IL CAFFÈ 25 marzo 2012
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22
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Ti-Press
Il personaggio
IL
CICLIS
MO
Dopo dieci
anni di
carriera
ai massimi
livelli,
l’ex corridore
si divide tra
innumerevoli
attività
legate al
mondo del
pedale. Non
senza alcune
sorprese
Patrick
Calcagni
“Manager, allenatore, osservatore...
così vivo i mille volti della bici”
MASSIMO SCHIRA
Ti-Press
D
LE TRASFERTE
‘
Una volta l’anno organizzo
un viaggio per cicloturisti.
Un vero e proprio tour
alla scoperta di un Paese
Ti-Press
a quando ha
smesso di correre nel 2009, Patrick Calcagni sta
collezionando
una serie impressionante di attività legate
all’amato mondo del pedale. Oltre a lavorare a tempo pieno in
un’azienda di metalcostruzioni e
serramenti di Grancia, il 34enne
di Sorengo, infatti, si occupa di
sport e di ciclismo in mille modi.
Da manager di corridori fino a
commentatore televisivo (seguirà per Rsi il Giro delle Fiandre, il Romandia, il Giro d’Italia e
le Olimpiadi di Londra). Da organizzatore di eventi fino a “tour
operator” per viaggi dedicati ai
cicloamatori. “Sono uno che
deve sempre essere occupato spiega divertito Calcagni - e mi
piace molto occuparmi di ciclismo in molti suoi aspetti”.
Andiamo con ordine, partendo
dal Velo Club Lugano…
“Per il Velo Club mi occupo di
giovani, come responsabile degli allenamenti per gli juniores.
Pianifico e seguo la preparazione, ma di principio non vado
alle gare. Di questo si occupa
Mauro Santoromita”.
Poi ci sono gli aspetti organizzativi, vero?
“Sì, sono anche nel comitato,
quindi sono coinvolto nella preparazione del Gran Premio città
di Lugano e del prologo al Tour
de Suisse”.
Si occupa anche di rappresentare corridori come manager.
Che tipo di attività svolge?
“Collaboro con Mattia Galli alla
World
Sport
Promotion,
un’agenzia che si occupa prevalentemente di calciatori. Ma abbiamo anche 6 o 7 ciclisti, settore che seguo in modo particolare. Oltre ad Oliver Zaugg ci occupiamo di un norvegese, due
italiani e quattro colombiani
della Colombia Coldeportes”.
E il cicloturismo?
“Organizzo di principio un viaggio all’anno. Questa volta andremo in Montenegro”.
Un settore interessante.
“Sì, c’è parecchio movimento,
anche se io propongo una formula un po’ particolare. Un vero
e proprio tour, con cambiamenti
di città e alberghi ogni giorno.
Un viaggio di uno standard piuttosto elevato, che costa anche un
po’ di più rispetto alle offerte che
normalmente troviamo nelle
agenzie”.
Passiamo alla stagione appena
entrata nel vivo. Per la Svizzera
le cose sono iniziate piuttosto
bene.
“Avevamo finito molto bene
l’anno scorso con il trionfo di
Oliver Zaugg al Lombardia e abbiamo ricominciato da un Cancellara ai suoi migliori livelli. Fabian ha vinto la Strade Bianche e
corso una Sanremo da più forte
in gara. Ma nel ciclismo spesso
non vince il più forte ed è più facile perdere che vincere”.
GLI SVIZZERI
Dopo il trionfo di Zaugg
al Lombardia, siamo ripartiti
bene. Dal miglior Cancellara
ad un ottimo Albasini
Poi c’è un Michael Albasini in
grande spolvero in Catalogna.
Se lo aspettava?
“Albasini è un corridore molto
valido, che quando è al meglio
della condizione è anche vincente. In carriera vanta 13 successi, che non sono pochi. E
Chi è
Classe 1977, di Sorengo,
Patrick Calcagni è un ex
ciclista professionista ticinese,
che ha svolto la sua attività in
squadre come Vini Caldirola,
Tacconi Sport, Liquigas e
Barloworld tra il 2000 e il
2009. In carriera ha vinto un
titolo svizzero a cronometro,
una tappa al Giro del
Giappone e il Grand Prix Pino
Cerami, oltre alla graduatoria
sprint al Giro di Romandia.
Mendrisio d’argento nel 1999
ha partecipato a tre edizioni
del Giro d’Italia - che ha
terminato nel 2006 - un Tour
de France (terminato nel
2006) tre edizioni della Vuelta
spagnola, corsa che ha
sempre portato a conclusione
con un 40° posto nel 2005
come miglior piazzamento in
assoluto.
questa stagione può contare anche su una squadra davvero fortissima”.
Una bella coppia in vista dei
Giochi di Londra, no?
“Diciamo che avremo delle carte
da giocare anche oltre Cancellara, perché anche Rast ed Elmiger sono validi. E ho l’impressionc che Albasini abbia voluto
garantirsi una maglia per Londra già ad inizio stagione, per
poi concentrarsi per arrivare al
meglio alle Olimpiadi. Può essere un’ottima alternativa a Cancellara, oltre che aiutarlo in
corsa”.
La stagione sta entrando nel
vivo con le classiche del Nord.
Che gare ci aspettano?
“Il copione è simile a quello
delle passate stagioni. Con Gilbert però nel ruolo di osservato
speciale. Dopo aver dominato lo
scorso anno non sarà facile ripetersi per il belga. Anzi, sarà
molto difficile. Quando tutti ti
aspettano le cose si complicano.
Cancellara insegna, del resto…
Anche se forse Gilbert si sa nascondere meglio rispetto a Fabian”.
E le chance del bernese?
“Sono buone, perché se non ha
una squadra fortissima come la
Bmc di Gilbert, ha uomini migliori a disposizione rispetto, ad
esempio, all’anno scorso”.
Poi ci sono i “soliti noti”?
“Direi di sì, da Boonen in poi. Ma
farei attenzione anche a Sagan,
che è giovanissimo, ma sta mostrando di poter essere protagonista anche nelle grandi classiche e nelle gare lunghe”.
Giro e Tour saranno invece orfani di Contador. Sensazioni?
“Il Giro non è così duro, prevedo
una corsa aperta a tanti e difficile da pronosticare. Se deciderà
di puntare tutto sulla “corsa
rosa”, può vincere anche Nibali.
Al Tour invece il favorito - anche
se ci fosse stato Contador - rimane Evans. Il successo dello
scorso anno se lo è sudato e stra
meritato e sarà ancora l’uomo
da battere”.
Poi, alla Vuelta, rientrerà dalla
squalifica lo spagnolo…
“Potremmo dire che il vincitore
della Vuelta 2012 lo conosciamo
già fin d’ora… Contador tornerà
col dente avvelenato, e correrà
in casa assolutamente per vincere. E credo proprio che ci riuscirà”.
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“Manager, allenatore, osservatore... così vivo i mille volti