CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? Il Catasto italiano nacque con funzioni perequative, allo scopo di recare uniformità di valutazioni all’interno della Penisola, per l’innanzi retta da difformi Catasti preunitari. Ed ha avuto una costante caratteristica: è un Catasto di redditi e non di valori. La sua funzione è, in sintesi, sempre stata quella d’indicare il reddito medio ordinariamente ritraibile da un terreno o da un immobile. La stessa Corte costituzionale ha ritenuto di salvare il Catasto patrimoniale attuale sul presupposto della sua provvisorietà. Negli ultimi anni è stata, viceversa, avviata una tendenza al Catasto patrimoniale - culminata in uno specifico disegno di legge delega presentato nell’ambito della Manovra finanziaria per il 2007 - per di più prevedendosi funzioni anche in capo ai Comuni, col duplice effetto, quindi, di far venire meno una - costituzionalmente la sola legittima - caratteristica plurisecolare del Catasto quale registrazione di redditi e del Catasto quale strumento perequativo. Vi sono pericoli, illegittimità, rischi di fiscalismo e di conflitti d’interesse, sottesi ad una manovra così prorompente e altresì dirompente nei confronti della consolidata struttura catastale. Proprio per fare piena luce su tali aspetti critici della riforma del Catasto in senso patrimoniale, la Confedilizia ha curato la presente pubblicazione, con dichiarati scopi informativi. Attraverso riflessioni e attraverso tabelle, con esempi e con riferimenti storici, mediante analisi giuridiche e considerazioni di opportunità, la Confedilizia intende richiamare l’attenzione generale su una riforma le cui conseguenze sarebbero tanto epocali quanto disastrose, foriere di tassazioni vertiginose e di irresistibili occasioni per i Comuni e per i Governi, al fine di far cassa con facilità e immediatezza. Non questo ci si attende da un Catasto serio e accurato. Se l’obiettivo unico non fosse solo quello di fare cassa e basta, ci sarebbe in Italia invece da pensare a passare decisamente ad un Catasto probatorio, che assommi, cioè, le attuali finalità (fiscali) del Catasto, con quelle - di assicurare la certezza dei rapporti giuridici e dei diritti - del Servizio Pubblicità immobiliare (ex Conservatorie dei Registri immobiliari). Ma questa, che sarebbe la vera “rivoluzione” da fare nell'interesse dei cittadini, non è - paradossalmente - minimamente all'ordine del giorno. Al termine della lettura delle presenti pagine - dedicate tanto al contribuente normale quanto all’esperto, perché la situazione richiede che tutti adeguatamente s’interessino alla questione - si disporrà con perspicua chiarezza dei termini reali del problema. E in tal modo si potrà compiutamente comprendere la gravità dell’operazione che vorrebbe condurre al Catasto di valori. 3 CATASTO DI REDDITI E CATASTO DI VALORI Prof. Riccardo Roscelli (*) – Prof. Marco Simonotti (**) 1. Premessa Le seguenti argomentazioni, sulla necessità di determinazione dei redditi catastali in base ai fitti, appartengono a un genere speciale: ossia si tratta di argomentazioni a favore dell’evidenza. La questione della rilevazione dei redditi e dei prezzi di mercato nella stima catastale è pacifica nella letteratura estimativa, negli standard valutativi internazionali e negli standard catastali internazionali. L’art. 4 (che riguarda la riforma del sistema estimativo del Catasto fabbricati) del disegno di legge governativo A.C. 1762 (“Delega al Governo per il riordino della normativa sulla tassazione dei redditi, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul sistema estimativo del catasto fabbricati, nonché per la redazione di testi unici delle disposizioni sui tributi statali”) ignora nella sostanza tutta la materia. 2. Redditi contro valori Secondo la normativa il Catasto italiano è definito un Catasto di redditi perché già nella legge istitutiva del Catasto dei fabbricati del 1871 (R.D. 6.6.1871) si faceva riferimento al reddito imponibile, calcolato sulla base del reddito denunciato dai singoli contribuenti. Nel 1939 il Nuovo Catasto Edilizio Urbano (L. 13.4.1939, n. 652) sostituiva la denuncia da parte dei possessori con l’accertamento del reddito imponibile, che era stimato attraverso un bilancio di esercizio, in modo simile a quello adottato per il Catasto dei terreni del 1886, distinguendo categorie e classi. (*) Ordinario di Estimo al Politecnico di Torino (**) Ordinario di Estimo all’Università di Palermo 5 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? Al momento di avviare la riforma degli estimi e le operazioni di decentramento con il disegno di legge 1762, che accompagna la Finanziaria 2007, si stabilisce la determinazione degli estimi catastali su base patrimoniale, derivando da questa una base reddituale attraverso l’applicazione di saggi di redditività. In altre parole la riforma degli estimi è impostata su una radice patrimoniale. Il principale motivo della scelta patrimoniale appare la difficoltà di rilevazione dei fitti per l’attuale disciplina delle locazioni, che prevede contratti liberi e contratti regolamentati (agevolati, transitori, universitari). E ciò si deduce dal precedente costituito dall’ultima revisione degli estimi del 1990, nella quale in presenza di affitti regolati dalla legge dell’equo canone del 1978, il processo di revisione ha proceduto al calcolo degli estimi a partire dalle quotazioni immobiliari relative alle compravendite e alla loro trasformazione in redditi attraverso un saggio di fruttuosità. Il risultato pratico più evidente della revisione degli estimi è stato il notevole contenzioso generatosi e la divergenza tra valori catastali e prezzi di mercato reali. Un sistema catastale efficiente dovrebbe fare riferimento sia ai redditi degli immobili per l’imposizione ordinaria, sia ai loro valori in sede di trasferimento (e, in effetti, il vigente D.P.R. 23.3.1998, n. 138 - Governo on. Prodi, Ministro delle Finanze on. Visco - dispone la revisione generale degli estimi “facendo riferimento ai valori e ai redditi medi espressi dal mercato immobiliare”). Un sistema catastale moderno deve essere progettato per durare a lungo e deve essere affrancato dai cicli del mercato immobiliare e dalle vicende congiunturali. Un sistema catastale moderno andrebbe concepito in una prospettiva di medio-lungo periodo, nel quale può variare la normativa sulle locazioni anche nella direzione di una loro liberalizzazione ma non può venire meno la stima dei redditi degli immobili. Le grandezze da stimare (redditi e valori) dipendono infatti dal sistema dei rapporti economico-sociali e dal quadro impositivo, e non viceversa come invece prospetta il Catasto patrimoniale. Se la giustificazione a favore del Catasto patrimoniale è la maggiore incidenza del mercato delle compravendite rispetto a quello delle locazioni, va osservato che, in ogni caso, un mercato degli affitti esiste e che, per quanto articolato e complesso, può essere oggetto di rilevazioni e di stime. Se l’ac- 6 Catasto di redditi e Catasto di valori quisizione dei dati può apparire particolarmente complessa, è anche vero che si possono utilizzare strumenti analitici e informatici in grado di ridurre l’onere delle rilevazioni e delle elaborazioni: onere che se confrontato al risultato di giustizia fiscale appare in ogni caso appropriato. È un fatto incontrovertibile nell’economia immobiliare che il mercato degli affitti differisce significativamente da quello delle compravendite, e pur esistendo tra i due mercati una correlazione la loro analisi deve essere necessariamente distinta. 3. Saggi di fruttuosità Il peggiore difetto di un Catasto basato esclusivamente sui valori patrimoniali è il calcolo dei redditi ottenuto applicando surrettiziamente ai valori patrimoniali i saggi di fruttuosità. La revisione degli estimi del 1990 fissava saggi di fruttuosità costanti per tutto il patrimonio immobiliare nazionale, in modo aprioristico e a livello centrale. Come si è detto, questo modo di procedere ha generato un contenzioso durato un decennio. La stessa amministrazione catastale, riconoscendo implicitamente l’assurda semplificazione del saggio unico attraverso la quale ha dovuto gestire il lungo contenzioso più sopra ricordato, non avrà altra strada che quella di proporre una serie di saggi di fruttuosità disaggregati per microzona catastale. È da osservare a questo proposito che la microzona comprende una realtà immobiliare assai diversificata (con microzone comprendenti 50.000 abitanti) nella quale i saggi di fruttuosità variano immobile per immobile, al variare del fitto e del prezzo di mercato degli immobili. Il saggio di fruttuosità reale infatti è espressione del rapporto tra il fitto e il prezzo dell’immobile. Come si stima il saggio di fruttuosità unico per microzona senza ricorrere alla rilevazione dei fitti e dei prezzi? C’è un solo modo: in base ad investi- 7 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? menti concorrenti e simili (per rischio e durata) rilevati sul mercato mobiliare (BOT, CCT, ecc.) e apportando un primo adattamento per tenere conto che questi ultimi non sono saggi di investimenti immobiliari. Un secondo adattamento è necessario per spalmare il saggio nazionale nelle diverse microzone locali, uno per microzona. Quest’ultimo adattamento è ancora più arbitrario del primo, e nessun analista finanziario oserebbe cimentarsi nell’indicare lo spread. Di conseguenza i saggi di fruttuosità saranno fissati convenzionalmente a livello centrale, con possibilità di disaggregazione a livello locale entro un certo campo di variazione stabilito per legge. È del tutto evidente che gli adattamenti non possono mai raggiungere il livello di dettaglio e di esattezza dei redditi catastali determinati direttamente. Fin dalla fondazione, il Catasto italiano è definito un Catasto di redditi perché si basa sulla stima del reddito degli immobili anziché del loro valore. Al momento della formazione del Catasto urbano, per gran parte del patrimonio edilizio ad uso abitativo, la tariffa di estimo è stata stimata sui fitti rilevati per immobili realmente esistenti, detti immobili tipo. Più esattamente la legge del 1939 prevedeva il calcolo del reddito dell’immobile tipo con due modalità: la prima era basata sul canone di affitto laddove era possibile rilevarlo; e, per le unità immobiliari per le quali mancava o era eccezionale la cessione in affitto, la seconda modalità considerava l’interesse sul capitale. Questa eccezione confermava la regola. Nella revisione degli estimi del 1990 si ritenne insormontabile la difficoltà di rilevare i fitti di mercato in presenza di valori fissati per legge attraverso il cosiddetto equo canone. Così l’amministrazione catastale per calcolare la tariffa di estimo seguì unicamente la seconda modalità, che considerava l’interesse sul capitale, in modo generale per tutto il patrimonio edilizio ad uso abitativo. Di conseguenza la prima modalità basata sul canone di affitto veniva del tutto abbandonata, anche per gli immobili che potevano essere ceduti in affitto sul libero mercato. Una conseguenza metodologica paradossale della revisione degli estimi dei fabbricati si riscontra nel calcolo del valore catastale che si ottiene moltiplicando il reddito per un coefficiente di conversione, pari all’inverso (circa) del saggio di fruttuosità, ossia percorrendo all’indietro la stessa strada della revisione. 