LA TELEVISIONE Progettazione del telegiornale Il telegiornale si articola su due facce fondamentali Meccanismo della pianificazione Meccanismo dell’imprevisto, della velocità, della tempestività Progettazione del telegiornale Taglio editoriale punto di vista del Direttore e della Redazione soggettivo IL DIRETTORE Direttore – – – – espressione della proprietà della testata coordinamento dei servizi impostazione del sommario scelta della notizia di apertura del telegiornale Il direttore interagisce con il direttore generale della rete, l’editore, il produttore televisivo, il caporedattore e il caposervizio Il direttore, il produttore esecutivo e due vicedirettori partecipano alla riunione del mattino, in cui si imposta il lavoro e si scelgono gli eventi da seguire, già noti attraverso un’agenda FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE Segreteria di redazione, coordinata da un caporedattore che rappresenta il supporto tecnico-operativo del giornale – punto di riferimento per il direttore, i vicedirettori e la redazione, di cui organizza gli spostamenti, fungendo da costante punto di riferimento con l’esterno e armonizza il lavoro svolto – Il riversamento di un servizio FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE Segreteria di redazione, gestione e organizzazione delle risorse – Troupe – numero di giornalisti – mezzi di trasporto – nei collegamenti in diretta, appronta il pulmino regia, coordinando il lavoro dei tecnici e armonizzando il lavoro degli inviati FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE Caporedattore centrale, figura non sempre presente che rappresenta l’anello di congiunzione tra il direttore e il resto della redazione Vicedirettore o coordinatore dell’edizione, caporedattore e caposervizio formano la cosiddetta line FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE La line segue il coordinamento dell’intera edizione, dell’impostazione del sommario, al coordinamento delle fasi redazionali della messa in onda (al coordinatore dell’edizione si affidano caporedattori e caposervizi nelle fasi terminali che precedono la messa in onda) Vicedirettore e coordinatore dell’edizione, figura di raccordo cha dalla saletta di regia dà indicazioni al regista e al conduttore, sulla scaletta da seguire e su eventuali aggiornamenti FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE Caporedattore, giornalista che guida le redazioni tematiche: politica interna, politica estera, cronaca, economia, costume e società, cultura e spettacoli servizi speciali – Ogni redazione tematica è divisa in servizi Caposervizio, giornalista che guida i vari servizi FIGURE PROFESSIONALI NEL TELEGIORNALE Redattore, giornalista che svolge un lavoro interno ad una redazione tematica, comunemente detto lavoro di desk – reperimento e scelta di materiale cartaceo e fotografico (informazioni di prima mano e contatto ufficio stampa) – editing dei propri e degli altrui articoli (controllo dei tempi) – composizione del pezzo da girare all’inviato Inviato, giornalista che svolge il lavoro prevalentemente all’esterno della redazione Progettazione telegiornale Distribuzione notizie TEMATIZZAZIONE DELLE NOTIZIE GERARCHIZZAZIONE DEI SERVIZI Progettazione telegiornale Distribuzione notizie TEMATIZZAZIONE DELLE NOTIZIE Le pagine di un telegiornale corrispondono, più o meno, a quelle di un quotidiano GERARCHIZZAZIONE DEI SERVIZI Il servizio viene collocato tenendo conto della posizione del medesimo nel notiziario complessivo, della sua lunghezza e della sua rilevanza da un punto di vista tematico contenutistico Ogni telegiornale ha una sua identità, un suo target, un pubblico a cui si rivolge In ogni caso il primo cardine della comunicazione televisiva è che essa deve sempre riuscire ad essere spettacolo Progettazione telegiornale Ci sono due formati di telegiornale: edizione flash e edizione principale Progettazione telegiornale Edizione flash, edizione di minore importanza, breve (circa 10 minuti) e meno approfondita – – – – – – in generale no “struttura piramidale” e “tematizzazione” il conduttore come tuttologo, figura centrale notizie di edizioni precedenti notizie aggiornate, dell’ultima ora brevi servizi ore 5:30, 6, 7, fascia pomeridiana Progettazione telegiornale Edizione principale, telegiornale “classico”, di maggiore importanza, durata di circa 30 minuti, con approfondimenti e servizi – centralità nel palinsesto televisivo – indicazioni importanti sull’identità della rete – scandisce la giornata del teleutente – rappresenta una sorta di impegno che l’emittente prende con il pubblico – ore 13 e 20 Progettazione telegiornale Edizione principale, inserita fra due programmi di alta audience destinati a fargli da “traino” in entrata e in uscita – La funzione della copertina, “finestra” che precede il tg di circa 5 minuti e che lo annuncia con una sorta di strillo – La funzione del collegamento con lo studio della redazione del tg STRUTTURA DEL TELEGIORNALE Sigla d’apertura Sommario Titoli principali: le notizie più importanti e le sezioni tematiche Lead introduttivo del conduttore Servizi, notizie o lanci di notizie lette dal conduttore e collegamenti in diretta Riepiloghi, quando si deve fare un aggiornamento su notizie date in precedenza “Il giornalismo scritto” e il “giornalismo radio-televisivo” Differenza strutturale e fondamentale: Giornalismo scritto, costruito in base allo spazio che occupa Giornalismo radio-televisivo, costruito in base al tempo che occupa “Il giornalismo scritto” e il “giornalismo radio-televisivo” Conseguenze: differenti valori-notizia 1. Giornalismo scritto, la notizia più essere riletta più volte Giornalismo radio-televisivo, perdere una 2. notizia coincide con l’impossibilità di recuperarla Giornalismo scritto, descrizione puntuale di un fatto Giornalismo radio-televisivo, più spazio al commento meno alla descrizione grazie al supporto delle immagini “Il giornalismo scritto” e il “giornalismo radio-televisivo” 1. 2. Giornalismo scritto, notizia più lunga, mediata ed elaborata, maggiore rischio di manipolazione Giornalismo radio-televisivo, notizia più breve, immediata, meno elaborata, sensazione di maggiore veridicità Giornalismo scritto, il pubblico sceglie quale articolo leggere e come leggerlo, linguaggio più elaborato Giornalismo radio-televisivo, informazione “subita”, linguaggio chiaro e semplice “Il giornalismo scritto” e il “giornalismo radio-televisivo” In definitiva: Giornalismo scritto, il giornalista si rivolge maggiormente alla razionalità del pubblico Giornalismo radio-televisivo, il giornalismo si rivolge all’emotività del pubblico “Il giornalismo televisivo” Il ruolo dell’anchorman o conduttore televisivo: Il conduttore non è un lettore di notizie, ma è un personaggio televisivo Il conduttore con il suo supporto personale (to anchor significa supportare) “carica di significato” la notizia Il mezzo crea il messaggio il conduttore offre la sua immagine il conduttore incarna fisicamente il telegiornale il conduttore è l’interfreccia del pubblico, l’altro polo di un ideale processo di comunicazione interpersonale “Il giornalismo televisivo” Il ruolo dell’anchorman o conduttore televisivo: Il conduttore è per status l’attore che il mezzo televisivo pone al centro dell’attenzione La televisione è il mezzo di comunicazione di massa che propone (costringe forse) un singolo all’attenzione di molti Il conduttore diventa una sorta di divo e le sue espressioni predominano nella comunicazione (fenomeno del divismo), stabilisce dei modelli e crea l’informazione “Il giornalismo televisivo” Il mezzo televisivo in qualche modo mette a disposizione degli strumenti che favoriscono un approccio emotivo con il pubblico e nello stesso tempo impone questo approccio per ragioni strutturali “Il giornalismo televisivo” L’anchorman: il tono della voce segnala i concetti più importanti, serve a drammatizzare o a sdrammatizzare, deve essere gradevole e calibrato sul contenuto della notizia facilità di parola, ottenuta con corsi proporzionati alla diverse abilità da raggiungere chiarezza nell’espressione impedisce il calo d’ascolto e limita il calo d’attenzione che in parte è fisiologico “Il giornalismo televisivo” L’anchorman: carica di simpatia, velocità di battuta, corretta postura del corpo la gestualità deve essere opportunamente gestita l’accento non deve risentire di inflessioni dialettali L’AUDIENCE La regola di fondo della comunicazione televisiva è l’audience L’AUDIENCE Il principio dell’audience è di grande importanza per due fattori: 1. 