Le famigliedei pittori Giorgio e Faustino Duranti
e del cugino poeta Durante
Francesco Ghidotti
Nel mio studiosulle"FamigliePalazzolesi"I ho dedicatoalcunepagineai fratelli Giorgio e Faustino Duranti, pittori. Non ho scritto altro sulle famiglie Duranti i cui membri per sei secoli, dal XIV al XIX, hanno dato lustro alla nostra
terra.
Il tema dei rapporti fra i Duranti e Palazzolo è così importante che merita
uno studio particolare. Ne anticipo una parte parlando delle famiglie Duranti
che costruirono i due palazzi della Riva, ad una delle quali appartennero i pittori Giorgio e Faustino.
Per fareciò utilizzofonti locali2 e la conoscenzadiretta dei luoghi in cui essi hanno abitato, cominciando da questa casa signorile.
Il Palazzo Duranti-Marzoli di Palazzolo sull'Oglio
I locali che ospitano il convegno fanno parte del Palazzo Marzoli, già della
famiglia Duranti. Il palazzo, come scriveM. Mondini 3,"è uno degli esempi più
imponenti e meglio conservati di dimora nobiliare del XVII secolo nel territorio bresciano; fu edificato agli inizi del secolo dai conti Duranti, famiglia di origine palazzolese ascritta al patriziato bresciano fin dal 1442, che vantava tra i
suoi esponenti, cardinali, poeti e pittori; la famiglia Marzoli lo acquistò intorno al 1920".
Il Lechi 4,trattando dello stesso argomento scrive:
Veramente si tratta di due palazzi. Il primo, non finito, si incontra venendo da
Brescia sulla sinistra ed è formato da due corpi molto distanti fra loro in muratura
greggia, uniti da un altissimo muro ornato da sei vasi di pietra, nel quale si apre un
portale pure di pietra a bugne rientrate. Poco più avanti, verso sera e dopo un vicolo cieco, si innalza il vero Palazzo dei Duranti. Un po' per la posizione ben scelta su questa altura dominante il fiume, un po' per la sua struttura, pensata alla gran-
fig. 18. Palazw Duranti Marzoli, già dimora di Giorgio Duranti,
a Palazwlo sull'Oglio
de, questo palazzotto ha una sua bella caratteristica fra le costruzioni bresciane del
secolo XVII.
Nelle note il Lechi non chiarisce fino in fondo quali famiglie hanno occupato i due palazzi, lasciando aperte tutte le ipotesi. Alla fine di queste pagine
questi dubbi saranno fugati.
Un albero genealogico
Nel corso delle mie ricerche presso l'Archivio di Stato di Bresciaho avuto la
fortuna di trovare un albero genealogico molto interessante in cui sono elencati i maschi Duranti di dieci generazioni: inizia con Prudenzio (XIV secolo) e termina coi nati nel XVI secolo. Ad esso faccio riferimento 5.
fig. 19. Cortile interno di PalazzoDuranti Marzoli, a Palazwlo sull'Oglio
Prima di parlare delle famiglie che abitarono i due edifici, presento i primi
Duranti palazzolesi.
Prudenzio
Prudenzio di Barrolomeo abita a Palazzolo a metà del XIV secolo. Suo figlio
Giovanni risulta già morro nel 1364. Lo segue Benederro di Giovanni, con due
figli: Berrolino e Giovanni.
Berrolino ha rre figli: Pecino, Giovanni e Benederro. Pecino nel 1458 partecipa all'incanto per la gestione della domusforni del Comune. I figli di Giovanni sono Melchior e Prudenzio: quest'ultimo, già morro nel 1479, abitava in
una casa vicino alla vecchia parrocchiale.
Melchior compare nel Liber massariedel 1415 6 ed è annotato nel Liber imbotaturarum 7 del 1417. Ha rre maschi: Giovanni, Barrolomeo e Giacomo.
Giovanni
Negli estimi dei cives8palazzolesidel XV secolo compare sempre e solo Giovanni, proprietario di 190 piò di terra. Agli inizi del 1459 fa parte ancora del
f
.
.".
I
fig. 20. Cortile interno di Palazw Duranti, dimora di Durante Duranti,
a Palazwlo sull'Oglio
Consiglio Comunale palazzolese da cui si ritira il 5 agosto, perché accolto tra i
civesbresciani. Nel 1481 è uno dei due sindaci del nostro Consortium Charitatis. I suoi figli sono don Agostino, Gabriele, Alessandro e il notaio Melchior.