8 Catasto di redditi e Catasto di valori 4. Disparità valutative Il “Catasto di valori” (contrapposto al Catasto di redditi) calcola la tariffa di estimo degli immobili a destinazione ordinaria (abitazioni, uffici, negozi, ecc.) con i saggi di fruttuosità, mentre la rendita catastale degli immobili a destinazione speciale (fabbricati industriali, laboratori, ecc.) e a destinazione particolare (edicole per giornali, ecc.) si calcola con la stima diretta. La stima diretta non necessita di alcuna unità di consistenza immobiliare e non sottostà alla regola del saggio di fruttuosità. La stima diretta ammette tutti i metodi di valutazione offerti dalla metodologia estimativa, quindi si può svolgere in base agli affitti corrisposti per immobili simili a quello da stimare, anzi questo è il metodo più probante. In alternativa si può ricorrere a un bilancio introducendo nelle attività la produzione annuale (ad esempio artigianale) e nelle passività i costi di produzione (con esclusione della rendita dell’immobile). Se si desse corso al Catasto di valori per gli immobili a destinazione ordinaria si sarebbe in pratica dinnanzi a una disparità di trattamento tra questi immobili, per i quali si applicano i saggi di fruttuosità ai valori patrimoniali, e tutti gli altri immobili a destinazione speciale e particolare che vengono stimati direttamente, per i quali si ricerca il reddito catastale nel mercato. Va osservato inoltre che la ricerca del reddito è necessaria per stimare il valore degli immobili a destinazione speciale e particolare, attraverso la capitalizzazione, quando non sono disponibili i prezzi di compravendita, come spesso avviene per gli immobili strumentali che generalmente non si contrattano separatamente dal complesso aziendale. Si assiste così a un doppio paradosso. Gli immobili a destinazione ordinaria (magazzini, depositi, posti auto, ecc.), per i quali l’affitto è libero e l’importo del canone riportato negli atti è generalmente verosimile trattandosi di imprese, devono essere stimati a partire dal loro valore patrimoniale; mentre per gli immobili a destinazione speciale e particolare, che in genere non hanno un mercato indipendente cui corrisponda un prezzo di vendita, possono essere stimati con il reddito. Va notato per inciso che se questi ultimi immobili dovessero essere stimati attraverso i saggi di fruttuosità, si porrebbe un problema metodologico praticamente irresolubile, perché occorrerebbe separare la fruttuosità individuale del particolare immobile dal contesto aziendale, a sua volta diversificato da impresa a impresa. 9 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? Si sostiene che le difficoltà della rilevazione e della ricerca del reddito impongono il ripiego nel Catasto di valori, per il quale invece sono disponibili i prezzi degli immobili. Lo stesso problema si pone in modo aggravato per la stima del reddito dei terreni agricoli per il Catasto dei terreni. Occorre innanzi tutto premettere: che gli immobili agricoli sono immobili come quelli urbani e edilizi, in modo evidente ad esempio nel continuum tra i terreni agricoli e le aree edificabili periferiche; e che i metodi di stima dei terreni agricoli sono gli stessi degli immobili urbani. Molti terreni agricoli in aree marginali presentano un reddito fondiario negativo, nel senso che le spese aziendali superano la produzione in tale misura da non assicurare alcuna remunerazione della terra e degli altri investimenti fondiari (pozzi, silos, ecc.). Nonostante ciò il valore dei terreni è positivo nel mercato delle compravendite. Qui per conoscere il reddito catastale (reddito dominicale) la fissazione del saggio di fruttuosità appare un controsenso perché si tratterebbe di un saggio negativo; la misura del saggio, inoltre, sarebbe assolutamente arbitraria. Nel Catasto di valori quale procedura s’intende seguire per gli immobili agricoli? Appare incongruo che la legge delega citata fornisca indicazione per la riforma del sistema estimativo del Catasto fabbricati e non anche per il Catasto dei terreni, ponendo un problema di evidente disparità di approccio metodologico, oltre che di trattamento dei singoli proprietari. 5. Prospettive (e presagi) Nella logica del Catasto di valori è da escludere la possibilità di calcolare i saggi di fruttuosità sui fitti e sui prezzi degli immobili: primo, perché al momento stesso in cui si rilevano i fitti risulta superfluo calcolare i saggi, introducendo così altre cause di errore; secondo, perché la stima arbitraria dei saggi di fruttuosità è volta a semplificare le operazioni catastali e a ridurne i costi. Se questa è la filosofia del Catasto di valori tanto vale procedere come nel Catasto napoletano della prima metà del settecento dove ai proprietari spettava l'autodenuncia dell’immobile posseduto pena la confisca: un’operazione nella peggiore delle ipotesi a costo nullo e nella migliore delle ipotesi con un guadagno per l’erario. L’idea dell’autodenuncia a carico del 10 Catasto di redditi e Catasto di valori proprietario (senza confisca) è aleggiata nelle stanze catastali come strumento per risolvere l’arretrato. Si è detto che nei fatti la revisione degli estimi del 1990, basata sui valori patrimoniali, ha generato un annoso contenzioso; ora occorre riferire della serie interminabile di aggiustamenti che ha comportato sul sistema catastale esistente. Tra questi aggiustamenti vanno ricordati: – l’operazione di misura degli immobili, consistita nella costruzione di coefficienti di conversione dei vani catastali in metri quadrati, perché mentre le quotazioni degli immobili residenziali si presentavano riferite al metro quadrato, la tariffa era riferita al vano catastale; i coefficienti di conversione erano stabiliti a tavolino; – la creazione delle microzone, imposta dal fatto che occorreva inquadrare le quotazioni immobiliari nelle mappe catastali; questo ha generato un contenzioso a parte e sperequazioni tra i Comuni ricorrenti e i Comuni acquiescenti; – la distorsione dei saggi di fruttuosità, che oggi sono diversi ai fini dell’imposta comunale sugli immobili rispetto all’imposta di registro; – le attuali operazioni di riclassamento e di integrazione di nuove classi catastali previste dalla legge finanziaria del 2004. Nella letteratura estimativa internazionale non esistono argomentazioni a favore del Catasto di valori contrapposto al Catasto di redditi (e viceversa), semplicemente perché la stima dei redditi e dei valori è parimenti necessaria e deve essere svolta nelle migliori condizioni, che sono quelle della rilevazione di entrambi i dati di mercato (fitti e prezzi). I Catasti moderni provvedono alla stima del reddito e del valore in modo separato e secondo le metodologie di valutazione internazionali [Uniform Standards of Professional Appraisal Practice: Standard 6 (USPAP); International Valuation Standards: Mass appraisal of real property (IVS); International Association of Assessing Officers (IAAO)]. La questione del reddito e del valore è quindi pacifica. Il problema dell’amministrazione catastale italiana, legato alle limitazioni di budget, di personale e di tempo, non si risolve tagliando la stima del red- 11 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? dito ma migliorando l’organizzazione e l’impiego di strumenti tecnologici e di procedure informatiche. In un normale sistema fiscale è considerato naturale rilevare i fitti per conoscere il reddito e rilevare i prezzi per conoscere il valore. All’estero le questioni sollevate dal Catasto di valori apparirebbero insensate e oziose, perché sembrerebbe impossibile rinunciare a rilevare il reddito per potervi giungere poi con un arzigogolo approssimativo quale quello dei saggi di fruttuosità, se i fitti esistono e sono disponibili. Il fatto che alcuni fitti sono pattuiti anziché liberi non rappresenta un problema se si mira all’equità fiscale. 12 ASPETTI DI COSTITUZIONALITÀ DEL CATASTO PATRIMONIALE Prof. Vittorio Angiolini (*) Relativamente all’impostazione del Catasto in chiave patrimoniale, va osservato come la Corte costituzionale, sin dalla sentenza n. 263 del 1994 (non smentita dalla sentenza n. 211 del 1998), abbia posto in luce che: “nel momento in cui, per determinare tariffe di estimo e rendite catastali, si abbandona il tradizionale ancoraggio al reddito ritraibile e si privilegia il valore di mercato del bene, si opera una scelta procedimentale alla quale non è logicamente estraneo il rischio di determinazione di rendite catastali tali da superare per la loro misura il reddito effettivo, sicché imposte ordinarie, che a tali rendite si rifacessero, porterebbero ad una sostanziale progressiva erosione del bene”. Tale rilievo fu ritenuto superabile, nella precitata sent. n. 263/1994, per due precisi motivi: 1. In primo luogo, sul presupposto della transitorietà della disciplina relativa al Catasto patrimoniale introdotta nel 1990 (“è importante rilevare - è testualmente detto nella sentenza della Corte - la transitorietà della disciplina denunciata, superata [rectius: che sarà superata], a partire dal 1995, dai nuovi criteri indicati dal legislatore, e cioè il valore di mercato insieme al valore locativo, nei quali si è evidentemente tenuto conto della più recente evoluzione legislativa che tende, come è noto, a superare il regime vincolistico delle locazioni”). 