G.F.O. Europe SpA
FIBRE OTTICHE COMPONENTI & ACCESSORI
Corso Unione Sovietica, 529/bis int. 4 - 10135 TORINO
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Nei primi anni ‘80, alcuni pionieri dell’industria delle interconnessioni svilupparono un sistema per
fissare un connettore a un pezzo di cavo in fibra ottica. Quel metodo prevedeva l’uso di colla
epossidica, applicata alla fibra con un cotton fioc o con uno stuzzicadenti. La fibra trattata veniva
inserita nel connettore, la colla epossidica polimerizzata, la fibra tagliata e, infine, si provvedeva a
lucidare la fibra così da renderla levigata e piatta (nell’estremità in cui si trova il connettore). Il
tempo che si impiegava a compiere queste operazioni era compreso tra 15 e 20 minuti per
connettore.
Metodi simili sono ancora in uso oggi; la colla epossidica è stata raffinata, il metodo di applicazione
semplificato e gli utensili/pellicole per lucidare la fibra ottimizzati. Inoltre, si sono sviluppati nuovi
modelli di connettori e nuovi metodi di terminazione che fanno sì che un connettore venga
applicato a un cavo in fibra ottica in meno di due minuti!
In questo articolo esamineremo molteplici metodi di terminazione analizzando i vantaggi e gli
svantaggi di ognuno di essi.
Prima di tutto ecco quali sono le prime cose da fare per utilizzare la colla epossidica come metodo
di terminazione (dopo che il cavo è stato spelato fino a raggiungere la fibra nuda).
1. Mischiate i due componenti (colla e indurente). Oggi le colle epossidiche hanno la giusta
viscosità per far sì che riescano a raggiungere il minuscolo spazio tra la fibra e la ferrula del
connettore; inoltre, esse possono venire polimerizzate a varie temperature/tempi per permettere
un’eccellente resistenza agli estremi di temperatura. Infine, la procedura con la quale si
miscelano i componenti è abbastanza semplice. In commercio si trovano dei kit premisurati che
mettono al sicuro da errori di miscela. È sufficiente togliere il sigillo per mischiare i due
componenti muovendo semplicemente indice e pollice attorno alla superficie esterna della
confezione. La colla epossidica pre-miscelata e pre-caricata è disponibile anche in siringhe.
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Questo tipo di prodotto richiede però che le siringhe cariche vengano tenute nel surgelatore fino
al momento dell’uso. Tuttavia, l’uso di ghiaccio secco rende il tutto più semplice con il
vantaggio che non si deve mischiare nulla e che la colla epossidica è priva di bolle d’aria.
2. Riempite una siringa con la colla epossidica miscelata (sempre che non stiate usando una
siringa già carica).
3. Iniettate la colla epossidica nella parte finale posteriore della ferrula del connettore.
4. Inserite il cavo preparato nel connettore in modo che la fibra nuda sia inserita nel buco della
ferrula. Inseritelo fino a che si fissa all’interno del connettore. La fibra fuoriuscirà dalla parte
davanti della ferrula di circa ½ inch (1,25 cm).
5. Crimpate: Se il connettore viene installato su di una fibra rivestita, sarà necessaria
un’operazione di crimpatura per fissare il connettore al kevlar e al rivestimento. Questo tipo di
operazione viene solitamente fatta utilizzando delle fascette e per fissare il connettore al kevlar
del cavo e al rivestimento si effettuano due crimpate.
6. Installate il cavo munito di connettore nel supporto per la polimerizzazione (che serve a
proteggere la parte di fibra che fuoriesce dai danni che potrebbe subire nel corso
dell’operazione seguente, cioè l'indurimento (o polimerizzazione) della colla epossidica).
7. Indurite la colla epossidica: Mettete il cavo munito di connettore e il supporto per il
riscaldamento in un fornetto. Esistono forni che polimerizzano creati apposta per questo scopo;
si tratta di una piastra rovente con 12 - 20 fori nei quali si sistemano il connettore e l’adattatore
per la polimerizzazione. Tuttavia, va bene qualsiasi tipo di forno, a patto che riesca a
raggiungere la giusta temperatura e a mantenerla per il tempo necessario. Ecco un
suggerimento: se utilizzate un forno convenzionale, verificate di aver posizionato il connettore
e l’adattatore con la parte del connettore che si usa per l’accoppiamento rivolta verso il basso. In
questo modo eviterete il cosiddetto wicking cioè la fuoriuscita di colla epossidica dalla parte
posteriore del connettore fin dentro i trefoli degli elementi bloccanti (questo inconveniente può
generare condizioni di fragilità che fanno diminuire la ritenzione del cavo).
8. Tagliate la parte di fibra che spunta (usando un'apposita penna diamantata) il più vicino
possibile alla punta della ferrula e togliete questa fibra in eccesso con un colpo dritto e netto,
senza rotazione.
9. Liberatevi della fibra mettendola in un pezzo di nastro (va benissimo della normale carta da
mascheratura) o in un contenitore per gli scarti di lavorazione. Tutto ciò potrà sembrare
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eccessivamente prudente ma se un pezzetto di fibra vi si attacca a un dito o se inizia a fluttuare
nell’aria, può capitarvi di ritrovarvelo nella pelle o in un occhio. Per ulteriori informazioni
leggete i “Dieci Comandamenti per la Sicurezza delle Fibre”.