2. l’audience è il numero di persone che la comunicazione televisiva riesce a raggiungere l’audience si trasforma in denaro L’AUDIENCE L’audience si trasforma in denaro Ogni segmento di tempo televisivo ha un preciso valore commerciale che dipende dall’audience Gli spazi pubblicitari vengono venduti ad un costo tanto più elevato quanto maggiore è l’ascolto che la rete è in grado di garantire i quel segmento di tempo La prime time I linguaggi del telegiornale Nel giornalismo televisivo linguaggio del testo, linguaggio grafico e linguaggio iconico o delle immagini sono assolutamente equipollenti e più che interagire, diremo che si fondono Il “testo televisivo” comunica indifferentemente con immagini e parlato LE FASI DEL LAVORO GIORNALISTICO Raccolta e selezione delle notizie Raccolta e selezione delle immagini Organizzazione del giornale Editing LE FONTI Agenzie di stampa e Agenzie video LE FONTI Agenzie video Classificazione delle agenzie in base all’ampiezza dell’area di lavoro di cui esse si occupano Agenzia video nazionale Agenzia video internazionale, raccoglie il materiale prodotto dalle varie emittenti nazionali che lo rendono disponibile attraverso il satellite LE FONTI La maggiore agenzia video europea è la Evn (Euro Vision News), comunemente detta Evelina: Eveline, notizie filmate che arrivano in redazione nel corso di tutta la giornata e che vengono immediatamente codificate e archiviate (vinigrafo): la fonte di provenienza e il time code (ora, minuto e secondi esatti dell’immagine Feed, immagini già montate in sequenza di pochi minuti per offrire una sintesi dell’evento Evn (Euro vision news) Evelina “O”, passa a mezzogiorno Evelina del mattino, passa alla 5:30 Evelina “Y”, passa intorno alle 10:30 … altre eveline durante la gioranta LE FONTI La raccolta delle immagini: In redazione: Materiale archiavato (LD) o agenzie videonews e emittenti locali collegate All’esterno: La troupe e i pulmini regia o fly Service: Teleoperatori free-lance pagati a giornata o a numero di servizi Il linguaggio del “testo” telegiornale Come per il quotidiano, una notizia si costruisce tenendo presente: – Il lead (o sommario) in cui sono contenute le informazioni più importanti – Il corpo – Il riepilogo e la conclusione non sono sempre presenti Organizzazione a “piramide invertita”, prima gli effetti, poi le cause Il linguaggio del “testo” telegiornale Una notizia chiara, essenziale eppure completa si costruisce tenendo presente: Il focus e la struttura Il linguaggio del “testo” telegiornale La notizia televisiva è soprattutto racconto, a story Il giornalista focalizza subito il “significato profondo” cioè quel filo conduttore attorno a quale far ruotare tutti i particolari ritenuti più interessanti L’azione, il ritmo, le immagini che devono essere attraenti, il linguaggio che deve essere comune La notizia e il conduttore Lead e lead-in Il lead in o lancio rappresenta l’introduzione con la quale il conduttore presenta il nucleo centrale del servizio che sta per andare in onda, invitando il pubblico all’approfondimento Il lead vero e proprio è l’inizio del servizio dell’autore La notizia e il conduttore Il lead-in deve essere ben strutturato e perfettamente armonizzato con il lead che introduce Deve avere una sua pregnanza e chiarezza capaci di cattura immediatamente il pubblico Non deve bruciare la notizia dell’autore del servizio, ossia senza esaurire i cntenuti Può assumere la forma di una domanda a cui si darà risposta nel servizio La notizia e il conduttore Vivi e lanci I lanci sono i lead-in I vivi sono le notizie date interamente dal conduttore Vivo illustrato: al vivo vengono associate delle immagini fisse Il conduttore fuori campo, notizia data dal conduttore a commento di immagini in movimento che, durante la lettura, vengono mandate a riporto, ossia a copertura del volto del conduttore che rimane fuori campo. È utilizzato nelle edizioni flash dei tg o quando si ha poco tempo a disposizione Il linguaggio del “testo” telegiornale La forma classica di trattamento di una notizia in un telegiornale è il servizio Il linguaggio del “testo” telegiornale Servizio, trattamento di una notizia che va da un minimo di 40 secondi a un massimo di due minuti composto da: una storia un contesto degli attori (actor, cioè colui che compie l’azione) un’accurata descrizione delle cause del fatto Il linguaggio del “testo” telegiornale organizzazione a “piramide invertita”, prima gli effetti e poi le cause Il servizio deve avere una coerenza logica e cronologica, deve riuscire ad avvincere, a comunicare informazioni e a trasmettere emozioni Il linguaggio del “testo” telegiornale Un servizio è la combinazione di: Immagini (in movimento) Testo Sonoro Il linguaggio del “testo” telegiornale