2. In secondo luogo, perché la Corte tenne conto, come premessa alla scelta del legislatore, della “scarsa rappresentatività” del mercato delle locazioni “in ordine alla potenziale capacità di produrre reddito da parte del bene”, in presenza di un “regime vincolistico” delle locazioni medesime. (*) Ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Milano 13 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? La situazione è oggi completamente diversa, poiché il regime vincolistico delle locazioni è stato da tempo superato con la legge n. 431 del 1998 e non è quindi più deducibile alcuna “scarsa rappresentatività” del mercato delle locazioni medesime in ordine alla redditività del bene. Sicché francamente non si capisce perché mai dovrebbe costruirsi il Catasto su di una base patrimoniale, adottando un criterio che la stessa giurisprudenza costituzionale ha reputato problematico per giungere alla determinazione dei redditi effettivi, e che va contro un canone di obiettività da sempre posto a fondamento dell’organizzazione catastale. Sotto tale profilo, occorre tra l’altro aggiungere, in linea di fatto, come di recente il mercato delle locazioni, grazie alla “liberalizzazione” sia pur controllata, abbia registrato in varie zone del Paese un andamento tendente alla stagnazione o al ribasso, che è un andamento diverso e non corrispondente a quello relativo al mercato delle vendite immobiliari. Pertanto, ed a fortiori, non è possibile ritenere il valore patrimoniale rappresentativo dei redditi effettivamente ritraibili dagli immobili. Vi è poi un ulteriore profilo da considerare, dal punto di vista della costituzionalità della normativa proposta: quello della introduzione di una discriminazione tra il Catasto terreni (che verrebbe mantenuto a redditi) e il Catasto fabbricati (che sarebbe messo a regime a valori). Non si rinvengono infatti ragioni che possano giustificare tale disparità di approccio nei rispettivi sistemi estimativi. 14 IL MITO DEL CATASTO BASATO SUI VALORI IMMOBILIARI Prof. Francesco Forte (*) 1. – Vi sono, in Italia, da qualche tempo, idee molto stravaganti sul Catasto. Il Catasto, come si legge nei testi oramai classici di LUIGI EINAUDI e del MESSEDAGLIA e degli autori precedenti, sino a quelli del settecento che l’EINAUDI ha catalogato come gli economisti della “scienza italiana dell’ottima imposta”, stima il “reddito medio ordinario”, una nozione stabile, legata alla nozione di prodotto netto della terra e dell’edilizia e al mercato degli affitti liberi. Aggiungo che, dal punto di vista della teoria economica in questione, il Catasto dei terreni e quello dei fabbricati obbediscono ai medesimi principi, mirando al reddito medio delle unità immobiliari considerate, con una sola differenza: per i terreni si distinguono i redditi medi dominicali e quelli medi agrari, per i fabbricati invece il reddito medio si distingue secondo il tipo di destinazione d’uso dei fabbricati. Invece, secondo una tesi, che non ha basi né nella teoria economica, né nel sistema legislativo vigente in Italia, il Catasto degli immobili urbani si dovrebbe basare sul valore dei fabbricati. Il quale, per altro, non è in grado di obbedire al principio di base a cui si ispira la determinazione catastale degli imponibili: ossia la stabilità dei valori tassabili, per la semplice ragione che i valori capitali dei beni immobili dipendono non solo dal loro reddito, ma anche dal tasso di interesse. E questa, in regime di moneta convenzionale, quale quello in cui viviamo, è una variabile instabile, che viene manovrata allo scopo di controllare altre variabili, come il tasso di inflazione, il tasso di cambio e il volume delle operazioni finanziarie sui mercati interni e internazionali. Che il Catasto mira a determinare il reddito dominicale medio ordinario, ritraibile dai terreni o dai fabbricati, con principi unitari, per le due specie di reddito, secondo la legislazione italiana vigente, lo si può desumere, con estrema chiarezza, dal Testo unico delle imposte sui redditi. Infatti esso all’art. 25 stabilisce che “1. Sono redditi fondiari quelli inerenti ai terreni e ai fabbricati situati nel territorio dello Stato, che sono o devono essere iscritti, con attribuzione di rendita, nel catasto dei terreni o nel catasto edilizio urbano. 2. I redditi fondiari si distinguono in redditi dominicali dei ter(*) Emerito di Scienza delle Finanze 15 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? reni, redditi agrari e redditi dei fabbricati”. Dopo questa formulazione unitaria, segue una formulazione, altrettanto unitaria per i due tipi di Catasto, quello fondiario e agrario e quello dei fabbricati. L’art. 27 dispone che “il reddito dominicale è costituito dalla parte dominicale del reddito medio ordinario ritraibile dal terreno attraverso l’esercizio delle attività agricole di cui all’art. 32”. A sua volta l’art. 28 stabilisce che “il reddito dominicale è determinato mediante l’applicazione di tariffe d’estimo stabilite, secondo le norme della legge catastale, per ciascuna qualità e classe di terreno”. L’art. 32 dispone che “il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile al capitale d’esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialità del terreno, nell’esercizio di attività agricole su di esso”. L’art. 34 stabilisce che “il reddito agrario è determinato mediante l’applicazione di tariffe d’estimo stabilite per ciascuna qualità e classe secondo le norme della legge catastale”. L’art. 36 stabilisce che “il reddito dei fabbricati è costituito dal reddito medio ordinario ritraibile da ciascuna unità immobiliare urbana” e l’art. 37 dispone che “il reddito medio ordinario delle unità immobiliari è determinato mediante l’applicazione delle tariffe d’estimo, stabilite secondo le norme della legge catastale per ciascuna categoria e classe, ovvero, per i fabbricati a destinazione speciale o particolare, mediante stima diretta”. Come si nota, è il reddito medio ordinario che sta alla base del Catasto dei fabbricati, così come di quello dei terreni; se così non fosse sarebbe violata la legge che pone il Catasto come strumento per l’accertamento del reddito medio ordinario, che è posto come imponibile dei redditi fondiari. 2. – Nei periodi di alto tasso di interesse, il valore capitale risulta da un tasso di capitalizzazione basso, nei periodi di basso tasso di interesse, il valore capitale risulta da un tasso di capitalizzazione alto e, per conseguenza, il valore degli immobili aumenta a parità di reddito. Il valore di mercato dei beni non ha il requisito di “valore ordinario”, che si richiede per le tariffe catastali, in quanto dipende da leggi variabili circa la domanda e offerta di mercato, principalmente in relazione al tasso di interesse, ma anche ad altre variabili. Fra queste agisce in modo molto importante la variazione della convenienza dei beni che compongono il portafoglio degli investimenti di risparmio. Il valore degli immobili tende a salire quando vi è un pericolo o una situazione di alta inflazione, poiché essi non perdono di valore, come altri beni di investimento. Tende a diminuire quando si paventano tributi patrimoniali fra vivi o successori, in quanto gli investimenti in immobili non possono essere spostati all’estero, se non tramite diversa intestazione dei loro titolari, che è, comunque, 16 Il mito del Catasto basato sui valori immobiliari costosa e risulta da atti registrati. Il valore degli immobili tende a diminuire quando si sviluppano elevate convenienze negli investimenti alternativi in borsa ed ad aumentare quando l’espansione finanziaria è costituita da una unica bolla speculativa determinata dalla esistenza di rilevanti flussi di capitali liquidi. Inoltre non vi è relazione fra reddito degli immobili e loro valore capitale, non solo nel complesso, ma anche in relazione alle classi specifiche di beni. Ciò in quanto gli immobili sono beni durevoli di investimento di lunga durata con un ciclo di produzione non breve ed il loro costo di produzione attuale non determina il prezzo, se non dopo un certo periodo di tempo. E in quanto la domanda di immobili varia per le diverse ubicazioni e, in genere, queste non hanno un rapporto omogeneo fra redditi e valori immobiliari (Cfr. Tavola 1). TAVOLA 1 CONFRONTO FRA LE VARIAZIONI NELLE LOCAZIONI E LE VARIAZIONI NEI PREZZI DEGLI IMMOBILI ZONA 1998 locazioni 1998 prezzi 2002 locazioni Centro Semicentro Periferia 100 0,66 0,49 CARPI 100 0,72 0,55 Centro Semicentro Periferia 100 0,71 0,57 100 0,73 0,65 Centro Semicentro Periferia 100 0,74 0,63 2002 prezzi 2002/1998 locazioni 2002/1998 prezzi 100 0,72 0,66 100 0,76 0,64 31,3 45,5 75,8 39,9 46,2 60,0 100 0,73 0,64 100 0,78 0,60 7,4 10,4 21,0 26,9 36,8 17,6 100 0,82 0,67 100 0,87 0,74 29,0 34,5 38,5 27,8 42,9 54,5 100 0,82 0,75 100 0,80 0,68 42,9 78,4 71,4 47,1 33,3 54,5 MODENA SASSUOLO 100 0,78 0,61 VIGNOLA Centro Semicentro Periferia 100 0,66 0,62 100 0,88 0,64 Fonte: Mia elaborazione sui dati dell’Osservatorio economico e sociale della Provincia di Modena 17 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? 