IL DOPOGUERRA
Se Palazzo Graneri uscì fortunatamente indenne dai bombardamenti del
‘42 e ‘43 (e il gran Bogo dell’Universo, nume tutelare del Circolo, deve aver
detto, io credo, una sua autorevole parola in quella circostanza), altrettanto
non avvenne per la Borsa Valori di Torino, che rimasta senza casa dalla sera al
mattino, non trovò di meglio che trasferirsi con armi, bagagli e telefoni a
centinaia nei saloni, sale e salette di via Bogino, dimostrando in seguito
notevole attaccamento per questi locali, tanto da rinviare di anno in anno la
sospirata liberazione. In quel frangente, il Circolo non potè che svolgere
attività compressa e ridotta ai minimi termini; finchè la Borsa, come Dio volle,
si trasferì nella nuova sede di via Cavour, lasciando finalmente libero quello
che poteva realmente definirsi un campo di battaglia dopo lo scontro.
Il Circolo compì allora uno sforzo notevolissimo per l’integrale restauro di
tutti i locali, fino a portarli al degno aspetto che ognuno può oggi apprezzare.
Pare doveroso ricordare qui il nome del Presidente cui toccò il peso di avviare a
soluzione così grave problema: quello dell’avv. Remo Novellone-Berruti,
insieme al vice presidente arch. Paolo Musso che amorevolmente diresse i
lavori di restauro.
Vien fatto ora di pensare, innanzi a questa magnifica rinascita della sede,
quale ricchissima pinacoteca potrebbe oggi adornare le rinnovate sale del
Circolo se qualche opera in più di pittura e scultura, scelta con accortezza in
occasione delle cento mostre collettive svoltesi in queste sale e delle tante
esposizioni personali, fosse rimasta in via Bogino; potremmo oggi disporre con
poca fatica di una raccolta di grande rilievo, non soltanto dal punto di vista
della cultura e della storia artistica subalpina degli ultimi cent’anni. Purtroppo,
così non fu: i documenti rimasti alle nostre pareti, pur essendo apprezzabili,
non rappresentano che una piccola parte di quel vasto panorama; nomi
celebrati e gloriosi, come quelli di Fontanesi, di Avondo e di altri maestri,
passarono senza lasciare traccia tangibile nelle nostre sale dorate.
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