10. Lappate: Questo processo è fondamentale per la performance ottica. Se sulla fibra non si riesce
ad ottenere una finitura liscia, i raggi di luce perderanno forza passando attraverso il primo
connettore e in quello accoppiato ad esso. Il primo passo da compiere riguarda la rimozione
dell’eccesso di colla epossidica dalla punta della ferrula utilizzando una pellicola con grana
relativamente grezza. Quindi si utilizzerà una pellicola più fine e, con delicatezza, si liscerà la
fibra nel modo desiderato.
11. Pulite la punta della ferrula/la fibra: Ci sono molteplici metodi per pulire la punta della ferrula
resa liscia. Quello che permette di raggiungere il più alto grado di pulizia prevede l’uso di un
panno non peloso che è stato immerso in alcol (si raccomanda di utilizzare alcol con un grado
reagente del 99%), seguito immediatamente da un panno asciutto non peloso e quindi da un
getto di aria compressa. Gli altri metodi sono meno efficaci ma sufficienti (soprattutto se la fibra
è multimodale e non monomodale); una buona alternativa prevede di non utilizzare l’aria
compressa ma solo il panno bagnato d’alcol. Si può anche ricorrere a un kit di pulitura che
contiene uno speciale nastro pulitore asciutto e non peloso, ma si tratta di un prodotto costoso.
In commercio c’è anche un prodotto non molto caro (si tratta di un nastro adesivo) che fa più o
meno il suo dovere garantendo una pulitura sufficiente per le applicazioni multimodali.
12. Ispezionate: È importante osservare con attenzione i risultati raggiunti durante le fasi di
lisciatura e pulitura. Se la pulitura non è stata fatta bene (se cioè né la ferrula né la fibra sono
state lisciate in modo sufficiente) e se il connettore in questione è stato poi accoppiato ad un
altro, è possibile che il connettore “buono” possa essere danneggiato dal connettore “cattivo”
attraverso la fibra graffiata. In commercio vi sono numerosi microscopi che rendono abbastanza
semplice l’ispezione. Sono costruiti in modo da tenere il connettore in una posizione che
permette una semplice messa a fuoco e ingrandiscono la punta lisciata della ferrula in modo
sufficiente da vedere e giudicare la qualità di lucidatura della ferrula e della fibra (in genere
200X).
13. Test: Il test ottico è l’unico modo per assicurarsi che la qualità del vostro connettore terminato
sia sufficiente a trasmettere segnali video, vocali o dati senza una eccessiva degradazione. Per le
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applicazioni multimodali l’unico test richiesto è quello della Perdita di Inserzione (Insertion
Loss) (la misura di quanta luce passa attraverso la connessione). Per le applicazioni
monomodali invece deve essere anche testato la Perdita di Ritorno (Return Loss) (la misura di
quanta luce viene riflessa in seguito alla connessione).
METODI DI TERMINAZIONE
1) Colla epossidica polimerizzata a caldo.
Come si può facilmente comprendere, l’esposizione ad una elevata temperatura polimerizza
(indurisce) la colla epossidica. La scelta della colla epossidica è fino a un certo punto una questione
legata ad una preferenza personale; comunque, essa dipende anche dal tipo di affidabilità che si
desidera ottenere. Per esempio, se i connettori ultimati non dovranno essere esposti a temperature o
umidità estreme (fatte salve naturalmente le tipiche variazioni che ci si deve aspettare nei momenti
notturni), ci sono diversi tipi di colla epossidica tra i quali scegliere ed essi possono venire
polimerizzati a temperature relativamente basse senza incontrare alcun problema. Ma cosa avverrà
se dovesse mancare la corrente per alcune ore o addirittura per qualche giorno? Se l’impianto si
trova in Alaska i connettori saranno chiaramente esposti a temperature decisamente rigide. Se
invece si trova a Tucson, allora la temperatura salirà molto se ad agosto viene a mancare la corrente
a causa di un sovraccarico. Oppure, e questo è l’ultimo esempio, immaginate Key West alla fine
dell’estate: in un posto così non solo fa caldo, ma è anche umido.
Per un’affidabilità ottimale scegliete una colla epossidica e una temperatura/tempo di
polimerizzazione che produca una temperatura di transizione del vetro (Tg) che sia almeno di 10°
C al di sopra della più alta temperatura alla quale potrebbero venire esposti i connettori. In Alaska
questa temperatura non è poi tanto alta; ad ogni modo, più è alta la Tg, migliore è anche la
resistenza alle basse temperature.
Per esempio, la polimerizzazione Epoxy Technology della colla EpoTek 353ND a 120° C per 30
minuti permetterà di passare i requisiti ambientali delle specificazioni di Bellcore GR-326-CORE:
Età Termica (2 settimane @ 85° C), seguita da Ciclo Termico (2 settimane @ -40° C fino a +75°
C), seguita da Umidità (2 settimane @ 90% RH, 75° C).
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Perciò il vantaggio nell’usare colla epossidica polimerizzata a caldo sta nel poter raggiungere una
resistenza ottimale in condizioni ambientali estreme. Gli svantaggi sono che il tempo di
terminazione è lungo (solitamente 15 minuti), il tempo di polimerizzazione è lungo (solitamente ½
ora) e che c’è bisogno di un forno.
