Sulu della Cina. Anche queste rocce sono materiali di grande interesse
da parte della comunità scientifica internazionale poichè costituiscono un record di
profondità estrema raggiunto durante il metamorfismo delle rocce crostali e di
mantello. Lo studio è attualmente parte di una tesi di Dottorato presso l’Universita’ di
Genova. Questo progetto prevede per il futuro uno stage presso l’RSES da parte della
studentessa di Dottorato per approfondire i temi suddetti. Anche questo tema di
ricerca è inserito in un progetto di cofinanziato dal MURST.
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Il Prof. Scambelluri intende ringraziare l’Ambasciata Italiana a Canberra, in particolare
il Dr. Sasanelli, e l’Australian National University per il finanziamento fornito, per la
grande opportunità di allacciare contatti e sviluppare i progetti scientifici, e per la
disponibilità di strutture e strumenti scientifici.
Fig 1: Rappresentazione Schematica dei processi nella zona di subduzione.
Fig 1: Schematic representation of subduction zone processes.
Prof Marco Scambelluri
Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue
Risorse,
Università degli Studi di Genova,
Corso Europa 26, 16132, Genova, Italy
Tel. 0039 010 3538315
Email: [email protected]
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Recycling of fluids and elements into the Earth’s mantle during subduction
Marco Scambelluri
The Earth’s mantle represents a portion of rocks exposed to high temperature and pressure,
that is located between the thin external crust and the Earth’s metallic core. Mantle dynamics
are led by large-scale convection, which is the main driver of primary geological process such
as plates migration, oceans formation and expansion, and volcanism. The partial melting of
the Earth’s mantle, as a reaction to convective movements, generates the majority of
magmas: these are then accumulated on the surface leading to the growth of continental
crust. The sequence of such processes during the geological eras has led the progressive
depletion in the Earth’s mantle of the components that are concentrated in the magmas and
in the crust. The flux of matter from the mantle towards the Earth’s surface has been
counterbalanced by the introduction of crustal rocks into the mantle at up to about 600
kilometres depth in subduction zones that are located on the boundary of colliding plates
(Fig. 1, pag 64). During subduction, the water accumulated in the rock forming minerals
becomes progressively unstable because of interaction with superficial fluids and/or
saltwater. When rocks heat up, they release water through dehydration reactions, regulating
the metamorphic transformation of hydrated minerals into anhydrous and dense minerals.
The hydrous fluid released by the subducted plates then migrates towards the surface
through the upper mantle. This migration causes hydration and lowering of the partial
melting point, thus initiating the production of magmas. Dehydration of subducted plates
can also generate earthquakes at intermediate depth, somewhere between 50 and 200
kilometres. Such processes are considered to be the main causes of seismic and volcanic
activities, which occur at the margins between convergent plates. These findings over the last
decade have amplified the importance of water found in mantle minerals, attracting
researchers to investigate the role played by fluids in mantle dynamics. Several studies have
also shown that dehydration of subducted plates works together with the recycling in the
fluid of components such as chlorine, boron, lithium and other elements incompatible with
the subducted rocks and present in small quantities in the mantle rocks. These elements are
currently used (i) as fluid tracers in the mantle; (ii) to understand fluid/rock interaction and
the processes related to the flux of fluids and elements in the mantle; (iii) to define the cycle
of elements at the global scale.
There is no way to directly observe the processes taking place in the mantle. The information
available comes mainly from seismology, geochemical analysis of magmas erupted onto the
surface, and experimental and numerical simulations. There is also growing evidence that in
some mountain chains, deeply buried rocks exhumed to the surface can be used to constrain
subduction processes at extreme depths (up to 100-200 kilometres). The exceptional
conditions preserved in these rocks have promoted the crystallisation of minerals such as
diamond, coesite and some high pressure forms of olivine and garnet. These rocks preserve
traces of metamorphic transformations that took place during subduction and still contain
tiny inclusions of fluids released at depth. The study of the minerals and fluids that constitute
these rocks is now paramount in the field of Earth Sciences, as it helps in decoding processes
that take place in inaccessible environments and which determine paroxysmal phenomena
such as volcanism and seismic activity in converging plate boundaries. Applying the most
modern technologies for the analysis of water and trace elements in single minerals and fluid
inclusions to the study of these rocks allows reconstructing the flux of fluids and elements in
subduction areas and monitoring the interactions between these fluids and the mantle above
the subduction area.
The University of Genova and the Research School of Earth Sciences (RSES) at the
Australian National University in Canberra have been studying these processes for a long
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time, both through analysis of natural rocks and laboratory experiments that simulate the
pressure-temperature conditions typical of subduction. The synergies in the study of
subduction in serpentinite - rocks occurring within the oceanic lithosphere that are
particularly rich in water - have been particularly significative. The stability of serpentinite up
to 200 kilometres during subduction allowed identifying these rocks as the most important
deep reservoir for the release of water into the mantle. The collaboration between the
University of Genova and the RSES in Canberra considered the role of these rocks in
subduction and the nature of the fluids released (Scambelluri et al., 1995, Geology, 23, 459462; 2001; Scambelluri et al., 2001, Earth Planet. Sci. Lett., 192, 457-470; Hermann et al.,
2000, Technophysics, 327, 225-238).
Within this collaboration, Prof. Marco Scambelluri conducted research at the Research
School of Earth Sciences, at The Australian National University in Canberra. The study
focused on the application of new technologies available at RSES, such as Laser-Ablation
ICP-MS, infrared spectroscopy and electronic microprobe, to the study of the main minerals
that make up the Earth’s mantle. In particular, the cooperation project regarded the transfer
of water and trace elements from the crust to the mantle during the subduction of
continental crust, and the influence of these processes on the Earth’s mantle dynamics. The
project was conducted with the contribution of Dr. Joerg Hermann. During the project
development, interactions took place with other researchers and with the RSES technical
staff.
The project included the following main subjects:
1) The different styles of hydration and metasomatism registered from mantle peridotite
bodies cropping out in the Ultimo Valley (Bolzano, Italy). These rocks present different
stages of hydration and exchange of elements with crustal rocks in a subduction zone
environment. They are a unique and highly important material to understand the movement
of mantle nappes towards subducted crustal plates. The project is part of ongoing
collaboration between the Italian Universities of Genova and Bologna and was recently co funded by MURST. The collaboration undertaken by Prof. Scambelluri with RSES is
therefore aimed to further developing and expanding this project at an international level.
2) Subduction and the exchange of elements between crustal and mantle rocks at very high
pressure. Research was conducted on garnet and coesite rocks from the Dabie-Shan – Sulu
chain, China. These rocks are of great interest for the international scientific community, as
they represent a record of extreme depth reached during metamorphism of crustal and
mantle. The study is currently part of a Doctorate thesis at the University of Genova. This
project includes a future visit to RSES by the Doctorate student in order to further develop
the subject. This research topic is included in a project co-funded by MURST.
Prof. Scambelluri would like to thank the Italian Embassy in Canberra, in particular Dr.
Sasanelli, and the Australian National University for the funding provided, for the great
opportunity to establish contacts and develop scientific projects, and for the accessibility to
facilities and scientific equipment.
Fig 1, pag 64
Prof Marco Scambelluri
Department of Territory and its Resources
University of Genova
Corso Europa 26, 16132, Genova, Italy
Tel. 0039 010 3538315
Email: [email protected]
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Collegare le funzioni nel “cervello diviso”
Royal Society of New Zealand, Marsden Fund, Wellington.
Cosa succede quando gli emisferi destro e sinistro del nostro cervello non sono più in
grado di comunicare? La scienza medica lo ha appurato dopo un’operazione che è
stata eseguita per la prima volta negli anni 60, al fine di rimuovere il corpo calloso, uno
spesso fascio di nervi che collega i due emisferi del cervello. Il taglio di questa
“autostrada” di neuroni ha portato sollievo ai malati di epilessia resistente alla droga,
impedendo agli attacchi epilettici di diffondersi in tutto il loro cervello. Ma tale
miglioramento ha portato una serie di effetti tanto interessanti quanto strani.
I ricercatori hanno subito scoperto che la vista di questi pazienti era
fondamentalmente spaccata a metà. I pazienti che vedevano un’immagine alla loro
sinistra, quando cioè la parte destra del cervello elaborava le informazioni, erano
incapaci di dire ciò che avevano visto e spesso affermavano persino di non aver visto
nulla. La parte destra del cervello, almeno appena dopo l’operazione, sembrava essere
muta ed analfabeta.
L’idea che le diverse parti del cervello controllino diversi tipi di pensiero si è fatta
strada nella cultura popolare – ed ha prodotto interi scaffali di libri “self-help”
sull’argomento. Sembra tuttavia che il mondo di queste persone non sia
completamente diviso. Alcuni studi presso l’Università di Auckland hanno mostrato
che, mentre gli individui affetti da “cervello diviso” non possono far corrispondere
forme e colori semplici con parti opposte dello spazio, possono tuttavia integrare certi
tipi di informazioni. Sono in grado di giudicare se linee inclinate nei due lati sono
allineate e decidere se un punto che appare da un lato e poi dall’altro, si sposta a
sinistra o a destra.
Sorprendentemente, gli individui dal “cervello diviso” sembrano poi avere poche
difficoltà nell’evitare collisioni mentre si spostano nel mondo reale.
Ma le preziose rivelazioni che gli individui dal cervello diviso forniscono a proposito
delle diverse funzioni dei due emisferi del nostro cervello sono sempre più rare.
Miglioramenti nel controllo dell’epilessia per quanto riguarda le operazioni per
recidere il corpo calloso sono quasi inutili. Ci sono comunque alcuni individui dal
cervello diviso presenti nel mondo ed il Professor Michael Corballis dell’Università di
Auckland ha recentemente incontrato uno di questi, in Italia, per far luce su questi
fenomeni.
Al paziente italiano è stato chiesto di indicare su una tastiera se le coppie di colori
fossero uguali o diverse. Quando i colori provenivano da parti opposte dello spazio le
risposte rientravano nell’ordine della probabilità, come ci si aspettava. Quando i colori
erano entrambi sulla destra, l’uomo ha dato risposte esatte. Ma quando apparivano
sulla sinistra, le risposte erano completamente sbagliate. L’uomo non riusciva
nemmeno a reagire ad un singolo lampo di luce sulla sinistra premendo un tasto.
Come negli esperimenti precedenti dove c’era stata una mancanza di risposte verbali, è
come se la parte destra del suo cervello fosse semplicemente spenta. Tuttavia, il
paziente italiano era in grado di indicare un lampo di luce sulla sinistra e persino
segnalare se il flash si stesse movendo verso l’alto o verso il basso.
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Tale dissociazione fra l’individuare – sia verbalmente che tramite tastiera – e l’indicare
i simboli può essere collegata fra due sistemi visivi nel cervello. Uno, chiamato sistema
“che”, il quale si estende dal lobo occipitale al lobo temporale del cervello ed ha a che
fare con l’identificazione degli oggetti. L’altro, chiamato sistema “dove” sembra non
funzionare, ma la parte destra di questo sistema è rimasta intatta.
Il sistema “dove”, che ci permette di navigare nello spazio, è probabilmente più
primitivo in senso evoluzionistico e comprende forse più fibre di connessione di tipo
subcorticale e più primitive del corpo calloso. Ulteriori test hanno suggerito che il
sistema “dove” può rimanere ampiamente collegato nel paziente italiano dal cervello
diviso, così come in altri pazienti che si sono sottoposti all’operazione.
Il paziente italiano è un’eccezione rispetto ad altre persone dal cervello diviso per
quanto riguarda la disfunzione della parte sinistra dello spazio, ma ha (letteralmente)
aperto la strada a successivi esperimenti che permetteranno una mappatura più
accurata di queste componenti molto difficili del sistema visivo.
Per ulteriori informazioni contattare il Professor Michael Corballis, Dipartimento di
Psicologia, Università di Auckland, Box 92019, Auckland. Email:
[email protected]
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Piecing together split brain processing
Royal Society of New Zealand, Marsden Fund, Wellington
What happens when the left and right hemispheres of your brain can no longer
communicate? Medical science found out when an operation to cut the corpus
callosum, a thick bundle of nerves that connects the two hemispheres of the brain,
first took place in the 1960s. Severing this neuron highway brought relief for drugresistant epilepsy, by preventing seizures from spreading throughout their brain. But
that relief came with a range of interesting and odd effects.
Researches soon discovered that the visual world of these patients was essentially split
in half. Patients who saw an image on their left side, so that their right brain processed
the information, were unable to name what they had seen, and even sometimes said
that they had seen nothing at all. The right brain, at least immediately after the
operation, seemed to be both mute and illiterate.
The idea that different sides of the brain control different types of thoughts has taken
hold in popular culture - and spawned entire shelves of self-help books on the subject.
But it seems the world of such people is not completely split. Work at the University
of Auckland has shown that while split-brained people cannot match simple colours
and shapes on opposite sides of space, they can integrate certain kinds of information.
They can judge whether sloping lines on the two sides are aligned, and decide whether
a dot that appears on one side, and then the other, jumps to the left or right. Splitbrained people also, remarkably, seem to have little difficulty avoiding collisions while
navigating the real world.
But the valuable insights that split-brained people provide into different functions of
the two sides of our brain are becoming rare. Improvements in the control of epilepsy
mean operations to cut the corpus callosum are mostly unnecessary. There are,
however, a few split-brained people still available world-wide, and Professor Michael
Corballis from the University of Auckland recently met with a split-brained man in
Italy to gain some insight into these phenomena.
The Italian was asked to indicate on a keyboard whether pairs of colours were the
same or different. When the colours were from opposite sides of space he responded
at a chance level, as expected. When the colours were both on the right, the man gave
perfect responses. But when they appeared on the left, he failed to respond at all. He
couldn't even respond to a single flash of light on the left by pressing a key. As in the
earlier experiments where there had been a lack of verbal response, it was as though
his right brain had simply closed down. However, the Italian man could easily point to
a flash of light on the left and even indicate, by pointing, whether the flash was
moving up or down.
Such dissociation between symbolic detection - whether verbal or by keyboard - and
pointing can be linked between two visual systems in the brain. One, called the "what"
["che"?] system, was from the occipital lobes of the brain to the temporal lobes, And
had to do with the identification of objects. The other, called the "where" ["dove"?]
system seems to have lost consciousness, but the right side of his "where" system
remained intact.
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The "where" system, which allows us to navigate through space is probably more
primitive in an evolutionary sense, and probably includes more connecting fibres that
are subcortical and more primitive than the corpus callosum. Further testing has
suggested that the "where" system may remain largely connected in the Italian splitbrained man, as well as in others who have undergone the operation.
The Italian man is unusual among split-brained people in the extent of his neglect of
the left side of space, but he has (literally) pointed the way to further experiments that
will allow more accurate mapping of these very difficult components of the visual
system.
For more information, contact Professor Michael Corballis, Department of
Psychology, University of Auckland, Box 92019, Auckland. Email:
[email protected]
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Conferenza FEAST “Networking for Excellence
Canberra - 12-14 Novembre 2003
Alessandra Iero, Nicola Sasanelli
Il 12 e 14 novembre 2003 si e’ svolta a Canberra la conferenza internazionale
“Networking for Excellence” promossa dall’organizzazione FEAST, Forum for
European Australian Scientific and Technological cooperation, con il coinvolgimento
delle principali rappresentanze diplomatiche europee e del Ministero delle Scienze
Australiano.
“Networking for Excellence” costituisce la quarta conferenza di FEAST per la
promozione della cooperazione tra Europa e Australia e la seconda a carattere
internazionale.
Oltre 270 delegati hanno partecipato ai lavori della conferenza che si e’ svolta il 13
novembre presso lo “Shine Dome”, sede dell’Accademia australiana della Scienza e il
14 novembre nel complesso “Manning Clark” all’interno dell’Australian National
University. Gli speakers, oltre 50 tra australiani ed europei, scelti dal comitato
organzzatore per le loro rinomate competenze nel settore della cooperazione
internazionale, hanno presentato e discusso con i delegati la situazione attuale della
cooperazione tra Europa e Australia, le possibilita’ offerte all’interno del VI
Programma Quadro e del BAA (Backing Australia’s Ability), ed una serie di altre
tematiche strettamente connesse.
La Commissione Europea ha partecipato alla conferenza con una delegazione di 8
speakers, tutti provenienti da Bruxelles.
Dall’Italia e’ stato invitato a partecipare ai lavori il Prof. Luigi Nicolais, Assessore
all’Universita’ e alla Ricerca S&T della Regione Campania, che ha tenuto due relazioni
nelle quali ha presentato le principali caratteristiche del programma regionale
d’innovazione e cooperazione e, successivamente, lo stato delle attivita’ scientifiche in
Italia nel settore delle nanotecnologie ed in particolare dei nuovi materiali composti.
Inoltre, dall’Australia hanno partecipato alla conferenza i presidenti delle Associazioni
ARIA (Associazioni per la Ricerca fra Italia ed Australasia) ed alcuni ricercatori italoaustraliani che operano nelle principali Universita’ e Centri di Ricerca Australiani.
Alla conferenza hanno partecipato scienziati e rappresentanti governativi di Germania,
Regno Unito, Finlandia. Da parte australiana si e’ distinta tra gli altri la presenza del
“Chief Scientist” Australiano, dell’Executive Director dell’Australian Research
Council, dell’Executive Director dell’Australian Academy of Social Science, del Chief
Executive Officer del’NMHRC (National Medical Health Research Council).
La conferenza e’ stata preceduta, il pomeriggio del 12 novembre da diversi eventi
quali: un’incontro dei presidenti delle Associazioni ARIA a cui hanno partecipato il
Ministro delle Scienze Australiano On. Peter McGauran e l’Ambasciatore d’Italia HE
Dino Volpicelli; la presentazione nazionale di “FEAST-France” (network di ricercatori
di origine francese); ed infine la Welcome Reception.
L’apertura ufficiale della Conferenza ha avuto luogo il 13 novembre alle ore 9 alla
presenza del Ministro australiano per la Scienza Peter McGauran e dell’Ambasciatore
d’Italia Dino Volpicelli. Entrambi i discorsi di benvenuto e di avvio dei lavori hanno
sottolineato l’importanza della cooperazione nei settori della scienza e tecnologia per
la promozione di ricerca e sviluppo nell’intera societa’.
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La Confernza e’ stata organizzata in una serie di sessioni plenarie, di cui cinque si sono
tenute il 13 novembre e quattro worshop contemporanei che si sono tenuti il 14
novembre in mattinata (vedi programma allegato).
La prima sessione plenaria “Networking for Excellence – The future for Science” ha
esplorato lo stato della cooperazione e dei network esistenti tra Europa e Australia e la
loro evoluzione all’interno dei programmi quadro della comunita’ europea e i
programmi di ricerca australiani.
La seconda sessione, “Research Priorities – Putting Policy into Practice” ha
ulteriormente approfondito gli strumenti forniti dal VI Programma Quadro e dal
programma australiano della ricerca per favorire la cooperazione.
La terza sessione “The Social Responsibility of Science” ha invece approfondito i
collegamenti esistenti tra scienza, ricerca e etica e i possbili risvolti per la societa’.
La sessione successiva “National & Regional Strategies for Innovation & Research
Networks” ha invece confrontato le strategie per la promozione di network per
l’innovazione e la ricerca all’interno di programmi di cooperazione nazionale e
regionale. In particolare, questa sessione si e’ soffermata non solo sui programmi dei
governi centrali ma anche sui programmi intrapresi dall’Accademia delle Scienze
finlandese, dall’associazione tedesca Max-Planck, e dal Governo regionale della
Campania
La quinta sessione, “The International Brain Train – Knowledge Transfer & Mobility”
ha confrontato le iniziative e le opportunita’ disponibili per gli scambi di ricercatori
tramite programmi dell’NHMRC, dell’ARC, dei CRC della DAAD (l’Accademia
tedesca per il servizio di scambio) e della Comunita’ Europea.
La sesta sessione, che ha avuto luogo nel pomeriggio del 14 novembre, dal titolo
“Technology Diffusion – Australia and Europe’s experiences” ha visto la
partecipazione di esponenti governativi e di ricercatori impegnati nel trasferimento
tecnologico sia in Australia che in Europa.
I quattro workshop, svoltisi contemporaneamente durante la mattina del 14
novembre, hanno trattato i seguenti temi:
Workshop 1 ICT – Enabling Science;
Workshop 2 Innovative solutions to drive agricultural sustainability;
Workshop 3 Life Sciences, Genomics & Biotechnology for Health;
Workshop 4 Nanotechnologies and Nanosciences, Knowledge based multifunctional
materials and new production processes and devices.
I quattro workshop sono stati organizzati grazie al lavoro preparatorio congiunto
svolto dal workshop manager e dai workshop leader europeo e australiano. Queste
ultime tre figure, sono state scelte dal comitato organizzatore per ciascun workshop,
tra personalita’ particolarmente di spicco nell’area tematica.
I workshop, oltre a presentare le iniziative e gli incentivi sia australiani che della
Comunita’ Europea nel particolare settore oggetto di discussione, sono stati
organizzati in modo da consentire la presentazione di casi di studio, orientati su
attivita’ di cooperazione, che stimolassero una successiva discussione.
I workshop hanno quindi visto la partecipazione di esponenti del mondo della ricerca
e delle imprese coinvolti in attivita’ di ricerca e cooperazione tra Europa e Australia.
La sessione conclusiva ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei workshop per
riassumerne le conclusioni. Il Prof Ron Johnston, Executive Director dell’Australian
Innovation Centre, il Dr Chris Patermann, Director, Environment, della Commissione
Europea, e Mr Colin Walters, Group Manager – Science, dell’Australian Government
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Department of Education, Science & Training hanno invece elaborato le conclusioni
dei due giorni completi.
Dalla conferenza FEAST e dalla condivisione delle priorita’ indicate in entrambi i
piani nazionali di ricerca e’ emerso un notevole interesse a promuovere ulteriormente
la cooperazione S&T fra i due Continenti. L’organizzazione FEAST ha fornito
notevoli strumenti per favorire la cooperazione, ma sicuramente molto puo’ essere
fatto da parte di organizzazioni come l’Australian Research Council e l’NHMRC.
D’altra parte, durante i tre giorni e’ emerso con forza il ruolo della cooperazione
bilaterale, stimolata anche dalla presenza di organizzazioni quali FEAST-France e
ARIA (Associazione per la Ricerca tra Italia e Australasia). Tali organizzazioni o reti di
organizzazioni consentono un contatto piu’ immediato e diretto, favorendo un’azione
dal basso alla cooperazione che puo’ essere un primo passo verso una cooperazione
multilaterale.
Dott.ssa Alessandra Iero
Email: [email protected]
Dott Ing Nicola Sasanelli
Email: [email protected]
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FEAST Conference “Networking for Excellence”
Canberra - 12-14 November 2003
Alessandra Iero, Nicola Sasanelli
On the 12th and 14th November 2003, Canberra hosted the international conference
“Networking for Excellence”, promoted by the FEAST (Forum for European
Australian Scientific and Technological cooperation) organization, with the
participation of the main European diplomatic representatives and the Australian
Ministry of Science.
“Networking for Excellence” is the fourth FEAST conference for the promotion of
cooperation between Europe and Australia, and the second at an international level.
More than 270 delegates have contributed to the preparation of the conference, which
took place on the 13th November at the “Shine Dome”, home of the Australian
Academy of Science, and on the 14th November in the “Manning Clark” building of
the Australian National University. More than 50 speakers from Europe and Australia,
chosen by the organisational committee for their recognized competence in the
international cooperation sector, have presented and discussed with the delegates the
current situation of the cooperation between Europe and Australia, the possibilities
offered by the VI Framework Program and by the BAA (Backing Australia’s Ability),
and a series of other closely related issues.
The European Commission participated in the conference with a delegation of 8
speakers, all from Bruxelles.
Prof. Luigi Nicolais, Councillor of the University and S&T Reaserch of the Campania
Region, was invited from Italy. He gave two speeches presenting the main features of
the regional program of innovation and cooperation and, afterwards, the situation of
scientific activities in Italy in the nanotechnology sector and in particular of new
composite materials. In addition, other participants were the presidents of the ARIA
(Associations for the Research between Italy and Australasia) Associations and some
Italo-Australian researchers from the main Australian Universities and Research
Centres.
Scientists and representatives of Germany, the United Kingdom and Finland have
participated in the conference. On the Australian side, particularly important was the
presence of the Australian “Chief Scientist”, the Australian Research Council
Executive Director, the Australian Academy of Social Science Executive Director and
the NMHRC (National Medical Health Research Council) Chief Executive Officer.
The conference was preceded, in the afternoon of the 12th November, by several
events such as: a meeting between the presidents of the ARIA Associations, with the
participation of the Australian Minister of Science, the Honourable Peter McGauran
and the Ambassador of Italy HE Dino Volpicelli (see Message N.of the); the national
presentation of “FEAST-France” (network of French researchers); and finally the
Welcome Reception.
The official opening of the Conference took place on the 13th of November at 9.00 in
the presence of the Australian Minister of Science Peter McGauran and the
Ambassador of Italy Dino Volpicelli. Both opening speeches emphasised the
importance of cooperation in the scientific and technological sectors, for the
promotion of research and development in the whole society.
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The conference consisted of a number of plenary sessions: five sessions were held on
the 13th November and four workshops were held simultaneously in the morning of
the 14th November (see attached program).
The first plenary session “Networking for Excellence – The future for Science”
explored the situation of the existing cooperation and networks between Europe and
Australia and their development in the framework programs of the European
community and the Australian research programs.
The second session, “Research Priorities – Putting Policy into Practice” further
investigated the insights provided by the VI Framework Program and the Australian
research program to promote cooperation.
The third session “The Social Responsibility of Science” explored the existing links
between science, research and ethics and the possible implications for society.
The following session “National & Regional Strategies for Innovation & Research
Networks” has compared the strategies promoting networks for innovation and
research inside the national and regional cooperation programs. In particular, this
session focused not only on the programs of national governments, but also on the
programs undertaken by the Finnish Academy of Science, by the German association
Max-Planck and by the regional Government of the Campania Region.
The fifth session, “The International Brain Train – Knowledge Transfer & Mobility”
compared the initiatives and opportunities available for the exchange of researchers
through programs organised by NHMRC, ARC, CRC, DAAD (the German Academy
for the exchange service) and by the European Community.
The sixth session, which took place in the afternoon of the 14th November, called
“Technology Diffusion – Australia and Europe’s experiences” featured the
participation of government representatives and researchers working on the
technological transfer both in Australia and in Europe.
The four workshops, which took place simultaneously in the morning of the 14th
November, dealt with the following subjects:
Workshop 1 ICT – Enabling Science;
Workshop 2 Innovative solutions to drive agricultural sustainability;
Workshop 3 Life Sciences, Genomics & Biotechnology for Health;
Workshop 4 Nanotechnologies and Nanosciences, Knowledge based multifunctional
materials and new production processes and devices.
The four workshops were organized thanks to the joint preparatory effort of the
workshop manager and the respective European and Australian workshop leaders.
These last three people were chosen by the organizational committee for each
workshop, amongst extremely important individuals in the field.
The workshops, beside presenting the initiatives and the incentives both from
Australia and from the European Community in the particular sector being discussed,
were organized in a way which would allow the presentation of study cases, oriented
towards cooperation activities able to stimulate further discussions.
The workshops have therefore seen the participation of representatives from research
areas and companies involved in research and cooperation activities between Europe
and Australia.
The final session featured the participation of the workshops representatives to
summarize the conclusions. Prof. Ron Johnston, the Australian Innovation Center
Executive Director, Dr. Chris Patermann, Director of the European Commission
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(Environment) and Mr Colin Walters, Group Manager of the Australian Government
Department of Education, Science & Training (Science) summed up the two days.
The FEAST conference and the sharing of priorities indicated in both national
research plans have shown great interest in further promoting the S&T cooperation
between the two Continents. The FEAST organization has provided exceptional
instruments to encourage cooperation, though a lot more can be done, by
organizations such as the Australian Research Council and the NHMRC.
On the other hand, during the three days there was strong emphasis on the role of
bilateral cooperation, stimulated by the presence of organizations such as FEASTFrance and ARIA (Association for the Research between Italy and Australasia). These
organizations or organization networks allow a more immediate and direct contact,
supporting a “bottom-up action” in the cooperation, which can be a first step towards
multilateral cooperation.