Abitano nella vecchia casa "in contrata Platee Superioris sive pontis seriole de
Claris"
.
Bartolomeonotaio
Possiede una casa d'abitazione fuori dalla porta di Riva sul lato sud della strada per Brescia, ha cinque maschi: Lodovico, monsignor Pietro (1462-1539),
Gerolamo, Nicola e Marco. Come è scritto sulla lapide tombale, conservata nella pieve, egli era civisBrixiae ac Bergomi. Nel 1456 Bartolomeo, anche a nome
dei fratelli Giovanni e Giacomo, acquista una vasta proprietà terriera nella Contrada delle Ventighe, già appartenuta a Giacomo Zamara.
Bartolomeo è l'artefice della fortuna di questo ramo dei Duranti. Egli è in
ottimi rapporti coll'ambiente aristocratico bresciano e a Brescia ha uno studio
notarile dove lavorano il fratello Giacomo, il nipote Melchior e il figlio Nicolà, che diventerà giudice collegiato. È considerato protettore dai Palazzolesitan-
to che nel gennaio 1463il ConsiglioComunale9 ricambia"senon in turto, almeno in parte ser Bartolomeo per aver patrocinato varie cause comunali" donando a lui e fratelli de domo tombae un livello perpetuo di sette denari e mezzo che era già dei Cimini. Il gesto del Consiglio Comunale si ripete due anni
dopo, nel gennaio 1465, quando vengono trasferiti ai Duranti altri diritti su beni già di Donino Schanamojeri. Nel 1460 è rappresentante del ramo palazzolese della seriola Vetra e procuratore per il ramo di Chiari.
Nel 1485 rappresenta i civeslOpalazzolesi nella contesa con gli homines per
le spese degli alloggiamenti dei soldati di stanza a Palazzolo. Nel 1491 un pellegrino muore nell'osteria di sua proprietà, facendo scrivere al cronista Nassino
che i Duranti "furono osteri". Intorno al 1496 Bartolomeo possiede 552 piò di
terra.
Giacomo
Anche lui notaio come il fratello, è padre del medico Arcangelo, che esercita a Palazzolo, e di Francesco. La sua famiglia abita stabilmente in Brescia.
Acquisti di case e terreni
Gli eredi di Nicola e Gerolamo, fratelli del vescovo Pietro, negli anni 15331566 vengono in possesso, con permure ed acquisti, di case e terreni sui quali
sorgeranno le nuove dimore delle loro famiglie.
Dalla lettura dei documenti della raccolta Maza-Brescianini Il sappiamo che
i Duranti comprano beni in contrada della "rosta di Rivà', che confinano a nord
con "la muraglia della terrà', a est e sud col dugale Carvasaglio e la via della Trinità e ad ovest con la seriola Vetra o di Chiari.
Sono terreni esterni alle mura, che iniziano dalla porta di Brescia, si dirigono al canto n Ciconia (sud), poi a ovest verso la seriola Vetra per finire alla porta di Carvasaglio.
Si fa strada l'ipotesi che i Duranti avesseroscelto per i loro sontuosi palazzi
spazi non occupati dal centro storico di Riva, terreni su cui esistevano gli avanzi delle mura e del fossato, mura che dalla metà del '400 ormai non avevano più
l'importanza dei secoli precedenti, terreni su alcuni dei quali insistevano servitù comunali con livelli da pagare al Comune a San Martino.
Gli affari maggiori erano fatti da Giorgio per conto dei fratelli monsignor
Vincenzo e monsignor Bartolomeo e a favore dei nipoti e pronipoti.
Coincidenze curiose Duranti-Marwli
Nel 1560 Francesco e fratelli Marzoli permutavano col vescovo Vincenzo e
col fratello Giorgio e i nipoti don Pietro e Nicola dei terreni posti fra la seriola
di Chiari e la strada della Trinità, con della terra alle Gardale, chiamata la Breda. Nel 1562 una casa con un rustico, con orto e corte confinante a sera con la
seriola di Chiari. Il vescovoVincenzo e i parenti, insomma, preparano il terreno su cui edificare questo bel palazzo.
Sulla base di questi documenti si è in grado di disegnare una mappa della
zona, chiamata della "rosta di Rivà'. Partendo dalla seriola di Chiari, andando
verso est si trovava una rivetta, quindi la strada dello Zuccolo, sive del Rosio,
parallela alla seriola, quindi i terreni e i locfino al dugale Carvasaglio e la via della Trinità. Sempre più a est, in contrada di S. Antonio c'erano le proprietà dei
discendenti di Gerolamo.
