I-U-A-V Corso di perfezionamento in Tutela e gestione del suolo e delle acque nella pianificazione di bacino I piani di gestione delle alluvioni e della tutela delle acque Aspetti generali Giorgio Pineschi Da dove nascono i piani ? Dall’esigenza di attuare in modo ordinato e progressivo strategie e politiche in specifici settori I piani nascono dalle norme di settore 1976 – Legge 319 1994 – Legge 36 1999 – D.Lgs 152 1989 – Legge 183 2006 – D.Lgs 152 Tutela delle Acque dall’inquinamento Legge Quadro sulla Difesa del Suolo Riforma dei servizi idrici Tutela delle Acque dall’inquinamento Testo Unico Ambientale I Piani derivanti dal Quadro Normativo Legge 183/89 Piani di Bacino A.di Bacino D.Lgs 152/99 – 258/00 Piani di Tutela Regione Legge 36/94 Piani d’Ambito A. di Ambito Direttiva 2000/60/CE D.Lgs 152/06 (Testo Unico) Piani di Gestione A. di Distretto TUTTI I Piani si riferiscono a “problematiche” e a “ambiti” territoriali Bacini idrografici e Autorità di Legge 183/89 Bacino La Struttura Amministrativa • 20 Regioni • 103 Province • 8101 Comuni Legge 36/94 Gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) D.Lgs 152/06: Distretti Idrografici Pianificazione di Bacino Autorità di Bacino: definisce obiettivi e priorità degli interventi cui devono attenersi i Piani di Tutela Obiettivi (Su scala di bacino idrografico) Regione: Adotta e approva il Piano di 31/12/2004 Tutela entro Piano di Tutela (Stralcio piano di bacino) Regione: aggiorna il P.R.G.A. P.R.G.A. Pd A1 Pd A2 Pd A3 Pd A4 ATO: redigono il Piano d’Ambito Territoriale che costituisce il documento di pianificazione generale e strategica per la gestione del Servizio Idrico Integrato Altri piani (irriguo,…) Direttiva 2000/60/CE: Piano di Gestione bacini idrografici Piani di Gestione dei Bacini Idrografici (art. 13) Gli Stati membri devono predisporre un Piano di Gestione per ogni Distretto Idrografico Regione 1 PdT1 AdB ATO1.1 ATO2.2 PdA1.2 PdA2.2 ATO1.2 PdA1.2 Regione 2 PdT2 Quale modello di armonizzazione della Pianificazione ? Piano di Bacino Piano di Tutela/Gestione Piano di Ambito Altri piani Quale è il modello della Pianificazione del TUA ? Semplice unione dei Piani esistenti senza un reale ed efficace coordinamento Evoluzione della politica europea sulle acque Prima fase (anni ’70-80): standard di qualità per specifiche destinazioni di uso Seconda Fase (anni ’90): riduzione inquinamento da fonti specifiche di particolare rilievo (nitrati da agricoltura, acque reflue urbane, IPPC) Terza fase (da 2000 in poi): la Direttiva quadro sulle acque (Direttiva 2000/60/CE) Direttiva Quadro Aspetti generali Protezione delle acque a livello comunitario, sulla base di principi e obiettivi comuni Obiettivi vincolanti, ma flessibilità negli strumenti attraverso i quali raggiungere tali obiettivi Attuazione attraverso la piena partecipazione di tutte le parti interessate Pianificazione di lungo periodo Direttiva quadro sulle acque Elementi chiave Gestione delle acque a livello di bacino idrografico con individuazione dei distretti idrografici Piani di gestione dei bacini idrografici Approccio combinato Recupero dei costi e prezzo equo dell’acqua Partecipazione del pubblico Principali Strumenti comunitari in materia di acque Framework Directive 98/83/EC and 80/68/EEC « drinking water » 79/869/EEC « oyster farming waters » * Directives derived from 96/61/EEC « IPPC » 76/464/EEC 78/659/EC « fish farming waters » * 80/68/EEC « groundwater » * 76/160/EEC « bathing waters » 76/464/EEC « dangerous substances » * 91/676/EEC « nitrates » 91/271/EEC « UWW » 75/440/EEC « waters intended for human consumption » Quality * Directives to be incorporated in the framework directive environment of the Discharges Integrated management of water quality Raggiungere lo stato “buono” per tutte le acque entro in 31 dicembre 2015 Ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che sotterranee Rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia Riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto prezzo che tenga conto del costo economico reale Obiettivi Gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative Procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e standard di qualità Tutela e gestione delle acque a livello di bacino idrografico “ Il territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi per sfociare in un punto specifico di un corso d’acqua (lago o la confluenza di un fiume)” Unità territoriale di riferimento: “Distretto idrografico” “Area di terra o di mare, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere e che rappresenta la principale unità di gestione dei bacini idrografici” Caratterizzazione del