Dott.ssa Alessandra Iero
Email: [email protected]
Dott Ing Nicola Sasanelli
Email: [email protected]
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FEAST CONFERENCE “NETWORKING FOR EXCELLENCE”,
Canberra, 12-14 November, 2003
Program
12 November, Academy of Science, Shine Dome
17.00 Pre-Conference Registration
17.30 The National Launch of FEAST- France
19.00 FEAST Conference Welcome Reception
Supported by: Renault
13 November
Conference Day 1, Academy of Science, Shine Dome
9.00 Opening
Chair:Mr Michael Parker, Executive Director, Forum for European-Australian Science
& Technology cooperation (FEAST)
Australia: The Hon Peter McGauran MP, Australian Federal Minister for Science
Europe: H.E. Mr. Dino Volpicelli, Italian Ambassador
Dr Chris Patermann, Director – Environment, European Commission
Supported by: Australian Government Department of Education, Science & Training
9.30 Plenary Session 1 Networking for Excellence – The future for Science
Chair Mr Tim Besley AC FTSE, Chair, Australian Research Council
Australia: Professor Greg Tegart , Aust Visiting Fellow, National Europe Centre
Europe: Dr Nicholas Hartley, Head of Unit, Strategy and Policy, Industrial
Technologies, European Commission
Dr Erastos Filos, Scientific Co-ordinator, Information Society Directorate General,
European Commission
Supported by: Australian Research Council (ARC)
10.30 Morning Tea - Supported by: Knowledge Commercialisation Australasia (KCA)
11.00 Plenary Session 2 Research Priorities – Putting Policy into Practice
Chair H.E. Piergiorgio Mazzocchi, Delegation of the European Commission to
Australia and New Zealand
Australia: Australia’s Chief Scientist, Dr Robin Batterham
Europe: Dr Chris Patermann, Director, Environment, European Commission
Mr Louis Bellemin – Head of Unit International Division, European Commission
Supported by: Delegation for the European Commission to Australia & New Zealand
12.00Plenary Session 3 The Social Responsibility of Science
Chair: Dr John Beaton, Executive Director, Academy of the Social Sciences in
Australia
Australia: Dr Simon Longstaff, Executive Director, St James Ethics Centre
Europe: Dr Peter Briggs, Pro Rector (External Partnerships) and Principal, University
of Surrey Roehampton, UK
Mr Tim Hall, Head of Unit, Strategy for Health, European Commission
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Supported by: Delegation for the European Commission to Australia & New Zealand
13.00Lunch - Supported by: Australian Nuclear Science and Technology Organisation
(ANSTO)
14.00Plenary Session 4 National & Regional Strategies for Innovation & Research
Networks
Chair: Mr John Gage, Deputy-Director, National Europe Centre Australia
Australia: Mr Colin Walters, Group Manager – Science, Australian Government
Department of Education, Science & Training
Finland: Dr Ritva Dammert, Co-ordinator, Finnish Centres of Excellence Programme,
Academy of Finland
Italy: Prof Luigi Nicolais, Regional Minister for University & Scientific Research
Technological Innovation & New Economy, Campania Region, Italy
Germany: Prof Gerhard Huisken, Director of the Max-Planck-Institute for
Gravitational Physics, Germany
Open discussion
15.30Afternoon Tea -Supported by: Knowledge Commercialisation Australasia (KCA)
16.00Plenary Session 5 The International Brain Train – Knowledge Transfer &
Mobility
Chair: Prof Alan Pettigrew, CEO, National Health & Medical Research Council
Australia: Prof Sue Rowley, Executive Director-International, Australian Research
Council
Dr Robert Cowan, Deputy Chair of the Cooperative Research Centres (CRC)
Association
Europe: Mr Nick Newman, Head of Unit, International Fellowships, European
Commission
Dr Rainer Haarbusch, DAAD, German Academic Exchange Service
Open Discussion
Supported by: The Cooperative Research Centre (CRC) Association
18.00
The Official FEAST Reception hosted by
The Association for Research between Italy and Australasia ARIA - Canberra
The Great Hall, University House, Australian National University
14 November Conference – DAY 2 Manning Clark Centre
9.00Workshop 1 - ICT – Enabling Science Theatre n 4
Workshop Leader Australian: Prof Arun Sharma, Director, Sydney Research
Laboratory, National ICT Australia (NICTA) Ltd
Workshop Leader European: Ms Fieny Reimann-Pijls, Dpty Head of Unit for
Management Support, Joint Research Centre-Institute for Transuranium Elements
Workshop Manager: Prof Ian Petersen, Executive Director Mathematics, Information
& Communications Sciences, Australian Research Council
Workshop Key Speakers: Dr Erastos Filos, Scientific Co-ordinator, Information
Society Directorate General, European Commission
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Prof Ray Norris, Deputy Director, CSIRO Australia Telescope National Facility
Professor Aruna Seneviratne
Prof Richard Wielebinski, Director of the Max-Planck-Institute for Radio-Astronomy,
Germany
Professor Ross Jeffery
Dr Gustav Kalbe, European Commission
Supported by: Intelligent Manufacturing Systems (IMS)
9.00 Workshop 2 -Innovative solutions to drive agricultural sustainability (Theatre n 5)
Workshop Leader Australian: Dr Thomas Higgins, Assistant Chief of CSIRO Plant
Industry, CSIRO
Workshop Leader European: Dr Ulrich Schurr, Program Leader Phytosphare,
Forschungszentrum Juelich, Germany
Workshop Manager: Dr John Passioura, Honorary Fellow, CSIRO Plant Industry
Workshop Key Speakers: Dr Chris Patermann, Director, Environment, European
Commission
Mr John Harvey, R&D Manager Grains R&D Corporation
Anna Ridley, Gary Stoneham & Kim Lowe
John Leys
Greg Constable
Supported by: Rural Research & Development Corporations
9.00 Workshop 3 - Life Sciences, Genomics & Biotechnology for Health (Theatre n 6)
Workshop Leader Australian: Prof Edwina Cornish, Deputy Vice Chancellor
(Research), University of Adelaide
Workshop Leader European:
Workshop Manager: Professor Arthur Brandwood, Director, Brandwood Biomed Pty
Ltd
Workshop Key Speakers: Mr Tim Hall, Head of Unit, Strategy for Health, European
Commission
Dr Roger Kallas, Director, Korn Technologies
Dr Hugh Ilyine, General Manager, Stem Cell Sciences Ltd
National Health and Medical Research Centre representative
Supported by: Delegation for the European Commission to Australia & New Zealand
9.00 Workshop 4 - Nanotechnologies and Nanosciences, Knowledge based
multifunctional materials and new production processes and devices (Theatre n 3)
Workshop Leader Australian: D Vijoleta Braach-Maksvytis, Co-Director of CSIRO
Nanotechnology
Workshop Leader European: Prof Jean-Marc Grognet, Scientific Affairs Director,
CEA Comissariat a L’Energie Atomique, France
Workshop Manager: Prof Donald Martin, Program Leader, Institute for Nanoscale
Technology, University of Technology, Sydney
Workshop Key Speakers: Prof Luigi Nicolais, Regional Minister, University &
Scientific Research Technological innovation & New Economy, Campania Region,
Italy
Dr Nicholas Hartley, Head of Unit, Strategy and Policy, Industrial Technologies,
European Commission
Dr Ottilia Saxl, CEO, The Institute of Nanotechnology, UK and Nanoforum
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Prof Lawrence Cram, Australian Research Council
Prof Jagadish, Australian National University
Dr Calum Desmond, cap-XX Pty Ltd
Dr Terry Turney, CSIRO
Supported by: Intelligent Manufacturing Systems (IMS)
12.00Lunch
13:00 15:00Plenary Session 6, Technology Diffusion – Australia and Europe’s
experiences (Theatre n 3)
Chair: Terry Polkinghorn, Executive Director REDCentre
European Speakers: Prof Baruch Raz, Advisor to the European Commission on
Technology Diffusion
Dr Claudine Janes, Head of Technology and Innovation Relay Centre, Switzerland
Dr Ottilia Saxl, CEO, Institute of Nanotechnology UK and Nanoforum
Australian Speakers: Grant Kearney, Executive Director, Australian Innovative
Xchange
Tricia Berman, General Manager, Innovation Policy Branch, Department of Industry,
Tourism and Resources
Chris Smallbone, Manager WTIA
Supported by: Australian Government Department of Industry, Tourism & Resources
15:00 16:30Chair: Dr John Zillman AO, President, The Australian Academy of
Technological Sciences and Engineering (Theatre n 3)
Workshop Report Back
Summation
Australian Speaker: Prof Ron Johnston, Executive Director, Australian Innovation
Centre
Closing Dr Chris Patermann, Director, Environment, European Commission
Mr Colin Walters, Group Manager – Science, Australian Government Department of
Education, Science & Training
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Fuga di cervelli e politica sull’immigrazione
Massimiliano Tani
Il dibattito sulla migrazione internazionale di capitale umano (cioe’ scienziati,
ricercatori e piu’ in generale persone con titolo di studio universitario e postuniversitario) in Italia ed Australia e’ spesso concentrato sul fenomeno della cosiddetta
‘fuga di cervelli’. Il termine e’ spesso riferito al flusso dei migliori scienziati e dei
ricercatori internazionali verso gli Stati Uniti (si veda per esempio Sette, il
supplemento del Corriere della Sera, del 10 Luglio 2003), ed usato per sottolineare il
bisogno da parte delle nazioni di origine di mettere in atto politiche in grado di
limitare tale flusso od invertirlo. Tale approccio e’ basato sull’idea che la migrazione
abbia un carattere permanente o perlomeno di lungo periodo. Cio’ e’ pero’ riduttivo.
In un mondo ‘globalizzato’, in cui la comunicazione ed il trasporto da un Paese
all’altro sono facili e relativamente poco costosi, e’ possibile ‘emigrare’
temporaneamente, o lavorare in Paese anche se si vive per la maggior parte del tempo
in un altro. Questa possibilita’ sembra molto comune proprio tra coloro che hanno un
alto contenuto di capitale umano. Le statistiche confermano infatti che quasi la
totalita’ di coloro che viaggiano per motivi di lavoro sono managers, imprenditori,
consulenti, professionisti, accademici, vale a dire proprio le persone che Paesi come
l’Italia e l’Australia non vogliono ‘perdere’ – Tavola 1. Inoltre i dati indicano anche che
il flusso dei viaggiatori d’affari (business travellers) e’ molto piu’ consistente di quello
relativo agli emigranti permanenti – Tavola 2. Ha quindi senso studiare il flusso dei
cervelli che partono in maniera definitiva (pochi) separatamente da quello ben piu’
consistente dei ‘cervelli temporanei’? Rispondere in maniera definitiva e’ difficile in
quanto non vi sono molti dati sul flusso annuale di viaggi d’affari. Tuttavia i dati
disponibili indicano che le dinamiche dei viaggi d’affari sembrano seguire molto da
vicino quelle del mercato del lavoro del Paese di destinazione mentre non sono
particolarmente legate all’andamento del commercio estero ed al flusso degli
investimenti stranieri (si veda per esempio per l’Australia l’articolo uscito su Agenda
10(3) – http://www.agenda.anu.edu.au ). Questo risultato e’ interessante per almeno
due motivi. Il primo e’ l’indicazione che i viaggi temporanei per lavoro possono essere
visti come una forma di migrazione. Il secondo e’ che i movimenti temporanei di
capitale umano possono compensare (o rinforzare) quelli a carattere permanente. La
‘fuga di cervelli’, e la politica per l’immigrazione, andrebbero quindi riviste nel
contesto piu’ generale dell’interscambio di capitale umano tra un Paese e l’altro. Non
rendersi conto dell’effetto che i miglioramenti tecnologici hanno avuto sulla
migrazione di cervelli puo’ voler dire avere una politica per la migrazione solo parziale
ed inadatta ad avvantaggiarsi delle moderne modalita’ in cui si svolge oggigiorno la
mobilita’ internazionale del lavoro. Se, come sembra, il capitale umano e’ un input
fondamentale per la crescita economica, il fatto che sia mobile temporaneamente
suggerisce che anche un Paese senza un elevato stock di capitale umano permanente
puo’ beneficiare delle conoscenze e delle innovazioni da esso generati tramite i contatti
e le visite di studio e di lavoro dei ‘suoi’ ricercatori, scienziati, managers. Avere il
bpatrimonio di cervelli piu’ grande del mondo non sarebbe la conditio sine qua non
per creare conoscenza (e posti di lavoro, quando essa e’ commercializzata). La
migrazione temporanea potrebbe invece essere un’alternativa al problema di come far
crescere il patrimonio di capitale umano in un Paese di dimensioni medie, come l’Italia
e l’Australia, in un mondo ormai globale in cui la competizione per i migliori cervelli e’
sempre piu’ accanita. Diventare un Paese dei cervelli ‘in transito’ potrebbe quindi
essere una soluzione al problema dei cervelli ‘in fuga’.
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Tavola 1 – Il livello di capitale umano dei viaggiatori d’affari.
Tipo di occupazione
Paese di residenza
Alto contenuto di
Basso contenuto di
capitale
umano capitale umano (impiegati,
(imprenditori,
managers, operai,
agricoltori,
professionisti ISCO 1-3)
domestici ISCO 4-9)
Germania
96.2%
3.8%
Francia
96.1
3.9
Italia
94.7
5.3
Olanda
94.8
5.2
Belgio
95.0
5.0
Gran Bretagna
94.4
5.6
Danimarca
93.3
6.7
Spagna
94.0
6.0
Media Europea
95.1
4.9
Australia
95.0
5.0
Fonte: Dati europei: International Air Traveller Survey (1988). Dati Australiani: survey
di 210 passeggeri all’Aereoporto di Sydney (Maggio 2003).
Tavola 2Il flusso di lavoratori in viaggio di affari (misurato in ‘persone equivalenti’*) e immigrati a
carattere permanente in Australia.
Anno
Numero netto di persone Migrazione permanente netta di
equivalenti* ad alto contenuto persone ad alto contenuto di capitale
di capitale umano migrate umano
temporaneamente per viaggi
d’affari
1995
-19,844
13,540
1996
-23,489
7,064
1997
-19,784
7,145
1998
-16,881
-1,587
1999
-18,799
3,707
Fonte: Australian Bureau of Statistics: Overseas Arrivals and Departures; Skilled
labour gains and losses
* = il numero di visite di lavoro tiene conto della durata del viaggio d’affari, ed e’
quindi espresso in numero di lavoratori su base annuale. Il segno negativo indica che
l’Australia ‘perde’ lavoro ad alto contenuto di capitale umano attraverso viaggi d’affari
di breve durata.
Dr Massimiliano Tani
Lecturer
School of Economics and Management
UNSW@ADFA
Email: [email protected]
82
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“Brain drain” and immigration policy
Massimiliano Tani
The debate on the international migration of skilled labour (that is: scientists,
researchers and more generally people with a university degree) in Italy and Australia
often focuses on the phenomenon of the so called “brain drain”. The term often
refers to the migration of the best scientists and international researchers towards the
United States (see for example Sette, supplement of Corriere della Sera, 10/7/03), and
is used to emphasise the need of the nations of origin to carry out policies able to
reduce or reverse this flow. This approach is based on the idea that migration has a
permanent or at least long-term character. However, in a “globalised” world, where
communication and travelling between countries is easy and relatively inexpensive, it is
possible to temporarily “emigrate” or work in a country, even if one resides for the
most part in another one. This phenomenon is very common amongst skilled
workers. Statistics suggest that almost half of those who travel for business purposes
are managers, entrepreneurs, consultants, professionals, and academics - in other
words, people who have valuable skills for countries like Italy and Australia, and
whom they would not wish to “export” on a permanent basis – Tab.1. Furthermore,
numbers also seem to suggest that the flow of business travellers is much higher than
that of permanent emigrants. – Tab.2. The question remains, therefore, whether it is
worthwhile to study the flow of qualified people who leave permanently (in reality, not
a high number) separately from the greater and more consistent one of those who
leave temporarily. It is difficult to give a straight answer, as there is little information
on the annual flow of business trips. However, the information available shows that
the dynamics of business trips seem to follow very closely those of the labour market
of the country of destination, whereas they are not particularly linked to the trend of
foreign trade and to the flow of foreign investments (see for Australia the article on
Agenda 10(3)– http://www.agenda.anu.edu.au). This result is interesting for at least
two reasons: firstly it indicates that temporary business trips can be seen as a form of
migration. Secondly, it shows that temporary movements of human capital can
strengthen or weaken the effect of the permanent ones. Therefore, “brain drain” and
immigration policy could perhaps be reconsidered in the more general context of the
international trade of human capital. Without realising the effect that technological
improvements have had on brain drain, migration policy may prove to be inadequate
to take advantage of modern ways of characterising today’s international skilled labour
mobility. If, as it seems, human capital is a fundamental factor for economic growth,
the fact that it is temporarily mobile suggests that even a country without a high stock
of permanent human capital can benefit from the knowledge and innovations it
generates through contacts, and study and work visits of its own researchers, scientists
and managers. To have the world’s biggest “brain patrimony” would not be the
conditio sine qua non to create knowledge (and jobs, when it is promoted).
Temporary migration could be a way to increase the stock of human capital in a
medium-sized country, such as Italy and Australia, in a global world where
competition for the best brains grows ever more fierce. To become a country where
brains are “in transit” could therefore be a solution to the problem of “brain drain”.
83
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Table 1 – level of human capital in business travellers.
Type of profession
Country of residence High content of human capital Low content of human
(entrepreneurs,
managers, capital (entrepreneurs,
professionals ISCO 1-3)
managers, professionals
ISCO 1-3)
Germany
96.2%
3.8%
France
96.1
3.9
Italia
94.7
5.3
Holland
94.8
5.2
Belgium
95.0
5.0
United Kingdom
94.4
5.6
Denmark
93.3
6.7
Spain
94.0
6.0
European average
95.1
4.9
Australia
95.0
5.0
Source: European data: International Air Traveller Survey (1988). Australian data:
survey on 210 passengers at Sydney Airport (May 2003).
Table 2 - Flux of employees on business trips (measured in ‘equivalent persons’*) and permanent
immigrants in Australia.
Year
Net number of equivalent persons* Net permanent migration of
with a high content of human capital people with a high content of
temporarily migrated for business human capital
trips
1995
-19,844
13,540
1996
-23,489
7,064
1997
-19,784
7,145
1998
-16,881
-1,587
1999
-18,799
3,707
Source: The Australian Bureau of Statistics: Overseas Arrivals and Departures; Skilled
labour gains and losses
* =the number of business trips considers its duration and is therefore expressed in
number of employees on an annual basis. The minus indicates that Australia ‘loses’
employees with a high content of human capital through short business trips.
Dr Massimiliano Tani
Lecturer
School of Economics and Management
UNSW@ADFA
Email: [email protected]
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“Con le terre unite alla massa centrale sotto il nome comune di Australasia,
dalla Nuova Guinea alla Nuova Zelanda, la superficie emersa in questa
parte dell’Oceano Pacifico e’ di pochissimo inferiore a quella dell’Europa”
Il geografo Elisee Reclus, Parigi 1889
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Dicembre 2003
CANBERRA
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CANBERRA
Una finestra sull’economia
A cura di Bruno Mascitelli
La Camera di Commercio Italiana a Melbourne lancia una nuova Giovane
Camera di Commercio Italiana
La Camera di Commercio Italiana ha annunciato la fondazione di una Giovane
Camera di Commercio Italiana che verrà inaugurata l’11 Novembre 2003. Parole di
incoraggiamento e sostegno saranno pronunciate dal Presidente della Camera, Sig.
Paolo Mirabella, e da membri del Consolato Italiano e dell’Istituto per la Cultura. La
Sig.ra Enrica Centorame, che effettuerà l’intervento principale, spiegherà perché esiste
una camera dedicata specificatamente ai giovani ed illustrerà la missione che questa
nuova camera si è posta. La nuova camera è il risultato di mesi fra pianificazioni,
discussioni e dibattiti. Nel frattempo ha prodotto un gruppo dinamico di giovani
interessati alla promozione degli scambi fra l’Italia e lo stato del Victoria ed al
coinvolgimento dei giovani in tale processo.
Nel 2002 la pressione fiscale sulle famiglie è cresciuta dal 2001 per un totale di:
Australia 8.9
Italia
15.9
USA
12.9
UK
12.5
Germania 22.6
Francia 12.3
Canada 10.6
Irlanda 17.2
Grecia -0.5
Austria 19.6
Belgio
19.8
Fonte: OECD (Il Sole 24 Ore, 21 Febbraio 2002)
Possibilità di un ritiro dell’ENI dall’Australia
Secondo recenti informazioni (20 Agosto 2003 AFR), l’ENI, gruppo italiano per il
controllo dell’energia, ha intenzione di lasciare l’Australia. Ciò sembra comprendere il
46 percento della quota di partecipazione che possiede nel giacimento di gas del
Balcktip al largo della costa del Northen Territory che vale circa $A200 milioni. Alcuni
osservatori credono anche che l’ENI stia considerando il ritiro del suo 12 percento di
quota di partecipazione nel progetto BayuUndan LNG, che da solo vale altri $A500
milioni. In entrambi i casi Santos è interessato alla possibile acquisizione.
Australian Financial Review, 20 Agosto 2003-11-06
L’Unione Europea (EU) richiede controlli sul sistema di quarantena
australiano
L’Unione Europea (EU) ha chiesto alla World Trade Organisation (WTO) di
investigare la legalità del sistema di quarantena australiano, specialmente per quanto
riguarda l’importazione di numerosi alimenti dall’Europa. La Commissione Europea
ha fatto tale dichiarazione verso la fine dell’Agosto 2003, affermando che la richiesta
per ulteriori disamine era il risultato di discussioni che erano fallite all’inizio dell’anno.
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Secondo Pascal Lamy, Commissario Europeo per il Commercio, “Nonostante le
continue recriminazioni da parte dell’Australia circa i problemi legati alla
liberalizzazione dell’agricoltura, è il suo sistema di quarantena che sta bloccando in
maniera ingiustificata l’entrata di numerosi alimenti europei in Australia.” Lamy ha
indicato che ci sarà una richiesta ufficiale alla WTO per investigare tali lamentele.
La ERG è obbligata a rivedere il progetto italiano
L’azienda produttrice di smartcard ERG ha ristabilito il suo contratto con l’operatore
dei trasporti pubblici italiano ATAC a Roma, a seguito di in una serie di problemi con
l’accordo originale, il quale avrebbe dovuto fruttare un ricavato pari a $A400 milioni.
La riorganizzazione soddisfa in modo definitivo le aspettative dell’azienda che farà
fruttare l’intero ammontare di $A400 milioni nei prossimi 9 anni, ma elimina $A7
milioni all’anno in quote d’ammortamento associate al progetto.
Secondo l’accordo originale, la ERG possederebbe e gestirebbe l’hardware per il
servizio di biglietteria per Roma e per la regione Lazio e riceverebbe il 7.88% del
ricavato ottenuto dal servizio smartcard.
Il portavoce della ERG ha affermato che i problemi politici hanno rallentato il
progetto Lazio, che ad Aprile è stato abbandonato a favore di un accordo separato e
l’ingresso di smartcard sul sistema romano è stato più lento del previsto.
Il nuovo accordo di Roma frutterà all’azienda $A46 milioni in contanti a breve
termine grazie a varie transazioni, fra cui l’acquisto di hardware per i servizi di
biglietteria nei trasporti da parte dell’ATAC per $A36.2 milioni. ERG e ATAC si sono
accordate per formare una nuova azienda, Newco, per la gestione del sistema di
biglietteria.
La ERG ha annunciato che il nuovo contratto combinato con il suo accordo per
l’espansione del sistema romano alla regione Lazio le frutterà dai $A100 ai $A110
milioni.
Financial Review 4 Settembre 2003
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CANBERRA
A window on the Economics
Bruno Mascitelli
The Italian Chamber of Commerce in Melbourne launches a new Young
Italian Chamber of Commerce
The Italian Chamber of Commerce has announced the establishment of a Young
Italian Chamber of Commerce to be launched on 11 November 2003. There will be
words of encouragement and support from Mr. Paolo Mirabella the President of the
Chamber along with speakers from the Italian Consulate and the Institute of Culture.
The main speaker, Ms. Enrica Centorame will be explaining why there is a chamber
specifically focused on youth and the mission this new chamber poses for itself. The
new chamber is as a result of months of planning, discussion and debate. In the
meantime it has produced a dynamic group of young people interested in fostering
trade between Italy and Victoria and in involving youth in this process.
In 2002 the fiscal pressure on families increased from 2001 to the tune of:
Australia8.9
Italy
15.9
USA
12.9
UK
12.5
Germany 22.6
France 12.3
Canada 10.6
Ireland 17.2
Greece -0.5
Austria 19.6
Belgium 19.8
Source: OECD (Il Sole 24 Ore, 21 February 2002)
Rumours of ENI withdrawing from Australia
According to recent reports (20 August 2003 AFR), ENI, the Italian energy
conglomerate is planning of withdrawing from Australia. This appears to include the
46 percent stake it has in the Blacktip gas field off the Northern territory coast which
is worth about $A200 million. Some observers are also concerned that ENI might be
thinking of withdrawing from its 12 percent stake in the BayuUndan LNG project
which itself is worth another $500 million. In both cases Santos is interested in the
possible acquisition.
Australian Financial Review, 20 August 2003
The European Union requests for controls on the Australian Quarantine
regime
The European Union (EU) has asked the World Trade Organisation (WTO) to
investigate the legalities of Australia’s quarantine regime especially in regard to the
import of numerous food items from Europe. The EU Commission made this
declaration in late August 2003 stating that this request for further discussion was as a
result of discussions that failed earlier in the year. According to Pascal Lamy, EU
Commissioner for Trade, “Despite the constant claims from Australia about the
problems regarding the liberalization of agriculture, it is its own quarantine system
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Dicembre 2003
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which is blocking in an unjustified way the entry of numerous European food
products into Australia.” Lamy indicated that there would be an official request for
the WTO to investigate this complaint.
ERG forced to restructure Italian project
Smartcard company ERG has restructured its contract with Italian public transport
operator ATAC in Rome following a string of problems with the original agreement,
which had been expected to yield revenue of $400 million.
The restructure puts paid to expectations that the company will generate the full $400
million over 9 nine years, but eliminates $7 million a year in depreciation charges
associated with the project.
Under the original agreement, ERG would own and operate ticketing hardware for
Rome and the surrounding Lazio region and receive 7.88% of all smartcard ticketing
revenue.
ERG’s spokesman said political problems had stalled the Lazio project, which was
broken out into a separate agreement in April and smartcard uptake on the Rome
system had been slower than expected.
The restructured Rome agreement would deliver the company $46 million in cash in
the short term from a range of transactions, including the purchase of transport
ticketing hardware by ATAC for $36.2 million. ERG and ATAC agreed to form a new
company, Newco to operate the ticketing system.
ERG said the restructured contract combined with its agreement to expand the Rome
system into the Lazio region, would deliver it $100 to $110 million.
Financial Review 4 September 2003
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La scienza: una finestra aperta sulla cultura
A cura di Stefano Girola
L'economista, il banchiere ed il missionario
Fra i recenti fenomeni storici, quello che più sembra polarizzare l'opinione pubblica in
due schiere di entusiasti sostenitori o di implacabili oppositori, è forse quello
dell'internazionalizzazione dei mercati, più comunemente conosciuto come
“globalizzazione”.
Secondo alcune analisi ottimistiche, la globalizzazione si configura come una panacea
per risolvere i gravi problemi che affliggono l'umanità, a cominciare dalla drammatica
condizione di marginalità e sottosviluppo di molti paesi, soprattutto africani. Secondo
altri commentatori, l'estensione di un mercato globale sempre meno vincolato da
misure protezionistiche contribuisce invece ad aggravare la già precaria situazione delle
nazioni più povere, provocandone il rapido declino come entità economiche di
qualche rilievo, ed anche come entità statali governabili.
La discussione sulla globalizzazione assume spesso toni molto accesi, su cui hanno
grande influenza gli orientamenti politici delle parti in campo. Infatti, se è vero che
questo fenomeno storico rappresenta la fase attuale dell'evoluzione dell'economia di
mercato, o capitalistica, è chiaro che i giudizi sulla globalizzazione varieranno anche a
seconda delle attitudini politiche dei diversi commentatori nei confronti dell'economia
di mercato.
A rendere interessante e pluralistico il dibattito sulla globalizzazione, contribuiscono
anche le diverse prospettive disciplinari con cui si affronta questo fenomeno, così
come le diverse esperienze di vita: ad esempio, il giudizio su questa determinata
evoluzione storica può variare a seconda che l'osservatore si trovi in un executive
office di una grande banca occidentale o fra i poveri delle bidonvilles di Nairobi.