2) Colla epossidica polimerizzata a temperatura ambiente.
Questa colla epossidica è essenzialmente uguale a quella polimerizzata a caldo, tranne che per il
fatto che la polimerizzazione avviene a temperatura ambiente. Tutto questo si traduce in concreto in
una terminazione in campo effettuata senza bisogno di energia elettrica. Ciò è conveniente,
soprattutto se il cablaggio viene installato in un impianto appena costruito nel quale l’accesso
all’energia elettrica è limitato. Comunque ci sono alcune insidie associate all’uso di questa colla
epossidica. Il principale svantaggio risiede nel fatto che la vita del composto è molto breve. Una
volta che si è miscelata la colla epossidica solitamente si riescono a ultimare solo 10 connettori
prima che la colla inizi ad indurirsi. Per questa ragione l’installatore deve lavorare con piccole
quantità utilizzando i kit pre-misurati che abbiamo descritto in precedenza. Ma anche utilizzando
questi kit si deve lavorare molto in fretta per riuscire ad utilizzare al meglio la colla. L’altro
svantaggio è costituito dal lungo tempo di polimerizzazione, 2 - 3 ore circa, e solo a quel punto si
può iniziare a lucidare.
3) Colla epossidica precaricata.
Questo metodo utilizza della colla epossidica polimerizzata a caldo ma è il produttore dei connettori
a iniettare la colla e non l’installatore. Perciò, quando l’installatore deve effettuare le terminazioni
non c’è colla, miscela da fare, siringa o iniezione. Una delle prime operazioni da compiere per
effettuare la terminazione su questo tipo di connettore è quella di applicare calore per ammorbidire
la colla (così che il cavo preparato possa venire inserito). Quindi si polimerizza e poi si lascia
raffreddare. Il vantaggio è che non si deve iniettare colla. Gli svantaggi, invece, sono molteplici: per
scaldare la colla è necessario un forno e la sede del connettore diventa bollente al tatto; inoltre, una
volta che la colla si è sufficientemente ammorbidita il connettore deve essere tenuto dall’installatore
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per poter inserire il cavo e per questa operazione è necessario uno speciale reggi-connettore. Poi, la
colla scaldata deve raffreddare per poter essere polimerizzata e, nel corso del processo di
raffreddamento, c’è bisogno di un particolare supporto per il raffreddamento. Infine, un ultimo
svantaggio è dato dal fatto che le operazioni di lisciatura generalmente sono più lunghe a causa
delle grandi bolle di colla che si formano sulla punta della ferrula del connettore dopo che la colla si
è raffreddata. Più colla, perciò, significa più tempo per lucidare.
4) Collante UV
UV è un acronimo che sta per ultravioletto. Questo tipo di collante necessita di una sorgente di luce
ultravioletta per polimerizzare. È un sistema molto veloce per collegare la fibra alla ferrula del
connettore. Inoltre, il processo di lisciatura è più semplice se confrontato con quello della colla
epossidica poiché il collante non tende a concentrarsi sulla punta della ferrula come fa invece la
colla. Perciò, durante la lisciatura c’è meno materiale da rimuovere. Il rovescio della medaglia,
però, è costituito dal fatto che per poter polimerizzare la luce ultravioletta deve “vedere” il collante.
Perciò non si possono usare ferrule in polimero, in ceramica o in acciaio inossidabile. È infatti
richiesta una speciale ferrula con capillare in vetro. Il capillare è una bacchetta di vetro al centro
della ferrula che comprende anche un foro di precisione per sistemare la fibra. La luce ultravioletta
si proietta lungo il capillare per ottenere il collegamento fibra-ferrula. Vantaggi: È rapido
(polimerizza in 45 secondi) e non c’è bisogno di forno. Gli svantaggi sono:
ƒ
È necessaria una fonte di luce ultravioletta (e deve essere in grado di concentrare la propria luce
lungo il capillare)
ƒ
Il connettore ha bisogno di una speciale ferrula con capillare in vetro
ƒ
La resistenza alle condizioni ambientali (caldo, freddo, umidità) è minore rispetto a quella della
colla epossidica.
Ecco le operazioni che si devono compiere per effettuare la terminazione del connettore:
1. Fate cadere una goccia circa di collante nell’estremità posteriore del connettore
2. Aspettate 2-3 secondi per permettere al collante di penetrare nel capillare in vetro
3. Inserite il cavo preparato nel connettore
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4. Sistemate il connettore nell’apparecchio di fissaggio a ultravioletti
5. Polimerizzate esponendo il connettore alla luce ultravioletta per 45 secondi
6. Crimpate: se il connettore è installato su di una fibra rivestita, sono necessarie due crimpate
per assicurare il kevlar e il rivestimento
7. Togliete la parte di fibra che fuoriesce
8. Eliminate la fibra tagliata
9. Lucidate
5) Collante cianoacrilato
Le operazioni da compiere per utilizzare questo sistema di incollaggio sono le seguenti: Iniettate il
collante, inserite il cavo preparato e quindi spruzzate la punta della ferrula del connettore con un
“acceleratore” così da poter aumentare il processo di polimerizzazione. Il tempo di
polimerizzazione è breve (da 30 secondi a un minuto). Inoltre, è anche rapida la lisciatura (c’è meno
materiale da togliere dalla punta della ferrula se confrontato a quanto ne resta usando la colla
epossidica). Riassumendo: i principali vantaggi sono la rapidità e il non dover utilizzare un forno.