3. – Ma c’e un problema, che riguarda specificamente il valore dei fabbricati e non dei terreni e che fa differire sistematicamente il valore di mercato dal valore di capitalizzazione del reddito medio ordinario da essi ritraibile, anche indipendentemente dalla variazione del tasso di interesse con cui si effettua tale capitalizzazione. I fabbricati sono beni durevoli di investimento, che danno diverse prestazioni, nel tempo, con una tendenza alla riduzione, man mano che essi invecchiano. Inoltre il loro valore di uso è condizionato dai vincoli pubblici, relativi al loro utilizzo e al loro mutamento. Essi sono soggetti pertanto a due variabili peculiari, una endogena di carattere temporale riguardante il diverso valore dell’immobile nel tempo e l’altra, esogena, riguardante i vincoli che l’immobile può avere, di natura urbanistica (fra i quali la destinazione d’uso e i diritti di edificazione) e di natura culturale. In entrambi i casi, la varianza di questa variabile si combina con il valore del terreno su cui è costruito l’immobile, dando luogo a una divaricazione del valore patrimoniale desunto dalla capitalizzazione del reddito, che dipende dal fatto se l’immobile è nuovo o vecchio e dalla misura in cui è vincolato rispetto al valore di mercato, che dipende in larga misura dal valore del terreno e dal fatto che su di esso può essere costruito un immobile nuovo e, con accorgimenti, un immobile dotato di maggiori metri quadri e metri cubi fruibili e di maggior/miglior fruibilità dei metri cubi e metri quadri esistenti. Da queste riflessioni discende che non vi può essere una relazione costante fra valori di mercato degli immobili e loro valore patrimoniale, basato sulla capitalizzazione del reddito. Per conseguenza, dal valore di mercato degli immobili medio ordinario, ammesso che esista, non si può ricavare il loro reddito medio ordinario, mediante un tasso ipotetico di rendimento. E gli attuari che lo fanno commettono un grosso errore in quanto: – per gli immobili vecchi, il valore capitale di mercato è influenzato dal valore del terreno in misura diversa che per i nuovi, con una sopravalutazione del valore di mercato rispetto a quello di capitalizzazione del reddito, che dipende dalla qualità dell’immobile; – per gli immobili maggiormente vincolati, il valore capitale di mercato è sistematicamente maggiore di quello mediamente derivante dalla capitalizzazione del reddito, in quanto il mercato considera il reddito potenziale riferito al terreno; – per gli immobili vecchi, maggiormente vincolati, le due caratteristiche si combinano, quindi per gli immobili vincolati come beni storici e artistici, il valore di capitalizzazione del reddito è sistematicamente molto inferiore al valore di mercato, con una elevata varianza. 18 Il mito del Catasto basato sui valori immobiliari TAVOLA 2 CANONI DI LOCAZIONE E PREZZI DEGLI IMMOBILI IN VARIE CITTA’ ITALIANE CITTA’ E ZONA Affitto al mq Prezzo al mq Capitalizza- % Sul prezzo zione affitto del Centro al mq al 5% Sul prezzo del Centro % Capitalizzazione sul prezzo MILANO Centro 19,5 6.915 100 3.900 100 0,56 Washington Solari 14,23 3.854 0,55 2.846 0,73 0,74 Staz. Centrale Gioia/Monza F. Testi 13,53 2.967 0,43 2.706 0,69 0,91 Fiera San Siro 13,27 3.817 0,54 2.654 0,68 0,69 13,1 3.561 0,51 2.620 0,67 0,72 Isola/Sempione 12,62 3.576 0,52 2.524 0,65 0,70 Romana Lodi 11,94 3.425 0,49 2.388 0,61 0,70 Navigli-Famagosta 11,84 2.944 0,42 2.368 0,60 0,80 Città Studi Indipendenza ROMA Centro 23,27 5.121 100 4.654 100 0,91 Roma Sud 13,38 3.480 0,68 2.676 0,57 0,77 Villa Ada/Monte Sacro 12,90 3.569 0,70 2.580 0,55 0,72 Monte Verde/Aurelio 12,18 3.569 0,63 2.436 0,52 0,68 Policlinico S.Giovanni Roma est 12,12 3.605 0,71 2.424 0,52 0,67 Segue 19 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? Segue TAVOLA 2 CANONI DI LOCAZIONE E PREZZI DEGLI IMMOBILI IN VARIE CITTA’ ITALIANE CITTA’ E ZONA Affitto al mq Prezzo al mq Capitalizza- % Sul prezzo zione affitto del Centro al mq al 5% Sul prezzo del Centro % Capitalizzazione sul prezzo PADOVA Centro 10,62 2.527 100 2.124 100 0,84 Semicentro 8,71 1.741 0,69 1.742 0,82 100 Periferia 7,45 1.606 0,63 1.490 0,70 0,85 PESCARA Centro 8,7 2.452 100 1.740 100 0,71 Periferia 6,98 1.625 0,63 1.396 0,80 0,86 Semicentro 6,52 1.707 0,69 1.304 0,75 0,76 Fonte: Mia elaborazione sui dati di Focus Città, Il Sole 24 Ore, 2005 N.B.: Il valore di capitalizzazione del reddito, adottando il tasso del 5%, tiene conto del fatto che dal canone di locazione occorre detrarre per le spese un 15% e che sugli immobili, sicché il reddito effettivo è il 4,25, vi è un gravame di ICI, che, al tasso del 5 per cento, con l’aliquota del 4 per mille è il 9,5% del reddito netto. Ad esso si somma un gravame di imposte sul reddito che è mediamente del 40%. In sostanza si perviene, per i fabbricati affittati, al 49%, che può essere ridotto al 45% assumendo che l’ICI gravi su valori catastali inferiori al vero. Un rendimento, dunque, del 2,37 nella ipotesi più favorevole e del 2,16 in quella meno favorevole. I dati della Tavola 2, con il tasso di capitalizzazione del 5%, sono chiarissimi. Con il tasso di capitalizzazione del 5%, che corrisponde a un reddito netto del 2,2%, i valori capitalizzati degli affitti sono sistematicamente più bassi dei valori di mercato. Ma il divario oscilla fortemente secondo le città e le zone. Se si adottasse il tasso di capitalizzazione del 4 per cento, considerando i benefici fiscali di chi abita nel proprio immobile, in relazione alla tassazione catastale del reddito, tutti i valori di capitalizzazione del reddito dovrebbero essere aumentati 20 Il mito del Catasto basato sui valori immobiliari del 25%. Ne conseguirebbe per Milano la seguente distribuzione delle percentuali dei valori patrimoniali ottenuti capitalizzando gli affitti rispetto ai valori di mercato, nelle varie zone: 0,70; 0,92; 104; 0,86; 0,90; 0,875; 0,865; 100. Per Roma avremmo la seguente nuova serie: 113,59; 0,96; 0,90; 0,85; 0,84. Per Padova invece tutti i valori sarebbero superiori al 100%: 105,125 e 106 mentre per Pescara avremmo 0,89, 107 e 0,80. Le sperequazioni sono evidenti. 4. – Si sostiene che il riferimento al valore di mercato ha vari pregi, perché il valore di mercato degli immobili è facilmente rilevabile, mentre sfugge il mercato degli affitti. C’è in effetti un osservatorio ministeriale dei valori immobiliari. Però l’Istat dovrebbe avere un osservatorio dei canoni di locazione, ai fini del calcolo del tasso di inflazione e del reddito dei fabbricati. Inoltre va osservato che: – i valori di mercato, in quanto influenzati dal tasso di interesse fluttuano nel tempo, quindi mal si prestano a dare luogo a una stima catastale che per definizione deve essere stabile nel tempo; – gli affitti sono maggiormente stabili, non solo perché non subiscono l’influenza del tasso di interesse, ma anche perché i contratti di locazione hanno durata poliennale e sono rinnovabili; – esistono banche dati sugli affitti, come ne esistono per i valori immobiliari, in quanto gli intermediari dell’edilizia operano non solo per le vendite ma anche per le locazioni e i contratti di locazione vanno registrati; è vero che vi sono evasioni, ma esse non possono esservi nel caso di affitti delle società ed i dati delle agenzie immobiliari sono reali. Si argomenta poi che il Catasto dei fabbricati attualmente deve servire per l’ICI e non solo per le imposte sul reddito. E pertanto occorre avere i dati dei valori patrimoniali. Ma si replica che se si vuole un solo Catasto che serva sia per l’ICI che per le imposte sul reddito, la soluzione sta nel riferimento al reddito ordinario, non al valore di mercato ordinario. Ciò in quanto il reddito può essere capitalizzato, ad un tasso d’interesse convenzionale, che dà luogo ad un valore ordinario stabile. Invece se si prende il valore di mercato e si pretende di ricavarne il reddito, mediante l’applicazione ad esso di un tasso di rendimento, non si ottiene un valore di reddito attendibile perché: 21 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? a) come appena detto non vi è una relazione costante fra reddito e valore capitale degli immobili, in quanto su questo secondo gioca variamente il valore del terreno e l’effetto dei vincoli; b) dato il variare dei valori capitali, in conseguenza della diversa dinamica del mercato immobiliare, la stima che viene fatta risente dell’epoca in cui viene effettuata e quindi si dà luogo a una sperequazione, derivante dal fatto se le valutazioni sono fatte in un’epoca di valori alti o in una di valori bassi. Mentre è ragionevole sostenere che una imposta sul patrimonio si paga sulla base del valore capitalizzato del reddito patrimoniale, non è ragionevole sostenere che una imposta sul reddito si debba pagare sul valore di mercato di un bene, moltiplicato per il tasso d’interesse, quando questo non corrisponda al reddito: infatti mentre il valore capitalizzato del reddito è un criterio di stima dei cespiti patrimoniali, in base al criterio dell’utilità che se ne trae, il tasso d’interesse sui valori patrimoniali non è necessariamente un metodo di stima dei redditi che se ne traggono. 5. – Il riferimento al reddito o al valore di mercato del patrimonio per il Catasto degli immobili non è una questione puramente tecnica, relativa alla scelta del metodo di valutazione dotato di maggior pregio. Né è una questione puramente obiettiva. La scelta è fortemente influenzata da giudizi di valore di carattere politico e distributivo, che occorre rendere espliciti. Benché la legge italiana, per quanto riguarda il Catasto, anche per gli immobili faccia riferimento primario al reddito e usi il criterio del valore patrimoniale di mercato come elemento sussidiario, tuttavia esiste un’ampia schiera di economisti, politici e tributaristi “giustizialisti”, che per ragioni ideologiche cercano di forzare questa formulazione, sostenendo che occorre colpire la ricchezza patrimoniale, non solo i redditi. Questi giustizialisti sostengono che l’ICI in quanto imposta sul patrimonio deve fare riferimento al valore patrimoniale, anche se e quando esso non corrisponde al reddito. Ideologicamente, ciò vuol dire incidere sul processo di accumulazione, prescindendo dal reddito. Il principio base di un’economia che rispetta la proprietà privata e il risparmio è invece quello che anche le imposte sul patrimonio si pagano con il reddito, che da tale patrimonio si ricava, quindi vanno commisurate al red- 22 Il mito del Catasto basato sui valori immobiliari dito. Ne consegue che la valutazione catastale riferita al valore patrimoniale anziché al reddito non è una scelta tecnica, ma una scelta politica, con conseguenze che contrastano con la tutela del diritto di proprietà e del risparmio. Una corretta interpretazione dei principi costituzionali italiani non può prescindere dal principio di capacità contributiva inteso come capacità di pagare le imposte, in regime di eguaglianza con gli altri contribuenti. Il principio in questione comporta di considerare che due soggetti con eguale reddito e zero patrimonio