Fra le molte voci che recentemente si sono espresse su questo tema, vorrei segnalare
quelle di un economista, di un banchiere e di un missionario.
L'economista francese Serge Latouche, nel suo nuovo libro Giustizia senza limiti. La
sfida dell'etica in una economia mondializzata (Bollati Boringhieri, Torino 2003), pone
al centro delle sue rifessioni il rapporto tra economia e morale.
Latouche individua nella giustizia globale il problema centrale del nostro tempo. Nella
sua analisi il fenomeno della globalizzazione assume connotazioni negative, associate
all'idea della “megamacchina tecnoeconomica”, che asserve alle proprie finalità gli
Stati, gli esseri umani e la Natura stessa. Se le organizzazioni statali sono pressoché
impotenti di fronte allo strapotere di gigantesche ditte transnazionali, gli uomini, nel
processo di globalizzazione in atto, diventano semplici “ingranaggi per fabbricare
ingranaggi”. La Natura viene concepita solo come “materia prima o carburante”.
Secondo Latouche, ad accompagnare questi sviluppi è la progressiva riduzione
dell'etica come scienza dei fini delle azioni umane, ad un' “etica tecnica” che riguarda
principalmente i mezzi e la ricerca dell'efficienza fine a se stessa: la coscienza non
scompare, ma è costretta a diventare “completamente professionale”.
Per uscire da questa impasse, Latouche propone una strategia (di cui offre esempi
pratici) basata prima di tutto sulla “decolonizzazione del nostro immaginario” e sulla
messa in primo piano della giustizia nel rapporto sociale, abbattendo il domino
assoluto dell'economia. In una prospettiva che Latouche stesso caratterizza come
“utopica”, l'abolizione dell'economia di mercato diventa una condizione per il
ripristino della giustizia nella vita sociale.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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CANBERRA
Il compianto Fausto Battini, banchiere ed insieme studioso, ha spesso concentrato la
sua riflessione sui rapporti fra etica, economia e finanza. Lo fece anche in un
intervento allAssociazione Amici del Muratori di Modena nel 2000.
Il suo giudizio sui processi di globalizzazione in atto parte da una constatazione: “Dire
che la globalizzazione dei mercati e della finanza è cattiva, o dire che è buona, significa
fare una generalizzazione priva di senso. È un fenomeno che costituisce la risultante
di una serie di sviluppi della finanza, dei servizi, delle comunicazioni, delle tecniche di
produzione e di una serie di eventi politici, come la fine dei due blocchi
contrapposti...Non è né buona né cattiva, e tanto meno non è etica né antietica. È il
contrassegno convenzionale di un certo momento del dipanarsi dell'economia, come
lo furono l'economia feudale e quella curtense, il mercantilismo, il libero scambio,
ecc.”.
A differenza di Latouche, Battini non deplora la tendenza del pensiero etico a
“scomporre le proprie osservazioni ed analisi verso obiettivi concreti ed articolati”,
regolati non da principi morali unificanti, ma da “etiche applicate”. Essendo esse
basate sul principio di “realtà”, anziché sulla dimensione utopica rivalutata da
Latouche, inevitabilmente le etiche applicate rispecchieranno la complessità della
realtà, dando vita non tanto ad un confronto fra “valori e disvalori”, ma piuttosto ad
una dialettica fra valori diversi, fra i quali trovare via via una difficile conciliazione.
Se il motore dell'economia attuale è il mercato, i due principi eticamente forti su cui
esso si deve basare sono quelli della libertà d'impresa e della libera concorrenza.
Naturalmente la conciliazione fra questi valori etici e le forze conflittuali scatenate dal
mercato può avvenire solo in presenza di “regole equilibratici degli interessi di ognuna
delle controparti”, codificate in regolamentazioni legali nazionali ed internazionali,
nonché in codici di autoregolamentazione.
La necessità della regolamentazione, in particolare del mercato finanziario, chiama in
causa la centralità dell'azione politica. Battini individua nel Fondo Monetario
Internazionale e nella Banca mondiale le istituzioni attraverso cui la Comunità
internazionale potrebbe incentivare il processo di regolamentazione. Secondo lui,
infatti, “la globalizzazione delle regole, cioè la globalizzazione dell'etica dei mercati
finanziari, è la sola via, pur difficile e impervia, proprio per aiutare il requilibrio delle
economie penalizzate del terzo mondo”. La sua fiducia nel FMI e nella Banca
Mondiale, si accompagna all'idea che le condizioni di sottosviluppo economico del
terzo mondo non dipendano dall'egoismo dei paesi ricchi, ma dagli effetti del
malgoverno locale.
Dalle bidonville di Nairobi, padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano e
giornalista esperto d'Africa, difficilmente concorderebbe con la fiducia riposta da
Battini nel ruolo di FMI e Banca Mondiale. Secondo Sesana (La perla nera: L’ “altra”
Africa sconosciuta, Edizioni Paoline, Milano 2002), proprio i piani di aggiustamento
strutturale imposti da queste istituzioni ai paesi oberati dal debito estero, hanno
provocato un progressivo aggravarsi delle condizioni di vita degli strati più poveri della
popolazione.
Sesana tuttavia concorderebbe con Battini sul fatto che non serve demonizzare la
globalizzazione, ma piuttosto prendere atto che si tratta di un fenomeno storico
“guidato da forze oggettive, come gli sviluppi della scienza e soprattutto delle
tecnologie nel campo della comunicazione che a loro volta facilitano gli scambi
economici e commerciali a livello internazionale”. Accanto allo sviluppo di forze
oggettive, bisogna tenere conto del momento soggettivo, ossia quello delle scelte
poltiche “che possono controllare e guidare la globalizzazione con regolamenti, tasse,
strutture di partecipazione e di solidarietà che possono aiutare a distribuire più
equamente i benefici del progresso tecnologico”. Riprendendo le teorie
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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dell'economista e gesuita Pete Henriot, Sesana invita a lavorare con la globalizzazione,
utilizzando al meglio le forze oggettive che scienza e tecnologia potrebbero mettere a
disposizione di tutti; nello stesso tempo a lottare contro la globalizzazione selvaggia,
priva di regole che possano tutelare le controparti più deboli dallo strapotere e
dall'avidità di attori economici più forti; infine lavorare per la globalizzazione che
metta al centro la persona umana. Questo, secondo Sesana, sarebbe “il compito più
difficile, ma anche il più entusiasmante; bisogna avere il coraggio di sognare un futuro
diverso, nuovo, e nello stesso tempo di esercitare capacità organizzative che possano
promuovere delle strategie e tattiche per un cambiamento sociale e internazionale che
sia duraturo. Occorrono, insieme, visione e competenza tecnica”.
Visione e competenza tecnica: un altro modo per suggerire l'importanza del dialogo
tra la prospettiva umanistica e quella scientifico-tecnologica? Il dibattito continua.
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Science: a window open on culture
Stefano Girola
The economist, the banker and the missionary
The recent historical phenomena, which mostly seems to attract public opinion in two
groups of enthusiastic supporters or relentless opponents is perhaps that of the
internationalisation of markets, commonly defined as “globalisation”.
According to some optimistic analyses, globalisation appears as a universal remedy able to
solve mankind’s biggest problems, beginning with the dramatic condition of many
developing countries, especially in Africa. According to other analysts, the extension of a
global market which is less and less linked to protectionist regulations contributes to
aggravating the already unstable situation of the poorest nations, causing a rapid decline as
important economic entities and also as governable public entities.
The discussion on globalisation often takes on a heated tone, because of different political
orientations. If this historical phenomenon represents the present phase of economic or
capitalist evolution of markets, it is clear that opinions on globalisation will also vary
according to the political attitudes of the different analysts towards the market economy.
The debate on globalisation is interesting and pluralistic thanks to the different disciplinary
perspectives involved when dealing with this phenomenon, and to the different life
situations: for instance, the judgment of this particular historical evolution can vary
depending on whether the observer works in an executive office of a big bank or is a poor
person in the shantytowns of Nairobi.
Amongst the many recent opinions about this subject, I would like to mention those of an
economist, a banker and a missionary.
The French economist Serge Latouche, in his new book Justice sans limites – le défi de
l’éthique dans une économie mondialisée, focuses his considerations on the relationship
between economics and ethics.
Latouche indicates global justice as the central problem of our time. In his analysis the
phenomenon of globalisation has negative connotations, associated with the idea of a
“techno-economic megamachine”, which exploits countries, human beings and nature for its
goals. Public organisations are almost powerless as compared to the huge and powerful
transnational companies. People, in the ongoing globalisation process, become simple “gears
to fabricate gears”. Nature is considered just “raw material or fuel”.
According to Latouche, these developments go together with the progressive reduction of
ethics as a science of the goals of human action, and with the increase of a “technical ethics”
concerning mainly the means and the pursuit of efficiency as an end in itself: consciousness
does not disappear, but it is forced to become “completely professional”.
As a solution, Latouche proposes a strategy (offering practical examples) based first of all on
the “decolonisation of our imagination” and on the promotion of social relationships,
contrasting the economy’s absolute supremacy. In a perspective that Latouche himself
considers “utopian”, the abolition of the market economy becomes a condition for restoring
justice in social life.
The late Fausto Battini, banker and researcher at the same time, has often focused his
thoughts on the relationship between ethics, economy and finance. He did this during a
speech held at the Modena Association “friends of Muratori” in 2000.
His opinion about the ongoing process of globalisation begins with an observation: “To say
that the globalisation of markets and finance is good or bad is a nonsensical generalisation.
Globalisation is a phenomenon which represents the result of a series of developments
concerning finance, services, communications, production techniques and a series of political
events, such as the end of the two opposed blocs…It is neither good nor bad and neither
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CANBERRA
ethical nor non-ethical. It is the conventional symbol of a certain period in economic
development, as were the feudal and medieval economies, mercantilism, free trade etc.”.
Unlike Latouche, Battini does not criticise the tendency of ethical thought to “divide one’s
own observations and analyses towards practical and articulated objectives”, regulated not by
unifying moral principles, but by “applied ethics”. Being based on the principle of “reality”,
instead of the utopian dimension brought back into play by Latouche, applied ethics will
inevitably reflect the complexity of reality, generating not a confrontation between “values
and disvalues”, but rather a dialectic between different values, where a difficult compromise
may slowly be found.
If the driving force of today’s economy is the market, the two ethically strong principles on
which it has to be based are freedom to conduct a business and free competition.
Obviously the compromise between these ethical values and the contrasting forces caused
by the market can take place only with “rules able to fulfil the interests of both parties”,
defined as national and international legal norms, as well as codes of self-regulation.
The need for regulations, in particular for the financial market, concerns the centrality of
political action.
Battini indicates the International Monetary Fund and the World Bank as the institutions
through which the international Community might boost the normative process. According
to him, “the globalisation of rules, that is the globalisation of the ethics of the financial
markets is the only way, no matter how difficult and risky, to help readjusting the
disadvantaged economy of developing countries”. His trust in the IMF and in the World
Bank goes with the idea that the conditions of the economic underdevelopment of
developing countries do not depend on the selfishness of richer countries, but on the effects
of local misgovernment.
From Nairobi’s shantytowns, father Renato Kizito Sesana, Comboni missionary and expert
journalist in African affairs, would hardly agree with the trust put by Battini in the IMF and
World Bank’s role. According to Sesana, (La perla nera: L’ “altra” Africa sconosciuta,
Edizioni Paoline, Milano 2002), the structural adjustment plans imposed by those institutions
on the countries overburdened with foreign debts have resulted in a progressive worsening
of living conditions among the lowest classes of the population.
Sesana would however agree with Battini on the fact that there is no need to blame
globalisation, but rather acknowledge that it is a historical phenomenon “directed by
objective forces, such as the development of science and above all of communication
technologies, which facilitate economic and commercial exchange at the international level”.
Besides the development of objective forces, it is important to consider the “subjective
moment”, in other words the political choices “that can control and manage globalisation
with regulations, taxes, participation and solidarity structures which can allow a more equal
distribution of the benefits produced by technological progress”. Following economist Pete
Henriot’s theories, Sesana suggests working with globalisation, making the most of the
objective forces that science and technology could place at everyone’s disposal, at the same
time as fighting against unrestrained globalisation, which has no rules able to protect the
weakest parties from the excessive power and greed of stronger economic actors; last, he
suggests working for a globalisation which will put people at the centre. This, according to
Sesana, would be “the hardest task, but also the most exciting; we need to have the courage
to dream of a new, different future and at the same time to apply organisational abilities
which can promote strategies and techniques for a long-term social and international change.
A combination of both vision and technical competence is needed”.
Vision and technical competence: is it another way to suggest the importance of
communication between the humanistic and scientific-technological perspectives? The
debate goes on.
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Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del
territorio dell’Australasia
A cura di Alessandra Iero
Universita’ di Adelaide
Fondata nel 1874, l’Universita’ di Adelaide vanta una lunga tradizione di istruzione avanzata
grazie a ricerca, insegnamento e servizi comunitari a livello internazionale. L’universita’ di
Adelaide, completa e di media grandezza, ha 16.000 studenti universitari, laureati e ricercatori
con oltre 1.800 studenti internazionali provenienti da 70 paesi. Con 1.200 fra insegnanti e
ricercatori, l’Universita’ e’ all’avanguardia nella ricerca. Membro del “Group of Eight” –
composto da otto univerisita’ australiane leader nella ricerca intensiva – l’Universita’ di Adelaide
si piazza costantemente ai primi posti come assegnataria di fondi per la ricerca nella zona AsiaPacifico. L’Univerista’ riceve i maggiori fondi totali pro capite per la ricerca in Australia ed ha
contribuito direttamente per un valore di $120 milioni alle attivita’ di ricerca e sviluppo nel 2002
nel South Australia. Nel 2002, l’Universita’ di Adelaide ed i suoi partner nella ricerca negli
ospedali scuola del South Australia hanno ricevuto piu’ di $20 millioni in fondi dal National
Medical Research Council (NHMRC). Questo e’ stato il terzo maggior finanziamento a livello
nazionale ed il piu’ alto pro capite di qualsiasi Universita’ australiana. La qualita’ della ricerca
dell’Universita’ e’ continuamente premiata con fondi da parte dell’Australian Research Council
(ARC). Nell’ultimo finanziamento dell’ARC, l’Universita’ ha ricevuto circa $10.9 milioni.
Le attivita’ dell’Universita’ di svolgono nell’ambito di quattro campus, ognuno con un proprio
carattere distintivo:
- Situato nel cuore della citta’, il North Terrace Campus (City) e’ il sito primario per
l’insegnamento universitario ed e’ la base per una vasta gamma di ricerche di base ed applicate.
Il campus principale dell’Universita’ e’ parte di un fiorente distretto per la ricerca medica della
citta’, che comprende il Royal Adelaide Hospital, l’Hanson Centre for Cancer Research,
Women’s and Children’s Hospital, l’Institute of Medical and Veterinary Science ed il CSIRO
Division of Health Sciences and Nutrition.
- La sede Waite e’ il piu’ grande complesso agricolo nell’emisfero meridionale e vanta le
tecnologie piu’ moderne disponibili a studenti e ricercatori. Le attrezzature comprendono il
Plant Research Center, dotato di serre e laboratori avanzati, un centro per le risorse genetiche,
frigoriferi post-vendemmia, ed un centro conferenze. L’Hickinbotham Roseworthy Wine
Science Laboratory possiede attrezzature all’avanguardia per il controllo qualita’ dell’uva e del
vino. Vi sono anche appezzamenti e vigneti in scala per gli esperimenti, cosi’ come ampie sale
computer e la Woolhouse Library. Un aspetto unico del Waite campus e’ la co-locazione di enti
nazionali per la ricerca come il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation
(CSIRO) ed il Primary Industries and Resources SA (PIRSA), ed istituti di ricerca come
l’Australian Wine Research Institute. Assieme all’Universita’, questi partner creano le maggiori
competenze nella ricerca, sviluppo ed insegnamento nella coltivazione di piante, viticoltura,
orticoltura, enologia, protezione dei raccolti e gestione del terreno e delle acque.
- Il Roseworthy campus, coprendo 1.600 ettari di terreno agricolo di prima qualita’ nel South
Australia, e’ uno dei pochi istituti d’insegnamento agricolo che offre ai suoi studenti risvolti
pratici del sistema agricolo su terreno arido, cosi’ come la zootecnia e la gestione ambientale e
delle risorse naturali. Uno fra gli aspetti unici del campus e’ la sua locazione, nel mezzo di una
fattoria facilmente accessibile e pienamente funzionale, la quale offre un ambiente ideale per
l’addestramento pratico agli studenti ed eccezionali risorse per la ricerca post-universitaria.
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Presso il Roseworthy Campus, l’Universita’ ha collaborato strettamente con il PIRSA, il South
Australian Research and Development Institute (SARDI), il Department of the Environment,
l’Heritage and Aborigenal Affairs, il Technical and Further Education (TAFE) SA, e con
industrie rurali per sviluppare un centro di prim’ordine per la ricerca sull’agricoltura e la
produzione animale in terre aride, e per creare un fulcro per lo scambio di informazioni sulla
ricerca avanzata e nuove tecnologie per la comunita’ rurale. L’Integrated Livestock
Management Initiative, di recente sviluppo, e’ un’iniziativa cooperativa mirata a promuovere la
ricera nelle aree fra cui la nutrizione del bestiame, tecnologie riproduttive, salute e benessere,
selezione genetica, crescita della lana e produzione di carne di qualita’.
- Il Thebarton Commerce and Research Precinct ad Adelaide e’ uno dei maggiori parchi per la
tecnologia e la ricerca di proprieta’ dell’Universita’ in Australia. Ospita numerose aziende
universitarie spin-off e presenta la piu’ alta concentrazione di imprese biotecnologiche del
paese. Situato dove una volta sorgeva un vecchio stabilimento, il campus e’ divenuto un parco
per la ricerca ed e’ ora un collegamento vitale fra l’Universita’ di Adelaide e l’industria ed il
business australiani.
L’University Office of Industry Liaison, che opera dal Research Park, promuove e facilita i
rapporti con l’industria ed e’ leader nell’educazione e incubazione d’impresa. L’Ufficio gestisce il
Graduate Entrepreneurial Program, che assiste gli studenti nell’intraprendere il business
d’impresa. Fra gli incubatori commerciali i laureati hanno la possibilita’ di mettere in pratica le
loro competenze presso le aziende piu’ innovative del paese.
Cooperazione e collaborazione
L’Universita’ ospita tre National Research Centres ed e’ partner di 15 dei 70 Co-operative
Research Centres (CRCs) in Australia.
L’Universita’ e’ partner di otto Centri CRC: Greenhouse Gas Technologies, Plant-based
Management of Dryland Salinity, Molecular Plant Breeding, Poultry, Desert Knowledge, Oral
Health Science, Environmental Biotechnology and Viticulture. Si prevede che l’Universita’
ricevera’ circa $20 milioni nei prossimi sette anni attaverso questi otto CRCs.
Principali Infrastrutture di Ricerca
Forti infrastrutture di base sostengono la ricerca all’Universita’. Nel 2002 l’Universita’ ha
ricevuto quattro sovvenzioni grazie al programma ARC Linkage-Infrastructure Equipment and
Facilities (LIEF) per creare strumenti ed attrezzature presso l’Universita’. I nuovi servizi che
verranno istituiti presso l’Universita’ grazie a fondi ARC sono: un’attrezzatura regionale per
l’evoluzione molecolare e l’ecologia, un selezionatore e analizzatore di cellule ad alta velocita’,
un supercomputer ed un nuovo spettroscopio per la ricerca enologica e biotecnologica.
L’Universita’ e’ inoltre coinvolta in tre Major National Research Facilities (MNRF):
1) Nel 2002, l’Australian Wine Research Institute (AWRI) ad il CSIRO Plant Industry hanno
condotto con successo un consorzio fra enti di ricerca ed altri istituti fra cui l’Universita’,
fondando il National Wine Industry Rsearch Cluster (NWIRC) presso la sede Waite. Il Federal
Government fornira’ $4.5 milioni accanto ai $10.4 milioni del MNRF per lo sviluppo di servizi
e infrastrutture per l’industria enologica. Un nuovo ente, il National Wine Industry Research
Cluster (NWIRC Pty Ltd), fu fondato nel 2002. Collega la viticoltura alla ricerca enologica ed e’
stato recentemente premiato con un SA Great Award.
2) Il recente miglioramento ed espansione dell’Australian Genome Research Facility (AGRF)
ha spostato il fulcro agricolo presso l”Universita’ di Adelaide. L’AGRF offre servizi
all’avanguardia per scoperte genetiche su larga scala da parte di organizzazioni per la ricerca e
l’industria australiane. I servizi dell’Universita’ rispondono ai bisogni della comunita’ agricola ed
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i suoi obiettivi iniziali primari sono l’isolamento del DNA e la costruzione e cura della biblioteca
BAC. Le infrastrutture dell’ARGF permettono all’Australia di operare nella ricerca biologica
internazionale ad alto livello.
3) Un nuovo servizio ad alta tecnologia per il collaudo di microchip e’ stato formalmente
inaugurato presso l’Universita’ nel 2002. Il servizio e’ uno dei cinque in Australia facente parte
del National Networked Tele-Test Facility for Integrated Systems (NNTTF). Il NNTTF fu
fondato grazie al supporto di una sovvenzione pari a $4.75 milioni dal Commonwealth
Goverment. Lo State Government e l’Universita’ hanno finanziato il il progetto nel South
Australia. Primo del suo genere, il servizio di collaudo dell’Universita’ permettera’ alle
organizzazioni della difesa, della ricerca e dello sviluppo e all’industria manifatturiera di testare e
produrre prototipi degli ultimi modelli di microchip. Il NTTFF giovera’ sia all’industria che
all’Universita’, poiche’ i microchip progettati ad Adelaide non dovranno piu’ essere spediti
oltreoceano per essere testati.
Inoltre, le tre universita’ del South Australia hanno recentemente dato vita al South Australian
Partnership for Advanced Computing (SAPAC), organizzazione primaria per l’informatica
avanzata nel South Australia. SAPAC soddisfera’ i bisogni di molti ricercatori nell’highperformance computation (HPC). I ricercatori dell’Universita’ di Adelaide hanno ricevuto
cospicui fondi ARC per la costruzione e installazione di un supercomputer innovativo che sara’
a disposizione di tutti i ricercatori accademici ed industriali nel South Australia con neccessita’
HPC avanzate.
Facolta’
Facolta’ di Ingegneria, Informatica e Scienze Matematiche
La Facolta’ di Ingegneria, Informatica e Scienze Matematiche offre insegnamento e ricerca di
alta qualita’ nell’Ingnegneria, nell’Informatica e nelle Scienze Matematiche, tutte aree scelte in
maniera strategica. I laureati di tale Facolta’ sono altamente stimati dai datori di lavoro ed hanno
avuto successo in molte aree. Lo staff accademico della Facolta’ e’ leader mondiale nelle varie
discipline e fornisce consulenze e ricerche avanzate di base ed applicate. La Facolta’ ha stretti
contatti con l’industria, e la sua ricerca e’ ben supportata da sussidi e contributi sia dal governo
che dal settore privato. Molte fra le scoperte tecnologiche decisive costituiscono le basi per
aziende indipendenti, in cui l’Uiversita’ fa parte degli azionisti, o accordi di joint venture con
l’industria sia in Australia che oltreoceano.
Programmi universitari: vengono offerti corsi di laurea in Scienze Informatiche, Scienze
Matematiche ed Informatiche e nove percorsi di Ingegneria. Queste lauree offrono una vasta
introduzione ai concetti dell’ingegneria, scienze informatiche, matematica e statistica, fornendo
basi solide a coloro che intendono accedere ad un’area di specializzazione o a studi avanzati.
Programmi Post-laurea: le scuole di Computer Science, Applied Mathematics and Pure
Mathematics hanno acquistato un’eccellente reputazione nella ricerca post-laurea, con un
numero di studenti post-laurea fra i piu’ alti del paese. L’Education Centre for Innovation and
Commercialisation si trova all’interno della Facolta’ ed e’ leader nell’insegnamento per quanto
riguarda l’innovazione e i programmi sulla gestione dei progetti, fornendo professionisti e
laureati esperti, con una vasta gamma di opportunita’ d’apprendimento per acquisire una
conoscenza critica e le competenze necessarie per avviare attivita’ imprenditoriali, gestire
processi commerciali e apportare innovazioni efficaci e strategie gestionali di pregetti.
Vi sono dodici centri ed unita’ associate con la Facolta’, la quale collabora attivamente con altri
cinque Co-operative Research Centres nazionali. La ricerca varia dalle telecomunicazioni e reti
d’informazione, alla sicurezza contro gli incendi e gli incidenti stradali, e ai materiali, saldature e
fissaggio.
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Adelaide ospita il gruppo di ricerca leader in Australia nell’area multidisciplinare della
turbolenza, energia e combustione. Un esempio pratico della ricerca ad Adelaide in tale campo
durante il 2000 fu il disegno tecnico di grande successo della torcia e calderone alle Olimpiadi di
Sydney, per il quale il gruppo Turbulence Energy and Combustion (TEC) dell’Universita’
ricevette consenso internazionale. Il gruppo TEC si occupa dello sviluppo ed applicazione di
nuove tecnologie per il controllo della turbolenza al fine di ridurre l’impatto ambientale della
combustione. Per sostenere tale ricerca, L’Universita’ ha istituito un Laser Diagnostics
Laboratory, che rende il gruppo TEC una forza internazionale nella ricerca sulla combustione.
L’Universita’ e’ inoltre riconosciuta a livello internazionale per la qualita’ della ricerca
sull’acustica e le vibrazioni. La ricerca relativa al controllo di rumori e vibrazioni eccessivi
interessa particolarmente l’industria e influisce significativamente su questioni di sicurezza e
salute sul lavoro. Recenti progetti comprendono l’installazione di un sistema per il controllo del
rumore nella metropolitana di Osaka in Giappone, la creazione di piccoli aerei piu’ silenziosi e
la riduzione del rumore nelle attrezzature minerarie mobili.
La reputazione del South Australia come leader mondiale nella ricerca sugli incidenti stradali si
e’ recentemente rinforzata con la creazione di un nuovo centro per la ricerca sulla sicurezza
stradale. Il Centro sorgera’ presso la Road Accident Research Unit (RARU) dell’Universita’ e
ricevera’ $1 milione all’anno per i prossimi 10 anni dal governo del South Australia. Il Centro
collaborera’ con l’industria automobilistica e con le altre due universita’ del South Australia al
fine di creare un centro internazionale d’eccellenza per la sicurezza dei guidatori e dei pedoni.
La Road Accident Research Unit collabora gia’ a livello internazionale con organizzazioni fra
cui la Wayne State University, il Japan Automobile Research Institute e la Honda R&D
Company Ltd, nello studio sui danni cerebrali.
Nuovi laboratori per l’ingegneria biomedica e la diagnostica laser rinforzano ulteriormente le
infrastrutture di base della ricerca ingnegneristica dell’Universita’ di Adelaide. Gli interessi della
ricerca comprendono l’elaborazione di segnali biomedici, biomeccanica, ingegneria
cardiovascolare, reti neurali e la loro applicazione a problemi biomedici e meccanica dei
biofluidi. Collaborazioni interdisciplinari sono presenti nell’area della neurobiologia e
dell’ingegneria laddove i ricercatori stanno sviluppando modelli per l’elaborazione visiva basata
sulla vista degli insetti, da applicare nei software e nell’hardware (vedi VLSI).
I matematici dell’Universita’ di Adelaide ricevono sussidi nazionali ed incarichi di ricerca in
quantita’ eccezionale. La loro competenza nella ricerca di base e’ integrata dall’attivita’ svolta
attraverso AdStat Solutions, un gruppo di consulenza statistica a sfondo industriale presso
l’Universita’. La ricerca nella geometria matematica e’ uno dei campi maggiormente in crescita
della matematica pura all’Universita’.
L’industria IT&T nel South Australia e’ una fra le piu’ in crescita in Australia ed ospita il centro
dati per internet piu’ grande nell’emisfero meridionale. Piu’ di 35 grandi imprese dell’alta
tecnologia e 14 centri d’eccellenza di fama mondiale si trovano nel South Australia.