Tuttavia ci sono anche alcuni svantaggi: è troppo rapido (cioè l’adesivo tende a indurirsi prima che
la fibra possa essere completamente inserita nella ferrula) e, come già abbiamo visto a proposito
dell’adesivo UV, la resistenza alle condizioni ambientali non è buona come quella della colla
epossidica.
Il processo di terminazione con l’uso di cianoacrilato è il seguente:
1. Inserite il connettore sulla punta del dispenser del collante così che il connettore formi un
sigillo (la resistenza del sigillo è importante - la si può ritenere sufficiente se il connettore
non cade quando il dispenser viene capovolto a testa in giù)
2. Con il dispenser girato verso il pavimento, schiacciate il dispenser così da iniettare il
collante nel connettore: Continuate a schiacciare fino a che non sarà visibile il collante sulla
punta della ferrula del connettore. Togliete il dispenser dal connettore e strofinate via il
collante in eccesso dal dispenser (nota bene: dopo aver iniettato non lasciate il connettore
sul dispenser per più di un minuto perché il collante si solidificherà)
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3. Mettete il tappo al dispenser fino a che non dovrete usarlo per il connettore successivo
4. Inserite il cavo preparato
5. Spruzzate l’acceleratore sulla punta della ferrula (nota bene: tenete la bomboletta di spray a
circa 7 cm dal connettore e applicate l’acceleratore sulla punta della ferrula e non ai lati)
6. Polimerizzazione: una volta che è stato applicato l’acceleratore attendete 30 secondi prima
di passare alla fase successiva
7. Crimpate: se il connettore è installato su di una fibra rivestita, sono necessarie due crimpate
per assicurare il kevlar e il rivestimento
8. Togliete la parte di fibra che fuoriesce
9. Eliminate la fibra tagliata
10. Lucidate
6) Collante Anaerobico
In sintesi questo sistema adesivo prevede di iniettare il collante, ricoprire la fibra nuda con un
liquido attivatore e quindi inserire il cavo. È un processo simile a quello del cianoacrilato ma invece
di spruzzare un acceleratore dovrete immergere la fibra in un liquido di “innesco”. La
polimerizzazione avviene come conseguenza del fatto che non c’è presenza di aria all’interno del
foro della ferrula (da qui il temine anaerobico o “assenza di aria”). Il tempo di polimerizzazione è
breve (da 30 secondi a un minuto). Questo metodo presenta gli stessi vantaggi indicati per gli altri
collanti e cioè tempi più rapidi di lucidatura perché c’è meno collante sulla punta se confrontato
all’uso di colla epossidica. Quindi i principali vantaggi di questo sistema sono che è rapido e che
non c’è bisogno di un forno o di una sorgente di luce ultravioletta. Gli svantaggi: è troppo rapido (la
fibra può rimanere bloccata esattamente per le stesse ragioni che abbiamo illustrato per il collante
cianoacrilato) e, come gli altri due collanti, la sua resistenza a condizioni ambientali estreme non è
paragonabile a quella della colla. Inoltre l’innesco è a base di solvente ed evapora facilmente se
lasciato esposto all’aria. Infine c’è uno svantaggio potenziale dal punto di vista economico dato che
alcuni collanti anaerobici/inneschi scadono dopo tre mesi (altri anaerobici, l’UV, il cianoacrilato e
la colla hanno solitamente una scadenza dopo dodici mesi).
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Il processo di terminazione con l’uso di adesivo anaerobico è il seguente:
1. Immergete uno spazzolino nell’innesco o risucchiate un po’ di innesco in una siringa
interamente di plastica (l’innesco è a base di solvente e reagirà chimicamente con qualsiasi
componente in gomma)
2. Applicate un po’ di innesco su di un panno non peloso
3. Strofinate la punta della ferrula del connettore contro la parte di panno bagnata di innesco
(così da creare una “pelle” per isolare il foro della ferrula)
4. Fate scendere il collante (alcuni sistemi utilizzano una bottiglia che eroga schiacciando) o
iniettatelo sulla parte posteriore finale del connettore fino a che sia visibile sulla punta della
ferrula
5. utilizzando lo spazzolino bagnato di innesco (o la siringa con l’innesco), applicate l’innesco
sulla fibra nuda (per ridurre le probabilità che il cavo si saldi prima di essere completamente
inserito nel connettore. Non applicate l’innesco a nessun altro componente del cavo come il
buffer, il kevlar o il rivestimento)
6. Inserite il cavo preparato nel connettore (ricordate che non ci vuole molto tempo perché la
fibra resti attaccata in un punto precedente a quello del completo inserimento)
7. Usando lo spazzolino bagnato di innesco (o la siringa), applicate l’innesco alla punta della
ferrula. Fate attenzione a non rompere la fibra che fuoriesce.
8. Usando il bordo di un panno asciutto togliete l’innesco in eccesso dalla punta della ferrula
(o meglio, tamponate il collante ancora liquido così da rimuovere quello in eccesso).