hanno eguale capacità di pagare, a parità di gravami familiari e altri fattori che possono incidervi, dotati di rilevanza per il nostro ordinamento e la nostra società. E un soggetto che a parità di reddito con un altro ha un proprio patrimonio, ha una maggior capacità di pagare, in relazione al reddito di quel patrimonio, in quanto il reddito di patrimonio genera una capacità contributiva maggiore del reddito di lavoro. Ma è sempre il reddito che conta, anche per la tassazione patrimoniale, in quanto solo la sua disponibilità consente di versare somme al fisco, senza intaccare i risparmi, che la Costituzione tutela. Essa tutela anche la proprietà dell’abitazione. E nel caso del patrimonio immobiliare si può aggiungere che il riferimento al reddito, anziché al patrimonio, è tanto più giustificato in quanto un valore patrimoniale non reddituale è sfornito del requisito di liquidità, cioè spendibilità, che è proprio del concetto di capacità contributiva come capacità di versare somme al fisco. La nozione di capacità contributiva nel nostro ordinamento e in una corretta concezione del ruolo dell’imposta nel sistema democratico di mercato fa esplicito riferimento al beneficio delle spese pubbliche. Per l’ICI come tributo comunale questo principio è in particolare evidenza, in quanto essa è assegnata alla finanza locale, in relazione ai benefici che essa arreca, mediante le spese locali, al patrimonio immobiliare. Ma, come si è visto, spesso il valore di capitalizzazione del reddito è inferiore al valore di mercato dell’immobile, in quanto esistono vincoli urbanistici e culturali che ne limitano una trasformazione con esso contrastante. Dunque il riferimento al principio del beneficio locale, comporta di fare riferimento al valore capitalizzato del reddito, che si commisura all’utilizzo consentito dell’immobile. 23 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? APPENDICE LOCAZIONI IN PROVINCIA DI MODENA Euro per metro quadro e variazione % per edifici moderni di buona qualità ZONA 1998 1999 2000 2001 2002 2002/1998 CARPI Centro 67 67 67 83 88 31,3 Semicentro 44 50 50 60 64 45,5 Periferia 33 59 49 57 58 75,8 MODENA Centro 108 114 114 103 116 7,4 Semicentro 77 83 83 88 85 10,4 Periferia 62 57 66 77 75 21,0 SASSUOLO Centro 62 62 62 76 80 29,0 Semicentro 46 46 46 62 66 43,5 Periferia 39 39 39 50 54 38,5 VIGNOLA Centro 56 56 56 76 80 42,9 Semicentro 37 37 37 62 66 78,4 Periferia 35 35 35 57 60 71,4 Fonte: Osservatorio economico e sociale della Provincia di Modena 24 Il mito del Catasto basato sui valori immobiliari PREZZO DI ABITAZIONI IN PROVINCIA DI MODENA Valori in migliaia di euro il mq per immobili nuovi o integralmente ristrutturati e variazione percentuale 2002/1998 ZONA 1998 1999 2000 2001 2002 2002/1998 CARPI Centro 1,8 2,0 2,0 2,1 2,5 38,9 Semicentro 1,3 1,5 1,5 1,5 1,9 46,2 1 1,4 1,4 1,4 1,6 60,0 Periferia MODENA Centro 2,6 2,8 2,6 2,5 3,3 26,9 Semicentro 1,9 2,0 2,0 2,1 2,6 36,8 Periferia 1,7 1,7 1,8 1,8 2,0 17,6 SASSUOLO Centro 1,8 1,8 2,0 2,2 2,3 27,8 Semicentro 1,4 1,5 1,7 1,8 2,0 42,9 Periferia 1,1 1,3 1,5 1,5 1,7 54,5 VIGNOLA Centro 1,7 1,7 1,8 1,9 2,5 47,1 Semicentro 1,5 1,5 1,7 1,7 2,0 33,3 Periferia 1,1 1,1 1,4 1,4 1,7 54,5 Fonte: Osservatorio economico e sociale della Provincia di Modena 25 SIMULAZIONE DI UN CATASTO DI VALORI Ing. Roberto Maria Brioli (*) Nelle tabelle è presentata una simulazione di un Catasto di valori per alcuni Comuni, sia grandi che medi, in varie parti d’Italia. I conteggi sono stati così impostati: per ogni Comune sono stati assunti i valori minimi e massimi indicati dall’Osservatorio dei valori immobiliari dell’Agenzia del Territorio, per tre tipologie di unità immobiliari (appartamento, ufficio e negozio), e per tre tipologie di zone (centrale, semicentrale e periferica). Sono state poi calcolate (nell’ipotesi di unità immobiliari di 100 mq per tutte le tipologie e tutte le zone, per semplificare i confronti) le rendite catastali “attuali” minime e massime, i presumibili “valori catastali” minimi e massimi sulla base dei valori riportati nell’OMI, ed infine le “rendite” che deriverebbero da questi valori applicando i coefficienti del 1990 (1% per appartamenti, 2% per uffici, 3% per negozi). Successivamente sono state calcolate le differenze percentuali rispetto alle rendite attuali minime e massime. La simulazione dimostra come un Catasto di valori sia impossibile da gestire (i valori degli immobili hanno oscillazioni fortissime, a volte apparentemente immotivate) e può portare a forti sperequazioni, mentre un Catasto di redditi è molto più stabile (la durata dei contratti di locazione fa da “ammortizzatore”) e conseguentemente più equo. (*) Docente presso l’Università di Bologna 27 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? MILANO Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 4.276,26 1.300.000 1,00% 13.000,00 3,04 min 821,17 300.000 1,00% 3.000,00 3,65 max 1.983,19 480.000 1,00% 4.800,00 2,42 min max 495,80 1.425,42 210.000 350.000 1,00% 1,00% 2.100,00 3.500,00 4,24 2,46 min 480,30 140.000 1,00% 1.400,00 2,91 2,00% 16.000,00 1,60 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 9.998,61 800.000 Centrale Semicentrale min 2.954,13 320.000 2,00% 6.400,00 2,17 max 7.158,09 370.000 2,00% 7.400,00 1,03 min max 1.803,73 3.579,05 250.000 290.000 2,00% 2,00% 5.000,00 5.800,00 2,77 1,62 min 1.931,55 160.000 2,00% 3.200,00 1,66 3,00% 75.000,00 2,42 Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 30.987,41 2.500.000 Centrale Semicentrale min 3.207,20 800.000 3,00% 24.000,00 7,48 max 15.493,71 850.000 3,00% 25.500,00 1,65 min max 1.601,02 5.887,61 200.000 250.000 3,00% 3,00% 6.000,00 7.500,00 3,75 1,27 min 697,22 135.000 3,00% 4.050,00 5,81 Periferica 28 Simulazione di un Catasto di valori ROMA Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 4.834,04 920.000 1,00% 9.200,00 1,90 min 883,14 370.000 1,00% 3.700,00 4,19 max 2.417,02 490.000 1,00% 4.900,00 2,03 min max 960,61 2.184,61 230.000 430.000 1,00% 1,00% 2.300,00 4.300,00 2,39 1,97 min 852,15 220.000 1,00% 2.200,00 2,58 2,00% 18.200,00 1,87 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 9.742,96 910.000 Centrale Semicentrale min 2.883,12 390.000 2,00% 7.800,00 2,71 max 8.322,70 520.000 2,00% 10.400,00 1,25 min max 3.337,60 7.498,95 280.000 340.000 2,00% 2,00% 5.600,00 6.800,00 1,68 0,91 min 3.010,94 210.000 2,00% 4.200,00 1,39 3,00% 35.400,00 1,14 Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 30.987,41 1.180.000 Centrale Semicentrale min 3.207,20 420.000 3,00% 12.600,00 3,93 max 19.418,78 750.000 3,00% 22.500,00 1,16 min max 3.677,17 10.329,14 310.000 500.000 3,00% 3,00% 9.300,00 15.000,00 2,53 1,45 min 2.644,26 250.000 3,00% 7.500,00 2,84 Periferica 29 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? PALERMO Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 929,62 297.000 1,00% 2.970,00 3,19 min 161,13 87.000 1,00% 870,00 5,40 max 914,13 254.000 1,00% 2.540,00 2,78 min max 151,84 1.177,52 80.000 240.000 1,00% 1,00% 800,00 2.400,00 5,27 2,04 min 266,49 91.000 1,00% 910,00 3,41 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 1.761,12 319.000 2,00% 6.380,00 3,62 min 809,55 107.000 2,00% 2.140,00 2,64 max 1.945,75 308.000 2,00% 6.160,00 3,17 min max 752,74 2.499,65 107.000 211.000 2,00% 2,00% 2.140,00 4.220,00 2,84 1,69 min 1.136,21 103.000 2,00% 2.060,00 1,81 19.230,00 2,48 Centrale Semicentrale Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 7.746,85 641.000 3,00% min 676,56 145.000 3,00% 4.350,00 6,43 max 6.197,48 469.000 3,00% 14.070,00 2,27 min max 862,48 12.394,97 122.000 308.000 3,00% 3,00% 3.660,00 9.240,00 4,24 0,75 min 1.275,65 136.000 3,00% 4.080,00 3,20 Centrale Semicentrale Periferica 30 Simulazione di un Catasto di valori PARMA Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 1.251,89 360.000 1,00% 3.600,00 2,88 min 297,48 183.000 1,00% 1.830,00 6,15 max 1.038,08 280.000 1,00% 2.800,00 2,70 min max 263,39 790,18 147.000 296.000 1,00% 1,00% 1.470,00 2.960,00 5,58 3,75 min 201,42 210.000 1,00% 2.100,00 10,43 2,00% 5.940,00 2,02 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 2.939,93 297.000 Centrale Semicentrale min 1.187,33 180.000 2,00% 3.600,00 3,03 max 2.315,02 291.000 2,00% 5.820,00 2,51 min max 1.264,03 1.761,12 149.000 229.000 2,00% 2,00% 2.980,00 4.580,00 2,36 2,60 min 965,77 147.000 2,00% 2.940,00 3,04 3,00% 9.060,00 0,65 Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 13.944,34 302.000 Centrale Semicentrale min 1.394,43 159.000 3,00% 4.770,00 3,42 max 4.183,30 286.000 3,00% 8.580,00 2,05 min max 1.766,28 764,36 162.000 229.000 3,00% 3,00% 4.860,00 6.870,00 2,75 18,48 min 371,85 149.000 3,00% 4.470,00 5,85 Periferica 31 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? RAVENNA Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 1.146,53 280.000 1,00% 2.800,00 2,44 min 511,29 110.000 1,00% 1.100,00 2,15 max 805,67 220.000 1,00% 2.200,00 2,73 min max 418,33 712,71 110.000 170.000 1,00% 1,00% 1.100,00 1.700,00 2,63 2,39 min 325,37 90.000 1,00% 900,00 2,77 2,00% 4.800,00 1,84 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 2.613,27 240.000 Centrale Semicentrale min 1.406,05 143.000 2,00% 2.860,00 2,03 max 1.917,35 180.000 2,00% 3.600,00 1,88 min max 1.207,22 1.406,05 120.000 150.000 2,00% 2,00% 2.400,00 3.000,00 1,99 2,13 min 1.207,22 78.000 2,00% 1.560,00 1,29 Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 8.521,54 440.000 3,00% 13.200,00 1,55 min 1.012,26 180.000 3,00% 5.400,00 5,33 max 5.112,92 248.500 3,00% 7.455,00 1,46 min max 2.788,87 5.453,78 165.000 204.000 3,00% 3,00% 4.950,00 6.120,00 1,77 1,12 min 2.556,46 120.000 3,00% 3.600,00 1,41 Centrale Semicentrale Periferica 32 Simulazione di un Catasto di valori FOGGIA Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 1.162,03 220.000 1,00% 2.200,00 1,89 min 387,34 120.000 1,00% 1.200,00 3,10 max 681,72 170.000 1,00% 1.700,00 2,49 min max 402,84 573,27 80.000 140.000 1,00% 1,00% 800,00 1.400,00 1,99 2,44 min 291,28 35.000 1,00% 350,00 1,20 2,00% 4.600,00 2,02 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 2.272,41 230.000 Centrale Semicentrale Periferica min 1.661,70 105.000 2,00% 2.100,00 1,26 max 1.264,03 210.000 2,00% 4.200,00 3,32 min max 1.079,39 1.079,39 