L’Universita’ mantiene un forte impegno verso programmi innovativi nelle tecnologie
informatiche e delle comunicazioni. Le aree di ricerca comprendono reti e sistemi di
comunicazione, elaborazione dei segnali, calcolo distribuito, ingegneria dei software, sistemi
radar, sistemi sonar, visione computerizzata, reti neurali artificiali ed elaborazione d’immagini,
Very Large Scale Integration (VLSI) design, ricerca e riconoscimento dei bersagli, servizi di
informazione multimediale, UHF, ingegneria delle microonde e delle antenne.
Facolta’ di Scienze della Salute
Le Scuola Medica e Dentistica della Facolta’ di Scienze della Salute ha una storia lunga e
brillante all’Universita’ di Adelaide. I ricercatori dell’Universita’ sono riconosciuti a livello
internazionale per la loro ricerca fondamentale e clinicamente rilevante. Gli studi medici e
biomedici presso la Facolta’ di Scienze della Salute variano secondo molteplici richieste. Gli
scienziati stanno sperimentando rimedi e misure di prevenzione per le patologie piu’ gravi e
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comuni fra cui cancro, malattie cardiovascolari, epatiti, colera, artrite, epilessia, disturbi
infiammatori, sindrome da fatica cronica, diabete, morbo di Parkinson, diarrea, decadimento
dentale, infertilita’, obesita’ e infarto.
La Scuola Medica e Dentistica dell’Universita’ ha uno stretto rapporto con le scuole-ospedali
che si trovano nell’area metropolitana di Adelaide, aprendo una vasta gamma di opportunita’ di
ricerca per studenti laureati e ricercatori nel settore clinico. In Pediatria, ad esempio, il lavoro
viene svolto in vari dipartimenti ed istituzioni affiliate nell’ambito del Women’s and Children’s
Hospital. Gli interessi della ricerca in Pediatria comprendono la genetica molecolare, disordini
alimentari lisosomiali e perissosomiali, immunologia, gastroenterologia pediatrica, medicina
respiratoria, diabete e endocrinologia.
I ricercatori universitari in Ostetricia, Ginecologia e Fisiologia hanno sviluppato un centro di
primo piano di fama internazionale nelle aree della fisiologia materno-fetale, immunologia
riproduttiva, embriologia, tecnologia e perinatologia riproduttive avanzate. Associata ad essi vi
e’ Repromed – la Reproductive Medicine Unit dell’Universita’ – i cui trattamenti clinici di
fertilita’ sono stati costantemente ritenuti i migliori al mondo e sono avvalorati da ricerche
innovative nella medicina/tecnologia ripoduttiva. Repromed e’ leader mondiale nell’uso di
incubatori mobili gasati a CO2 per uova, cellule ed embrioni fertili. La ricerca dell’Universita’
studia anche come gli adattamenti specifici dell’embrione e del feto a periodi di carenza
intrauterina risultano in una programmazione permanente della struttura, fisiologia e
metabolismo del corpo e portano a conseguenze patologiche in eta’ adulta. Nel 2002 un
sussidio NHMRC Program Grant di $8.3 milioni e’ stato assegnato al gruppo di ricerca del
Prof. Rob Norman del reparto di Ostetrica e Ginecologia per studiare la salute riproduttiva
femminile. Il team del Prof. Norman condurra’ ricerca di base su come gli ovuli all’interno delle
ovaie si preparano alla fecondazione, come gli embrioni si sviluppano dopo la fecondazione e
come una maternita’ viene impostata con successo.
Il Colgate Clinical Dental Research Centre e’ il centro per la ricerca dentale piu’ avanzato del
suo genere nell’emisfero meridionale. Il Centro incoraggia dentisti in periodo di apprendistato a
condurre ricerca clinica e di laboratorio sui materiali dentali e rappresenta un collegamento con
l’industria dentale. La ricerca e’ concentrata su interventi ortodontici minimi.
In Psicologia la ricerca innovativa e’ stata favorita all’Universita’ di Adelaide grazie alla messa a
punto di attrezzature e servizi di prim’ordine dedicati ad aree specifiche della psicologia. Queste
includono una Perception and Cognition Suite per esperimenti sull’elaborazione di
informazioni, apprendimento categoriale e processi decisionali; un Cognition and Applied
Decision Making Laboratory per studi concernenti l’applicazione di teorie cognitive a problemi
pratici, particolarmente nell’area dell’ergonomica e del funzionamento dei fattori umani;
un’Electrophysioilogy Laboratory con attrezzature per la registrazione di potenziali cerebrali
collegati ad eventi durante lo svolgimento di attivita’ cognitive; ed un Child Development
Laboratory per la ricerca sullo sviluppo del pensiero nei bambini. L’Universita’ di Adelaide e’
conosciuta a livello internazionale per la sua ricerca sulla misurazione della velocita’ mentale e
sulla comprensione delle differenze individuali nell’intelligenza umana. Progetti di ricerca
applicata spaziano dalla valorizzazione dell’integrazione dei sistemi umani nell’industria allo
sviluppo di un nuovo approccio per valutare il bisogno di sostegno delle persone invalide.
Eccellenti rapporti con servizi esterni che vanno da scuole-ospedali al Defence Science and
Technology Organisation (DSTO) nazionale offrono numerose opportunita’ di ricerca per
studenti di psicologia. La ricerca in Fisiologia all’Universita’ sta anche investigando la
“plasticita’” del cervello e i suoi legami con il controllo e l’apprendimento motorio. Con 40.000
australiani colpiti ogni anno da infarto, il lavoro svolto dal Movement Neuroscience Research
Group offre speranze importanti per la riabilitazione dei pazienti dopo l’infarto. Collaborando
con neurologi e fisioterapisti, i fisiologi dell’Universita’ lavorano per indurre il cervello dei
pazienti che sono stati colpiti da infarto a riorganizzarsi al fine di migliorare il controllo dei
muscoli che si sono indeboliti.
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Nelle scienze cognitive, i ricercatori dell’Universita’ stanno migliorando la qualita’ della vita delle
persone che soffrono di malattie mentali o vittime di traumi (specialmente danni cerebrali) e
contribuiscono alla comprensione di come funziona la coscienza. I ricercatori di psichiatria
sono riconosciuti a livello internazionale per il loro lavoro nel comprendere i disturbi da stress
post-traumatico e la schizofrenia. La ricerca neurotraumatologica e’ condotta presso la Road
Accident Research Unit (RARU) dell’Universita’, l’Adelaide Head Injury Research Group che
annovera scienziati dell’Institute of Medical and Veterinary Science (IMVS), il Royal Adelaide
Hospital e le universita’ interstatali.
I filosofi dell’Universita’ svolgono anch’essi un ruolo primario nel comprendere le capacita’ del
cervello umano ed i segreti della coscienza. Come il cervello umano produca le sensazioni
coscienti e’ uno dei piu’ grandi misteri affrontati dalla neuroscienza. I ricercatori dell’Universita’
stanno avnzando l’ipotesi che tali sensazioni siano prodotte da particolari sequenze di attivita’
lungo le molte reti neurali del cervello, esaminando le proprieta’ di “reti neurali artificiali” (ad
esempio le reti neurali che sono simulate sui computer convenzionali).
Programmi universitari in Scienze della Salute: Bachelor of Medicine, Bachelor of Surgery ,
Bachelor of Health Sciences, Bachelor of Psychology (Honours).
Programmi post-laurea: Vengono offerti Masters, Graduate Diploma, Graduate Certificate and
PhD nell’area di Scienze Anatomiche, Farmacologia Clinica e Sperimentale, Infermieristica
Clinica, Pratica Generale, Psicologia, Salute Pubblica e soprattutto il Master of Clinical Science,
Master of Medical Science, Master of Surgery, Doctor of Medicine.
Corsi Universitari in Scienze Dentarie: Bachelor of Dental Surgery (B.D.S.), Bachelor of
Science in Dentistry (Honours) (B.Sc.Dent.),
Graduate Certificate in Dentistry
(Grad.Cert.Dent.), Bachelor of Oral Health (BOH)
La Facolta’ offre Corsi Post-laurea per il conseguimento di Graduate Diploma, Masters e PhD
nell’area di studio principale. I Graduate Diploma offerti sono nelle aree di Odontoiatria,
Odontoiatria Clinica, Odontoiatria Medico-Legale, Chirurgia Dentale.
Facolta’ di Lettere e Scienze Sociali
La Facolta’ di Lettere e Scienze Sociali e’ stata una componente significativa dell’Universita’ di
Adelaide sin dalla sua fondazione nel 1874, e continua a rappresentare il fulcro per
l’insegnamento e la ricerca nelle discipline delle lettere, scienze sociali, musica e lingue diverse
dall’inglese. Possiede quattro Scuole, che comprendono piu’ di 20 discipline e due centri di
ricerca che attraggono il maggior singolo corpo studentesco nel South Australia, con circa 4.000
studenti.
La Facolta’ e’ riconosciuta a livello internazionale grazie alla sua ricerca nelle aree fra cui
Demografia e Studio delle Popolazioni, Linguistica, Storia Europea ed Australiana, Studi
Ambientali, Teoria Politica, Studi sulla Manodopera e Sistemi d’Informazione Geografici.
La ricerca condotta presso la Facolta’ di Lettere e Scienze Sociali si occupa della comprensione
dell’umanita’, della cultura e della societa’. Ci sono piu’ di 100 membri del personale e piu’ di
400 studenti laureati nella Facolta’, che conducono ricerca di base ed applicata su una vasta
gamma di argomenti – da questioni di giustizia sociale e linea di condotta ambientale, le nostre
relazioni con persone indigene e la regione Asia-Pacifico, paragoni cross-culturali della societa’ e
gli effetti dei media e del processo della globalizzazione sulla vita quotidiana, all’analisi delle
relazioni lavorative, linguistica, educazione, filosofia politica e processi cognitivi umani.
Oltre ai gia’ esistenti centri di ricerca rivolti a questioni specifiche, come le relazioni interculturali
e l’educazione multiculturale, gli aspetti multi-dimensionali del cibo e delle bevande, studi
Britannici ed Australiani ed i processi economici cinesi, la Facolta’ ha fondato l’Adelaide Social
Science Research Institute per promuovere nuovi sviluppi nella ricerca interdisciplinare delle
scienze sociali.
Le principali qualifiche accademiche della Facolta’ sono i Bachelors of International Studies,
Social Sciences, Media, Environmental Studies e Arts. Ciascuna delle qualifiche offre un diverso
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percorso di studi – alcune piu’ limitato, altre piu’ ricco. Il Bachelor of International Studies, ad
esempio, offre una combinazione di studi a sfondo internazionale in aree come Studi Asiatici
ed Europei, Economia, Storia, Studi sulle Risorse Umane e Politica. Il Bachelor of Arts e’ il piu’
vario fra le qualifiche universitarie ed offre la scelta piu’ ampia.
Studi post-laurea e preparazione alla ricerca: la Facolta’ offre una gamma di qualifiche avanzate,
le quali o prevedono corsi o sono ottenute a seguito di attivita’ di ricerca. Alcune lauree sono
offerte in maniera flessibile anche a studenti esterni al campus
L’insegnamento post-laurea presso la Facolta’ di Lettere e Scienze Sociali offre una
preparazione completa per carriere accademiche e professionali. Gli studenti possono
specializzarsi nella ricerca in qualsiasi disciplina nell’amito delle Scienze Sociali o delle Lettere,
oppure possono intraprendere un programma interdisciplinare. In ogni caso la Facolta’ offre
una preparazione completa per la ricerca, la quale conferma il successo che i laureati di Lettere e
Scienze Sociali ottengono nel perseguire carriere nel campo accademico, business,
professionale o del governo.
Alcuni sviluppano competenze altamente specialistiche in diverse aree come scrittura creativa,
linguistica o sistemi d’informazione geografici. Altri acquistano varie abilita’ in ricerca sociale,
analisi delle linee di condotta, o lavoro sul campo antropologico e ambientale. Il condurre
ricerche impegnative aumenta la conoscenza teoretica e pratica nelle aree fra cui studi culturali,
teorie post-coloniali, filosofia e relazioni lavorative. Accanto al fulcro rappresentato dagli Studi
Australiani, la Facolta’ offre lauree specialistiche in Studi Europei, Studi Asiatici, Studi Britannici
e Relazioni Internazionali.
La ricerca presso l’Universita’ sulla Linguistica di lingue in estinzione e sull’insegnamento del
linguaggio multimediale ha un’ottima reputazione internazionale. Gli approcci ecologici ed
etnografici in quest’area sono utilizzati per esplorare le interdipendenze fra linguaggio,
educazione, tecnologia ed il resto del mondo. Gli sviluppi della ricerca sulla Filosofia
all’Universita’ per quanto riguarda la logica e la scienza cognitive, in special modo il “ripensare
la mente”, hanno ricevuto consenso mondiale e sussidi ARC.
La ricerca intellettualmente stimolante nel campo dell’Inchiesta Sociale presso l’Universita’
esplora questioni come l’impatto della globalizzazione neoliberale, modelli lavorativi e
cambiamento del posto di lavoro, cambiamenti generazionali nel femminismo Occidentale,
nelle politiche riproduttive e nei diritti umani. L’Universita’ e’ attualmente coinvolta in un
progetto di ricerca collaborativo internazionale per valutare la sostenibilita’ della globalizzazione
in Canada, Australia, Messico e Norvegia e per sviluppare criteri al fine di accertare tale
sostenibilita’ in quattro settori – ecologico, economico, politico e socio-culturale. L’indagine sui
cambiamenti di modelli e preferenze lavoro/vita fra gli australiani da parte dei ricercatori
dell’Universita’ di Adelaide ha implicazioni teoretiche e pratiche per l’occupazione femminile,
per le strutture del mercato del lavoro e per le relazioni industriali, sia in Australia che
oltreoceano.
Facolta’ delle Professioni
Adelaide Graduate School of Business
Le attivita’ della scuola sono iniziate nel 1963, quando l’Universita’ ha istituito un Master in
Business Management all’interno del dipartimento di Commercio. La Graduate School of
Business e’ stata istituita nel 1984. Particolare supporto e’ stato fornito dalla Fondazione
Giappone e dal Vice Rettore dell’Universita’ che hanno portato all’istituzione di un incarico
professionale in affari relativi all’area dell’Asia Pacifico. Adesso la scuola offre una vasta gamma
di programmi di management, tra cui Professional Certificate in Management, Graduate
Certificate in Management, Graduate Diploma of Business Administration, Master of Business
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Administration, Master of Management, Master of Business Administration (InfoComm
Management) e il dottorato di ricerca.
Inoltre la Scuola offre una serie di programmi brevi chiamati Executive Education Programs,
ideati per incontrare le necessita’ di un’ulteriore istruzione sia di organizzazioni e managers
australiani e d’oltroceano, che di laureati MBA. Oltre mille managers seguono annualmente i
corsi offerti dalla scuolal all’interno di questo porgramma.
Il piu’ importante programma offerto dalla scuola e’ il Master in Business Administration che
focalizza su una vasta istruzione di base del manager piuttosto che fornire una serie di tecniche
e strumenti di gestione. Particolare enfasi e’ posta sullo sviluppo di caratteristiche di problemsolving e di comunicazione, leadership e capacita’ di fare gruppo e capacita’ per far si’ che gli
studenti capiscano meglio e siano in grado di avere a che fare con le tematiche complesse del
management in un ambiente in rapida evoluzione.
School of Architecture, Landscape Architecture and Urban Design
All’interno della scuola vi e’ un’ampia gamma di attivita’ di ricerca, tra cui:
performance termiche e preferenze nelle costruzioni, comprese le implicazioni architettoniche
del design termico;
design architettonico e urbano effettuato con supporto computeristico, con un’enfasi su design
computazionale e le sue applicazioni.
Studi interculturali in architettura asiatica e del medio oriente, vengono svolti attraverso le
attivita’ del Centro per architettura asiatica e del medio oriente (CAMEA)
La scuola ha una forte preferenza per accettare l’iscrizione di candidati a programmi post-laurea
che propongono attivita’ di ricerca in questi campi, ma considera anche studenti in altri campi
dell’architettura e dell’architettura del paesaggio.
La scuola offre a livello postlaurea Master in architettura, architettura del paesaggio (by
research), scienze delle costruzioni, studi di design, studi di design (paesaggio), design urbano.
Il dottorato di ricerca puo’ essere portato avanti sia full-time che part-time nelle aree di ricerca
della scuola.
School of Commerce
Lo studio del commercio fornisce una comprensione delle aree della conoscenza fondamentali
per l’amministrazione e la gestione di organizzazioni e affair. Commercio comprende discipline
quali contabilita’, finanza d’azienda, gestione del marketing, diritto commerciale, tassazione e
commercio elettronico.
A livello di laurea, la School of Commerce offre: Bachelor of Business Information
Technology, Bachelor of Commerce, Bachelor of Commerce (Accounting), Bachelor of
Commerce (Corporate Finance), Bachelor of Commerce (International Business), Bachelor of
Commerce (Management), Bachelor of Commerce (Marketing), Bachelor of Finance (cotaught with Mathematics and Economics). Corsi di ogni specializzazione possono essere
combinati tra loro, ad esempio corsi di contabilita’ con marketing o management.
A livello post laurea la scuola offre programmi di Master e dottorato nelle principali aree di
ricerca. La scuola supporta vari approcci metodologici compresi indagini statistiche, casi di
studio, ricerche storiche e qualitative. Ogni studente lavora indipendentemente su un progetto
di ricerca principale con la supervisione di uno o due docenti.
Il Bachelor in Commercio (Corporate Finance), e’ strutturato per fornire agli studenti skill
specialistici in finanza insieme a studi piu’ vasti di affari. Finanza aziendale si focalizza sul modo
in cui i gestori finanziari investono e prendono decisioni finanziarie e usano contratti finanziari
e mercati di capitale per aumentare il guadagno e gestire il rischio.
Il Bachelor in Commercio (International Business) e’ indirizzato a quegli studenti che
intendono perseguire una carriera di gestione degli affari internazionali. Il programma
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accademico fornisce delle vaste basi in affari e negli studi specializzati in management e
marketing internazionale. Inoltre, gli studenti possono svolgere un semstre di studio all’estero,
studiare una lingua straniera o intraprendere studi di cultura internazionale.
Il Bachelor in Commercio (Management) e’ indirizzato quegli studenti che desiderano una
qualifica tale da permettergli di appartenere a una associazione professionale come l’ Australian
Institute of Management(AIM) e l’ Australian Human Resources Institute (AHRI).
Il Bachelor in Commercio (Marketing) mira a fornire agli studenti un solido background in
affari e una conoscenza del ruolo del marketing all’interno e tra organizzazioni. Da coloro che
svolgono una carriera nel settore del marketing ci si aspetta che abbiano delle sviluppate
capacita’ decisionali e che siano innovativi nel loro approccio a problemi e situazioni in affari. Il
risultato e’ che i corsi di marketing sono combinati con studi generali di affari, e lo sviluppo di
capacita’ pratiche e di conoscenza e’ integrato con una comprensione delle teorie attuali e delle
ultime ricerche.
I corsi di ciascuna specializzazione possono essere combinati tra di loro. Una scelta molto in
voga e’ quella di affiancare gli studi di finanza d’azienda con quelli in contabilita’, ottenendo
buone prospettive per la carriera.
La scuola del commercio supporta vari approcci metodologici, comprese campionamenti,
statistiche, casi di studio, ricerche di campo quantitative e qualitative.
Scuola post Laurea dell’Istruzione
La Scuola prepara i laureati all’insegnamento nelle scuole secondarie attraverso il Graduate
Diploma in Education e fornisce ulteriori programmi postlaurea per insegnanti attraverso il
Master of Education, il Master of Educational Studies, il Doctor of Philosophy, il Doctor of
Education.
Scuola di Economia
Negli ultimi anni l’Universita’ ha nominato una serie di giovani economisti con promettenti
carriere nella ricerca. Presso il Centro internazionale di Studi Economici (CIES) viene svolta
attivita’ di ricerca sul commercio, comprese attivita’ su biotecnologie agricole (particolare sugli
organismi geneticamente modificati) macroeconomia delle economie aperte, e finanza
internazionale. Nel 2002 i ricercatori dell’Universita’ hanno ricevuto dei fondi per il loro lavoro
sulla globalizzazione, il WTO e lo sviluppo sostenibile. Inoltre, sono stati attratti dei fondi
sostanziosi per la ricerca in economia agricola in Cina e Indonesia e sull’economia dell’industria
vinicola.
Scuola di Legge
Il contenuto e il metodo della laurea in legge e’ stata ampiamente rivisto negli ultimi anni, a
seguito di una grande review internazionale del 2000. Sono stati effettuati importanti
cambiamenti come l’adozione di un approccio maggiormente centrato sugli studenti per
insegnamento e apprendimento, una riduzione del metodo tradizionale e una maggiore enfasi
verso la risoluzione di problemi attraverso l’attivita’ in gruppi. La Scuola pone un’enfasi
superiore a prima sullo sviluppo delle capacita’ di apprendimento, soprattutto in materie
pratiche come l’Evidenza.
La scuola di Legge e’ stata fondata come Facolta nel 1883. Attualmente ha circa 1110 studenti e
circa 30 unita’ di personale accademico a tempo pieno. Dal 2003 la Scuola offre una serie di
corsi intensivi estivi e invernali, in aree di estremo interesse legale, che permettera’ agli studenti
di stare al passo con i loro studi.
Facolta’ di Scienze
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La Facolta’ e’ stata istituita nel 2002, dall’unione delle preesinstenti Facolta’ di Scienze e Facolta’
di agricoltura e risorse naturali. La Facolta’ e’ dislocata tra il campus cittadino dell’Universita’, il
Roseworthy e il Waite. La Facolta’ e’ riconosciuta internazionalmente per l’eccellente istruzione
e ricerca nei campi delle scienze biomediche, dell’agricoltura, delle scienze ambientali e della
terra ed e’ un leader in campi emergenti quali la fotonica. La maggior parte dei diplomi di laurea
coprono tre anni di studio. Vi e’ un’ampia varieta’ di corsi disponibili. Le scuole e i dipartimenti
sono le seguenti:
School of Agriculture & Wine (Animal Science , Applied and Molecular Ecology , Horticulture,
Viticulture and Oenology , Plant Science), School of Chemistry & Physics (Centre for the
Subatomic Structure of Matter, Chemistry, Physics and Mathematical Physics), School of Earth
& Environmental Sciences (Environmental Biology , Geology and Geophysics , National
Centre for Petroleum Geology and Geophysics, Soil and Land Systems), School of Molecular
& Biomedical Science
School of Agriculture & Wine
Adelaide e’ un sito unico per la piu’ grande concentrazione di conoscenza nell’emisfero Sud in
campo dell’agricoltura sostenibile, la coltivazione di cereali, le biotecnologie vegetali, le
coltivazioni in aree aride, la gestione delle specie infestanti, la ricerca sul vino e la gestione della
terra. Le competenze coprono la ricerca di base e le applicazioni a livello agricolo con
particolare attenzione agli interessi dell’industria. L’Universita’ gioca un ruolo chiave nel
sviluppare le pratiche di gestione che sosterranno la qualita’ e produttivita’ vegetale,
mantenendo o migliorando la qualita’ del suolo. Le attivita’ di ricerca in quest’area si
concentrano sul funzionamento e la gestione di ecosistemi sia naturali che agricoli.
Le attivita’ vengono principalmente svolte nei campus di Waite e di Roseworthy e
comprendono le competenze del CSIRO del SARDI e dell’Australian Wine Research Institute
(AWRI). Ricercatori della School of Agricolture and Wine sono riconosciuti
internazionalmente per le attivita’ di gestione delle viti, i processi di maturazione e il loro
impatto sulla qualita’ del vino. L’Universita’ collabora anche con la multinazionale BRL Hardy
per istituire una struttura di ricerca sui vigneti commerciali. Un vigneto high-tech, monitorato
elettronicamente permettera’ ai ricercatori di studiare fisiologia e crescita delle piante in tempo
reale.
All’interno del Centro di Eccellenza per l’agricoltura e la produzione animanle in sistemi aridi, i
ricercatori di scienze animali dell’Universita’ lavorano per assicurare che i prodotti animali siano
sani, che vengano prodotti in modo efficiente, e soprattutto, che la loro produzione si
asostenibile e umana. Il training in quest’area di ricerca comprende aspetti pratici di zootecnia
nonche’ scienze della produzione animale, e particolare enfasi e’ posta sulle biotecnologie
(mappatura genica, ingegneria genetica, biologia cellulare).
School of Chemistry & Physics
Tali discipline comprendono i principali programmi di ricerca in fisica dell’atmosfera, astrofisica
dell’alta energia, ottica laser e non lineare, e argomenti riguardanti la fisica teorica e matematica
(che va dalla fisica nucleare e delle particelle alla cosmologia, fino alla teoria delle stringhe e
meccanica statistica). Vi sono anche dei programmi minori i fisica medica, fisica molecolare UV
e archeometria. Grazie alla sponsorizzazione da parte del DSTO (Defence Science and
Technology Organisation) e’ stata istituita una cattedra in fotonica. Inoltre, il Centro di Ricerca
speciale sulla struttura della Materia Subatomica (CSSM) finanziato dall’ARC sta ottenendo
notevoli risultati nella comprensione della struttura adronica della materia ed e’ considerato
internazionalmente come uno dei tre centri al mondo per la teoria nucleare. Il Centro ha
accordi di collaborazione per lo scambio di staff e studenti con oltre una dozzina di centri di
ricerca in Asia, Europa e Nord America. Il CSSM, insieme all’Istituto Nazionale per la Fisica
Teorica sono situati all’interno della Scuola di Chimica e Fisica.
105
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
Nel campo dell’astrofisica i ricercatori dell’Universita’ di Adelaide stanno compiendo grandi
progressi nella comprensione dei buchi neri e sull loro influenza nell’evoluzione delle galassie. Il
gruppo di astrofisica dell’alta energia e’ strettamente legato al progetto dell’Osservatorio Pierre
Auger, e la collaborazione con l’Istituto per la ricerca sui raggi cosmici dell’Universita’ di Tokyo
e’ risultata nella recente costruzione di un telescopio a 10m raggi gamma, sito a Woomera,
all’interno del progetto Cangaroo.
Inoltre nell’ultimo decennio la compagnia ATRAD, spin-off dell’Universita’ specializzata in
sistemi radar atmosferici, ha ottenuto contratti dalla Norvegia all’Antartico, in quando la
tecnologia radar sviluppata dagli scienziati di Adelaide produce un profilo verticale del
ventodirettamente al di sopra del radar. L’informazione costituisce poi l’input di modelli
matematici ed utilizzata per le previsioni metereologiche.
Nel campo delle Scienze chimiche l’Universita’ di Adelaide si distingue internazionalmente
soprattutto nell’area della chimica ionica (possedendo una delle migliori strutture dell’emisfero
australe), del riconoscimento molecolare e dei nuovi materiali. Infatti la Scuola di chimica e
fisica ha avuto molto successo nell’attrarre fondi destinati a strumentazione e strutture per
spettroscopia insuperate in Australia.
School of Earth and Environmental Sciences
La Scuola di Scienze Ambientali raccoglie in particolare esperti nei campi dell’ecologia marina e
terrestre, dell’evoluzione ed ecologia degli insetti, della fisiologia e biochimica ambientale, della
sistematica e della biodiversita’ con una serie di strutture per le attivita’ di campo. Adelaide ha
infatti una serie di centri di ricerca in queste aree quali il Centro per la Biologia e la Biodiversita’
dell’Evoluzione, recentemente istituito insieme al Museo del Sud Australia. Il Centro che nel
2002 ha ricevuto dei finanziamenti ARC per sviluppare una struttura regionale per evoluzione
molecolare ed ecologia, pone particolare enfasi sulla flora e fauna australiana e sulla
conservazione e gestione della biodiversita’.
Inoltre l’istituzione nel 2002 di laboratori congiunti di biologia del Suolo e di Scienze
Ambientali Terrestri con il Centro di Ricerca per le Scienze Eco-Ambientali di Bejing ha
ulteriormente rafforzato tale settore all’interno dell’Universita’ di Adelaide.