Il catasto del 1641
Quando si parla delle famiglie Duranti si afferma che la loro fortuna economica sia dipesa dall' ascesa di religiosi: monsignor Pietro, vescovo e datario
apostolico, e Durante, cardinale e vescovo di Brescia. Ci si dimentica che, prima della generazione dei religiosi, c'era stata quella dei notai: due dei tre figli di
Melchior, cioè Bartolomeo e Giacomo, erano notai. Quando Bartolomeo morì nel 150 1, suo figlio Pietro non aveva fatto ancora carriera presso il Vaticano,
il nipote Durante aveva appena tre anni e l'altro nipote, monsignor Vincenzo,
poi vescovo di Termoli, non era ancora nato.
Gli averi dei civesDuranti, secondo le polizze d'estimo del 155012,sono i seguenti. Discendenti di Bartolomeo: Gio. Andrea di Gerolamo (plt. 7.500),
Giorgio di Nicola (plt. 10.600) e Scipio di Marco (plt. 11.900); discendenti di
Giovanni: Vincenzo di Melchior (plt. 5.200), Marco Antonio di Alessandro
(plt. 2.400), Domenico di Gabriele (plt. 1.900); discendenti di Giacomo: Giacomo e fratelli fu Arcangelo (plt. 800). Sul totale dei beni dei civespalazzolesi
di lire planete 151.645, i Duranti dichiarano plt. 40.300, pari al 27%, seguiti
dagli Zamara con plt. 37.200, pari al 24%.
Nelle polizze d'estimo del catasto 164113troviamo al n. 4 i fratelli Pietro e
Carlo con 160 piò di terra e beni del valore di plt. 48.000, al n. 6 Agostino e
fratelli fu G. Giacomo con 56 piò e plt. 11.190, al n. 14 Marc'Antonio fu Fortunale con tre piò e plt. 890, al n. 19 Vincenzo fu Ottavio con 200 piò e plt.
52.600, al n. 20 Bartolomeo fu Ottavio con 38 piò e plt. 10.000, al n. 25 Ot:aviofu Carlo con 114 piò e plt. 33.500, al n. 26 Pietro Giuseppe fu Pietro con
l70 piò e plt. 64.500, al n. 46 Marc'Antonio fu Marc'Antonio con 35 piò e plt.
7.800, al n. 61 Giovanni fu Achille con 3,5 piò e plt. 233.
Il valore totale delle case risulta di plt. 230.519 e l'estensione dei terreni di
)iò 896, pari al 35% di tutta la terra dei cives.
Le polizze che ci interessano in dettaglio sono due. La prima è la n. 25, di
)ttavio, che dichiara di avere:
una casa con molti corpi di casa et stalla con molti superiori con due corti una grande e l'altra piccola con horto et broletto circondata di muro in contrada di Santo.
Antonio, quadra di Riva, confina a monte strada bresciana, a sera Pietro Durante,
a mezzodì similmente et parte strada mediante dugale di Carvasaglio, a mattina lui
medesimo, di piò 2 stimata lire 4.500, altra casa in contrada di Santo Antonio, quadra di Riva, confina a monte la strada bresciana, a mattina Bartolomeo di Jori parte et parte Simone Cugnardello, a sera et mezzodì lui medesimo, stimata lire 900.
La seconda è la n. 26, di Pietro Giuseppe, che possiede:
una casa in contrada di Riva cinta di muro con otto stanze terranee e sei sotterranee et molte in solaro, confina a mattina ingresso et mezzodì lui medesimo, a sera
la seriola di Chiari, a monte strada con tavole quattro di corte, stimata lire cinque
milla; una casa con portico, corte et trei corpi di casa, confina a monte la suddetta
prima casa, a sera la seriola di Chiari, a mezzodì et a mattina lui medesimo et parte Ottavio Durante di piò 2 stimata lire 700; una casa con corpi cinque terranei,
contigua alla suddetta, confina a sera et mezzodì lui medesimo, a monte ingresso,
a mattina Ottavio Durante, stimata lire 200.
~o "svaligio" del 170114
Scrive il Rosa:
Palazzolo soffrì moltissimo da quelle armate di francesi, spagnoli ed alemanni, che
in quegli anni andavano, venivano, scaramucciavano, occupavano il castello, inquietavano gli abitanti. Quanto potevano avere portavano via.