distretto Attività conoscitiva (art. 5) Esame degli impatti delle attività umane sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee Analisi economica dell’utilizzo idrico Aggiornamento: dopo tredici anni dalla pubblicazione della direttiva, successivamente ogni sei Registro aree protette (art. 6) Per ogni distretto dovrà essere istituito un registro delle aree alle quali è riconosciuta protezione ai fini della tutela delle acque e garantire la conservazione degli habitat e delle specie • Zone vulnerabili Direttiva 91/676/CEE • Aree sensibili Direttiva 91/271/CEE • Aree designate ai fini della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” Principali Bacini idrografici in Europa Distretto idrografico Stato buono al 2015 Obiettivi Programmi di misure Misure i base Requisiti minimi del programma Misure supplementari A complemento delle misure di base Monitoraggio dello stato delle acque superficiali e sotterranee Visione coerente e globale dello stato delle acque all’interno di ogni distretto idrografico Programmi di monitoraggio Acque superficiali Acque sotterranee Aree protette Stato ecologico, chimico Stato chimico, quantitativo Integrate dalle specifiche contenute nelle norme comunitarie in base alle quali le aree protette sono state create Allegato V Piani di gestione dei Bacini idrografici descrizione generale delle caratteristiche del distretto; la sintesi delle pressioni e degli impatti delle attività umane sui corpi idrici; l'elenco e la rappresentazione delle aree protette; la mappa delle reti di monitoraggio; l'elenco degli obiettivi ambientali per tutti i corpi idrici; la sintesi dell'analisi economica; la sintesi dei programmi di misure; l'elenco delle autorità competenti; le procedure per ottenere la documentazione e le informazioni di base. Possono essere integrati da programmi e da piani di gestione più dettagliati per sottobacini, settori, problematiche, categoria di acque REFCOND BuonoHMWB stato 2003 Individuazione del distretto (art. 3) 2004 Analisi del distretto, esame impatto antropico e Obiettivi analisi economica (art. 5) ambientali 2006 operatività dei programmi di monitoraggio (art. 8) 2008 – 2009 programma di misure e piano di gestione dei bacini idrografici (art. 11 e 13) 2015 Stato dei corpi idrici dei corpi idrici superficiali Stato Ecologico Stato Chimico Elementi Qualitativi per la classificazione dello stato ecologico Elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici Elementi chimici e fisico-chimici a sostegno degli elementi biologici Condizioni di riferimento Elementi biologici Definizione Generale dello stato ecologico Elemento Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Generale Nessuna alterazione antropica, o alterazioni antropiche poco rilevanti, dei valori degli elementi di qualità fisicochimica e idromorfologica del tipo di corpo idrico superficiale rispetto a quelli di norma associati a tale tipo inalterato. I valori degli elementi di qualità biologica del corpo idrico superficiale rispecchiano quelli di norma associati a tale tipo inalterato e non evidenziano nessuna distorsione, o distorsioni poco rilevanti. Si tratta di condizioni e comunità tipiche specifiche. I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano livelli poco elevati di distorsione dovuti all'attività umana, ma si discostano solo lievemente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale si discostano moderatamente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. I valori presentano segni moderati di distorsione dovuti all'attività umana e alterazioni significativamente maggiori rispetto alle condizioni dello stato buono. Environmental objective “surface waters” Impact Ecological status { No or minimal Slight HIGH { GOOD { MODERATE Major { POOR Severe { BAD Moderate Courtesy Peter Pollard, Scottish Environment Protection Agency WFD GW directive Flood directive Direttive “figlie” Sost. pericolose La nuova Direttiva “Alluvioni” (recepita con il D.lgs 49/2010) SU CIASCUN DISTRETTO GLI STATI MEMBRI: entro il 22 dicembre 2012 effettuano unavalutazione preliminare del rischio di alluvione. entro il 22 dicembre 2013, individuano le zone per le quali esiste un rischio potenziale significativo di alluvione predisponendo specifiche mappe di pericolosità e mappe di rischio di alluvione, nella scala più appropriata. entro 22 dicembre 2015 provvedono a ultimare e pubblicare i piani di gestione del rischio di alluvione. La nuova Direttiva “Alluvioni” Mappe Dati storici prevenzione Territorio protezione ecosistemi Costi Benefici Piani di Gestione del rischio alluvioni preparazione previsione Uso del suolo allerta Obiettivi della WFD