Nel campo delle Scienze della Terra, nell’Universita’ di Adelaide vi e’ in centro per gli studi
avanzati in geologia e geofisica, in particolare nelle aree della geologia del petrolio e analisi dei
bacini sedimentari, tettonica, petrologia e studi dei depositi di ferro, le esplorazioni geofisiche e
geomatematiche, la geomorfologia, paleontologia e biostratigrafia. All’interno della nuova
scuola di ingegneria e gestione del petrolio, istituira grazie a 25 milioni di dollari australiani dati
dalla compagnia Santos Ltd, l’attivita’ di ricerca e; indirizzata verso la gestione dell’ingegneria
sotterranea dei giacimenti petroliferi liquidi e delle riserve di gas. Le compagnie petrolifere sono
incoraggiate verso tali attivita’ per migliorare l’efficienza delle operazioni di recupero di petrolio
e gas. Una struttura all’avanguardia comprende laboratori specialistici e i laboratori informatici
sono quasi completati; la struttura comprendera’ inoltre un pozzo petrolifero sperimentale
all’interno del campus (solo il quarto al mondo e il primo nell’emisfero sud) permettendo agli
studenti di analizzare campioni degli strati a una profondita’ di 150 metri. La scuola sta
costituendo un team di ricercatori e consulenti a livello mondiale che lavorera’ a stretto
contatto con il Centro Nazionale di geologia petrolifera e Geofisica (NCPCGG)
dell’Universita’ per ulteriormente consolidare la posizione dell’Universita’ in tali campi.
School of Molecular & Biomedical Science
L’Universita’ ospita il nuovo centro australiano for Plant Functional Genomics presso il
campus di Waite. Il costo, pari a 32 milioni di dollari australiani, e’ stato sostenuto dall’ARC, la
Grains Research and Development Corporation (GRDC) e il Governo statale del Sud
Australia. Il centro giochera’ un ruolo chiave nella crescita delle bioscienze agrarie industriali per
lo sviluppo delle tecnologie molecolari di riproduzione per le industrie cerealicole. Inoltre nel
106
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2002, l’Universita’ di Adelaide, il Governo del Sud Australia e il GRDC, hanno istituito la
compagnia Australian Grain Technologies Pty Ltd, al fine di porre in senso commerciale i
risultati ottenuti nella ricerca.
La competenza dell’Universita’ nello sviluppo delle industrie biotecnologiche australiane si
riflette nel fatto che e’ uno dei partner nel nuovo centro di eccellenza nazionale National Centre
for Stem Cell Science, dal costo di $43.5 milioni, che mira a consolidare gli sforzi in ricerca e
sviluppo in tutta Australia nel campo biologico e medico delle cellule staminali. Il centro
riunisce i due principali gruppi del settore, il Centro dell’Universita’ di Monash for Stem Cells
and Tissue Repair (in cui il Centro di Eccellenza sara’ fisicamente situato) e il gruppo di ricerca
di bioscienze molecolari dell’Universita’ di Adelaide, guidato dal Prof Peter Rathjen. Due
partner commerciali del Centro di Eccellenza saranno inoltre la compagnia Bresa-Gen Ltd,
spin-off dell’Universita’ di Adelaide e ES Cell International.
Social Applications of Geographical Information Systems (GISCA)
Adelaide e’ un importante centro per i sistemi informativi geografici e tecnologia del
telerilevamento. Tale centro Nazionale riunisce le competenze, il software e la strumentazione
dell’Universita’, del Governo e del settore privato al fine di migliorare le capacita’ dell’Australia
nel processamento e analisi di dati sociali referenziati spazialmente per le applicazioni nella
pianificazione pubblica e privata.
Attivita’ di ricerca includono lo sviluppo di un GIS per la regione asiatica, l’inventario nazionale
australiano delle specie selvatiche, il monitoraggio dei cambiamenti ambientali tramite
telerilevamento e GIS, e l’analisi delle popolazioni.
Inoltre il gruppo guidato dal Prof Graeme Hugo, si occupa di analizzare i trend di popolazione
e le loro implicazioni in Australia e SudEst Asiaticofocalizzando soprattutto sulle dimensioni
spaziali del cambiamento di popolazione, le migrazioni interne e internazionali, la predizione su
popolazioni in piccole aree, l’invecchiamento e le interazioni tra popolazioni e ambiente. Grazie
a tali attivita’ il professor Hugo ha ricevuto l’unico Australian Federation Fellowship del 2002
con un finanziamento governativo pari a 1.25 milioni di dollari australiani.
Il Centro svolge un ruolo chiave nell’offerta di corsi post-laurea e corsi brevi nelle scienze
d’informazione spaziale, con l’uitlizzo di strutture informatiche e competenze all’avanguardia.
All’interno del Centro vengono offerti il Graduate Certificate in Spatial Information Science,
Graduate Diploma in Spatial Information Science e il Master of Spatial Information Science
University of Adelaide
www.adelaide.edu.au
Faculty of Engineering, Computer and
www.adelaide.edu.au/ecms
Mathematical Sciences
Faculty of Health Sciences
www.health.adelaide.edu.au
Faculty of Humanities and Social Sciences
www.arts.adelaide.edu.au
Faculty of the Professions, Adelaide Graduate
www.gsm.adelaide.edu.au
School of Business
Faculty of the Professions, School of
www.arch.adelaide.edu.au
Architecture, Landscape Architecture and Urban
Design
Faculty of the Professions, School of Commerce
www.commerce.adelaide.edu.au
Faculty of the Professions, School of Economics
www.adelaide.edu.au/econ/
Faculty of the Professions, Graduate School of www.adelaide.edu.au/profession/
Education
education
Faculty of the Professions, Law School
www.law.adelaide.edu.au
Faculty of Sciences
www.sciences.adelaide.edu.au
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CANBERRA
Journey in the Academic and Research world of
Australasia
Alessandra Iero
University of Adelaide
Established in 1874, the University of Adelaide has a proud tradition of advancing
knowledge through research, teaching and community service of international
distinction and integrity. A medium sized, comprehensive university, Adelaide has
over 16,000 undergraduate, postgraduate and research students with over 1,800
international students from 70 countries. With 1,200 teaching and research staff, the
University undertakes cutting edge research. A member of the “Group of Eight”
universities – Australia’s leading research-intensive universities – the University of
Adelaide consistently ranks amongst the top universities in the Asia-Pacific region in
winning research funding. The University earns the highest total research funding per
capita in Australia and directly contributed in excess of $120 million to South
Australia’s research and development activity in 2002. In 2002, the University of
Adelaide and its research partners in the South Australian teaching hospitals were
awarded more than $20 million of National Medical Research Council (NHMRC)
funding. This was the 3rd highest amount awarded nationally and the highest amount
per capita of any Australian University. The quality of the University’s research also
continues to be recognized with the award of Australian Research Council (ARC)
funding. In the latest ARC funding round the University attracted nearly $10.9 million
of funding.
The University’s activities occur across four campuses, each with its own distinctive
character.
1) Located in the heart of the city, the North Terrace Campus (City) is the primary
location of undergraduate teaching and is the base for a broad range of applied and
fundamental research. The University’s main campus forms part of a thriving medical
research city precinct, including the Royal Adelaide Hospital, Hanson Centre for
Cancer Research, Women’s and Children’s Hospital, Institute of Medical and
Veterinary Science, and the CSIRO Division of Health Sciences and Nutrition.
2) The Waite precinct is the largest agricultural complex in the southern hemisphere
and boasts the most modern technology available for students and researchers.
Facilities include the Plant Research Centre, which is equipped with advanced
greenhouses, laboratories, a genetic resources centre, post harvest coolrooms, and a
conference centre. The Hickinbotham Roseworthy Wine Science Laboratory has state
of the art equipment for testing grape and wine quality. There are also small scale
experimental plots and a vineyard, as well as extensive computer suites and the
Woolhouse Library. A unique aspect of the Waite campus is the co-location of a
number of national research bodies such as the Commonwealth Scientific and
Industrial Research Organisation (CSIRO) and Primary Industries and Resources SA
(PIRSA), and research institutes such as the Australian Wine Research Institute.
Together with the University, these partners create Australia’s most comprehensive
research and development and teaching capabilities in plant breeding, viticulture,
horticulture, oenology, crop protection, and land and water management.
3) Roseworthy campus, situated on 1600 ha of prime South Australian farming land, is
one of the few agricultural teaching institutions that can offer its students practical
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insight into dryland farming systems as well as livestock production, and
environmental and natural resource management. One of its unique aspects is the
location of the campus amidst a commercially viable, fully functional farm, which
provides a practical training environment for students and an outstanding resource for
postgraduate research work.
On the Roseworthy Campus, the University has worked closely with PIRSA, South
Australian Research and Development Institute (SARDI), the Department of the
Environment, Heritage and Aboriginal Affairs, Technical and Further Education
(TAFE) SA, and rural industries to develop a centre of excellence for research in
dryland agriculture and animal production, and to create a hub for information
transfer on research advances and new technologies to the rural community. The
recently developed Integrated Livestock Management Initiative is a cooperative
venture designed to enhance research in areas such as livestock nutrition, reproductive
technologies, health and welfare, genetic selection, wool growth and quality meat
production.
4) Adelaide’s Thebarton Commerce and Research Precinct is one of the premier
University-owned technology/research parks in Australia. It is home to many
University spin-off companies and includes the highest concentration of
biotechnology enterprises in the country. Once an old factory site, the campus has
been developed as a research park and is a vital link between the University of
Adelaide and Australian business and industry.
The University’s Office of Industry Liaison, which operates from the Research Park,
promotes and facilitates links with industry, and is a leader in enterprise education and
incubation. The Office manages the Graduate Entrepreneurial Program that assists
students to commence business enterprises. Within its business incubator, graduates
have the chance to develop their skills with some of the country's most innovative
companies.
Co-operation and collaboration
The University is home to three National Research Centres and a partner in 15 of
Australia's 70 Co-operative Research Centres (CRCs).
The University was a partner in a further eight CRC applications: Greenhouse Gas
Technologies, Plant-based Management of Dryland Salinity, Molecular Plant Breeding,
Poultry, Desert Knowledge, Oral Health Science, Environmental Biotechnology and
Viticulture. It is estimated the University will receive approximately $20 million over
the next seven years through these eight pabhrticular CRCs.
Major Research Infrastructure
A strong infrastructure base supports research at the University. In 2002 the
University was awarded four grants under the ARC Linkage-Infrastructure Equipment
and Facilities (LIEF) program towards new equipment and facilities based at the
University. New facilities to be established at the University with ARC funding are: a
regional facility for molecular evolution and ecology, a high-speed cell sorter and
analyser, a supercomputing facility, and a new spectroscope for wine and
biotechnology research.
The University is also involved in three Major National Research Facilities (MNRF).
1) In 2002 the Australian Wine Research Institute (AWRI) and CSIRO Plant Industry
led a successful consortium of research agencies and other parties including the
University to establish the National Wine Industry Research Cluster (NWIRC) at the
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Waite precinct. The Federal Government will provide $4.5 million towards the $10.4
million MNRF to develop facilities and infrastructure for the wine and grape industry
and a new company, NWIRC Pty Ltd, was formed in 2002. The National Wine
Industry Research Cluster links viticulture and oenological research, and was recently
recognised with an SA Great Award.
2) The recent upgrading and expansion of the Australian Genome Research Facility
(AGRF) led to an agricultural node of the facility being located at the University of
Adelaide. The AGRF provides state-of the-art facilities for large-scale genetic
discovery by Australian research organisations and industry. The Adelaide facility is
responsive to the needs of the agricultural community and its initial focus has been on
large scale DNA isolation and BAC library construction and curation. The AGRF
infrastructure allows Australia to operate at the leading edge of international biological
research.
3) A new high-tech microchip testing facility was formally opened at the University in
2002. The facility is one of five around Australia that form the National Networked
Tele-Test Facility for Integrated Systems (NNTTF). The NTTFF was established
with the support of a $4.75 million grant from the Commonwealth Government. The
State Government and the University funded the South Australian node. The first of
its type in Australia, the Adelaide testing facility will enable defence, research and
development organizations, and the manufacturing industry to test and prototype the
latest microchip designs. The NTTFF will be of benefit to both industry and the
University, as microchips designed in Adelaide no longer have to be sent overseas to
be tested.
In addition, the three South Australian universities recently formed the South
Australian Partnership for Advanced Computing (SAPAC) to be the primary
organization for advanced and high-performance computing in South Australia.
SAPAC will serve the high-performance computation (HPC) needs of a wide range of
researchers. University of Adelaide researchers attracted substantial ARC funding for
the construction and installation of a state-of-the-art, supercomputing facility that will
be available to all academic and industrial researchers in South Australia with
advanced HPC needs.
Academic Faculties
Faculty of Engineering, Computer and Mathematical Sciences
The Faculty of Engineering, Computer and Mathematical Sciences provides high
quality teaching and research in strategically chosen areas of Engineering, Computer
Science and Mathematics. Graduates from this Faculty are highly regarded by
employers and have been successful in a variety of areas. The academic staff of the
Faculty are world leaders in their disciplines, staff who actively contribute to realworld problems through consulting and advanced fundamental and applied research.
The Faculty has close links with industry, and its research is well supported by grants
and contracts from both government and the private sector. Many of its technological
breakthroughs form the basis of independent companies with University shareholding
or joint venture agreements with industry both in Australia and overseas.
Undergraduate Programs: Bachelor degree programs are offered in Computer Science,
Mathematical and Computer Sciences and nine streams of Engineering. These degrees
offer a broad introduction to the concepts of engineering, computer science,
mathematics and statistics, providing a solid foundation for those wishing to proceed
to an area of specialisation or higher study.
110
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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CANBERRA
Postgraduate Programs: The schools of Computer Science, Applied Mathematics and
Pure Mathematics have developed a reputation for excellence in postgraduate
research, with one of the highest number of postgraduate students in the country. The
Education Centre for Innovation and Commercialisation is located within the Faculty.
The ECIC is an educational leader in innovation and project management programs.
It provides experienced professionals and graduates with a wide range of learning
opportunities to gain critical knowledge and acquire the skills needed to pursue
entrepreneurial activities, manage the commercialisation process and undertake
effective innovation and project management strategies.
There are twelve centres and units associated with the Faculty and it is actively
involved in a further five national Co-operative Research Centres. The research
covers everything from telecommunications and information networks through fire
safety and road accident research to materials, welding and joining.
Adelaide is home to Australia’s leading research group in the multidisciplinary area of
turbulence, energy and combustion. A practical example of Adelaide research in this
field during 2000 was the highly successful technical design of the Sydney Olympic
torch and cauldron for which the University’s Turbulence Energy and Combustion
(TEC) group received international acclaim. The TEC group focuses on the
development and application of new technology for the control of turbulence to
reduce the environmental impact of combustion. To support this research, the
University has established a Laser Diagnostics Laboratory, which positions the TEC
group as an international force in combustion research.
The University is also internationally recognised for the quality of its acoustics and
vibration research. Research relevant to the control of excessive noise and vibration is
of particular interest to industry, and impinges significantly on issues of occupational
health and safety. Recent projects include the installation of a noise control system in
the Osaka Subway in Japan, making small aircraft quieter, and the reduction of noise
in mobile mining equipment.
South Australia’s reputation as a world leader in road accident research has recently
been further strengthened with the creation of a new centre in automotive safety
research. The Centre will be based at the University’s Road Accident Research Unit
(RARU) and will receive $1 million per year over the next 10 years from the South
Australian state government. The Centre will collaborate with the automotive
industry and the other two South Australian universities in order to grow into an
international centre of excellence in occupant and pedestrian safety. The University’s
Road Accident Research Unit already collaborates internationally with such
organisations as Wayne State University, the Japan Automobile Research Institute and
the Honda R&D Company Ltd in the study of brain injury.
New laboratories in biomedical engineering and laser diagnostics further strengthen
the infrastructure base of Adelaide’s engineering research. Research interests include
biomedical signal processing, biomechanics, cardiovascular engineering, neural
networks and their application to biomedical problems, and biofluid mechanics.
Cross discipline collaborations also occur in the area of neurobiology and engineering
where researchers are developing models for visual processing based on insect vision
to implement in software and hardware (analog VLSI).
Adelaide’s mathematicians attract a disproportionately large share of national grants
and research fellowships. Their basic research excellence is complemented by
consulting activities undertaken through AdStat Solutions, an industry-funded
statistical consulting group at the University. Research in the mathematics of
geometry is one of the fastest growing fields of pure mathematics at the University.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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South Australia’s IT&T industry is one of the fastest growing in Australia and is home
to the largest internet data centre in the southern hemisphere. More than 35 major
high-technology companies and 14 world -class centres of excellence are based in
South Australia. The University maintains a strong commitment to innovative
programs in information and communications technologies. Areas of research include
communication systems and networks, signal processing, distributed computing,
software engineering, radar systems, sonar systems, computer vision, artificial neural
networks and image processing, Very Large Scale Integration (VLSI) design, target
tracking and recognition, multimedia information services, UHF, microwave and
antenna engineering.
Faculty of Health Sciences
The Medical and Dental Schools within the Faculty of Health Sciences has a long and
distinguished history at the University of Adelaide. University researchers are
recognized internationally for their fundamental and clinically relevant research.
Medical and biomedical studies in the Faculties of Health Sciences and Sciences range
across a broad spectrum of enquiry. Scientists are exploring remedies or preventative
measures for some of the most serious and common health conditions ni cluding
cancer, cardiovascular disease, hepatitis, cholera, arthritis, epilepsy, inflammatory
diseases, chronic fatigue syndrome, diabetes, Parkinson’s disease, diarrhoea, dental
decay, infertility, obesity and stroke.
The University’s Medical and Dental Schools has a particularly close relationship with
the teaching hospitals located in the Adelaide metropolitan area, opening up a wide
range of research opportunities for postgraduate students and researchers in the
clinical setting. In Paediatrics, for example, work is undertaken in a variety of
departments and affiliated institutions within the Women’s and Children’s Hospital.
Research interests in Paediatrics include molecular genetics, lysosomal and
perioxisomal metabolic disorders, immunology, paediatric gastroenterology,
respiratory medicine, diabetes and endocrinology.
University researchers in Obstetrics and Gynaecology, and Physiology have developed
a leading centre with an international reputation in areas of maternal-foetal physiology,
reproductive immunology, embryology, advanced reproductive technology and
perinatology. Linked to them is Repromed – the University’s Reproductive Medicine
Unit - whose clinical fertility treatments have been consistently ranked among the best
in the world and are underpinned by ground-breaking research in reproductive
medicine/technology. Repromed led the world in the use of CO2 gassed mobile
incubators for fertilised eggs, cells and embryos. Research at Adelaide is also focused
on how specific adaptations of the embryo and foetus to periods of intrauterine
deprivation result in a permanent programming of the body’s structure, physiology
and metabolism and lead to pathological consequences in adult life. In 2002 an
NHMRC Program Grant of $8.3 million was awarded to Professor Rob Norman’s
research team from Obstetrics and Gynaecology to investigate women’s reproductive
health. Professor Norman’s team will undertake basic research on how eggs within
the ovary prepare for fertilization, how embryos develop after fertilization and how a
successful pregnancy is initiated.
The Colgate Clinical Dental Research Centre is the most advanced dental research and
clinical facility of its kind in the southern hemisphere. The Centre encourages
practising dentists to participate in clinical and laboratory research of dental materials
and provides a mechanism for liaison with the dental industry. Research focuses on
minimal intervention dentistry.
Cognitive and Behavioural Sciences
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Innovative research in Psychology has been fostered at the University with the
establishment of first-rate facilities and equipment dedicated to specific areas of
psychological enquiry. These include a Perception and Cognition Suite for
experiments on visual information processing, category learning and decision making;
a Cognition and Applied Decision Making Laboratory for studies concerned with the
application of cognitive theory to practical problems, particularly in the area of
ergonomics and human factors engineering; an Electrophysiology Laboratory with
facilities for recording event-related brain potentials during the performance of
cognitive tasks; and a Child Development Laboratory for research into the
development of children's thinking. Adelaide is known internationally for its research
into the measurement of mental speed and the understanding of individual differences
in human intelligence. Applied research projects range from the enhancement of
human systems integration in industry to the development of a new approach for
assessing the support needs of people with disabilities. Excellent relationships with
external facilities ranging from teaching hospitals to the national Defence Science and
Technology Organisation (DSTO) also offer numerous research opportunities for
psychology students. Research in Physiology at the University is also investigating the
“plasticity” of the brain and its link to motor control and learning. With stroke
affecting up to 40,000 Australians annually, the work being undertaken in by the
Movement Neuroscience Research Group offers important hope for the rehabilitation
of stroke patients. Collaborating with neurologists and physiotherapists, University
physiologists are working to induce the brains of patients who have suffered strokes
to reorganise to improve the control of stroke-weakened muscles.
In the cognitive sciences, Adelaide researchers are improving the quality of life for
sufferers of mental illness, victims of trauma (especially brain injury) and helping
understand how consciousness works. Researchers in psychiatry are internationally
recognised for their work in understanding of post-traumatic stress disorder and
schizophrenia. Neurotrauma research is undertaken by the University’s Road
Accident Research Unit (RARU) and the Adelaide Head Injury Research Group
which involves scientists from the Institute of Medical and Veterinary Science (IMVS),
the Royal Adelaide Hospital and interstate universities.
The University’s philosophers are also major players in understanding the capabilities
of the brain and the secrets of consciousness. How the human brain manufactures
our conscious experiences is one of the greatest puzzles facing neuroscience.
Adelaide researchers are testing the conjecture that these experiences are produced by
special patterns of activity across the brain's many neural networks by examining the
properties of "artificial neural networks" (i.e. neural networks that are simulated on
conventional computers).
Undergraduate Courses in Dental Sciences: Bachelor of Dental Surgery (B.D.S.),
Bachelor of Science in Dentistry (Honours) (B.Sc.Dent.), Graduate Certificate in
Dentistry (Grad.Cert.Dent.), Bachelor of Oral Health (BOH)
The Faculty offers Postgraduate Courses to obtain Graduate Diploma, Masters and
PhD in the main area of activity: Dentistry,Clinical Dentistry, Forensic Odontology,
Dental Surgery,
Undergraduate programs in Health Sciences: Bachelor of Medicine, Bachelor of
Surgery, Bachelor of Health Sciences, Bachelor of Psychology (Honours), faculty of
health sciences information leaflet
Postgraduate programs: It offers Masters, Graduate Diploma, Graduate Certificate
and PhD in the area of Anatomical Sciences , Clinical and Experimental
Pharmacology, Clinical Nursing, General Practice, Psychology, Public Health, And
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furthermore the Master of Clinical Science, Master of Medical Science, Master of
Surgery , Doctor of Medicine
Faculty of Humanities and Social Sciences
The Faculty of Humanities and Social Sciences has been a significant element of the
University of Adelaide since its establishment in 1874, and continues to provide the
focus for teaching and research in the disciplines of the humanities, social sciences,
music and languages other than English. It has four Schools representing more than
twenty disciplines and two research centres, and attracts the largest single study body
in South Australia, with about 4,000 students.
The Faculty has achieved international recognition for its research in areas including
Demography and Population Studies, Linguistics, European and Australian History,
Environmental Studies, Political Theory, Labour Studies and Geographic Information
Systems.
Research conducted in the Faculty of Humanities and Social Sciences is concerned
with understanding humanity, culture and society. There are over 100 staff and more
than 400 postgraduate students in the Faculty conducting basic and applied research
into a broad range of topics--from issues of social justice and environmental policy,
our relations with indigenous people and the Asia-Pacific region, cross-cultural
comparisons of society, and the effects of media and the process of globalisation on
our everyday lives to analysing labour relations, linguistics, education, political
philosophy and human cognitive processes.
In addition to existing research centres targeting specific issues, such as intercultural
relations and multicultural education, multi-dimensional aspects of food and drink,
British and Australian studies, and Chinese economic processes, the Faculty has
established the Adelaide Social Sciences Reasearch Institute to foster new
developments in interdisciplinary research of the social sciences.
The main undergraduate awards of the Faculty are the Bachelors of International
Studies, Social Sciences, Media, Environmental Studies and Arts. Each of these awards
offers a different pathway of studies—some more narrow, others more broad. The
Bachelor of International Studies, for instance, offers a combination of internationally
oriented studies within such areas as Asian and European Studies, Economics,
History, Labour Studies and Politics. The Bachelor of Arts is the broadest of the
undergraduate qualifications, and offers the most choice.
Postgraduate studies & research training:
The Faculty offers a range of higher degrees, which either include coursework or are
undertaken entirely by research. Some degrees are offered to students off campus
through flexible delivery.
Postgraduate training in the Faculty of Humanities and Social Sciences provides a
comprehensive preparation for academic and professional careers. Students can
specialise in research in any one of the disciplines within Social Sciences or
Humanities or can undertake an interdisciplinary program. In all cases the Faculty
provides a comprehensive research training which underpins the success that
Humanities and Social Scences postgraduates experience in building careers in
academic, business, professional or government fields.
Some attain very specialised expertise in areas as diverse as creative writing, linguistics
or geographical information systems. Others gain broad skills in social research, policy
analysis, or anthropological or environmental fieldwork. Challenging research is
undertaken which extends theoretical and practical knowledge in areas including
cultural studies, post-colonial theories, philosophy, and labour relations. In addition to
114
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a strong Australian Studies focus, the Faculty offers postgraduate degrees within
European Studies, Asian Studies and British Studies and International Relations.
Research at the University in the Linguistics of endangered languages and multimedia
language teaching has a strong international reputation. Ecological and ethnographic
approaches in this area are used to explore interdependencies between language,
education, technology and the rest of the world. Research developments in
Philosophy at Adelaide involving cognitive science and logic, with a focus on
‘rethinking the mind’, have received world -wide recognition and attracted ARC grants.
Thought provoking research in the field of Social Inquiry at the University explores
issues such as the impact of neoliberal globalism, work patterns and workplace
change, generational changes in Western feminism, reproductive politics and human
rights. The University is currently involved in an international collaborative research
project to evaluate the sustainability of globalism in Canada, Australia, Mexico and
Norway and to develop criteria for assessing this sustainability in four realms ecological, economic, political and socio-cultural. Investigation of changing work/life
patterns and preferences amongst Australians by Adelaide researchers has theoretical
and policy implications for women's employment, labour market structures and
industrial relations, both in Australia and overseas.
Faculty of the Professions
Adelaide Graduate School of Business
The activities of the Graduate School of Management date from 1963, when the
University established a Master of Business Management program within the
Department of Commerce. The Graduate School of Business was established in 1984.
During the late 1980s with the University, business and government combined to
provide first class facilities to accommodate the School’s rapidly expanding activities.
Special support from the Japan Foundation and the Vice-Chancellor of the University
has led to the establishment of a professorial post in Asia-Pacific Business. The
School now offers a wide range of management programs, including the Professional
Certificate in Management, Graduate Certificate in Management, Graduate Diploma
of Business Administration, Master of Business Administration, Master of
Management, Master of Business Administration (InfoComm Management) and
Doctor of Philosophy (by Research). In addition, the School offers a wide range of
short Executive Education Programs designed to meet the needs of organisations and
managers in Australia and overseas, as well as the further education needs of MBA
graduates. More than one thousand managers annually attend courses and functions
held by the School as part of its Executive Education activities. The major aim of the
Adelaide MBA program and its underlying philosophy focus on the broad based
education of managers, rather than the provision of a standard set of management
tools and techniques. Emphasis is placed on the development of problem-solving and
communication skills, leadership and team building skills, and critical and analytical
abilities which enable the student to better understand and deal with the complex
issues of management in a rapidly changing business environment.
Students in the program come from a wide variety of disciplines, professional
backgrounds and cultures, many with high standing from undergraduate areas. The
GSM seeks to provide them with a solid grounding in academic disciplines relevant to
management, and to develop their awareness of the multiple facets that characterise
important management problems. Students will acquire the conceptual and analytical
abilities they need to make and carry out decisions at senior managerial level. Core
courses develop basic skills and elective courses build on these skills.
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School of Architecture, Landscape Architecture and Urban Design
The research spectrum is broad, but there are three areas with concentrations of
research activity. These are:
Thermal performance and preferences in buildings, including the architectural
implications of thermal design;
computer-aided architectural and urban design, with an emphasis on computational
design and its application to architectural and urban design and to other areas of
industry.
Cross-Cultural Studies in Asian and Middle Eastern Architecture, through the work of
the Centre for Asian and Middle Eastern Architecture (CAMEA).
The School has a strong preference for enrolling higher degree candidates who
propose to undertake research in these fields but may also consider enrolling students
in other fields of architecture and landscape architecture.
The School offers the following Postgraduate degrees by research: Master of
Architecture, Master of Landscape Architecture by Research , Master of Building
Science, Master of Design Studies, Master of Design Studies (Landscape), Master of
Urban Design.