Immagini in movimento Testo supporta le immagini e ne aiuta la comprensione chiarificandole descrive ciò che esse non mostrano sottolinea un fatto o una emozione Immagini e testo devono essere tra loro sempre perfettamente coerenti Il linguaggio del “testo” telegiornale Sonoro riproduce i rumori di fondo e di ambiente per fare in modo che la notizia risulti veritiera e quanto più possibile credibile Immagini, testo e sonoro devono essere tra loro sempre perfettamente coerenti Il linguaggio del “testo” telegiornale Le fasi di lavorazione di un servizio: PRE-PRODUZIONE, PRODUZIONE, POST-PRODUZIONE Pre-produzione. Fase di preparazione del servizio che va alla ricerca e selezione del materiale, all’individuazione delle fonti, alla pianificazione del servizio Il linguaggio del “testo” telegiornale produzione. Fase che include la scrittura del pezzo da parte del giornalista e le riprese sul campo NOTA Il materiale grezzo che è stato registrato, il cosiddetto “girato”, viene selezionato e le immagini scelte sincronizzate con il parlato inciso e composte in sequenza. In questa fase si aggiungono gli effetti sonori, la titolazione, il sonoro musicale, eventuali elementi grafici, effetti speciali e dichiarazioni di intervistati Il linguaggio del “testo” telegiornale Il collegamento in diretta è un servizio realizzato dal giornalista che si trova sul posto dell’avvenimento che descrive e anche su questo si possono mandare delle immagini a riporto, anche dallo stadio; Il servizio con voci è quel servizio che contiene uno o più inserti sonori rappresentanti in genere da interviste, parti di interviste o frasi raccolte durante le riprese Il linguaggio del “testo” telegiornale Il servizio che contiene un commento Il servizio che riprende una conferenza stampa Il servizio che assume la forma del cosiddetto panino (comunazioni istituzionali) … inchiesta etc…. Il linguaggio del “testo” telegiornale STAND UP Servizio che include la presenza del giornalista che ne è l’autore Il linguaggio del “testo” telegiornale Lo stand up: Il giornalista è in piedi (da qui la denominazione stand up) Il giornalista rimane fermo Sullo sondo c’è un’immagine fissa o in movimento Lo stand up può essere fatto in un collegamento in diretta o in un servizio chiuso Il linguaggio del “testo” telegiornale Le regole per un corretto stand up 1. Il testo non deve essere letto meglio recitarlo a memoria o leggere fugacemente degli appunti, al fine di rendere la comunicazione più diretta Il linguaggio del “testo” telegiornale 2. Il modo di porgersi del giornalista deve essere coerente con il contesto del servizio Il giornalista televisivo comunica anche con il corpo, con la voce, con l’atteggiamento Il linguaggio del “testo” telegiornale 3. Il pezzo d recitare in campo deve essere composto di frasi complete e deve finire con un punto di chiusura del testo per non creare confusione allo spettatore. Se lo stand up è seguito da immagini, queste devono partire solo quando il giornalista ha concluso il concetto che sta esprimendo Il linguaggio del “testo” telegiornale Ci sono tre tipologie di stand up: Iniziale Centrale Terminale Il linguaggio del “testo” telegiornale Lo stand up iniziale dopo la lettura con le immagini in campo partono le immagini a riporto che servono a dimostrare il fatto accaduto. Poco prima che le immagini partano, c’è qualche attimo di silenzio in cui la telecamera resta ferma sul giornalista. Il giornalista resta fermo e continua a leggere Il linguaggio del “testo” telegiornale Lo stand up centrale, serve a introdurre un argomento e a mettere le premesse per il racconto successivo Partono le immagini, poi entra in campo il giornalista che precisa quello che si voleva dire Il giornalista fa da ponte, cioè cambia argomento introducendo un elemento di novità che collega u episodio a un altro. Se lo stand up ha funzione di ponte, si giustifica che l’ambiente dello stand up e quello del servizio siano diversi. Prima o dopo l’esposizione il giornalista rimane fermo per alcuni istanti Il linguaggio del “testo” telegiornale Lo stand up finale ha la funzione di un aggiornamento dell’ultimo minuto serve a fare un commento sull’accaduto e/o lascia aperta la possibilità di sviluppi ulteriori dello stesso poiché la notizia è ancora in evoluzione. Anche in questo caso il giornalista deve rimanere in campo e fermo finché non è conclusa l’inquadratura Il linguaggio del “testo” telegiornale