9. Polimerizzazione: attendete almeno 30 secondi (un minuto è meglio) prima di passare alla
fase seguente.
10. Tagliate via la parte di fibra che fuoriesce.
11. Crimpate: se il connettore è installato su di una fibra rivestita, sono necessarie due crimpate
per assicurare il kevlar e il rivestimento.
12. Eliminate la fibra tagliata.
13. Lucidate.
7) Collante Acrilico
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Questo è il più recente sistema collante disponibile sul mercato. Il principale vantaggio risiede nel
fatto che il tempo di polimerizzazione è breve come per un collante anaerobico, ma il collante
acrilico non inizia a solidificarsi immediatamente. Ne consegue che avete 30 secondi per inserire la
fibra nel connettore. Perciò la fibra non resterà bloccata. Inoltre non servono né un forno né una
sorgente di raggi ultravioletti per la polimerizzazione. Un altro vantaggio è costituito dal fatto che il
collante acrilico resiste meglio di qualsiasi altro tipo di collante alle condizioni ambientali estreme.
Il collante acrilico usa un attivatore (o innesco) in modo simile a come avviene per l’anaerobico;
tuttavia, date le differenze di composizione del materiale del collante e dell’attivatore, il processo di
terminazione richiede la metà delle fasi (otto contro quattordici). Inoltre, l’attivatore non è a base di
solvente e, di conseguenza, non evapora quando viene esposto all’aria. Infine, questo prodotto
scade dopo 12 mesi.
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Ecco le otto fasi necessarie a realizzare la terminazione di un connettore con l’uso di questo sistema
collante:
1. Iniettate l’adesivo nella parte finale posteriore del connettore utilizzando la siringa già piena
2. Immergete il cavo preparato nell’innesco in modo da coprire sia la fibra nuda che un pezzo
di buffer (è sufficiente immergere il kevlar o il rivestimento nell’innesco. Dato che non è a
base di solvente non ha alcuna influenza sui componenti dei cavi)
3. Inserite il cavo preparato nel connettore. L’installatore non deve aver fretta perché ha a
disposizione 30 secondi per il completo inserimento.
4. Polimerizzazione: attendete 30 secondi
5. Fissate con grinze: se il connettore è installato su di una fibra rivestita, sono necessarie due
grinze per assicurare il kevlar e il rivestimento
6. Togliete la parte di fibra che fuoriesce
7. Eliminate la fibra tagliata
8. Lucidate
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8) Connettori a crimpare
Questo tipo di connettore elimina del tutto l’uso di colla e collanti dato che utilizza un sistema
meccanico che blocca la fibra e altri componenti del cavo. Perciò non c’è bisogno di iniettare,
polimerizzare e neppure di ammorbidire o raffreddare. Inserite il cavo preparato e fate tre crimpate:
nella fibra, nel buffer e nel rivestimento.
Il vantaggio è evidente: non si ha a che fare con colla o adesivi e, quindi, le operazioni di
terminazione sono semplici e veloci. Uno degli svantaggi, tuttavia, è dato dal fatto che, a lungo
termine, l’affidabilità non è eccellente. Senza colla o adesivo che trattengono la fibra ci sono meno
possibilità che il tutto sia in grado di resistere agli effetti dell’esposizione a fattori ambientali
estremi. È perciò probabile che si verifichino fenomeni come il cosiddetto pistoning (movimento
della fibra all’interno della ferrula in conseguenza di una variazione di temperatura o di umidità).
Comunque, i produttori hanno effettuato test e affermano che il sistema a crimpare riesce a
trattenere la fibra in modo sufficiente così da poter resistere ai cambiamenti ambientali con un
grado di Perdita di Inserimento che non supera gli 0,2 dB. Notate però come queste perdite siano
relative a misurazioni effettuate prima o dopo; cioè, non risulta che siano state effettuate
misurazioni nel corso dell’esposizione ai fattori ambientali. Un altro svantaggio è dato dall’alto
costo del connettore. Per riuscire a trattenere la fibra con il sistema a crimpare il connettore richiede
l’uso di più componenti, molti dei quali sono più costosi di quelli usati per i connettori che
utilizzano colla o collanti. Infine, il meccanismo a crimpare non è in grado di trattenere e allineare
fibre monomodali così da fornire una adeguata performance ottica. Ne consegue che questo sistema
è disponibile solo per cavi multimodali.
Di seguito elenchiamo i sette passi da compiere per effettuare la terminazione con un connettore a
crimpare:
1. Inserite il cavo preparato nel connettore
2. Crimpate: se il connettore è installato su di una fibra rivestita, sono necessarie due crimpate
per assicurare il kevlar e il rivestimento
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3. Sistemate il connettore nell’utensile che trattiene la fibra e attivate il meccanismo che
assicura la fibra
4. Togliete il connettore crimpato dall’utensile
5. Togliete la parte di fibra che fuoriesce
6. Eliminate la fibra tagliata
7. Lucidate
9) Connettori prelappati
Questi speciali connettori comprendono un breve tratto di fibra che è già stata inserita e fissata nella
ferrula del connettore con colla epossidica ed è anche già stata lappata dai produttori. Un pezzo di
fibra viene lasciato protendere dalla parte posteriore della ferrula. Questo “mozzicone” viene
inserito in un meccanismo a giunto che viene preinstallato sulla parte finale posteriore della sede
del connettore. Questo sistema si basa sul principio che l’incollatura e la lappatura effettuate
direttamente dai produttori sono più efficaci di quelle realizzate sul campo dall’installatore.