Le famiglie, quelle che avevano qualche facoltà, mandavano le loro donne ed i fanciulli fuori dal paese nel lago d'Iseo e Valcamonica.
Anche le famiglie Duranti furono coinvolte in questa campagna militare d'inizio secolo.
Dal maggio 170l le truppe della coalizione &aneo-spagnola occuparono le
nostre terre e cominciò un andirivieni di eserciti belligeranti. I tedeschi avevano
allestito un magazzino nei locali adiacenti il palazw del conte Pietro Duranti e il
2 dicembre le truppe francesi, ritornate a Palazwlo, andarono a svaligiarequesto
magazzino, dopo averlo preso di mira coi cannoni. Due palle sparate da Mura
sono ancora visibili sulla facciata ovest. Entrarono anche nel palazw, rubando
tutto ciò che poteva esserea ponata di mano. Il danno dichiarato fu di 5.994 lire, liquidato poi in L. 5.135, secondo la denuncia presentata nel febbraio 1702.
Anche i fratelli Ettore e Carlo fu Gerolamo ebbero danni nei 22 piò de "i
frassini" condotti dai contadini Balduchelli.
Le armate cesaree,presenti in paese da agosto a novembre, causarono ingenti
danni ai beni di altre famiglie Duranti: al dottor Carlo fu Gerolamo danni per
L. 6.915; a Ettore e Carlo fu Carlo, nella cui casa al Ponte dell'Oglio a Mura
erano stati ospitati i generali Palfi e Visconti, per L. 30.663; a Gian Giacomo
fu Agostino per L. 1.306; a Giulio e monsignor Luigi fu Vincenzo per L. 4.034;
a Nicola fu Pietro per L. 9.358 e al fratello Pietro per L. 16.569.
Inoltre va ricordato che alle sorelle Caterina e Margherita Duranti fu Agostino, morte insieme il5 maggio 1705, fu concesso dal parroco Urgnani un unico funerale, "non perché i parenti superstiti fossero anche loro malati, ma perché la famiglia era stata talmente danneggiata dalla guerra che era giusto fosse
ad essa concessa una spesa più contenutà'.
I tre fratelli Gerolamo, dottore collegiato, Alessandro, priore di S. Egidio di
Parma, e Giovanni Andrea, poi veseovodi Chitro, rinunciarono al rimborso dei
danni per L. 128.874. Giovanni Andrea aveva anche curato nel 1705 i soldati
francesi e spagnoli ricoverati in un ospedale da campo allestito a Palazwlo e aveva aiutato a riconoscere e seppellire i caduti della battaglia di Cassano.
Al termine della guerra il doge Mocenigo, con ducale del 22 settembre 1706,
concedeva ai tre figli del dottore collegiato Durante il titolo comitale per benemerenze .acquisite durante il conflitto.
La famiglia di Nicola
Nicola di Bartolomeo, giudice, sposa Cecilia. Due dei suoi figli, Bartolomeo
(n. 1505) eVincenzo (n. 1509), sono chiamati a Roma dallo zio monsignor Pie-
tro e avviati alla carriera ecclesiastica. Giorgio (1513-1559) sposa Giulia Maggi di Onofrio, e ha una numerosa famiglia. Come abbbiamo visto, lui e i suoi
eredi acquistarono terreni che confinavano colla seriola Vetra.
Nicola di Giorgio (1541-1582), sposato con Cecilia, muore giovane e suo
fratello monsignor Pietro, vicedomino della cattedrale di Brescia, fa da tutore
ai suoi figli.
Giorgio (1571) di Nicola sposa Giulia Porcellaga e il fratello Vincenzo
(1578) è dottore a Padova.
Pietro (1608) di Giorgio sposa Claudia Bottaino. Il figlio Nicola (16571703) sposa Paola. Ha una figlia, Chiara, maritata con Almici. Viene creato
conte da Ranuzio Farnese il 6 febbraio 1682. Laltro figlio, Pietro Giuseppe
(1658-1714), sposa Letizia Varotti, figlia di un avvocato, cittadino di Venezia,
e ha undici figli. Col fratello Nicola nel 1684 è nominato conte di Cologne. Oltre al palazzo di Palazzolo, ha casa in Brescia in contrada della Pallata, parrocchia di S. Giovanni. Nel 1704 nella casa, in contrada della rosta di Riva, costruisce un filatoio. È il padre dei pittori Giorgio (1687-1753) e Faustino
(1694-1764).