Riassumendo lo stand up Comprova la presenza del giornalista sul luogo dell’accaduto Certifica l’avvenimento conferendogli credibilità Può fungere da ponte temporale o tematico Arricchisce la comunicazione del giornalista di elementi non verbali che favoriscono la “comunicazione profonda” rendendo il racconto del giornalista il racconto di una persona Il linguaggio del “testo” telegiornale COLLEGAMENTO IN DIRETTA È un servizio che prevede un dialogo tra il giornalista e il conduttore del tg, in cui quest’ultimo chiede aggiornamenti sulla situazione e pone domande tese a evidenziare gli argomenti, i temi e i fatti più importanti Il linguaggio del “testo” telegiornale Il collegamento in diretta: COLLEGAMENTO DA STUDIO COLLEGAMENTO SUL CAMPO Il linguaggio del “testo” telegiornale Il collegamento da studio è un collegamento con uno studio diverso da quello dal quale sta andando in onda il telegiornale alle spalle del giornalista corrispondete o inviato può apparire un’immagine fissa oppure egli può commentare, fuori campo e in diretta, immagini montate può avere luogo un’intervista che può prevedere l’intervento, oltre che dell’intervistato e dell’intervistatore, anche del conduttore del telegiornale Il linguaggio del “testo” telegiornale Il collegamento sul campo è il collegamento dal luogo in cui si svolge l’evento consiste di solito in uno stand up del giornalista, alle cui spalle si stanno svolgendo gli eventi di cui parla può prevedere anche interviste in diretta Il linguaggio del “testo” telegiornale INTERVISTA Servizio che permette al pubblico di entrare direttamente in contatto con il personaggio protagonista di un determinato episodio Il linguaggio del “testo” telegiornale I generi di intervista: L’intervista volante è un’intervista in cui un testimone occasionale dell’evento, ad esempio un passante, fornisce una testimonianza che semplicemente arricchisce il racconto con informazioni e dichiarazioni Il linguaggio del “testo” telegiornale L’intervista personale è un’intervista che ha come protagonista un personaggio di pubblico rilievo, ossia che ha il ruolo cardine nell’evento. Le dichiarazione dell’intervistato forniscono al telespettatore nuovi elementi che non vanno semplicemente ad arricchire un racconto, ma sono qualcosa di inedito, nuovi strumenti di valutazione. Il giudizio dell’intervistato diventa notizia Il linguaggio del “testo” telegiornale L’intervista tematica è un intervista che ha come oggetto l’argomento di cui si vuole discutere. L’intervistato in questo caso sarà un’ esperto del tema Il linguaggio del “testo” telegiornale I punti di forza dell’intervista: Il carattere dell’immediatezza La “verità” del telegiornale è una verità registrata (il pubblico è spettatore oculare di ciò che avviene) Anche la verità registrata può essere oggetto di manipolazione, volontaria e involontaria Il linguaggio del “testo” telegiornale COMMENTO servizio in cui si esprimono pareri e considerazioni su un fatto o argomento rilevante. Può essere registrato o in diretta, fatto dal direttore del tg o da un personaggio noto e autorevole del modo della cultura o dell’informazione. Può essere rappresentato anche solo da un aggettivo Il linguaggio del “testo” telegiornale CONFERENZA STAMPA forma di comunicazione ufficiale, evento organizzato tutte le volte che un’azienda o un’istituzione è in grado o ha necessità di fornire ai giornalisti o al pubblico informazioni importanti Il linguaggio del “testo” telegiornale La conferenza stampa della presidenza del Consiglio viene seguita dalla televisione con cadenza settimanale forma di raccordo importante tra cittadino e istituzione Il linguaggio del “testo” telegiornale PANINO forma di comunicazione ufficiale in cui si alternano versione istituzionale, versione dell’opposizione e nuovamente versione istituzionale Il linguaggio del “testo” telegiornale Lo studio delle inquadrature L’inquadratura è la prima selezione della realtà con campi o piani (la selezione viene fatta dal giornalista e all’operatore) I campi sono gli ambienti nei quali si svolge l’azione I piani sono i soggetti dell’azione Il linguaggio del “testo” telegiornale Il campo lunghissimo (CLL) è un campo che inquadra un panorama o uno spazio molto vasto e consente una visione di insieme. Si usa spesso all’inizio di un servizio e alle volte è rappresentato da un’inquadratura dall’alto Il campo lungo (CL) è un’inquadratura meno ampia