The School offers a Ph.D. through the University-wide Ph.D program . The PhD can
be carried out either full-time, over 3 years, or on a part-time basis. The PhD program
at The University of Adelaide is a research degree program. All research students
undertake a structured program in the initial period of their research, but there are
normally no other course requirements after you are admitted, unless your supervisor
recommends that you complete additional courses relevant to your particular research
project.
School of Commerce
The study of commerce provides an understanding of the areas of knowledge that are
fundamental to the administration and management of businesses and organisations.
Commerce includes disciplines such as accounting, corporate finance, marketing,
management, commercial law, taxation and electronic commerce.
The School of Commerce offers the following undergraduate degrees: Bachelor of
Business Information Technology, Bachelor of Commerce, Bachelor of Commerce
(Accounting), Bachelor of Commerce (Corporate Finance), Bachelor of Commerce
(International Business), Bachelor of Commerce (Management), Bachelor of
Commerce (Marketing), Bachelor of Finance (co-taught with Mathematics and
Economics),
the Bachelor of Commerce (Accounting) is designed for students who wish to gain
their professional accounting qualifications. The practice of accounting comprises
financial accounting and management accounting. Financial accounting is focused on
external reporting and auditing functions. Management accounting is concerned with
providing information for planning and controlling decisions within organisations.
The Bachelor of Commerce degree is accredited by the two major Australian
professional accounting bodies: CPA Australia and the Institute of Chartered
Accountants in Australia (ICAA). There are fifteen courses within the academic
program that are compulsory for an accounting qualification.
The Bachelor of Commerce (Corporate Finance) is designed to provide students with
specialist skills in finance together with broader studies in business. The degree blends
financial accounting with finance. Corporate Finance focuses on the way financial
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managers make investment and financing decisions, and use financial contracts and
capital markets to enhance returns and manage risk.
The Bachelor of Commerce (International Business) is designed for students who
wish to pursue a career in international business management. The academic program
provides a broad foundation in business as well as specialised studies in international
management and international marketing. In addition, students complete either one
semester of study abroad, study a foreign language or undertake international cultural
studies. This academic program offers opportunities for studies that can lead to
careers in the increasingly important field of international business.
The Bachelor of Commerce (Management) is designed for students who wish to gain
a recognised qualification that leads to membership of professional associations such
as the Australian Institute of Management (AIM) and the Australian Human
Resources Institute (AHRI). The degree program meets the educational requirement
for the AIM (SA) qualification of Certified Professional Manager (CPMgr). In
addition, this qualification requires a minimum of five years work experience with
three years in a supervisory position. Management is the process of administering and
coordinating an organisation's resources efficiently and effectively in an effort to
achieve goals. The Bachelor of Commerce (Management) will help to develop the
skills required to successfully manage changes in work structures, process and product
technologies, employment relations and organisational culture.
The Bachelor of Commerce (Marketing) is designed to provide students with a sound
background in business, together with an understanding of marketing's role within and
between organisations. An understanding of marketing is becoming increasingly
important for all professionals in both private and government business areas. People
seeking careers in marketing are expected to have well developed decision-making
skills and to be innovative in their approach to business problems and situations. As a
result the marketing courses are combined with general business studies, and the
development of practical skills and knowledge is integrated with an understanding of
current theories and the latest research.
Courses from each specialisation may be combined with studies from other
specialisations, for example, the study of accounting can be combined with the study
of marketing or management courses. A popular choice is to combine corporate
finance with the study of accounting, providing good career prospects.
Graduate School of Education
The Graduate School prepares graduates for teaching ni secondary schools in the
Graduate Diploma in Education, and provides further postgraduate award programs
for teachers in the Master of Educational Studies and the Doctor of Education, as
well as research awards in the Master of Education and the Doctor of Philosophy.
Award programs in education: Graduate Diploma in Education, Master of Education,
Master of Educational Studies, Doctor of Philosophy, Doctor of Education .
School of Economics
In the last few years the University has appointed a sizable cohort of young
economists with promising research careers. Trade related research at the Centre for
International Economic Studies (CIES) includes work on the economics of
agricultural biotechnologies (particularly genetically modified organisms), open
economy macroeconomics and international finance, and the World Trade
Organisation (WTO). In 2002 University researchers were awarded national funding
for their work on globalization, the WTO and sustainable development.
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Complementing the University’s strengths in agriculture, Adelaide’s economists have
attracted substantial funding for research in agricultural economics in China and
Indonesia, and wine industry economics. Adelaide economists are sought after by a
wide range of government and business organizations in Australia and overseas to
undertake contract research and consulting.
Law School
The content and delivery of the law degree has been comprehensively reviewed over
the past few years, following a major independent review in 2000. A number of
important changes have taken place, such as adopting a more student centred
approach to teaching and learning, reducing reliance on traditional methods of "talk
and chalk", and placing greater emphasis on problem solving in seminar groups. The
School places a greater emphasis than before on skills training, particularly in practical
subjects like Evidence, and has refined the curriculum to ensure the widest spread of
elective subjects. The Adelaide Law School was founded as a separate Faculty almost
two decades before federation, in 1883. It is the second oldest law school in Australia.
The School presently has a student body of about 1100, and about 30 full time
academic staff. From 2003 the School will be offering a series of summer and winter
intensives in areas of acute contemporary legal interest. This will enable students to
fast track their studies.
Faculty of Sciences
The Faculty was established in 2002, merging the considerable strengths and facilities
of the previous Faculty of Agricultural and Natural Resource Sciences and the Faculty
of Science, with locations at the University of Adelaide's city, Roseworthy and Waite
campuses. The Faculty is internationally renowned for excellence in education and
research in such fields as biomedical sciences, agricultural, environmental and earth
sciences and is a leader in emerging fields such as photonics. Most undergraduate
degree programs offered in the Faculty consist of three years of full time study. There
is a huge variety of individual courses available at undergraduate level. Specialised
science or agricultural science degrees may have less flexibility, but still allow the
student to explore other interests and to expand their knowledge. Education and
research activities are carried out in the following departments, schools and facilities:
School of Agriculture & Wine, Animal Science, Applied and Molecular Ecology,
Horticulture, Viticulture and Oenology, Plant Science, School of Chemistry & Physics,
Centre for the Subatomic Structure of Matter, Chemistry, Physics and Mathematical
Physics, School of Earth & Environmental Sciences, Environmental Biology, Geology
and Geophysics, National Centre for Petroleum Geology and Geophysics, Soil and
Land Systems, Agronomy and Farming Systems, Soil and Water, School of Molecular
& Biomedical Science
Agricultural and Natural Resource Sciences
Adelaide is unique as the site of the largest concentration of expertise in the southern
hemisphere in the areas of sustainable agriculture, cereal breeding, plant
biotechnology, dryland farming, pest management, wine research and land
management. Expertise covers basic science research through to applications at the
farm level, with a particular focus on responding to the demands of industry. The
University plays a key role in developing management practices that will sustain the
quality and productivity of plants, while maintaining or improving the quality of the
soil. Research in this area is concerned with the functioning and management of both
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natural and agro-ecosystems. Activities are based principally at the University's Waite
and Roseworthy Campuses and incorporate expertise from CSIRO, PIRSA, SARDI
and the Australian Wine Research Institute (AWRI). The University of Adelaide is
Australia’s best-known wine industry educator and has produced many of the
country’s greatest winemakers. University researchers in the School of Agriculture
and Wine are recognised internationally for their work in grapevine management,
grape ripening processes and their impact on wine quality. The University is also
teaming up with international wine giant BRL Hardy to establish a major commercial
vineyard and research facility. A high-tech, electronically-monitored vineyard will be
established to allow researchers to study real time physiology and growth.
In the internationally renowned centre for excellence in dryland agriculture and animal
production at Roseworthy, the University’s animal science researchers work to ensure
that animal products are healthy, that they are produced efficiently, and, importantly,
that their production is sustainable and humane. Research training in this field
involves the practical aspects of animal husbandry as well as the science of animal
production.
Emphasis is placed on biotechnology (gene mapping, genetic
engineering, cell biology) but always within the context of "real world" production
systems.
Physical Sciences and Chemistry
The disciplines of Physics and Mathematical Physics at the University have major
research programs in atmospheric physics, high energy astrophysics, laser and nonlinear optics and topics in theoretical and mathematical physics ranging from nuclear
and particle physics to cosmology, strings and statistical mechanics. There are also
smaller programs in medical physics, UV molecular physics and archeometry. With
sponsorship from DSTO, a new Chair is being established at the University in the
emerging field of photonics. This new technology involves the exploration and
development of the use of photons of laser light in any endeavour including the
control, manipulation, transfer and storage of information. Hadronic matter makes up
almost the entire mass of the tangible universe, from the protons and neutrons in
nuclei inside atoms and molecules, to neutron stars. Unravelling the complex
structure of the strongly interacting particles (or hadrons) and their interactions is one
of the great remaining challenges of physics. The ARC funded Special Research
Centre for the Subatomic Structure of Matter (CSSM) at the University of Adelaide is
making major advances of world significance in understanding of the structure of
hadronic matter and is viewed internationally as one of the three centres in the world
for nuclear theory. The Centre has collaborative agreements for the exchange of staff
and students with more than a dozen major overseas research centres in Asia, Europe
and North America. The CSSM is housed together with the National Institute for
Theoretical Physics within the School of Chemistry and Physics. Initial funding for
the National Institute came from the University, the South Australian Government,
Digital Equipment Corporation, the Australian Research Council and the DSTO.
There is international focus on the quality of Adelaide’s research in the areas of
atmospheric physics, high energy astrophysics, laser technology, photon science,
holography, optical phase conjugation and interstellar chemistry. Adelaide scientists
are leading world research to understand more about black holes and their influence
over the evolution of galaxies. Adelaide’s high energy astrophysics group is closely
associated with the Pierre Auger Observatory project, and their collaboration with the
Institute for Cosmic Ray Research of the University of Tokyo resulted in the recent
construction of a 10m gamma ray telescope at Woomera as part of the CANGAROO
project. Research is now underway to obtain unique data on southern-sky black holes
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using the telescope. Plans are in place to extend this facility with the addition of three
more similar telescopes.
In the last decade, ATRAD, a University spin-off company specializing in atmospheric
radar systems, has signed contracts worth millions of dollars confirming Adelaide as
an international centre of meteorological expertise. ATRAD radar systems have been
established across the globe from Norway to Antarctica. Radar technology developed
by Adelaide’s scientists produces a vertical profile of the wind directly above the radar,
information that has traditionally been gathered by instruments launched by balloons
as often as four times each day. The information is then fed into numerical computer
models and used to predict weather patterns. The Japanese Aeronautical Laboratory
has acquired a radar from Adelaide for use in flight trials of model supersonic
transport aircraft. ATRAD is also supplying a very powerful MST VHF radar to
Wuhan University in China to be installed in 2003. There are perhaps only three other
radars in the world of comparable ability. Research within the field of Chemical
Sciences has international distinction in the areas of ion chemistry (one of the leading
facilities in the southern hemisphere), molecular recognition and new materials. The
University’s School of Chemistry and Physics has been very successful in attracting
funding for instrumentation and has spectroscopic facilities unsurpassed in Australia.
Environmental Sciences and Earth Sciences
The School has special expertise in ecology, including marine and terrestrial ecology,
insect evolution and ecology, environmental physiology and biochemistry, systematics
and biodiversity, with a number of field stations. Adelaide has a significant number of
University designated research centres in this area including the Centre for
Evolutionary Biology and Biodiversity, recently established in conjunction with the
South Australian Museum. The Centre is a leading national centre, with an emphasis
on the flora and fauna of Australia and the conservation and management of
biodiversity. In 2002 the Centre was awarded Australian Research Council (ARC)
infrastructure funding to develop a South Australian Regional Facility for Molecular
Evolution and Ecology. Researchers at the University have a particular depth of
expertise in soil and landscape degradation processes in Australian catchments and in
the management of water quality. International links in this field were further
strengthened by the establishment in 2002 of joint laboratories in Soil Biology and Soil
Environmental Science at the University of Adelaide and the Research Centre for
Eco-Environmental Sciences (RCEES), at the Chinese Academy of Sciences. The
establishment of joint laboratories in Beijing and Adelaide was a ‘first’ for Australia.
Adelaide is the Australian centre for advanced studies in geology and geophysics; in
particular in petroleum geology and sedimentary basin analysis, tectonics, petrology
and ore deposit studies, exploration geophysics and geomathematics, geomorphology,
and palaeontology and biostratigraphy. Research in the University’s new School of
Petroleum Engineering and Management, established with $25 million assistance from
Australian energy company Santos Ltd., focuses on underground engineering
management of petroleum liquid and gas reservoirs. Petroleum industry companies are
encouraging such research to improve the efficiency of oil and gas recovery
operations. A state-of-the-art facility comprising specialist laboratory and computing
facilities is nearing completion and will provide a unique environment for students
from around the world to prepare for leadership roles in the petroleum industry. It
will include an experimental oil well on campus - only the fourth in the world and the
first in the southern hemisphere - allowing students to analyse samples of the strata to
a depth of 150 metres. The School is assembling a world-class research and consulting
team, and will work closely with the University’s National Centre for Petroleum
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Geology and Geophysics (NCPGG) to further consolidate Adelaide’s position as an
international centre of research excellence in petroleum geology and geophysics.
Molecular biology and biotechnology
The University is host to a new $32 million Australian Centre for Plant Functional
Genomics at the Waite campus. The bioscience plant research centre is being funded
by the Australian Research Council, the Grains Research and Development
Corporation (GRDC) and the South Australian state government. The Centre will
play a key role in the growth of the agricultural bioscience industry, developing
molecular breeding technologies for the grain industries. To place the wheat breeding
program at the University of Adelaide and SARDI on a sound commercial footing, a
new wheat breeding company was established in June 2002 to develop and
commercialise new wheat varieties. Australian Grain Technologies Pty Ltd was
formally incorporated in 2002 by the University of Adelaide, the State Government of
South Australia (through SARDI) and the GRDC. The establishment of the new
company will better capture the technological benefits from the advances in gene
technology, and other technology germane to crop improvement; position the
Australian wheat breeding industry to operate in the more commercial environment
generated through the private investment in gene technology; and build on the
considerable strengths of the current Australian wheat breeding industry for the
competitive advantage of the Australian wheat grower. The University’s expertise in
the development of Australia’s biotechnology industries is reflected in the fact that the
University will be a partner in a new $43.5 million national biotechnology Centre of
Excellence, the National Centre for Stem Cell Science. The Centre aims to
consolidate research and development efforts across Australia in stem cell biology and
medicine. It brings together the two most substantial groups in the field - Monash
University's Centre for Stem Cells and Tissue Repair (which will host the new Centre)
and the University of Adelaide’s molecular biosciences research team led by Professor
Peter Rathjen. The Adelaide-based company BresaGen Ltd, a spin-off from the
University, and ES Cell International will be the two key commercial partners in the
Centre. The Centre will bring real benefits to South Australia through further product
development by BresaGen and the development of other spin-off companies.
Geographic Information Systems Cooperative of Adelaide GISCA
Adelaide is a major Australian site for geographical information systems (GIS) and
remote sensing technology, with expertise located in GISCA – the National Key
Centre for Social Applications of Geographical Information Systems. This Centre
brings together a range of intellectual expertise, as well as equipment and software,
from the University, government and the private sectors to enhance Australia's
capacity to process and analyse spatially referenced social data for application in public
and corporate planning. Research and project activities include: developing a GIS for
the Asian region; undertaking the Australian National Wilderness Inventory;
monitoring environmental change using remote sensing and GIS; and analysing
population and environmental change.
In the fields of Geographical and Environmental Studies the University has one of the
leading groups analysing population trends and their implications within Australia and
the South-East Asian region. The group focuses especially on the spatial dimensions
of population change, particularly internal and international migration, small area
population forecasting, ageing and population-environment interactions. The group is
headed by Professor Graeme Hugo who won the only Australian Federation
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Fellowship awarded to a researcher based at a South Australian university in 2002 for
his work on international migration.
The following courses are offered at the Centre: Graduate Certificate in Spatial
Information Science , Graduate Diploma in Spatial Information Science, Master of
Spatial Information Science.
University of Adelaide
www.adelaide.edu.au
Faculty of Engineering, Computer and
www.adelaide.edu.au/ecms
Mathematical Sciences
Faculty of Health Sciences
www.health.adelaide.edu.au
Faculty of Humanities and Social Sciences
www.arts.adelaide.edu.au
Faculty of the Professions, Adelaide Graduate
www.gsm.adelaide.edu.au
School of Business
Faculty of the Professions, School of
www.arch.adelaide.edu.au
Architecture, Landscape Architecture and Urban
Design
Faculty of the Professions, School of Commerce
www.commerce.adelaide.edu.au
Faculty of the Professions, School of Economics
www.adelaide.edu.au/econ/
Faculty of the Professions, Graduate School of www.adelaide.edu.au/profession/
Education
education
Faculty of the Professions, Law School
www.law.adelaide.edu.au
Faculty of Sciences
www.sciences.adelaide.edu.au
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Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del
territorio italiano
A cura di Anna Maria Fioretti
Istituto di Geoscienze e Georisorse
L'Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR) si costituisce nel 2002, ha sede in Pisa e comprende sei ulteriori sezioni
(Firenze, Padova, Pavia, Roma, Torno e Pisa). Il personale dell'Istituto e' composto da
69 ricercatori CNR, 77 ricercatori dell'Universita' temporaneamente assegnati all'IGG,
34 tecnici e amministrativi, e 40 collaboratori scientifici a contratto (dottorandi, borse
di studio etc.). Nel 2002 l'Istituto ha prodotto 142 articoli in riviste ISI dello" Science
Citation Index".
I compiti dell'IGG sono le attività di ricerca, valorizzazione e trasferimento
tecnologico e formazione ed informazione, relative alle seguenti tematiche:
comprensione dei processi geologici che interessano il sistema Terra mediante studi
geodinamici, geochimici, geofisici e di caratterizzazione dei materiali geologici;
svolgimento di analisi utili a mitigare i rischi di natura geologica, previsione e
mitigazione degli effetti dei cambiamenti globali ed individuazione di risorse naturali
per uno sviluppo sostenibile.
In particolare, l’IGG svolgerà ricerche atte a comprendere come si è comportato il
sistema Terra nel passato, come si sta comportando attualmente e quale sarà la sua
evoluzione futura. Verranno prodotti a questo scopo diversi modelli rappresentativi
dei processi fondamentali che avvengono sulla superficie ed all’interno del nostro
pianeta da utilizzare anche ai fini della mitigazione dei rischi naturali, della
conservazione degli equilibri globali e della individuazione e corretta gestione delle
risorse.
Più specificamente, le principali linee di ricerca dell’Istituto riguardano le seguenti
grandi tematiche:
- geodinamica
- materiali geologici
- geochimica e geologia isotopica
- georisorse
- territorio e rischi geologici ed ambientali
Per quanto riguarda la geodinamica, le ricerche sono concentrate sullo studio dei
margini continentali e delle aree oceaniche e sulla evoluzione delle catene montuose
durante le fasi sin- e post- collisionali, anche attraverso lo sviluppo di modelli
analogici. Particolare attenzione sarà posta al riconoscimento delle strutture attive che
rivestono grande importanza ai fini della valutazione dei rischi geologici.
Lo studio dei materiali geologici riguarda la genesi di minerali e rocce, e la
caratterizzazione di materiali naturali e sintetici con particolare riferimento alle loro
proprietà ed applicazioni. I risultati di tali ricerche permetteranno di risolvere
problematiche petrografiche e mineralogiche, con applicazioni estese anche al settore
dei beni culturali, dell’ambiente e delle georisorse.
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La geochimica e geologia ISOTOPICA indaga sul comportamento profondo della
Terra attraverso lo studio dell’origine dei magmi e dei meccanismi mediante i quali
avviene il flusso di materia tra mantello e zolle continentali. Particolare attenzione
verrà data alla ricostruzione temporale dei processi geologici; aspetto fondam entale,
questo, per comprendere i processi geodinamici sia del passato che di quelli in atto.
Le ricerche di base per l’individuazione di georisorse hanno differenti obiettivi. Uno
dei principali riguarda il miglioramento delle conoscenze delle strutture profonde di
aree geotermiche e dei fluidi in esse contenuti; ciò allo scopo di contribuire a dare una
risposta su quale ruolo energetico possa assumere nel futuro l’estrazione del calore
contenuto nelle strutture crostali profonde inesplorate. Saranno inoltre modellizzate
le interazioni fluido-roccia, anche ai fini della riduzione dell’immissione di anidride
carbonica nell’atmosfera. Tra le aree ad alto potenziale geotermico e giacimentologico,
particolare attenzione sarà rivolta allo studio delle intrusioni granitiche e dei vulcani
che interessano il margine tirrenico. Infine, dato che le risorse idriche costituiscono
una delle risorse naturali più limitate e ad alta vulnerabilità, una importante parte della
attività di ricerca dell’IGG riguarda, appunto, la loro dinamica superficiale e profonda,
nonché i processi di inquinamento utilizzando principalmente metodologie
geochimiche ed idrogeologiche.
Gli studi su territorio, rischi geologici ed ambientali sono concentrati
essenzialmente sulla circolazione dei fluidi sia in aria che nel sottosuolo. Verranno, tra
l’altro, studiati gli effetti del degassamento del biogas allo scopo di ottimizzare i sistemi
di captazione. Lo studio della circolazione dei fluidi in profondità verrà utilizzato
anche ai fini della riduzione del rischio sismico. Saranno inoltre messe a punto
metodologie di indagine per la valutazione dei rischi legati a processi di scorrimento
superficiale. Una parte significativa delle attività in questo settore riguarderà anche le
problematiche legate alla rappresentazione geologica alla media e grande scala.
L'IGG ha nel suo complesso una importante rete di laboratori, alcuni dei quali dotati
di apparecchiature uniche in Italia. Sono disponibili tra altri: una microsonda ionica e
l'ICP-MS con ablazione laser (presso la sezione di Pavia), tre microsonde elettroniche
(presso le sezioni di Firenze, Roma e Padova), uno spettrometro per misure di età col
metodo 40Ar/39Ar, spettrometri di massa per misure isotopiche di ossigeno, carbonio,
elio, stronzio. neodimio, piombo e trizio, diffrattometri, fluorescenze a RX, e
microscopi elettronici. I laboratori, oltre ad essere utilizzati per i compiti istituzionali,
sono a disposizione della comunità scientifica essenzialmente attraverso
collaborazioni; ma possono effettuare anche prestazioni per conto di terzi. I laboratori
dell’Istituto, oltre a sviluppare nuove metodologie analitiche e strumentazioni,
forniscono pure supporto analitico e logistico per campionamenti di fluidi e misure di
parametri chimico-fisici alle varie linee di ricerca. Per lo svolgimento delle ricerche
suddette, che (oltre ad analisi petrografiche e petrofisiche di minerali e rocce, nonchè
analisi chimiche ed isotopiche di acque, gas e roccia) comporta anche indagini
geofisiche, l’Istituto può contare inoltre su: attrezzature per misurare la temperatura in
pozzi profondi fino a 2000 m; un sistema di magnetotellurica MT-V5; un gravimetro;
e strumenti per la misura della conducibilità termica su campioni di rocce.
Per quanto riguarda in particolare il laboratorio di modellistica numerica geotermica
ed ambientale sono stati sviluppati o sono disponibili (in collaborazione con il
Lawrence Berkeley National Laboratory dell’Università della California e la Società
Aquater del Gruppo ENI) simulatori tridimensionali di serbatoio, all’avanguardia nel
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mondo, che servono per la modellazione del flusso sotterraneo, non-isotermo e
multifase, di miscele di fluidi e del trasporto di soluti, accoppiato anche a reazioni
chimiche (interazione fluido-roccia) o alla geomeccanica.
L'IGG ha particolare competenze in:
1) Geochimica degli Isotopi Stabili
2) Gas delle discariche
3) Geochimica del Boro, Sr, Nd
4) Determinazione di età assoluta
5) GIS e Cartografia geologica di base
6) Analisi di elementi in tracce mediante ICP-Massa e microsonda ionica in minerali
7) Magnetotellurica, gravimetria, flusso di calore
8) Geochimica dei Gas
9) Cristallochimica e determinazione di strutture cristalline
10) Petrologia sperimentale
11) Modelli analogici
L'IGG collabora con numerose Università italiane e straniere. Partecipa a progetti
finanziati da organismi nazionali quali:
- Progetto Nazionale Ricerche Antartide
- Gruppo Nazionale di Vulcanologia
- Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche
L’IGG collabora, su argomenti relativi alla pericolosità geologica, problemi ambientali
ed il reperimento di risorse, con Ministeri, Enti pubblici e privati italiani quali:
- Ministero dell'Ambiente
- Agenzia Nazionale per l'Ambiente ed i Servizi Tecnici
- Dipartimento Protezione Civile
- Consorzio Pisa Ricerche
- Regioni varie (Toscana, Piemonte Val D'Aosta etc)
- Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Toscana
- Agenzia Regionale Protezione Ambientale dell' Umbria
- Private and Public companies (Aquater Spa, ENEL Spa, AMIA Spa, GEOFOR Spa,
Sardinia Gold Mining Spa, - PANNA Spa, CSP-BIC Livorno Srl
Inoltre partecipa ad iniziative di Organizzazioni Internazionali quali:
- UNESCO
- IAEA
- Comunità Europea
L’IGG ha un ruolo importante nell’ambito della formazione di personale geotermico.
È infatti operante dal 1970 il programma di formazione Scuola Internazionale di
Geotermia che ha dato applicazione ad una risoluzione della 15a Conferenza Generale
dell’UNESCO. In più di 30 anni di vita, la Scuola ha svolto, per oltre 800 allievi
provenienti da tutti i continenti, numerosi corsi di specializzazione in Italia e all’estero
sui più svariati temi di ricerca ed utilizzazione dell’energia geotermica. Oltre che nei
corsi di specializzazione, la Scuola ha maturato esperienza nella organizzazione di
congressi internazionali e nella preparazione di testi didattici e di manuali.
Ha inoltre numerosi dottorandi, borsisti, laurendi e tirocinanti che, base alle
convenzioni stipulate con le Univesità e con le imprese, frequentano i nostri
Laboratori per l'espetamento delle ricerche o dei tirocini.
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Nel 2002 l'IGG ha organizzato:
- Corso su "Metodi Geochimici nell'esplorazione Geotermica" in collaborazione con
"Geological Survey and Mineral Resources Board", Sana, Repubblica dello Yemen e
sotto gli auspici dell'UNESCO. Il corso, della durata di 11 giorni è stato frequentato
da studiosi dello Yemen e dell'Arabia Saudita.
- Corso su "Energia Geotermica" in collaborazione con Instituto Costaricense de
Electricidad, San Josè, Costa Rica, e sotto gli auspici dell'UNESCO. Il corso, della
durata di una settimana ha visto la partecipazione di studiosi del Costa Rica, El
Salvador e Nicaragua.
- Corso di "Energia Geotermica: Sviluppo e Utilizzo" in collaborazione con
l'Accademia delle Scienze della Repubblica Popolare Democratica di Corea, con gli
auspici dell'UNESCO. Il corso, della durata di una settimana, e' stato frequentato da
studiosi Coreani.
- Corso di "Applicazione delle Tecniche Isotopiche allo Studio, Valutazione e
Conservazione delle Risorse Idriche", finanziato dal CNR. Il corso, articolato in tre
distinti stages, ha avuto una durata complessiva di 9 giorni ed e' stato frequentato da
113 allievi da tutta Italia.
Per ulteriori informazioni collegarsi con il sito http://www.igg.cnr.it/
Ringraziamenti: il testo di presentazione dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse e’ stato cortesemente
fornito dal prof. Piero Manetti, Direttore dell’Istituto. Si ringrazia la signora Adele Innocenti, della
segreteria IGG, per la cortese e fattiva collaborazione.
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Journey in the Academic and Research world of Italy
Anna Maria Fioretti
Institute of Geosciences and Georesources
The Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG - Institute of Geosciences and
Georesources) began its activity in January 2002, with its headquarters in Pisa, and six
Sections based in Florence, Padua, Pavia, Rome, Turin and Pisa. The staff of the
Institute consists of 69 researchers of CNR, 77 university researchers assigned
temporarily to the IGG, 34 technical/administrative personnel and 40 contractual
scientific collaborators (doctorates, scholarship holders, bursaries, etc.). During 2002,
the Institute published a total of 142 articles in journals classified by ISI in the
Science Citation Index.