L’installatore deve soltanto preparare il cavo, inserirlo nel connettore e fissare con una crimpata
l’estremità posteriore. In realtà deve compiere anche altre operazioni. Prima di tutto c’è una
speciale taglierina necessaria a realizzare il giusto taglio sia per quanto riguarda la lunghezza che la
qualità dello stesso. Poi c’è un utensile per l’installazione che serve ad attivare il meccanismo di
ritenzione della fibra. Questo utensile comprende anche un paio di aperture una delle quali viene
usata per crimpare il retro del connettore così da ritenere il buffer. L’altra apertura viene usata per
crimpare un anellino per trattenere il kevlar e il rivestimento. Vi facciamo notare che viene anche
suggerito che venga applicata una sottile pellicola di colla o adesivo all’estremità posteriore della
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sede del connettore prima che l’anellino stesso venga crimpato così da ottenere un’ottima aderenza
del connettore al cavo.
Un installatore pratico di questo tipo di connettori può terminare in un minuto e mezzo. Tuttavia, il
sistema più rapido tra quelli che utilizzano colla o collante impiega solo un minuto e 45 secondi a
realizzare la terminazione (sempre che l’operazione venga fatta da personale con esperienza). Un
altro vantaggio di questo sistema è naturalmente costituito dal fatto che non c’è bisogno di
utilizzare colla o adesivo e che non è necessaria alcuna lucidatura. Tuttavia si devono utilizzare
alcuni utensili.
Gli unici svantaggi sono:
1. sono necessari degli utensili speciali (la taglierina e l'attrezzo per crimpare)
2. si devono fare due raccordi di fibra: uno in prossimità della punta della ferrula (come
avviene per qualsiasi tipo di connettore) e uno all’interno del meccanismo a giunto (là dove
si può verificare una degradazione ottica). E se due connettori di questo tipo vengono
accoppiati dentro un adattatore il numero di raccordi di fibra sale a tre (contro uno solo per
tutti gli altri metodi di terminazione)
3. a causa del raccordo del meccanismo a giunto l’affidabilità a lungo termine può essere
inferiore rispetto a quella dei sistemi che utilizzano colla o adesivo oltre a
4. costi più elevati (dovuti ai componenti in più e alle operazioni necessarie a proteggere con
colla epossidica e a lucidare la fibra che viene preinstallata dal costruttore).
Ecco le operazioni da compiere per realizzare la terminazione di un connettore utilizzando questo
sistema:
La prima è quella di tagliare la fibra, il che potrebbe sembrare semplice; tuttavia c’è una differenza
tra questa operazione di taglio e quella che si deve fare quando si seguono tutti gli altri sistemi.
Infatti la qualità del taglio è importante perché la fibra tagliata deve congiungersi a quella
preinstallata all’interno del connettore. Anche la lunghezza è importante (viene concessa una
tolleranza di +/- 005 pollici). Perciò l’utensile utilizzato per questa operazione è ovviamente
importante e quindi non si può usare un normale pennino. Si deve invece utilizzare una taglierina
che costa circa quattro volte di più (e ogni set di lame di ricambio costa circa 60$). Infine, questa
operazione di taglio comprende sei sotto-fasi:
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1. Inserite il cavo preparato così che l’estremità del buffer si trovi davanti al segno che
compare sulla taglierina (segno che assicura la giusta lunghezza di fibra)
2. Rilasciate il morsetto (che terrà a posto la fibra)
3. Mettete in azione le lame della taglierina
4. Piegate la coda della taglierina (per spezzare la fibra in eccesso)
5. Togliete dall’utensile la fibra tagliata
6. Eliminate la fibra tagliata
L’operazione si conclude con le seguenti sette fasi:
1. Inserite il cavo preparato nel connettore (fino a che si sistemi contro il “mozzicone” di fibra)
2. Controllate ciò che avete fatto e accertatevi che ci sia uno spazio tra il rivestimento del cavo
e la parte posteriore del connettore. Se non c’è uno spazio tirate via il connettore dalla fibra
e ricominciate.
3. Se c’è lo spazio installate con attenzione il connettore sull'attrezzo per crimpare.
4. Schiacciate l'attrezzo per crimpare fino a che si chiude (la fibra è ora tenuta a posto
all’interno del connettore)
5. Fissate con una crimpata la piccola area che si trova sull’estremità posteriore del connettore
(per tenere fermo il buffer) Se state usando un cavo rivestito è bene applicare della colla
epossidica o del collante al kevlar così da ottimizzare la tenuta del cavo
6. Fissate la fascetta con una crimpata (per tenere fermo il kevlar)
7. Notate come la fascetta non sia stata progettata per essere fissata con una doppia crimpata al
fine di tenere il rivestimento. Poiché sarebbe bene che rivestimento e connettore fossero
tenuti insieme, fate scivolare l’elemento di protezione a posto e quindi applicate una goccia
di colla o di adesivo attorno ad esso là dove entra il rivestimento.