Giovanni Battista (1688-1779), altro figlio, sposa Lucrezia Fisogni; è nominato conte dal doge Pietro Grimani nel 1747 insieme ai fratelli pittori.
Alfonso, di Giovanni Battista, nasce nel 1739, sposa Marianna Caprioli,
muore a 92 anni nel gennaio 1830. Nel 1779 è nominato conte dal doge P.Renier. La figlia Laura (1779) è maritata a Giovanni Gorno; il figlio Giovanni, nato nel 1778, sposa Margherita Conter e muore nel novembre 1831. La loro figlia Letizia, nata pochi mesi prima della morte del padre, andrà in sposa al nob.
Gaetano Bargnani.
TIfilatoio Duranti
15
Sull'esempio del conte Gaetano Fenaroli e dei negozianti di seta Averoldi,
Avogadri e Lechi, due membri della famiglia Duranti possedevano due filatoi,
che non gestivano direttamente ma davano in affitto a dei capi-maestri, con lo
stesso spirito con cui gestivano le loro terre, affidate ai massari. Il risultato fu
che questi opifici vennero poi rilevati da coloro che ne erano affittuario
Il primo filatoio di Palazzolo è attivato dall'Asperti di Bergamo nel 1678, in
contrada di Carvasaglio nelle case dei Duranti. Lo gestisce il modenese Nicolò
Fusari. Ha tre ruote ossia tre filatoi da torzer (vale plt. 16.000), è mosso dal-
l'acqua della seriolaVetra. Nel 1727 passa nelle mani di Giacomo Muzio fu Gerolamo.
Nel 1687 Pandolfo Nassino ha un fìlatoio al Cottevazw, mosso dal canale
Gardale, poi passato in eredità all'Hospitale di Brescia,nel 1723 affittato ai conti Priore e Fratelli Duranti. Nel 1750 è del vescovoAndrea Duranti, e affittato a
Carlo Andrea Fedrigoli; nel 1788 di proprietà di Aurelio Ròssetti, nel 1804 di
Banolomeo Piccioli. Nel 1818 sarà acquistato da Pietro Cicogna fu Francesco.
Nel 1690 Carlo Duranti e il dottor Durante, figli di Gerolamo, commerciano in sete; disponendo di mezzi finanziari stendono una "scritturà' con Lucio Paganini a cui offrono denaro per "allongare la fabbrica del filatoio", alimentato dalla Vetra, opificio che era stato iniziato da Bonomo Bonomi di Lumezzane.
Nel 1704 viene fondato il fìlatoio della famiglia di Pietro Giuseppe, in contrada della rosta di Riva, cioè nella foresteria del palazw (ora Marwli), sfruttando l'acqua del canale Carvasaglio. Nel 1723 titolare è il conte Faustino, figlio di
Pietro, ma il gestore è Antonio Cavalleri. Nel 1745 Duranti, oltre che negoziare
in sete, possiede una macinatora da orzo e vinazzoli che pure affitta. Nel 1750 il
fìlatoio-torcitoio è gestito da Aurelio Rossetti, nel 1762 dal conte Faustino, nel
1767 è passato al nipote Alfonso, figlio di Gio. Battista, che lo ha dato in gestione a Gio. Battista Omboni. Egli nel 1789 dichiara che il fìlatoio è di 4 piante, cioè
due di filato e due di torto ("il fìlatoio di n. 26 valighi di 16 bacchetti per valego.. .") ed è atto a lavorare sete in trame, all'uso piemontese. r.:Omboni afferma
che vi lavorano 20 uomini, compresi alcuni ragazziapprendisti, e 30 donne. Vi
si producono 14.000 librette di seta con un'attività di 6-7 mesi all'anno.
Secondo il Pezwni, il 24 agosto 1794 i ladri sono entrati nel filatoio e hanno rubato 19 aspe di organzino. Nel 1810 Alfonso ha in catasto, ai nn. 10431044, un filatoio di seta al piano superiore della casa del massaro, un torcitoio
a 4 piante con acqua, che è dato in affitto.
La famiglia di Gerolamo
Gerolamo di Banolomeo nasce nel 1447 e si fregerà del titolo comitale; sposa Caterina e muore prima del 1517. Ebbe casa a Brescia in contrada San Zenone e beni a Palazwlo.