The mandate of the IGG is to carry out research and evaluation, exchange of
technological expertise, and training and dissemination of information in relation to
the following topics: investigation of the geological phenomena affecting the Earth by
means of geodynamic, geochemical, and geophysical studies; analysis and definition of
geological materials; studies directed at the mitigation of geological risks, at predicting
and reducing the effects of global changes and at identifying natural resources with a
view to a sustainable development of the latter.
To be more precise, the IGG will carry out research on the past and present behavior
of the earth and its probable evolution in the future. This will include the
development of different models of the processes occurring on the surface and within
the earth as part of our studies on risk mitigation, on the conservation of global
equilibria and on the identification and optimal management of the earth’s resources.
The main lines of research of the Institute are:
o Geodynamics
o Geological materials science
o Geochemistry and isotope geology
o Earth resources
o Geological/environmental hazards
In geodynamics, our studies will focus on continental margins and oceanic areas and
on the evolution of mountain chains during the syn- and post-collisional phases, in
some cases utilizing analogic models. Special attention will be paid to any active
structures, because of their role in geological hazard surveillance.
The geological materials research will cover the origins of minerals and rocks, and
the identification of natural and synthetic materials, especially as regards their
properties and applications. The results will help us to solve petrographic and
mineralogical problems, but will also prove useful in studies related to cultural
heritage, the environment, and natural resources.
As regards geochemistry and isotope geology, we will further our knowledge of the
processes taking place at depth within the earth by investigating the origin of magma
and of magmatic flow mechanisms between the mantle and the continental plates. We
will also focus on reconstructing the temporal evolution of geological processes, an
essential step towards understanding past and present geodynamic phenomena.
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Of the various objectives of our basic research on natural resources, one of the most
important is to investigate the deep structures in geothermal areas and the fluids
circulating therein. This knowledge will help us to define the role of the heat extracted
from deep, unexplored sectors of the crust in the country’s future energy balance.
Fluid-rock interaction models will be developed in order to reduce the emissions of
CO2 into the atmosphere. Our attention will be focused on the granitic intrusions and
volcanoes along the Tyrrhenian margin of the high-enthalpy geothermal and oredeposit areas. Since water resources are limited and at high risk, a large part of this
research will be dedicated to studying the shallow and deep dynamic behavior of these
resources, as well as pollution phenomena, utilizing geochemical and hydrogeological
methods.
The studies on geological and environmental hazards will mainly be directed at
fluid circulation in the atmosphere and underground. We will study the effects of
degassing biogas with a view to optimizing current gas-recovery systems. Studies of
deep fluid circulation will also be applied to mitigating seismic risk. Methodologies will
be developed to assess the hazards related to surface runoff. A large part of the
activity in this sector will consist of geological cartography on a medium/large scale.
The IGG has several in-house laboratories, with equipment that in some cases can be
found in no other laboratory in Italy. We currently have: an ionic microprobe and
ICP-MS with ablation laser (in the Pavia section of the IGG), three electronic
microprobes (in the Florence, Rome and Padua sections), a spectrometer for
40Ar/39Ar age datation, mass spectrometers for oxygen, carbon, helium, strontium,
neodymium, lead and tritium isotope analyses, diffractometers, XR-fluorescence, and
electronic microscopes. Our laboratories are used for in-house analyses, and are also
available to the scientific community at large, through collaboration agreements. We
also perform analyses for third parties, with charges listed for this service.
As well as developing new analytical methodologies and instrumentation, the staff of
our laboratories are also able to provide the necessary analytical and logistic support to
colleagues in fluid sampling and the measurement of chemical and physical parameters
for other lines of IGG research.
The IGG is also able to conduct geophysical surveys: we have a probe for logging
temperature in wells down to 2000 m; a MT-V5 magnetotelluric system, a gravimeter,
and instrumentation for rock thermal conductivity measurements.
The mathematical modeling laboratory has developed state-of-the-art 3-D reservoir
simulators, in collaboration with Lawrence Berkeley Laboratory, CA, and Aquater
SpA of the ENI holding company, which are used to model underground nonisothermal, multi-phase flow of fluid mixtures and transport of solutes, coupled with
chemical reactions (fluid-rock interactions) or geomechanics.
The IGG has expertise in the following sectors in particular:
o Geochemistry of stable isotopes
o Waste disposal gases
o Boron, strontium and neodymium geochemistry
o Absolute age determinations
o GIS and basic geological mapping
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o
o
o
o
o
o
Trace element analysis in minerals using ICP-mass and ionic microprobes
Magnetotelluric, gravity and heat flow surveys
Fluid geochemistry
Crystallochemistry and definition of crystalline structures
Experimental petrology
Analogic modeling
The IGG has collaboration agreements with several universities in Italy and abroad. It
takes part in projects financed by national institutions, including:
o National Antarctic Research Project (PNRA)
o National Volcanological Group (GNV)
o National Hydrogeological Catastrophe Defence Unit (GNDCT)
The IGG also collaborates with the following Ministries, national institutions and
private companies in research on geological hazards, environmental problems and
resource assessment:
o Ministry for the Environment (MA)
o National Agency for the Environment and Technical Services (APAT)
o Civil Defence Unit (PC)
o several regional governments
o Tuscany and Umbria Regional Agencies for Environmental Protection
o The companies Aquater, ENEL, AMIA, GEOFOR, Solvay, Sardinia Gold
Mining, Panna Bottled Water, and CSP-BIC Livorno.
The Institute also participates in projects under the auspices of international
organizations such as:
UNESCO
IAEA
European Union
The IGG plays a key role in training geothermal experts. Its International School of
Geothermics has held courses in geothermal energy since 1970, following a
recommendation of the 15th General Conference of UNESCO in 1968. During more
than 30 years of activity, the School has trained over 800 experts from all over the
world in its courses held in Italy and abroad. The School has also a wide experience in
organizing international congresses, and in the preparation of teaching materials and
handbooks.
The Institute has a number of PhD and scholarship students, undergraduates and
apprentices who take part in our normal laboratory and research work, on the basis of
agreements with the university and industry.
In the year 2002 the Institute organized:
- a course on “Geochemical Methods in Geothermal Exploration”, in collaboration
with the Geological Survey and Mineral Resources Board, Sana’a, Republic of Yemen,
and under the auspices of UNESCO. The course lasted 11 days and was attended by
participants from Yemen and Saudi Arabia.
- a course on “Geothermal Energy”, in collaboration with the Instituto Costarricense
de Electricidad, San José, Costa Rica, and under the auspices of UNESCO. The
course lasted one week and was attended by participants from Costa Rica, El Salvador
and Nicaragua.
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- a course on “Geothermal Energy: Development and Utilisation”, in collaboration
with the Academy of Sciences of the People’s Democratic Republic of Korea,
Pyongyang, and under the auspices of UNESCO. The course lasted one week and was
attended by participants from PDR of Korea.
- a course on “Applications of Isotopic Techniques to the Study, Evaluation and
Conservation of Water Resources”, funded by CNR. The course was held in three
different stages (26-30 August, 23-27 September and 9-12 December 2002) and was
attended by 113 trainees from all over Italy.
For further information see http://www.igg.cnr.it/
Acknowledgements: the presentation of IGG was kindly provided by Prof. Piero
Manetti, Director of the Institute. Mrs Adele Innocenti is gratefully acknowledged for
her kind and efficient support.
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Per le dimensioni e la posizione geografica privilegiata, alla congiunzione dei due oceani,
l’Indiano ed il Pacifico, l’Australia occupa un posto strategicamente importante in questa
parte del globo terrestre.
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Scientifica in Australasia
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Notizie flash dal mondo delle riviste
tecnico-scientifiche Australiane
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ATTUALITA’
ü Il database geologico Australiano diventa internazionale
L’accesso alla banca dati geologica del continente rosso è diventato più facile dopo
l’accordo tra il Servizio Geologico Nazionale (Geoscience Australia) e l’Istituto
Geologico Americano (American Geological Institute). Grazie a questo accordo
pubblicazioni australiane e materiale geologico di vario genere (mappe, rapporti, tesi,
programmi di conferenze) verranno a far parte dei grandi data-bases internazionali,
quali GeoRef. Il direttore di Geoscience Australia, Dr Neil Williams, ha dichiarato
che e importante per questo materiale diventare di dominio pubblico ed essere
accessibile a biblioteche universitarie, uffici governativi, e all’industria. L’uso di questi
dati non e solo scientifico, ma può essere fondamentale nell’assistere decisioni e leggi
riguardanti l’ambiente ed il territorio australiano. Il materiale sarà accessibile su
GeoRef a partire dal Novembre 2003.
www.geoscience.gov.au or www.agiweb.org/georef/index.html
ü Inaugurato il nuovo laboratorio Boeing all’Università del
Queensland
La Boeing Australia Limited, che ha il suo quartier generale a Brisbane, ha messo a
disposizione 1 milione e mezzo di dollari per la creazione di una cattedra in system
engineering (ingegneria dei sistemi) all’Università del Queensland. La Boeing ha anche
fornito i fondi necessary per il nuovo laboratorio per system engineers (ingegneri dei
sistemi) che è stato inaugurato all’Università del Queensland il 24 settembre 2003.
Secondo David Gray, managing director della Boeing Australia, l’ingegneria dei sistemi
ha raggiunto un livello di importanza mai sperimentato in precedenza, soprattutto nei
campi dell’informazione e dei sistemi di controllo del volo, sia a bordo degli aeroplani,
sia a terra. La richiesta di ingegneri dei sistemi è infatti aumentata vertiginosamente
negli ultimi anni. Uno degli scopi della cooperazione Boeing-UQ è proprio quello di
far fronte a questa crescente domanda del mercato del lavoro, attraverso l’attivazione,
avvenuta quest’anno, di un nuovo corso di ingegeria dei sistemi per gli studenti del
quarto anno di ingegneria e di tecnologia dell’informazione, e l’attivazione, a partire
dall’anno prossimo, anche di un masters.
www.itee.uq.edu.au/
ü Diffusa una nuova specie di grano che tollera la siccita’
Rees, una nuova varieta’ di grano che tollera la siccita’ e’ stata messa in cmmercio dal
Graingene, una joint-venture del CSIRO, AWB ltd, Grains Research and
Development Corporation, e Syngenta il 23 Settembre. Il Dr Richard, ricercatore del
CSIRO Plant Industry ha affermato che Rees ha il vantaggio di una produzione del
5% superiore rispetto ad altre varieta’ che tollerano la siccita’. Inoltre Rees presenta
una notevole resistenza ai principali malattie del grano.
www.csiro.au/rees
Dr Richard Richards, Email: [email protected]
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RICERCA, SVILUPPO, INNOVAZIONE
ü Energia eolica Australiana all’avanguardia
Una società recentemente costituita a Canberra si mette all’avanguardia nel settore
dell’energia eolica. La nuova società Windlab Systems raggruppa due tra le più
competitive tecnologie del settore: Windscape e Raptor NL. Windscape é forse il
miglior programma esistente per la cartografia dei venti nella ricerca del sito perfetto
per impianti eolici, mentre Raptor NL consente di determinare il comportamento dei
venti a seconda di topografia e vegetazione. Questa tecnologia ha già permesso di
identificare, con efficienza e rigore scientifico, diverse aree adatte per impianti eolici
sul territorio Australiano. Aree che sono ora soggette a studi dettagliati da parte del
governo. Windlab Systems, che combina scienza ed esperienza pratica, si propone di
sfondare in un mercato fortemente in espansione, ma ancora dominato dall’Europa
(87%). La collaborazione con in importante partner consentirà di fornire servizi chiave
per il futuro dell’energia eolica in Asia, con particolare interesse alla Cina e l’India. La
società segue a sette anni di ricerca scientifica al CSIRO, ora commercializzata con
l’aiuto dell’industria.
Gareth Johnston, WindLab, 0433 108 391
ü Il CSIRO coinvolto in un nuovo ritrovamento di petrolio in Papua
Per anni la Petroleum Division del CSIRO ha condotto con una compagnia Canadese
un programma di prospezione nell’isola di Papua Nuova Guinea. Recentemente la
compagnia ha annunciato il ritrovamento di un cospicuo campo petrolifero a 350 km
a nord est della capitale Port Moresby. Previa una serie di test per accertare la
geometria del deposito, questo sarebbe il primo ritrovamento significativo negli ultimi
40 anni. Il CSIRO ha partecipalo alla scoperta tramite consulenza specializzata su
diversi fronti. Per esempio la datazione con lo stronzio di carbonati e fossili marini per
costruire un colonna stratigrafica accurata e costruire modelli del bacino. Il CSIRO sta
inoltre partecipando a valutare le caratteristiche fisico-chimiche (permeabilità,
porosità, composizione degli idrocarburi) delle rocce in cui si trova il deposito. Il
progetto, che ha incluso sia studi di laboratorio che di terreno, ha consentito di
definire la qualità, la sedimentologia, la petrologia e la geocronologia e la storia del
bacino di interesse. La collaborazione sarà in futuro estesa al margine continentale
dell’Australia del nord.
www.dpr.csiro.au
www.interoil.com
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NUOVE TECNOLOGIE - NUOVI MATERIALI
ü Nuovo sistema di saldatura ultrarapido
Scienziati del CRC for Welded Structures e del CSIRO Elaborately Transformed
Metals di Adelaide hanno sviluppato un nuovo sistema di saldatura che diminuisce
considerevolmente il tempo necessario per saldare metali resistenti alla corrosione. Il
sistema comprende una nuova progettazione del cannello per saldatura che rende
possibile forare piastre di spessore oltre 12mm. Il nuovo procedimento permette la
saldatura completa di giunture in un solo passo, diminuendo il rischio di
contaminazione della saldatura, e di consuguenza aumentando produttivita`.
L’autorizzazione per l'uso della nuova tecnologia e’ attualmente disponibile in
Australia, Europa e negli Stati Uniti. Prossimamente, il dott. Summerville del CSIRO
terra` dimostrazioni del sistema in Europa.
www.cmit.csiro.au
Ken Anderson CSIRO Manufacturing & Infrastructure Technology, email:
[email protected]
ü Protezione dei circuiti di comunicazione
La Fultec Pty Ltd ha ottenuto un finanziamento di 1milione di dollari australiani
attraverso l’ Allen & Buckeridge Emerging Technologies Fund per commercializzare il
Transient Blocking Unit (TBU), una componente elettronica innovativa disegnata per
proteggere i circuiti elettronici complessi quali le interfacce di comunicazione ad alta
velocita fa aumenti di tensione. Lo strumento era stato sviluppato da Dr Richard
Harris
durante
il
periodo
di
dottorato.
http://www.fultec.com/
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INFORMATION TECHNOLOGY
ü Tool per l’analisi statistica di microarrays
La CSIRO Bioinformatics, azienda di proprietà del CSIRO, dopo due anni di ricerca
nel campo dei programmi di analisi statistica per microarays, ha recentemente
prodotto un nuovo tool che permette di analizzare correttamente tipi di dati che sono
all’ordine del giorno nella ricerca biotecnologica e farmaceutica. I microarrays sono
una forma per organizzare e rappresentare la immensa mole di dati relativa ad un
singolo campione che viene ad esempio raccolta quando si cerca di mettere in
relazione una particolare sequenza di geni con la predisposizione ad una specifica
malattia. Dati di questo genere richiedono strumenti di analisi costruiti su misura.
Il gruppo del dr. Mitchell del CSIRO ha sperimentato l’uso del tool su dati pubblicati
che erano stati prodotti utilizzando tool convenzionali e ha scoperto che il nuovo tool
permette, ad esempio, di ridurre il numero dei geni sospettati di essere in relazione con
la predisposizione ad uno specifico tipo di cancro.
Il nuovo tool, che è stato recentemente presentato a BIO2003 a Washington, ha
ulteriori potenziali applicazioni: in tossicogenomica, nell’identificazione di composti
chimici che non sono normalmente individuati usando test tossicologici, e in
farmacogenomica, nell’identificazione nei pazienti di sequenze di geni che permettono
di valutare l’effetto di un particolare medicinale.
www.bio2003.csiro.au/Projects/BioDiscoStats.htm,
www.cmis.csiro.au/mediapics.htm
ü Tool per la diagnosi di malattie neurologiche
Un tool chiamato Ex-Ray ha vinto il 4 settembre 2003 il primo premio nella categoria
E-Health per prodotti e servizi innovativi nel settore sanitario del “Secrets of
Australian IT Innovation Competition 2003”. Il premio è stato ufficialmente
consegnato dal senatore Hon Richard Alston, Ministro delle Comunicazioni, della
Tecnologia dell’Informazione e dell’Arte.
Il tool, che si basa su una nuova tecnologia elettronica che fa uso uso di sintesi vocale
e testo (nel futuro anche di immagini), permette di descrivere e monitorare un’ampia
classe di condizioni psichiatriche e fisiche. Per un medico generico, usare una tale
tecnologia equivale ad avere un esperto in psichiatria sempre a disposizione al
momento della formulazione della diagnosi.
Il tool, sviluppato dal Prof. Joachim Diederich e dal Prof. Peter Yellowlees, ricercatori
all’Università del Queensland e noti esperti nel campo dell’E-Health, richiede come
input un discorso di carattere descrittivo della durata di 2-5 minuti da parte del
paziente e/o immagini del paziente. I dati sono poi analizzati e classificati mediante
l’uso di tecniche di intelligenza artificiale per fornire assistenza nella diagnosi.
La Uniquest Pty Limited, che si occupa della commercializzazione dei prodotti e
servizi realizzati dall’Università del Queensland, sta assistendo gli inventori del tool
nella ricerca di fondi che permettano di testare il tool nell’applicazione a casi clinici,
con l’obiettivo di lanciare il tool sul mercato entro tre anni. Il tool permette di assistere
nella diagnosi di un’ampia categoria di malattie che colpiscono circa il 16% della
popolazione, tra cui depressione, schizofrenia, manie, demenzia, delirio, psicosi da
consumo di sostanze stupefacenti, ictus, ataxia ed un gran numero di disordini
neurologici, inclusa la sindrome di Parkinson.
Dr Joachim Diederich email: [email protected]
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SANITA’
ü Studio globale sui danni dovuti al tabacco
Il Prof Alan Lopez, della School of Population Health della queensland University, ha
pubblicato i risultati di una ricerca sull’uso del tabacco nel mondo, sulla rivista
scientifica The Lancet di meta’ settembre. La ricerca stima che nel mondo le morti che
posso essere ricondotte all’uso del tabacco sono 5 milioni l’anno, e tale valore
potrebbe facilmente arrivare a 10 milioni nel giro di due decenni.
www.sph.uq.edu.au
ü Studio sulla corteccia cerebrale
Il Dr Guy Wallis della School of Human Movement Studies della Queensland
Universitysta utilizzando una varieta’ di immagini cerebrali e di tecniche grafiche
avanzate per studiare regioni della corteccia all’interno di un progetto che mira a
conoscere il comportamento del cervello durante l’interpretazione di informazioni
ambigue. I risultati permetteranno ai ricercatori di avere una comprensione piu’
approfondita dei collegamenti essenziali tra la percezione, la cognizione e il
movimento e potrebbero influenzare profondamente il design di sistemi di visione
artificiale nonche’ lo sviluppo dell’informazione visiva in ambienti dinamici.
Dr Guy Wallis email:[email protected]
ü Studio sulle azioni del fosfato
Il Dr Daniel Markovich della School of Biomedica Science sta conducendo una ricerca
sull’importanza del solfato nel corpo umano e sui meccanismi che ne controllano I
livelli. I livelli di Solfato influenzano lo sviluppo della crescita e sono legati a malattie
quali Alzheimer, Parkinson, schizzofrenia, autismo ecc. I reni controllano i livelli di
molti minerali e il gruppo del Queensland ha isolato il gene Nas1, che gioca un ruolo
importante nell’assorbimento del solfato dalla dieta e ne regola l’escrezione attraverso
le urine. Quando il gene Nas1 manca, il corpo espelle grandi quantita’ di solfato e il
livello nel sangue si riduce a cinque volte rispetto al normale. Utilizzando i topi, il Dr
Markovich ha riscontrato che un basso livello di solfato nel sangue porta a un alto
numero di problemi sanitari, incluso una ridotta fertilita’, mancamenti in tarda eta’ e
una riduzione della crescita del 25%. Inoltre vengono anche colpiti i processi
metabolici nel fegato e nell’intestino.
Dr Daniel Markovich email [email protected]
ü La salute dell’Asia studiata in Australia
Il Wellcome Trust and il National Health and Medical Research Council hanno
stanziato ben 5.8 milioni di dollari australiani per due progetti guidati dall’ANU in
favore della salute nell’area asiatica. Un primo progetto guarderà all’alta mortalità
dovuta a pesticidi nell’est asiatico, particolarmente in Sri Lanka. Si mira a sviluppare
strategie, quali nuovi trattamenti ed antidoti, per ridurre gli effetti a lungo termine
dell’abbondante uso di pesticidi. Il secondo progetto si concentra sulla salute dei
Tailandesi, minacciata da un cambio nei tipi di malattie. Il gruppo di ricerca studierà i
fattori economici, culturali ed ambientali che favoriscono la diffusione di malattie
nuove per il questo paese asiatico. Entrambi i progetti prevedono lo scambio di
ricercatori tra l’ANU e principali università in Sri Lanka e Tailandia.
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AMBIENTE
ü I potenziali nemici dei mari australiani.
Uno studio congiunto del CSIRO e dell’Istituto per la Ricerca Ambientale dello
Smithsonian, Maryland USA, ha concluso che ben 33 specie acquatiche sono
potenziali minacce per i mari australiani. Queste specie di molluschi o pesci se
venissero a stabilirsi nei mari nazionali rappresenterebbero un grosso rischio per la
fauna locale con ripercussioni per l’ambiente e l’economia australiana. Migliaia di
specie marine sono in viaggio ogni giorno nelle acque di zavorra delle navi e
l’introduzione di specie pericolose per l’ecosistema australiano è tutt’altro che remoto.
Il nuovo National Introduced Marine Pest Information System (NIMPIS) è stato
appunto creato con il proposito di documentare le specie pericolose già introdotte e
valutare il rischio che altre pongono.
http://crimp.marine.csiro.au/nimpis/
ü La barriera corallina a rischio
In un articolo recentemente pubblicato sul prestigioso giornale Science, 17 esperti
australiani ed internazionali avvertono che l’Australia potrebbe perdere la sua barriera
corallina se non si prendono provvedimenti. Il riscaldamento globale del clima può
avere un effetto devastante sull’ecosistema della barriera perché induce il cosiddetto
bleaching. Questo processo danneggia il corallo e può comportarne la morte. La
barriera corallina si potrebbe dunque trasformare in un grigio cimitero di coralli e
alghe. Un terzo delle barriere coralline del mondo sono già danneggiate e se la
tendenza non si inverte il 60% della Great Barrier Reef potrebbe sparire nei prossimi
30 anni. I danni sarebbero enormi non solo per la barriera stessa, ma per l’industria del
turismo e quella ittica. Per rimediare a questo disastro il governo prevede di
trasformare in area protetta il 32.55% della barriera corallina, limitando inquinamento
e pesca. Si prevede che in tali aree protette i coralli avrebbero la possibilità di resistere
allo stress imposto dal cambio di temperatura.
http://www.marine.uq.edu.au/OHG/news/
ü Misurazione della Circumpolare Antartica
Scienziati australiani hanno trovato il modo per misurare con precisione la più’
importante corrente marina ed uno dei maggiori componenti del clima mondiale: la
Corrente Circumpolare Antartica. Tramite accurate misurazioni satellitari
dell’elevazione della superficie marina, essi sono in grado di determinare cambi nelle
correnti profonde. Particolarmente importante è il fatto che queste misurazioni si
possono ottenere ogni 10 giorni, consentendo uno studio dettagliato e aggiornato della
corrente. La Circumpolare Antartica è responsabile per il movimento di larghe
quantità d’acqua e calore che possono influenzare largamente il clima locale. Questa
ipotesi non è mai stata provata accuratamente a causa dei pochi dati a disposizione,
spesso fornite da navi di passaggio. Per la prima volta l’applicazione di questa nuova
tecnologia, prima usata solo per monitorare il corso dei fiumi, consentirà di valutare a
pieno l’impatto della corrente antartica sul clima. Il progetto, che include il CSIRO
australiano e partner stranieri da Francia e USA, é sponsorizzato dal Governo
Federale.
Dr Steve Rintoul, CSIRO, 03-6232 5222
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CANBERRA
ü Nuova chiave tassonomica disponibile sul web
Il Dr Placido Reina, dell’Universita’ di Catania e il Dr John La Salle del CSIRO
Enthomology, hanno messo a punto una nuova chiave elettronica per l'identificazione
di generi di eulofidi parassitoidi di fillominatori agromizidi nel mondo, che e' adesso
disponibile su internet. La chiave inoltre fornisce note in merito alla tassonomia,
biologia, classificazione e distribuzione di tutti i taxa considerati. Per lo sviluppo di tale
attivita’ e' stato utilizzato il software Lucid, che e' tra l'altro disponibile gratuitamente
su internet.
http://www.ento.csiro.au/science/eulophid_key/eulophids.htm
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SPAZIO
ü Upgrade per il telescopio di Parkes
Il Radio Telecopio di Parkes in NSW sta partecipando ad una missione della NASA
ricevendo radio segnali dal Mars Odyssey e da Mars Global Surveyor dal 3 novembre
2003 al febbraio 2004. In cambio il Telescopio di Parkes e’ stato aggiornato con una
spesa di $3 milioni da parte della NASA, quadruplicando la sensibilita’ della
strumentazione nel campo dell’alta frequenza. Il telescopio ha adesso un numero
maggiore di pannelli di alluminio sulla superficie del piatto e un radiodetector piu’
sensibile
http://www.parkes.atnf.csiro.au/
ü Scoperto legame tra scoppi di raggi gamma e le supernova
I risultati di una ricerca condotta all’osservatorio del Monte Stromlo di Canberra, che
ha dimostrato che gli scoppi di misteriosi raggi gamma sono dovuti al collasso di una
supernova in un buco nero, sono stati pubblicati sulla rivista Nature. All’inizio di
quest’anno il team del Dr Price aveva collegato i due eventi, considerando i raggi
gamma vicini, e adesso il team e’ stato in grado di collegarlo anche con esplosioni
molto piu’ lontane, dimostrando che i loro risultati sono generalizzabili.
www.msowww.anu.edu.au
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News from the Italian technical-scientific
journal
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CURRENT AFFAIRS
ü K2: Celebrating 50 years from the first Italian expedition
A new georadar, coupled with a GPS (Global Positioning system) was presented and
tested on the last week of October at Passo dello Stelvio (Italian Alps). The device is
to be used during the next Italian Expedition to K2, due in 2004, to measure, with the
most extreme precision ever, not only the high of Mt K2 and Mt Everest but also the
thickness of their snow blanket. The expedition celebrates 50 years from the alpinisticscientific enterprise that in 1954, under the guide of prof. Ardito Desio, brought
Italians on the top of K2. That first expedition triggered a huge amount of scientific
publications dealing not only with the fascinating geology of the Himalayian chain, but
also with several aspects of life in extreme environment. During the next expedition,
planned to last 4 months, a team of 49 scientists from 19 Italian Universities and
Centers or Research, and 33 climbers will be working in the field at 9 distinct research
projects. The expedition is co-ordinated by the Italian National Institute for Research
on Mountains.
Further information: http://www.inrm.it/http://www.inrm.it/
ü Roots of olive oil industry found in Cyprus
Italian archeologists have found an "industrial" olive oil factory in Cyprus dating to
1900BC, that they think is the oldest ever found. The excavations at Pyrgos, Cyprus
have uncovered the remains of a
Bronze Age olive press complete with millstones, mortars to crush the olives, and a
large limestone slab. "It is the oldest industrial production place discovered so far for
working olives and making up perfumes," said Maria Rosaria Belgiorno, a researcher
and head of the excavators from the Applied Technology team (ITABC) from Italy's
National Research Council (CNR).
The archeologists think olive oil was stored in huge olive jars that could hold up to
500 litres each, and shipped around the Mediterranean for sale.
They think that oil was made in the same way as it was in Italy up to about 50 years
ago.
Part of the oil production seems to have been set aside to make perfumes in an
adjacent factory, explained Belgiorno. "There are five millstones and basins of various
sizes to crush the essences, and 14 pits lined with plaster and filled with cinders and
charcoal, where small containers for unguents would have been heated." She said that
there may also have been a shop on the site. "We found tens of vases, basins, cups
and perfume carriers under a portico, which makes us think that there was a
perfumery here."