100.000 190.000 2,00% 2,00% 2.000,00 3.800,00 1,85 3,52 min 937,37 100.000 2,00% 2.000,00 2,13 NEGOZIO sup. 100 mq max 7.746,85 460.000 3,00% 13.800,00 1,78 min 919,29 165.000 3,00% 4.950,00 5,38 max 1.983,19 260.000 3,00% 7.800,00 3,93 min max 1.254,99 1.704,31 125.000 160.000 3,00% 3,00% 3.750,00 4.800,00 2,99 2,82 min 1.074,23 105.000 3,00% 3.150,00 2,93 Centrale Semicentrale Periferica 33 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? RIMINI Rendita catastale 1990 ZONA Valore Omi Saggio Rendita Differenza APPARTAMENTO vani 6, sup. 100 mq max 1.394,43 410.000 1,00% 4.100,00 2,94 min 464,81 200.000 1,00% 2.000,00 4,30 max 650,74 350.000 1,00% 3.500,00 5,38 min max 325,37 976,10 200.000 310.000 1,00% 1,00% 2.000,00 3.100,00 6,15 3,18 min 278,89 150.000 1,00% 1.500,00 5,38 2,00% 8.400,00 2,44 Centrale Semicentrale Periferica UFFICIO vani 5,5, sup. 100 mq max 3.437,02 420.000 Centrale Semicentrale min 1.860,54 220.000 2,00% 4.400,00 2,36 max 2.528,06 350.000 2,00% 7.000,00 2,77 min max 1.363,45 3.437,02 200.000 320.000 2,00% 2,00% 4.000,00 6.400,00 2,93 1,86 min 1.590,69 158.000 2,00% 3.160,00 1,99 3,00% 27.000,00 3,94 Periferica NEGOZIO sup. 100 mq max 6.853,38 900.000 Centrale Semicentrale min 2.370,54 264.000 3,00% 7.920,00 3,34 max 3.212,36 530.000 3,00% 15.900,00 4,95 min max 599,09 6.853,38 190.000 300.000 3,00% 3,00% 5.700,00 9.000,00 9,51 1,31 min 697,22 180.000 3,00% 5.400,00 7,75 Periferica 34 UN VERO MERCATO DELL’AFFITTO NASCERÀ SOLO DALLA TASSAZIONE DEL REDDITO DELLE CASE, E NON DEL LORO VALORE La situazione del mercato locativo è, per i ceti davvero a disagio abitativo, critica. Ma non perché manchino (e si debbano costruire) alloggi di edilizia economica e popolare. Questa sarebbe infatti più che sufficiente sol che fosse ben governata. In mano alle Regioni, è invece occupata al 70 per cento da abusivi, da senza titolo e da morosi professionali. E chi ne avrebbe veramente bisogno, non vi ha accesso. Per il Censis, il 13,5 per cento degli italiani vive in affitto. Forse, il dato risente del fatto che se una famiglia ha due case (una prima e una seconda abitazione, intestate - per ragioni fiscali o parafiscali - ciascuna ad un coniuge), nelle statistiche figurano due proprietari. In ogni caso, la quota di mercato della locazione è assolutamente insufficiente, ed ingessa il Paese (che ha invece bisogno di mobilità, per le forze del lavoro in special modo). Ma tant’è: i Comuni sono famelici, ed anche la Finanziaria 2006 se l’è presa con l’affitto delle società immobiliari, aggravando i costi. Dal canto suo, la grande liquidità che le crisi dei mercati azionari e obbligazionari hanno riversato sul mercato, ha provocato un innalzamento dei prezzi di compravendita assolutamente ingiustificato ed assolutamente non coerente con la redditività dell’investimento immobiliare (redditività che è in caduta libera, tant’è che nessuno acquista più un’unità immobiliare per affittarla). E così, è già iniziato un raffreddamento nei prezzi anche sensibile, che probabilmente continuerà. D’altra parte il rapporto prezzo d’acquisto-canone c’è solo in immobili di nicchia (alloggi per universitari, ad esempio) o nell’uso diverso (immobili commerciali di grande prestigio). Per il resto, e cioè nella quasi totalità del mercato abitativo, gli alti canoni sono solo la conseguenza della fiscalità erariale, ma soprattutto del Fisco comunale: oggi, un 50/60 per cento del canone, se ne va in tasse. E poi, ci sono le manutenzioni (sempre più costose ed in aumento anche di numero perché le obbligatorie vengono di continuo mol- 35 CATASTO PATRIMONIALE Chi lo vuole? tiplicate), le spese amministrative, assicurative e così via, imprevisti e morosità compresi. Nonostante gli alti canoni - questo è il tragico - al locatore non resta nulla. Per questo, è sempre più difficile trovare alloggi in locazione: perché nessuno - come detto - ha più convenienza ad acquistare per locare. Sugli sfratti poi non ci sono dati ufficiali (forse, non si vuole neanche che ci siano). Non c’è stato - comunque - in Italia alcun blocco delle esecuzioni di rilascio per mesi e mesi, e non è successo niente... Questo non vuol dire che non vi siano problemi di tensione abitativa a Roma, o in qualche altra città metropolitana. Ma il rimedio del blocco, al quale si è ricorso per mezzo secolo e più (e, da ultimo, in proporzioni di gravosità a carico della proprietà mai raggiunte da trenta anni a questa parte) non ha mai fatto altro che aggravare il problema, e basta. Il mercato dell’affitto s’è ridotto anche per questo, perché una volta che si è affittato, non si sa quando si rientrerà in possesso dell’immobile, anche per proprie esigenze, abitative o economiche. E il rimedio al disagio abitativo, invece, sta proprio nell’allargare le opportunità e la convenienza ad affittare. I Comuni, dal canto loro, fanno niente del tutto, o ben poco: si contano sulle dita di due mani quelli che hanno fissato un’ICI di favore per i contratti a canone calmierato, e nessuno di essi (o quasi) ha preso in affitto immobili - come la legge consente ad essi di fare - per darli in locazione a nuclei famigliari disagiati. Bisogna cambiare radicalmente metodo. Anziché costruire alloggi popolari (perché poi facciano la fine che s’è detto) bisogna distribuire a chi ne ha davvero bisogno, dei buoni affitto, spendibili sul libero mercato. Ad una politica di questo genere, bisogna affiancare un effettivo sostegno ai contratti agevolati ed ai contratti transitori e per studenti universitari. Invece è mancata - e manca - qualsiasi seria iniziativa sul piano fiscale. Fin che la proprietà immobiliare sarà tassata - sostanzialmente - per il valore degli immobili (e adesso, si pensa addirittura di mettere a regime un Catasto patrimoniale), e non per quanto gli stessi rendono, non si avrà mai la rinascita di un vero mercato dell’affitto (e, con essa, una vera possibilità di affittare a prezzi a chiunque accessibili). 36 Presidenza e Segreteria generale tf. 06/6793489 (r.a.) - fax 06/6793447 00187 Roma - Via Borgognona, 47, 3° piano Uffici operativi tf. 06/69942495 (r.a.) - fax 06/6796051 00187 Roma - Via Borgognona, 47, 2° piano Uffici amministrativi tf. 06/6798742 (r.a.) - fax 06/69797107 00187 Roma - Via della Vite, 32 Uffici Organizzazioni collegate tf. 06/32650952 (r.a.) - fax 06/32652673 00196 Roma - Via E. Gianturco, 5 int. 4 Uffici Enti bilaterali tf. 06/44251191 (r.a.) - fax 06/44251456 00198 Roma - Corso Trieste, 10 La CONFEDILIZIA-Confederazione Italiana Proprietà Edilizia è un’Associazione di secondo grado ricostituita nel 1945 da tutte le Associazioni territoriali dei proprietari di casa, diretta erede - caduto l’ordinamento corporativo - della Federazione Associazioni dei proprietari di casa, costituita fra organizzazioni con primi nuclei associativi sorti nel 1883. La Confedilizia è articolata sull’intero territorio nazionale in oltre 200 sedi. Alla Confedilizia aderiscono proprietari (anche della sola casa di abitazione), condominii, condòmini singoli e investitori istituzionali quali compagnie di assicurazione, banche, casse pensioni, istituti previdenziali e società immobiliari di rilevanza nazionale. Aderiscono alla Confedilizia anche Associazioni di settore, fra cui l’ADSI-Associazione dimore storiche italiane; l’AMPIC-Associazione multiproprietari italiani Confedilizia; l’ANBBAAssociazione nazionale dei bed & breakfast e degli affittacamere; l’ANCE-Associazione 37 nazionale costruttori edili; l’ANIA-Associazione nazionale imprese assicuratrici; l’ASAGESAssociazione archivi gentilizi e storici; l’ASPESI-Associazione nazionale tra società di promozione e sviluppo immobiliare; l’ASSINDATCOLF-Associazione sindacale nazionale datori di lavoro colf; l’ATMSI-Associazione tutela memorie storiche italiane; la CONFCASALINGHE-Confederazione nazionale casalinghe; il CNR CASA-Coordinamento nazionale case riscatto edilizia pubblica; la FIAIP-Federazione italiana agenti immobiliari professionali; la FIDALDO-Federazione italiana datori di lavoro domestico; il FIMPE-Fondo integrativo multiservizi proprietari edilizi. Apposite sezioni della Confedilizia organizzano i trusts immobiliari (ASSOTRUSTS-Coordinamento trusts immobiliari Confedilizia), i fondi immobiliari (COFIC-Coordinamento fondi immobiliari Confedilizia) e gli italiani all’estero (CITES-Coordinamento italiani all’estero). La Confedilizia stipula con i sindacati confederali il Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti da proprietari di fabbricati e, tramite l’ASSINDATCOLF, il Contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori domestici. In quanto firmataria - con Cgil, Cisl e Uil - del CCNL dipendenti da proprietari di fabbricati in rappresentanza - esclusiva - della proprietà edilizia, ha costituito con gli stessi sindacati - oltre al FONDO COASCO - la CASSA PORTIERI, che eroga servizi assistenziali ai dipendenti del settore e l’ente EBINPROF, allo scopo - tra l’altro - di provvedere alla formazione e riqualificazione dei lavoratori interessati al CCNL anzidetto. Gli amministratori di immobili, condominiali e non, partecipano alla vita dell’Organizzazione tramite il CORAM (Coordinamento Registri Amministratori). La Sede centrale della Confedilizia assicura il continuo aggiornamento - con l’iscrizione dei nuovi ammessi - del REGISTRO NAZIONALE AMMINISTRATORI CONFEDILIZIA, ai cui iscritti rilascia un attestato di iscrizione firmato in originale dal Presidente confederale e dal Presidente del Coram, e fornisce gratuitamente i previsti servizi. Alla Confederazione aderisce anche GESTICOND-Libera associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari e gestori di edifici (costituita secondo i principi della Direttiva europea 92/51). In collaborazione con il RINA, la Confedilizia assicura agli enti, società, condominii e privati interessati il servizio di certificazione della qualità degli immobili. L’Organizzazione ha inoltre stipulato una convenzione con l’AGENZIA DEL TERRITORIO per l’accesso delle Associazioni territoriali agli archivi informatici del Catasto Fabbricati e Terreni. Altra convenzione la Confedilizia ha stipulato con Banca Intesa/Sanpaolo per il “Servizio Garanzia Affitto”. La Confedilizia ha sottoscritto