Il cavalier Paolo fu Gerolamo, nato nel 1497, sposa Laura Maggi, ha case a
Mura. Il figlio cavalier Carlo, nato nel 1538, sposa Stella Schilini che nel 1632,
ultracentenaria, vive col figlio Gerolamo, fratello di Ottavio, il quale nel 1641
denunciava di avere in Palazzolo "una casa con molti corpi terranei, molti superiori con due corti [...] in contrada di santo Antonio".
Figlio di Ottavio è il cavalierGerolamo, nato nel 1607 e già morto nel 1661,
sposato con Giulia. Suo figlio Durante, dottore collegiato, sposa Livia Cazzago e
si trasferiscea Bresciavicino alla chiesa di S. Maria Calchera, mentre a Palazzolo
va costruendo la sua ricca dimora in contrada S. Antonio. Il figlio Gerolamo
(1669-1758) è anche lui dottore collegiato,sposato con Margherita Bellini.
Il conte Paolo, di Gerolamo, nato nel 1695 sposa la contessa Barbara Caprioli ed è il padre del poeta Durante (1718-1780).
I figli del poeta Durante Duranti
Gerolamo Duranti (1745-1822), figlio del poeta Durante e di Cecilia Uggeri, sposa Caterina Antenori ma non ha discendenti. Carlo (1762-1837) è celibe; Livia va sposa al conte Giulio Cesare Agosti e ha una figlia, Barbara, che
sposa il nob. Gerolamo Fenaroli; Margherita va in moglie al conte Filippo Mazzucchelli; Teodora sposa il nob. Giuseppe Fenaroli.
Gerolamo e Carlo, figli di Durante, possedevano 190 piò nella campagna di
Palazzolo e 40 in quella di Pontoglio.
Gerolamo, il 26 novembre 1822, "non potendo egli scrivere da se a motivo
della malattia che lo aggrava,sano però egli di sensi, mente et intelletto" fa scri-
vereal notaio GiuseppePrestinile sue ultime volontà 16. Perprima cosasi premura dell'amatissimo fratello Carlo a cui vuoI garantire "un immancabile decente mantenimento" e gli lascia il godimento dei due casamenti civili, sua attuale abitazione padronale in Palazzolo, con tutti i mobili e le suppellettili "da
non alienarsi" come risultano dall'inventario allegato al testamento. "Nomino
- dichiara - eredi universali i miei nipoti conte Ottavio Agosti, conte Giovanni Mazzucchelli ed i miei bisognosi pronipoti Tascà'.
Assistono, come testimoni, l'arciprete don Pietro Pirlo, il dottor fisico Francesco Maza e il chirurgo Francesco Matuzi. Duranti aveva già fatto testamento
il 16 dicembre 1811, i cui contenuti sono riconfermati da queste "ultime volontà" .
I beni Duranti passano ai Tasca 17
Un terzo dei beni era stato destinato al conte Ottavio Agosti, che a sua volta con testamento del 1839 dispose che la sua parte dell'eredità Duranti passasse ai nipoti Tasca, che divennero così proprietari dei due terzi. I.:altro terzo,
del conte Mazuchelli, morto senza eredi, confluirà poi nei Tasca.
Il 30 gennaio 1840 i nobili Antonio, Ottavio, Giulio Cesare, Anna Maria,
Livia e Prudenza del fu Luigi, diedero incarico a un perito di effettuare la divisione dei beni in sei parti. All'estrazione a sorte delle singole parti erano presenti
Ottavio, anche in rappresentanza del fratello Antonio, il capitano Carlo Wlassic per la moglie Prudenza, Bonomo Fiorini per la moglie Livia, Giulio Cesare, Anna Maria in Mazzoleni.
Il primo "piede" andò a Livia e comprendeva la casa dominicale col corpo
che sorgeva a mattina del portone e del cortile, la casetta affittata a Giugni, la
casetta dell'ortolano e il brolo di sotto. Il seco ndo andò a Ottavio, con parte
della Rodenga e del Mirabello; il terzo a Prudenza con la casa dominicale, cioè
il corpo a sera del portone e del cortile, il locale rustico con torchio del vino, filanda di seta e brolo annesso, prativo con piante fruttifere; il quarto, con parte
del Mirabello, a Giulio Cesare; il quinto ad Antonio, con parte della Rodenga;
il sesto, la possessione Fenilnuovo, ad Anna Maria.
Conclusione
Guardando dalla finestra di questa sala, è facile immaginare i fratelli Giorgio e Faustino che passeggiano conversando amabilmente; vengono interrotti
dal sopraggiungere del cameriere del cugino Durante, che viene ad invitarli al-
l'Accademia18 che il poeta tiene nell'adiacentepalazzodurante la sua permanenza a Palazzolo.