che prefigura a presenza dell’elemento umano. In sostanza si intravedono delle figure umane non meglio particolareggiate Il linguaggio del “testo” telegiornale Il campo medio (CM) è un’inquadratura che definisce il contesto della ripresa successiva Il campo totale (CT) è un’inquadratura piena dell’ambiente oggetto del servizio, in cui i personaggi vengono ripresi nel contesto che si vuole mettere a fuoco Il linguaggio del “testo” telegiornale Il piano più ampio che esiste è quello che inquadra la figura intera (FI). Questo piano si usa in genere all’inizio del servizio, poi i passa ad altre inquadrature Il piano americano (PA) è un’inquadratura frontale a tre quarti, cioè non va oltre le ginocchia della persona e si usa abbastanza spesso La mezza figura o il mezzo busto è l’inquadratura del viso e del torace che non va mai oltre la cintola. Era molto usato dai conduttori dei primi tg Il linguaggio del “testo” telegiornale Il mezzo primo piano (MPP) è un’inquadratura focalizzata su testa e spalle, per cui le espressioni del viso sono molto evidenti. Insieme al mezzo busto è l’inquadratura più usata Il primo piano (PP) si usa più nello spettacolo che nei telegiornali Il primissimo piano (PPP) è un’inquadratura su occhi e bocca che vengono enfatizzati rispetto al contesto Il linguaggio del “testo” telegiornale Il dettaglio è una parte del corpo o di un oggetto ed è un’inquadratura utile in fase di montaggio Il controcampo o stacco si usa spesso quando nelle interviste, per coprire il taglio del discorso dell’intervistato, si inquadra il giornalista Figure tecnico-professionali Regista Assistente alla regia Aiuto regia Cameraman o operatore di ripresa Macchinista Mixer video Fonico Microfonista Tecnico del suono Mixer audio Assistente di studio Truccatore Cavista Elettricista Tecnico video Montatore video Montatore audio Sincronizzatore Il linguaggio del “testo” telegiornale Il regista è la persona che dirige le riprese e lavora in sala regia. La sua attività si svolge prevalentemente nel momento della messa in onda, anche se in alcune fasi interagisce con lo scenografo. Insieme al conduttore e al coordinatore, stabilisce l’ordine delle inquadrature e governa tutta la successione del tg L’assistente di regia riceve le indicazioni tecniche dal regista e le trasmette all’assistente di studio tramite l’interfono. A lui è affidato il compito di controllare l’esattezza delle inquadrature Il linguaggio del “testo” telegiornale L’aiuto regista, o in sua vece l’assistente di regia, si occupa principalmente del conteggio dei tempi ossia del cronometraggio della durata del programma e dei suoi singoli segmenti Il cameraman o operatore di ripresa è l’operatore addetto alla manovra della telecamera all’interno di uno studio. Il cameraman esegue le inquadrature, i cambiamenti di obiettivi, i movimenti di macchina richiesti dalla regia, con la quale è in collegamento fonico per lo spostamento dei carrelli i cameraman vengono aiutati dai macchinisti Il linguaggio del “testo” telegiornale Il mixer video lavora in sala regia e manovra appunto il mixer. Anch’egli è tenuto a seguire le istruzione del regista, che gli indica quali immagini fare partire Il fonico è il responsabile della registrazione della resa tecnica del suono Il microfonista collabora con il fonico nella scelta dei microfoni più adatti alle necessità della produzione e li applica ai giornalisti interessati Il tecnico del suono cura il funzionamento dell’apparato audio Il linguaggio del “testo” telegiornale Il mixer audio lavora in sincrono con il mixer video e, su ordinazione del regista, bilancia da una consolle i segnali audio L’assistente di studio dà precise istruzioni al conduttore, il più delle volte attraverso segnali non verbali, sulla base delle indicazioni ricevute dalla regia tramite cuffia. Come si vede la comunicazione tra regia e studio è continua Il truccatore si occupa di tutti quei ritocchi necessari a una buona resa spettacolare. In genere il trucco televisivo serve a mettere in risalto i tratti piacevoli di un volto e smorzarne gli eventuali difetti Il linguaggio del “testo” telegiornale Il tecnico video cura i livelli di qualità dell’immagine regolando il segnale video da una sala detta appunto sala di controllo video Nella fase di post-produzione subentrano il montatore video, il montatore audio e il sincronizzatore che incide il testo del giornalista nella sala di sincronizzazione