L’approccio vaginale al difetto anteriore Vaginal approach to anterior defect I. Morra Il difetto della parete vaginale anteriore è molto frequente; circa la metà delle donne che vengono sottoposte a visita ginecologica ha un prolasso che arriva 1 cm sopra l’imene. Swift SE. The distribution of pelvic organ support in a population of female subjects seen for routine gynecologic health care. Am J Obstet Gynecol. 2000;183:277–285. Negli Stati Uniti circa 150.000 interventi all’anno vengono eseguiti per cistocele/rettocele. (1) Il rischio di essere operate, nel corso della vita, per un prolasso pelvico è circa dell’11%; il 29% subirà un secondo intervento nell’arco di 5 anni. (2) 1) Boyles SH,Weber AM, Meyn L. Procedures for pelvic organ prolapse in the United States, 1979–1997. Am J Obstet Gynecol. 2003;188:108–115. 2) Olsen AL, Smith VJ, Bergstrom JO, Colling JC, Clark AL. Epidemiology of surgically managed pelvic organ prolapse and urinary incontinence. Obstet Gynecol 1997;89:501–6. Le vie di accesso al prolasso anteriore sono due: l’approccio vaginale e quello addominale. I dati epidemiologici americani dimostrano che la via di accesso vaginale è la più seguita. Le complicanze maggiori si hanno con l’approccio addominale. L’approccio vaginale è più veloce e sicuro. La via addominale sembra dare risultati migliori. I risultati complessivi sulla QoL delle due vie di accesso sono simili. Nel 1913 Kelly descrisse la plicatura del muscolo sfintere uretrale; nacque la colporaffia anteriore. Kelly HA (1913) Incontinence of urine in women. Urol Cutan Rev 17:291–293 White nel 1912 dimostrò l’importanza del difetto paravaginale nel prolasso del comparto anteriore. Richardson nel 1976 descrisse una serie di difetti nella fascia pubo-cervicale spiegando perchè una singola riparazione non fosse applicabile indiscriminatamente a tutti i prolassi anteriori. Richardson descrisse l’ abdominal paravaginal repair con tassi di successo del 75–97%. Shull descrisse nel 1994 il vaginal paravaginal repair i cui tassi di successo, riportati in letteratura, variano dal 67 al 100%. White GR (1912) An anatomic operation for the cure of cystocele. Am J Obstet Dis Women Child 65:286–290 Richardson AC, Lyon JB, NL W (1976) A new look at pelvic relaxation. Am J Obstet Gynecol 126:568 Shull BL, Baden WF (1989) A six-year experience with paravaginal defect repair for stress urinary incontinence. Am J Obstet Gynecol 160:1432–1439 Raz sviluppo la “four-corner” per la riparazione del cistocele utilizzando la sospensione per mezzo di un ago . I tassi di successo riportati da lui variavano dal 90% al 98%. Dmochowski nella sua casistica non fu in grado di riprodurre questi eccellenti risultati (43%) Raz S, Klutke CG, Golomb J (1989) Four-corner bladder and urethral suspension for moderate cystocele. J Urol 142:712–715 RISULTATI DELLA CHIRURGIA VAGINALE SENZA MESH % recidive Colporaffia anteriore 3-20% Colporaffia anteriore con 22-92% sospensione al leg. sacro-spinoso Four-corner 2-59% Paravaginal repair 5-50% Come nella chirurgia generale anche nell’uroginecologia c’è stato negli anni un ricorso all’uso di materiale protesico per migliorare i risultati della chirurgia ricostruttiva. Il presupposto dell’utilizzo del materiale protesico è l’elevato tasso di recidive dopo chirurgia ricostruttiva fasciale. Among respondents who use the mesh for anterior or posterior colporrhaphy, the most common indication was “native tissue inadequate for repair (55.2% anterior, 42.8% posterior),” followed by “failed prior posterior (21.4%) or anterior (27.8%) colporrhaphy.” Biomateriali sintetici Materiali biologici Julian dimostrò in uno studio caso-controllo che nelle donne già sottoposte ad almeno due procedure vaginali l’utilizzo delle rete Marlex a rinforzo della colporaffia anteriore riduceva le recidive dal 33% allo 0%. Comunque l’utilizzo della rete Marlex era associato a un tasso di erosione del 25%. Julian TM (1996) The efficacy of Marlex mesh in the repair of severe, recurrent vaginal prolapse of the anterior midvaginal wall. Am J Obstet Gynecol 175:1472–1475 POP-Q, pelvic organ prolapse quantification. “There were no complications that could be attributed to the synthetic mesh material. In addition, there was no erosion or mesh-related infection during the follow-up period.” Mean follow-up period: 24 months (minimum 12). (Intexen, AMS, Minnetonka, Minnesota) “Nine patients (12.9%) had recurrent cystocele during follow-up. There