For further information: [email protected]
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RESEARCH, DEVELOPMENT, INNOVATION
ü Light from Molecules
CNR researchers in Bologna discovered a new strategy to generate light employing
ultra-thin molecular layers as components of new nanotechnology-based devices.
These prototypes of molecular nano-lamps are destinated to revolutionise the concept
of light sources, to enter in our houses as illuminators, displays and new generation
computers.
Few rows of molecules, vertically organised as in a miniaturized domain, will be
sufficient to obtain light sources potentially more intense and less consuming of
nowadays sources. Employing the natural ability of molecules to get organised as in a
small platoons of little soldiers, the electric charges, that recombining generate light,
are induced to move at 10000 larger speed than in light emitting organic diodes
commonly employed today. This high charge carrier mobility determines larger
luminosity and lower electrical energy consumption.
The discover, already patented, has been carried out by a research group co-ordinated
by Michele Muccini at the CNR Institute for the Study of Nanostructured Materials
(ISMN) in Bologna, in collaboration with european centres of excellence and the IBM
laboratories in Zurich (Switzerland).
"Our light emitting devices – Muccini explains – use field effect transistors were
molecules are spontaneously lined up between two planar electrodes able to inject
electrical charge carriers. The highly ordered molecules allow to obtain charge carrier
mobility and light intensity significantly larger than in common diodes having vertical
geometry. Of course, these early prototypes need a lot of work to get improved, but
can represent the nano- light sources to be integrated in Si chip for new generation
computers."
The scientific and industrial interest for this researches is quite strong as witnessed by
the direct involvement of IBM. Immediate technology transfer activities are expected.
For further information: [email protected]
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NEW TECHNOLOGIES – NEW MATERIALS
ü New scintigraphic device for small tumours localization.
Italian Patent n° RM 2001A000279
A new high spatial resolution scintigraphic device for external diagnostic use or for
guided surgery applications has been invented by CNR researcher Alessandro Soluri.
Functional imaging systems with small field of view (26x26 mm), reduced weight and
minimum size, can be applied in Nuclear Medicine in order to identify neoplasias with
high spatial resolution (2-3 mm). The field of application of the new device relates to
the guided localization of prostate and breast lesions. The device can be applied in
detecting lymp-node sentinel for breast cancer, in radio-guided surgery and also to
scintigraphic analysis of small animals, in order to experiment new radio-marked
antibodies, specific for particular pathologies.
A characteristic, and great advantage, of this scintigraphic device is that it can be
optimised according to the required applications. The use of collimators and
integrated crystals actually allows to have superior diagnostic responses in terms of
counting efficiency and better lesion/background ratio and contrast on the produced
image. The patent (Italian National Council of Research – CNR) is applied by Li-tech
(www.li-tech.it). The technologies developed from Li-tech have innovative
characteristics in diagnostic oncology, in particular as portable scintigraphic system for
different clinical applications.
For further information: [email protected]
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MEDICINE
ü A vaccination strategy to cure autoimmune diseases
An Italian group of researchers has successfully experimented a new vaccination
approach that might be useful to prevent and cure autoimmune diseases such as lupus,
rheumatoid arthritis, Crohn’s disease, multiple sclerosis. Researchers in Pisa, Roma,
L’Aquila, Milano, Chieti, in collaboration with the Universities of Hannover
(Germany) and Denver (USA), have devised a new approach to the treatment of
autoimmunity. In mice which spontaneously develop an autoimmune syndrome
similar to the human lupus (systemic lupus erythematosus, SLE) the vaccination can
have a preventive effect (delayed development of a milder form of the disease in mice
vaccinated before its onset) and also a therapeutic effect (slowing down or block of
progression in mice with overt disease). Diana Boraschi (Institute of Biomedical
Technologies of the CNR in Pisa) and Paola Bossù (IRCCS S. Lucia in Rome), who
have designed and conducted the study, believe that this vaccination strategy might be
successfully applied to other autoimmune situations, once the activators are positively
identified, and are hoping that the application to the human pathologies won’t take
too long.
For further information: [email protected]
ü Discovery of a mechanism responsible for which Parkinsons’
disease become chronic
The Institute of Biomedical Technologies of Consiglio Nazionale delle Ricerche has
made an important discovery shedding light on the neurodegenerative process of
Parkinson’s Disease. The work, published on the magazine of the Federation of
American Societies for Experimental Biology Journal gives real hopes for new and
effective strategies for the treatment of this serious illness. The researcher has found
out that the neuromelanine, a dark substance that usually accumulates in neurons
during the aging process, in the presence of a neuronal damage is released and would
cause the formation of toxic substances producing a chronic situation of neuronal
death. The researchers from CNR have also shown that there are some molecules
capable of inhibiting the degenerative effects of neuromelanine. Prof Luigi Zecca and
his group have been allocated new funds from the most prestigious American
foundations working on Parkinson’s Disease such as Michael J Fox Foundation for
Parkinson’s Research and Parkinson’s Disease Foundation-National Parkinson
Foundation, to continue their research.
Luigi Zecca: [email protected]
ü Cholera: the body protect itself by producing endocannabinoids.
A group or researchers from the Institute of National Council of Research (CNR) in
Pozzuoli and from the University Federico II in Naples, has discovered the role the
endocannabinoid system in protecting the organism against several type of
pathological conditions. Three different studies have been published in international
Journals. The first study shows how, when mice are treated with cholera toxine and
start exhibiting the typical symptom of cholera intoxication (i.e. an exaggerate
intestinal hypersecretion followed by diarrhea) the endocannabinoid system in the
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small intestine is up regulated inhibiting intestinal hypersecretion. In a second case
they have found that also human colorectal carcinoma cells in vitro produce more
endocannabinoids than normal cells, thus counteracting the exaggerated proliferation
of neoplastic cells. Moving to the central nervous system, they have observed that
under conditions of over-excitation of some neurons, which cause mice to have
epileptic seizures, the endocannabinoids are over produced and ultimately minimise
the neuronal damage. In all their studies they also noted that synthetic substances that
act by minimising the normal degradation endocannabinoids, have beneficial effects
against the same pathological conditions described above. They conclude that: 1) the
endocannabiboid system may represent one of the many redundant natural defences
in central and peripheral organs; 2) rather than, or in addition to, directly activating the
cannabinoid receptors with synthetic substances or with cannabis it might be possible
in future to use synthetic substances that inhibit the degradation of natural
endocannabinoids. The great advantage would be a more local action (i.e. only where
the pathology is) and hence less psychotropic actions and less side effects.
For further information: [email protected] web page www.e-r-g.it
For further information: [email protected] web page: www.e-r-g.it
ü Hacking cellular protein networks
The IBC-CNR research team, including Giancarlo Deidda and Nicoletta Rossi and led
by Glauco Tocchini-Valentini, has invented and applied a novel method for producing
at will modifications of the protein network systems of mammalian cells, with no
irreversible alterations of the cellular DNA.
The CNR scientists have selected and introduced in mouse cells a specific gene, that
evolved about 2 billions year ago and it is now present only in most primitive forms of
bacteria. In mouse cells this gene produces a bacterial protein enzyme (called
“endonuclease”) that causes the joining together of pre-selected molecules of RNA,
each of which would normally produce a distinct protein. This eventually results in the
production of novel “fused” proteins.
“Each cellular protein – the researchers explain – is part of a complex network and it
constantly interacts with many other proteins. In order to really understand how, for
instance, a human or mouse cell works we ought to focus on the study of these
protein networks or their multi-components modules. We could say that in cell
biology we need to use the same research approaches that are currently applied to the
design, implementation and…hacking of telematic networks like Internet. With the
new technique we have designed we can indeed manipulate the cellular networks,
‘adding’ or ‘subtracting’ specific components, aiming eventually at defining a sort of
‘protein network algebra’. We should also remark that the modifications we introduce
do not cause irreversible alterations of the cellular genome and this highlights the
functional analogy of these new experimental systems with the mechanisms of action
of ‘conventional’ pharmaceutical drugs.”
These new systems have been named “Eulero systems” from the name of the 18th
cent. mathematician who firstly developed the modern algebra of networks.
Information inquires: e-mail: [email protected]
“http://www.nature.com/cgitaf/DynaPage.taf?file=/nbt/journal/vaop/ncurrent/abs/nbt908.html"
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ENVIRONMENT & EARTH SCIENCES
ü Hunting for emeralds on the internet
The Institute of Geosciences and Georesources of Consiglio Nazionale delle Ricerche
(IGG-CNR) has created a worldwide data bank of the most famous emerald fields, with
information on their geographic and geologic position as well as on their chemical and
physical properties. In terms of colours, carats, transparency and inclusions, that is the
elements making up of the value of a gem, emeralds occupy a leading position among
natural precious stones, coming only after diamonds. Since ancient times, emeralds have
been used to decorate jewels as it is reported by several archaeological findings. Emerald
fields are widespread all over the world and today these can be seen on the Internet thanks
to an initiative of the researchers from the Institute of Geosciences and Georesources of
Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGG-CNR), who have created an ad hoc site at the
address www.emeraldsdatabank.com
"Emeralds," explains Carlo Aurisicchio, a researcher and experts in minerals of IGG-CNR
"are the most appreciated gems of the beryl group. For this reason, we have decided to
retrace their story looking for emeralds fields all over the world."
The data bank has been created out of the need to easily locate information and
comparisons on archaeological emeralds, a work carried out resorting to particular nondestructive and non-invasive techniques. "Our research team," underlines Aurisicchio "is on
of the few in the world to develop research to identify the origin of the emeralds using
microanalysis (EMPA) and infrared micro-spectroscopy to obtain information on the
composition and structure of the gems. In this way, we have managed to win the opposition
of archaeologists who are often reluctant to give us the jewels fearing for irretrievable
damage." In Italy emeralds have been recently found at a Roman cemetery at Vallerano, an
archaeological area close to Rome (between the Pontina road and Spinaceto), as well as in
the Vesuvio area (Pompei, Oplontis, Ercolano): it seems that these emeralds come from
Cleopatra fields, located in Upper Egypt.
For further information: [email protected]
ü Italy and the Ocean Drilling Project
The idea of drilling through the bottom of the oceans for scientific purposes is an old one.
Among the first scientists who proposed this research was Charles Darwin who wanted to
tests his hypothesis that the Atolls of the Pacific oceans are sitting on top of extinct
submarine volcanoes. Since 1985 the Ocean Drilling Project (ODP), a well known
International project, has had a tremendous impact on the development of modern geology,
oceanography and paleo-climatology. Italy has been a member of ODP for over 15 years, as
part of a Consortium of European Countries.
In October 2003 the third phase of scientific Ocean drilling Project has started, with the
creation of the Integrated Ocean Drilling program (IODP), a more ambitious initiatives in
which drilling will be performed by more than one platforms: the US is developing a new
conventional drilling ship. Japan is building an innovative vessel able to drill deeper and in
different conditions (with a drilling casing system), while Europe is going to operate the so
called Mission Specific Platforms, vessels of opportunity to be hired to solve specific
scientific problems. A National Conference was held in Rome last October 17, in order to
promote a renewed initiative to maintain Italy and its scientific community within the IODP.
The conference program can be viewed at http://www.ogs.trieste.it/odp
For further information: [email protected]
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ü The African tropical monsoon is suffocating Europe
According to the researchers from the Institute of Biometeorology of CNR from Florence
(IBIMET-CNR) the exceptional heat and the drought of last summer are due to a
particularly intense monsoon that is hitting Sahel Africa. In the future, the Mediterranean
could become what the Gulf of Mexico is for the USA: the birthplace of large flooding.
The exceptional heat wave that raged throughout Italy and on a large part of the northern
coasts of the central and western Mediterranean Sea, involving countries such as Portugal,
Spain and France, is tightly connected to a particularly intense African tropical monsoon:
"Heavy rains on sub-Sahara Africa involve a decrease in showers and an increase in
temperatures on the Mediterranean, in particular on its northern shores", as explains
Giampiero Maracchi, the director of IBIMET-CNR. "In other words, it is as if the desert
climate was moving towards us."
From June onwards, rainfalls on Sub -Sahara Africa have been largely heavier than the
average of the period; the meteorological equator seems to have moved around 20 degrees
north with the result that no bad weather at the latitudes of the Iberian and Italian Peninsulas
flow from the Atlantic. In fact, an area of strong pressures was present on the north-western
Mediterranean Sea preventing the formation of clouds and as a consequence of
thunderstorms, turning the climate of the Mediterranean into a desert-like one. Warm air
coming from southern Sahara reaches the Mediterranean and after compressing, warms up
causing sharp increases in temperature that can exceed 40° degrees.
"Forecasts," underlines Francesco Meneguzzo, a researcher at IBIMET-CNR, "indicate a
progressive strengthening of the summer monsoon in western Africa as a direct
consequence of a larger climatic change for the next years or decades”.
For further information: Giampiero Maracchi 335-439286 055/301422
ü Models in Meteorology and Climate Change studies: a virtual
laboratory for understanding a complex system
Is climate really changing? Is it possible to make reliable forecasts? Scientists tried to answer
these questions for many years. But the scientific praxis which is at the basis of meteorology
and climate studies is very complex and original. Antonello Pasini, a researcher of the CNR Institute of Atmospheric Pollution, can help to understand the methods used by scientists
and the relevance of the results achieved, by means of his new book "I cambiamenti
climatici. Meteorologia e clima simulato" (Bruno Mondadori publisher). “Following our
scholar background – explains Pasini – we are used to analyse simple systems, like those
studied by Galileo Galilei in his laboratory. When one deals with complex objects like
atmosphere in interaction with the Earth system (oceans, continental lands, ices, biosphere),
the framework changes completely. Not only we are no more able to reproduce this system
in our laboratory, but now also the classical cause-effect relationship must be revisited: for
instance, in the atmosphere there exist loops of interactio ns where some causes produce
effects that (on their turn) influence the causes themselves: we talk about feed-backs”. In his
book Pasini analyses the change of paradigm happened in meteorology and climate studies
by the introduction of models that simulate the behaviour of the atmosphere and climate
system on a computer. In particular, we can appreciate as only by these models we are able
to recover a Galileian approach in such complex systems. Pasini discusses the important
results obtained by these models and, in the meantime, shows that this concrete activity has
many links with the mathematical theory of dynamical systems and contributes to change
our view of the nature, as happens with more exotic and far away theories like quantum
mechanics and general relativity.
For further information: [email protected]
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SPACE
ü Discovered the closest galaxy to the Milky Way
The closest galaxy to our Milky Way is incredibly small: it is a dwarf galaxy, a satellite of ours
and close enough to almost camouflage itself among the stars of the disk of the Milky Way. It
has been discovered by an international research group of which the Italian Michaele Bellazzini,
of the Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), is part.
According to the researchers the small galaxy, located in the constellation of Canis Major,
supports the hypothesis that giant galaxies, such as ours, grow in time by incorporating their
low mass neighbours.
This study, carried on in the past two years by Italian, French, English and Australian groups,
has been published on the international magazine Monthly Notices of the Royal Astronomical
Society. "The mass of the dwarf galaxy in Canis Major - Bellazzini explains - is a billion times
greater than the mass of the Sun, and a hundred times less than the mass of the Milky Way.
This small galaxy will not be able to resist to the terrific gravitational force of the Milky Way,
which presses and stretches it, separating its stars, for much longer. We think that in a few
billion years it will be completely merged with ours".
The dwarf galaxy in Canis Major is therefore going to merge with our Milky Way. This
phenomenon, long ago predicted by theoretical models, would be demonstrated for the first
time by direct observations proving that the Milky Way is also a giant galaxy which accretes by
merging with lower mass galaxies. This discovery has been made possible by all-sky infrared
images obtained within the program 2MASS (2 Micron All Sky Survey) by the University of
Massachussetts, the NASA Jet Propulsion Laboratory and the California Institute of
Technology (CalTech). The small galaxy was almost hidden by the dense crowd of stars of the
Milky Way disk and by clouds of interstellar dust.
What seemed only an anomalous concentration of very red and bright stars towards Canis
Major has turned out to be a dwarf galaxy extremely close to ours, just 25000 light years away.
This makes it a satellite of the Milky Way, the closest known so far (ANSA).
ü The archive of comets is online
The first archive of comets has been put into operation by initiative of the amateur
astronomers. The CARA (Cometary ARchive for Amateur
astronomers) project has been started by the Comet Section of the Italian Union of Amateur
astronomers (UAI) with the ambitious aim of building an online archive of observational data
in a format which is interesting to astronomers.
The numerical data are expressed in a quantity (called Afrho) used to estimate the production
of dust and to analyse the shape of the coma of the comets. This site, a preliminary English
version of which had been created in spring 2003, has already been presented to the
astronomical community (during the European Conference of Small planets and Asteroids
organised in the Canary islands) and to the amateur astronomer community (at the UAI
Conference). Now the website is fully operational with observational campaigns active on
certain comets.
The Cara project has been widely welcome at an international level. Many European observers
from Italy, France, Spain, Slovenia and a few observers from the southern hemisphere
(Australia) have joined it. A website (http://cara.uai.it) has been created to act as a meeting
point for international observers who are interested in the most scientific aspects of the
observation of comets.
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PROGRAMMA DELLE CONFERENZE IN AUSTRALASIA
NEL 2003
December 1-4, 7th Annual Environmental Research Conference: Environmental sustainability
through multidisciplinary integration, Marysville, Vict oria. Contacts: email Linda Cobiac:
[email protected], web: www.civeng.unsw.edu.au/conferences/EERE2003/
December 4-5, 8th Australian Workshop on Requirement Engineering 2003, Sydney,
Australia. Web: http://research.it.uts.edu.au/awre2003/
December 7 – 11, The Interface between Innate and Adaptive Immunity, 3rd Annual
Scientific Meeting of the Australasian Society for Immunology, The University of Western
Australia, Perth, Western Australia. Contacts: Lisa King - Conference Manager Congress West
Pty Ltd, PO Box 1248, West Perth WA 6872, Australia. Tel: +61 8 9322 6662 or +61 8 9322
6906,
Fax:
+61
8
9322
1734,
E-mail:
[email protected],
web:
http://www.congresswest.com.au/ASI2003/
December 8-12, Non-linear Partial Differential Equations and their Applications, AMSI
National symposium, University of New England, Armidale. Contacts: Dr Min-Chun Hong,
School of Mathematics, Statistics and Computer Sciences, University of New England,
Armidale, NSW 2351, Australia. Email: [email protected]. Phone: (61)-2-6773-3154, Fax:
(61)-2-6773-3312. web: http://turing.une.edu.au/~pde/
December 8-10, Symposium on Urbanization and Stream Ecology, University of Melbourne.
Contacts: http://www.conferences.unimelb.edu.au/urbanization_and_stream_ecology/
December 15-19, The 28th Australasian Conference on Combinatorial Mathematics and
Combinatorial Computing, Deakin University, Melbourne. Contact: Judy Chow, School of
Information Technology, Deakin University, 221 Burwood Hwy, Burwood, VIC 3125,
AUSTRALIA.
Fax:
61
3
9251
7604
or
email
[email protected].
Web http://www.cm.deakin.edu.au/comb2003melbourne/
PROGRAMMA DELLE CONFERENZE IN AUSTRALASIA
NEL 2004
January 3-10, 2004, Computational Algebra and Number Theory, NZ Mathematics
Research
Institute
Summer
Workshop,
Nelson,
New
Zealand.
Web: http://www.math.auckland.ac.nz/Conferences/2004/NZMRI/
January 13 – 17, 2004, 9th World Congress on Infant Mental Health, The University of
Melbourne, Melbourne, Australia. Contacts: c/ - ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street,
Southbank, Victoria 3006, Australia, phone: +61 3 9682 0244 , Fax: +61 3 9682 0288,
email: [email protected], web: http://www.icms.com.au/waimh2004
January 18-22, 27th Australasian Computer Science Week, (ACSW 2004), Dunedin, New
Zealand. Web: http://acsw04.cs.otago.ac.nz
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January 28-30, IEEE Int. Workshop on Electronic Design, Test and Application
(DELTA 2004), Perth, Australia. Web: http://delta2004.ecu.edu.au/
February 2-6, 2004, Australian Conference on Microscopy and Microanalysis 18,
http://www.deakin.edu.au/events/acmm18/
February 6 – 7, 2004, International Society of Bipolar Disorders Regional Conference
2004, Sydney, Australia. Secretariat: ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank,
Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244, Fax: +61 3 9682 0288,
email: [email protected], web http://www.icms.com.au/bipolar2004
February 8 – 13, 2004, 17th Australian Geological Convention, Dynamic Earth: Past, present
and future. Hobart. http://www.17thagc.gsa.org.au/
February 9 – 13, 2004, International Congress of Biological Psychiatry, Sydney Convention &
Exhibition Centre, Sydney, Australia. Secretariat: ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street,
Southbank, Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244, Fax: +61 3 9682 0288, email:
[email protected], web: http://www.icms.com.au/wfsbp2004
February 16-19 2004, Planetary Timescales: From Stardust to Continents, Australian Academy
of Sciences (Shine Dome), Canberra. http://www.mso.anu.edu.au/PSI/white_conference.html
March 21 – 26, 2004, XVII International Congress on Fibrinolysis and Proteolysis (ISFP),
Melbourne Convention Centre, Melbourne, Secretariat: ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street,
Southbank, Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244, Fax: +61 3 9682 0288,
email: [email protected], web: www.icms.com.au/isfp2004
March 28 - 1 April 2004, Enviro 04 Convention & Exhibition, Sydney. The event is presented
by the Australian Water Association, Waste Management Association of Australia, Australian
Business Council of Sustainable Energy, Environment Business Australia and Clean Air Society of
Australia & New Zealand. Contact David Bates, Quitz Event Management, tel. (02) 9410 1302, fax
(02) 9410 0036, email [email protected], web:www.enviroaust.net
April 13-16, 2004, Australian software Engineering Conference (ASWEC 2004),
Melbourne, Australia. Web: http://www.cs.mu.oz.au/ASWEC04/
April 19-23, 2004, Coast to Coast ‘04, Australia’s national coastal conference, Hobart. web:
www.cdesign.com.au/coast2coast2004
May 17-19, 2004, Information Security World New Zealand, Carlton Hotel, Auckland,
New Zealand. Web: http://www.informationsecurityworld.com/2004/isw_NZ/
June 20-25, 2004, Estuaries and Change, joint Estuarine and Coastal Sciences Association
(ECSA) and Estuarine Research Federation (ERF) International Conference, Australia’s
Southern
Cross
University,
Ballina
NSW.
For
more
information,
visit:
www.scu.edu.au/ecsa37erf2004conference
154
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July 4-9 2004, 13th International Soil Conservation Organization Conference, Conserving
Soil and Water for Society: Sharing Solutions, Brisbane Convention & Exhibition Centre,
Brisbane, Australia. Contacts: ICMS (Qld) Pty Ltd, 82 Merivale Street, South Bank Queensland
4101,
Australia.
Tel
+61
7
3844
1138,
Fax
+61
7
3844
0909,
email: [email protected] , web: http://www.isco2004.org/
July 12-14, 2004, Int. conf. on Computational Intelligence for Modelling, Control and
Automation
(CIMCIA
2004),
Gold
Coast,
Australia.
www.ise.canberra.edu.au/conferences/cimca04/
July 11-16, 2004, International Biometric Conference, A joint meeting of the International
Biometric Society and the Statistical Society of Australia, Cairns Convention Centre,
Queensland. Contacts: OzAccom Conference Services, PO Box 164, Fortitude Valley Qld
4006, AUSTRALIA, Email: [email protected] Tel:+ 61 (0)7 3854 1611, Fax:+ 61
(0)7 3854 1507, http://www.ozaccom.com.au/cairns2004/
July 21-24, 2004, XXIV World Congress of OMEP, The Carlton Crest Hotel, Melbourne
VIC. Contacts: The Meeting Planners Pty Ltd, 91 - 97 Islington Street, Collingwood, Victoria,
Australia, 3066, Tel: +61 3 9417 0888, Fax: +61 3 9417 0899, Email:
[email protected], web: http://www.omepaustralia.com.au/
August 24-25, 2004, Information Security World Australia, Sydney Convention and
Exibition
Centre,
Darling
Harbour,
Sydney,
Australia.
http://www.informationsecurityworld.com/2004/isw_AU/
August 29 - September 1 2004, 7th International Hydrocolloids Conference, Crown
Promenade Hotel, Melbourne, Australia. Contacts: ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street,
Southbank, Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244, Fax: +61 3 9682 0288,
email: [email protected], web: http://www.icms.com.au/7ihc
August 30-September 1 2004, The 7th Australasian Conference on Mathematics and
Computers in Sport, Massey University, Palmerston North, New Zealand. Contacts: Prof
Hugh Morton, Institute of Food, Nutrition and Human Health, Massey University, Private Bag
11-222, Palmerston North, New Zealand. Phone +64 6 350 4265, Fax +64 6 350 5684, Email
[email protected]. Web: http://7mcs.massey.ac.nz/
September 19 – 22, 2004, ISPCAN 15th International Congress on Child Abuse and
Neglect, Brisbane Convention & Exhibition Centre, Brisbane, Australia. Secretariat: ICMS Pty
Ltd, 82 Merivale Street, South Bank, Queensland 4101, Australia. Tel: +61 7 3844 1138, Fax:
+61
7
3844
0909,
email:
[email protected],
web: www.icms.com.au/ispcan2004
September 20 – 24, 2004, International 30th Conference Australian and New Zealand
College of Mental Health Nurses, Canberra Convention Centre, Canberra, Australia.
Secretariat: ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia.
Telephone:
+61
3
9682
0244,
Facsimile:
+61
3
9682
0288,
email: [email protected], web: www.icms.com.au/anzcmhn2004
155
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
October 25 - 29, 2004, Ocean Optics XVII Conference, Freemantle, Western Australia.
web: www.oceanopticsconference.org/index.php
December 6 - 10 2004, SuperSoil 2004, University of Sydney, Sydney, Australia. Contacts
ICMS Pty Ltd, 3rd Floor, 379 Kent Street, Sydney, NSW 2000, Australia. Telephone: +61 3
9290
3366,
Fax:
+61
3
9290
2444,
email:
[email protected],
web: http://www.icms.com.au/supersoil
156
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
PRINCIPALI SITI WEB
Siti d’interesse scientifico
Anglo-Australian Observatory
www.aao.gov.au/
www.ausindustry.gov.au
www.antdiv.gov.au
www.aims.gov.au
AusIndustry
Australian Antarctic Division
Australian Institute of Marine Science
(AIMS)
Australian Nuclear Science and
Technology Organisation (ANSTO)
Australian Academic and Research
Network
Australian Research Council
www.ansto.gov.au/
www.aarnet.edu.au/
www.arc.gov.au/
Bureau of Meteorology
www.bom.gov.au/
www.csiro.au/
www.crc.gov.au
www.dsto.defence.gov.au/
CSIRO
Cooperative Research Centres
Defence Science and Technology
Organisation (DSTO)
Department of Industry, Tourism and
Resources
Department of Agriculture, Fisheries and
Forestry – Australia
Department of Education Science and
Training (DEST)
Environment Australia
www.industry.gov.au/
www.affa.gov.au/
www.dest.gov.au
www.ea.gov.au
www.epa.nsw.gov.au
www.epa.qld.gov.au
www.epa.wa.gov.au
www.epa.sa.gov.au
www.epa.nt.gov.au
EPA New South Wales
EPA Queensland
EPA Western Australia
EPA South Australia
EPA Northern Territory
157
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Dicembre 2003
CANBERRA
EPA Victoria
www.epa.vic.gov.au
www.feast.org
Feast (Forum for European-Australian
Science and Technology cooperation)
Geoscience Australia
Great Barrier Reef Marine Park Authority
(GBRMPA)
IPAustralia
Land and Water Australia
National Environment Protection Council
National Health and Medical Research
Council (NHMRC)
National Standards Commission
www.agso.gov.au/
www.gbrmpa.gov.au/
www.ipaustralia.gov.au/
www.lwa.gov.au/
www.nepc.gov.au/
www.health.gov.au/nhmrc/
www.nsc.gov.au/
Informazioni generali sull’Australia
Australian Bureau of Statistics
Australian Federal Government
Entry Point
Australian Universities
www.abs.gov.au
www.fed.gov.au
www.detya.gov.au/highered/ausunis.htm
Principali fonti d’informazione australiane
Australian Financial Review
www.afr.com.au
www.smh.com.au
www.theage.com.au
www.theaustralian.com.au
www.abc.net.au/science
Sydney Morning Herald
The Age
The Australian
Australian Broadcasting
Corporation, Science Programs
158
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