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LA SCELTA DEL METODO DI TERMINAZIONE DELLA FIBRA OTTICA
Quando si decide di scegliere un determinato metodo di terminazione si dovrebbero tenere presenti
le seguenti domande:
1. Che tipo di affidabilità è richiesta (sulla base dell’ambiente nel quale il connettore sarà
installato)?
2. Quali utensili dovranno essere acquistati e quanto costano?
3. Quanto costano i connettori?
4. Quanto tempo e quanta manodopera sono necessari per terminare un connettore?
5. Si consumeranno colla/adesivo, pellicola per lucidare, materiali per pulire (panni, alcol
ecc.). Quanto durano e quanto costano?
Sommate tutte le voci e scoprite qual è il costo di una singola terminazione. Confrontate i costi
di almeno due differenti sistemi e quindi considerate la differenza di costo, l’affidabilità e la
compatibilità con l’ambiente.
Riassunto dei pro e contro dei Metodi di Terminazione dei Connettori delle Fibre.
Metodo di Terminazione
Colla epossidica Polimerizzata
Colla Polimerizzata a Temperatura
Ambiente
Colla epossidica precaricata
Collante UV
Collante Cianoacrilato
Collante Anaerobico
Collante Acrilico
Connettori a Crimpare
Connettori Prelappati
Tempo Medio per Terminare in
campo una Fibra con Buffer (1)
(Minuti per Connettore)
10 + 30 (tempo di polimerizzazione)
10 + 120 (tempo di polimerizzazione)
Tempo che si Ha a
Disposizione per
Inserire il Cavo
2 ore
15 minuti
Fonte di
polimerizzazion
e
Fornetto
Aria
8 + 30 30 (tempo di raffreddamento)
5
3
3
2.5
2
1.5
1 minute
30 secondi
< 5 secondi
5 secondi
30 secondi
Nessun Limite
Nessun Limite
Fornetto
Raggi UV
Aria
Attivatore
Attivatore
Non Applicabile
Non Applicabile
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Colla epossidica Polimerizzata
Colla Polimerizzata a Temperatura
Ambiente
Colla epossidica precaricata
Collante UV
Collante Cianoacrilato
Collante Anaerobico
Collante Acrilico
Connettori a Crimpare
Connettori Prelappati
Costo Relativo di un
Connettore
Basso
Basso
Utensili Speciali Necessari
(2)
Forno Polimerizzatore
Nessuno
Medio
Forno Polimerizzatore,
supporto di raffreddamento
Luce UV Polimerizzante
Nessuno
Nessuno
Nessuno
Kit Speciale di Installazione
Taglierina Speciale &
Attrezzo per crimpatura
Medio
Basso
Basso
Basso
Alto
Alto
Resistenza Ambientale
Eccellente
Buona
Buona
Discreta
Discreta
Discreta
Buona
Discreta
Discreta
(1) Il tempo per ultimare la terminazione si basa sull’uso di tecniche manuali di lappatura (dove possibile). Se viene
utilizzata una Lappatrice Automatica per i metodi a collante e a crimpare, si può risparmiare da 0.5 a 1 minuto rispetto
ai tempi manuali indicati sopra.
(2) I seguenti utensili si possono considerare standard per le operazioni di terminazione dei connettori ottici (cioè non
speciali): spelacavo, spelafibre, pinza a crimpare con due cavità esagonali, forbici di alta qualità (in grado di tagliare il
kevlar), penna diamantata, platorello per lappatura, carta per lucidatura (solitamente a grana 2), pad per lucidatura,
panni asciutti, occhiali di sicurezza, contenitore per gli scarti di lavorazione (o nastro da mascheratura), penna per
segnare, microscopio (minimo 100X).
Notate che i costi degli utensili speciali utilizzati nei metodi a crimpare e per i prelappati possono
variare da produttore a produttore. Alcuni di questi hanno un costo insignificante, altri costano
qualche centinaio di Euro. Il metodo di terminazione a crimpare di solito non necessita di un
utensile per crimpatura standard perché l’utensile da installazione comprende le cavità per le
crimpate richieste.
Il metodo di terminazione prelappato non necessita dei seguenti utensili “standard”: pinza a
crimpare standard (ogni crimpatura viene realizzata dall’apposito utensile da crimpatura), penna
diamantata, platorello per lappatura, carta per lucidatura, pad per lucidatura, microscopio.
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I Dieci Comandamenti per la Sicurezza della Fibra
Maneggiare fibre ottiche non è automaticamente pericoloso, a patto che vengano seguite alcune norme di sicurezza di
base. Seguendo alcune semplici linee guida di sicurezza e conoscendo i rischi associati al lavorare con le fibre potrete
ridurre in modo significativo il rischio di infortunio.
Prevenite le ferite interne ed esterne.