APPENDICE
Albero genealogico dei maschi della famiglia di Gerolamo Duranti quondam Bartolomeo
Gerolamo
(no 1447)
I
cardinale
Durante.
monso Aurelio o Paolo (1497)
o Gio Andrea
- Gio Giacomo
I
don Alessandro.
don Gio Giacomo.
Carlo (1538)
odon Paolo o Gio Battista
I
don Durante
o
don Rainado
o
Gerolamo
o
Ottavio (1564)
I
Gio Battista. Gerolamo (1607)
I
(1632) Durante. Carlo. Gio Giacomo
I
(1669) Gerolamo
o monso
Andrea
I
Paolo (1698)
I
Durante
(1718)
I
Gerolamo (1745) Carlo (1762)
o
Albero genealogico dei maschi della famiglia di Nicola Duranti quondam Bartolomeo
Nicola
I
mons. Bartolomeo
o monso Vincenw
oGiorgio
(1513)
I
Nicola (1541)
o monso
Pietro
I
Giorgio (1571) Vincenw
o
I
Pietro (1608)
I
Nicola
Giorgio.
o
Pietro Giuseppe (1658)
I
Gio Battista (1688)
o Faustino
I
Alfonso (1739)
I
Giovanni
(1778)
o
Nicola
Note
I
l
GHIDOTIl2002,pp.24-28.
ArchivioParrocchialedi Palazzolo,Registri
parrocchiali: Registri dei battesimi dal 1589,
Registri dei matrimoni dal 1589, Registri dei
morti dal 1675. Franco Vezzoliha copiato tutti questi registri e poi li ha inseriti in un archivio informatico consultabile presso la Fondazione Cicogna-Rampana di Palazzolo sull'Oglio. Nei registri dei matrimoni (1589-1899)
sono annotati 23 atti di maschi Duranti cosl
suddivisi: 11 matrimoni dal 1602 al 1700, 7
dal 1701 al 1800, 5 dal 1801 al 1899. Per le
femmine Duranti: 4 matrimoni dal 1589 al
1600,23 dal 1601 al 1700, lO dal 1701 al
1800,5 dal 1801 al 1899, per un totale di 42.
Sono 65 sposalizi, fra i quali spicca quello del
14 ottobre 1764 di LiviaDuranti, figliadel poeta Durante, a cui interviene il vescovo di Brescia, cardinale Molino.
3
MONDINI 2004, pp.61-63.
· LECHI 1973-79, V, pp. 291-293.
5
ASBs,ArchivioCongregaCaritàApostolica,
busta 183, filza VI/l. Per poter affrontare lo
studio delle vicende di queste famiglie diventa
indispensabile avere sempre davanti un albero
genealogico molto dettagliato al quale aggiungeredi volta in volta sempre nuovi dettagli. Nella busta 183 sopra citata si conserva un albero
genealogico molto chiaro che inizia con Prudenzio, nel XIII secolo, e termina, dopo dieci
generazioni, alla fine del XVI secolo. Vi sono
elencati solo i maschi, con specificatititoli onorifici, cariche, professioni. -Manoscritto C alla
Queriniana, Faino Bernardino, Dellefamiglie
nobili di Brescia,al n. 16: delli Duranti, con 2
alberi genealogici:
Manoscritto Queriniano P.I.7,fogli 147v,alberi genealogici compilati dal sacerdote Antonio
Lodrini, bibliotecario della Queriniana-Alberi
genealogici manoscritti compilati da Franco
Chiappa in Archivio Chiappa, faldone n. 3.
Disegno dei beni Duranti.
Sempre nell'Archivio Congrega,busta 172, si
conserva un "disegno dei beni Duranti" compilato nel 1676, che presenta i confini dellepro-
prietà con le relative cascine della campagna
compresa fra la via Bresciae i confini di Cologne, Chiari e Pontoglio.
6
CHIAPPA1965, pp. 43-44.
7
CHIAPPA1967, pp. 56-59.
8
CHIAPPA1969, pp. 28-31.
9
BibliotecaCivica, Bergamo,gabinetto, A
1/s,25, dono Gaffuri, Liber provvisionum comunis Pallazoli,brandello del registro originale delle delibere comunali dal 28 dicembre
1459 al4 maggio 1473.