was no hematoma, persistent vaginal discharge or erosion. One patient (1.4%) had superficial vaginal wound separation.” Sand et al. in uno studio RCT, dimostrarono un tasso di successo del 75% nel gruppo sottoposto a plastica vaginale anteriore con utilizzo di rete in polyglactin contro il 57% del sottoposto a colporaffia anteriore. (P=0.02). Sand PK, Koduri S, Lobel RW et al (2001) Prospective randomized trial of polyglactin 910 mesh to prevent recurrence of cystoceles and rectoceles. Am J Obstet Gynecol 184:1357–1362 RISULTATI DELLA CHIRURGIA VAGINALE CON MESH BIOLOGICA VYPRO II Prolene-Poliglactin Mesh La rete Vypro II® è composta da fibre plurifilamento riassorbibili ((Vycril) e non riassorbibili (Prolene), intrecciate e lavorate a maglia per formare una struttura macroporosa. Prolene Mesh Prolene-Poliglactin Mesh TECNICA Colpotomia longitudinale anteriore Scollamento parete vaginale Apertura della fascia pelvica lateralmente al collo vescicale TECNICA Confezionamento della mesh a T Posizionamento della mesh con i bracci della mesh inseriti nello spazio retropubico senza punti di ancoraggio Sutura della parete vaginale anteriore RISULTATI Da maggio 2002 a maggio 2005 sono state trattate 76 pazienti Follow-up da 3 a 6 anni Tempo operatorio medio 60’ (range: 45’-120’) Complicanze intraoperatorie 1 perforazione vescicale Trasfusioni 0 Degenza ospedaliera media 5 giorni RISULTATI Da maggio 2002 a maggio 2005 sono state trattate 76 pazienti Follow-up da 3 a 6 anni Ritenzione urinaria transitoria Algie perineali Dispareunia de novo Stress inc. de novo Cistocele I grado Cistocele II grado Cistocele III grado Erosioni vaginali Infezioni della ferita Stenosi vaginale 0 0 2/76 6 / 29 (20%) 20 / 76 (26%) 5/76 (6,5%) 0 1 0 0 New Technology Nonostante l’esiguità dei dati, c’è un crescente utilizzo di tecniche mini-invasive per la correzione dei prolassi che prevedono l’utilizzo di kit procedurali per posizionamento per via transvginale di mesh o graft biologici. Questi kits prevedono il passaggio alla cieca attraverso piccole incisioni perineali di aghi attraverso il forame otturato o la fossa ischiorettale per il posizionamento di reti sintetiche o biologiche. I sistemi disponibili in commercio per la correzione del prolasso anteriore sono il Prolift (Ethicon Women’s Health and Urology, Somerville, NJ), il Perigee (American Medical Systems, Minnetonka, MN), Avaulta (CR Bard, Murray Hill, NJ), e l’ IVS Tunneller (US Surgical, Tyco Healthcare Group LP, Norwalk, CT). New Technology • Procedure semplici, riproducibili, standardizzate • Risultati riproducibili • Risparmio di tempo • Ridotta invasività Transobturator Prolapse Repair System Punti di repere Adduttore lungo Uretra Canale otturatorio Punto d’ingresso dell’ago superiore Punto d’ingresso dell’ago inferiore Transobturator Prolapse Repair System Transobturator Prolapse Repair System Correzione di tutti i difetti del comparto anteriore, ristabilendo l’anatomia originaria. Intervento standardizzato Soluzione sicura, evita di operare nello spazio retropubico Rete in Polipropilene monofilamento a maglia larga New Technology Perigee Transobturator Prolapse Repair System “One year after surgery, optimal and satisfactory anterior vaginal support were obtained in 21 of 38 (55%) of the colporrhaphy group and 33 of 38 (87%) of the mesh group (P.005). Patients in both groups reported less bother after surgery in both prolapse and urinary symptoms. The rates of de novo dyspareunia were 4 of 26 (16%) and 2 of 23 (9%) in the colporrhaphy and mesh groups, respectively. Two of 37 (5%) patients had vaginal mesh extrusion.” Perigee vs Prolift Retrospective multicentre study of the new minimally invasive mesh repair devices for pelvic organ prolapse. West of Scotland Study Group,2008 Perigee vs Prolift “The new mesh repair techniques are associated with excellent shortterm cure rates and low morbidity rates considering the surgical highrisk population involved.” Retrospective multicentre study of the new minimally invasive mesh repair devices for pelvic organ prolapse. West of Scotland Study Group,2008 L’intervento ideale Risultati eccellenti Ricostruzione completa del Pavimento Pelvico Ripristino della normale anatomia e funzionalità Approccio minimamente invasivo Procedura ripetibile e standardizzabile Procedura adattabile a qualsiasi anatomia Nessuna tensione sulla parete vaginale Alto grado di soddisfazione da parte delle Pazienti Basso tasso di complicanze