La fibra deve essere maneggiata con cura durante le operazioni di preparazione e terminazione. Un granello di fibra
ottica nuda è difficile da vedere e può facilmente penetrare attraverso la pelle. Tenete pulita l’area nella quale lavorate e
usate una superficie elastica e scura come piano di lavoro (tipo un tappetino di gomma nero) per preparare e terminare
la fibra. Questo tipo di piano di lavoro renderà maggiormente visibili i piccoli frammenti di fibra e ridurrà al minimo le
probabilità che le fibre nude possano rompersi, andar perse o venir spostate inavvertitamente. Inoltre, se la fibra urta
una superficie dura, come il piano di un tavolo di lavoro senza tappetino, può rimbalzare e andar persa o penetrare
nella pelle, negli occhi o nei vestiti. Nell’area di lavoro sistemate un contenitore per eliminare gli scarti di lavorazione e
provvedete a liberarvi degli stessi immediatamente. Se una scheggia di fibra dovesse infilarsi nella pelle, andrà rimossa
immediatamente usando delle pinzette. Evitate di toccarvi o strofinarvi la faccia e gli occhi così da annullare il rischio
di contatto con minuscole particelle di vetro. Dato che se si ingeriscono delle fibre queste possono causare danni
interni, è importante non mangiare o bere durante il processo di terminazione o nelle aree utilizzate per preparare o
terminare i cavi di fibra ottica.
Proteggete gli occhi
I frammenti di fibra non sono l’unico pericolo associato alla lavorazione delle fibre ottiche. L'esposizione a una fibra
illuminata può causare danni alla retina. Per trasmettere informazioni attraverso la fibra ottica sono utilizzate due
sorgenti luminose. I diodi che emettono luce (LED) sono comunemente usati per le applicazioni delle fibre
multimodali, mentre sia per le trasmissioni monomodali che per quelle multimodali si possono utilizzare differenti tipi
di laser. I LED hanno una forza relativamente bassa e, sebbene sia poco probabile che causino un danno agli occhi, è
ugualmente fortemente raccomandato di osservare le stesse precauzioni senza preoccuparsi del tipo di fibra o sorgente
luminosa che si sta utilizzando. Entrambe i tipi di sorgente utilizzano lunghezze d’onda che non sono recepite
dall’occhio umano. Perciò è impossibile individuare la presenza di una sorgente luminosa pericolosa prima che sia
troppo tardi. Non affidatevi alla fortuna. Non guardate direttamente dentro qualsiasi tipo di fibra illuminata
indipendentemente dal tipo di fibra o sorgente luminosa utilizzata.
Maneggiate con cura i materiali
Alcuni dei materiali usati per preparare le fibre sono infiammabili. Quando si utilizzano e quando li si elimina si deve
fare attenzione. Non fumate mai quando lavorate con questi materiali. Operate sempre in aree ventilate e seguite le
avvertenze che trovate nei libretti di istruzioni che accompagnano i solventi e i collanti usati per la terminazione delle
fibre.
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Seguite i 10 consigli elencati di seguito per ottenere la massima sicurezza quando lavorate con fibre ottiche.
Prevenite danni interni ed esterni
1. Usate un piano di lavoro scuro e in plastica per poter individuare i frammenti ed evitare anche che questi
rimbalzino.
2. Liberatevi di tutti i pezzi che avete tagliato utilizzando un container per scarti di lavorazione o un pezzo
di nastro elettrico o da mascheratura. Non gettate mai pezzi di fibre di vetro in un cestino e fate in modo
che questi pezzi non si accumulino.
3. Usate pinzette per togliere immediatamente qualsiasi pezzo di fibra penetrato nella pelle. Qualsiasi
ritardo fa aumentare il rischio di infezione e la difficoltà di estrazione.
4. Non mangiate né bevete nell’area nella quale vengono realizzate le terminazioni. Le fibre ingerite
possono causare danni interni.
Proteggete gli occhi
5. Non guardate mai dentro l’estremità di un connettore terminato per controllare se la fibra sia illuminata.
6. Utilizzate un power meter per testare l'assemblaggio delle fibre, sia per determinare la presenza di luce
che per accertarvi della continuità e dell’integrità ottica dei canali e dell'assemblaggio dei cavi. Anche
quando si effettua il controllo visivo di continuità sui cavi si raccomanda che la sorgente venga
ispezionata volgendola verso una superficie di contrasto e non guardandovi direttamente dentro.
7. Usate occhiali di sicurezza con protezione laterale per evitare che pezzi di fibra entrino negli occhi.
Tuttavia, ricordate che gli occhiali di sicurezza non proteggono la retina dal danno causato dalla luce.
8. Quando maneggiate le fibre non toccatevi la faccia o gli occhi per nessun motivo. Dopo aver maneggiato
fibre nude o solventi lavatevi immediatamente le mani.
Maneggiate con estrema cautela solventi, collanti e altri materiali.
9. Osservate le precauzioni raccomandate quando lavorate con collanti o solventi. Per esempio non fumate,
e operate sempre in aree con sufficiente ventilazione per ridurre al minimo il rischio di incendio e i
pericoli derivanti da altri materiali. Anche quando sono presenti solventi non infiammabili il fumo
favorisce il trasferimento dalle mani alla bocca delle particelle di vetro.
10. Usate un panno imbevuto d’alcol una sola volta e poi buttatelo via seguendo le appropriate procedure.
Usare i materiali pulenti una sola volta riduce la possibilità di ferite da fibre di vetro che si possono
essere depositate sul panno. Questa pratica riduce anche le probabilità che gli scarti si depositino sulla
fibra o sulla ferrula del connettore.
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Metodi di terminazione della fibra ottica