Raccolta Maza-Brescianini, carr. B, fasc. Il,
Memoriale aliquorum negociorumet rerum comunis de Pallazolo,dal 1468 al 1527. Trascrizione parziale di Franco Chiappa. Nella stessa
raccolta, carr. B, fasc.4, sono conservati 23 Liberzoli dellespesedei consolipalazzolesi, per gli
anni 1483-1526 con varie lacune. Trascrizione
parziale di Franco Chiappa.
lO
" CHIAPPA1971, pp. 121-159. La Raccolta
Maza-Brescianini, ora conservata presso la
Fondazione Cicogna-Rampana di Palazzolo
sull'Oglio, è composta da sette faldoni. Nel faldone F le pergamene sono ora divise in quattro
gruppi, il terzo ne comprende 13 relativeai Duranti. A noi interessano anche i Regestiseicenteschi di atti contenuti nel Manoscritto Queriniano P1I/7, p. 11 e pp. 119-159. Si tratta di
un centinaio di pergamene concernenti atti privati delle famiglie Duranti.
Acquisti fatti da Giorgio Duranti fu Nicola, fratelli ed eredi:
1541, una casamurata et cuppata nella terra di
Palazzoloin contrada di S. Antonio che confina a monte e mattina detto sig.Giorgio,di pertiche quattro.
1559 (30 giugno)- il cavalier Giovan Andrea
Duranti vende a Giorgio Durante una pezzadi
terra ortiva in contrada delle fossesive del Stozato, a monte li muri di detta terra sive la columbara di detto cavalier...
1559 (25 novembre), ... vendono alli eredi di
Giorgio Duranti una pezza di terra hortiva et
arboriva sita in contrada del Zucolo sivead Rosium, quadra di Riva, a mattina via dellaTrini-
b1l4780, Testamento di Gerolamo Duranti Architetti,ingegneri,agrimensori,C.A. Manna di
Palazzolo,b. 408/409, anno 1823, relazione di
stima dei fondi dei nobb. sigg. co. Gerolamo
Duranti e co. Carlo Duranti... della sostanza
lasciatadal nob. co. Gerolamo Duranti agli eredi del nob. co. Gio. Mazzucchelli, co. Ottavio
Agosti e co. FratelliTasca.
ASBg,notaioA. Locatelli,W/13273, 1840, divisione dei beni fra i fratelliTasca,perito Pietro
Gandolfi.
tà, a sera seriola de Chiare, a monte gli eredi,
pertica una, tavole 21, piedi 4.
1560 (31 gennaio), Francesco e fratelli Marzoli danno in permuta al rev.mo vescovoVincenzo, fratello e nepoti Duranti una pezza di terra
aradora e vidata sita in contrada dello Stozato. .. un'altra aradora, vidata e parte boschiva in
detta contrada chiamata la Rivetta, a mattina la
via dellaTIinità, a sera seriola de Chiare a mezzodl parte detto Reverendo...
1560 (26 marzo), Antonio Galegnani vende alli heredi di Giorgio Durante una pezza di terra
hortiva et arboriva sita in contrada dello Zuccolo seu della via della Trinità, a mattina detta
via, a sera seriola di Chiare, a monte e mezwdl
detti heredi, di pertiche 2, tavole 16.
ASBs, Catasto napoleonico,Palazzolo, Brescia
Distretto VIII, Reg. n.1924, sommarione relativo alla Mappa Napoleonica dell'anno 1810.
ASBs,Arch. CongregaCarità Apostolica,
Catasto del regno lombardo-veneto, 1852, reg.
1852.
Il
busta 184, Estimum civium habentium bonasupra territorio Pallazoli... di pugno del notaio
Vincenzo Duranti.
n ASBs, Catasto antico, Pallazolo, Registron.
1917, estimo veneto.
14
CHIAPPA1991, pp. 84-85.
15 CHIAPPA1988, pp. 29-52; GHIDOlTI 1989,
pp. 315-320.
16
ASBs, Notarile,
1822, not. Prestini,
17
CALINIIBBA2000, 1, pp. 538.
Catastodel regnod1talia, 1898, reg. 1898-196.
18 LAccademia Duranti consisteva in riunioni
e incontri che il poeta Durante Duranti teneva
alla fine del '700 nel suo Palazw, nei mesi in
cui risiedeva a Palazwlo.Vi si leggevano anche
sue composizioni. Alcuni dei giovani palazzolesi che la frequentavano acquistarono buon
nome nel campo delle lettere, delle arti e delle
scienze.
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Giorgio Duranti e il suo tempo