protocolli con l’ASSOCAMERESTERO-Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, per consulenze a connazionali che risiedono od operano all’estero, in materia immobiliare; con la CORTE ARBITRALE EUROPEA, con la quale ha costituito la CAMERA IMMOBILIARE della Corte Arbitrale Europea-Sezione della Delegazione Italiana, con il compito di risolvere le controversie in materia di locazioni, 38 condominio, contratti preliminari di compravendita, contratti di compravendita, mediazione immobiliare ecc.; con l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRA LE BANCHE POPOLARI. Mantiene rapporti di continua consultazione con l’ABI-Associazione Bancaria Italiana e la CONFCOMMERCIO. Ha inoltre accordi di collaborazione - tra altri - con la CONFAGRICOLTURA, la FEDERAZIONE NAZIONALE PROPRIETA’ FONDIARIA, l’ANACAM (Associazione nazionale imprese di costruzione e manutenzione ascensori), l’ANIEM (Associazione nazionale piccole imprese edili) e l’ASSOUTENTI (nonché con il COMITATO NAZIONALE DIFESA CONTRIBUENTI BONIFICHE di quest’ultima Associazione). In sede internazionale la Confedilizia è fra i “Gruppi di interesse” accreditati presso il Parlamento europeo e rappresenta l’Italia in seno all’UIPI (Union Internationale de la Propriété Immobilière, organizzazione accreditata al Consiglio d’Europa, all’OCSE, al Parlamento Europeo e al Comitato abitazioni dell’ONU a Ginevra). In sede di Unione Europea rappresenta il nostro Paese nell’EPF (European Property Federation). La Confedilizia - per l’assistenza diretta a connazionali - ha istituito proprie delegazioni all’estero, come negli Stati Uniti d’America, in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Spagna, in Belgio, in Svizzera e in Argentina. Tiene inoltre continui rapporti con la Confedilizia sammarinese. La Confedilizia viene regolarmente consultata - oltre che dai Ministeri - dalle Commissioni parlamentari di Senato e Camera, dal CNEL, da Regioni ed Enti locali. Cura il mensile “Confedilizia notizie” (diffuso ai singoli soci tramite le Associazioni territoriali) nonché pubblicazioni interessanti il settore, a mezzo della controllata CONFEDILIZIA EDIZIONI. Compiti istituzionali della Confedilizia sono la rappresentanza delle categorie dei proprietari d’immobili e degl’investitori nei rapporti col Parlamento e col Governo sui problemi che interessano il comparto immobiliare. 39 ORGANIZZAZIONI PROVINCIALI DELLA CONFEDILIZIA (legali rappresentanti) AGRIGENTO via Esseneto 88, tel. 0922/596988 ing. Salvatore Lauricella BELLUNO via Sant’Andrea 6, tel. 0437/26935 cav. Diego Triches ALESSANDRIA c.so XX Settembre 6, tel. 0131/231302 geom. Franco Stradella BENEVENTO v.le Atlantici 45, tel. 0824/317426 avv. Pierluigi Arigliani ANCONA p.zza Roma 17, tel. 071/2076300 Marco Giaccaglia BERGAMO via Paglia 5, tel. 035/244353 dott. Roberto Margiotta AOSTA via Torre del Lebbroso 37, tel. 0165/364144 dott. Giorgio Vola BIELLA via Torino 56, tel. 015/84831 geom. Edoardo Ansermino AREZZO via Pisano 20, tel. 0575/20468 - 324072 rag. Angiolo di Bartolomeo BOLOGNA via Altabella 3, tel. 051/226416 avv. Roberto Scaglioni ASCOLI PICENO via Sgariglia 14, tel. 0736/341954 geom. Renato Troiani BOLZANO c.so Italia 22, tel. 0471/271135 rag. Erich Gritch ASTI via delle Grazie 1, (piazza Astesano) tel. 0141/353984 avv. Pier Paolo Bosso BRESCIA via Vittorio Emanuele II 31, tel. 030/48503 dott. Ivo Amendolagine AVELLINO via Vasto 26, tel. 0825/24504 avv. Antonio Trulio BRINDISI via Casimiro 6, tel. 0831/524136 avv. Michele De Carlo BARI via de Nicolò 37, tel. 080/5235467 avv. Franco Zippitelli CAGLIARI via Pergolesi 8, tel. 070/480314 avv. Carmelo Idda BARLETTA-ANDRIA-TRANI c.so Cavour 60, Andria, tel. 0883/557853 avv. Luigi Saccogna CALTANISSETTA v.le della Regione 97/C, tel. 0934/554866 dott. Luigi Di Pietra 40 CAMPOBASSO via Monforte 16, tel. 0874/412480 dott. Orazio Saracino FERMO p.le Azzolino 18, tel. 0734/224904 avv. Mariano Franchi CASERTA p.zza Vanvitelli 33, tel. 0823/441939 avv. Giancarlo Carnielli FERRARA via Montebello 7, tel. 0532/243156 avv. Barbara Grandi CATANIA via Castorina 17, tel. 095/449373 dott. Salvatore Bentivegna FIRENZE v.le Lavagnini 26, tel. 055/486567 avv. Nino Scripelliti CATANZARO p.zza Stocco 10, tel. 0961/720207 avv. Lidia Viapiana FOGGIA via Montegrappa 86, tel. 0881/773872 Franco Granata CHIETI c.so Marrucino 182, tel. 0871/321000 Daniela Sebastiani FORLÌ via Saffi 5, tel. 0543/20026 ing. Carlo Caselli COMO via Diaz 91, tel. 031/271900 avv. Giovanni Raitè FROSINONE via Verdi 277, tel. 0775/201684 geom. Paolo Polletta COSENZA v.le degli Alimena 109, tel. 0984/77772 avv. Francesco Saverio Sesti GENOVA via XX Settembre 41, tel. 010/565768 cav. Nicolò Minetti CREMONA via Beltrami 7, tel. 0372/462438 avv. Cesare Salvalaggio GORIZIA via Diaz 3, tel. 0481/32378 avv. Carlo del Torre CROTONE via Lucifero 38, tel. 0962/901076 dott. Antonio D’Ettoris GROSSETO c.so Carducci 34, tel. 0564/412373 geom. Giuseppe Coffa CUNEO via Roma 55, tel. 0171/699812 dott.ssa Monica Soave IMPERIA via della Repubblica 3/12, tel. 0183/299616 geom. Marco Magaglio ENNA via Grimaldi 8, tel. 0935/501240 geom. Salvatore Trapani ISERNIA via Kennedy 62, tel. 0865/26228 avv. Antonio Scuncio 41 L’AQUILA via della Conduttura II 11, tel. 0862/23237 geom. Ermanno D’Artista LA SPEZIA via Cadorna 4, tel. 0187/737604 dott. Renato Oldoini MASSA CARRARA p.zza Matteotti 4, Carrara (MS) tel. 0585/70347 dott. Giovanni Vacchelli MATERA via Lucana 122, tel. 0835/330587 rag. Angelo Raffaele Gravela LATINA via Monti 42, - scala b int. 5, tel. 0773/662240 geom. Luigi Palombo MESSINA via Siracusa 282 is. 7, tel. 090/2927913 geom. Giacomo D’Andrea LECCE via Fedele Albanese 2, tel. 0832/349435 ing. Marino Congedo MILANO via Meravigli 3, tel. 02/885591 avv. Achille Lineo Colombo Clerici LECCO via Cattaneo 76, tel. 0341/364474 dott. Francesco Riva LIVORNO p.zza Cavour 6, tel. 0586/829342 avv. Valentina Gonfiotti LODI c.so Vittorio Emanuele II 12, tel. 0371/425939 cav. Mario D’Angelo LUCCA p.zza Bernardini (Pal. Bernardini), tel. 0583/4441 dott. Pietro Mazzarosa MODENA c.so Canalchiaro 65, tel. 059/219375 dott. Giorgio Pantoli MONZA E BRIANZA via Mosè Bianchi 18/A, tel. 039/382231 geom. Paolo Sandrini NAPOLI v.le Gramsci 17/B, tel. 081/664530 avv. Prospero Pizzolla NOVARA via Dominioni 1, tel. 0321/627197 avv. Maria Marchese Malaspina NUORO via Ballero 26, tel. 0784/38486 dott.ssa Cinzia Curreli MACERATA via Ricci 3, tel. 0733/230146 geom. Francesco Prenna ORISTANO via Simeto 22, tel. 0783/359344 prof. Annibale Mellai MANTOVA via Oberdan 14, tel. 0376/224715 dott. Ugo Bassani PADOVA via Altinate 38, tel. 049/8759620 dott. Antonio Botner Picecco 42 PALERMO via Giovanni Maurigi 4, tel. 091/593639 dott. Aldo Alaimo PRATO via Ferrucci 203/c, tel. 0574/584340 avv. Gabriele Pica Alfieri PARMA strada Nuova 2, tel. 0521/200829 ing. Mario Del Chicca RAGUSA v.le dei Platani 37, tel. 0932/252853 dott. Gabriele Damanti PAVIA via Diacono 5, tel. 0382/20581 dott. Roberto Federico RAVENNA via Mariani 7, tel. 0544/35134 - 35372 rag. Luciano Siboni PERUGIA via Sicilia 39/H, tel. 075/5058212 ing. Armando Fronduti REGGIO CALABRIA c.so Vittorio Emanuele III 51, tel. 0965/332668 Vincenzo Calveri PESARO v.le Amendola 25, tel. 0721/31638 Filippo Andreani REGGIO EMILIA via Tavolata 6, tel. 0522/433905 avv. Giovanni Bertolani PESCARA via Tirino 67, tel. 085/693695-4514677 avv. Federico D’Incecco RIETI p.zza San Rufo 6, tel. 0746/253265 avv. Attilio Francesco Ferri PIACENZA via Sant’Antonino 7, tel. 0523/327273 dott. Giuseppe Mischi RIMINI c.so d’Augusto 100, tel. 0541/21773 avv. Nelson Fabbri PISA via Dalmazia 6, tel. 050/561798 avv. Giuseppe Gambini ROMA via Ulpiano 47, tel. 06/6896170 arch. Paolo Pietrolucci PISTOIA via S. Pietro 20, tel. 0573/358140 avv. Antonio Grieco ROVIGO via Oberdan 9, tel. 0425/25447 avv. Paolo Mercuri PORDENONE c.so Garibaldi 7, tel. 0434/28503 rag. Giuseppe Verdichizzi SALERNO p.zza della Concordia 38, tel. 089/241189 avv. Bruno Amendola POTENZA via Settembrini 16, tel. 0971/21354 geom. Francesco Genzano SASSARI via Savona 4, tel. 079/278194 Giuseppe Marras 43 SAVONA via San Giovanni Bosco 3/4, tel. 019/829983 dott. Cesare Magnano TRIESTE via Mercadante 1, tel. 040/638512 avv. Armando Fast SIENA via Montanini 28, tel. 0577/289105 dott. Maurizio Capperucci UDINE via Zanon 16, tel. 0432/501344 avv. Paolo Scalettaris SIRACUSA via Montedoro 66, tel. 0931/66569 avv. Raffaele Specchi VARESE p.zza XX Settembre 5, tel. 0332/281281 ing. Giulio Castiglioni SONDRIO p.zzale Merizzi 17, tel. 0342/511447 dott. Vittorio Quadrio VENEZIA san Marco 2746, tel. 041/5209783 rag. Luca Segalin TARANTO via Cavallotti 95, tel. 099/4534750 avv. Massimo De Filippis VERBANO-CUSIO-OSSOLA c.so Mameli 47, Verbania (VB) tel. 0324/242628 dott. Vittorio Brocca TERAMO via De Albentiis 5, tel. 0861/250308 ing. Rocco Fantozzi TERNI zona Fiori 116/i, tel. 0744/421746 avv. Andrea Messi TORINO via Nota 3, tel. 011/5214218 - 5214648 avv. Erasmo Besostri Grimaldi TRAPANI via Riccio 39, tel. 0923/24470 avv. Vincenzo Perniciaro TRENTO via Prepositura 42/44, tel. 0461/230015 dott. Michele Zaniboni TREVISO riviera Garibaldi 19, tel. 0422/579703 ing. Agostino Rossi 44 VERCELLI v.le Garibaldi 11, tel. 0161/56242 geom. Pierluigi Filosso VERONA v.lo Oratorio 1, tel. 045/8033844 rag. Giuseppe Riccardo Ceni VIBO VALENTIA via Imperio 64, tel. 0963/44872 avv. Marco Talarico VICENZA c.so Fogazzaro 16, tel. 0444/547188 dott. Vittor Luigi Braga Rosa VITERBO via Marconi 7, tel. 0761/321186 avv. Danilo Scalabrelli ORGANIZZAZIONI SUBPROVINCIALI O DELEGAZIONI DELLA CONFEDILIZIA (legali rappresentanti) ABANO TERME (PD) via IV Novembre 31, tel. 049/8600401 dott. Stefano Tosato ABBIATEGRASSO (MI) via Cadorna 2, tel. 02/94967973 avv. Matteo de Stasio ACIREALE (CT) via Torrisi 32, Stazzo (CT), tel. 095/7641281 Orazio Garozzo ADRIA (RO) Corso Vittorio Emanuele 20, tel. 0426/901293 avv. Emanuela Beltrame ALBENGA (SV) riviera di ponente via Medaglie d’Oro 46/48 tel. 0182/52809 avv. Nicola Durante ALBINO (BG) via Aldo Moro 2/p, tel. 035/752529 rag. Aurelio Tacchini ALGHERO (SS) via Mazzini 54, tel. 079/970025 rag. Mario Serra BAGHERIA (PA) via Senatore Scaduto 4, tel. 091/906605 dott. Antonino Mineo BAGNO DI ROMAGNA (FC) via Valgimigli 8/B, San Piero in Bagno (FC) tel. 0543/903053 geom. Francesco Cavalieri BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) via Benedetto Croce 3, tel. 090/9799873 dott. Paolo Genovese BARLETTA (Barletta-Andria-Trani) via Capacchione 20, tel. 0883/531734 Savino Gorgoglione BASSANO DEL GRAPPA (VI) via Schiavonetti 1, tel. 0424/219075 Orazio Schiavon BERTINORO (FC) via Loreta 233, Fratta terme (FC) tel. 0543/460782 geom. Mauro Zanetti ALTAMURA (BA) v.le Regina Margherita 32, tel. 080/3143609 ing. Donato Denora BIBBIENA (AR) via Umbro Casentinese 14, tel. 0575/536364 geom. Enzo Ciabatti rag. Alessandra Ristori ARZIGNANO (VI) via Pelizzari 49, tel. 0444/451205 geom. Federico Piazza BOBBIO (PC) v.le Mazzini 7, tel. 0523/932352 geom. Eugenio Malchiodi AVEZZANO (AQ) p.zza Castello 14/C, tel. 0863/416220 avv. Paolo Di Matteo BOJANO (CB) c.so Amatuzio 6, tel. 0874/778202 dott. Donato Dino De Acetis 45 BOLLATE (MI) via Trento 31/b, tel. 02/38302785 dott. Dino Salati CAPRAIA ISOLA (LI) via Carlo Alberto 37, tel. 0586/905244 avv. Giuseppe Arianna BOLZANETO (GE) via Pastorino 36/64, tel. 010/7450013 dott. Ivano Martini CARCARE (SV) via Garibaldi 32/4, tel. 019/512074 avv. Antonella Ferrari BORDIGHERA (IM) via Vittorio Emanuele 131, tel. 0184/261396 avv. Pier Carlo Croce CARPI (MO) c.so Fanti 16, tel. 059/697867 dott.ssa Anna Maria Sacchi BORGO SAN LORENZO (FI) via Pananti 18, tel. 055/8456659 avv. Cosimo Papini CASALMAGGIORE (CR) v.lo Centauro 5, tel. 0375/42900 dott.ssa Simonetta Aroldi BRESSO (MI) Via Vittorio Veneto 8/A, tel. 02/6142682 rag. Italo Pallaroni CASCINA (PI) via Tosco Romagnola 1850/A, Navacchio (PI) tel. 050/776111 rag. Armando Barsotti BUSTO ARSIZIO (VA) via Galileo Galilei 7, tel. 0331/632124 rag. Nino Manna CALTAGIRONE (CT) via Sturzo 74, tel. 0933/25622 geom. Salvatore Caristia CAMERINO (MC) via Orazio Orazi 1, tel. 0737/632536 geom. Massimiliano Gubinelli CAMPI BISENZIO (FI) Galleria Di Vittorio 23, tel. 055/892809 rag. Antonio Esposito CASTEL SAN GIOVANNI (PC) via Gioia 1, tel. 0523/882463 geom. Antonio Cantoni CASTELFRANCO DI SOTTO (PI) via Fermi 13, tel. 0571/480473 dott. Gabriele Cecchini CASTIGLION FIORENTINO (AR) v.le Mazzini 41, tel. 0575/659669 geom. Arturo Roggi CASTROCARO TERME (FC) v.le Marconi 69, tel. 0543/767212 p.i. Walter Valentini CAMPIONE D’ITALIA (CO) v.le Marco da Campione 27 tel. 004191/6497549 dott. Roberto Canesi CERIGNOLA (FG) via Fratelli Rosselli 49 dott.ssa Tiziana Tufo CAMPO LIGURE (GE) p.zza Vittorio Emanuele 14/4, tel. 010/921184 geom. Enrico Selis CERVIA (RA) v.le Volturno 33, tel. 0544/976095 geom. Enea Fontana 46 CESENA (FC) p.zza Aguselli 12, tel. 0547/29970 dott. Dino Martini COGLIATE (Monza e Brianza) p.zza Chiesa 3, tel. 02/9660616 Erminia Basilico CESENATICO (FC) v.le della Repubblica 39/A tel. 0547/83811 rag. Roberto Poni CONEGLIANO (TV) via Garibaldi 29/L, tel. 0438/35291 arch. Giuliana Predebon CHIANCIANO TERME (SI) via Tevere 119, tel. 0578/64565 rag. Massimo Rossi CHIAVARI (GE) p.zza Roma 50/4, tel. 0185/303641 geom. Dario Casassa CHIETI SCALO (CH) v.le Benedetto Croce 25, tel. 0871/572399 geom. Giovanni Mennilli CORTINA D’AMPEZZO (BL) c.so Italia 121, tel. 0436/2924 Umberto Walpoth CORTONA (AR) via IV Novembre 38, Camucia (AR) tel. 0575/605056 p.a. Antonio Garzi CREMA (CR) p.zza Trento-Trieste 21, tel. 0373/250581 avv. Valeria Casarotti CHIOGGIA (VE) rione Duomo 615, tel. 041/5501064 arch. Maurizio Filippo DOMODOSSOLA (VB) via Beltrami 1, tel. 0324/242628 Maria Lucia Clemente CINISELLO BALSAMO (MI) via Donatello 19, tel. 02/6184408 geom. Sinibaldo Scalise EMPOLI (FI) p.zza Matteotti 53, tel. 0571/981844 geom. Roberto Balzarini CITTÀ DI CASTELLO (PG) via S. Apollinare 5, tel. 075/5058212 prof. Carlo Morini ESTE (PD) via Battisti 25, tel. 0429/600655 rag. Renzo Graziato CIVITANOVA MARCHE (MC) via Einaudi 298 / int. 2, tel. 0733/818865 avv. Simone Marzetti FAENZA (RA) v.le Baccarini 29/2, tel. 0546/662391 rag. Alessandro Bentini CIVITELLA DI ROMAGNA (FC) via Farneti 15, tel. 0543/983521 geom. Mara Tramonti FANO (PU) via G. Gabrielli 5/a, tel. 0721/824690 Giovanni Mei COLOGNO MONZESE (MI) via Manzoni 17, tel. 02/25165337 geom. Armando Zanichelli FIORENZUOLA D’ARDA (PC) via Silvio Pellico 10, tel. 0523/942228 geom. Giancarlo Corvi 47 FOLIGNO (PG) via Roncalli 19, tel. 075/5058212 dott.ssa Rosanna Trombettoni LUGO (RA) via Manfredi 3, tel. 0545/35623 dott. Roberto Bordini FOLLONICA (GR) via Manzoni 27, tel. 0566/40761 avv. Davide Lera MANFREDONIA (FG) l.go del Seminario 2 tel. 0884/587617 avv. Francesco Casieri FORLIMPOPOLI (FC) via Dal Fiume 6, tel. 0543/745624 dott. Gianluca Camporesi MARINA DI GROSSETO (GR) via XXIV Maggio 105/A, tel. 0564/34568 prof. Giovanni Biondi GALLARATE (VA) p.zza Europa 2, tel. 0331/701396 geom. Massimo Mocchetti MELEGNANO (MI) via Bixio 7, tel. 02/9834157 dott. Vitantonio Palmisano GAMBETTOLA (FC) p.zza Aldo Moro 1, tel. 0547/53670 rag. Giuseppina Petrini MESTRE (VE) via Bissolati 5, tel. 041/976122 rag. Luca Segalin GUIDONIA (RM) via Calderara 4, tel. 0774/345848 dott. Gino Cipriani MIRA (VE) p.zzetta degli Storti 6, Dolo (VE) tel. 041/411921 geom. Leopoldo Trolese IMOLA (BO) via Emilia 125, tel. 0542/26165 Matilde Giulia Balducci MIRANO (VE) via Castellantico 18/8, tel. 041/5727728 ing. Nico Bolgan JESOLO (VE) via Fermi 6, Lido di Jesolo (VE) tel. 0421/93131 geom. Giancarlo Buscato MONCALIERI (TO) c.so Savona 6/bis, tel. 011/643547 arch. Arturo Calligaro LAMEZIA TERME (CZ) via Tagliamento 3, tel. 0968/29657 Sergio Gaglianese MONDOVÌ (CN) via Diaz 3, tel. 0174/45174 geom. Valter Ricolfi LANCIANO (CH) via Fauro 11, tel. 0872/713954 avv. Filomena Crognale MONFALCONE (GO) v.le San Marco 55, tel. 0481/798807 cav. uff. Mario Moratti LEGNANO (MI) via Volta 94, tel. 0331/542124 geom. Armando Castiglioni MONOPOLI (BA) p.zza S. Antonio 24, tel. 080/808568 avv. Filippo Grattagliano 48 MONTAGNANA (PD) via Matteotti 1/A, tel. 0429/804017 rag. Guido Oliviero OVADA (AL) via Piave 13, tel. 0143/822495 dott. Gianfranco Cavriani MONTE SAN SAVINO (AR) via Fiorenzuola 1, tel. 0575/849642 Sarah Mazzarella PADERNO DUGNANO (MI) via Riboldi 2, tel. 02/9102398 geom. Paolo Galimberti MONTEBELLUNA (TV) via Veronese 1, tel. 0423/22933 avv. Roberto Gallina PEGLI (GE) via Lungomare di Pegli 19/1, tel. 010/6982778 avv. Vincenzo Nasini MONTECATINI TERME (PT) via Mazzini 11, tel. 0572/904253 rag. Sergio Bacci PIETRASANTA (LU) via Garibaldi 97, tel. 0584/28251 rag. Elio Fico MONTECCHIO MAGGIORE (VI) Casa Comunità S. Vitale, tel. 0444/547188 Maria Priori PINEROLO (TO) via Savoia 20, tel. 0121/74792 geom. Roberto Bosio NERVI (GE) via Sala 20/2, tel. 010/321115 geom. Domizio Defferrari PONSACCO (PI) via Meleniano 46, tel. 0587/731601 avv. Lorenzo Ferretti NICHELINO (TO) via Torino 188, tel. 011/6272950 Gianfranco Busano PONTEDERA (PI) p.zza Libertà 20, tel. 0587/56230 Mariano Spina NOVI LIGURE (AL) via Marconi 3, tel. 0143/322918 dott. Domenico Podestà OLBIA (SS) via Longhena 113, tel. 0789/51868 avv. Fabrizio Farena PREDAPPIO (FC) v.le Roma 46, tel. 0543/922515 geom. Fausto Cucchi RECCO (GE) via Marconi 33/3, tel. 0185/76050 geom. Sergio Ferrando ORBETELLO (GR) c.so Italia 198, tel. 0564/860886 rag. Claudio Nanni ROVERETO (TN) via Giovanna Maria della Croce 15 tel. 0464/438065 dott. Giovanni Botta ORVIETO (TR) via del Duomo 19, tel. 0763/343933 dott. Carlo Antonio Galli RUSSI (RA) via d’Azeglio 7, tel. 0544/580187 rag. Valentino Babini 49 SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) via Gioacchino Pizzi 56, tel. 0735/588238 Francesco De Angelis SASSUOLO (MO) via Marconi 15, tel. 059/222201 avv. Francesco Bruini SAN DONATO-SAN MINIATO (PI) v.le Leonardo da Vinci 48, tel. 0571/367154 avv. Silvia Boldrini SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC) via Garibaldi 31, tel. 0541/801163 rag. Maurizio Gentilini SAN GIOVANNI ROTONDO (FG) via Circonvallazione snc c/o Park Hotel Bocci tel. 0882/452178 - 455805 Costanzo Bocci SCHIO (VI) via S. Bologna 7, tel. 0445/530437 geom. Gianluca Santacatterina SAN GIULIANO TERME (PI) via Marchesi, loc. Le Muracce di Vecchiano (PI) tel 050/543495 dott. Maurizio Cini SENIGALLIA (AN) via Cattabeni 53, tel. 071/60341 avv. Corrado Canafoglia SAN MAURO TORINESE (TO) p.zza Mochino 2, tel. 011/8223068 geom. Angelo Santoro SAN REMO (IM) Giardini Vittorio Veneto 4, tel. 0184/503835 avv. Michele Raffa SAN SEVERO (FG) via Teresa Masselli 8, tel. 0882/227420 dott. Alfonso De Filippis SESTO FIORENTINO (FI) via Verdi 105, tel. 055/4483704 Andrea Stigliano SESTO SAN GIOVANNI (MI) viale Gramsci 153, tel. 02/2428611 comm. rag. Augusto Caruso di Spaccaforno SULMONA (AQ) via Montale 39, tel. 0864/210821 ing. Francesco Guadagnoli SAN VINCENZO (LI) Via Vittorio Emanuele II 35, tel. 0565/701314 avv. Francesca Pietra Caprina TERMOLI (CB) via Giappone 28/30, tel. 0875/83156 geom. Michele Pretorino SANTA SOFIA (FC) p.zza Gentili 15, tel. 0543/971447 dott. Romano Martines TORTONA (AL) via Carducci 24, tel. 0131/820180 - 821404 rag. Virginio Nicolini SARONNO (VA) via Visconti 9, tel. 02/96702716 avv. Filippo Germinetti TREDOZIO e MODIGLIANA (FC) via XX Settembre 53, tel. 0546/943970 Agostino Mazzoni 50 URBINO (PU) via Vittorio Veneto 10, tel. 0722/2226 Giuseppe Serafini VIAREGGIO (LU) via Rosmini 22, tel. 0584/942224 avv. Guido Jellersitz VARAZZE (SV) via Piave 22/4, tel. 019/930197 avv. Michele Parodi VILLAFRANCA DI VERONA (VR) c.so Vittorio Emanuele 55 (Pal. Galeotti) tel. 045/6303510 avv. Fabrizio Bertolini VELLETRI (RM) c.so della Repubblica 204, tel. 06/9633999 rag. Sandro Gasbarri VINOVO (TO) via Moncenisio 11, tel. 011/9652507 arch. Ezio Ruffino 51 INDICE CATASTO DI REDDITI E CATASTO DI VALORI . . . . . . . Pag. 5 ASPETTI DI COSTITUZIONALITÀ DEL CATASTO PATRIMONIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 13 IL MITO DEL CATASTO BASATO SUI VALORI IMMOBILIARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 15 SIMULAZIONE DI UN CATASTO DI VALORI . . . . . . . . . . ” 27 UN VERO MERCATO DELL’AFFITTO NASCERÀ SOLO DALLA TASSAZIONE DEL REDDITO DELLE CASE, E NON DEL LORO VALORE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 35 Finito di stampare nel mese di maggio 2007 Tipografia A. Montani - Roma